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Thursday, January 24, 2019

Lega e M5S: stop temporaneo di almeno un anno e mezzo e canoni aumentati di 25 volte


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Update: 24 Febbraio 2019

Il divieto dei 18 mesi e' entrato in vigore il giorno 13 Febbraio 2019.
Secondo i petrolieri sara' la fine del mondo!







Ma, e se invece pensassimo a come fare per migliorare la mobilita' elettrica, 
il risparmio energetico, il sole, il vento? 
Non sarebbe piu' intelligente?


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Sono sollevata.

In questo gran calderone che e' la politica italiana, pare che ci sia una intesa fra i due contendenti: il M5S e la Lega decidono che tutto sara' congelato per almeno 18 mesi.

I canoni aumenteranno di 25 volte rispetto alle tariffe attuali.

Secondo il Corriere della Sera, le commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato potranno ora proseguire i loro lavori sul decreto semplificazioni e si potrebbe arrivare anche ad un OK domani 25 Gennaio 2019.

Da come la vedo io, e' un buon passo in avanti, che ha visto approvazioni di crociere-sismiche, il toto-emendamenti, le minacce di dimissioni del ministro dell'ambiente Costa, e tutto un fior fiore di politici e giornalisti che si svegliano da un giorno all'altro pro trivelle, blabberando assurdita' sul lavoro, l'economia, i soldi e senza sapere che lavoro, soldi, economia, si possono creare anche senza ammazzare nessuno o senza distruggere l'ambiente.

Sono una persona lineare, e mi piacciono le cose fatte con logica, e questa ital-confusione e' estranea al mio modo di essere, ma sono felice lo stesso, perche' ogni passo in avanti e' un buon basso, e un anno e mezzo e' abbastanza per allontanare lo spettro trivelle.

E per tutti quelli che gridano all'assoluto, o che trovano il pelo nell'uovo, che pensano che e' stato fatto in vista delle elezioni X o Y,  che pensano che fra due anni ci sara' l'inghippo dico solo: il PD ha approvato ogni trivella che ha incontrato lungo il suo cammino, ed e' monumentale che siamo ora qui invece.

Per cui, nonostante l'armata-brancaleonaggine, e nonostante tutti i colpi di scena, occorre essere soddisfatti.

Quel che invece occorre fare e' di non mollare, continuare a metter pressione, a vigilare, a tenere alta l'attenzione pubblica, di modo che se pure ci saranno post-elezioni, o veri peli nell'uovo, saremo ancora qui a rompere le scatole e che la pressione che li ha portati qui, sara' ancora viva, e piu' forte fra 18 mesi.

E' pure importante rendersi conto che *mai* saremmo arrivati fino a qui *senza* il nostro costante impegno.  Mai. L'impegno di persone che *vogliono* una Italia che guarda al futuro, senza trivelle e senza fossili e' stato il motore di tutto questo.  Pensate davvero che ci sarebbero stati accordi o sensibilita' senza di noi? Non credo.

Il nostro opearato e' utile, e abbisogna di energia constante. Ogni giorno.
Il nostro potere e' qui: nell'opinione pubblica, nei nostri numeri, nella perseveranza.

L'ultima cosa importante e' questa.

Tre anni fa, il miraggio delle 12 miglia era veramente un miraggio, nel senso che prima del 2016 ci sono stati permessi trivellanti proposti e concessi a due chilometri da riva. Quanti anni abbiamo speso contro Ombrina, il mostro e la sua FPSO a cinque chilometri da riva?  E prima ancora, almeno noi dell'Abruzzo, quanto tempo abbiamo speso con i documenti che non erano postati in rete e quanti viaggi al Ministero in persona per avere le valutazioni di impatto ambientale?

Grazie all'attivismo di noi tutti le cose sono cambiate, ed anche i piu acerrimi sostenitori dell'Italia petrolifera hanno accettato che ci fosse informazione pubblica online, e sopratutto il limite delle 12 miglia e' ora dato per scontato.

E' infatti interessante che anche qui chi vuole le trivelle parli di "trivelle lontano dalla costa", significa che hanno accettato questa nostra conquista

Occore allora porre l'asticella ancora un po piu in alto e chiedere un giorno, un Italia libera dalle fonti fossili, un Adriatico chiuso ai petrolieri, e aria pultia e polmoni sani per tutti.

Amen brother.



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Thursday, March 29, 2018

Nuovo airgun Petroceltic-Edison 3D su 300kmq a Santa Maria di Leuca, Puglia





** AI GIORNALISTI DI PUGLIA: SI PREGA DI CITARE **

Maria R D'Orsogna,
fisico, docente universiatrio
Calfornia State University at Northridge

c'e' voluto tempo per mettere tutti i pezzi assieme

****



Molti studi confermano che l’esplorazione sismica
costituisce una potenziale minaccia per i mammiferi marini
poiché lo spettro di udibilità di questi
si può spesso sovrapporre con le basse frequenze emesse dagli air gun.

L’esplorazione sismica [...] può comunque determinare un impatto
negativo sulla comunità ittica e le altre specie alieutiche


dalla Valutazione di Impatto Ambientale della Edison e della Petroceltic

E se lo dicono loro!

 
Ai signori Giovanni Torchia,
Jean Pierre Davit
Roberto Mezzalma


autori di questo schifo per conto dei petrolieri,
vergognatevi e andate a fare airgun a casa vostra



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Si chiama Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

In piu' di dieci anni della mia personale esperienza, questo ministero, quali che siano stati i colori politici dei suoi rappresentanti, di tutela del mare ne ha fatta poca.

Anzi, questo ministero ha spesso fatto la tutela di affaristi e speculatori, petrolieri da ogni dove in primis.

E' questa volta il turno di due ditte che da tempo hanno preso di mira l'Italia e che ora ci riprovano con l'intento di fare airgun in Puglia.

La Edison SPA ha sede a Milano ed e' al 99.4% di proprieta' della Electrite' de France.

La Petroceltic ha sede a Dublino e fra le sue sussidiarie c'e' la Petroceltic Italia che ha varie concessioni in giro per l'Italia, inclusa Elsa fra l'Abruzzo e le isole Tremiti.

In questi giorni il duo Edison-Petroceltic di cui sopra deposita istanza per eseguire indagini geofisiche con airgun in tre dimensioni su un area di circa 300 chilometri quadrati nel permesso di ricerca di idrocarburi "d 84F.R-EL".

La concessione e' a 14 miglia da Santa Maria di Leuca e interessa due aree protette. A 14 miglia sorge infatti il Parco Naturale Regionale “Costa Otranto-S.Maria di Leuca e Bosco di Tricase” con zona di Bird Watching e caratterizzata da numerose specie migratrici, e a 29 miglia c'e' invece il Sito di Interesse Comunitario marino “Posidonieto Capo San Gregorio - Punta Ristola”.

Notare che i posidonieti sono (o dovrebbero essere!) fra le strutture marine piu' protette del mondo, per la loro unicita' e perche' garantiscono la biodiversita' e la salute del mare.

In queste acque vivono (per ora) la stenella striata, la balenottera comune, il capodoglio, e lo zifio.

