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Tuesday, September 29, 2009

CHIODI IL TRADITORE


** Il 30 Settembre 2009 hanno ritirato questo progetto di legge. Emilio Nasuti ha detto di essersi sbagliato. Che classe dirigente! **

E cosi, per un piatto di lenticchie e per pochi denari Gianni Chiodi, colui che a Cupello promise che "fra dieci anni di quei pozzi di petrolio non restera' nulla", vende la nostra regione al migliore offerente.

Esce infatti oggi la notizia che domani 30 settembre l'accoppiata Febbo-Chiodi si prepara a spartire le briciole delle royalties fra comuni, enti, province... Chissa' quante tasche private ne beneficeranno. Tolgono le ASL e gli ospedali e mettono pozzi di petrolio invece. Che cosa folle, che gente dal cervello piccolo piccolo piccolo. Vanno avanti senza idee, senza coerenza, come canne al vento.

Che piccolezza, che schiaffo a tutti i cittadini, comitati e a tutte le persone di buona volonta' che si sono date da fare per salvare la nostra regione. Se invece di fare i conti su come spartirsi i soldi, il duo in questione avesse lavorato presso Roma, presso le province, presso l'ENI per contrastare i piani petroliferi per l'Abruzzo, ora non saremmo qui.

Questo a dimostrare ancora una volta che a comandare dovrebbero starci le persone intelligenti, colte, sensibili, saggie. Persone di cultura che quando *non sanno* hanno l'umilita' di chiedere e di ascoltare chi ne sappia piu' di loro. Invece qui l'arroganza e' di casa, e questi signori vanno avanti per la propria strada, senza farsi domande, senza chiedere, senza amore. Ovviamente senza mai valutare qual'e' la cosa migliore per l'Abruzzo, ma semplicemente facendo cio' che e' piu' facile fare.

Scegliere fra l'ENI e la tua gente? Ma e' molto piu' facile scegliere l'ENI, di gran lunga. Alla cieca.

Il primo del duetto di saggi, Mauro Febbo teoricamente e' l'assessore all'agricoltura, che in televisione a rete Otto, dietro le quinte mi urlo' addosso maleducatamente e che disse che gli inceneritori si faranno perche' lo dice lui, punto e basta. Un assessore all'agricoltura che vuole inceneritori e pozzi di petrolio. Diamgolielo da mangiare a lui un bel piatto di insalata cresciuta dietro l'inceneritore e un bel bicchiere di vino fatto con l'uva marcia di Viggiano!

Secondo me il signor Febbo e' ignorante in materia, e non sa che in Basilciata il raccolto di olive e di uva e' DIMEZZATO da che e' arrivato il petrolio. E questo non lo dico io, ma uno studioso di economia della Bocconi, Antonio Bianco, in un convegno a Lanciano a Luglio. Che razza di assessore all'agricoltura e' uno che vuole distruggerla?

E poi vi ricordate a Rete Otto che porto' anche il Corriere della Sera con la notizia che il "petrolio non porta ricchezza alla Basilicata" e che promise che non si sarebbero avute infrastrutture petrolifere ad Ortona? Chissa, se n'e' scordato e ora pensa che invece il petrolio portera' ricchezza all'Abruzzo.

Gianni Chiodi, invece ogni volta che parla dice cose diverse e contraddittorie. Non lo sa neanche lui che pesci pigliare e in mancanza di carattere decide di fare la cosa piu' facile, sempre e comunque. A Rete Otto prima disse che il petrolio era una straordinaria opportunita' per l'Abruzzo, poi scrisse a me dicendomi che era contrario al centro oli di Ortona, poi dice che dei pozzi non restera' nulla - chissa' per quale magia - ora si decide come spartirsi i soldi.

Prova che certe volte la spina dorsale e' un optional nei nostri politici. A quello non gliene importa niente dell'Abruzzo. Invece di difenerci, ci vende.

Come diceva Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l'ha non se lo puo' dare. Io aggiungerei, ma se fai il presidente della regione e non hai gli attributi per scacciare dalla tua terra gli invasori irlandesi, americani, canadesi ed inglesi, che vogliono venire qui a derubare il tuo territorio, e ti acconenti delle briciole, e' meglio che fai un altro mestiere. I rammolliti non ci servono.

Chiodi e Febbo resteranno nella storia come i due politicucci che hanno venduto l'Abruzzo, fra mille bugie, mille inganni alla gente. Che schifo.

Cosa fare? BOMBARDARE LA REGIONE DI EMAIL. Diciamo loro che non vogliamo le estrazioni, ma invece che venga prolungata la legge regionale che vieta le trivelle in Abruzzo fino al 31 dicembre 2009. In alto a destra mettero' gli indirizzi a cui scrivere.Ovviamente questa non e' una battaglia politica per me, ma umana e io spero che per una volta gli amministratori tutti si diano una mossa e si comportino secondo coscienza.

Franco Moroni e' stato il consigliere della provincia di Chieti a cui va l'onore ed il riconoscimento di avere spinto la provincia a mandare le osservazioni contro Elsa, firmate da Enrico di Giuseppantonio. Ieri, sempre grazie a Moroni TUTTA LA PROVINCIA DI CHIETI HA VOTATO ALL'UNANIMITA' CONTRO IL PETROLIO. Il mio ringraziamento pubblico per avere spinto in questa direzione a Franco Moroni, ed anche a Enrico Di Giuseppantonio, per avere finalmente deciso da che parte stare.

Purtroppo, in questi tempi cosi drammatici, occorre fare ancora di piu', ed e' arrivata l'ora di NON AVERE PAURA a contrastare Chiodi a livello regionale. A fargli vedere che qui non siamo sudditi, ma cittadini.

