Oggi pomeriggio, su Rai tre, dalle 4 alle 5pm il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo rispondera' a delle domande relative alla petrolizzazione dell'Abruzzo che le saranno poste dal senatore Giovanni Legnini, abruzzese anche lui. Spero che qualcuno possa registrarlo e metterlo su youtube cosi potranno vederlo anche quelli che come me vivono lontano.
Intanto, qualche tempo fa mi ha contattato un comitato cittadino di Busalla, in provincia di Genova, affinche' andassi da loro a parlargli dell'idrogeno solforato. La loro raffineria si chiama Iplom e ne abbiamo gia parlato su questo blog. E' la stessa che gli ha inquinato i fiumi e che qualche settimana fa e' incendiata. La raffineria gli ha causato puzze, rumori, crollo del mercato immobiliare, falde acquifere inquinate, malattie. Tutte cose che gia' sappiamo, ma che qui tocchiamo con mano, perche' come a Viggiano, come a Falconara, sono cose gia' successe e non dette in astratto da una che abita dall'altra parte del mondo.
Ecco com'e' ridotta la qualita' di vita a Busalla, nelle parole di Monica Colombara, del Comitato Salute Pubblica e come riportato da un giornale locale il
Valle Scrivia del luglio 2008 a pagina 2:
"Sul piatto - dicevo - metterei una qualità della vita fortemente compromessa da un’industria insalubre le cui lavorazioni comportano la presenza di sostanze cancerogene e/o tossiche e/o altamente infiammabili (greggio, virgin nafta, idrogeno, idrogeno solforato, additivi, chemicals, catalizzatori, ecc.), il tutto in mezzo ad un centro abitato. Miasmi quasi quotidiani e rumori insanabili, perché la stretta prossimità con le case rende strutturalmente inefficaci le barriere acustiche davanti a parti di impianto attive giorno e notte. Metterei le centinaia di autocisterne che transitano per le vie congestionate del paese (di queste non si parla mai, sembra che il traffico di mezzi pesanti riguardi solo la Val Seminella…). Metterei i dati rilevati nei pozzi di emungimento che rivelano lo stato delle acque di falda sotto lo stabilimento: la presenza di idrocarburi è talvolta cento volte superiore al limite consentito (!). Metterei l’impatto visivo devastante, che condiziona l’attrazione turistica e quindi commerciale di un posto che alloggia l’orribile manufatto. Metterei il deprezzamento delle case di proprietà (un impianto a rischio è un fattore peggiorativo, che pesa di un buon 20% sul loro valore immobiliare): pensiamo sempre alla ricchezza che entra (poca e non diffusa), mai a quella possibile o a quella che ci viene sottratta. "
Verso la fine degli anni '80 e inizio degli anni '90, decisero che la raffineria di Busalla avesse bisogno di un centro di desolforazione. Nel 1990 l'allora sindaco Claudio Ferralasco interpello' un professore dell'unversita' di Genova, il professor Umberto Bianchi, dell'istituto di Chimica Industriale. Il professor Bianchi presento' un report dove si scongiurava la realizzazione dell'impianto di desolforazione, tanto piu' che si parlava di diffusione di H2S su un "intorno comunque vasto" del territorio della citta' e che cio' "pare allo scrivente ... del tutto inaccettabile". Il suo report e' facile da capire e piu' o meno dice le stesse cose che vado predicando da tempo. Lo si puo' trovare
qui.
Il sindaco della citta' segui' i consigli di Bianchi e nel 1993 il piano regolatore comunale stabili' che, data la gia' disastrosa condizione ambientale della citta' di Busalla, il petrolchimico non potesse ampliarsi piu'. Niente desolforizzazione dunque. Ecco qui uno stralcio del documento del comune:
“Le industrie petrolchimiche che si trovano in questa zona [zona D, industriale artigianale o assimilata, in Sarissola], data la vicinanza ai centri abitati e le caratteristiche di impatto ambientale, legato al tipo di produzione occupano
UNA LOCALIZZAZIONE IMPROPRIA peraltro non consentita dalla normativa del Piano Regolatore Generale."