Passano per di qui il tonno rosso, l’alalunga e il pesce spada. Numerosi il gambero viola, il gambero rosso, lo scampo, il totano e la sepietta.

Ci sono pure le tartarughe Caretta caretta, anche questa in teoria super protetta, e le specie Chelonia mydas (tartaruga verde) e Dermochelys coriacea (tartaruga liuto).

Le tecniche sono le stesse di sempre, spari violenti ad aria compressa ogni 10-15 secondi ad alta intensita' per avere immagini del sottosuolo grazie ai segnali riflessi dalle strutture geologiche presenti sottoterra.

Il fatto che questo airgun sia per ottenere rilievi in tre dimensioni signfica che i lavori saranno molto piu' intensi rispetto alla presa in due dimensioni perche', ovviamente, ci vogliono piu' dati per visualizzare in tre dimensioni.

E infatti parlano di lavori fra i 15 e i 25 giorni, ventiquattro ore su ventiquattro, anche se dopo scrivono che faranno sedici giorni di spari diretti con 33 airgun attivi.

Ce ne hanno pure 3 di riserva, che non si sa mai, eh?

Tra una linea e l'altra dell'area che spazzoleranno ci saranno 500 metri.

Facciamo allora sedici giorni, facciamo ogni 15 secondi, facciamo 33 airgun attivi.

Cosa significa?

Significano la bellezza di circa 3 milioni di spari.

Tre milioni di spari nel mare.

Purtroppo nessuno potra' avvisare le strenelle, i balenotteri, i capodogli e gli zifi che vivono nel mare di Puglia che stanno per arrivare tre milioni di spari, ventiquattro ore su ventiquattro, da 33 sorgenti di airgun che li avvolgeranno da ogni dove.

E allora leggiamo la valutazione d'impatto ambientale.

Come sempre un sacco di panzane!

La prima e' che l'opzione zero non si puo' fare, perche' non sarebbe coerente con "l'attuale politica energetica italiana".

Io non so quale sia davvero la politica energetica italiana, visto che qui tutti parlano di tutto, ma alla fine non esiste una vera strada. Tutti fanno un po' quello che vogliono, a casaccio, senza mai pensare alle conseguenze. Si parla, parla, parla, ma alla fine tutto e' fatto senza criterio.

Abbiamo qualche obiettivo?

O nel 2018 stiamo ancora cercando petrolio lungo le coste pugliesi?

Quanti accordi abbiamo firmato da Kyoto in giu'?

Quante volte i poltici italiani si sono riempiti la bocca di promesse di energia green?

Di economia sostenibile? Di difesa dell'ambiente?

Me lo ricordo ancora Renzi che facevi proclami in California.

Quanto abbiamo preso in giro Trump perche' si e' ritirato dagli accordi di Parigi?

Quanto inchiostro e' stato speso per dire che l'Italia lottera' contro i cambiamenti climatici?

Quante ne abbiamo dette alla Croazia che voleva trivellare dal suo lato?

E noi siamo qui a fare air-gun, l'anticamera delle trivelle, a pochi chilometri dalle coste di Puglia?

Se glielo lasciamo fare sara' tutto una presa in giro.

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Andiamo a leggere ancora.

Dicono l'area e' caratterizzata da colonie di coralli bianchi, alcuni noti, altre invece della cui esistenza non si e' certi al 100%. Ovviamente la presenza di coralli significa anche la presenza di vita marina. Nella concessione ci sono anche zone di ripopolamento ittico, che loro chiamano "nursery" e zone di "spawning" per non far spaventare nessuno.

In inglese suona tutto un po' piu' asettico, vero?

Perche' non parlare in italiano e dire che vogliono sparare nelle zone dove i pesci vanno a riprodursi e a depositare le uova? Mia risposta: perche' pensano che la gente sia stupida.

Ma che vuoi che importi. Neanche sappiamo cosa c'e' nei nostri mari, ma gli spariamo lo stesso.

Dicono che "al bordo" della loro concessione

sono presenti delle colonie di coralli bianchi. Si tratta di specie ritenute di grande importanza per la biodiversità che sono in grado di promuovere lo sviluppo di una ricca fauna bentonica.

Notare che loro stessi, i petrolieri, dicono che evitano le zone con piu' coralli e piu' fauna ittica per preauzione. Quindi lo sanno anche loro che certo non e' carino andare a sparare ai coralli e ai pesci che li vivono.

Ma e... le altre zone? Se ci spostiamo un pochino dai coralli noti, va bene invece?

E le balenottere? I zifi? I capidogli? E i tonni? E le tartarughe?

Per i cetacei dicono che secondo i loro studi, potrebbero esserci disturbi fino a 5,800 metri dal punto di emissione, se usano gli airgun piu' potenti che hanno.

Bonta' loro pero' in alcuni punti useranno airgun meno potente, che si potra' sentire "solo" a 1,700 metri di distanza.

Ovviamente questi sono tutti numeri di petrolieri, per cui, occorre verificarli, e potrebbero esser molti di piu'.

Ad ogni modo, considerato che faranno airgun in un area di 300kmq, tutta l'area (e anche un po' di piu') diventera' una specie di sassaiola contro i cetacei, che non sapranno dove andare, confusi dagli spari che arriveranno senza sosta. Che vergogna.

Leggiamo ancora.

Viene fuori che questa istanza della Edison e della Petroceltic si trova all’interno dell’area D15, definito “spazio aereo pericoloso dalla superficie sino a 5500 piedi (circa 1650 m) per intensa attività aerea militare, attiva con preavviso a mezzo NOTAM”.

Ci sono qui pure "ordigni inesplosi".

Ehh? Cioe' ci sara' attivita' militare dall'alto, ci sono ordigni inesplosi, e facciamo airgun ai pesci.

Altro che far west! Qui e' tutta una sparatoria.

Come in tutti i progetti di Valutazione di Impatto Ambientale si tende sempre a minimizzare, e a dare al colpa ad altri, a dire che e' tutto nell'interesse nazionale, che gli effetti negativi sono tutti trascurabile e nulli e che e' tutto "tuttapposto", sempre.

Infatti quelli della Edison-Petroceltic dicono che le piu' importanti minacce per i pesci sono la pesca, l’inquinamento e lo sviluppo antropico costiero. Non possono dire pero' che l'airgun faccia bene e quindi aggiungono che l’esplorazione sismica, puo' "comunque determinare un impatto negativo sulla comunità ittica".

La parola trascurabile appare ... ben 22 volte nel loro documento!

Un altra cosa che veramente fa male al cuore e' leggere che, per qualche miracolo divino, la zona in questione e' esclusa dalle "autostrade del mare", cioe' passano qui un enorme numero di navi merci e da crociera, pescherecci e altre imbarcazioni. Ma per puro caso, il rettangolo scelto dalla Edison-Petroceltic e' fuori da tali tratte.

Forse e' per questo che i pesci vanno qui a depositare le uova? A riprodursi? Perche' e' l'unica zona di pace che gli resta?

Non lo so, fatto sta che adesso andranno a bombardare anche questo posto qui.

La cosa vergognosa e' che hanno collaborato con l’Istituto "Tethys onlus" di Milano per gli studi sui mammiferi marini.

