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Thursday, June 28, 2012

Mauro Febbo, Confindustria e la calura estiva

La giustizia e l'altissimo valore della persona umana si sottomettono facilmente a interessi egoisti, materiali e ideologici. Non sempre si rispetta, come si deve, l'ambiente e la natura, 
che Dio ha creato con tanto amore




Che dire, i nostri eroi, Confindustria e il ragionier Mauro Febbo, continuano a tirare fuori collegamenti di pensiero uno piu' logico dell'altro, continuando a sparare quelli che secondo me sono deliri su deliri, e che mostrano solo il loro inevietabile declino politico e il loro scollamento dalla realta'.

Eh si, fa caldo in questo principio d'estate.

Iniziamo con la bassezza dell'attacco alla chiesa cattolica da parte della Confindustria Abruzzo. 

Notare intanto che lorsigori non si firmano Paolo Primavera, o Mauro Angelucci, e' solo "Confindustria Abruzzo" come se si volessero quasi nascondere dietro quella sigla, perche' lo sanno anche loro che fanno ridere, cercando di difendere l'indifendibile.

Parlano di "accellerazione a progetti", "investimenti a favore del turismo" con "cifra etica" e ottica "imprenditoriale" - un sacco di belle parole, belle  quanto vuote.

Poi continuano:

La sostenibilità etica, sociale, ambientale non appartiene ad un solo settore produttivo, o ad una specifica forma di impresa e non ad altre. E’ la modalità di svolgimento dell'attività di impresa a darne la cifra etica e la sostenibilità. 

Eh? Cos'e' la cifra etica?

Ah certo, per Confindustria tutto e' monetizzabile, per cui anche l'etica ha un valore economico, una "cifra".

Ma, c'e' una cifra etica nello spiantare le vigne del Montepulciano per farci una raffineria di petrolio?

C'e' una cifra etica nel costruire una raffineria di gas ai piedi del lago di Bomba che i petorlieri stessi dicono essere a rischio Vajont?

C'e' una cifra etica nell'impiantare un pozzo di petrolio a mare, a 2 chilometri da una riserva naturale mentre negli USA i limiti sono di 160 km?

Ci dicano innominati di Confindustria.

Ma lo sapete qual'e' la cifra etica degli invesitmenti che volete fare voi?

Zero spaccato.

E sapete quanta gente ci crede a questo vostro profondissimo pensiero?

Zero spacato.

Anche la produzione di idrocarburi, che in Abruzzo è presente dagli anni '30 senza mai aver dato alcun segno negativo di sé, e tuttora si svolge in modo anche molto importante in regioni a noi vicine, quali Marche e Molise, può e deve essere effettuata nel rispetto del territorio e della salute dei lavoratori e della popolazione, come da sempre è stato.

Ah! Ecco dove volevano venire a parare.

Trivellare e' cosa buona e giusta!

Lo sappiamo tutti che la Confindustria e' favorevole alla petrolizzazione d'Abruzzo, al Centro Oli, alle trivelle a 2 km da riva, alla raffineria di Bomba.

Pecunia non olet.

"La produzione di idrocarburi puo e' deve essere effettuata nel rispetto del territorio e della salute dei lavoratori"

Rispetto del territorio? Eh?

Rido perche' dopo tutti questi anni ci credono solo loro. Non e' mai sucesso prima nel mondo!

Ci sono mai stati questi qui in Basilicata? Si sono mai presi cura di leggere, documentarsi invece che bersi tutte le balle che gli propina Assomineraira?

Chemicals known to the State of California to cause cancer, birth defects or other reproductive harm are also contained in and around oil fields, service stations, refineries, chemical plants, transport and storage operations, including pipelines, marine terminals and tank trucks, and other facilities and equipment that manufacture, produce, handle, distribute, transport, store, sell or otherwise transfer crude oil, gasoline, diesel fuel or other petroleum products or byproducts.

Spero che abbiate studiato l'inglese, Mauro Angelucci, Paolo Primavera e compari.


Al riguardo non si deve dimenticare che nel settore idrocarburi si è sviluppato nei decenni un tessuto di imprese di alta qualità che hanno dato lavoro e ricchezza al territorio, convivendo con tutti gli altri ambiti produttivi. 


Bla bla bla. Ancora con il meschino ricatto o muori di cancro o muori di fame. Non ci crede piu' nessuno. L'ENI se ne ando' da Ortona gia' da prima del centro oli: perche' a quelli non gliene importa niente di nessuno se non dei loro profitti, costi quel che costi - ambiente, salute, territorio.


Purtroppo questa realtà di centinaia di imprese e migliaia di lavoratori abruzzesi è volutamente ignorata, salvo nel momento in cui esplodono le crisi aziendali, di cui poi ci si interroga sulle ragioni.


Ma va la. 


Ma lo sapete quali sono le ragioni vere se le fabbriche chiudono? 


Le ragioni sono la corruzione endemica di questo paese che fa scappare anche il piu' volenteroso degli investitori, il desiderio di fare facili profitti altrove degli imprenditori italiani, la scarsa lungimiranza e la scarsa preparazione di tutta la classe dirigente italiana, inclusi voi, cari anonimi della Confindustria.


Non e' che perche' non si costruisce un centro oli che le ditte scappano. E' che non siete stati capaci come classe indistriale di ageduarvi ai tempi e di andare incontro al 21esimo secolo! E' qui il guaio.


High tech, Nanotech, Biotech, Green Economy - quella vera - mai sentito nominare?


Queste cose non hanno niente a che spartire con le trivelle, carissimi di Confindustria. 


Pensare che il lavoro del 21esimo secolo siano le trivelle significa che vivete ancora nel 19esimo secolo!


Intanto proprio oggi sono arrivati i cinesi a prendersi Miss Sixty, quella stessa Miss Sixty che fino a 2 anni fa aveva le vetrine lungo la 3rd Street Promenade di Santa Monica e di cui dicevo a tutti "quei vestiti si fanno a Chieti". 


Miss Sixty di Santa Monica ha chiuso e non e' certo per colpa dei cattivissimi ambientalisti.


Contemporaneamente alla presa di posizione della CEAM anche il segretario della CGIL ha tuonato contro “la petrolizzazione”. Ma né dall'una parte né dall'altra abbiamo sentito una parola di solidarietà per le famiglie che hanno perso (e le altre che rischiano fortemente di perdere) il proprio reddito per la crisi delle suddette imprese. 