"Sono consentiti esclusivamente interventi volti al miglioramento tecnologico che abbiano come risultato la riduzione del carico inquinante con particolare riferimento alle immissioni atmosferiche.
NON SONO ALTRESÃŒ CONSENTITE OPERE DI AMPLIAMENTO SIA DELLA PRODUZIONE CHE DEGLI IMPIANTI DI DEPOSITO”.
Storia finita? No, perche' l'Iplom veramente lo voleva questo desolforatore e allora cosa fa? In barba alle decisioni comunali, invece di spiegare ai cittadini cosa avrebbe rappresentato per loro il desolforatore, iniziano ad usare nomi ingannevoli, puliti e romantici, non si parla di desolforatore, quanto invece di "Progetto qualita'". Proprio come noi, non una "raffineria", ma un delicato centro oli di dodici ettari di terra.
I cittadini proposero dei referendum per chiedere alla gente che ne pensasse, raccolsero le firme, tutto a norma di legge, ma il sindaco, non piu' il prudente Ferralasco, quanto invece il piu' leggero Loris Maieron, glieli boccio'. Dunque, popolo o non popolo, risoluzioni comunali o no, nel 1997 Busalla si ritrovo' il suo bel centro di desolforazione, che nel corso degli anni gli ha dato incendi, fumi ed ha peggiorato le loro vite.
Ma non sono ancora contenti alla Iplom, ora lo vogliono
RADDOPPIARE il desolforatore di Busalla. Non gli importa niente che gli hanno inquinato i fiumi e dato malattie, no. Dal loro
sito la Iplom dice che sono attivi sul territorio e fanno manifestazioni "Noi e voi" cioe' gli organizzano i tornei di calcetto e un po di muraglie attorno agli stabilimenti per evitare rilasci accidentali di robaccia nei fiumi. Vi pare una roba seria? Ma se il fiume Scrivia e' tutto inquinato? Mi sa che la muraglia cosi bene non gli ha funzionato. Per quanto riguarda il torneo di calcetto.. la ci bastava l'oratorio dei salesiani, non vi pare?
Cosa dire? La vittoria piccola piccola dell'altro giorno per noi Abruzzesi, con il rinnovo della moratoria, non deve
ASSOLUTAMENTE portarci ad adagiarci. A Busalla hanno aspettato sette anni i petrolieri per farla: dobbiamo vigiliare su un lunghissimo arco di tempo. La partita non e' affatto finita e occorre contiuare a lottare, uniti e numerosi. E poi,
NON DOBBIAMO CREDERE MAI ALLE BALLE dei petrolieri. A loro non interessa niente del popolo. Agli abruzzesi non servono i tornei di calcetto, serve invece l'aria e l'acqua pulita e magari qualche politico intelliegente che sappia programmare per il nostro sviluppo turistico, investendo e migliorando la qualita' dell'ambiente, dell'offerta e della pubblicita'.
A Monica, come agli abitanti di tutte le citta' petrolizzate d'Italia non posso che chiedere scusa, da Italiana e prometterle di fare del mio meglio per venire a visitare Busalla. Grazie per avermi fornito il materiale. Il sito del comitato di Busalla e'
qui.
Ricordo, Sabato a Pescara dalle 7 alle 8 in piazza Salotto per il sit in contro il petrolio in Abruzzo. I contributi per acquistare i terreni del Feudo e liberare i contadini dal fardello ENI si possono invece dare cosi':
Bonifico bancario intestato a: Comitato Natura Verde
Conto: 064 - 330 - 0080876
Coordinate bancarie: IT73 B060 5077 890C C064 0080 876
per evitare invece le spese bancarie:
a Ortona, Fabrizia: 329/1574549
a Lanciano, Diana: 335/5392058
a San Vito: Assunta 329/9763038