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Wednesday, October 7, 2009

La piattaforma Montara: due mesi e mezzo di petrolio, una class action di pescatori indonesiani





Questa storia del pozzo Montara e' del 2009.

Cioe' da prima che in Italia si parlasse a grande scala del petrolio, e da prima pure dello scoppio nel golfo del Messico.

Ma lo stesso fu un episiodio orrendo di una piattaforma -- Montara -- che scoppio', si incendio' e sputo' petrolio senza sosta per 70 giorni fra i mari fra Australia e Indonesia. Finirono in mare 300 mila litri di petrolio.

Fu il piu grande disastro ambientale d'Australia.

La ditta responsbile si chiama PTT Exploration & Production Australasia ed ha sede in Thailandia.

E adesso, sette anni dopo, si prepara ad una class action da parte di 13,000 pescatori indonesiani
che hanno chiesto alla corte di Sydney di essere risarciti a causa delle loro vite spezzate dal petrolio.
Chiedono 150 milioni di dollari, poco piu di diecimila dollari a testa.

Nella causa dicono che la PTTEP ha cercato di risparmiare sui costi, per questo mettendo a rischio la vita delle persone e il sostentamento di decine di pescatori.

Ma la PPTEP Australasia dice che e' tuttapposto, che accettano le proprie responsabilita' ma che non ci sono stati impatti in Indonesia: e' troppo lontana e quindi e' tuttapposto. Secondo loro il petrolio e' rimasto intatto nei mari di Australia e in Indonesia non ci e' arrivato manco per niente. Dicono infatti che “PTTEP Australasia maintains its position, based on extensive independent scientific research overseen by the Australian government, that no oil from Montara reached the shores of Indonesia or Australia and that no long-term damage was done to the Timor Sea environment

Finora, la ditta in questione, nonostante il petrolio finito in mare, ha dovuto pagare solo 387mila dollari per l'incidente. Nel 2012 infatti si e' dichiarata colpevole di avere causato l'incidente. 

Vediamo come va a finire.


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10 Luglio 2009

Mentre leggevo il progetto per trivellare il mare di Ortona con il pozzo Elsa2 ricordo che la ditta proponente - la Vega Oil - diceva che i rischi di incidenti sono bassi, e che in base ai loro "calcoli" il loro pozzo sara' praticamente una botte di ferro. Si dice che le piattaforme nuove sono meglio di quelle vecchie e le tecniche nuove ipersicure. Sara'. Intanto pero' basta un solo incidente, uno solo, per distruggere un intero ecosistema.

Qualcuno ha mai sentito parlare del pozzo petrolifro esploso nell'oceano indiano, a meta' strada fra Timor ed Australia, in data 21 Agosto 2009? Si chiama piattaforma Montara. Credo che nessuno ne abbia sentito parlare perche' i media italiani non ne hanno discusso, o almeno io non ho letto nulla in proposito. E' il peggior disastro petrolifero d'Australia, che pure ne avuti tanti di problemi di trivelle in mare.

A tutt'oggi 8 ottobre 2009 il pozzo e' ancora in fase di rigetto di petrolio. Un incidente che dura da un mese e mezzo! Si parla di circa 3,000 barili al giorno che escono dalle viscere della terra in mare aperto e senza che nessuno possa farci niente. 3,000 barili di petrolio sono circa 500,000 litri di petrolio. Al giorno. Secondo la classificazione della Costa Marina americana qualsiasi cosa al di sopra dei 400,000 litri e' un disastro ambientale. Questi e' come se ne avessero uno al giorno.
Petrolio in mare, fumi tossici, scie chimiche. Per un mese e mezzo.

In totale finora fanno circa 25 milioni di litri di petrolio.

La scia di robaccia e' arrivata dal mare aperto fino ad una riserva marina detta di Cartier Island. Tutti i tentativi di bloccare la fuoriuscita di petrolio sono falliti.