Eppure da chi ha tanto a cuore le sorti dell'uomo e del creato sarebbe lecito attendersi una qualche attenzione anche ai problemi economici delle persone. Se oltre agli anatemi, le scomuniche, il terrorismo ambientalista, c'è spazio per un serio dialogo, basato sulla conoscenza, sul rispetto delle altrui posizioni, e non sul facile consenso populista, Confindustria sarà pronta a dare il suo contributo


Eppure da chi ha tanto a cuore le sorti dell'uomo e del creato sarebbe lecito attendersi una qualche attenzione anche ai problemi economici delle persone.


Incommentabile.


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Poi arriva Mauro Febbo, e come non poteva inzupparci il pane pure lui, con la solita solfa del si puo' fare tutto assieme. 


Il solleone la fa da padrone qui. 


Si può lavorare ad una soluzione che sia compatibile con la realtà esistente e ne consenta un reale sviluppo in termini turistici, economici tutelando l’ambiente. 


Legittimo che la Chiesa si faccia portavoce dei fedeli ma eviterei strumentalizzazione che hanno un sapore velatamente politico. E’ come se io chiedessi lumi sui 44.000 anonimi conti correnti riconducibili allo Ior. 


Ridiamo o piangiamo? 


Qui non c'e' niente di strumentale. Miccoli semplicemente riprende le parole del Papa e le applica, semplice semplice al popolo e alla realta' d'Abruzzo, come dice il papa: "La giustizia e l'altissimo valore della persona umana si sottomettono facilmente a interessi egoisti, materiali e ideologici. Non sempre si rispetta, come si deve, l'ambiente e la natura,  




che Dio ha creato con tanto amore."





















Trivellare, cementificare, sono espressioni di quel non rispettare l'ambiente e la natura che Dio ci ha dati. E che Miccoli vuole difendere. 

























Tirare in ballo lo IOR, e' veramente ridicolo.



















Carmine Miccoli sta allo IOR come lei, caro Mauro Febbo, sta alle serate di Arcore con Ruby Rubacuori.

E cioe' non ci azzecca niente. Per cui trovi qualcosa di piu' serio da dire invece che star qui a gettare fango su chi non ha interessi personali, e che vuole solo il bene della collettivita'.


Per quanto mi riguarda voglio ricordare che è stato questo Governo regionale a bloccare, sul territorio di Ortona, la costruzione del Centro Oli portando avanti una politica di sviluppo senza depauperare le risorse a nostra disposzione.


Eh? Ma cosa dice Mauro Febbo? 


E quale sarebbe qeusta politica di sviluppo? 

Ma se questi paiono l'armata Brancaleone? Ma cosa dice, Febbo, sia serio, su.

Intanto se cosi fosse,  dov'e' questa gran politica di sviluppo per Bomba?

Perche' vede, anche se continuate a far finta di niente, il Centro Oli di Ortona e la raffineria di Bomba sono mutatis mutandis, la stessa cosa!

Trivelli monnezza - gas o petrolio sempre monnezza e' - e la raffini in loco, vicino alle case e vicino alla vita della gente. 


Uguale per Bomba, uguale per Ortona.

Mauro Febbo:  ci dica cosa vuol fare lei per Bomba, invece che parlare a vanvera, e stare qui a scagliarsi contro la Conferenza Episcopale d'Abruzzo e del Molise, prendendosi meriti che non ha sul Centro Oli di Ortona? 


Credo che i limpidissimi pensieri di Mauro Febbo e dell'Anonima Confindustria siano fra le prove piu' lampanti che il riscaldamento globale esista.

Monday, June 25, 2012

Da incorniciare - 1


Carpignano Sesia (Novara): tutto il paese e' coperto da striscioni anti ENI


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Mi scrive un tale Giorgio Danieli, che lavora per la Saipem, gia' filiale dell'ENI.

Ecco come i petrolieri se la rigirano fra loro, che sono dei santi.

Ecco come so che sto facendo qualcosa di buono.

L'email mi e' stato mandato il 1 Giugno 2012.

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Gentile dott.ssa D'Orsogna,

Le scrivo in merito ad un suo video nel quale associa alle attivita' di perforazione petrolifera la possibilita' di provocare terremoti fino a 6 o 7 gradi della scala Richter.

Cita in particolare un documento redatto dalla Shlumberger. Mi domando se Lei ha avuto in possesso tale documento e se ne ha vagliato e condiviso le premesse, la metodologia di ricerca e approfondito le conclusioni prima di diffondere una notizia come questa che, inevitabilmente, viene ripresa da molte persone che, essendo meno informate, sono facilmente impressionabili anche grazie alla autorita' che Le viene dalla Sua docenza.


Caro Giorgio, intanto si scrive Schlumberger. Certo che l'ho letto e che sono in possesso di tale documento, e' disponibile online, basta solo fare google e puo' averlo anche lei e commentare direttamente a quelli dell'Accademia di Geofisica russa, chiedendo a loro di chiarire la loro "metodologia di ricerca".

Era un articolo di parte e dalla parte di voi petrolieri che lo avete commissionato, per cui credo che fosse veritiero - c'e' lo stampo della Schlumberger, c'e' lo stampo dell'Accademia Russa di Geofisica. C'e' lo stampo del peer review.

Cos'altro vogliamo? 

E poi il metodo era semplicissimo. 

Non trivelli? Non ci sono terremoti.

Trivelli? Voila'. Ci sono terremoti.

Ma non c'e' solo Gazli in Russia, c'e' Coalinga in California, ci sono i rapporti dell'NRC, basta solo mettersi li in buona volonta' e non coi paraocchi dell'ENI.

Ma io lo so che ai petrolieri da fastidio qualsiasi cosa che possa andare contro il vostro scopo ultimo: far soldi, non importa come, dove e sulla pelle di chi.

Io non credo che la gente sia scema e come dice lei ''facilmente impressionabile".

Credo invece che la gente sia stanca di sentirsi dire che va tutto bene, che l'inquinamento non esiste, che la susbidenza e' mero abbassamento del terreno, che i malati di Gela sono un prezzo da pagare per il progresso, che l'idrogeno solforato, i tumori, i pesci morti di Basilicata sono cose normali.

Siete voi petrolieri che volete che la gente sia "facilmente impressionabile" cosi', con lo specchietto del lavoro e dei soldi, potete andare e far razzie sul territorio.

Funzionava negli anni '60. Adesso non funziona piu'.

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Io ho una conoscenza diretta delle attivita' di cui Lei parla, con una , mi perdoni la franchezza, grande leggerezza.

