I campi di petrolio Giove e Roveste in verde - 1 mese di petrolio
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Come sempre, gli investitori sanno tutto, mentre ai cittadini le notizie arrivano per ultimi. La Northern Petroleum annuncia in data 28 Luglio 2011 di avere ottenuto dal Ministero per l'Ambiente l'autorizzazione a procedere in altre due concessioni nel salento/barese: Giove e Rovesti, la d.39 FR-NP e la d40 FR-NP.
Inizio ispezioni sismiche: Ottobre 2011.
Inzio trivellazioni, se tutto va bene: 2012.
Qualita' di petrolio: scadente.
Quantita' di petrolio?
Quanto basta all'Italia per 1 mese.
Ma loro lo vendono al migliore offerente.
Grazie Stefania Prestigiacomo!
Qui per mandare testi di contrarieta',
secondo le leggi italiane ed europee
Qui tutti i testi mandati finora.
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Comunicato Stampa:
La societa' inglese Northern Petroleum ha iniziato il suo iter autorizzativo per trivellare i mari del Salento e del Barese. Ben nove concessioni sono in giacenza presso il Ministero dell'Ambiente e dei Beni Culturali per l'approvazione di ispezioni sismiche e successiva perforazione di pozzi esplorativi, allo scopo di estrarre petrolio per decenni. L'area interessata si estende per circa 6,600 chilometri quadrati a circa venticinque chilometri da riva, da Bari fino a Santa Maria di Leuca.
Secondo comunicati agli investitori del 28 Luglio 2011, la Northern Petroleum ha ottenuto di recente il permesso di eseguire ispezioni sismiche con la tecnica dell'air-gun nell'area di Monopoli-Ostuni-Brindisi in due proposti campi di petrolio chiamati Rovesti e Giove. Si afferma di volere iniziare i lavori a partire da Ottobre 2011.
Il direttore resposabile della Northern Petroleum, Derek Musgrove, aggiunge che "l'esplorazione dell'Adriatico Merdionale e' una priorita' per la Northern Petroleum" e che la ditta intende procedere velocemente con l'air-gun in modo da identificare i siti da trivellare gia' all'inzio del 2012. Simili permessi sono in giacenza, ma ad uno stadio meno avanzato, per la provincia di Lecce.
Le ispezioni sismiche sono violente esplosioni di aria compressa in mare che permettono di dare stime sui giacimenti delle riserve di petrolio grazie ai segnali riflessi. Sono dannosi al pescato, al delicato equilibrio marino e alla vita dei cetacei
che spesso possono spiaggiare. Soprattutto sono il primo passo verso la petrolizzazione dei mari del Salentino e del Barese, che si concludera', secondo le intenzioni della Northern Petroleum, con l'installazione di almeno nove piattaforme a mare. Inevitabilmente, queste porteranno con se perdite di petrolio e rilasci di materiale inquinante, dannoso a pesci e all'uomo, e la possibilita' di disastrosi scoppi e incidenti.
Si stima che i campi Roveste e Giove contengano circa 53 milioni di barili di petrolio di bassa qualita'. In Italia il consumo giornaliero e' di circa 1 milione e mezzo di barili per cui il totale di petrolio estratto sarebbe sufficente al nostro paese per poco piu' di un mese. In piu', nulla vieta alla Northern Petroleum di vendere il suo petrolio sul libero mercato.
La legislazione italiana prevede l'interdizione alle trivelle a nove chilometri da riva, mentre nei pressi di aree protette il limite arriva a 22 chilometri dalla costa. Per contro, su tutto il litorale di California e Florida il limite e' rispettivamente di 160 e 200 chilometri, per proteggere turismo e pesca.
Infine, le royalties per le estrazioni dai mari italiani sono solo il 4% del ricavato, a fronte di tassi che in Norvegia ad esempio, arrivano all'80% del totale.
Le estrazioni di petrolio nel basso Adriatico da parte della Northern Petroleum e della Tremiti da parte dell' irlandese Petroceltic porteranno al deterioramento della salute del mare, del turismo, dell'economia e in ultima analisi della qualita' di vita dei cittadini.
Invitiamo le comunita' costali della Puglia a prendere conoscenza della problematica e ad attivarsi presso il Ministero dell'Ambiente per opporsi in maniera ufficiale ai propositi della Northern Petroleum. E' possibile inviare osservazioni di
contrarieta' come previsto dalle norme europee e secondo le quali per progetti di cosi' forte impatto ambientale, l'opinione del pubblico e di enti locali e' vincolante.
Sconfiggere i petrolieri e' possibile, come dimostrano diverse vittorie in altre comunita' italiane. L'ingrediente piu' importante e' di gran lunga l'informazione e la partecipazione popolare.
MRD
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