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Wednesday, September 25, 2013

Cina, 2003: 233 morti per idrogeno solforato

E' una notizia di circa dieci anni fa, sempre attuale, ma che mi era sfuggita.










Il giorno 23 Dicembre del 2003, 191 persone morirono stecchite all'istante e migliaia di altre rimasero ferite in seguito all'esplosione di un pozzo di gas naturale operato da China National Petroleum nel sudovest della Cina.

Si tratta del campo Chuandongbei nella contea di Kaixian, e nella regione di Chongqing.
 
L'intero villaggio di Xiaoyang fu distrutto - il 90% degli abitanti mori'.

Nella vicina citta' di Zhonghe, 600 persone riportarono lesioni e bruciature da sostanze chimiche.

Circa 40,000 residenti nel giro di un raggio di 5 chilometri da Xianyang furono evacuati. Tutta l'area fu considerata una "death zone".

La causa dell'esplosione e' stata determinata essere una sacca di idrogeno solforato ad alta pressione contenuta in uno strato di roccia che fu accidentalmente trivellato.

Vennero rilasciati in aria varie componenti tossiche oltre all'idrogeno solforato con un gettito di circa trenta metri di veleni.

Chiamarono anche l'esercito, ma arrivo' dopo tre giorni, quando  erano gia' tutti morti.

Dopo una decina di giorni, il bilancio dei morti sali' a 233, come riporta il New York Times.

Il governo reagi' in fretta e con decisione, condannando la China National Petroleum dopo pochissimi giorni. Roba che si puo' fare solo in un paese comunista, ma che mostra la serieta' dell'evento.

Il direttore dell'ente che si occupa della sicrezza sul lavoro in Cina, Sun Huashan infatti dichiaro' il giorno 4 Gennaio 2004:

''This was an accident due to negligence. Those people who were responsible will be dealt with.''

Le accuse rivolte alla China National Petroleum era di avere risparmiato sulla sicurezza (ma guarda un po!). Non erano presenti infrastrutture necessarie in caso di incidenti, fra cui i blowout preventer, lo staff non calcolo' bene i livelli di H2S presenti nel sottosuolo e non si resero subito conto della gravita' dell'incidente.
Molti morti si sarebbero potuti evitare se l'H2S fosse stato bruciato invece che lasciato diffondere in atmosfera.

Sono passati dieci anni, e chissa' forse anche in Cina hanno imparato ad usare maggiore prevenzione.

Il messaggio e' che di H2S si muore, e che se questi sono morti stecchiti, per concentrazioni elevate respirare questa roba, a Viggiano, a Vasto, a Mantova o a Sircausa, bene non puo' fare.

Se puzza, gia' fa male.

Amen.

Per i benpensanti:

"If you can smell it, it's not safe"
James Dahlgren,  toxicologist UCLA.




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