Di fatto nel suo video Lei comunica con grande enfasi alcune informazioni corrette con altre (la stragrande maggioranza) che hanno pochissima, se non nulla, attinenza con la realta':

1. E' vero che per perforare di usano i cosiddetti fanghi di perforazione. Non e' affatto vero che il mix e' top secret in quanto non e' molto dissimile dal normalissimo cemento di costruzione ma con additivi che lo rendano piu' fluido. Sono normalmente reperibili in commercio e non vi e' alcun segreto in merito. 

Chissa' perche' negli USA ci sono cause su cause su questa cosa. Sono noti gli ingredienti di base - ma non le formule chimiche di base. Cemento di costruzione?  Additivi che lo rendono piu' fluido? E' con questo che buchiamo la roccia? Ma va la.

Lei ha mai sentito parlare di componenti tossiche, radioattive, carcinogeniche?

Lo dice il Wall Street Journal, lo dice il New York Times, lo dice lo stato della Calfiornia, lo dice il governo norvegese, lo dice l'Ente per la protezione all'ambiente del governo americano. Anche qui, ci perda un po di tempo, prima di credere a tutto quello che le dice la sua casa madre.


2. E' vero che possono occorrere degli incidenti. Il piu' famoso e' quello di Macondo in Golfo del Messico di un paio d'anni fa. Ma non e' l'unica attivita' in cui esistono dei rischi associati. 

Certo sono molto di impatto sulla popolazione civile ed e' per questo che le Compagnie petrolifere si sono date le regole sulla sicurezza piu' restrittive di qualsiasi altra industria al mondo, almeno dagli anni '90 in poi. Sono sicuro, per esempio, che nella costruzione delle Universita' che Lei ha visitato sono morte molte piu' persone di quelle che siano morte durante le attivita' di perforazione petrolifera. 

E che hanno intossicato molte piu' persone con amianto e sostanze chimiche nei laboratori universitari di quante non ne siano rimaste intossicate di conseguenza alle attivita' petrolifere. Ciononostante sono fiero di lavorare in una industria che si e' data la regolamentazione piu' stringente al mondo in termini di sicurezza sul lavoro e di protezione ambientale.

Regole o non regole, gli incidenti ci sono sempre. Alla fine il discorso e' uno solo: non ci sono regole a prova di bomba.

Intanto, sono i petrolieri stessi a violare i loro codici interni - non c'e' ditta petrolifera esente da condanne, cause, litigazioni in tribunale per inquinamento e violazione di norme - ENI inclusa.

L'amianto, il benzene etc etc, certo che sono cose tossiche. Ma il fatto che abbiamo usato queste sostanze in passato non vuole dire che dobbiamo continuare cosi e che dobbiamo giocare a chi fa piu' disastri.

Il suo metodo di pensiero e': siccome altri hanno usato l'amianto, anche io posso contribuire a usare roba tossica, radioattiva e a inquinare - alla grande - il pianeta, a portare al surriscaldamento globale e ad aumentare rischi di ogni genere.

Non funziona cosi.

A me hanno insegnato a prendere ad esempio chi e' meglio di me e a puntare all'eccellenza, e non al ribasso, nascondendosi dietro a sottilissime foglie di fico.

Buon per lei che e' fiero di lavorare nell'industria petrolchimica.

Io mi andrei a sotterrare dalla vergogna.

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3. Iperboli tipo "il 50% della superficie dell'Abruzzo" usato come area a disposizione delle trivellazioni.... beh queste affermazioni non depongono molto a favore della scientificita' delle Sue affermazioni. Non so proprio come la gente possa credere a queste "notizie". Inoltre mi piacerebbe capire quali siano le serie alternative alla produzione energetica che intravede Lei da "Fisica" quale si proclama. Produzione energetica che, Le ricordo, e' necessaria per permetterle di insegnare all'universita' e di muoversi tra tutte le varie universita' per tenere i Suoi corsi e Seminari. Come si immagina in un mondo in cui si va a cavallo e si usano le candele per l'illuminazione?


Guardi questo lo dite voi. Vada sui siti degli investitori. Tutti sono li a sparare che hanno 800,000 acri di terreno, 3500 chilometri quadrati di concessioni etc etc. Lo dicono i petrolieri, non io.

E comunque e' vero: il 50% dell'Abruzzo e' coperto da concessioni minerarie. Vada sul sito dell'UNMIG e vedra'. Lo dite voi.

E poi, la paranoia del mondo che torna alle candele e al mulo senza petrolio, l'ho gia' sentita. 

Io non ho scelto di nascere in una fossil fuel economy.

Ma voglio fare tutto quel che posso per uscirne al piu' presto e per evitare che anche dei posti sacri - La Majella, i campi del Montepulciano, il Parco del Curone, le isole Tremiti, Pantelleria, il delta del Po, Venezia - vengano trivellati. 

Si rende conto di cosa si vuol bucare?  E' semplicemente folle.

Il mondo e' sempre andato avanti, e mai indietro. L'uomo riuscira' a sopravvivere anche senza petrolio, vedra'. Siamo una specie intelligente e la nostra civilta' non morira' perche' non c'e piu' monnezza petrolifera da spremere. Semplicemente in questo momento e' piu' facile continuare con lo status quo, del trivellare, trivellare, trivellare. 

Dove vive lei, a San Donato Milanese? Beh, che ne dice apriamo un centro oli sotto la sua finestra?

Perche' questo e' quello che un giorno i suoi amici dell'ENI hanno fatto a Viggiano. Gente che non ha fatto niente di male, che un giorno si e' svegliata e ha iniziato ad annusare H2S. Che bello, eh?

L'ENI non ha neanche potuto dire: eccovi qui 100,000 euro, andate altrove che qui puzza e vi ammalate.

No, la gente deve vivere con rumori e puzza e loro devono contare fino all'ultimo centesimo di profitti. Una cosa vergognosa.

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La inviterei ad informarsi un pochino piu' approfonditamente su tali tematiche e a considerare che con la Sua autorevolezza rischia di influenzare molte persone, anche quando tratta di argomenti di cui Lei non ha mai ne' avuto una pubblicazione ne' alcun trascorso, come si evince dall'esame del suo curriculum. 

E da questo Le ne deriva una grande responsabilita' in cio' che dice pubblicamente.


Io sono solo un blogger. Chi non mi vuole leggere/credere/sentire puo' ignorarmi, o se vuole confutare le mie argomentazioni. Finora non e' successo mai - dati alla mano perche' sono uber informata.