Occorre che TUTTI siano uniti, non e' il tempo di guardare alla destra o alla sinistra, quanto alle persone di buona volonta' che vogliono fare la cosa giusta. Tutti i sindaci, tutti i firmatari della moratoria attuale, la chiesa, i Verdi, i cittadini, occorre che tutti lavoriamo assieme. Non c'e' alternativa. La gente e' dalla parte di chi il petrolio non lo vuole, nei fatti e nelle parole.

In tutta questa storia aleggia vagamente una figura, quella dell'assessore all'ambiente, Daniela Stati. Muta era, muta rimane. Che brutto esempio per il genere femminile.

Monday, September 28, 2009

Corriere della Sera


 Il campanile di San Marco crollato per la subsidenza ai primi del novecento

Sono appena rientrata dall'Italia dove ho partecipato ad un convegno a Chioggia per discutere delle estrazioni di metano al largo di Venezia.

Era di questo che avrei voluto commentare oggi, e della follia di noi italiani a permettere una cosa del genere. Venezia e' unica al mondo. Ravenna per colpa anche delle estrazioni del metano e' sprofondata di un metro e venti centimetri nel corso di sessant'anni. Il Polesine per colpa delle estrazioni di metano e' stato sommerso da varie alluvioni negli anni '50 e '60. Nel 1951 morirono 88 persone.

Smantellate le piattaforme, fermate le alluvioni, rallentata notevolmente la subsidenza. E ora l'ENI viene fuori con fantomatici "calcoli matematici" che assicurano che Venezia e Chioggia non saranno colpite da fenomeni simili, pur volendo trivellare a 5 chilometri dalla costa!

Invece scopro che finalmente il Corriere della Sera, dopo che ho tanto (tanto!) scritto loro affinche' parlassero dei pericoli del futuro dell'Abruzzo ha deciso di pubblicare un articolo sul petrolio in Abruzzo qui.

Sono contenta che il resto d'Italia possa sapere di quello che un branco di petrolieri vuole fare ad una terra gia' martoriata dal terremoto e che non ha bisogno di altri guai per colpa della cupidigia di ENI, Petroceltic, Vega Oil, Mediterranean Oil and Gas, Edison, Cygam Gas, Forest Oil e di altre ditte che vogliono trasformare l'Abruzzo in una nuova Basilicata.

Ho pensato allora per tutti quelli che arrivano a questo blog per la prima volta di linkare un po di informazioni in piu sul tema.

In cima a questo blog c'e' la figura dell'Abruzzo petrolifero secondo le concessioni rilasciate fino al gennaio 2009. I vari colori sono i vari stadi di avanzamento dei permessi.

Ecco allora vari link sul petrolio in Abruzzo e sulla storia del Centro Oli di Ortona - nome soave scelto dall'ENI per confondere le idee ai contadini che li coltivano vino ed ulivi e che per molto tempo hanno pensato ad un frantoio!

Dibattiti con l'ENI:
Pescara 21 luglio 2008
Seconda Parte
Terza parte
Pescara 18 Gennaio 2008

L'ENI e la societa' italiana:
OIL

Sulla politica abruzzese:
Gianni Chiodi a Rete 8
Lettera a Gianni Chiodi
Risposta di Chiodi
Gianni Chiodi a Cupello
Gianni Chiodi a Cupello, parte seconda

Sulla politica italiana e l'ambiente:
Politica1,
Politica2

Sul petrolio in Abruzzo e perche' no:
America Oggi
Indymedia
Primadanoi

Sui processi criminali ENI:
Criminal proceedings ENI

Sull'ENI in altre parti d'Italia:
Maremma,
Crotone
Manfredonia
Mantova
Gela
Paderno Dugnano
Augusta
Taranto

Sull'ENI in Basilicata:
Basilicata
Financial Times

Sull'ENI in altre parti del mondo:
Nigeria
Ecuador

Sulla Saras ed i Moratti in Sardegna:
Saras1
Saras2
Saras3
Saras4

Sull'API di Falconara:
Falconara1
Falconara2
Falconara3

Sulla Tamoil di Cremona:
Cremona1
Cremona2

Sui tumori che aumentano in Italia e dimuniscono nel resto dei paesi occidentali:
Tumori 1
Tumori 2
Tumori 3

Sull'Italia e le multe di Kyoto:
Kyoto

Sull'Italia e il fotovoltaico:
Italia-Germania trentacinque a duemila

In questi due anni di attivita' non mi sono risparmiata niente, ed ho fatto tutto quello che potevo, senza chiedere niente in cambio se non la soddisfazione di sapere di avere fatto la mia parte per salvare una terra dove ho vissuto per 10 anni e alla quale voglio bene.

Ho girato l'Abruzzo in lungo ed in largo con la mia presentazione power point dicendo a tutti - da contadini a senatori - che non era giusto quello che burocrati di Roma, l'Ente Nazionale Idrocarburi e politici corrotti abruzzesi avevano deciso per noi. Non ho avuto paura di dibattere l'ENI e di dire loro che quello che andavano propagandando era falso - secondo me e sulla base di documenti ENI, di articoli di scienza, di report giornalistici in altre parti d'Italia e del mondo e sulla base del semplice buonsenso. Un campo di petrolio, con raffineria connessa, non ha posto fra i vigneti del Montepulciano d'Abruzzo. Punto.

Ho convinto la Chiesa Cattolica a prendere una posizione netta, ho convinto la provincia di Chieti a presentare osservazioni di contrarieta' al ministero per un progetto di un pozzo di petrolio a 5 chilometri dalla costa. Ho scritto alla Security and Exchange Commission di New York per denunciare le bugie che l'ENI scriveva nei rapporti agli investitori americani.
Ho spronato piu' e piu' volte Gianni Chiodi, il presidente della regione Abruzzo a darsi da fare, e cosi pure la sua assessore all'ambiente, Daniela Stati che a tuttoggi non ancora dice una parola che sia una sul tema petrolio.