Vergognoso per la Petroceltic e per la Edison, ma vergognoso anche per la Tethys onlus di Milano che ha deciso di lavorare con ditte che certo non faranno il bene dei mammiferi, ma porteranno loro altra possibile morte e distruzione.

E' come dire che un medico oncologo collabora con la Marlboro!

Eccoci qui alla fine.

Che dire.

Adesso siamo tutti indignati, e arrabbiati e schifati. Ma e' molto probabile che metteremo dei likes e che domani ce ne dimenticheremo. E invece no, occorre mettere pressione ai politici, rompere le scatole, e voler fermarli ogni santo giorno.

A tutti piace gingillarsi con le copertine e le immagini di CNN o del New York Times che osannano i mari di Puglia. Ma tutto questo non e' gratis. Tutto questo, tutta questa bellezza, richiede lavoro, impegno, vigilanza, volonta' di salvare e magari migliorare cio' che abbiamo.

Nulla e' per scontato, mai. Specie quando in giro ci sono rapaci come appunto la Edison o la Petroceltic che dalla lontana Francia, dalla lontana Irlanda, pensano di poter venire qui e fare quello che vogliono.

Mi ci e' voluto un sacco di tempo per mettere assieme tutte queste informazioni. Spero che si crei una maggior coscienza civile, non solo per lo scandalo, ma per il combatterli e svergognarli ogni giorno.

Tornatevene in Francia, tornatevene in Irlanda e lasciate l'Italia in santa pace.

Saturday, February 17, 2018

Torre Alfina, Acquapendente (VT): Gentiloni sfida Galletti e boccia le trivelle geotermiche








Il documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri dove Paolo Gentiloni firma il no alle trivelle di Torre Alfina, Acquapendente.

27 Dicembre 2017


L'area in questione con le centrali e i proposti pozzi geotermici


L'area e' fortemente sismica.
Dal 2005 ad oggi 13 terremoti di magnitudo 2.5 o piu'. 
Il piu' forte di 4.1 nel 2016.



La ITW LKW Geotermia Italia
capitale sociale 1 milione di euro.


La Commissione VIA del Ministro dell'Ambiente che il 2 Agosto 2017 da parere positivo in alto,
e in basso lo stesso Ministero dell'Ambiente che da parere negativo il 24 Gennaio 2018
dopo che Gentiloni ha detto no.

Cambiano parere in 5 mesi!




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Quante bugie, quanti intrighi, quanta piccolezza,
che brutta Italia.

E' dovuto intervenire Paolo Gentiloni a bocciare il progetto.

Ma alla fine in qualche modo e' tutto salvo.

Le parole piu' belle nei vari documenti sono che il diniego e' stato:

"in considerazione della qualita' di bellezza panoramica e della bellezza d'insieme"

Tutta l'Italia e' cosi, o dovrebbe essere cosi.

Per una volta, bravo Gentilioni.

.... il giardino del mondo, no?

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Si chiama Torre Alfina, fa parte del comune di Acquapendente con 5655 anime ed e' in provincia di Viterbo.

Secondo il database HiQuake, con la lista della sismicita' indotta mondiale, nel 1977 a Torre Alfina ci fu un terremoto indotto di magnitudo 3 a causa di trivelle geotermiche.

Il rischio sismico ufficiale di Acquapendente e' 2, "zona dove possono verificarsi forti terremoti" secondo l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con Delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 387 del 22 maggio 2009.

La classifica parte da 4, dove i terremoti sono rari, passa a 3, per zone che "possono essere soggette e forti terremoti, ma che sono rari", si arriva a 2, con appunto "zone dove possono verificarsi forti terremoti", e culmina con 1, la piu' pericolosa dove "possono verificarsi terremoti fortissimi".

Acquapendente e' appunto nella seconda categoria piu' pericolosa.

E infatti ogni tanto ci sono terremoti, con epicentro vicini, oppure proprio ad Acquapendente. Nel 2016, per esempio si parlo' pure di evacuazione dell'ospedale, scosse ripetute. 

Dal 2005 ad oggi ci sono stati 18 terremoti con magnitudo maggiore di 2.5 con picchi massimi di 4.1, e a 20 chilometri da Acquapendente.

In 13 anni.

Ora, non scrivo tutto questo per allarmismo, ma solo per mettere il tutto in prospettiva, di quanto fragile sia il nostro territorio, e come siano rapaci gli avvoltoi che vogliono distruggere la nostra nazione.

E il fatto che abbiano anche solo pensato di trivellare, e quindi di mettere a soqquadro i naturali equilibri di questa zona, e' veramente strabiliante.

Facciamo un qualche passo indietro.

A proporre di trivellare Torre Alfina (Acquapendente) e' stata la carneadica ITW LKW Geotermia Italia. Chi sono questi? E chi lo sa. 

E certo che chi lo sa. E infatti, dal loro stesso sito dicono di nascere nel 2010. Sono quindi una societa' recente, e non si sa bene chi ci sia dietro. Si sa pero'  che hanno "l’intento di rispondere all’esigenza di generare energia geotermoelettrica con una tecnologia ed un processo produttivo, che garantisca le emissioni nulle in atmosfera, con qualsiasi fluido geotermico ricercato".

Emissioni nulle!

A loro non si applica il secondo principio della termodinamica dunque!

Dicno di specializzarsi in impianti geotermoelettrici e di collaborare con enti di ricerca per "pianificare uno sviluppo sostenibile di energia da fonte geotermica per i fabbisogni di riduzione di CO2, produzione di calore per raffreddamento/riscaldamento di edifici e processi produttivi industriali ed artigianali, e per il fabbisogno energetico di piccoli centri abitati."

Hanno un "valido management aziendale e di un gruppo di consulenti ricercatori di lunga esperienza nei settori di studio come: geologia, idrogeologia,  vulcanologia, ingegneria energetica, ingegneria di perforazione, architettura e ingegneria del paesaggio, ingegneria per le reti di distribuzione di elettricità e di calore."

Quello che non c'hanno sono gli esperti di lingua italiana, visto che nel loro sito hanno pure.... errori grammaticali.

La loro sede centrale e' a Torino, la sede operativa a Roma e il loro capitale sociale e' di ... un milione di euro.  Il prezzo di una villetta.

E' evidente che sono principianti.

Un milione di euro sono tanti soldi per me e per chi legge, ma non sono niente per una ditta che vuole trivellare zone delicate, sismiche e pericolose.

Per Torre Alfina prevedevano di generare elettricita' usando fluidi geotermici alla temperatura di 140 gradi cenigradi trivellando due o tre ("al massimo") pozzi a un chilometro di profondita' per poi generare energia elettrica di 5 MW.  Un'altra centrale simile sarebbe stata costruita a Castel Giorgio, in provincia di Terni, Umbria, non lontano da Torre Alfina.

Una volta usato il fluido sarebbe stato reiniettato sottoterra attraverso un unico pozzo di reniezione reiniezione previsto a Castel Giorgio. Qui sarebbero arrivati i fluidi spesi sia da Castel Giorgio che da Tore Alfina.

Ovviamente, dall'alto del loro milione di euro prevedevano un sistema di protezione ambientale con "vari elementi di sicurezza e controllo delle condotte di reiniezione, monitoraggio delle condizioni di reiniezione nei pozzi reiniettivi, oltre ad un sistema di monitoraggio sismico del territorio."