E poi, non ha importanza che io non abbia mai pubblicato niente in geologia, sono un fisico! Ma so leggere, e so leggere bene gli articoli di scienza, so leggere i comunicati agli investitori, so scovare i testi inviati alla SEC americana, so leggere i rapporti governativi, e li so leggere in modo critico.

Conosco una miriade di attivisti in tutto il mondo e so comunicare con loro.

So parlare con medici, geologi, chimici e ingegneri, e tutti - tutti - quelli con cui ho avuto a che fare e che non sono a soldo dei petrolieri concordano con me, che il tempo del petrolio e' finito e che un giorno ne pagheremo care le conseguenze del continuare a bucare l'imbucabile.

Non ho mai attivamente fatto niente per cercare tutta questa "notorieta'". Semplicemente ho parlato chiaro, e spiegato le cose come stavano.

Nessuno aveva fatto mai tutto cio' rendendo i temi accessibili al cittadino medio, quello che secondo voi e' "facilmente impressionabile" e lo so che ora questo vi da fastidio.

Non e' colpa mia se la gente crede a me e non a voi.

Voi siete dei petrolieri che con questo bucare l'Italia ci portate a casa soldi - voi ed i vostri investitori. Io no.

Non ho portato via una lira da questa storia, e sono qui solo per amore di patria.

Credo allora che la responsabilita' pubblica di quello che fate sia nei vostri fatti, nelle vostre menzogne, nei vostri fumi tossici, e non certo nelle mie parole libere di libera persona di scienza.



Cordiali Saluti

Thursday, June 21, 2012

La Conferenza Episcopale d'Abruzzo: non trivellate Bomba!

Il giorno 23 Giugno 2012 - conferenza sul petrolio e sul territorio a Carpignano Sesia (Novara). 
Ne stiamo programmando altre per il Nord Italia a Settembre/Ottobre. Chi fosse interessato, mi contatti.


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Esce in questi giorni un nuovo comunicato da parte della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana, scritto da don Carmine Miccoli, rappresentante della Pastorale Sociale della Chiesa d'Abruzzo.

Inanto grazie mille e con affetto alla CEAM, ai suoi vescovi e a don Miccoli per la sensibilita e la vicinanza a noi, persone normali. E' questo il cristianesimo di cui abbiamo oggi bisogno nel mondo.
Questo e' un comunicato eccellente, perche' non lascia spazio ad ambiguita', e' chiaro, e' trasparente, e'
un dare pane al pane e vino al vino.

Well done.

Tre i temi trattati dalla CEAM, che non e' nuova ai problemi petroliferi e che a suo tempo si e' espressa anche contro il Centro Oli di Ortona:


1. Il lago di Bomba e le trivelle proposte dalla Forest Oil Corporation. La Conferenza Episcopale della regione Abruzzo e del Molise esprime soddisfazione per la bocciatura da parte della commissione VIA
delle trivelle e della raffineria proposta da Mr. Giorgio Mazzenga, e si augura che questa decisione venga difesa, mantenuta e rispettata, nonostante le inevetabili pressioni da parte dei petrolieri fra cui il ricorso al TAR. Si riportano anche le parole del papa, e il supporto al "no", e' forte e chiaro.

Bisogna avere il coraggio di dire "no" a chi considera il profitto più importante della persona: è lo stesso magistero sociale della Chiesa ad insegnarlo, indicando questa come strada da seguire, aperta alla partecipazione di tutti.

Grazie. Sono commossa di questa solida presa di posizione. Spero che il tutto arrivi anche a Mr. Mazzenga e a Mr. Clark, a Denver.

Giorgio Mazzenga ci senti?

La Chiesa d'Abruzzo ti sta dicendo che forse e' meglio se abbandoni i tuoi progetti trivellanti per Bomba e che lasci perdere con il ricorso al TAR contro il WWF e contro la Commissione VIA.


2. Il Parco della Costa Teatina, e l'accelerazione della sua istituzione. Cosi' dice il comunicato della CEAM:


Ancora una volta si vuol alzare forte la voce per chiedere l'istituzione di questo nuovo Parco, senza ulteriori e immotivate proroghe, senza accomodamenti interessati e ipocriti. 


Ci sentite cari politici?

Da Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti, fino al sindaco di San Vito, Rocco Catenaro: senza accomodamenti interessati e ipocriti.

Senza accomodamenti interessati e ipocriti.


3. La responsabilita' individuale di ciascuno

Rimane dovere di tutti i cittadini, e in particolar modo dei credenti, sostenere la difesa del Creato dalle terribili minacce che vi incombono, come gli impianti petroliferi.


E' qui il nocciolo di tutto: occore che tutti si sentano protagonisti in prima persona per quel che possono, per quel sanno fare, per il tempo che hanno, della democrazia. La res publica e' publica, di tutti, e tutti devono interessarsene.


Ecco qui il testo completo - grazie ancora a don Miccoli, e a tutta la Confernnza Episcopale d'Abruzzo e di Molise per l'ottimo lavoro.




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Ad un anno dal mio precedente intervento ("Parco Nazionale della Costa Teatina: un luogo per custodire in Abruzzo il futuro della creazione"), intendo ancora raccogliere sollecitazioni e riflessioni di tante persone, uomini e donne, che hanno a cuore la salvaguardia del Creato e cercano di prendersi cura della terra nella quale viviamo.

Più di un anno fa, il 7 maggio 2011, migliaia di persone si sono ritrovate a Termoli insieme al compianto Lucio Dalla, che come tanti ha prestato la sua voce e la sua persona con generosità e impegno, per difendere le coste abruzzesi e molisane dalla minaccia delle trivelle petrolifere. Da allora, varie sono state le occasioni e le speranze che, anche di recente, sono cresciute e che sembrano andare nella giusta direzione: uno sviluppo sostenibile che custodisca e valorizzi le nostre terre, i nostri mari, la nostra gente.

Pochi mesi fa, in Abruzzo, la Commissione Regionale sulla Valutazione d'Impatto Ambientale ha bocciato un impianto di estrazione della multinazionale Forest Oil sul lago di Bomba: una bocciatura che ha reso giustizia e ha coronato la mobilitazione, fatta in questi ultimi anni, di migliaia di cittadini, associazioni, movimenti e istituzioni, volta a salvare questo posto dalla distruzione. Auspico che la politica e coloro che hanno a cuore il bene comune s'impegnino a difendere questa importante vittoria della società civile e che in nessun modo possa essere sovvertita in alcuna sede la decisione delle istituzioni e il comune sentire della popolazione (come tenta di fare il recente ricorso amministrativo della stessa azienda). In un momento come questo, di gravissima crisi economica e sociale, non è più accettabile proseguire secondo un modello economico devastante a livello ambientale e sociale. Bisogna avere il coraggio di dire "no" a chi considera il profitto più importante della persona: è lo stesso magistero sociale della Chiesa ad insegnarlo, indicando questa come strada da seguire, aperta alla partecipazione di tutti: "L’esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà. Lo sviluppo economico che auspicava Paolo VI doveva essere tale da produrre una crescita reale, estensibile a tutti e concretamente sostenibile" (cf. Benedetto XVI, "Caritas in veritate", n. 21).

