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Saturday, April 25, 2009

L'ENI a Manfredonia


Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerà con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale.

Ippocrate


Il 26 settembre 1976 lo stabilimento ENIchem di Manfredonia, in provincia di Foggia, esplose e rilascio' trentadue tonnellate di anidride arseniosa, di formula chimica As2 O3. L'arsenico veniva usato nella formazione di fertilizzanti prodotti dall'ENIchem.

Fu tutto messo subito a tacere. Alla popolazione, terrificata, si disse che la nube nera che avvolgeva la citta' era dannosa tanto quanto il fumo di sigaretta e che non c'erano danni anche se gia' da allora si sapeva che l'arsenico era fortemente tossico.

L'arsenico e l'anidride arseniosa infatti sono cancerogeni. A dosi piu' o meno basse, quest'ultima causa vomito, dolori addominali, perdita di sangue, diarrea, problemi agli occhi, cardiovascolari, infiammazione del fegato e dei reni, problemi alla coaugulazione del sangue. Spesso le unghia diventano fragili e si perdono i capelli. Fra i problemi riproduttivi dovuti ai derivati d'arsenico ci sono aborti spontanei, feti sottosviluppati e deformazioni congenite.

Bene, l'ENIchem, che fa capo alla benefattrice dell'umanita' ENI, dopo avere riversato questa robaccia su duemila operai e su 50,000 cittadini di Manfredonia, mando' alcuni dei suoi lavoratori a ripulire la zona alla meno peggio. Strumenti in dotazione: la scopa. Tipo di precauzione per proteggere le vie respiratorie, la pelle o l'apparato digerente: nessuno. Toglievano il veleno a mani nude.

Fra questi operai un uomo di 30 anni, Nicola Lovecchio. Per mesi lavoro' alla pulizia dell'area contaminata, e continuo' a lavorare nello stabilimento Enichem fino al 1996 quando ando' in pensione perche' colpito da tumore ai polmoni qualche tempo prima, a 47 anni. Era un non-fumatore.

In tutti quegli anni, prima e dopo l'esplosione, l'ENIchem aveva continuato ad usare e a produrre arsenico senza un minimo di precauzione verso i propri operai e la citta'. Gli incidenti si sono ripetuti. La falda acquifera e il ciclo alimentare sono stati inquinati. Alcuni bambini sono nati con il fegato liquefatto per colpa dell'arsenico. Nel 1988 la produzione di caprolattame (l'ingrediente di base per fare il nylon) dell'Enichem venne fermata perché gli scarichi a mare causarono una moria di delfini e tartarughe nell' Adriatico.

Nel 1994 il colpo di scena. La Regione Puglia decide di autorizzare la reindustrializzazione dell’area di Manfredonia senza una valutazione d’impatto ambientale, e dando pure le sovvnezioni all'ENichem. Nel 2002 l’Unione Europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia che

"non ha adottato le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti, stoccati o depositati in discarica presenti nel sito Enichem, fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e pregiudizio per l’ambiente”.

Intanto, le analisi delle urine dei lavoratori continuarono a mostrare valori troppo alti di arsenico: ben quattordicimila volte superiore alla norma. Mica uno o due, quattordici mila!

E allora, facile facile, ci furono alcuni "medici" che decretarono che l'arsenico era dovuto ai troppi crostacei mangiati dagli operai. Le aragoste infatti bioaccumulano arsenico. Ecco dunque il colpevole di tutto quell'arsenico: i due chili al giorno di aragoste mangiate dai lavoratori!

Con questa spiegazioncina si pote' tornare a vivere tranquilli. Invece che a tarallucci e vino qui fini' ad aragoste e vino per vent'anni. Intanto l'infermieria ENIchem nascondeva le cartelle cliniche.

Verso la meta' degli anni '90, dopo avergli diagnosticato il tumore, l'oncologo Maurizio Portaluri, decise di unire le sue forze a quelle di Nicola Lovecchio. Fanno indagini fra amici, ex lavoratori, persone che erano in ENIchem quella mattina del 1976. Degli operai messi a pulire l'arsenico, 23 sono morti o hanno avuto patologie tumorali in eta' relativamente giovane. Nicola Lovecchio presenta un esposto alla magistratura di Foggia che sfocia in un processo per dieci dirigenti ENIchem e due professori universitari di medicina del lavoro consulenti per l' Enichem all’epoca dei fatti.

I nomi dei docenti-consulenti dell'Universtia' di Bari accusati sono

LUIGI AMBROSI
VITO FOA'


Le accuse per tutti furono di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni e omissioni di controllo.

Nel 2001 parte di processo. Furono diciannove le famiglie che si costituirono contro l'ENIchem, assieme a varie centinaia di persone collegate ad associazioni ambientali fra cui Medicina Democratica e un gruppo di sole donne detto Bianca Lancia.