E quante cose devono fare con un milione di euro?

Dalle lettere del ministero scopriamo che i nuovi pozzi della  ITW LKW Geotermia dovrebbero sorgere nei pressi di altri pozzi gia' trivellati dall'ENEL negli anni settanta.

Scopriamo pure che si tratta -- solo per la concessione Torre Alfina -- di cinque pozzi di estrazione.

Ma... non erano due o tre "al massimo"?

Scopriamo pure che la reinizione sarebbe stata in quattro pozzi, solo per Torre Alfina.

Ma come... non era un unico pozzo di reinizione, comune sia a Torre Alfina che a Castel Giorgio?

E infine scopriamo che la centrale di produzione doveva essere nella sede di una ex cava, chiamata Le Greppe, sottoposta a vincolo paesaggistico.

Ma che vuoi che sia un vincolo paesaggistico in Italia? Distruggiamo tutto, no?

Bene.

Parte tutto l'iter autorizzativo.

Il Ministero dell'Ambiente, di Gianluca Galletti, che come detto non ha mai incontrato una trivella che non gli piacesse, nemmeno di geotermia, ha detto si.

La regione Lazio, con presidente Nicola Zingaretti del PD, non ha mandato parere, ma "ha comunicato di non condividere il parere positivo espresso dal Ministro dell'Ambiente".

Era troppo lavoro esprimere un parere, di qualsiasi natura? O Mr. Zingaretti e la sua amminstrazione non volevano esporsi troppo? O non gleine importava piu' di tanto di Torre Alfina? Chi lo sa. Io so solo che non si amministra cosi una regione.

Ma qui succede qualcos'altro.

Il Ministero dei Beni Culturali, guidato da Dario Franceschini invece... da parere negativo! E assieme a lui danno parere negativo la Sovrintendenza per la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale.

Oddio, e ora che facciamo?

Due Ministeri, due pareri diversi. La regione Lazio che non parla.

E' allora lo stesso Ministero dei Beni Culturali, a chiedere che intervenga niente di meno che al Presidente del Consiglio dei Ministri, affinche' ad esprimersi sia direttamente il Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

Lo prevede la legge.

E cosi' e' stato, ed infatti,  il documento finale, con il no a Torre Alfina e alla ITW LKW Geotermia Italia  e' infatti firmato da Gentiloni stesso!

Nel documento, si parla di discussioni in sede di Consiglio di Ministeri, con l'Ambiente di Gianluca Galletti a difendere il suo si, e quello dei Beni Culturali di Franceschini a difendere il suo no.

Avrei pagato per esserci e vedere due Ministeri per una volta essere in disaccordo.

E alla fine... vince il no.

Niente ITW LKW Geotermia, niente trivelle, niente pozzi di qua e di la.

Firmato Paolo Gentiloni!

Il Primo Ministro italiano che direttamente boccia un progetto trivellante!

E per quale motivo viene bocciato?

Beh, sulle carte compare che il piano territoriale paesistico regionale del 2007 impone la tutela integrale del paesaggio e che, evidentemente, una centrale geoeelettrica con pozzi e cavi e infrastruttura non e' proprio compatibile con tale tutela integrale.

In particolare sorge qui l'area protetta Altopiano dell'Alfina, Monte Rufeno e Valle del Paglia. Il Ministero dei Beni Culturali aggiunge pure che il comprensorio dell'area e' di rilevante valenza paesistica perche' e' uno degli ultimi esempi in Lazio di agricoltura che e' in equilibro con l'ambiente e con valenza archeologica e storica, grazie a vari ritrovamenti di artefatti preistorici e con la presenza di edifici medievali.

La bocciatura arriva il giorno 27 Dicembre 2017.

E poi cosa succede?

Il Ministero dell'Ambiente... cambia idea!!!

La piccolezza piu' piccolezza di tutte. Il giorno 24 Gennaio 2018 infatti, emettono un nuovo parere, questa volta negativo!

Fanno ridere, ed e' evidente che questi non hanno ne spina dorsale, ne competenza per l'ambiente, ne onesta intellettuale.

Ad Agosto dicevano tuttapposto. A Gennaio dicono no, dopo il parere del Consiglio dei Minsitri,
Fa piangere e ridere allo stesso tempo. 

Non so che dire, se non che andiamo avanti con gente cosi al governo.

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Torno al testo del Consiglio dei Ministri e leggo le parole testuali firmate da Paolo Gentiloni:

l'impianto di trasformazione dell'energia geotermica all'interno della Cava Le Greppe risulta in contrasto con il recupero ambientale e paesaggistico dell'area.

Ci rifletto un po. Questo e' importante perche' si parla di recupero, cioe' di potenziale, di cosa fare per il futuro delle nostra Italia agreste e poco conosciuta.  Avrebbero potuto dire: beh, qui e' tutta campagna, mica e' la Toscana? e quindi, trivelliamo pure, invece ci si rende conto che quella campagna va difesa e protetta e recuperata perche' e' bella.

Parole semplici e brutalmente oneste.

Come detto in alto, e' tutta l'Italia che e' bella e che si porta dietro una bellezza storica, viscerale che nessuno potra' mai imitare perche' nessuno ha dietro la nostra storia, la nostra geografia.

E' questo l'unico futuro possibile per questa nazione, se vogliamo davvero uscire dalla crisi decennale: capire chi siamo, quale sia la nostra essenza, e costruire in quella direzione. Recuperiamo le campagne, abbelliamole, inventiamoci occasione per farle diventare ricchezza economica nella loro bellezza e non trasformandole in appendici industriali.

Ultimi appunti (non pensavo di scrivere cosi tanto!): Paolo Gentiloni, io non so perche' questo procedimento e' stato avviato per Torre Alfina e non per le mille altre realta' italiane. Ma so che se veramente si studiassero i luoghi e le condizioni in cui si vuole trivellare qualsiasi altro angolo d'Italia ci si rendera' conto che le stesse parole scritte per Torre Alfina valgono per la Basilicata, per il Piemonte, per l'Abruzzo, per il Veneto e per ovunque si voglia bucare la nazione.

Spero che anche il progetto di Castel Giorgio venga bocciato e per gli stessi motivi.

E ora, recuperiamo quello che c'e' da recuperare, e usiamo questa vittoria per qualcosa di migliore, di piu' sano, di piu' bello.

Sono tanti anni che scrivo questi post, e non mi stupisco mai di quanta bellezza silenziosa abbia questo paese. Non ci sono mai neanche stata nelle campagne di Viterbo, ma nello scrivere oggi pomeriggio, un Sabato un po' malaticcio, io me la immagino, la vedo, e sono felice che sia salva e che anche questo sia parte di chi sono.




















Saturday, September 23, 2017

La regione Puglia e l'ARPA non hanno verificato le prescrizioni sulla TAP. Il Ministero revoca loro l'autorita'






Alla stampa di Puglia: se copiate/vi ispirate si prega di citare. 
Ci vuole lavoro per fare tutto questo.