In un modello economico basato su equità e rispetto si inserisce la promozione di Parchi Naturali e Aree Protette: il turismo naturalistico, l'agricoltura biologica e sostenibile, i percorsi di valorizzazione di paesi e tradizioni locali, offrono tantissime possibilità per un'economia sana e capace di futuro. I Parchi sono anche l'alternativa più radicale e definitiva a quella che è stata definita la "deriva petrolifera" locale: lo dimostra, in Abruzzo, il fortissimo anelito della società civile e degli amministratori più lungimiranti e attenti verso l'istituzione, scandalosamente attesa da troppi anni e frenata dalla volontà di amministratori e politici centrati sugli interessi più egoistici e particolari, del Parco Nazionale della Costa Teatina. Ancora una volta si vuol alzare forte la voce per chiedere l'istituzione di questo nuovo Parco, senza ulteriori e immotivate proroghe, senza accomodamenti interessati e ipocriti.

Rimane dovere di tutti i cittadini, e in particolar modo dei credenti, sostenere la difesa del Creato dalle terribili minacce che vi incombono, come gli impianti petroliferi e, in generale, i vari progetti per l'estrazione, la lavorazione e lo stoccaggio di idrocarburi (l'ultimo allarme, al quale mi associo, della professoressa Maria Rita D'Orsogna è solo di qualche giorno fa...) che da anni hanno preso di mira le nostre Regioni. Per quanto mi compete, l'Ufficio Regionale di Pastorale Sociale si impegna a sostenere ogni azione della società civile volta a difendere e valorizzare realmente il nostro territorio, bene comune e condiviso, dono di Dio per l'umanità tutta e per le generazioni future.

d. Carmine Miccoli
Coordinatore Regionale dell'Ufficio di Pastorale Sociale CEAM

Tuesday, June 19, 2012

#EndFossilFuelSubsidies - su twitter



Dedicato a Rocco Papaleo ENI-man: Guardi l'eleganza di Robert Redford 
e poi si vergogni -  se ne e' capace ancora.


La stampa italiana non ne ha parlato - troppo presi a mandare le pubblicita' di Rocco Papaleo che fa combriccola con l'ENI, ma in questi giorni dell'incontro di Rio De Janeiro sull'ambiente e' in corso una azione coordinata da parte di attivisti di mezzo mondo, guidata dal gruppo 350.org di Bill McKibben.

Anche Robert Redford ha detto la sua, scrivendo questo editoriale dal titolo che dice tutto:


 Scrive Robert Redford: 


Every year, around the world, almost one trillion dollars of subsidies is handed out to help the fossil fuel industry. Who came up with the crazy idea that the fossil fuel industry deserves our hard-earned money, no less in economic times of such harsh human consequence? We fire teachers, police and firemen in drastic budget cuts and yet, the fossil fuel industry can laugh all the way to the bank on our dime? Something doesn't add up here. 


Ogni anno, in tutto il mondo circa un trillione di dollari in sussidi e' dato all'industria petrolifera per aiutarli. A chi e' venuta in mente la brillante idea che l'industria delle fonti fossili ha bisogno dei nostri sudati soldi, e addirittura in tempi economici cosi' duri per l'umanita'. Licenziamo insegnanti, poliziotti e pompieri secondo drastici tagli per aiutare il budget, e allo stesso tempo l'industria del petrolio ride lungo la strada che la porta in banca con i nostri quattrini? C'e' qualcosa che non torna!


We should not be subsidizing the destruction of our planet. Fossil fuels are literally cooking our planet, polluting our air and draining our wallets. Why should we continue to reward companies to do that? 


Non dovremmo stare qui a dare sussidi per la distruzione del pianeta. Le fonti fossili stanno letteralmente cuocendo il pianeta, inquinando la nostra aria e lasciando i nostri portafogli all'asciutto. Perche' dobbiamo continuare a premiare le ditte che fanno tutto cio'?


As they go after more expensive and harder to access fossil fuels, it is like drilling a hole in our pocketbooks. We pay more at the pump. We pay in taxpayer subsidies to a highly profitable industry. And we pay in the rising costs of climate change in the form of floods, storms and droughts that hurt our homes and communities. 


E mentre loro vanno alla ricerca di fonti fossili piu' costose e di accesso piu' difficile, e' come se stessimo trivellando il nostro portafoglio. Paghiamo di piu' alla pompa, Paghiamo i sussidi con i soldi delle nostre tasse a una industria di enormi profitti. E paghiamo i costi galoppanti dei cambiamente climatici nella forma di alluvione, tempeste e siccita' che fanno male alle nostre case e alle nostre  comunita'.


Our world leaders are gathering in Rio over the coming days for a historic meeting twenty years after the first Earth Summit. We are looking to our governments to show leadership and commit to real timetables and actions for fighting climate change, including ending fossil fuel subsidies. Sure, they've made commitments to stop these unnecessary payouts. But commitments need to become action to have any meaning. And despite strong words, we are not yet seeing action on the ground. 


I nostri leader mondiali stanno riunendosi a Rio nei prossimi giorni per un incontro storico venti anni dopo il primo Earth Summit. Ci aspettiamo dai nostri governi di mostrare coraggio e di impegnarsi per scadenze vere ed azioni vere per combattere i cambiamenti climatici, fra cui la fine dei sussidi alle fonti fosisli di energia. Certo, si sono gia' presi impegni per fermare queste elargizioni non necessarie. Ma gli impegni devono diventare azioni per avere qualsiasi tipo di significato. E nonostante belle parole, non abbiamo ancora visto azioni vere in campo.


In the United States, President Obama has repeatedly proposed cutting $4 billion in annual federal subsidies to the oil and gas industry and several bills to cut fossil fuel subsidies are stalled in Congress.  


