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Friday, May 1, 2009

Petrolio nelle falde di Cremona


Della storia della raffineria Tamoil di Cremona abbiamo gia' parlato su questo blog. Li c'hanno gia' tutto: desolforatore, colonna di distillazione, tubi, fumi e scoppi a pochi metri dalle case e dalla vita delle persone.

Il sottosuolo di Cremona e' fortemente inquinato da scarti della lavorazione petrolifera: le concentrazioni di idrocarburi superano i (larghi) limiti italiani anche di un fattore 2000, dalla superficie del terreno e fino a 20 metri sottoterra. Secondo la relazione del dottor Paolo Beati, gli imputati oltre agli idrocarburi, sono il MTBE (vietato in Calfiornia dal 2004 perche' a forte potenziale inquinante) e il benzene (cancerogeno), e i cosiddetti clorurati alifatici cancerogeni (di abbreviazione TCE). Cliccando su wikipedia si vede l'impressionante lista di effetti benevoli di queste sostanze.

Siccome la Tamoil e' grande e prepotente, e siccome (come l'ENI) ogni tanto elargiscono soldi per attrezzature ed altre iniziative, possono fare quello che vogliono. Anche seppellire sottoterra gli scarti tossici e inquinare il sottosuolo. Infatti hanno trovato fusti di materiale cancerogeno proprio sotto la raffineria.

Non c'e' nemmeno bisogno di andare a riversarli in Campania!

Dal 2007 c'e' una indagine seguita dai procuratori di Cremona Roberto di Martino e Cinzia Piccioni per l'inquinamento della falde acquifere. In teoria, la legge dice che: "Chiunque avveleni acque prima che siano attinte o distribuite è punito con la reclusione non inferiore a 15 anni". Sono stati indagati 10 dirigenti del consiglio di amministrazione della Tamoil degli scorsi 10 anni.

Ma si sa, le indagini italiane durano a lungo, e spesso e' troppo tardi. La gente ha gia' bevuto, si e' gia' ammalata, e' gia' morta. Chissa' quanto tempo ancora dovra' passare. Vedi Bussi. Intanto Cremona continua ad essere la citta' lombarda con maggior incidenza di tumori e leucemie.

Lo stato di salute degli operai, della gente che vive a Cremona non e' mai stato propriamente monitorato. Il direttore della ASL di Cremona, Walter Locatelli, dice che hanno avviato una analisi epidemiologica ma che "occorre indagare su un’arco temporale lunghissimo e su migliaia di persone". Cioe' anche qui, chissa se e quando qualcosa verra' mai fuori.

Intanto hanno iniziato a bonficare la falda. Finora hanno portato via ben 650,000 litri di benzina gia' raffinata sotto lo stabilimento, anche se molta piu' robaccia si e' infiltrata fino al Po inquinandolo in maniera grave. Infatti ogni tanto devono chiudere gli stabilimenti ricreativi lungo il fiume perche' alcuni gas riconducibili agli scarti Tamoil provocano "pericolo di esplosione". L'ultima il 29 Aprile 2009, quando il comune ha chiuso i circoli ricreativi di canottaggio e di tennis perche'

"Sono stati registrati valori critici di esplosivita' in corrispondenza del pozzetto presente nella sala rimessaggio barche e nel pozzetto esterno presso i campi da tennis n.4 e 5. Il monitoraggio effettuato in continuo in essere presso le Societa' Canottieri interessate sta segnalando un incremento dei livelli di concentrazione tale da lasciare presagire il raggiungimento in tempi brevi dei livelli di saturazione in altri pozzetti oltre quelli segnalati"

Ho cercato di indagare di che gas si potesse trattare, ma non era scritto da nessuna parte.

Perche' racconto tutto questo? Perche' la petrolizzazione dell'Abruzzo si accompagnera' di certo a infrastrutture pericolose ed inquinanti di questo genere. Non e' pensabile che ENI e compari trivelleranno il 50% del territorio abruzzese e che non gli servira' una raffineria. Ortona o Teramo e' la stessa cosa. In piu' questo episodio mostra ancora una volta come le dinamiche dell'inquinamento siano difficili da immaginare. Nel caso del petrolio poi diventa anche difficilissimo rimediare. Uno seppellisce robaccia vicino alla raffineria, e dopo un po di anni ci sono "pericoli di esplosione" lungo il Po.