Secondo il Ministero dell'Ambiente i gasdotti verso l'Italia “rivestono carattere di interesse strategico"  sono una "priorità a carattere nazionale",  sono di "pubblica utilità", e addirittura hanno carattere"indifferibile e urgente".

Il Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto sopranominato TAP  fa parte di questa serie di lavori.

Il gas partira' dall'area del Mar Caspio e arrivera' in Europa.  L'allaccio iniziale sara' dal Trans Anatolian Pipeline, al confine fra Grecia e Turchia, si passera' poi in Grecia, Albania e finalmente si arrivera' in Italia, dove il gas sara' immesso nella rete nazionale.

La parte italiana di tale gasdotto si snoda per 45 chilometri in mare Adriatico prima e in terraterma a Medelugno, in provincia di Lecce. Percorrera' poi altri 8 chilometri in Puglia prima di arrivare alla rete nazionale.

Il consorzio che costruisce la TAP si chiama TAP-AG e appartiene alla British Petroleum per il 20%, alla SOCAR, la ditta di stato petrolifera dell'Azerbaijan, per il 20%, alla SNAM italiana per il 20%, alla Fluxys del Belgio per il 19%, alla Enagás di Spagna per il 16% e alla Axpo di Svizzera per il 5%.

La sede centrale della TAP-AG e' a Baar in Svizzera; ci lavorano 200 persone. Il suo ruolo e' solo di trasportare gas verso l'Italia, non di produrlo o di commercializzarlo.

In Italia, il permesso per la realizzazione della TAP e' stata accordata nel 2014. Come parte del progetto approvato nel 2014, ci sono tutta una serie di prescrizioni: e' compito dell' "ente vigilante" controllare che queste precrizioni siano eseguite correttamente. Alcune sono affidate alla regione Puglia, altre all'ISPRA, altre al Minsitero dell'Ambiente.

Il gionro 18 Settembre 2017, il Ministero stesso informa che la TAP-AG ha segnalato ritardi da parte della regione Puglia e dell'ARPA Puglia nel verificare queste prescrizioni. Avevano mandato documentazione gia' a partire dal 2015, ma queste verifiche non sono state mai completate.

E cosi', siccome gli enti vigilanti non hanno vigilato, il governo recova questi compiti di verifica alla regione Puglia e all'ARPA Puglia.

Perche' la regione Puglia e l'ARPA Puglia non hanno eseguito questi controlli? Chi controllera' adesso la correttezza dei lavoro? Quali sono le conseguenze di questa revoca dei permessi di verifica?  Ovviamente, tutti ci chiediamo dell'utilita' di questo gasdotto nei mari e lungo le spiagge salentine, ma visto che la sua realizzazione e' stata accordata ormai da tre anni, perche' nessuno controlla lo stato dei lavori?

O e' una tecnica per rallentare la costruzione della TAP?

La cosa interessante pero' e' che nell'Aprile del 2017 la stessa regione Puglia, almeno secondo i documenti ministeriali aveva chiesto di "avocarsi" i procedimenti per la verifica dei controlli.

Non si sa.

Quello che pero' sappiamo e' che le seguenti verifiche non sono mai state portate a termine:

dalla Regione Puglia: A18) studi sismici per verificare la vulnerabilita' della condotta in caso di sisma con parametri fisici del suolo e del sottosuolo, e in caso di saturazione del carico del gas; studi sulle dimensioni sulla condotta per verificare sicurezza massima in rischio di frana; 

dalla Regione Puglia: A.23) valutazione di rischio di incidenti, "spillamenti e spandimenti" in fase di cantiere;

dalla Regione Puglia: A.31) redazione di un Progetto di Monitoraggio Ambientale che dovra' presentare le criticita' ambientali, azioni per il monitoraggio, minimizzazione dell'impatto su atmosfera, ambiente idrico, ambiente marino, suolo, sottosuolo, vegeratazione, flora, fauna, ecosistemi, rumore e paessaggio

dalla Regione Puglia: A.32) capitolato di appalto con tutte le azioni progettuali, mitigative, e compensative con particolare alla salvaguardia di ambiente marino, acque superficiali e sotterranee, salute pubblica, clima acustico, qualita' dell'aria, stoccaggio del terreno di scotico

dalla Regione Puglia con il coinvolgimento dell'ARPA Puglia: A.41) piano di monitoraggio della fauna stanziale e migratoria per assicurare che le tutele imposte dalla Rete Natura 2000 per la protezione della fauna nelle aree protette vengano rispettate; controllo che i lavori vengano eseguiti fuori dei periodi di nidifcazione e riproduzione delle specie protette

dall'ARPA di Puglia: A.24) monitoraggio delle emissioni degli inquinanti e rumore, con le azioni da intraprendere nel caso in cui i valori limite verranno superati, numero e posizione delle centraline, sistema di allerta per la popolazione in caso di emissioni critiche

dalla regione Puglia con il coinvolgimento dell'ARPA di Puglia: A.28) Interventi di mitigazione dell'impatto paesaggistico con interventi di mascheramento e di fabbricati "armonizzati" al contesto territoriale circostante

dalla regione Puglia con il coinvolgimento del comune di Melendugno:
A.44) Approvazione delle misure di mitigazione e di ripristino vegetale, specie per la ricollocazione delle piante di ulivi,

dall' ARPA di Puglia con il coinvolgimento della regione Puglia: A.45) Presentazione di un progetto quinquennale sulla rivegetazione, specie per gli ulivi.

dalla regione Puglia con il coinvolgimento dell'ARPA di Puglia: A.40) Siccome c'e' la "accertata interferenza" del metanodotto a terra con alcuni habitat protetti, la TAP-AG avrebbe dovuto presentare varianti nel percorso per cercare di eliminare tali interferenze, considerando le caratteristiche floro-vegetali dell'area. Se questo non fosse stato possible, la TAP-AG avrebbe dovuto presentare un progetto con i dettagli per il ripristino utilizzando le migliori tecniche di ingegneria naturalistica. L'ampiezza della fascia di lavoro deve essere limitata a 18 metri.

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Ecco.  La Regione Puglia e l'ARPA di Puglia non hanno verificato niente di tutto cio', almeno dal 2015 ad oggi. Come detto: perche'?

Perche' la regione Puglia e l'ARPA di Puglia non hanno controllato? Perche' avevano paura di dover dire "si" a prescindere? Perche' non hanno gli strumenti? Perche' non gliene importa? O e' una strategia per opporsi in modo "passivo" a questa TAP odiata da tutti?

E' certo uno scandalo al giorno d'oggi continuare con gas e petrolio e scavi e trivelle e oleodotti. E' uno scandalo fare le cose contro la volonta' popolare, estirpando ulivi centenari e mettendo a soqquadro il carattere delle nostre regioni e dei nostri campi.

Ma e' uno scandalo anche il far finta di niente, e neanche assicurarsi che quei pochi controlli che il nostro governo impone, sulla salute pubblica, la sismicita' indotta, la preservazione della natura, la qualita' dell'aria e dell'acqua, poi non vengano eseguiti.

Intanto Matteo Renzi arriva tutto bello in Puglia a parlare di un piccolo e necessario tubino, e a dire che non i deve polemizzare sulle trivelle. 

Nel 2017. Che stoltezza.



