.

.

Tuesday, July 20, 2021

L'Economist: il MITE di Cingolani ricevera' 70 miliardi di euro. Solo il 16% combattera' i cambiamenti climatici


Un mese fa circa, l'Economist (e non la D'Orsogna) ha scritto un interessante articolo sull'ambiente d'Italia sotto Mario Draghi e sotto l'amico Roberto Cingolani,  Ministro della Transizione Ecologica.

A suo tempo non ci pensai troppo, perche' non potevo immaginare che Mr. Cingolani approvasse ogni trivella che gli capitasse sottomano, e volevo credere alla sua missione "transitoria". 

L'Economist apriva l'articolo con un po di critica verso Cingolani, visto che nella sua storia personale e professionale non c'e' nulla che sappia di ambiente. Anzi l'Economist diceva che e' stata una nomina del tutto inaspettata, visto che Cingolani proviene dal mondo della difesa e che non e' mai stato un "eco-warrier",  un guerriero per l'ambiente. 

Ipse dixit. 

Evidentemente questo si aspettava l'Economist da Draghi: un ministro guerriero per l'ambiente.  Qua mi sa che c'abbiamo un ministro guerriero per l'ENI!

Cingolani risponde che lui "ha insegnato un corso per la sostenbilita'" e che il nuovo ministero e' cosi ampio nelle sue competenze che nessuno puo', poveri noi, essere un esperto su tutto.

Ad ogni modo, l'Economist tira fuori un po di numeri: in Italia ci saranno da spendere 235 miliardi di euro come parte di stimoli post-pandemia. 

E' una cifra enorme. Per la maggior parte sono fondi europei, anche se ci sara' una quota consistente di denaro nazionale. L'Italia ricevera' piu' fondi dall'Europa qualsiasi altra nazione dell'UE. 

A Cingolani e al suo Ministero andranno 70 miliardi di euro. Altra cifra da capogiro.

L'Economist allora giustamente si chiede: come spendera' l'Italia questi quattrini (europei)? 

Cosa sara' fatto per l'ambiente da Cingolani, il non-eco warrior, viste le direttive di tagliare le emissioni di gas serra del 55% sotto i livelli del 1990?

Mistero della fede.

Cingolani parla di vaghi progetti per la decarbonizzazione e di "superbonus" per migliorie in casa per l'efficenza energetica. Questo costera' circa 14 miliardi di euro e al massimo andra' ad intaccare il 20% delle emissioni di gas serra.

Invece nel suo programma non c'e' niente per l'industria e gli uffici di lavoro, che invece contribuiscono alle emissioni di gas serra per l'80% del totale.

Aggiungiamo che Mr. Cingolani ha approvato una dozzina di trivelle in giro per l'Italia e si vede proprio che qualcosa in questa artimetica non torna, no?

Intanto due gruppi ambientali tedeschi, a cui non sfugge niente, hanno messo su un contatore di previsione di spesa nazionale e di impatto sull'ambiente. Secondo le loro previsioni, solo il 16% di questi fondi europei in Italia sara' speso in progetti che fermeranno i cambiamenti climatici. Il sito si chiama Green Recovery Tracker.

L'Economist ricorda anche il gruppo di scienziati e di associazioni, circa 200 in tutto, che hanno protestato contro il governo perche' non sta facendo abbastanza per le generazioni future. 

E la mobilita' elettrica?  

Non molto neanche qui. In Italia, contrariamente a quanto non si credi, solo un viaggio su 10 occorre su ferrovia. Per la maggior parte accade tutto in automobile. Ed infatti ci sono in Italia 663 macchine su 1000 abitanti contro i 574 in Germania ed i 482 della Francia. Ci supera solo il Lussemburgo. Siamo una nazione di amanti dell'automobile.

E quindi sarebbe eccellente fare qualcosa anche sul piano del trasporto oil-free privato. Ma nel piano di Cingolani, secondo l'Economist, soltanto una piccola parte dei costi necessari per la mobilita' elettrica sara' stanziato. 

7 miliardi di euro andranno a treni e autobus, ma solo 700 milioni per colonnine di ricarica per automobili elettriche e/o per incentivarle. Troppo poco.

Altre cifre: l'obiettivo per l'Italia del 2030 e' di generare 70 GW di energia rinnovabile. Il che significa circa 8 GW di crescita annui. Siamo invece, ahime, a 0.8 GW. Un decimo. 

Cingolani dice che non si possono facilitare permessi e alleggerire la burocrazia altrimenti arriva la mafia. E aggiunge che non vuole esagerare con le rinnovabili perche' questo causera' disturbi al bellissimo paesaggio italiano.

Certo, c'e' un che di vero in tutto questo. 

Ma le trivelle?

Alle trivelle -- o devo dire all'ENI? -- non possiamo dire di no.

 

Saturday, July 17, 2021

A Roberto Cingolani: le trivelle sostenibili non esistono





 

 

Questi sciaurati, che mai non fur vivi

Inferno, Canto III 

Caro Roberto Cingolani:

vedo il suo invito alla cittadinanza italiana a commentare su dove poter fare operazioni di "coltivazione di idrocarburi in Italia in modo sostenibile". 

Rido? Piango? Dove trivellare in modo sostenibile? Eeeh?

La risposta e' semplice; DA NESSUNA PARTE. 

Punto e fine.

E visto che ci siamo: lei, in qualita' di ministro, e' una vergogna per l'Italia. Non ci sono altre parole.  Lei, la sua ignoranza, la sua stoltezza, sono una vergogna e una disgrazia per il paese e per il futuro di questa nazione.

Ma quella laurea in fisica (e ce l'ho pure io) non le ha insegnato niente? Non le ha insegnato a guardare alla cose in modo distaccato, lucido, intelligente? A considerare causa ed effetto, a ragionare, a pensare, a trovare soluzioni logiche e creative? 

