17 Ottobre 2014
24 Ottobre 2014
Oggi il Centro d'Abruzzo pubblica la mia risposta a Fabio Spinosa Pingue, di Confindustria. La versione originale e' qui sotto - quella che e' comparsa su Il Centro e' una versione ridotta.
Il tutto in risposta a questo mio articolo su questo blog dove l'amico Pingue parlava di trivelle "green".
Fa ridere, se non che fa piangere!
----
Gentile Presidente Pingue,
Grazie per la lettera e per avere reso noto il suo pensiero al pubblico d’Abruzzo tramite le pagine de Il Centro. Presumo che lei parli a nome di tutta la categoria che rappresenta, visto che si firma Presidente di Confindustria Gran Sasso.
Innanzitutto, non credo che qui si tratti di una gara a chi e’ piu’ verde di un altro, dopotutto, lei non sa niente della mia vita personale, come io non so niente della sua. Per cui lascerei le gare al loro posto: e’ un esercizio futile.
Quello che pero’ conosco sono i suoi scritti – e prima di lei, quelli di altri rappresentanti di Confindustria da Mauro Angeleucci a Paolo Primavera – in merito alla faccenda petrolio-ambiente e ai vostri ripetuti tentativi di far finta che e’ tuttapposto, di negare l’evidenza, di trovare dei distinguo o di colorare di verde il nero intrinseco del petrolio.
Purtroppo non ci sono ne’ parole ne’ premi che possano cambiare la realta’: il petrolio non e’ compatibile con una regione agricola, vitivinicola e con aspirazioni di turismo di qualita’. Punto. Il petrolio non e’ compatibile con la salute di campi, mari e persone. Punto. E questo non si puo’ cambiare. Non ci sono gradazioni o spiragli o metodi speciali. E’ monnezza seppellita a vari chilometri sotto la crosta terrestre da milioni di anni che vogliamo riportare in superficie. Come si puo’ pensare che sia una operazione priva di impatti? E non sono io a dirlo: la comunita’ scientifica l’ha ampiamente dimostrato e l’esperienza comune l’ha confermato, da Viggiano a Galveston, da Port Harcourt a Gela, tutte a modo loro rovinate dal petrolio.
Lei parla di rispetto delle leggi, ma sa meglio di me che in Italia le leggi di cui lei parla non garantiscono la salute di nessuno. Le leggi italiane sono scritte ad arte per i petrolieri, e lo Sblocca Italia non fara’ eccezioni. Basta confrontare l'Italia con il resto del mondo sviluppato: i valori raccomandati dall'OMS del tutto ignorati, le condanne e le multe inesistenti per chi inquina, Gela che muore avvelenata senza che nessuno muova un dito. Pensi, in quella citta’ ogni 1000 bambini cinque nascono deformi, nel silenzio generale.
Ripeto queste cose da ormai sette anni e le ha capite e recepito l’intero popolo d’Abruzzo. E’ molto tardi per cercare di cambiare l’opinone pubblica con questi maldestri tentativi di screditare la mia persona – i kamikaze, la morale sulla coerenza, le barricate. E’ tardi perche quello che ho seminato dal primo giorno fino ad oggi , quando nessuno parlava di trivelle, non si puo’ fermare, neanche se io lo volessi. Il messaggio e’ arrivato, di piazza in piazza: semplice, preciso, scientifico, senza ambiguita’, ed e’ stato accolto da ogni spaccato della societa’ civile. A distanza di anni ritrovo l’eco dei miei pensieri e dei miei dati negli scritti e nelle parole della chiesa cattolica, dei centri sociali, dei politici, degli studenti.
Lei cerca il confronto adesso che l’opinone pubblica e’ tutta contraria alle trivelle. Chissa perche’ quando i petrolieri avevano i permessi in tasca e la popolazione era all'oscuro di tutto, il dialogo e il confronto non erano all'ordine del giorno. Quando mai Confindustria ha fatto conferenze informative prima del 2007? Poi ho iniziato a girare le piazze d'Abruzzo e a spiegare quello che stava per succedere ed e’ cambiato tutto - per i petrolieri e per Confindustria.
L’Abruzzo ha – io credo – visto in me una persona libera, senza conflitti di interessi, che poteva starsene a casa sua, che non cercava cariche politiche o denaro, ma che di fronte ad un scempio che stava per cadere sulla propria regione d’origine ha dato quel che aveva per evitarlo. E l’ho fatto con amore, con intelligenza, prima che diventasse di moda, ingoiando ogni sorta di insulto, facendo sentire tutti partecipi e trasformando una lotta di ambiente in una lotta di democrazia e di giustizia sociale.
La sua richiesta di confronto arriva con anni di ritardo. Le ricordo che l’ENI l’ho dibattuta in più occasioni, sia in Abruzzo che fuori regione, e con i piu’ alti dirigenti. Alla fine sono stati loro a non volere più il confronto con me: le loro argomentazioni si scioglievano come neve al sole. Dal primo giorno ad oggi non una delle informazioni che ho divulgato e’ stata smentita. Non una, anzi, e’ tutto stato confermato dai fatti. Alla fine i signori dell’ENI se ne sono anche andati da Ortona con la coda fra le gambe. Vuole farlo ora il confronto? Bene. Si curi delle spese e dell’organizzazione e verro' ancora una volta, a dibattere di petrolio, io e lei.