Negli Stati Uniti il presidente Obama ha ripetutatmente proposto il taglio di circa 4 billioni di dollari in sussidi annuali federali alle ditte del petrolio e del gas e varie proposte di legge per tagliare i sussidi alle ditte del petrolio. Queste leggi sono tutte ferme in congresso.


Think about what else we could do with one trillion dollars. We could create clean energy jobs, limit greenhouse gas emissions that create climate change and help make a healthier and more secure life for our children. Instead, we give 12 times as much in subsidies to the fossil fuel industry as we give to clean energy industries like wind and solar. 


Pensate a cosa potremmo fare con un trillione di dollari. Potremmo creare impiego in energia pulita, potremmo fermare le emissioni di gas serra che causano i cambiamenti climatici e potremmo aiutare a creare un futuro piu' sano e piu' sicuro per i nostri figli. Invece diamo all'industria del petorlio 12 volte piu' di quello che diamo all'industria pulita come il sole e il vento.


If you have a dollar to invest - investing that dollar in clean energy creates three times the jobs of the same dollar invested in the fossil fuel industry. In fact, studies show that fossil fuel subsidies slow economic growth. Clean energy is a great example of building a green economy. Ending fossil fuel subsidies is good for our pocketbooks, economic growth and for our health and environment. 


Se tu hai un dollaro da investire - investire quel dollaro in energia pulita crea tre volte il numero di lavoro che quello stesso dollaro crerebbe nell'industria delle fonti fossili. Infatti, alcuni studi mostrano come i sussidi all'industria del petrolio rallentano la crescita. L'energia pulita e' un esempio ottimale di come si costruisce una economia verde. Se fermiamo i sussidi all'industria del petrolio, questo sara' buono per i nostri portafogli, per la crescita economica, per la nostra salute e per il nostro ambiente. 


In poll after poll after poll, the public says they want more renewable energy and less fossil fuels. 


In tutti i sondaggi, il pubblico dice che vuole maggiore energia rinnovabile e minor uso di fonti fossili.


So why aren't our world leaders doing more to deliver what the public wants instead of what oil, gas and coal companies want? We need to hold our leaders accountable for the choices they make on our behalf. 


E allora perche' i nostri leaders mondiali non stanno ancora facendo quello che vuole il pubblico invece che quello che vogliono quelli dell'industria del petrolio, gas e del carbone? Occorre che i nostri politici siano considerati responsabili delle decisioni che prendono per noi.


People around the world are waking up to the absurdity of subsidizing Big Oil and Coal. Over a million people have already signed onto a petition to end fossil fuel subsidies. And on June 18, people from all over the world will be sending world leaders message on Twitter and Facebook to #endfossilfuelsubsidies. 


In tutto il mondo ci si sta svegliando di fronte all'assurdita' di dare sussidi a Big Oil e Big Coal. Circa un milione di persone ha gia' firmato una petizione per terminare i sussidi all'industria del petrolio. E il giorno 18 Giugno, in tutto il mondo si manderanno messaggi ai capi di stato su Twitter e Facebook per #endfossilfuelsubsidies. 


Just last March, President Obama said, Instead of taxpayer giveaways to an industry that's never been more profitable, we should be using that money to double-down on investments in clean energy technologies that have never been more promising. 


Lo scorso Marzo, il presidente Obama ha detto, "Invece di regalare i soldi delle tasse ad una industria che non ha mai avuto profitti cosi' elevati,dovremmo usare quel denaro per raddoppiare i nostri investimenti in energie e tecnologie pulite che non sono mai state tanto piene di promesse


These proposals have so far failed in the face of strong industry opposition and the fossil fuel industry is equally obstructive elsewhere in the world. 


Queste proposte finora sono fallite a causa di forti opposizioni da parte dell'industria petrolfiera che e' ugualmente distruttiva in altre parti del mondo.


In a time of economic hardship, progressing climate change and a growing demand for reliable and clean sources of energy, using taxpayer money to help oil, gas and mining companies represent a reckless and irrational use of taxpayer money and government investment. We can do better. We need the fossil fuel industry to stop asking us to pay the price for their greed. We need our world leaders to turn their words into actions. And we can start by reminding them to #endfossilfuelsubsidies


In questi tempi di durezza economica, cambiamenti climatici che avanzano, e una crescente domanda di energia pulita, l'uso di tasse pubbliche per pagare le ditte petrolfiere, del gas e minerarie rappresenta un incosciente e irrazionale uso di soldi pubblici e di investimenti governativi. Possiamo fare meglio. Dobbiamo chiedere all'industria del petrolio di non chiedere piu' a noi di pagare il prezzo della loro ingordigia. Dobbiamo chiedere ai nostri governanti mondiali di trasformare le loro parole in azioni. E possiamo fare questo con il ricordare loro di #endfossilfuelsubsidies


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L'idea allora e' di mandare messaggi twitter, blog, fotografie chiedendo ai capoccioni del mondo di non dare piu' sussidi di alcun genere alle ditte petrolifere - e' tempo di basta e che tutti quei soldi, miei, tuoi, pubblici siano usati per scopi piu nobili - energie alternative, conservazione, protezione dell'ambiente. Il tutto racchiuso nel messaggio #EndFossilFuelSubsidies. 


Per chi volesse partecipare, qui ci sono le istruzioni per mandare un messaggio twitter.


Qui le foto da varie parti del mondo con scritto End Fossil Fuel Subsidies - Londra, Sydney, New York e certo Rio de Janeiro












#EndFossilFuelSubsidies, Marble Arch, London (Credit: Stephen Brown)




#EndFossilFuelSubsidies, Battersea Power Station, London (Credit: Stephen Brown)








#EndFossilFuelSubsidies, Sydney Australia, (credit: James Alcock)




#EndFossilFuelSubsidies, Houses of Parliament, London (Credit: Stephen Brown)








#EndFossilFuelSubsidies, London, St Pauls Cathedral. (Photo credit: Stephen Brown)






Twitter projection from the roaming Illuminator van in New York. "Financing dirty energy: not a good idea for @jpmorganfunds or the US Gov #EndFossilFuelsSubsidies @illuminator99 pic.twitter.com/eNasVN10"




Twitter projection from the roaming Illuminator van in New York. "Let's stop giving them our tax dollars too. #endfossilfuelsubsidies @illuminator99 pic.twitter.com/C1sSjFJN"





Monday, June 18, 2012

Clini: vuole dire qualcosa su fracking-stoccaggio-trivelle?



Come sempre, se vuoi sapere qualcosa devi leggere i comunicati agli investitori. 