 











Thursday, August 17, 2017

San Gervasio, Brescia: approvate trivelle su sorgente sismogenetica contro il parere dei comuni interessati






"Pur valutando che non vi possa essere alcuna interferenza con l'attivita', il proponente dovra' concordare con ARPA locale un piano di opportuno monitoraggio e di allarme in caso di contaminazioni accidentali

Ministero dell'Ambiente, sulle trivelle di Brescia.


Sogemont?

E chi e' costei?

Non lo sappiamo, ma sappiamo che avra' il diritto di trivellare in provincia di Brescia.

Anzi, su una sorgente sismogenetica, chiamata ITCS002 secondo quanto riporta l'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia. Questa faglia puo generare terremoti di intensita' massima 6.1.

Per la precisione, questa Sogemont mettera' in produzione un pozzo di metano detto San Gervasio con la realizzazione di condotte per il trasporto del metano estratto.

Dai siti ministeriali viene fuori solo che questa Sogemont ha sede a Pisticci, Matera, e che almeno a quanto scritto in data odierna, 17 Agosto, il permesso San Gervasio e' dell'ENI al 100%.

Chissa' sara una spinoff dell'ENI?

Ad ogni modo, i comuni interessati sono Bassano Bresciano, Leno, San Gervasio Bresciano, Alfianello, Manerbio, Cigole, Pontevico, Milzano, Verolavecchia, Verolanuova, Pavone del Mella.

Notare bene che la zona e' gia' un concentrato di aree di stoccaggio metano, con gli impianti di stoccaggio di Bordolano e di Bagnolo Mella. Quindi San Gervasio sara' un altra fonte di perturbazione e di stress per i delicati equilibri sotterranei.

Ma che importa, alla fine non c'e' quasi niente che ferma i nostri eroi ministeriali.

E infatti, ormai questi decreti approvativi di Gianluca Galletti e di Dario Franceschini li conosciamo bene.

Finiscono quasi sempre nello stesso modo: non ci sono qui zone di pregio, fa tutto schifo, non "esiste alcuna possibilita' di interferenza diretta o indiretta tra le attivita' di realizzazione delle opere e delle attivita' di progetto e le aree di interesse ambientale o naturalistiche presenti".

E' come se l'Italia tutta fosse un deserto.

E quindi trivelliamo.

Anzi decretiamo la "compatibilita' ambientale" di un pozzo di petrolio alle porte di Brescia.

Come sempre, ci sono le prescrizioni: dovranno fare monitoraggio e studiare l'ambiente prima che si inizi a bucarlo. Sorgenti idriche, composizione chimica delle acque, e rumori dovranno essere identificati per capire come le trivelle li impatteranno.

Dovra' essere studiata la subsidenza del terreno, con rapporti biannuali.

Dovra' essere predisposta una rete antisismica che possa valutare terremoti di magnitudo 0.5 in su, e che possa identificare l'epicentro con una tolleranza di pochi centinaia di metri di errore. I dati dovranno essere trasmessi in tempo reale.

Dovranno essere usate le strade che causeranno minor danni alla viabilita' stradale, considerato che si tratta di mezzi pesanti.

Le luci dovranno essere posizionate in modo da non dare fastidio alla fauna, ma ai potranno superare i 70 decibel di rumore. Vuol dire che sara' fortissimo il rumore.

Infine, uno dei territori, il comune di Cigole, e' caratterizzato dalla presenza di reperti archeologici, e quindi ci vorra' la supervisione di un esperto della Sopraintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio.

Quindi tuttapposto?

Tuttapposto proprio niente, perche' tutte queste cose servono, a mio parere, solo per dare una parvenza di controllo e di normalita'.

In realta' nessuno sa cosa accadra' alle falde idriche, alla stabilita' del sottosuolo, all'aria che respiriamo con queste operazioni programmate e con il loro risvolti "accidentali".

E dopo che abbiamo misurato sismicita' e susbisdenza ed inquinamento dell'aria e dell'acqua, che facciamo? Come torniamo indietro?

E infatti queste cose i comuni interessati le hanno capite e hanno per la maggior parte detto NO.

Eccoli qui, tutti i comuni che hanno espresso contrarieta' o forti dubbi su questo progetto:

Comune di Alfianello (Brescia)
Comune di Pavone del Mella (Brescia)
Comune di Pontevico (Brescia)
Comune di Manerbio (Brescia)
Comune di Verolavecchia (Brescia)
Comune di Leno (Brescia)
Comune di San Gervasio Bresciano (Brescia)
Comune di Cigole (Brescia)

Ma come sempre, la Sogemont ha scritto altre paginette di "controdeduzioni" e tuttapposto. Anche queste le abbiamo viste piu volte: il trivellante propone, i cittadini dicono no, il trivellante fa finta di riaggiustare un po le cose e voila'.

Il permesso e' accordato.

Cioe' il trivellante, in questo caso la misteriosa e sconosciuta Sogemont (con sede a Matera!) ha la prima e l'ultima parola su un territorio di Brescia.

Non e' giusto, e non e' democratico questo.

Qualcuno mi deve spiegare qual'e' la logica che spinge un ministero, una nazione, a prendere le decisioni contro il parere dei comuni e dei cittadini interessati in favore di una micro ditta sconosciuta?

Non c'e' logica, e se c'e' e' una logica sporca, inquinata, ingiusta, disgustosa.

Perche' la Sogemont e' piu' importante dei cittadini del Bresciano? Che ne sanno questi qui di Matera delle peculiarita', delle ambizioni, dei desideri di chi vive a Brescia?

E perche' Galletti e Franceschini sono sordi alle richieste del territorio?

E cosi torniamo alla domanda iniziale: chi e' la Sogemont? Perche' vuole venire a mettere a soqquadro queste cittadine del Bresciano?

Dal loro sito emerge che sono "Sogemont Srl Rifiuti di Apparecchiature Elettriche e Elettroniche"
cioe' altra monnezza!

Interessante che dal loro sito si descrivono come "Lorem Ispum" che e' quello che si mette nei siti precomprati per riempire spazio. Vuol dire che chiunque gli abbia messo su la pagina web non sapeva cio' che faceva!

E noi vogliamo dare a questi della Sogemont, con il loro Lorem Ipsum e con la loro esperienza nel recupero materiali elettronici, il nostro territorio allo scopo di trivelle?

Fuori da ogni logica, davvero.






























Friday, June 9, 2017

Approvate trivelle ENI a Carpignano Sesia - e le belle parole sugli accordi di Parigi?





Le proteste a Milano dei residenti di Carpignano Sesia
Foto di Bruna Navazza

Grazie!

Renzi 💙 Trivelle


I nemici dell'ambiente -- Dario Franceschini e Ginaluca Galetti


"Oggi fare una politica dell'ambiente è un vantaggio per le imprese.
L'America farà le sue scelte noi andremo avanti".



E' sempre interessante notare le contraddizioni dei politici italiani, che parlano e non agiscono, che promettono ma poi rompono le promesse, che vedono le travi nelle democrazie altrui e non quelle nelle loro firme.

Eccoci qui, Gianluca Galletti, ministro dell'ambiente e Dario Franceschini, ministro dei beni culturali d'Italia che regalano un altro pezzo d'Italia ai petrolieri, all'ENI all'indomani della decisone di Trump da uscire dagli accordi di Parigi. 


