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Friday, September 13, 2013

Ombrina 2008: acidi e fratturazione

Ombrina Mare - fluidi usati: diesel e brine
Il pozzo necessita di stimolazione artificiale fra cui acidificazione e fratturazione.

Della serie: acqua e componenti biodegradabili.


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Nel corso degli anni, Sergio Morandi, l'amministratore delegato della Medoilgas Italia ha ripetutamente asscurato a tutti noi abruzzesi che la trivellazione di Ombrina Mare sarebbe stata realizzata nel massimo rispetto dell'ambiente.




Dai documenti interni del 2008 invece emerge che gia' in fase di prove di produzione, eseguite nel 2008, il petrolio di Ombrina fu estratto usando aggressive tecniche di acidazione, in cui composti di HCl e di HF ad alta concentrazione sono stati usati per dissolvere la roccia e aumentare il flusso di idrocarburi.

Rivolgendosi ai suo investitori infatti, la Medoilgas annunciava nel 2008 che i test svolti nel Maggio/Giugno 2008 furono eseguiti con tecnica di acidazione:



"The Ombrina Mare-2 well tested up to 1.0 mb/d of heavy 17° API oil during an acidized production test in May/June this year and the company believes a production of 1.2 mb/d is achievable from this well."

La conferma giunge da altri comunicati agli investitori dove si annuncia che il pozzo e' stato acidizzato prima di eseguire test finali. L'acidazione ha permesso di quasi raddoppiare il tasso di produttivita'.



"The initial production rate of 37 scm/d (237 stb/d) was subsequently increased to 67 scm/d (428 stb/d) during an extended test, after acidizing the well"

Nello stesso documento, la Medoilgas annuncia ai propri investori il possibile uso di tecniche di stimolazionea artificiale, fra cui la fratturazione e l'acidazione:


"The Company intends to investigate a range of possible development options for the field.
These include possible gas lift, extended horizontal wells, as used in the Rombo Mare Field,
electric submersible pumps (ESPs) as well as stimulation options such as fracturing and
acidizing to increase flow.
"


Tutto questo accadeva nel piu' totale silenzio nel 2008, cinque anni fa. Nessuno ha saputo, nessuno si e' posto domande e la ditta di Sergio Morandi non ha sentito la necessita' di spiegare - realmente - cosa accadeva allora e cosa sarebbe accaduto in futuro al nostro Adriatico.

Questa vicenda mostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che non c'e' da fidarsi ne della Medoligas ne dei petrolieri in generale, e che, come sempre, gli invesitori stranieri sanno cosa accade nel nostro suolo e nel nostro sottosuolo molto piu' di noi italiani.

La domanda resta: nonostante tutte le belle parole di Sergio Morandi sulla sostenibilita' di Ombrina, se le trivelle lungo la costa teatina dovessero diventare realta' cosa altro faranno di cui il cittadino medio non sapra' nulla?











1 comment:

Anonymous said...

....sopratutto quando gli enti di controllo, per incamapcitĂ  e mancanza di mezzi aeguati, non sarebbero mai capaci di fare valutazioni ed analisi sulle attivitĂ  di questi petrolieri