Corrado Clini, il nostro ministero all'ambiente, secondo me, neanche lo sa cosa sia il fracking!

Ma lo sa bene la Independent Resources - la ditta che vuole fare fracking a Ribolla e che ha anche in mano in progetto dello stoccaggio di gas di Rivara - che annuncia proprio in questi giorni che andra' avanti in Italia, con stoccaggio e fracking.

Caro governo italiano, ma cosa state facendo? Possibile che sappiate solo lavorare di rilancio?

Ma non sarebbe utile *decidere* prima che loro vengano in Italia se questo fracking si possa fare o no? Non sarebbe utile *sospendere* tutte le operazioni di questa Independent Resources, cercando di capire se le sue attivita' in Emilia siano state chiare e trasparenti e *prima* che accadano altri guai?

Direttamente dai comunicati del 18 Giugno 2012 della Independent Resources:

On its Ribolla shale gas project in Tuscany, it is still considering how it would fit into the overall corporate development programme. At this point, however, it is likely that the resource will be unlocked by Independent’s own team.


Sul suo progetto di gas da scisti in Toscana, stanno ancora esaminando come il tutto potra' far parte del suo programma di sviluppo aziendale. A questo punto, comunque, e' probaile che la risorsa sara' sfruttata dalla squadra interna della Independent.

Quindi: riassumendo, hanno fatto le prove, hanno visto che il gas da scisti c'e' e stanno cercando di capire se estrarlo da soli o con altri.  Pare che lo faranno da soli, mentre Clini e compari dormono sonni tranquilli.

Cosa aspettiamo per vietare questo fracking in Italia? Quando lo vietiamo?

Dopo che hanno gia' sperimentato in Toscana?

Dopo che hanno gia' inquinato le falde idriche? Dopo che hanno gia' costruito le vasche a cielo aperto per metterci la monnezza?

Ditemi.

Ma non c'e' solo Ribolla o Rivara nei piani della Independent Resources - c'e' pure il piano "Sibilla" di cui la Independent Resources e' entusiasta e da cui si aspettano un appetitoso "cash flow".

Cash flow =  denaro - se qualcuno dubitasse ancora quale sia lo scopo di tutto questo trivellare, fraccare, stoccare e bucare.

Dicono che all' inizio dell'anno il governo gli ha dato l'opportunita' di fare domanda per stoccare anidride carbonica nel campo Sibilla ed adesso pare che questo progetto verra' fato loro in esclusiva.

Independent Resources (LON:IRG) expects a government decision in 
Italy next month that could lead to short-tem cashflow from a 
marginal gas field and said it has secured exclusivity for its 
Sibilla carbon dioxide storage project in the Adriatic. 






Regarding the Sibilla project, the group said it involves a very 
large offshore fractured carbonate aquifer and it is associated 
with a multi-client business plan to permanently store a minimum 
400 million tonnes of CO2 over its lifetime. 




Sibilla si trova a cavallo fra Marche ed Emilia Romagna ed e' un vecchio campo dismesso dell'ENI
dal nome Santa Maria.

Secondo il sito "Zero Emissions" dell'UE, dal campo di Santa Maria si vogliono estrarre ulterirori 6 milioni di barili di petrolio nel corso di 10 anni e soprattutto si vuole iniettare nel terreno CO2 per stoccaggio derivanti dagli impianti di Marghera e da Falconara.

Si dice che i siti di stoccaggio saranno identificati sia su terraferma che in mare e che ci si aspetta di stoccare 550 tonnellate al giorno per un massimo di 1000 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Si dice anche che questi saranno i primi esperimenti su larga scala di stoccaggio geologico di anidride carbonica.

In Italia, i primi esperimenti di stoccaggio geologico di anidride carbonica, da parte di una minuscola ditta che non si sa bene se e come sia collegata ai terremoti dell'Emilia e in una nazione che non sa neanche costruire capannoni che reggano?

Sulla possibilie sismicita' indotta esattamente 10 parole e uno slash:

Seismotectonic/degassing risk studies will be done for each site.

Evviva.

La Forest Oil chiede 142 mila euro al WWF. A New York invece le presentano una Class Action per menzogne.



Class Action a New York contro la Forest Oil e la sua sussidiaria Lone Pine per avere dato informazioni false ai suoi investitori su incendi ed oleodotti rotti.


Un altra magnifica quanto folle idea della Forest Oil Corporation di Denver che ha preso di mira Bomba, un paesino d'Abruzzo di 900 anime che vorrebbe trivellare e il cui gas saturo di idrogeno solforato vorrebbe raffinare in loco.

Siccome non ci riescono, ecco allora l'ultima idea per spaventarci : mandare ricorsi al WWF per 142 milioni di euro - cosi' a casaccio!

E evidente che non sanno cosa altro fare e sono disperati.

Questo "ricorso-delirio" arriva dopo che 19 sindaci, la provicia di Chieti, la Commissione Ambientale VIA d'Abruzzo, la Confcomercio, i Vescovi della Chiesa Cattolica d'Abruzzo, docenti universitari, associazioni ambientali, culturali, sportive e dunque tutta la collettivita' si sono compattamente espressi contro il progetto di morte di Giorgio Mazzenga e del suo capo di Denver, Craig Clark.

Adesso c'e' anche la Commissione Europea per il rispetto di Aarhus che sta indagando sul tema, considerate le molte ombre sulla questione.

Cari Craig Clark, Caro Giorgio Mazzenga - no vuol dire no, non avete ancora capito?

Non siete benvenuti, prendete ed andatevene, basta con questi assurdi tentativi di rigirare la frittata.

Come detto mille volte, la diga vostra e' a rischio Vajont  - l'avete detto voi e non io - la vostra raffineria manderebbe fumi tossici direttamente nelle case delle persone, il territorio e' sismico, instabile, densamente abitato, e tutte le riserve di Bomba, se tutto va bene, daranno gas all'Italia per una settimana, secondo i vostri calcoli.

E' tutta speculazione - soldi, soldi, soldi - e niente per gli abruzzesi, o per gli italiani se e' per questo - se non il miraggio-ricatto dei posto di lavoro, molti dei quali immaginari.

E infatti, questo tasto del lavoro la Forest Oil Corporation l'aveva gia' sperimentato qualche giorno fa quando, da Milano, o da Denver che potrebbero essere la luna per quanto distaccati siano Clark e Mazzenga dalla realta' abruzzese, i nostri eroi hanno fatto la conta dei si e dei no.

