2 Ottobre 2014, Baker Platform
Fa un po senso vedere lo splendore della natura e l'inferno dell'uomo.
1985, Grayling Platform - un mese di colonna sputa gas ed acqua
1987 - Steelhead Platform - una settimana di fiamme e altre due scoppi "minori" nel giro di sei mesi
Cook Inlet, baia naturale di Alaska al largo della citta' di Nikiski. La mattina del 2 ottobre 2014 si incendia una piattaforma di nome Baker da cui la ditta Hilcorp Alaska estraeva gas naturale.
Tutti e quattro i lavoratori sulla piattaforma sono stati evacuati in tempo, nessuno si e' fatto male e per fortuna non ci sono stati sversamenti in mare, ma c'e' voluto tutto il giorno per estinguere l'incendio con fiammate e fumo nero che hanno riempito i cieli puliti dell'autunno d'Alaska.
La petrolizzazione del Cook Inlet inizio' nel 1957, con la scoperta di un primo giacimento di petrolio che porto' entusiasmo e ottimismo alla zona. E cosi', pian piano l'intera baia fu riempita di trivelle.
La piattaforma Baker, quella che si e' appena incendiata, fu installata nel Cook Inlet nel 1965 dalla Unocal, la stessa ditta responsabile dello scoppio della piattaforma A al largo di Santa Barbara nel 1969. La Unocal fu poi acquisita dalla Chevron, che nel 2012 cesso' le attivita' petrolifere dalla Baker, presumibilmente perche' il petrolio era finito. E cosi' subentro' la Hilcorp, una ditta minore che decise di estrarre dalla piattaforma Baker quel che restava, appunto il gas naturale.
E' troppo presto per decidere che ne sara' della piattaforma incendiatasi e se potra' essere risistemata e tornare in attivita;'.
Quel che si sa pero' e' che nel Cook Inlet ci sono circa sedici piattaforme, di cui dodici ex Chevron ora della Hilcorp. Sono tutte a circa 7-8 miglia da riva. Si sa anche che non e' la prima volta che accadono incidenti del genere qui. Oltre l'incendio di Baker di qualche giorno fa infatti ce ne fu un altro nel 2002 presso la piattaforma detta "Re Salmone" e un altro ancora nel 1987 sulla piattaforma "Steelhead".
Nel caso della Steelhead ci fu una perdita di gas che causo' un'incendio mentre si cementificavano le pareti del pozzo. Si cerco' di tappare il pozzo con i fanghi di performazione ma il gas invece prese fuoco. L'incendio duro' incontrollato per una settimana - anche qui non ci fuorono feriti. Le fiamme distrussero buona parte della piattafroma e nel corso dei sei mesi successivi ci furono altre due scoppi.
Fanno tre piattaforma incendiatesi su sedici, quasi il 20%, in circa 25 anni di trivelle.
E se si guarda un po piu indietro nel tempo, ci fu anche lo scoppio del 1962, quando la Amoco Inlet platform gas brucio' per l'intero inverno.
La stampa non ha dato molto risalto a questa notizia, ma i numeri parlano chiaro: i rischi di scoppi, incidenti, incendi e problemi esistono sempre e comunque. E infatti il Cook Inlet Regional Citizens Advisory Council (CIRCAC), il gruppo che si occupa di cosa fare in caso di incidenti ha anche un sito web con la pagina "Incidenti Attivi", come dire, sono preparati anche sul web per eventualita' come queste.
A Nikiski hanno anche una raffineria, un rigassificatore, una fabbrica di azoto e un impianto sperimentale della BP per liquefare il gas naturale.
Ecco, questo e' quello che accade: qualcuno arriva, si scopre un pozzo o due, passano un po di decenni e quel che resta e' una societa' dove tutto ruota attorno al petrolio, incidenti inclusi.
E' questo che vogliamo per le coste d'Italia? O c'e' una via migliore?
Fa un po senso vedere lo splendore della natura e l'inferno dell'uomo.
1985, Grayling Platform - un mese di colonna sputa gas ed acqua
1987 - Steelhead Platform - una settimana di fiamme e altre due scoppi "minori" nel giro di sei mesi
Cook Inlet, baia naturale di Alaska al largo della citta' di Nikiski. La mattina del 2 ottobre 2014 si incendia una piattaforma di nome Baker da cui la ditta Hilcorp Alaska estraeva gas naturale.
Tutti e quattro i lavoratori sulla piattaforma sono stati evacuati in tempo, nessuno si e' fatto male e per fortuna non ci sono stati sversamenti in mare, ma c'e' voluto tutto il giorno per estinguere l'incendio con fiammate e fumo nero che hanno riempito i cieli puliti dell'autunno d'Alaska.
La petrolizzazione del Cook Inlet inizio' nel 1957, con la scoperta di un primo giacimento di petrolio che porto' entusiasmo e ottimismo alla zona. E cosi', pian piano l'intera baia fu riempita di trivelle.
La piattaforma Baker, quella che si e' appena incendiata, fu installata nel Cook Inlet nel 1965 dalla Unocal, la stessa ditta responsabile dello scoppio della piattaforma A al largo di Santa Barbara nel 1969. La Unocal fu poi acquisita dalla Chevron, che nel 2012 cesso' le attivita' petrolifere dalla Baker, presumibilmente perche' il petrolio era finito. E cosi' subentro' la Hilcorp, una ditta minore che decise di estrarre dalla piattaforma Baker quel che restava, appunto il gas naturale.
E' troppo presto per decidere che ne sara' della piattaforma incendiatasi e se potra' essere risistemata e tornare in attivita;'.
Quel che si sa pero' e' che nel Cook Inlet ci sono circa sedici piattaforme, di cui dodici ex Chevron ora della Hilcorp. Sono tutte a circa 7-8 miglia da riva. Si sa anche che non e' la prima volta che accadono incidenti del genere qui. Oltre l'incendio di Baker di qualche giorno fa infatti ce ne fu un altro nel 2002 presso la piattaforma detta "Re Salmone" e un altro ancora nel 1987 sulla piattaforma "Steelhead".
Nel caso della Steelhead ci fu una perdita di gas che causo' un'incendio mentre si cementificavano le pareti del pozzo. Si cerco' di tappare il pozzo con i fanghi di performazione ma il gas invece prese fuoco. L'incendio duro' incontrollato per una settimana - anche qui non ci fuorono feriti. Le fiamme distrussero buona parte della piattafroma e nel corso dei sei mesi successivi ci furono altre due scoppi.
Fanno tre piattaforma incendiatesi su sedici, quasi il 20%, in circa 25 anni di trivelle.
E se si guarda un po piu indietro nel tempo, ci fu anche lo scoppio del 1962, quando la Amoco Inlet platform gas brucio' per l'intero inverno.
La stampa non ha dato molto risalto a questa notizia, ma i numeri parlano chiaro: i rischi di scoppi, incidenti, incendi e problemi esistono sempre e comunque. E infatti il Cook Inlet Regional Citizens Advisory Council (CIRCAC), il gruppo che si occupa di cosa fare in caso di incidenti ha anche un sito web con la pagina "Incidenti Attivi", come dire, sono preparati anche sul web per eventualita' come queste.
A Nikiski hanno anche una raffineria, un rigassificatore, una fabbrica di azoto e un impianto sperimentale della BP per liquefare il gas naturale.
Ecco, questo e' quello che accade: qualcuno arriva, si scopre un pozzo o due, passano un po di decenni e quel che resta e' una societa' dove tutto ruota attorno al petrolio, incidenti inclusi.
E' questo che vogliamo per le coste d'Italia? O c'e' una via migliore?
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