Ho scritto a tutte le testate giornalistiche d'Italia, alle Iene, ad Annozero, al Gabibbo, a Beppe Grillo, alla Gabanelli, a Iacona. Ho coinvolto la Confcommercio, i cittadini, le scuole, i gestori di bed and breakfast, i contadini, al meglio che ho potuto, pur vivendo lontana, pur essendo americana di nascita e pur non progettando di tornare a vivere in Italia sul medio termine della mia vita.

E' un lavoro paziente, e tanti sono stati gli ostacoli, ma non ho mai accettato no come risposta e ho continuato per la mia strada. In Italia non siamo troppo abituati alla democrazia partecipata e quando si sente che l'ENI, l'ENEL o chi per loro ha deciso, troppo spesso c'e' rassegnazione, oppure la protesta dura poco. Invece no, la democrazia e' un impegno quotidiano, e richiede che ciascuno di noi sia vigile e che faccia la propria parte, passo dopo passo. Io spero che questa storia incoraggi altre persone a fare altrettanto nelle proprie realta' locali.

Cosa volgio? Voglio una moratoria di 30 anni che vieti ogni forma di estrazione petrolifera in Abruzzo. Voglio che l'Adriatico sia libero da qualsiasi nuova opera estrattiva, da Venezia fino alle isole Tremiti, e cosi pure i mari di Lampedusa, siciliani e ionici.

Fantascienza? Gli americani non trivellano su nessuno dei loro mari, ad eccetto che in Texas e nel circolo polare artico. Perche' noi invece andiamo a mettere le trivelle a pochi chilomentri dalla costa?

Il nostro petrolio, in Abruzzo, come in Basilicata, e' di scarsa di qualita', ricco di impurita' sulfuree e sara' sicuramente accompagnato da desolforatori, oleodotti e infrastrutture che nulla hanno a che spartire con l'Abruzzo cuore verde d'Europa.

Fra l'altro, grazie alla Turbogas di Gissi, l'Abruzzo gia' produce piu' energia di quel che gli serve.

L'Ente Nazionale Idrocarburi non ci riuscira' a distruggere una terra che generazioni di contadini e di lavoratori onesti hanno amato e fatto migliorare. Un milione di Abruzzesi non glielo permetteranno di venire qui a fare il comodo loro.

La meta' dei siti inquinati di interesse nazionale porta la firma dell'ENI.

Tuesday, September 22, 2009

Chioggia


Mille cose bollono in pentola, ma non posso scrivere a lungo perche' non ho tempo. Da noi in Abruzzo sia la Confcommercio, con i suoi 9,000 aderenti, che la Chiesa Cattolica hanno scritto lettere di contrarieta' al progetto Elsa2 della Vega Oil, una cosa bellissima e segno di un passo ulteriore nella partecipazione collettiva e apolitica alla salvezza dell'Abruzzo costiero. Grazie.

Intanto, al vertice ONU si parla dei cambiamenti climatici come di uno dei piu gravi pericoli per il futuro dell'umanita'.

Le ranocchie scompaiono dall'Italia per colpa dei cambiamenti del clima.

Massimiliano Mazzotta, il giovane regista che ha avuto il coraggio di fare un documentario contro il modo barbaro in cui Mr. Moratti e famiglia gestiscono il centro petrolifero della Sardegna viene da un lato perseguitato dai Moratti e dai loro legali (VERGOGNA!) e dall'altro vince premi a destra e a manca per il suo impegno e per la qualita' del suo lavoro.

Ho studiato il problema della subsidenza in alto adriatico: le piattaforme metanifere di Ravenna gli hanno abbassato il territorio di oltre UN METRO negli scorsi 50 anni, con costi gravissimi alla comunita' e con la perdita della spiaggia.

Negli USA qualcuno sperimenta con l'asfalto fotovoltaico, cioe' quando non ci passa nessuno l'asfalto raccoglie energia in maniera utile, come un pannello vero.

Obama stanzia palate e palate di soldi per incentivare le energie alternative, per il bene del pianeta e dell'economia USA.

Anche la Cina ha capito che devono rinverdirsi, per malattie ed inquinamento, ma anche per assicurarsi di essere parte dell'economia mondiale di energia verde.

E in Italia?

Avrei tante cose da riflettere su tutti questi temi, ma purtroppo non ho tempo. Sono stanca, ma felice del lavoro che abbiamo fatto e perche' tutti ci sono sentiti protagonisti del nostro futuro.

Saturday, September 19, 2009

Nuove avventure


Ecco allora come detto l'altro giorno il link con tutte le osservazioni che abbiamo mandato al governo. La provincia di Chieti basera' le proprie osservazioni sul nostro lavoro, almeno questo e' quello che mi hanno comunicato per via email.

Osservazioni comuni sul progetto petrolifero della Vega Oil SpA per Ortona

Io personalmente vorrei ringraziare tutte le persone che si sono date da fare per creare tutta questa documentazione e consegnarla al governo in cosi poco tempo.

Innanzittutto Nino che ha scovato la notizia sui giornali e che l'ha divulgata fra noi attivisti.

Danilo, Lorenzo, Francesco e Fabrizia che hanno redatto delle ottime osservazioni, oltre che me. Il loro lavoro e' stato veramente lodevole considerati i tempi stretti e la pazienza e la dedizione che ci sono voluti per produrre documenti sensati e coerenti in cosi poco tempo. I primi due l'hanno fatto a nome personale - da liberi cittadini - gli altri due sotto il nome del WWF.

Danilo e Lorenzo si sono soffermati su temi come la visibilita', la mancanza di ritorni vantaggiosi per Ortona, la possibilita' di incidenti dalle conseguenze gravi, e la superficialita' del progetto Elsa2. Il WWF sui mancati esami geologici della Vega Oil in un territorio cosi' delicato dal punto di vista morfologico.

Ringrazio anche Gemma e Daniele per avere scritto a nome di Assoturismo delle bellissime considerazioni concentrate prevalentemente sul turismo della nostra costa.

