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Wednesday, September 4, 2013

Dimezzate le aree da trivellare in mare?




Non e' ben chiaro se questa sia per davvero, o se come per tutte le cose c'e' il barbatrucco.

Non lo so. E prima di dire qualsiasi cosa, voglio vedere la bocciatura definitiva di Ombrina Mare, che cade a sei chilometri da riva. Tutto il resto e' propaganda.

Ad ogni modo, questo e' quello che dice il ministero dello Sviluppo Economico, oggi 4 Settembre 2013:

"Il Ministro ha firmato il decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi, in coerenza con le norme di legge approvate dal Parlamento nell’ultimo anno e con la direzione indicata dalla Strategia Energetica Nazionale.

Il decreto determina un quasi dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività offshore, che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati, spostando le nuove attività verso aree lontane dalle coste e comunque già interessate da ricerche di Paesi confinanti, nel rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza italiani ed europei.

In particolare, il decreto determina la chiusura a nuove attività delle aree tirreniche e di quelle entro le 12 miglia da tutte le coste e le aree protette, con la contestuale residua apertura di un’area marina nel mare delle Baleari, contigua ad aree di ricerca spagnole e francesi."

La notizia e' stata poi ripresa da Reuters, dal Wall Street Journal e da diversi altri siti di informazione, anche quelli specializzati in petrolio, che riportano i seguenti titoli di stampa. La cosa buona e' che anche se ci fossero trucchi strani, la notizia ha avuto eco sulla stampa internazionale, e gli investitori stranieri leggono quel che e' scritto, e cioe' che meta' dei mari italiani sono stati improvvisamente chiusi alle trivelle.

Ecco qui:



ROME, Sept 4 (Reuters)

Italy has sharply reduced the maximum area where off-shore
exploration for oil and gas is permitted, the Industry Minister said on Wednesday.
Industry Minister Flavio Zanonato signed a decree cutting to 139,000 square kilometres the total area allowed for new off-shore exploration drilling, from 255,000
square kilometres previously, a statement said.
"We are supporting the development of strategic national resources by concentrating hydrocarbon research and development in a few marine areas that have the highest potential and the least potential environmental impact," the minister said.


Mise/ Dimezzate zone marine per ricerca e produzione idrocarburi 
Il ministro dello Sviluppo cconomico Flavio Zanonato ha firmato il decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi, in coerenza con le norme di legge approvate dal Parlamento nell'ultimo anno e con la direzione indicata dalla Strategia energetica nazionale. Il decreto determina un quasi dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività offshore, che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati, spostando le nuove attività verso aree lontane dalle coste e comunque già interessate da ricerche di Paesi confinanti, nel rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza italiani ed europei. In particolare, il decreto determina la chiusura a nuove attività delle aree tirreniche e di quelle entro le 12 miglia da tutte le coste e le aree protette, con la contestuale residua apertura di un'area marina nel mare delle Baleari, contigua ad aree di ricerca spagnole e francesi. "Con questo provvedimento - dichiara il ministro Flavio Zanonato - sosteniamo lo sviluppo delle risorse nazionali strategiche, concentrando le attività di ricerca e sviluppo di idrocarburi in poche aree marine a maggior potenziale e minor sensibilità ambientale". "Il decreto - sottolinea infine-prevede l'impiego dei più elevati standard di sicurezza e di tecnologie di avanguardia nelle quali le aziende italiane detengono una posizione di leadership internazionale".




Italy Wednesday reduced by almost half the offshore areas where companies can explore and pump out hydrocarbons, despite having to spend billions of euros to import energy sources. Industry Minister Flavio Zanonato signed a decree that reduces to 139,000 square kilometres from 255,000 open to offshore oil and natural gas exploration and production activities, the ministry said in a statement. The areas that aren't off limits are away from Italy's coasts and are mainly concentrated where neighbouring countries have allowed such activities, it added. All new activities are forbidden on the Tyrrhenian Sea, which is on the west side of the peninsula, and within 12 miles of all coast lines and natural sea parks. The new measures "focus hydrocarbon exploration and development activities in a limited number of marine areas with higher potential and lower environmental impact," said Mr. Zanonato in the statement. A new area that has been opened up is the one next to the Balearic Islands, adjacent to where there are ongoing Spanish and French activities, the Italian ministry said. About 90% of Italy's gas needs are imported, mainly from Russia, Algeria and Libya. A similar percentage of oil is imported too.

 

1 comment:

Anonymous said...

Comunicato stampa di MEDITERRANEO NO TRIV

Il Ministro Zanonato dichiara di aver dimezzato le zone marine aperte alla ricerca di idrocarburi. Lo Ionio non si salva.

Il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato con un comunicato stampa del 4 settembre dichiara di aver firmato il decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi.
Si parla di quasi un dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività off-shore che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati.
Osservando la mappa allegata al comunicato si scopre però che il dimezzamento riguarda solo il mar tirreno e la zona marina prospiciente la Regione Veneto. Per tutte le altre regioni la situazione rimane sostanzialmente immutata e quindi, nessuna effettiva restrizione per le ricerche di idrocarburi nel mar ionio.
Forse l’esclusione di attività di ricerca off-shore per il tratto di mare della Regione Veneto rispetto al Golfo di Taranto trova spiegazione nelle parole del ministro Zanonato che con un passato da sindaco di Padova (Veneto) parla di concentrazione delle attività di ricerca di idrocarburi in poche aree marine a maggior potenzialità e minor sensibilità ambientale.
Quindi, il mar Ionio ha per il nostro Ministro dello Sviluppo Economico una minor sensibilità ambientale rispetto ad altri mari.
E che in Italia ci fossero figli e figliastri lo avevamo già capito quando avevamo diffuso la notizia di un decreto legge che disponeva il blocco delle trivelle off-shore nel tratto di mare del Veneto in virtù dell’applicazione del principio di precauzione.
In pratica un principio sancito per legge, ossia quello di precauzione che impone il divieto di attività industriale in assenza di studi scientifici in grado di escludere conseguenze negative per l’ambiente e la salute, è stato riconosciuto applicabile per inibire le ricerche di idrocarburi in alcune zone mentre in altre parti d’Italia si parla tranquillamente e impunemente di “zone a minor sensibilità ambientale”.
Quindi, possiamo non solo riconoscere in questo provvedimento una restrizione delle trivelle off-shore discriminatoria perché favorisce alcune zone e ne penalizza come al solito altre, ma la tempo stesso rimane il dubbio di una propaganda mediatica del Ministro ed ex Sindaco di Padova.
Il portavoce di MEDITERRANEO NO TRIV
Avv. Giovanna Bellizzi