Da ultimo una testimonianza di come si vive a Cremona:

"Immaginate di prendere il sole, d’estate, in un centro sportivo tradizionale, con prati, alberi e piscina. Immaginate di avvertire sulla vostra pelle l’adagiarsi di qualcosa di color nero petrolio. Non è una mosca... o un moscerino... è proprio petrolio; per la precisione, il prodotto di scarto della sua combustione. Sorpresi, amareggiati?! Gli oltre ventimila cittadini cremonesi che affollano le canottieri dislocate lungo il Po, sono abituati ai “regalini” che la vicinissima raffineria Tamoil rilascia giornalmente da oltre tre decenni."

Questo e' l'Abruzzo in anteprima.

Fonti: Il Vascello, Corriere della Sera, Daniele Martinelli, Cremona.it

10 comments:

giosuè said...

Tamoil di Cremona - relazione del dotto Paolo Beati - clorurati alifatici cancerogeni - testimonianza
link rotti.
ciao!

wanadobee said...

Queste sono notizie e film da fare mentre la rai sta per mandare in onda un film in 2 puntate sulla vita del ragioniere Enrico Mattei.

(non era ingegnere!)

maria rita said...

sponsorizzato dall'ENi ci scommetto.. dopo aver capito che l'ENI ha lo zampino un po dovunque (i dispacci gioranlistici de la Repubblica per esempio vengono dall'AGI, che appartiene all'ENI), non sarei per niente stupita di vedere che sono piazzati ben bene anche dentro la Rai.

Dopo il servizio pietoso di Uno Mattina sulla bellezza della Basilicata petrolizzata, non ci stupiamo piu di niente.

Uno schifo.

wanadobee said...

http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/enrico-mattei-pubblico-e-privato/32244?video

e' dipinto come un visionario.. ma visto la fine che ha fatto non era proprio un santo

claudia said...

Proprio per questo penso che, noi abruzzesi non ancora anestetizzati, dobbiamo dimostrare concretamente che non siamo d'accordo e che non vogliamo subire passivamente. Attraverso la manifestazione di cui parlavi da tenersi a maggio e con altre iniziative di protesta da decidere insieme. Parola d'ordine: non arrendersi mai.

maria rita said...

Claudia, purtroppo la manifestazione il 16 maggio non ci sara' e non si sa neppure se ci sara' piu avanti. Io non vivo sul territorio, e non posso organizzarla da me. Continuo a pensare che sarebbe una cosa eccellente ma le varie persone/associazioni che conosco sembrano non volerla portare avanti, per motivi che non sono ben chiari nemmeno a me. Meglio di cosi non posso fare.

Ma il primo gennaio 2010 non e' lontano. Da allora i petrolieri avranno carta bianca.

mario franco basilico said...

Forse i nostri politici, consapevoli dell’impossibilità di poter amministrare il popolaccio italiano con metodi democratici, hanno deciso di farli morire intossicati.
Credo che gli abitanti di cremona continueranno a sdraiarsi sul prato inquinato, come niente fosse accaduto, stesso comportamento dei cittadini della vallata del pescara che hanno bevuto l’acqua inquinata dalle discariche di bussi e continuano a glorificare i politici responsabili.

giosuè said...

Val d'Agri, compagnie petrolifere padrone assolute del Parco.

fonte:
http://www.olambientalista.it/parchiart130.htm

Anonymous said...

Una manifestazione in occasione del G8 certo all'Aquila non ce la faranno fare, ma a Pescara forse sì, e quale altro momento migliore? Che fine ha fatto il CNV? Perchè non vuole più manifestazioni? Viviana

giosuè said...

«Le trivellazioni contribuiscono ad aumentare il rischio sismico»

fonte:
http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=20473