Catia si e' impegnata a scrivere e a mandare una lettera a nome del comune di Miglianico, del quale fa parte.

Ringrazio anche i membri del Comitato Abruzzese del Paesaggio, Andrea, Alfredo, Davide e Veronica che come sempre hanno operato efficientemente, in autonomia e venendo dritti al punto. Loro hanno fatto anche le riprese della serata di Cupello. Grazie!

Ci sono poi da ringraziare Aldo, Hermes e Roberto. Aldo ha scovato la documentazione della Vega Oil presso il ministero, e l'ha scannata e resa disponibile per noi tutti. Hermes e Roberto hanno aiutato sia nella ricerca del materiale, scontrandosi con i mille cavilli italici, e alla fine nel consegnare un po' di materiale al ministero di persona, visto che operano da Roma.

Antonio e Pasquale credo che stiano ancora mettendo a punto i loro documenti, il primo sara' dedicato all'economia ed il secondo sara' una lettera in qualita' di operatore di bed and breakfast di Ortona. Credo che anche altri suoi colleghi parteciperanno. Anche Marcello e Orlando stanno scrivendo delle lettere a nome di Italia Nostra, se non sbaglio.

Ringrazio anche Antonello e Alesandro per essere andati all'incontro con EdG, e soprattutto Tommaso per aver spiegato tutti i dettagli della problematica alla provincia, che senno' stava ancora li in alto mare.

Infine voglio ringraziare Giosue' per avermi segnalato tutti gli errori di ortografia, e tutte le altre persone che in qualche modo hanno contribuito alle discussioni su Emergenza Ambiente Abruzzo.

Se ho dimenticato qualcuno fatemi sapere che li aggiungo.

Naturalmente ci saranno altri pozzi, altre battaglie, per cui spero che questa macchina che abbiamo messo in moto, comprese le pressioni alla provincia, diventi sempre piu' forte, oliata, e rodata.

Per cui grazie anche a tutti quelli che hanno mandato messaggi a EdG su facebook, che gli hanno fatto le domande difficili sui video, che gli hanno scritto. Grazie.

Solo facendo sentire la nostra voce a chi ha il potere andiamo avanti. Io sono sicura che l'impegno della provincia e' il frutto esclusivo delle nostre pressioni. Il loro impegno e' una vittoria nostra.

Mercoledi' parto e per pochi giorni saro' a Chioggia. Il 26 Settembre c'e' un incontro sulla trivellazione della laguna Veneta (sono matti, lo so!) e mi hanno invitata a parlare anche li, per cui adesso dovro' concentrarmi su quest'altra cosa per un po'.

L'incontro e' descritto qui.

PS: Chiunque sappia dello status di Ombrina Mare ci faccia sapere. Io non ho troppo tempo per indagare, ma mi sa che qua andiamo avanti un pozzo alla volta!

Thursday, September 17, 2009

La democrazia, un passo alla volta


















Erano un po' di giorni che non scrivevo su questo blog - da domenica fino a ieri piu o meno sono stata presa con la stesura delle osservazioni su Elsa2, il pozzo petrolifero che la Vega Oil, di proprieta' della Cygam Energy (Canada) vuole mettere davanti ad Ortona, assieme alla Petroceltic (Irlanda), a 6.5 km dalla spiaggia.

Che dire. Ci sono stati dei momenti comici in tutto questo, quando alle 2 di notte ho chiamato un mio amico pescatore per farmi dirmi *tutti* i nomi dei pesci nel nostro adriatico, e le tecniche di pesca (con vermi o senza vermi?) - mi viene da ridere ancora adesso - o quando ho spiegato a papa' come si fa a fare tilde su una tastiera italiana, o quando io e mio fratello, di notte, ci siamo persi fra windows/unix/mac/office97/scarica qua, carica di la, e chi piu' ne ha piu' ne metta, io qui e lui a Boston. A un certo punto per reperire alcune informazioni su Ortona mi sono imbattuta nel sito di Remo Di Martino!

Ad ogni modo e' fatta. Ovviamente non c'e' nulla di sensato nel voler mettere le piattaforme di petrolio nel mare Adriatico, cosi vicino alla costa, e lo sappiamo tutti perche'.

Quello che voglio pero' commentare e' una cosa che mi e' parsa molto bella, e cioe' che tante persone hanno deciso di fare la loro parte, e di mettersi li - chi e' andato dal ministero, chi ha messo su i documenti della Vega Oil, chi ha letto le carte, e alla fine chi ha prodotto qualcosa.

Nessuno di noi, me compresa, non lo sa come si scrivono le osservazioni. Tutti, io credo ci siamo messi la e abbiamo fatto del nostro meglio. Abbiamo imparato qualcosa di nuovo, e nel giro di una settimana abbiamo preso Miss Elsa 2 di petto e abbiamo trovato mille motivi per dirle di no.

Ci sono state lettere mandate - o in via di invio - al ministero da parte di associazioni del turismo, di ingegneri, di operatori di bed and breakfast, del WWF, di insegnanti di musica, di studenti di architettura, di economisti, del comune di Miglianico. Non abbiamo aspettato Chiodi, Enrico di Giuseppantonio, la Stati, Di Pietro, Berlusconi o Godot. Ci siamo messi sotto e l'abbiamo fatto perche' era importante farlo.

E' bello, e adesso sono stanca ma contenta. Spero che in tutti noi ci sia l'orgoglio di avere fatto una cosa buona, e che oggi siamo stati cittadini consapevoli, partecipi e che abbiamo rifiutato di essere trattati come un puntino sulla mappa. Siamo stati noi per oggi attori della nostra vita di italiani.

