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Wednesday, October 15, 2014

Pisticci Scalo: quel che resta








Elettroni sprecati per tenere su una pagina web regionale da cui non si impara niente.

Neanche oggi 16 Ottobre.

Neanche oggi 17 Ottobre.

Notare che il numero dei milioni di euro cambia di giorno in giorno 
(l'ammonto diminiuisce, e che se li riprendono i soldi?) 
Cambia di giorno in giorno pure il numero degli addetti!



Il 18 e il 19 erano weekend, e quindi non si rileva niente. 
Oggi lunedi 20 Ottobre, di nuovo i valori sono "non disponibili"
Da giovedi' ad oggi il numero degli occupati e' passato da 14 a 8.


Neanche il 21 e neanche il 22 Ottobre.





“Quando ero giovane mi piaceva bere l'acqua direttamente dal fiume Basento.
Era pulita e fresca.
Ho sentito che di recente l'hanno bevuta due capre.
Sono morte all'istante"




Pisticci e' un piccolo comune in provincia di Matera. La frazione Pisticci Scalo venne progettata negli anni sessanta come zona industriale, fiore all'occhiello della Val Basento. Fra le varie ditte che si sarebbero insediate a Pisticci Scalo, l'Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili (ANIC) che apri' un impianto per la produzione di alcool metilico e di fibre sintetiche.

Inizialmente l'ANIC era una partnership fra l'Agip, Montecatini e l'AIPA, l'Azienda Italiana Petroli Albanesi, quest'ultima sussidiaria dell'Agip stessa. Successivamente, con la gestione Mattei, e il riordino degli enti trivellanti d'Italia, la ANIC passo' sotto il controllo diretto dell'ENI.

Oltre all'impianto di Pisticci Scalo, l'ANIC aveva interessi a Ravenna, a Gela, a Manfredonia, Sannazzaro dei Burgundi, e Sarroch. In queste localita' - oggi certo paradisiache - l'ANIC installo' raffinerie, impinanti per la produzione di fertilizzanti, fibre e vari altri derivati del petrolio.

Al suo apice, a Pisticci Scalo, l'ANIC impiegava 3000 persone.

Dopo venti anni, negli anni ottanta, le prime chiusure: pian piano la produzione di fibre e di alcool cesso'. Si decise di passare ad una "rinconversione" industriale e di creare un "Parco Tecnologico" per nuovi insediamenti produttivi.

E' cosi nel 1990 nasce la Società Tecnoparco, una societa' a capitale misto pubblico, con la regione Basilicata e privato, con Sorgenia, che fa capo a Carlo De Benedetti.

Dal proprio sito web Tecnoparco afferma di "offrire servizi in ambito energetico ed ambientale" servizi che comprendono il trattamento di acque e scarichi industriali, nonche' lo smaltimento di rifiuti provenienti da siti contaminati o potenzialmente tali.

Dopo cinquanta anni dall'inizio dell'industrializzazione della Val Basento questa zona e' un Sito di Interesse Nazionale -- inquinato e da bonificare. Negli scorsi mesi vari dirigenti ENI e Tecnoparco sono stati indagati per presunti reati ambientali, fra cui traffico illecito di rifiuti petroliferi provenienti dal Centro Oli dell'ENI a Viggiano. Secondo le indagini, le acque di scarto del Centro Oli sarebbero finite prima in vasche di smaltimento a Pisticci Scalo e poi direttamente nel fiume Basento senza che gli idrocarburi fossero totalmente eliminati. Il tutto per almeno tre anni. Il risultato e' che nel fiume Basento i livelli di idrocarburi sono maggiori dei limiti di legge.

Ovviamente la Tecnoparco dice che le sue attivita' non c'entrano niente, che e' colpa della mancanza di depurazione nei centri abitati, delle aziende agricole della zona e che i dati sono fluttuanti. La provincia di Matera pero' concluse gia' nel 2012 che parte delle vasche della Tecnoparco non avevano "sistemi anti-emissioni". Interessante che ci sono state anche delle diffide e risarcimenti ai danni verso giornalisti e cittadini per "presunto intento diffamatorio."

Ad ogni modo, queste attivita' "parapetrolifere" come le chiama Assomineraria certo non migliorano la qualita' della vita.

A Pisticci Scalo ci sono camion che vanno e che vengono con i loro carichi di monnezza e con rumori molesti di carico e scarico. Pisticci Scalo puzza. I residenti parlano di circa 300 camion al giorno e si lamentano dell'aria malsana, al sapore di zolfo. Ma accanto a chi ha il coraggio di protestare e di chiedere di meglio, ci sono anche quelli che si arrendono e si accontentano: la Tecnoparco porta lavoro, e l'aria puzzolente e' il prezzo da pagare. A Luglio 2014 la regione Basilicata doveva votare su un provvedimento di cessazione del trasporto di rifiuti petroliferi. Il voto venne rinviato e non fu deciso niente.

Ma qualcosa si deve fare, e cosi’ la soluzione proposta dal senatore Massimo Mucchetti del PD, presidente della X Commissione industria, commercio, turismo del Senato in visita in Basilicata a Luglio fu ' di ... spostare il paese intero, lontano dalle puzze e dai veleni, e di semplicemente reiniettare la monnezza tal quale sottoterra. Dopotutto, dice il Sentaore Mucchetti, Pisticci Scalo e' piccola e non grande come il quartiere Tamburi a Taranto, quello dell'Ilva.

Multe, condanne, rimedi, scuse? Niente di tutto cio'. Un po di titoli di giornale, promesse non mantenute, e si comincia daccapo. La regione Basilicata a volte registra i valori di inquinanti, altre volte i dati sono “n.d.”, non disponibili. Evviva.

Ecco, questo che quello che resta di cotanta speranza petrolifera. L'aria malata ma sopratutto le coscienze malate. Il pensare che si muore di monnezza o di fame, la resa totale di un paesino a poteri troppo piu' grandi senza nessuno che sappia far valere la democrazia, quella vera, dove le regole si rispettano, e nessuno e' al disopra del bene comune.

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