Ma come, secondo Parigi non dovevamo perseguire una politica di energia rinnovabile e verde e virtuosa?  E qui continuiamo a cercare petrolio?

La storia di Carpignano va avanti dal 2012 ormai e vede per protagonista un paesino  in provincia di Novara, che si oppone con tutta la forza dei suoi 2500 abitanti ad essere trivellata.

In questi anni gliel'hanno detto in tutte le salse, a tutti -- all'ENI, al governo, alla stampa che non e' questo il posto indicato per cercare o estrarre petrolio, come in realta' non lo e' quasi nessun altro angolo d'Italia. E dopo avere fatto sensibilizzazione, raccolta firme, creato il Comitato Difesa del Nostro Territorio (DNT), fatto richieste a provincia, regione e petrolieri di essere ascoltati, alla fine hanno deciso di compare collettivamente il terreno trivellando in 297.

A dire di no a questa concessione non ci sono solo i residenti di Carpignano Sesia, ma anche la Regione Piemonte, la Provincia di Novara, la ASL di Novara, e vari comuni confinanti: Arborio, Barengo, Briona, Fara, Fontaneto D’Agogna, Gattinara, Ghemme, Ghislarengo, Lenta, Lozzolo, Novara, Prato Sesia, Romagnano Sesia, San Nazzaro Sesia, Sillavengo, Sizzano.

Nonostante tutto, il 1 Giugno 2017, Galletti e Franceschini approvano il pozzo di Carpignano.

Possibile che Galletti e Franceschini ne sappiano piu' di tutta la provincia di Novara sull'opportunita' di trivellare a Carpignano?  

E notare che il momento di dire no e' adesso: prima che i danni arrino. Perche', come sempre, le trivelle esplorative sono solo l'anticamera del resto, delle trivelle permanenti, della raffinazione, degli oloeodotti, dei veleni all'ambiente e al vivere civile per i trenta anni successivi. La Basilicata ci ha gia' insegnato tutto, in un modo super eloquente.

Il copione e' sempre lo stesso in queste approvazioni ministeriali: il "pozzo e' temporaneo", e si esclude "qualsiasi tipo di impatto sulle specie e sugli habitat protetti".  

E in cinque pagine liquidano cinque anni di attivismo e di partecipazione democratica. 

Ah si, ci sono i contentini delle prescrizioni: l'ENI dovra' fornire un "piano di monitoraggio" che tenga conto "delle eventuali carenze nella documentazione presentata". Quindi... approviamo pozzi con documentazione carente? 

Poi ci dovranno essere modelli matematici per studiare la sismicita' indotta, monitoraggio dell'acqua di falda, preparazione di piani per l'approvvigionamento idrico in caso di contaminazione,  misure di mitigazione del rumore e dell'inquinamento luminoso, indennizzi in caso di danni alla viabilita', a causa del passaggio di mezzi pesanti. L'ENI dovra' pure presentare personale competente in archeologia e in botanica.

E poi, chicca finale, il pozzo dovra' essere "grigio chiaro" dovranno essere piantati alberi lungo una fascia di almeno dieci metri in modo da fare "effetto bosco" (ma .. non era che il pozzo era temporaneo? Lo sanno questi che per far crescere un bosco ci vogliono decenni?), e il recinto deve essere "marrone". Non e' specificato se marrone scuro o chiaro.

Ma ... e le esalazioni tossiche di che colore le facciamo? E i fanghi spesi? Li coloriamo di azzurro? 

Torniamo allora alle parole di Gianluca Galletti. Che significa "noi andremo avanti"?

Dove?

Avanti a mentire al mondo?  A fare finta? A non rispettare la democrazia? A che serve sciacquarsi la bocca con il fatto di vivere in democrazia, e a farsi i belli con Trump, e se non si ascolta nessuno, ma proprio nessuno? 

Quello che a me fa piu' rabbia che il buco in terra e' proprio il non rispetto della democrazia, della volonta' popolare. Un paese intero si organizza, fa sforzi indicibili affinche la propria voce venga ascoltata, e chiede di poter decidere da se, il proprio destino. E' bello vedere una comunita' cosi innamorata dei suoi boschi e dei suoi ruscelli e del suo cielo blu. Perche' devono arrivare questi burocrati da Roma a distruggere tutto?  Perche' l'ENI deve essere piu' importante?

Dove sono gli accordi di Parigi a Carpigano Sesia, caro Galletti, caro Franceschini, caro Renzi, caro Gentiloni?













Saturday, May 6, 2017

Franceschini e Galletti approvano Gradizza, altre trivelle Aleanna Resources a Ferrara




I ministri Dario Franceschini e Gianluca Galletti approvano le trivelle a Gradizza, Ferrara

 A trivellare la Aleanna Resources, micro ditta del Texas che vuole trasformare l'Emilia Romagna in una gruviera.


Tutto questo nonostante i due comuni coinvolti e i loro cittadini abbiano detto al governo di essere contrari alle trivelle per timori sismici, di subsidenza di inquinamento. 

In alto, il parare negativo del comune di Copparo;
in basso il parere negativo del comune di Formignana.

Anche l'Ente Parco regionale Veneto del Delta del Po gli ha detto che non era saggio
trivellare.



A tutti, il governo gli ha risposto picche.


Si chiama Gradizza, ed e' una concessione petrolifera di ricerca nei pressi di Ferrara, nei comuni di Copparo e Formignana. 

A voler trivellare in questo nuovo angolo d'Italia i nostri amici della Aleanna Resources, ditta di scatole cinesi basata (forse?) a Houston. Lorsignori dal Texas vogliono qui mettere in produzione il pozzo Gradizza 1 di un chilometro di profondita'  per estrarre petrolio e gas.

Costruiranno anche un metanodotto.

Il nostro governo, cosi' grande amante del territorio e nelle persone del ministero dell'ambiente, Ginaluca Galletti e delle attivita' culturali, Dario Franceschini, decide che si puo', che e' tuttapposto,
che trivelle e ambiente, che trivelle e cultura, sono compatibili e firmano il si.

La regione Emilia Romagna dice che determinera' la "dichiarazione di pubblica utilita', indefferibilita' ed urgenza dell'opera".

Si???

Urgente per chi?

Me lo vedo il Ferrarese medio che non aspetta altro che una bella trivella nei suoi campi.

Fa ridere (o piangere?) il modo in cui trattano le aree protette. Ne ho lette a dozzine di questi si scellerati alle concessioni trivellanti ed il copione non cambia quasi mai. Le aree protette sono sempre delle disgraziate, che non servono poi a tanto,  lontane o vicine dai pozzi, non importa, sono sempre e comunque figlie di una Italia minore e irrilevante.

Non capiscono che e' il verde, e' la natura che rende le nostre vite migliori, e che occorre proteggere e migliorare quello che abbiamo e non continuare a bucarlo come ebeti.

In questo caso dicono, Franceschini e Galletti che: i siti Natura 2000 sono tutti fuori da Gradizza, ma che "costituiscono comqune un residuo dell'ampio compresorio palustre del passato" e che si trova gia' in una fitta rete di canali, di terreni agricoli, di nuclei urbanizzati, di una complessa rete viaria di comunicazione.