Io non so come andra' a finire, ma so che questa e' l'unica strada per salvare noi stessi e la nostra nazione. Nessun altro lo fara'. E' come quando uno va a nuotare dove non ci tocca e non l'hai mai fatto prima, non lo sai come si fa e se ci azzeccherai, ma lo fai lo stesso perche' non hai altra scelta (Ora gia sento i miei amici/familiari sganasciarsi dalle risate)

Grazie a tutti allora. Appena riordino tutte le mie cose, e dopo che avro' dormito un pochino tranquilla, ringraziero' tutti quelli che hanno partecipato per bene e mettero' il link delle osservazioni mie e di tutti gli altri.

Per chi volesse ancora farlo, ci sono ancora un po di giorni utili. Basta scrivere una raccomandata con ricevuta di ritorno qui:

Ministero dell' Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Attenzione: Progetto Elsa2 (Vega Oil SpA)
Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale
Via Cristoforo Colombo 44
00147 Roma

Grazie

Saturday, September 12, 2009

Esempi virtuosi



*** Domenica si parla di petrolio a Torano Nuovo, nel teramano, assieme agli amici del Comitato abruzzese per la difesa dei beni comuni ***

Abbiamo gia' parlato del fatto che i tedeschi non scherzano per quanto riguarda il desiderio forte di andare verso le energie alternative. Producono settanta volte di piu' energia fotovoltaica di noi Italiani - 2,200 gigawatt ore contro le nostre 35 - e quattro volte di piu' che gli USA, che hanno una estensione territoriale molto maggiore della Germania.

Questo risulatato non nasce a caso, e' stato frutto di poltiche continuate nel tempo, di investimenti, di scelte coerenti che nel corso degli anni hanno fatto della Germania il leader dell'energia fotovoltaica.

Ora arriva da Monaco di Baviera, un altra proposta, quella di usare SOLO energia eolica, solare ed idroelettrica per alimentare i bisogni energetici della citta'. Il piano e' di fornire energia 'verde' a tutti i cittadini dal 2015 e poi anche alle industrie a partire dal 2025.

Questo in una citta' con un milione di abitanti, con poco sole, e con una grande presenza di industrie. La ditta che fornisce l'energia alla citta' e' la Stadtwerken Munchen, e sono il quinto produttore di energia di tutta la Germania. Fra un po' gli spengono la centrale nucleare e hanno deciso di puntare tutto sul rinnovabile. La centrale nucleare sara' dismessa. La stessa ditta sta costruendo un enorme centrale fotovoltaica in Spagna e un parco eolico nel mare del nord.

Ciascuna di queste strutture, penso, verra' con i suoi pro e i suoi contro, ma la cosa importante e' che sicuramente questi impianti saranno a molto molto minor impatto ambientale che nuove centrali a carbone (!). Monaco decide, la notizie approda sui giornali e la Germania ne guadagna in immagine.

Qui in California la legge impone ai produttori di energia che entro il 2010, almeno il 20% dell'energia che viene fornita ai Californiani provenga da energia alternativa. Una nuova legge, approvata ieri, impone che questa quota dovra' arrivare al 33% entro il 2020. Si calcola che questo causera' un aumento medio delle bollette del 7%.

Anche la citta' di San Francisco ha deciso di darsi da fare. Sotto la guida del sindaco Gavin Newsom, hanno approvato la costruzione di una centrale fotovoltaica di 5 megawatt che alimentera' scuole e uffici pubblici. A San Francisco reciclano il 70% della loro immondizia, ed il sindaco vuole arrivare al 75%. Una citta' di 4 milioni di abitanti con esattamente zero inceneritori.

Intanto il Los Angeles Times riporta che a causa delle preoccupazioni fra le generazioni giovani del cambio del clima c'e' un forte aumento di studenti che si iscrivono alle facolta di scienze e di ingegneria. Il loro scopo di formarsi professionalmente per lavorare nel campo dell' "energia pulita". Questo sia perche' vedono potenziale impiego, sia perche' c'e' piu' sensibilita' verso il tema della dipendenza dal petrolio e della sostenibilita' ambientale. Obama in primavera ha stanziato 20 mila milioni di dollari per la ricerca di base, con speciale enfasi sulle energie rinnovabili.

Spero che gli amministratori italiani leggano queste cose e che ne traggano lezioni utili, a partire dalla provincia di Chieti fino a tutto il resto dall'Italia. Vorrei tanto leggere di piani intelligenti e a lunga portata per questo paese, di iniziative coraggiose fatte per le generazioni future. Avete mai sentito un politico italiano svelare piani per i prossimi 20 anni? A me pare sempre che le deicsioni si prendino sul momento e che non si guardi mai troppo in la' dell'immediato futuro, o delle prossime elezioni.

E' facile: decidiamo di eccellere per le energia alternative, e con coraggio. Decidiamo di diventare la regione italiana con piu' produzione di energia solare, regaliamo i tetti delle case al sole. Sensibilizziamo i cittadini, usiamo questa storia del petrolio per abbracciare veramente lo sviluppo del nuovo millennio. Diamo ai giovani una opportunita' diversa, nuova, senza temere le antipatie di cementificatori, petrolieri, inceneritorifici, e fabbricanti di morte di vario genere.

Tutto questo ci da pubblicita' positiva, ci fa risparmiare sulla bolletta, ci rende meno schiavi dei petrolieri, ci mette al riparo da altri scempi sul territorio, crea lavoro, puo' essere una opportunita' per creare una nuova classe di professionisti.

Ne guadagnamo tutti.

Wednesday, September 9, 2009

La Catalogna di Spagna


Durante la campagna elettorale c'e' stato un gran parlare di fare della provincia di Chieti la Catalogna d'Italia. Se ne continua anche adesso, specie per quanto riguarda il ramo del turismo.

Durante parte di questo parlare ero, guarda caso, proprio in Catalogna. Ho infatti trascorso tutto il mese di Maggio a Barcellona, ospite dell'Universita' Autonoma di Barcellona, ed in particolare del Centro di Ricerca Matematica della stessa citta'.