L'ENIchem decide allora di usare una strategia infame: diamo delle somme di denaro agli accusanti in cambio del ritiro della denuncia. Oltre a diciassette famiglie, i comuni di Manfredonia nella persona del sindaco Paolo Campo, e altri due comuni vicini, Mattinata e Monte Sant'Angelo, se li presero quei soldi e NON si sono presentati parte civile al processo.

Alla fine del processo, nel 2007, oltre alle associazioni ambientaliste, a combattere l'ENIchem era rimasta solo la famiglia di Nicola Lovecchio, nella persona di sua moglie AnnaMaria, e quella di un altro operaio, Elio Amicarelli. Tre sindaci e diciassette famiglie su diciannove presero i soldi. Sono colpevoli anche loro.

Il 5 Ottobre 2007 la "giudice" Michela Valente da ragione all'ENIchem: tutti innocenti. Il fatto non sussiste. La colpa e' delle aragoste.

Intanto, da una parte lo studio promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2003 a Manfredonia dove si conclude che nella citta' c'e'

"un eccesso di mortalità per tumore allo stomaco nei maschi e un aumento dei tumori alla laringe, alla pleura e mielomi multipli nelle donne, nonche' aumenti generali di leucemie e malattie non tumorali all'apparato genito-urinario. Gli eccessi riscontrati possono essere indicativi di effetti dalle esposizioni da arsenico, e in particolare all'emergere dei primi effetti a lunga latenza che potrebbero aggravarsi negli anni successivi"

Dall'altro lato, nel 2008 i professori di Bari e di Foggia ripetono le proprie analisi e dicono che si tratta ancora di aragoste come riferisce il sito sicurezzaonline. Gli illustri scienziati pugliesi che ci salvano dalle aragoste sono:

LUIGI VIMERCATI,
ANTONIO CARRUS,
TOMMASO GAGLIARDI,
GIUSEPPE SCIANNAMBLO,
FRANCESCA CAPUTO,
VIVIVANA MINUNNI,
MARIA ROSARIA BELLOTTA,
GIGLIOLA DE NICHILO,
LUCIA BISCEGLIA,
VINCENZO CORRADO,
P. DE PASQUALE,
GIORGIO ASSENNATO.

Queste sono le ultime dichiarazioni di Nicola Lovecchio:

Il senso della mia vita è quello di continuare a lottare: voglio vivere, non voglio andarmene così. Non posso stare seduto ad aspettare la fine che questa malattia mi consuma del tutto e senza aver fatto nulla per riacquistare la mia dignità di uomo. Dirò ai miei tre figli: vedete nella mia sfortuna lotto perché ho un debito nei vostri e nei miei confronti. Se sentite di stare nel giusto andate avanti senza alcun timore.

Nicola Lovecchio e' morto di tumore a 50 anni nel 1997.

Dopo 30 anni, la bonifica di Manfredonia in seguito ai riversamenti di arsenico non e' ancora completa. Trecento ettari di terra e centro cinquanta in mare sono ancora contaminati.

La gente continua a morire.

Il 1976 e' un ricordo lontano.

Non esistono colpevoli, ma solo aragoste assassine.

Io mi vergogno di essere parte di un paese cosi'.



Fonti dirette: Damiano Cafiero cittadino di Manfredonia,
Fonti: Peacelink, Panorama, Medicina Democratica, Medicina Democratica 2, La Repubblica, Il Manifesto, Wikipedia

22 comments:

Alla Scoperta said...

Abbiamo una proposta interessante per te

Anonymous said...

CONDIVIDO CON MARIA RITA CHE MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO IN QUESTE CIRCOSTANZE...............
MI CHIEDO INOLTRE SE IL POST DI "ALLA SCOPERTA" NON SIA UN TENTATIVO DI CORRUZIONE ANCHE PER LA NOSTRA MARIA RITA .
QUESTA VOLTA GIURO CHE CAMBIO NAZIONALITA'.CARLO CICCIONI.

Anonymous said...

