.

.

Thursday, April 7, 2011

La BP e delfini morti nel golfo del Messico



Ci si e' chiesti fin dal primo giorno se la BP dicesse la verita' sui danni ambientali causati dallo scoppio del suo pozzo un anno fa. Diversi reporter hanno parlato della BP che voleva impedire che venissero fatte foto di animali morti, moribondi o sfigurati dal petrolio o che la BP non volesse gli scienziati indipendenti "fra i piedi".

Hanno trattato male le persone, figuriamoci come trattano gli animali.

Un articolo pubblicato in data 30 Marzo 2011 nella rivista "Conservation Letters" afferma ora che il numero di cetacei morti a causa dello scoppio del pozzo di petrolio della BP potrebbe essere molto maggiore di quanto finora ritenuto.

Gli autori, provenienti da varie universita' americane e canadesi, sono tutti noti ricercatori sulla vita dei cetacei e uno di loro ha anche realizzato dei documentari.

In generale la dannosita' di scoppi petrolieri e' misurata dal numero di animali marini e di uccelli uccisi.

Nel caso dello scoppio del pozzo BP sono stati ritrovati "solo" 101 mammiferi marini uccisi dal giorno dello scoppio fino al 7 Novembre 2010, in maggior parte delfini e balene.

Potrebbro sembrare pochi, ma questi sono solo quelli ritrovati. E' importante avere cifre esatte di quanti esemplari siano morti per tanti motivi, non da ultimo per presentare il conto alla BP quando sara' l'ora.

Nello studio si analizzano le mortalita' precenti nella zona e si arriva alla conclusione che per il golfo del Messico il numero di cadaveri recuperati e' del 2% del numero attuale di animali morti. Recuperati 100 cadaveri dunque, si giunge alla stima che i mammiferi uccisi potrebbero essere stati circa cinquemila.

Aggiungono che balene e delfini sono altamente sociali e che le sostanze chimiche e i dispersanti usati per "pulire" il golfo hanno potuto causare danni ad intere colonie e continuare ad avere effetti nefasti a lungo termine.

Per fare un esempio, dopo lo scoppio della petroliera Exxon-Valdez del 1989 il numero di balene e' diminuto del 40% nella zona e quelle che sono rimaste sono sterili.

Nessuna di quelle balene d'Alaska si e' piu' riprodotta dopo l'incidente di 22 anni fa.

Intanto i delfini continuano a morire nel golfo del Messico.

Proprio oggi viene confermato che altri otto delfini ritrovati morti lungo le coste del golfo del Messico erano pieni di petrolio targato BP.

Altri ventiquattro feti di delfini morti sono stati ritrovati lungo le spiaggie dell'Alabama e del Mississipi nel solo mese di Febbraio. E se si includono Louisiana e Florida il numero giunge a 60 nei soli mesi di Gennaio e Febbraio 2011.

E' il numero piu' grande di delfini abortiti o morti subito dopo la nascita negli scorsi 20 anni.

Moby Solangi, direttore di un istituto per gli studi di mammfieri marini afferma che sono numeri non normali. Di solito gliene capitano uno o due all'anno. Dice che molto probabilmente il tutto e' dovuto allo scoppio petroliferi dell'anno scorso, che i delfini hanno mangiato pesci contaminati e che questo ha potuto causare problemi riproduttivi.

Dice che se muoiono i delfini, c'e' da preoccuparsi anche per tutto il resto della catena alimentare.

La cosa triste e' che la maggior parte dei delfini morti sono appena nati o feti, concepiti proprio all'epoca dello scoppio, visto che il periodo di gestazione dei delfini e' di circa 11 mesi.

Le mamme all'inizio non sanno che i loro piccoli sono morti, e cosi continuano a danzare e a coccolorare i loro figli gia' cadaveri, in uno spettacolo spezzacuore.

Anche a Vasto ci sono i delfini.

Lasciamoli vivere.



Carcassa di delfino BP.

12 comments:

Anonymous said...

MR sei per noi una persona speciale e una salvezza! un'abruzzese

Anonymous said...

quanto vorrei che quest'articolo fosse letto da tutti, ma proprio tutti, a partire dai responsabili BP.
Chi potrebbe restare indifferente a una cosa del genere? è così struggente la mamma delfino che coccola il suo piccolo ormai defunto... lo fa perchè è troppo innaturale la morte di un neonato, è inaccettabile anche per il mondo animale. Spero che a qualcuno riemerga una coscienza... Se questi sono uomini!

davide said...

che tristezza
la cosa più allarmante è che il deminatore comune di tutte questo inquinamento (petrolio e non solo)sia sempre malformazione o moria dei feti.
l'inizio della fine,
se non si fermano questi sistemi di morte :-(

Anonymous said...

Paragonare Vasto al Golfo del Messico è pura demagogia e ipotizzare un incidente simile è puro terrorismo mediatico. La dott.sa D'Orsogna se è onesta dovrebbe ammettere che non è ipotizzabile un incidente come quello accaduto alla BP. A Vasto ci saranno 60-70metri d'acqua, in Messico 800-900.

maria rita said...