L'idea di ricopiare la Catalogna e' bella, seppure arrivi con molto ritardo rispetto a cio' che ha fatto la Catalogna vera e nonostante la Spagna per molti anni sia stata sotto regime dittatoriale.

A ben pensarci, visto che abbiamo avuto quasi trenta anni di piu' di democrazia, avrebbe dovuto essere la Catalogna a copiare noi!

Sono andata allora a vedere cosa fa la Catalogna per il turismo. In particolare lungo la costa Brava, 160 km di spiaggia, piu' o meno il doppio della nostra costa teatina. Durante gli anni di Franco si era pensato di trasformare la zona in un centro turistico, con la costruzione di hotel e di seconde case. Ad un certo punto pero' ci si rese conto che pian piano questa corsa al costruire avrebbe privato la costa Brava della sua risorsa principale, la natura.

Cosi', per evitare cementificazioni, scempi di varia natura, e per proteggere il proprio sistema naturale, la Catalogna ha creato tre riserve acquatiche, tutte di forte attrazione turistica, a picco sul mare e dove fanno passeggiate, bird watching e altre attivita' ricreative.

Il parco naturale Aiguamolls de l'Emporda', circa 50 chilometri quadrati, fu creato nel 1983. Nel corso degli anni questa riserva si e' addiritutta allargata, includendo delle risaie che sorgevano nelle vicinanze e che sono poi state abbandonate e incluse nel parco. Inizialmente, negli anni '70, si era pensato di costruirci 60,000 unita' abitative, ma a causa dell'attivismo locale, il progetto edilizio fu abbandanato e oggi, 30 anni dopo c'e' la riserva sul mare.

Il parco naturale dell'Ebro-Delta, circa 80 chilometri quadrati, la piu' grande riserva naturale della zona lungo lo sbocco del fiume al mare. Contiene il 60% delle specie volatili d'Europa, oltre che essere un punto importante per la migrazione di uccelli.

Llobregat, appena fuori dell'aereoporto di Barcellona.

Per di piu' nel 1998 varie cittadine di mare decisero di firmare un documento, la Carta de Tossa, dove ci si impegnava di proteggere l'ambiente e di focalizzare lo sviluppo verso un turismo di qualita'. Da allora le costruzioni su larga scala sono essenzialmente ferme.

Lungo la costa Brava non ci sono, per quanto io ne sappia, pozzi di petrolio ne' sulla terraferma ne' sul mare.

Questo allora, in teoria, e' cio' a cui ci stiamo ispirando. Se e' veramente cosi', gli sbocchi a mare del Feltrino e del Moro - che non brillano per pulizia - aspettano di diventare anche loro parchi naturali. La costa dei trabocchi aspetta di essere perimetrata. I condomini a picco sul mare aspettano di essere fermati. I pozzi di petrolio aspettano di essere rispediti al mittente.

Ricordo quando smatellarono la ferrovia adriatica. E' per il turismo si diceva. Quanti anni sono passati dalla fine dei lavori? Tre, quattro, chissa'. I petrolieri sono stati piu' furbi degli abruzzesi e si sono presi il nostro mare senza che nessuno facesse abbastanza, dai politici ai cittadini.

Non si puo' volere essere tutto allo stesso tempo. Non si puo' parlare senza davvero darsi da fare nei fatti. Se veramente la costa teatina vuol diventare un polo turistico, si deve fare sul serio, senza paura di offendere nessuno - petrolieri, cementificatori e proprietari terrieri - ma andando avanti per la propria meta.

Non dico che dobbiamo rivoluzionare ne il chietino e ne l'Abruzzo, ma semplicemente proteggere quello che di buono e' rimasto e migliorare quel che si puo'
migliorare. Nel 2010 lasciare ad un branco di irlandesi-britannici-canadesi di trivellare un posto con cosi tanto potenziale e' veramente folle.

Il 25 settembre e' vicino. Secondo me la classe politica dimentichera' ben presto questa data.

La Vega Oil festeggera'.

La provincia dira' "No, we couldn't".


Fonti: Birding, Catalonia

Sunday, September 6, 2009

Osservazioni


Ah, ad avercelo il buon senso di chiedere cosa sono le osservazioni...

Grazie alla ragazza che ha avuto il coraggio di fare le domande. Questa e' la democrazia.

La lettera di sotto e' quello che gli ho scritto oggi:

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Gentile Dr. Antonelli, Gentile Dr. Di Giuseppantonio,

ho ascoltato nel video in allegato delle perplessita' del presidente della provincia riguardo la possibilita' o meno di fare osservazioni al ministero.



E' importante precisare che il ministero NON ha ancora deciso nulla sul pozzo della Vega Oil. L'opportunita' che abbiamo adesso e' quella di studiare il progetto proposto dalla Vega Oil e dire cosa ne pensiamo, sottoforma di dialogo con il governo centrale, non di confronto.

Questo e' lo scopo delle osservazioni da fare al ministero.

Questo e' quello che ha fatto la regione Basilicata e la provincia di Matera che infatti hanno
presentato alcune osservazioni al ministero, riguardo il progetto di trivellare il mare Ionio da parte della Apennine Energy.

I pareri della regione e della provincia non sono vincolanti, ma vengono tenuti in considerazione dal ministero, che infatti ha bloccato l'attivita' estrattiva in Basilicata, su suggerimento e su argomentazione degli enti lucani, dando un segnale forte anche alle altre ditte petrolifere.

Questo e' stato un enorme successo della provincia di Matera che ha operato nell'interesse vero della comunita' locale.

Mi auspico che la regione Abruzzo e la provincia di Chieti in particolare vogliano fare la stessa cosa e darsi da fare il piu' presto possibile.

Grazie

MRD

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Lungo la costa brava della Spagna, in Catalogna, pozzi di petrolio non se ne vedono.