Cara Maria Rita, ho ripensato al G8 in Abruzzo e mi pare davvero opportuno sfruttare questa occasione per rendere nota a tutti la nostra situazione. Questo pezzettino di terra sarà per qualche settimana sotto l'occhio di tutto il mondo. Bisognerà dire a tutti che la regione che prima si chiamava cuore verde d'Europa, con il 33% di aree protette, sta per essere devastata, dopo il terremoto, da una tragedia più insopportabile perchè provocata dall'uomo: la petrolizzazione. Nel momento in cui le grandi potenze hanno capito che il petrolio è una strada da abbandonare, nel momento in cui Obama sostiene l'economia verde, i progetti di perforazione in Abruzzo dovrebbero almeno scandalizzare e far vergognare i nostri dirigenti locali e nazionali. Non si andrà oltre? Chi lo può prevedere? Dobbiamo perciò trovare uno slogan in inglese molto efficace da cominciare a lanciare subito in rete del tipo: "abruzzo libero dal petrolio!. Da cominciare a mandare nei blog U.S.A. , alla Casa Bianca. Perchè non rispondi su questo? Qui davvero ci devi aiutare tu. Capisco che in Abruzzo ci dobbiamo muovere noi, ma negli U.S.A. tocca a te. Viviana

giosuè said...

http://www.whitehouse.gov/contact/

be, se arrivano una marea di mail in italiano penso che qualcuno si prenderà la briga di tradurlo? la parola magica da inserire e Italia - Abruzzo, oggi a causa della disgrazia che ha colpito i nostri fratelli aquilani, penso che non passerà inosservata.

Anonymous said...

Amo il mio territorio e lo difenderò dalle trivelle e dal petrolio !!! SinceraMente

giosuè said...

NUCLEARE: SCAJOLA, ENTRO FINE LEGISLATURA PRIMA PIETRA

fonte:
http://www.industriale-oggi.it/archives/00020789.html

vale veramente la pena di leggere le idiozie che dice!

giosuè said...

PERCHÉ L’AMBIENTE NON MERITA QUASI MAI LA PRIMA PAGINA?

di Guendalina Gallo

senza peli sulla lingua!

fonte:
http://www.ccsnews.it/dettaglio.asp?id=9088&titolo=PERCH%C3%89%20L%E2%80%99AMBIENTE%20NON%20MERITA%20QUASI%20MAI%20LA%20PRIMA%20PAGINA

Anonymous said...

Giosuè consiglia di mandare mail all'indirizzo della White House...ma c'è uno ZIP CODE come campo obbligatorio da riempire...non so cosa inserirci, di cosa tratta??

maria rita said...

zip code e' il nostro CAP - codice di avviamento postale, cinque cifre.

area code e' il nostro prefisso telefonico se dovesse comparire.

Anonymous said...

ok...io ho scritto ed inviato questo:

Caro Presidente,
sono Italiana e le scrivo dall'Abruzzo. In questo mese si è sentito parlare tanto del disastro avvenuto nel nostro territorio ed ora che per il G8 i grandi capi gli Stati più importanti del mondo si riuniranno proprio a L'Aquila, molti di noi abruzzesi si sentono in dovere di portare a conoscenza quanto potrebbe accadere alla nostra Regione.
L'Abruzzo è considerata una della Regioni più verdi d'Europa, presenta nel suo territorio tre Parchi Nazionali (Parco Nazionale della Majella, Parco Nazionale del Gran Sasso, Parco Nazioanle d'Abruzzo, Lazio e Molise) e diverse altre aree protette di importanza faunistica e floristica rilevanti. La biodiversità e la natura incontaminata presenti nel nostro territorio sono la nostra ricchezza e tutti gli abruzzesi amano la propria terra. Da qualche anno però purtroppo qualche amministrazione locale, con il supporto dello Stato italiano, sta cercando di rovinare la terra d'Abruzzo. Concessioni di ricerca, di coltivazione, permessi di trivellazione, nuove piattaforme, ecc. stanno nascendo a macchia di leopardo su tutta la costa abruzzese e non solo.
Il suo messaggio è stato quello di uno stile di vita rivolto all'ambiente e uno dei suoi punti forti è sempre stato quello di incentivare le nuove forme di energia rinnovabile e pulita.
Ma a quanto pare vogliono distruggere la nostra terra per poter prosciugare al massimo quello che resta del petrolio nel nostro sottosuolo. La cosa che rattrista di più è che il petrolio presente nel sottosuolo abruzzese è di bassissima qualità e i pozzi di estrazione, con relative raffinerie non saranno di certo buona cosa per un territorio la cui economia si basa in buona percentuale su viti e produzione di vino conosciuto anche all'estero ( Montepulciano d'Abruzzo, trebbiano d'Abruzzo...).
Si sta pianificando la costruzione di una raffineria proprio in mezzo a campi coltivati a vite nella zona di Ortona (Chieti), ma la petrolizzazione interessa la maggior parte del territorio abruzzese.
La nostra natura, i nostri parchi, la nostra economia è in serio pericolo.
Se, oltre a questo, si considera, alla luce del terremoto avvenuto il 6 aprile, che l'Abruzzo è una zona ad altro rischio sismico allora il pericolo di rovinare una regione bella come l'Abruzzo viene decuplicato. Quello che vogliamo evitare è di permettere ai potenti di trasformare la Regione verde d'Europa in regione petrolifera. Non vogliamo lasciare ai nostri figli un ambiente povero e soprattutto malato, tossico e pericoloso per la salute di tutti.
Vorremmo far capire ai politici che la risoluzione sta nell'investire in nuove fonti di energia rinnovabile e pulita...ma la strada è dura.
Le scrivo per portarla a conoscenza di quello che potrebbe accadere alla nostra regione e di come purtroppo a volte ci sentiamo impotenti di fronte alle scelte di pochi scellerati che pensano solo a rimpinzare di denaro le proprie tasche...
Sono certa che prenderà a cuore l'appello di un'anonima abruzzese che ama la sua terra e che parla a nome della maggioranza degli abruzzesi.
Cordiali Saluti.

