In Polonia le operazioni di fracking sono iniziate nel 2010 - con grande entusiasmo da parte del governo e dei trivellanti.
I primi ad aprire la strada sono stati quelli della Halliburton che nell'Agosto 2010 hanno trivellato il primo pozzo, seguiti poi dalla Exxon, dalla Chevron, della ConocoPhillips e da altre compagnie minori. Si parlava di 2,200 trillioni di metri cubi di gas, e di cambiamenti epocali per la societa' e l'economia della Polonia.
Sono passati quasi tre anni da allora, e quasi tutto quello che e' stato fatto finora e' stato di natura esplorativa. Al 18 Febbraio 2013 le varie ditte trivellanti hanno completato 40 pozzi esplorativi di shale gas. Ma mentre all'inzio c'era molto ottimismo e speranza, adesso invece ci sono molte piu' domande e dubbi.
Da parte delle persone, le solite cose: paura di contaminazione dell'acqua - gia' di qualita' scadente a causa di cattiva manutenzione dall'epoca comunista ad oggi, di terremoti, di danni all'agricoltura e al bestiame.
Da parte dei petrolieri invece la necessita' di costruire infrastrutture - oleodotti ma anche strade per trasporto di acqua e di gas da zone rurali - e poi la mancanza di personale umano addestrato per questi tipi di lavori. La fondazione “Czysta Energia” sottolinea che non ci sono sufficenti studi ambientali e dibattiti con i cittadini che sono spesso all'oscuro dei progetti fino alla fine.
E soprattutto: iella delle ielle - per i petrolieri! - ... il gas polacco fa schifo anche quello!
I test iniziali infatti non sono stati poi cosi soddisfacenti: la Exxon Mobil che aveva annunciato con cosi tanta fanfara il suo ingresso in Polonia, zitta zitta ha abbandonato il campo nell'estate del 2012 perche' il gas estratto era poco e di scarsa qualita'.
Anche la ditta inglese BNK petroleum era giunta alle stesse conclusioni. Intanto, l'istututo polacco di geologia annuncia che invece dei 2,200 trillioni di metri cubi di gas ce ne sono solo 67.
Un altra ditta, la canadese Talisman Energy (ma dove li pescano questi nomi?) ha annunciato il 14 Marzo 2013 che potrebbe anche lei lasciare la Polonia perche' "sta cambiando il mercato del gas e del petrolio" e che gli investimenti richiesti non giustificano i possibili margini di profitto.
La Chevron e la ConocoPhillips sono ancora li.
Il governo locale ha cercato di regolamentare per quanto possibile la materia per attirare investimenti, inclusa la questione royalties con forti incentivi per i petrolieri ed ammorbidendo le leggi sulla protezione ambientale.
Ma i contadini polacchi non sono fessi e anzi spesso danno filo da torcere ai signori del petrolio, nonostante le promesse di petrolieri e politici. Le hanno provate tutte - regali, preti a benedire i pozzi, sponsorizzazioni alle scuole, tour, cene e champagne.
Royalties basse e scarsa partecipazione popolare? Il copione standard in tutto il mondo.
Vedremo come andra' a finire, ma come per tutte le cose "facili" non e' tutto oro quello che luccica, proprio per niente.
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