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Tuesday, July 6, 2010

L'ENI sulle faglie sismiche di Sulmona




Non finiscono mai di stupirci.

Del tubo di Sulmona abbiamo gia' parlato qui: un progetto ENI (e chi altri senno'?) di fare passare il metanodotto SNAM da Brindisi a Minerbio (in Emilia Romagna) attaraverso l'Abruzzo, l'Umbria, le Marche e la Puglia. Maggiori notizie giungono dai Cittadini per l'Ambiente di Sulmona.

Il tubo non sara' per il beneficio degli italiani, perche' servira' solo per farci passare il gas degli inglesi. La British Gas lo compra in Nord Africa e se lo porta in UK. Per risparmiare ci vengono a costruire questo bel tubo sul nostro appennino, perche' ovviamente costruire il tubo su terraferma e' piu' facile che metterlo sottacqua. Ovviamente chi ci guadagna e' anche l'ENI che prendera' i soldi della gestione del tubo.

Alla gente nada, solo consumo di territorio, zone protette per la loro biodiversita' invase da strutture industriali, e pericoli sismici. Prostituiamo il nostro fragile territorio per niente, per il gas degli inglesi, per il petrolio degli americani, per i cavi del montenegro.

Il tubo in questione attraversera' la piana di Navelli, Sulmona, Pacentro, Pratola Peligna, Corfinio, Roccacasale, Popoli. E strada facendo un bella faglia sismica, detta Morrone. E poi si continua per Norcia, Cascia, Preci, Foligno, Colfiorito, Sellano in Umbria. A Sulmona anche la centrale di compressione, per spingere il gas lungo il tragitto.

Fanno quasi 170 km in territorio altamente sismico: i terremoti recenti in Umbria, i terremoti recenti in Abruzzo non hanno insegnato nulla, ne ai politici, ne all'ENI, ne alla SNAM.

Intanto Daniela Stati e Gianni Chiodi tacciono sul tema, come hanno taciuto sul petrolio, come tacciono sull'elettrodotto dall'Abruzzo al Montenegro. Evviva!

Oleodotti, metanodotti, elettrodotti. Siamo tutti dei "dotti" per il transito di merci, petrolio, energia, risorse per il beneficio di altri.

Fa piangere.

Me lo sono gia' chiesto mille volte, ma la domanda che mi faccio e' sempre la stessa: ma che li abbiamo votati a fare questi personaggi se non sono capaci neppure a preservare quello che abbiamo? Come ci aspettiamo che MIGLIORINO l'Abruzzo se non sanno neppure proteggerlo?

Ecco allora cosa succede in giro per il mondo. Ovviamente, la presenza di metanodotti normali sono utili alle persone, e sono rischi compensati dal fatto che ci arriva il gas nelle case. Ma che vantaggi abbiamo nel costruire sul NOSTRO suolo centrali mega galattiche per il gas dei britannici e per l'ENI????

Ecco qui da youtube - basta solo digitare "explosion gas" e viene fuori di tutto. Qui solo un po di quelli che ho trovato.

E noi italiani ci vogliamo mettere questi rischi in casa per farci passare il gas dei britannici?

Scoppio di conduttura gas in Calabria (Febbraio 2010):



Scoppio di conduttura di gas a Mosca (Maggio 2009):




Scoppio di conduttura di gas a Durnham Woods (New Jersey, USA 1994):



Scoppio di conduttura di gas a Appomattox (Virginia, USA 2008):



Scoppio di conduttura di gas a Pecan (Texas, USA 2010)



Scoppio di conduttura di gas a (Texas, USA 2007)



Scoppio di conduttura di gas a Dallas (Texas, USA 2010)



Scoppio di conduttura di gas a Shrewsbury (UK, Gennaio 2010):





Scoppio di conduttura di gas in Maryland


Watch CBS News Videos Online

Scoppio di centrale di gas in Utrecht (Olanda, Giugno 2010)

1 comment:

davide said...

nonsoloscoppi!

vi riporto un aggiornamento circa lo stravolgimento della corrente del golfo a causa dello scoppio in louisiana,basato su un modello matematico di un ricercatore italiano.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/07/06/visualizza_new.html_1850250870.html


Marea nera, stravolto l'equilibrio naturale
Secondo uno studio italiano la chiazza di petrolio avrebbe bloccato la corrente del Golfo del Messico, vale a dire uno dei motori che contribuisce a riscaldarla


ROMA - La marea nera del Golfo del Messico ha "spezzato" la Loop current, una delle principali componenti della Corrente del Golfo e uno dei motori che contribuisce a riscaldarla. Lo segnala uno studio italiano, secondo il quale è impossibile prevedere come si evolverà la situazione, ma se questo processo proseguirà, potrebbero esserci serie conseguenze per la Corrente del Golfo, la corrente calda che percorre l'Atlantico fino al Nord Europa.

La ricerca, pubblicata sul sito dell'Associazione Geofisica Italiana, dell'Istituto di Scienze atmosferiche e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr), è stata condotta dal fisico teorico Gianluigi Zangari, dei Laboratori Nazionali di Frascati dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

Il ricercatore ha analizzato i dati dei satelliti americani ed europei per l'osservazione della Terra (Jason, Topex-Poseidon, Geosat Follow-On, Ere-2 ed Envisat) in collaborazione con l'Università del Colorado e utilizzando un sistema di calcolo sviluppato e brevettato dallo stesso Zangari nei Laboratori di Frascati nel 1999. Nei giorni scorsi nel Golfo del Messico la marea nera aveva cominciato a formare un vortice che adesso ha raggiunto dimensioni notevoli e che si è completamente separato dal resto della corrente. "Si è rotto un equilibrio nato in milioni di anni", ha osservato Zangari, e "se non si ricostituirà la Corrente del Golfo, potrebbe subire conseguenze irreparabili".