Friday, September 4, 2009

Chiodi, Stati, diGiuseppantonio, Caporrella: prendete esempio

*** Qui EdG che risponde alle domande sul petrolio in Abruzzo. Di me possono dire quel che vogliono. Il mio obiettivo e' uno solo: non lasciare a nessuno di distruggere un posto dove ho vissuto per 10 anni e a cui voglio bene ***

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E cosi, dopo anni di sfruttamento petrolifero cieco della Basilicata, i lucani hanno iniziato ad arrabbiarsi e a dire no ad altri mostri nel loro mare, nelle loro terre.

Gli ci sono voluti quindici anni di petrolio nel miele, di tumori alle stelle, di emigrazione, di puzza di uova marcie, di tangenti, di falde idriche inquinate, di centraline non installate, di servizi televisivi bugiardi di Linea Verde, di poverta', di uva marcia, di benzina piu' cara, di disoccupazione, di raccolti di olive dimezzati.

Finalmente pero' i lucani si sono ripresi la loro dignita' e finalmente la REGIONE BASILICATA ha detto basta. Il ministero dell'Ambiente non ha potuto fare altro che ascoltarli e dargli ragione e cosi' la Apennine Energy se n'e' andata a casa con la coda fra le gambe.

Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha espresso, questa mattina nel corso di un incontro che si è svolto presso il ministero dell'Ambiente, la propria contrarietà ad attività di ricerca di idrocarburi nel mar Jonio. I rappresentanti del ministero hanno accolto le osservazioni della Regione Basilicata ed hanno preannunciato parere negativo al programma di ricerca denominato «d148 DR-CS» presentato dalla società Apennine Energy.

Secondo Assomineraria la Appennine Energy e' controllata al 90% dalla Consul Oil & Gas di Londra e vuole trivellare dalla Pianura Padana al mare della Calabria.

Sono veramente contenta per questo risultato, e in questo momento voglio ringraziare tutti i lucani - quella della OLA, Miko, Pietro, Astronik, Enzo Palazzo - e tutti gli altri che si sono dati da fare per questo risultato. So che non e' stato facile, ma veramente dopo avergli rovinato tutto il territorio, non sarebbe stato accettabile che i petrolieri gli distruggessero pure il mare.

Tutto questo e' un inizio. E porta ad una sola conclusione, che quando LA GENTE E' CONTRARIA, alla fine i politici non possono che ascoltarci e non ci sono petrolieri che tengano.

Ecco cosa dice il presidente della provincia di Matera, Franco Stella, in maniera chiara e precisa:

Un ringraziamento particolare all'assessore regionale all'Ambiente Vincenzo Santochirico, a tutta la Giunta e al Presidente De Filippo, che con il loro diniego si sono fatti interpreti autorevoli delle esigenze e delle aspettative di tutta la comunità lucana.

Una popolazione che non intende più
sacrificare neanche un centimetro della propria terra, luogo vocato, per le sue eccellenze, al turismo e all'agricoltura. Pertanto vigileremo, Provincia e Regione insieme, sulla Basilicata. Il nostro sarà un presidio attento e permanente, affinchè logiche ignoranti e prive di scrupoli non decidano di strumentalizzare, per l'ennesima volta, il nostro territorio a vantaggio di biechi personalismi.

Il Mar Ionio, il parco del Curone sono successi della gente, e questo ci deve dare forza, ci deve far continuare a rompere le scatole ai politici, a dire le nostre verita', a volere salvare la nostra terra, il nostro paese. E' la democrazia che vince, e' l'Italia che vince. Siamo noi.

Noi abruzzesi abbiamo il lusso di non dover attraversare tutta quella litania di dolori e di problemi che il petrolio ha portato alla Basilicata, perche' lo sappiamo in anteprima che i pozzi di petrolio, in mare o in terra, non ci porteranno nulla di buono. E allora piu degli altri la nostra classe politica deve fare il proprio dovere.

Cosa aspettano? Cosa fanno? Si rendono conto che il popolo sta perdendo la pazienza, e che occorre uscire dal proprio torpore (o servilismo) e darsi da fare?

GIANNI CHIODI: VOGLIAMO CHE ANCHE LA REGIONE ABRUZZO VADA DAL MINISTERO A DIRE NO AI POZZI DI PETROLIO A PINETO, AD ORTONA, A VASTO.

Idem per tutta la cricca di polticucci locali. Qui si deve fare sul serio. Non va mica bene che i sostituti di Enrico di Giuseppantonio ci tranquillizzino senza fare nulla di concreto.

ENRICO DI GIUSEPPANTONIO: VOGLIAMO CHE ANCHE LA PROVINCIA DI CHIETI VADA DAL MINISTERO A DIRE NO AI POZZI NEL CHIETINO.

Ultima osservazione. Sia in Lombardia che in Basilicata i petrolieri sono stati scacciati grazie ad azioni in teoria non vincolanti: in Lombardia la Po Valley se n'e' andata di sua spontanea volonta',
perche' tutta la classe politica locale ha detto no, in Basilicata la regione ha dato il suo parere, non vincolante, e il Ministero ha detto no.

Quindi tutte le azioni vere hanno un peso, un valore e sono utili.

E' piu facile dire: non e' mia competenza come hanno fatto in molti, a partire da Franco Caramanico nel passato - ex assessore regionale d'Abruzzo per l'ambiente - fino ad arrivare a Daniela Stati, che lo ha succeduto e che invece resta muta sul tema.

E' invece piu' difficile, ma piu' dignitoso dire: anche se non e' mia competenza lo stesso
diro' quel che e' giusto dire, faro' quel che e' giusto fare, faro' la mia parte.

Come vorrei che Enrico di Giuseppantonio andasse in televisone a dire: cari Abruzzesi, cari petrolieri di mezzo mondo, io voglio bene a questo mare, e a questa provincia, ed e' per questo che faremo di tutto per vietare le trivelle ad Ortona e nel resto della provincia.