Intanto il petrolio e' arrivato sull'isola di Timor, vicino all'Indonesia e a circa 130 chilometri dal pozzo. Alcuni pesci morti sono arrivati in riva, la gente li ha mangiati e si sono sentiti male, con irritazione alla pelle e nausea. Non sapevano nulla dello scoppio della piattaforma nell'oceano.

Alcuni pescatori invece raccontano di avere visto macchie di pesci morti su tutto l'orizzonte mentre erano fuori con le loro barche e che al largo il mare era tutto puzzolente. Inutile dire che la pesca e' collassata in quella zona. Anche qui pero' i petrolieri e qualche politico cercano di minimizzare tutto dicendo che i pesci muoiono per altre cause e che e' tutto sotto controllo.

La piattaforma esplosa era nuova di zecca ed era nel bel mezzo dell'Oceano.

E se questo succedeva a Pineto? Alle isole Tremiti? ad Ortona? a Rospo Mare?


Fonti: Skytruth, No rigs, The Irregular Times, The Jakarta Post, Radio Australia

7 comments:

supertramp said...

Continuano le richieste di perforazioni petrolifere in Abruzzo

Un'azione corale dovuta alla grinta e determinazione della scienziata Maria Rita D'Orsogna, che ha saputo unire tante realta' diverse, ma unite dalla stessa preoccupazione di salvare il patrimonio naturale dell'Abruzzo per le generazioni future.

fonte:
http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/Pescara/21510/Continuano_le_richieste_di_perforazioni_petrolifere_in_terra_e_in_mare_d_abruzzo.html

FR:D said...

è tutto sotto controllo! quante altre volte dovrò sentirmi ripetere questa frase?

giosuè said...

ENERGIA NUCLEARE PRODOTTA DAL FERRO

Energia nucleare dal ferro: potrebbe rappresentare una svolta epocale la scoperta di un ricercatore abruzzese del Consiglio nazionale delle Ricerche, il professor Fabio Cardone, presentata a Chieti nell'ambito del Forum su 'Energia e ambiente, sostenibilita' del sistema' che si e' svolto nell'auditorium dell'Universita' D'Annunzio

Poche centinaia di grammi, ha detto, hanno prodotto energia nucleare equivalente a diversi chili di uranio. Soprendente anche l'esito della reazione nucleare: l'energia prodotta e' stata di altissima qualita' e le scorie sono residui di ferro, assolutamente prive di radioattivita'

fonte:
http://www.newsbox.it/notizia.asp?id=4958

per maggiori informazioni c'è questo PDF:
http://www.onne.it/CARDONE_Nucleare_pulito.pdf

supertramp said...

PTTEP attempts to bring the Montara leak under control

Following the crude oil and gas leak incident which occurred on August 21, 2009 at 0530 (Darwin time) at Montara development in the Timor Sea, PTTEP Australasia, a subsidiary of PTTEP, is acting quickly to disperse the oil slick in the sea and to bring the leak under control.

fonte:
http://www.pttep.com/en/newsDetail.aspx?ContentID=285

giosuè said...

qui ci sono gli aggiornamenti della catastrofe ambientale, alla faccia della nostra stampa che non ne ha riportato neanche un rigo!

http://www.au.pttep.com/news_mediareleases_step3.asp

Anonymous said...

cara maria rita,
è in atto una sequenza sismica simile a quella de L'Aquila nei pressi di Cassino.
Sei a conoscenza di estrazioni petrolifere nella zona?
La profondità dei terremoti è bassa come quella dei terremoti aquilani.

Lorenzo said...

Seguendo l'idea di questo post:
http://blog.skytruth.org/2009/10/offshore-drilling-spillustrations.html

Ho confrontato la macchia più grossa con l'Abruzzo.

Qui c'è il risultato:

http://allegriadinaufragi.blogspot.com/2009/10/la-sicurezza-delle-estrazioni.html

ciao da lorenzo