giosuè said...

siamo folli lo so, ma amiamo la nostra terra!
grazie anonima, molto ben scritto e cronologico, perciò adesso non avete scuse, fate copia e incolla e spediamo la letterina alla casa bianca.
grazie anche a viviana per l'ottima idea.

la speranza è l'ultima a morire!

giosuè said...
This comment has been removed by the author.
mario franco basilico said...

Qualcuno può specificare meglio come si deve fare per inviare la mail alla Casa Bianca? ho provato con questo indirizzo, ma non ci sono riuscito. Grazie
http://www.whitehouse.gov/contact/

giosuè said...

In edicola la rivista D’Abruzzo n.85 Primavera 2009
maria rita qui
http://www.ilcapoluogo.com/e107_plugins/content/content.php?content.15318
parlano di te:
Un approfondimento sulla eventuale installazione nella zona costiera di Ortona, contrada Feudo, di alcuni pozzi di idro-desolforizzazione del petrolio. Nell’articolo della docente Maria Rita D’Orsogna presso la California State University at Northridge di Los Angeles e in quello di Giuseppe Rossi, Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, vengono approfonditi gli aspetti legati a tale tipo di centrali con le ripercussioni sul territorio circostante, sull’uomo, sulla tipica immagine dell’Abruzzo legato ai suoi Parchi e alla sua natura.

maria rita said...

purtroppo ho delle scadenze importanti in questi giorni - sono un po indaffarata. cecrchero di indagare meglio sulla questione casa bianca per quel che posso, grazie dei link e delle segnalazioni

giosuè said...

campi obligatori:

first name = nome
last name = cognome
E-mail = tua mail
city = ITALY
Zip code = mio cap 66023 (francavilla al mare)
subject = other
message = quello che vuoi dire

poi clicca su SUBMIT

Anonymous said...

brava io il tuo bel messaggio l'ho
mandato alla casa bianca grazie.
carlo ciccioni - f.villa .
p.s. l'altro giorno ho conosciuto per caso il fratello di giosue'.
era la prima volta che ho cercato di far sapere del problema petrolio a qualcuno che quasi ne sapeva piu' di me e credetemi che per me che vado in giro per l'abruzzo per lavoro non e' una cosa facile trovare persone consapevoli dei rischi insiti nell'argomento petrolio in abruzzo.

supertramp said...

carissimi lasciate un commento qui:
http://www.forum.rai.it/index.php?showtopic=245806&f=141
se è il caso registratevi, è il forum di REPORT rai tre.
asta la vista!!!

Anonymous said...

E' da tanto tempo che seguo questo blog e tutti quelli che trattanno l'argomento petrolio Abruzzo,sono una cittadina di Tollo e sono molto preoccupata per la nostra situazione e allo stesso tempo scandalizzata dall'indiferenza e menefreghismo delle persone. A Tollo l'ergomento rafineria di petrolio non interessa molto e a quelli che chiedo mi sento dire " tanto che possiamo fare noi se lo vogliono fare ( il governo ) lo faranno stiamo freschi!!!".
Sono d'accordo con Maria Rita, il il primo problema da risolvere è la rassegnazione. Sono d'accordo a mandare e-mail a Obama e farò subito un copia e incolla della lettera su questo blog che è molto ben scritta. Un grazie di cuore a Maria Rita e a tutte le persone che hanno un cuore dentro.
Nina Tollo

Anonymous said...

Attenzione:
credo che ci sia qualcosa di strano sulla piattaforma Blogger perché mi consente di intervenire sui commenti.

Il 12° commento postato da Giosuè, quello che diceva "fate passaparola", compare ora "cancellato dall'autore", ma in realtà io non sono l'autore e sono riuscito a cancellarlo senza fare alcun login.

Spero che il problema venga risolto in fretta.

Tom P.

maria rita said...

tom, prova adesso a cancellare questo post. non lo so cosa sia successo. sono mr e posto da anonimo.

Anonymous said...

eccomi qui da anonima