A fare le cose giuste ci si guadagna pure in immagine, in popolarita', in affetto. Ma questo ovviamente i politici abruzzesi non l'hanno ancora capito e preferiscono vivere nella penombra degli schifossimi equilibri del far quadrare il cerchio. Qualche volta preferiscono acquistare affetto con raccomandazioni e regalie di vario genere. Non va mica bene.

Andiamo avanti.

Altri articoli su questo tema dal blog di Apocalisse Italia, No-centro-oli, Nuovo Senso Civico
Fonti: Ansa.it



Tuesday, September 1, 2009

(Quasi) Da Enrico di Giuseppantonio


Pubblico la risposta che mi e' arrivata oggi da parte del Capo ufficio stampa della provincia di Chieti, Antonello Antonelli, da parte del presidente della provincia, Enrico di Giuseppantonio.

Gent.ma prof.ssa D'Orsogna,

non stiamo ignorando assolutamente ne' i suoi appelli ne' quelli dei cittadini che ci chiedono di intervenire. Subito dopo la ricezione della sua missiva, abbiamo attivato tutti i nostri canali e contattato alcuni comitati che sono con lei per il no alla petrolizzazione dell'Abruzzo per avere un quadro completo della situazione e poter elaborare con tutta la necessaria accuratezza le nostre controdeduzioni da inviare agli uffici competenti.

L'amministrazione provinciale non e' un comitato di cittadini, ha regole e procedure da seguire ne' puo' sparare nel mucchio senza un'adeguata informazione, che provenga da tutti gli attori in campo. Le abbiamo assicurato un intervento entro i tempi prestabiliti, con
la sua mail dimostra di non fidarsi della nostra parola. Avrei capito la sua reazione stizzita il 27 settembre, ma non oggi, a piu' di tre settimane dalla scadenza dei termini.

Comprendo bene la sua premura, vista la battaglia che da tempo lodevolmente sta combattendo, ma indirizzare alla Provincia un sollecito in forma piu' discreta sarebbe stato piu' corretto. La terro' informata sulle nostre iniziative in materia.

Cordiali saluti e buon lavoro.

Ricordo che quando arrivo' da analizzare il plico sul progetto di ampliamento di Rospo Mare a Vasto, verso Marzo di quest' anno, questo conteneva almeno 500 pagine scritte in tecnichese. In quella occasione arrivarono ottime osservazioni da parte di Apocalisse Italia e del Comitato Natura Verde (se ce ne furono delle altre, ditemi che le cito).

Davvero la provincia fara' tutto in tre settimane? E chi sono gli esperti che faranno queste osservazioni?

A me non piace (come credo a nessuno) fare la parte della rompiballe e muoio dalla voglia di trovare un politico che abbia voglia di fare la cosa giusta e potermi dedicare ad altro. E' solo che se non ci fossero stati i cittadini, la provincia di Chieti se ne sarebbe mai accorta del progetto della Vega Oil? Si sarebbe preoccupata? Avrebbe agito? Se quella mia lettera non fosse finita sui giornali - so che l'hanno pubblicata sia Il Messagero che il Centro, oltre che altri bloggers (grazie a tutti per averla messa su!)- la provincia si sarebbe sentita pressata a fare qualcosa?

E perche' tutto deve essere fatto "in discrezione"? Non abbiamo forse il diritto di sapere?

E con quale organizzazione contraria al petrolio stanno lavorando? E quali sono gli altri "attori" in campo come li definisce Antonelli? Il sindaco Nicola Fratino di Ortona che ricavera' dei soldi personali dal passaggio delle petroliere? Oltre al milione di euro che ha gia' intascato dall'ENI tramite la Buonefra?

E perche' su facebook Enrico di Giuseppantonio risponde a tutti, ma non ai vari appelli rivoltigli in questa direzione? Mi sembra molto piu' importante il petrolio che non il sapore delle olive.

Ancora, perche' di Giuseppantonio non ha detto nulla e non si e' voluto esporre su questo tema la sera di Cupello?

Ci crede davvero la provincia di Chieti alla lotta contro il petrolio?

Soprattutto, ancora non mi e' chiaro cosa la provincia intende fare. Si potrebbe iniziare con l'andare in televisione a dire: la provincia di Chieti si oppone alla realizzazione del pozzo Vega Oil perche' incompatibile con il progetto di fare della costa teatina un centro turistico
di qualita' ed e' per questo che presenteremo la nostra contrarieta' a tutti i ministeri ed agli uffici competenti.

La petroceltic ci guarda - legge il mio blog, figuriamoci se non prestano attenzione alle voci dei governanti locali.

Facile no? Perche' c'e' questa paura? Nella mia opinione chiunque sia favorevole a questa nuova piattaforma, come sempre, o e' ignorante in materia o e' in malafede. Il rimanere passivi non e' accettabile, non si puo' dire che si vuol fare dell'Abruzzo la Catalogna d'Italia e poi lasciarci in balia dei petrolieri.

Intanto, la Petroceltic sa che noi siamo qui a far commedia, ecco cosa leggo dal sito degli investitori:

Speaking of Abruzzo, I say let's double the price of oil and gas to Italy. I stumbled upon another link earlier which says there are about 3,000 in the region against drilling by mog, pci and eni. It also said that drilling had been outlawed a while back.

Basta solo ricordare che in Lombardia la ditta Po Valley ha rinunciato a trivellare perche' TUTTE le autorita' locali si sono espresse contro alle trivelle nel parco del Curone.

Perche' non possiamo aspirare ad un risultato simile per il parco della Costa Teatina?

L'ho gia' detto mille volte, nei mari Californiani non e' piu' stata messa una piattaforma dal 1969. Qui siamo 40 anni indietro. Andiamo avanti cosi'.