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Thursday, August 28, 2008

L'ENI in Veneto


L'Eni possiede vari giacimenti di metano nel golfo di Venezia, nel Delta del Po e nei pressi di Chioggia. Ne abbiamo gia' parlato qualche giorno fa, e mi sono riproposta di indagare maggiormente.

La storia inizia nel 1951, quando una impressionante alluvione si abbatte' nel basso Veneto, il Polesine. Morirono 88 persone, e 200,000 furono gli sfollati. Nei successivi quindici anni si registrarono trentacinque casi di inondazioni lungo il delta del Po', e il terreno si abbasso' di tre metri e mezzo. Gli esperti dell'epoca giunsero alla conclusione che questo abbassamento - la famosa subsidenza - fosse dovuta ai vari pozzi di metano che puntellinavano la costa veneta dal 1937. Nel 1963 si decise allora per il bene del Veneto di smantellare tutti i pozzi. Si diede poi inizio a varie opere di bonfica, grazie alle quali sono piu' di quarant'anni che non ci sono piu alluvioni nel Polesine.

Storia finita?

No. L'ENI decide a meta' degli anni novanta di tornare alla carica, e domanda di poter aprire nuovi pozzi di metano nel golfo di Venezia. Il governo Berlusconi gli impone di presentare una valutazione di impatto ambientale, e nel 1999 il ministro dell'ambiente Ronchi, del governo d'Alema decide di vietare "ricerca e coltivazione" a dodici miglia dalla costa, ventidue chilometri, lasciando libera l'area piu' lontana. Nel 2002 il nuovo governo Berlusconi estende il diveto a TUTTO il golfo di Venezia, senza appello.

Fra il 1999 e il 2002 pero' la furba ENI riusci' a strappare un decreto dall'allora ministro dell'industria, Enrico Letta, che autorizzo' la presenza di due pozzi in prossimita' di Goro, in provincia di Ferrara e al di sotto delle 12 miglia previste dal decreto Ronchi. Naomi Pandora e Irma Carola: non sono ne' fotomodelle ne' porno star, sono i nomi dei due pozzi di idrocarburi che l'ENI piazzo' a Goro in barba alla legge della 12 miglia.

Negli anni 2002-2006 il pozzo Naomi diventa operativo: si estraggono 2,000 barili di petrolio al giorno. Pian piano torna a manifestarsi lo scontento della popolazione, il timore della gente, dei pescatori, degli operatori turistici, l'evidenza di nuovi pericoli di subsidenza. Nel 2006 i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico salgono sulla piattaforma Noemi, e la sigillano una volta per tutte. Sigillano anche alcuni pozzi sulla terraferma, a Comacchio in provincia di Ferrara e un altro pozzo marino a Ravenna perche' sospettati di causare la subsidenza.

Naturalmente gli avvocati dell'ENI urlano allo scandalo e affermano che subsidenza ed estrazioni hanno un nesso insignificante e che se fosse esistito, l’Eni avrebbe rinunciato da se alle trivelle. E poi ricordano che loro operano in acque internazionali. Che santi! D'altro canto, la Regione Veneto, Ferrara, Venezia, Rovigo, Comacchio, l'Ente del Parco del Delta del Po, i comuni polesani di Adria, Ariano Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Viro, Rosolina, Porto Tolle e Taglio di Po, nonche' una miriade di associazioni ambientali hanno applaudito l'operato dei carabinieri, e si sono costituiti come parte lesa nel processo all'ENI, a prescindere dal colore politico delle varie amministrazioni.

Il governo centrale tace.

Il maxi-processo e' fissato per il Novembre 2008. L'ENI e' accusata di tentata inondazione, disastro, danneggiamento e tentativo di danneggiamento di beni ambientali sottoposti a tutela (il Parco del Delta del Po). Tredici gli inquisiti fra cui l'amministratore delegato Vittorio Mincato e il suo predecessore Franco Bernabè. I nostri amici dell'ENI ora cercano di trivellare la Croazia.

Perche' riporto questa storia? Per vari motivi: innanzitutto perche' se in Veneto hanno potuto creare una legge che vietava prima le estrazioni a 12 miglia e poi a tutto il litorale Veneto, non vedo perche' non possiamo farla anche noi. Dobbiamo esigere dai nostri politici che si diano da fare in questo senso. Il nostro mare non bagnera' Venezia, ma e' nostro e deve essere protetto allo stesso modo, e tutto, da Vasto a Teramo. E poi se a Venezia vincono gli interessi della collettivita' piuttosto che quelli dei petrolieri, beh, si crea un precedente che ci aiutera' a proteggere tutte le coste italiane, comprese le nostre. Il sogno delle 100 miglia americane e' lontano, ma da qualche parte dobbiamo pur iniziare.

Fonti: Il Gazzettino di Rovigo, Ecoblog.it

4 comments:

Anonymous said...

Mi auguro che siamo tantissimi i visitatori di questo blog messo a disposizione dalla “ammirevole” Prof.ssa, mi auguro pure che ogn’uno di noi fa tutto il possibile per renderlo ancora più efficace, mi permetto di dare qualche consiglio, ma spero che non ci sia bisogno: il giorno 27, l’altro ieri, l’on. Mastella è venuto ad Ovindoli per dare il suo contributo per il rafforzamento del centro, cioè mettersi come l’albero del melo al centro del paradiso, sa benissimo che i vari adamo ed eva andranno a prendersi la loro mela, facile facile; lo stesso giorno io sono andato nella Val Roveto, mi sono fermato ad un ristorante a Capistrello, a conduzione famigliare, ( Madre, Figlio e Figlia) alla fine del pranzo ho iniziato un discorso sulla bellezza del luogo, anche loro erano entusiasti di averlo potuto conservare, gli ho parlato della raffineria di Ortona e dei pozzi che si dovranno realizzare lungo il nastro tratto di costa, loro non sapevano nulla, la bambina di dodici anni è rimasta ad ascoltarmi attentamente, gli sembrava impossibile che potesse succedere una cosa del genere, quando gli ho detto che gli regalavo 3 DVD del ritorno di Attila che illustrava benissimo l’argomento ( ho sempre una decina dentro l’auto), la Mamma, per ricompensa, mi voleva offrire il pranzo gratis che io non ho accettato, la ragazzina mi ha preparato ed offerto un caffè e mi ha promesso, spontaneamente, che portava il DVD a scuola e lo faceva vedere ad alcuni Professori che anche loro si interessano della conservazione dell’ambiente, a quel punto gli ho consigliato di guardarsi il DVD, tre volte di seguito per poterlo illustrare meglio ai suoi amici, al suo si gli ho fatto una bella carezza sul viso ed ho accettato il caffè gratis.
So benissimo che non potranno essere di aiuto per protestare contro la realizzazione della raffineria di Ortona, ma potrà far riflettere i Genitori nelle prossime votazioni.
Consiglierei di distribuire questi DVD, gratuitamente, davanti le Scuole, io, sono pronto a dare anche un contributo economico.

Anonymous said...

che ne dite di un po' di radioisotopi?

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78507

Anonymous said...

...purtroppo sono tornati di nuovo all'attacco! :(

sz@libero.it

Anonymous said...

http://www.ilgazzettino.it/articolo_app.php?id=17869&sez=NORDEST&npl=&desc_sez=

sz@libero.it