Quanto alla paternale sull’aereo e sulla coerenza: io non voglio smettere di prendere l'aereo, voglio continuare a volare e fare tutto quello che faccio oggi, ma voglio farlo senza energia fossile. Da persona di scienza so che un giorno questo accadrà. E in un certo senso le nostre resistenze antipetrolio sono un passo avanti verso quel giorno. Quelli che la pensano come lei invece sono convinti che non ci siano alternative, che siamo condannati. Ed e’ questa è la differenza tra me e lei: lei e’ ancorato al passato, io voglio lavorare per un futuro migliore, voglio essere ottimista e pensare che si, il mondo puo’ cambiare.
E’ per questo che le sue parole mi mettono tristezza: se questo e’ il meglio che l’imprenditoria d’Abruzzo sa esprimere vuol dire che siete uomini e donne antichi, senza il coraggio o l’entusiasmo del futuro, che e’ fatto di ricerca, di innovazione, di high-tech, e si, di rinnovabili.
Come lei mi ricorda, io non vivo piu’ in Abruzzo da quasi 25 anni, ma questo non vuol dire che le voglia meno bene. Uscire, vedere come vivono gli altri, ci fa capire cosa abbiamo e cosa potremmo avere, anche in termini economici, se sapessimo usare la bellezza e la creativita’ di questa regione invece che riempirla di raffinerie, trivelle e monnezza. Provi a farlo anche lei questo esercizio e guardi al tutto in un ottica piu’ grande.
Vedra’ che le trivelle – nere o verdi o azzurre che siano - sono l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
MRD
-----
Qui le parole di Spinosa Pingue
«Cara D’Orsogna, sono più green di lei»
Cara Professoressa Maria Rita D'Orsogna, non ho il piacere di conoscerla, ma voglio rispondere all'articolo pubblicato nel suo Blog.
Le parlerò con il cuore e soprattutto con le viscere. Sono un imprenditore che viene dal mondo dell'agricoltura e della pastorizia, peraltro certificata biologica da qualche lustro.
Non sono un terrorista. Come lei sogno il mondo di Heidi e Fiocco. Forse più di lei, perché io la terra la frequento veramente ogni giorno e ne conosco le virtù ma anche le crudeltà. Il caso del matapalo è un esempio concreto: un arbusto che si avvolge attorno a un albero fino a soffocarlo.
Per non parlare dei danni provocati all'atmosfera dalla flatulenza, ossia il gas emesso dai miei capi ovicaprini e dai bovini; o di quanto siano deleterie per le falde acquifere e per la terra le deiezioni dei suini. Chi ha dimestichezza con l'agricoltura sa bene che il mondo fiabesco non è mai esistito, neanche prima della rivoluzione industriale. Per questo io e Lei, pur difendendo l'ambiente partiamo da angolazioni diverse.
In questi anni mi sono impegnato con numerose iniziative - tra cui il Premio Confindustria Abruzzo Green - che tentassero di far dialogare tutti gli stakeholder del territorio, alla ricerca di un sentiero autenticamente sostenibile. Assieme ad altri rappresentanti di Confindustria ho dichiarato che ci sono imprenditori che del nostro territorio hanno fatto scempio, denunciando apertamente il disastro di Bussi e altre deplorevoli situazioni.
Mi sono impegnato nel favorire il dialogo tra associazioni ambientaliste, imprese, ricercatori e istituzioni. Ho cercato di oltrepassare i pregiudizi e gli integralismi che albergano in ogni categoria, a partire dalla mia. Dobbiamo smettere di credere che gli imprenditori siano tutti uguali e pensino solo al profitto. Dobbiamo tornare alle barricate?
Se ognuno di noi rimarrà nelle sue posizioni il territorio impoverirà e i territori poveri, si sa, sono i più esposti allo sciacallaggio ambientale.
Il decreto Sblocca Italia rappresenta una grande opportunità.
Se solo i territori si mostrassero capaci di dialogare costruttivamente con la politica nazionale e i settori produttivi, si potrebbero ottenere più garanzie da parte dei primi e più benefici da parte di quelle imprese serie (e mi creda esistono anche nel mondo petrolchimico, peraltro lontano dalle mie attività) che non vogliono calare dall'alto il proprio volere, ma desiderano lavorare nel rispetto delle leggi.
Se poi lei ritiene che io sia un inquinatore, perché mi illudo di far dialogare due mondi che in tantissime parti del mondo riescono a convivere in maniera virtuosa, mi aspetto che lei, in questo preciso istante, rinunci a cinque cose: auto, telefono, viaggi aerei, gas ed elettricità in casa, oltre ad ogni derivato della plastica.
Perché mi confermerebbe al 100% che lei è coerente fino in fondo. Una di quelle, insomma, che non è disposta a fare il kamikaze con il corpo degli altri. Fossi in lei, inoltre, proverei ad accettare il dialogo anche con chi ha idee diverse dalle sue, perché rifiutarlo è sempre prova di debolezza, e a riconoscere la dignità di tante imprese impegnate nella tutela dell'ambiente, ognuna nel proprio settore.
Un'ultima cosa: complimenti per la sua nomina ad Ambasciatrice d'Abruzzo, un riconoscimento prestigioso che però spero porti il dovere di rappresentare anche quella fondamentale componente industriosa e produttiva della nostra amata Regione e non solo le praterie di Heidi e Fiocco. Qui siamo nel mondo reale.
Un caro saluto. * allevatore, agricoltore, imprenditore alimentare Presidente di Confindustria Gran Sasso
1 comment:
altro che le parole vuote dei discorsi qualunquisti di Renzi; quanto rigore in questa sua risposta bellissima.
piena ammirazione per il suo lavoro.
non mollare!!!
Post a Comment