E il suo di ruolo di Ministro non le fa vedere le cose con un pizzico di amore, di compassione, di lungimiranza per il futuro?

Ma poi, di quale Transizione Ecologica e' ministro lei? Perche' finora tutto quello che lei ha fatto e firmato poteva essere fatto e firmato dal Ministro del Petrolio e non della Transizione Ecologica.

Possibile che lei non riesca nella sua testa a vedere la linea netta, limpida, chiara che sussiste fra trivellare e tutto il pandemonio climatico che si agita nel mondo?

In Germania sono sommersi dall'acqua, la Siberia arriva a temperature record, la California brucia, gli animali muoiono senza tregua dall'India all'Australia. Ogni tanto arrivano anche in Italia alluvioni, incendi, calure record.

E lo sa perche' succede questo? PERCHE' CONTINUIAMO A TRIVELLARE. E lei questo dovrebbe saperlo perche' il suo ruolo, per il quale viene pagato profumatamente, e' quello di trovare soluzioni alle trivelle e per mitigare i cambiamenti climatici.  Degli accordi di Parigi lei ha mai sentito parlare?

E non ci vuole nemmeno la laurea in fisica per capire che trivellare significa inquinare e stravolgere il clima, ci vuole solo il buonsenso, l'amore per l'ambiente, per l'Italia, per il futuro.

Ma come ci pensa lei a propinare ad una nazione intera la mega balla delle trivelle sostenibili? 

Interessante che prima lei parlava solo di gas naturale, adesso e' tutto assieme, petrolio, gas, come se fossimo ancora al 1960! Pero' siamo sostenibili! Fa ridere sentire queste cose nel 2021. Fa ridere che lei e il suo entourage possiate credere che la gente e' scema e ci crede.

Ma poi cos'e' una trivella sostenibile? Ce la definisca, prego.

Una trivella che tira petrolio che si rigenera? 

Petrolio che quando lo estrai, bruci, raffini, respiri, tira fuori profumo di montagna? 

Che fa abbassare la temperatura del globo?

Ma quali che saranno le sue parole (o il suo silenzio) la risposta e' una sola: le trivelle sostenbili non esistono. E lo sappiamo tutti.

E la sa pure lei, e quindi io non posso che chiedermi una domanda diversa: Ma lei e' in malafede? Ma lei e' acciecato da interessi piu' grandi di lei? 

E chi?

ENI? Renzi? Draghi? Descalzi?

A chi risponde lei nel propinarci queste balle?

Le rammento che i ministri in teoria dovrebbero fare gli interessi del popolo italiano. 

Il popolo italiano, per la stragrande maggioranza, non ne vuole sentire parlare di trivelle.

Sa cosa vuole il popolo italiano? Il popolo italiano vuole piu' alberi, vuole piu' bellezza, vuole piu' risparmio energetico, la possibilita' di mobilita' elettrica, energia rinnovabile, aria pulita, ambiente pulito. Il popolo italiano e' stanco di quello che l'industria pesante, incluse le trivelle, hanno fatto all'ILVA, a Viggiano, a Gela, a Falconara, a Busalla, a Marghera, o nella Pianura Padana soffocata dall'aria malsana, e per cui non ci sono mai stati seri ripristini ambientali.

E sa cosa vorrebbe ancora il popolo italiano? Un politico illuminato che avesse il coraggio di fare quello che in pochi hanno fatto e di dire: BASTA NUOVI PERMESSI DI PETROLIO E DI GAS in tutta Italia.  Il popolo italiano sogna una classe politica preparata, di cui ci si possa fidare che stanno facendo gli interessi della nazione e non di ENI, o personali o alla ricerca di poltrone e privilegi.

 Ogni nuova trivella oggi significa ancora 30 anni in piu' almeno di petrolio, gas, infrastruttura, tubi che perdono, inquinamento, puzze, morte e CO2.  

E certo che si puo' dire di no ai nuovi permessi.  L'ha fatto la Nuova Zelanda, l'ha fatto la Danimarca, l'ha fatto la Francia. Lo puo' fare anche l'Italia se non ci fosse questa cieca sudditanza all'ENI e ai suoi compari, governo dopo governo.

Ma poi, lei si rende conto di cosa ci sta chiedendo?

Lei sta chiedendo agli italiani di individuare aree dove fare trivelle in Italia,  mettendo cittadino contro cittadino. Un paese densamente abitato, di turismo, e di bellezza. Secondo lei che ne sara' della Basilicata gia' martoriata con questo assurdo "referendum"? Sicuramente saranno votati al martirio! E quindi e' come se lei stesse chiedendo a una famiglia quale figlio sacrificare!

Ma aspetti che vado a guardare da dove viene lei. 

Ah vedo, lei e' di Milano. E' sempre cosi, quelli che decidono lo fanno sempre da un posto piu figo e piu' "ecologico" rispetto invece a chi deve vivere all'ombra delle trivelle e dei fumi tossici. E allora, come ho sempre detto, parta e ci dia l'esempio. Sia il primo a offire il giardino della sua villa nella Milano da bere o nel suo lussuoso laboratorio a Genova per farci le trivelle. O anche la sua villetta al mare. O dove lei va a sciare. Un posto insomma che le sta a cuore.

Vada, trivelli solo li, e poi ci dica quanto sostenibili sono queste trivelle di casa sua.

Io sono schifata da questo operato, da chi l'ha messa li a fare il ministro, e mi dispiace che una persona con tutto questo potere scelga di non usarlo per fare cose buone, e utili, e coraggiose e che invece serpenteggi ai piedi di una piattaforma.