All'anonimo - chissa' perche sono sempre anonimi! - vorrei dire una sola parola:

Piattaforma Paguro.

Ravenna. 1965. 3 morti. 3 mesi di idrocarburi. A 15 chilometri da riva.

Un paese che non ricorda la sus storia e' condannato a rivivera.

Anonymous said...

siamo anonimi perché in queste discussioni chi è fuori dal coro viene massacrato dai paladini dell'ambiente, cmq riguardo il Paguro intanto era gas sostanza volatile non liquida come il petrolio che eruttò ad alta pressione e si incendiò bruciando e poi parliamo di più di 40 anni fa, agli albori della perforazione oggi le tecnologie del settore hanno 40 anni e passa di esperienza, la sfido a trovare un incidente degli ultimi 20 anni. E cmq cara dott.ssa perchè non risponde alla mia semplice domanda. E' stata mai su una piattaforma a vedere come si lavora? Se no, allora devo dedurre che tutte le sue battaglie e le sue argomentazioni sono teoriche non verificate sul campo.

maria rita said...

Ah allora siamo piu' tranquilli perche' era gas ed era 40 anni fa.

Dagli errori del passato si impara e non li si dimentica

Nello stesso periodo di Paguro scoppio' una piattaforma a Santa Barbara. Uguale dinamica - vicino alla riva, con forti rilasci di petrolio.

Da allora e per precauzione NON E' STATA PIU' MESSA UNA TRIVELLA NEL MARE DI CALIFORNIA.

In Italia trivelliamo un po a casaccio, va bene tutto.

Ma lei e' un impiegato petrolifero. Cosa vuole che io le dica? Lei fa gli interessi suoi. Io no.

Anonymous said...

Sono d'accordo con lei, abbiamo imparato dalla Paguro e abbiamo imparato così bene che non si sono più avuti incidenti visto che non mi ha citato incidenti degli utlimi anni. Trivellare a casaccio cosa significa. Non crdo venga fatto a casaccio, in quanto tirvellare costa e credo nessuno voglia spendere soldi a caso. Ma le costa così tanto ammettere che non è mai stata su una piattaforma. Certo lavoro per un azienda petrolifera e difendo il mio interesse che è quello di conservare un posto di lavoro e mantenere la mia famiglia. Il suo interesse invece qual'è? Non mi cada nella demagogia però citando la salute l'ambiente ecc... visto che nonostante il progresso vada avanti compreso centrali nucleari e altre cose pericolose e inquinanti, la vita media si allunga sempre, ergo progresso e miglioramento della qualità della vita non sono incompatibili.

maria rita said...

Ne ho letto a sufficenza, e mi fido molto di piu' di: Sierra Club, National Defence Resource Council, Nature Conservancy, Oceana e tutte le altre associazioni che lottano per la sal;ute del mare che di lei.

Mi fido di piu' dello stato della CA e della Florida che vietano le trivelle a 160km da riva che di lei e della sua propaganda.

Come gia' detto lei ha i suoi interessi da difendere io no. Sono libera.

PS: Non rispondo piu' ho da fare. Le lascio l'ultima parola, signor trivellatore anonimo.

maria rita said...

Ne ho letto a sufficenza, e mi fido molto di piu' di: Sierra Club, National Defence Resource Council, Nature Conservancy, Oceana e tutte le altre associazioni che lottano per la sal;ute del mare che di lei.

Mi fido di piu' dello stato della CA e della Florida che vietano le trivelle a 160km da riva che di lei e della sua propaganda.

Come gia' detto lei ha i suoi interessi da difendere io no. Sono libera.

PS: Non rispondo piu' ho da fare. Le lascio l'ultima parola, signor trivellatore anonimo.

Anonymous said...

Non le ho chiesto di fidarsi di me ma di se stessa. Ma non essendo mai andata su una piattaforma non può farlo e deve fidarsi della parola degli altri. Cosa c'entra la California. Essendo una studiosa sa benissimo che non è paragonabile al mare Adriatico e alla costa abruzzese, ci sono enormi differenze morfologiche di fauna di terreni ecc,,, Prima di lasciarla alle sue faccende abbia la buona creanza di rispondere a una delle mie domande visto che le ha dribblate tutte. Basta un si o un no. E' mai stata su una piattaforma a vedere come si lavora?

paola said...

all'anonimo.... visto che ha figli, visto che in nome loro difende colossi che sicuramente non hanno a cuore la salute dei suoi figli, nè quella dei nostri, ma ben altro; visto che contro tutte le evidenze, e a mio parere invano, sminuisce la gravità dei disastri avvenuti in tutto il mondo a causa degli "incidenti di percorso";
mi permetto di farle una domanda: cosa racconterà ai suoi figli, o meglio ai suoi nipoti quando le chiederanno chi, come e perchè si sia sentito in diritto di abusare della terra in questo modo? pensa davvero di poterli convincere che è stato fatto il possibile per consegnargli una terra sana almeno quanto quella che sta ospitando lei adesso? Bhè... io le auguro di avere tanta fantasia quando sarà il giorno di fare i conti con la sua coscienza. e con la salute dei suoi cari soprattutto.
paola