Louisiana, 2010

Sono passati piu di tre anni dallo scoppio nel Golfo del Messico.
Nessuno ne parla piu'. Finito, tuttapposto.
E invece i guai iniziano solo adesso per chi ha lavorato e vissuto in zona durante la primavera e l'estate del 2010.
Secondo uno studio appena pubblicato nell'American Journal of Medicine i lavoratori coivolti nelle operazioni di pulizia del golfo del Messico hanno elevati tassi di tossine nel sangue che innalzano i loro rischi di tumori al polmone, leucemia ed altre malattie.
Lo studio e' stato condotto da un team di medici della University Cancer and Diagnostic Centers dell'Universita' di Houston, Texas, guidato dal Prof. Mark D'Andrea e dal suo collega G. Kesava Reddy.
Si tratta di un potenziale di 170,000 persone, entrate in contatto diretto con il petrolio o con composti cancerogeni come il benzene o con i famosi dispersanti, fra cui il Corexit.
La BP, con sede a Londra, ne usato almeno 2 milioni di galloni. Nel Regno Unito il Corexit e' vietato.
Molti dei lavoratori e residenti dopo lo scoppio si erano lamentati di malditesta, mancanza di respiro, tossi persistenti e di eczemi e pruriti, affaticamento, male al petto, sudori notturni, e dolori alle giunture.
Ma in questo studio ci si e' concentrati sul sangue delle persone a piu' stretto contatto con il petrolio. Fra le cose piu' preoccupanti, l'esposizione al benzene.
“Benzene is a very toxic substance. It’s easily absorbed through tissues, such as your skin. Once it enters your system, it affects several organs.”
E infatti, una volta entrato in corpo, e' poi il sangue a trasportarlo in giro per l'organismo corpo, arrivando anche al midollo osseo, dove vengono prodotte le cellule del sangue. Il fegato invece diluisce le tossine e quindi viene in contatto con tutte le sostanze spurie.
E quindi fra i problemi collegati all'assorbimento di materiale tossico - fra cui il benzene - danni al fegato e al sangue.
Nello studio del Prof. D'Andrea sono stati testati 117 lavoratori e 130 persone non esposte alle operazioni di pulizia del petrolio.
Tutti i 117 avevano valori sballati di vari tipi di enzimi del fegato, probabilmente alterati a causa del contatto con il benzene, e livelli bassi di piastrine, di azoto ureico e di creatinina che sono indicatori del buon funzionamento dei reni.
I tre enzimi del fegato sono alkaline phosphatase, aspartate transaminase and alanine transaminase e i livelli sballati sono indicatori di danni al fegato.
Tutto questo porta il Prof. D'Andrea alla conclusione che i lavoratori hanno rischi maggiori di leucemie, linfomi e mieliomi, nonche' di tumore al fegato e
pancreas.
Cosa dice la BP?
Tuttapposto, come sempre:
“Based on extensive monitoring conducted by BP and the federal agencies, response worker and or public exposures to dispersants were well below levels that would pose a health or safety concern".
Lo studio del Prof. D'Andrea invece conclude che
"The results of this study indicate that oil spill exposure appears to play a role in the development of hematologic and hepatic toxicity. However, additional long-term follow-up studies are required to understand the clinical significance of the oil spill exposure."
Evviva la BP.
2 comments:
Tutto come da copione, come per fukuscima nessuno ne parla più, tutto scomparso, tutto finito e invece la tragedia deve ancora accadere ma pei i media le vittime spalmate in trenta o quarant'anni non fanno notizia anzi meno se ne parla meglio è.
Gentilmente le chiedo il permesso per ri-pubblicare sul mio blog ovviamente citando l'autore e la fonte.
Zak, lei puo pubblicare sempre, non ce bisogno di chiedermelo, basta come sempre citare la fonte. Grazie, un abbraccio!
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