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Monday, August 8, 2011

Gli oleodotti dell'ENI a Taranto


Sversamento di petrolio a Taranto - meglio nota come "irridescenza"


Qualche giorno fa l'ennesimo incidente petrolifero d'Italia, a Taranto, anche se la stampa nazionale non ne parla.

Una condotta di petrolio che va dalla raffineria ENI in terraferma fino ad un impianto dove ormeggiano le petroliere in mare ha avuto delle perdite di petrolio.



Come si puo' vedere dalle foto, il mare era marroncino, ma quelli della Capitaneria di porto dicono che

non è neanche il caso di parlare di uno sversamento nel senso proprio del termine.

Ce lo dica lei allora come dobbiamo definirla questo sversamento che non e' uno sversamento. Tanto piu' che per sistemare il danno delle 10:30 del mattino del 6 Agosto 2011 c'e' voluta tutta la giornata, con l'operato di tecnici, ARPA, sommozzatori, vigili del fuoco e responsabili dell'ENI. Interessante anche che qualche settimana prima di queste perdite - che non sono perdite - in data 24 giugno 2011, la stessa Capitaneria di porto aveva detto che il trasporto di petrolio dal mare alla terraferma e'

un’operazione senza rischi

anche se

può accadere qualche piccola perdita ma solo di quantità di materiale assolutamente irrisorio che viene prontamente ripulito e reso innocuo.

Neanche un mese dopo queste affermazioni, ecco qui verificatosi l'incidente! Che pero' non si chiama perdita o sversamento ma "irridescenza".

La mia domanda e': come quantifichiamo l'irrisorieta'? Un litro? Dieci? Mille? E quante perdite irrisorie deve sopportare il mare, il pescato, la gente all'anno? Mistero.

Intanto a Taranto la difesa del mare e' lasciata ai volontari: un ortopedico che si chiama William Uzzi e un ambientalista di nome Fabio Matacchiera che dicono che non e' la prima volta che succede.

E il sindaco di Taranto Ippazio Stefano? Cosa dice? Cosa fa? Soprattutto nell'ottica in cui anche il mare di Taranto e' a rischio trivelle - siccome ci sono pochi guai in quella citta'.

La Repubblica di Bari aggiunge che in seguito allo sversamento, Taranto è stata investita a ripetizione da cattivi odori e che le innumervoli telefonate fatte ai vigili del fuoco segnalavano tutte puzza di gas.

L'indice accusatore è puntato ovviamente verso ciminiere e torri torce che incombono sulle case dei tarantini. L'emergenza è stata al centro di un summit in prefettura. Allo studio nuove rilevazioni che consentano di individuare la sostanza e quindi la fonte del nauseante tanfo.


La dottoressa Maria Spartera di Arpa Puglia, ha spiegato poi che la puzza è stata sicuramente causata da idrocarburi e collega la puzza allo sversamento - pardon all'irridescenza. Dice la Dr.ssa Spartera al Corriere del Mezzogiorno

Il degasaggio delle stive effettuato da una petroliera, oppure il cattivo odore potrebbe essere legato ai vapori del greggio sversato in mare durante la mattinata. Può essere, infatti, che tali vapori siano stati trasportati dal vento verso la città durante le ore successive alla perdita.

A Taranto non le manca niente, con buona pace di Nichi Vendola.


1 comment:

Anonymous said...

maledetti!