E quindi? Quindi trivelliamoli!!! Di nuovo invece di proteggere quel po di natura sana che resta, decisdiamo di mandarla all'aceto, meglio, alle trivelle.

Aggiungono che ci sono a Gradizza poche specie animali, perche' gli habitat non sono idonei, che l'area agricola e' frequentata solo "di passaggio" per l'occasionale ricerca di cibo e non per la riprioduzione e quindi le trivelle della Aleanna non potranno influire flora e fauna.

Scusate tanto, ma se e' area agricola, vuol dire che ...l'UOMO mangia quei prodotti agricoli, no? E perche' vogliamo trivellare una zona agricola???

Le mangeranno Franceschini e Galletti le petrol-pere di Gradizza?

Come sempre sono arrivate le osservazioni da parte dei cittadini.

Cosa dicono Franceschini e Galletti?

Beh, che il proponente le ha "controdedotte", e cioe' che la Aleanna ha avuto la prima e l'ultima parola. Che paese democratico eh? E cosa altro potrebbe dire la Aleanna? Dira' sempre, come ogni ditta di petrolio che si rispetti, che e' tuttapposto, che i loro fumi sono profumi, che la terra diventera' meno ballerina, che le falde saranno zuccherate.

Sono petrolieri!

Non sarebbe stato il caso di chiedere agli esperti? Di seguire la volonta' popolare? Chi esattamente rappresentano Galletti e Franceschini in questa circostanza? Certo non il popolo: perche' in questo caso, le loro decisioni vanno contro il popolo che maggiormente e' portatore di interesse. E cioe' i cittadini che hanno espresso il loro no.

Ma lo sappiamo tutti che in Italia la democrazia e' una cosa per far finta, e non vera.

Infine ci sono le prescrizioni.

Meglio note come i contentini.

1. Dovranno essere presentati dei piani di monitoraggio che devono tenere conto di eventuali "carenze" nella documentazione.

Ehh?? Ci sono carenze e voi approvate lo stesso? Quali sono queste carenze?  Quali sono le caratteristiche di questi piani di monitoraggio?

E chi lo sa. L'ho gia' detto: e' tutto solo per scenografia, e' tutto finto.  A Franceschini e a Galetti, secondo me, non gliene importa un fico secco di Gradizza.

2. Dovranno realizzare un pozzo per monitorare le falde idriche sottoterra.

Mmh. Per far cosa? Per vedere se il petrolio le inquina? E quindi, implicitamente stanno ammettendo gli stessi Franceschini e Galletti che e' qualcosa che potra' succedere. La risposta e' semplice: con molta probabilita'  prima o poi succedera'. Perche' succede sempre. Basta guardare la Basilicata e a tutti gli schifi che vengono fuori adesso, venti anni dopo le prime trivelle. Sono le leggi della fisica, della chimica, della probablita'. Non ci sono prescrizioni che tengano.  I pozzi, prima o poi perdono, cedono, inquinano.

Ma qui a Gradizza avremo il pozzo osservatore. E dopo che abbiamo osservato cosa facciamo?

3. 4. In queste parti, finalmente si precisa che i piani di monitoraggio sono per la subsidenza indotta, e che la presa dati deve iniziare un anno prima delle operazioni di estrazione. Che linee guida ci sono? E chi lo sa. Si dice solo che se "si verificano effetti subsidenti superiori a quelli prospettati" si dovranno realizzar e"interventi strutturali compensativi" per la rete di scolo in caso ci siano effetti superiori a quanto previsto. E poi ci dovranno essere dei "report" da dare alla regione Emilia Romagna.

Mmh. Ma Cosa sono questi interventi strutturali compensativi?

Quali sono i limiti accettabili di subsidenza?

Nel giro di quanti mesi?

Di quanti anni?

E dopo che abbiamo presentato il report, cosa facciamo?

Come facciamo a tornare indietro?  Chi sistemera' la rete di scolo?

Mistero.

Si sa solo che il tutto avverra' in concerto con il consorzio di bonifica della citta' di Ferrara e che ci sono dei misteriosi modelli matematici a predire il futuro.

Nota: come ho cercato di dire milioni di volte, faccio modelli matematici per mestiere, e quello che posso dire e' che i modelli matematici sputano fuori quello che tu ci metti dentro. E' evidente che ci possono essere tanti giochini dietro. Chi li ha fatti questi modelli? La Aleanna? Una ditta pagata dalla Aleanna?  Che ingredienti ci sono?  Ad ogni, modo nessun modello matematico potra' mai determinare con esattezza cosa succedera' perche' nessuno, che sia in buona o malafede, sa esattamente cosa accade sottoterra, quali sono le condizioni esatte del sottosuolo, le varie interazioni, e tutte le complessita' che possono esserci sottoterra.

I modelli matematici non sono il vangelo.

5. Ci vorra anche una rete di monitoraggio sismico con sensibilita' di magnitudo 0.5, cioe' deve essere in grado di rilevare scosse di magnitudo 0.5 o superiore e nell'arco di 5-10 chilometri dal pozzo. Dovranno anche essere identificate eventuali faglie sismiche adiacenti a San Pietro in Casale.

Come dire, trivelliamo ma non lo sappiamo cosa c'e' nel sottosuolo, cosi' invece di studiare il sottosuolo prima e poi decidiamo, noi decidiamo di trivelliare prima e di studiare come prescrizione.
Il mondo alla rovescia.

Ancora piu' comico e' il reparto monitoraggio acqua sotterranea. Si dice che "pur valutando che non vi possa essere alcuna interferenza con l'attivita'" ci vorra' un piano opportuno di monitoraggio e di allarme in casi di "contaminazione accidentale".

Ma ci sono o non ci sono *possibili* interefenze? Si o no? Non e' dato sapere.

6. Ci potranno essere danneggiamenti alla viabilita' causati dal passaggio di mezzi pesanti, ma anche qui nessun problema, perche' ci saranno opportuni accordi fra la Aleanna e l'amministrazione provinciale, per l'uso delle strade piu' idonee e per eventuali risarcimenti.

7. Invece per quanto riguarda il rumore, siccome sanno gia' che supereranno i limiti, quelli della Aleanna dovranno richiedere una deroga.

8. Interessante che dicano che ci vorra' il monitoraggio del gas "emesso dal soffione atmosferico".
In poche parole, qualcosa verra' emesso in atmosfera (come accade sempre e comunque da qualsiasi pozzo di petrolio) e questo qualcosa dovra' essere analizzato per scovare la presenza di idrocarburi (metano?), di composti organici volatili, composti a base di zolfo e di azoto e gas radioattivi!!!

Tutti balsami per la salute, vero?

E poi ci vorra' qualcuno dalla soprintendenza archeologica, un sistema informativo con il pubblico (cosa vorra' mai dire la Aleanna? E' tutto scintillante, no?), occorrera' stare attenti a flora e fauna, alle luci, al rumore, alla terra di risulta.

E poi, fra venti anni ci ritroveremo come a Viggiano, a piangere sul petrolio versato nei campi, nelle vite, e sul futuro.