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Thursday, September 4, 2008

L'ENI a Mantova


A Mantova c'e' un po di tutto: uno stabilimento dell'ENI dove si producono derivati petroliferi, sotto il logo di Polimeri Europa, ma che appartiene al 100% all'ENI, ed una raffineria di petrolio, la IES (Italiana Energia e Servizi) che appartiene a un signore di Genova, Mario Contini. Il petrolchimico ospita pure un inceneritore in cui vengono trattati rifiuti tossico-nocivi e medicinali. Nella zona ci sono pure altri stabilimenti ENIchem e metallurgici. Di tutto insomma.

Sul sito web della nostra beneamata ENI si dice, a proposito dello stabilimento Polimeri Europa di Mantova:

"Polimeri Europa operates with the strongest commitment and "responsible care" in order to assure that all the activities are carried out in the full respect of the envirovment and of the health of the community and the employees."

Tutto questo bla bla per dire che sono bravi e che lavorano nel pieno rispetto dell'ambiente e della salute del popolo e dei loro lavoratori. Bene. Ecco invece come stanno i fatti secondo altre fonti, diciamo piu' indipendenti.

A Mantova c'e' un'area di circa 20 chilometri quadrati altamente inquinata e in attesa di bonifica. La zona e' talmente tossica che il Ministero dell'Ambiente ha negato qualsiasi altro tipo di insediamento industriale se non si fa prima un opera di ripristino ambientale.
La gente quando passa in macchina in quella zona chiude forte i finestrini perche' la puzza e' insopportabile. Lo stabilimento Polimeri Europa, con le sue forti emissioni di benzene e stirene,
sostanze cancerogene, non certo un innocua spettatrice in questo scenario.

A Mantova aumentano i casi di sarcoma, un tipo di tumore che e' collegato, guarda caso, alle emissioni di diossina, un noto inquinante, dagli stabilimenti industriali. Uno studio fatto nel 2001 riporto' che a Mantova il numero e gli ammalati di cancro, sarcomi e leucemie in primis, erano piu' alti del 50% rispetto al resto della Lombardia. Il presidente dell'Agenzia Nazionale di protezione ambientale, Paolo Rabitti, fece uno studio certosino sui tumori nella sua zona e poi denuncio' la ASL di Mantova di avere manipolato i dati sull'inquinamento. Una delle zone piu' inquinate e' il fiume Mincio, che gia' dagli anni '70, si sa', e saturo di mercurio e di idrocarburi,

L'ENI non dice nulla di tutto cio' nel suo sito web. Solo che "operano nel pieno rispetto dell'ambiente". Alla faccia del rispetto. Qualche politico locale gli da pure una mano. Un certo Nanni Rossi che siede alla provincia, da' il suo illuminato parere: si accusa troppo l'industria petrolchimica, il lago Superiore e' piu inquinato che Mantova, la diossina e' una "concausa", gli interventi sanitari e preventivi sono dalla "discutible utilita'". Chissa' chi si dovrebbe accusare. Invece di affrontare questa "concausa" si preferisce vivere da struzzi.

Se si indaga pero' un po meglio, si vede che la stessa ENI, zitta zitta, ammette i propri danni all'ambiente: dicomo che il rischio di incidente e' rilevante e che i propri cicli produttivi e le proprie "fiaccole" portano a immissioni nell'atmosfera, a relfui liquidi e all'inquinamento del solttosuolo e delle acque sotterranee. Nel 2005 hanno scaricato circa 90 milioni di litri di acqua
nell'inquinato fiume Mincio. Ma l'ENI non e' sola ad usare il Mincio come loro personale pattumiera, anche la IES lo fa e nel 2007 anche loro vengono accusati di avere riversato sostanze tossiche nel fiume.

Una piccola estemporanea: oggi leggevo prima da noi e mi sono imbattuta nell'editoriale del direttore, Alessandro Biancardi, dal titolo "Quanti scandali nell'isola felice e l'Abruzzo continua a dormire". Io spero che almeno un po questa storia della raffineria di Ortona sia utile al benessere della nostra regione, alla dignita' di noi cittadini, e al non rassegnarsi alle ingiustizie, anche dopo che sara' finita. Spero che allora, un pochino, ci saremo svegliati.




Fonti: Peace Link, SNOP rivista

4 comments:

wanadobee said...

l'eni fa a mantova quello che fa in basilicata, in nigeria etc...

dove passa lascia disastri.

Anonymous said...

Che l'ENI, e le altre compagnie, tendono a nascondere gli effetti deleteri derivanti dalle lavorazioni del petrolio è pure capibile, è gravissimo che chi è pagato per vigilare, controllare non facccia il proprio dovere......
In Basilicata, dove i casi di tumore sono in crescita esponenziale, il problema è ignorato......
Anche la stampa trascura questo aspetto.....

Anonymous said...

Nell'area della raffinerie e zone circostanti c'è un lago sotteraneo di surnatante.
Per le aree attornoa alla raffineria i politici locali e le agenzie competenti dicono che non si può sapre chi ha inquinato il sotto suolo, per buona pace delle aziende vicine, che si vedono attribuire colpe e costi che non hanno.
viva l'italia e la sua gestione del potere, non certo nella direzione di giustiziae e corretteza

nik.mn said...

ma il surnatante è principalmente dovuto a chi c'era prima di eni che invece adesso si sta adoperando per contribuire alla bonifica e a limitare al minimo l'inquinamento prodotto.