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Friday, July 22, 2011

To the last drop - Documentario sulle tar sands del Canada









Sono a Vancouver, la citta' piu' vivibile del mondo secondo diverse classifiche mondiali. E' vero, e' tutto magnifico qui - le piste ciclabili infinite, spaziose, il verde pubblico, gli edifici di vetro, i pini, la gente educata, il mangiare variato e buono. Pare New York, ma piu' ordinata e composta. Sono tutti ambientalisti - con il compostaggio dentro lo Starbucks, il reciclaggio dovunque ti giri.

Eppure, qui vicino ci sono le tar sands, di cui abbiamo parlato piu' e piu' volte.

Mi pare tutto cosi' surreale e adesso che la conferenza e' finita mi chiedo perche' invece che parlare di aggregazione e di condizioni al contorno, non abbiamo parlato di queste tar sands alle nostre porte, e perche' non lo facciamo in tutto il mondo. Non c'e' niente di piu importante secondo me, a livello di collettivita', che trovare metodi rapidi per abbandondare la fossil fuel economy, specie l'uso di gas dal fracking e petrolio dalle tar sands.

La maggior parte del petrolio che usiamo negli USA arriva da qui, dal Canada, e non dall'Arabia Saudita. Vogliono costruire un nuovo gigante oleodotto dall'Alberta al Texas, apposta per noi americani. Una follia.

La comunita' piu' colpita dalle estrazioni selvaagge e' Fort Chip, piccola riserva di indiani. Hanno riversato arsenico, piombo, mercurio, cromo e altre sostanze tossiche e carcinogeniche nelle loro acque, parte di una delle piu' grandi riserve d'acqua del mondo. Trovano pesci deformi, i tumori della gente aumentano, gli indiani hanno visto cambiare il loro stile di vita. Prima bevevano l'acqua dal fiume, ora devono comprarla imbottigliata perche' i livelli di inquinanti sono triplicati in dieci anni.

Nel 2008 sono morte migliaia di uccelli abbagliati da una vasca di liquami tossici che pensavano fosse un lago di acqua normale. L'industria del pesce e' morta, perche' nessuno vuole piu' mangiare pesci deformi.

I petrolieri dicono che al mondo serve petrolio, al Canada i soldi. I politici cercano di difendere l'indifendibile, dicendo che e' tutto pulito, che non ci sono effetti a lungo termine, che il carbone inquina di piu', che non vogliono prendere lezioni da nessuno, che e' un sistema "unico".

La gente muore. Gli animali pure.

Trovano tumori rari nelle persone. Il medico che ha condotto le indagini e' stato rimosso perche', dicono, ha sollevato paure infondate nella gente. Gli esperti dicono che per ripulire tutto ci vorrebbero cosi tanti soldi che tutti guadagni delle tar sands non basterebbero. Le bonifiche sono solo per bellezza.

La tar sands sono grandi quanto la Grecia. Un terzo di tutto l'idrogeno solforato e diossido di sodio del Canada vengono da qui. Per ogni barile di petrolio, un barile e mezzo di sostanze tossiche.

Non se ne esce? Forse no. Ma forse l'enormita' dei danni da queste tar sands ci costringera' un giorno, a fare sul serio per uscire dall'economia del petrolio.
Intanto, in cima cosa succede in Alberta, documentario di Tom Radford.

4 comments:

Anonymous said...

dal corriere di oggi:

Più d'uno i riferimenti alla posizione di Papa contenuti nella nuova documentazione. Dalle consulenze con Eni e Enel per oltre due milioni di euro ottenute in qualità di avvocato da sua moglie Tiziana Rodà tra il 2006 e il 2010, che secondo i pm sarebbero dovute al rapporto stabilito dall'indagato, tramite Bisignani, con l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni («Solo incarichi dovuti al mio curriculum», sostiene invece la Rodà).

tétè said...

finchè ci saranno uomini pronti a vendere la propria madre, e peggio, i propri figli per i $oldi,
avremo con noi il problema dell inquinamento.
ps "gli edifici di vetro" generalmente fanno a cazzotti con il risparmio energetico!

mario franco basilico said...

Questi sono Stati Ci-Vili, più dell’Italia!!!

nogat said...

Siamo usciti dal nucleare (speriamo...) grazie all'onda d'urto emozionale di una grande tragedia nucleare. Il problema del petrolio è che le tragedie sono tante e "piccole" e passano senza che la massa ne venga spaventata.