Hanno detto che in modo del tutto "sorprendente" gli sono arrivati


1009 curricula, dei quali 855 provenienti da residenti nella regione Abruzzo

di cui

237 inviati da persone residenti nei 19 Comuni i cui rappresentanti istituzionali hanno espresso la propria contrarietà politica al progetto

e questo per fare il  

capo centrale, al vice-capo centrale fino agli addetti alla segreteria e alla gestione della contabilità

Hanno parlato di 

54 aziende e di "un conto totale di 4038" addetti.

Hanno contato fino all'ultimo uomo! Ricordo che per il centro oli di Ortona si parlavano cdi 30 unita' lavorative.

Ovviamente questa "notizia" della conta della Forest Oil cosi' come e' arrivata, cosi' se n'e' andata.

La provincia di Chieti ha oltre 100,000 abitati, e la regione Abruzzo un milione. Per cui questi numeri sparati a casaccio secondo me da Mazzenga e Clark fanno solo ridere i polli.

La gente ha di meglio da fare che leggere questi piagnistei di chi non ci vuole stare al gioco della democrazia. Avete perso, avete perso. Amen. 

Ma siccome non sono contenti, i signori della Forest Oil hanno deciso di tornare all'attacco mandando il ricorso al WWF.

E perche' mai al WWF? 

Perche' il WWF ha mandato comunicati stampa? Perche' il WWF ha scritto osservazioni? Per mettergli paura? Perche' sarebbe stato ridicolo prendersela con le associazioni locali, o con me, o con il vescovo? Perche' sarebbe stato ridicolo prendersela con il presidente della provincia di Chieti o con Ronald Brown, impiegato della Forest Oil, che e' quello che ha parlato per primo del rischio Vajont? 

Perche', cari Mazzenga e caro Clark, non parlate invece della gente del fatto che, ad esempio, a fine Maggio 2012 e' arrivata una bella class action nello stato di New York contro la Forest Oil Corporation e la sua sussidiaria Lone Pine, con sede in Calgary, Alberta, per "untrue statements" e cioe' "affermazioni non veritiere" fatte agli investitori in borsa su incendi e rotture di oleodotti in Alberta nell'Aprile del 2011? 

La risposta e' semplice: perche' e' piu' facile prendersela con il WWF - una associazione senza scopo di lucro che intende difendere il pianeta e suoi abitanti - piuttosto che con la Corte Suprema di New York.

Ci vorrebbe una maschera e non anti gas, ma per la vergogna.

Grazie a Paul Giangiordano e a Randi Cecchine per la segnalazione New Yorkese e a Augusto De Sanctis per la condivisione abruzzese del fattaccio

Franco Caramanico ha qualcosa da dire? 

Saturday, June 16, 2012

Eppur si muove



Nessuna attività dell'uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) 
può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti




Coincidenza vuole che proprio in questi giorni, il 15 Giugno 2012,  Scientific American diffonda  un rapporto del National Research Council (NRC) degli USA in cui si afferma che la re-iniezeione di fluidi di scarto dalle operazioni di fracking puo' causare terremoti.

Questo dopo il gia' citato rapporto dell'United States Geological Survey in cui si afferma, similmente, che l'origine di vari sciami sismici che hanno afflitto gli stati centrali degli USA e' "quasi sicuramente" umana e dovuta al fracking.

Ma il rapporto odierno dell' NRC va oltre il fracking ed afferma che anche le trivellazioni di gas e petrolio convenzionali possono portare a fenomeni sismici, non solo lievi.

Il titolo del rapporto e':

"Induced Seismicity Potential in Energy Technologies" - "Potenziale di sismicita' indotta da tecnologie energetiche"

e compila in maniera certosina tutti i casi che secondo il gruppo dell'NRC sono da considerarsi terremoti indotti dall'estrazione di energia o altro materiale dal sottosuolo - petrolio, gas, geotermia, acqua - sia con metodi tradizionali che quelli cosiddetti non convenzionali.

Il rapporto non stima le possibilita' che questi terremoti accadano in futuro, semplicemente elenca quelli gia' osservati e che possono essere attribiuiti, con buona probabilita', all'uomo.

Uno degli autori dello studio, Murray Hitzman, della Colrado School of Mines, afferma che le tecniche peggiori sono quelli che portano a forti squilibri come il sequestro di anidride carbonica e l'iniezione di acqua di scarto nei pozzi dismessi che sono pericolosi perche' tendono ad aumentare le pressioni sotterranee su aree molto vaste, con maggiori pericoli di distrubo delle faglie, e quindi della possibilita' di causare terremoti.

Il gruppo del Prof. Hitzman ha anche concluso che non esistono metodi ottimali per minimizzare i rischi per nessuna delle tecnologie utilizzate.

Qui la mappa degli USA con tutti i "probabili terremoti" da associarsi all'opera umana.


Notare la California dove il cerchio nero piu' grande e' associato ad estrazione di petrolio attorno alla citta' di Coalinga, con un devastante terremoto il 2 Maggio del 1983 - magnitudo 6.5 Richter.

Gli altri due sono i terremoti di Kettleman North Dome - magnitudo 6.1 Richter e Whittier Narrows - magnitudo 5.9 Richter, tutti collegabili alle estrazioni di petrolio.

Ecco l'articolo originale del 1991 in cui i tre terremoti sono messi in connessione con le estrazioni di petrolio convenzionale


Eccolo qui il testo:

The 1983 Coalinga M 6.5, the 1985 Kettleman North Dome M 6.1, and the 1987 Whittier Narrows M 5.9 earthquake sequences each occurred beneath major producing oil fields and caused an aftershock sequence whose epicentral extent coincides approximately with that of the overlying oil field. Despite this coincidence, a causal relationship between these sequences and oil production has been discounted because the earthquakes were located at depths of the order of 10 km, whereas oil production is confined to the topmost several km. Moreover, because all three oil fields, Coalinga, Kettleman, North Dome, and Montebello, are situated on anticlines that have undergone recent uplift as a consequence of horizontal tectonic compression of the crust, natural earthquakes are not unexpected. A mechanical connection between oil production and the earthquake sequence is suggested, however, by the observation that in each case the total seismic deformation was just that required to offset the force imbalance caused by oil production. Specifically, for each of the three sequences ΣM0 = 2 μΔmγ/ρc, where ΣM0 is the sum of the seismic moments, μ is the modulus of rigidity, Δm is the mass of the fluid removed due to oil production, γ is the fraction of the upper crust that is seismogenic, and ρc is the average upper crustal density. In essence, net extraction of oil and water reduces slightly the average density of the upper crust, causing an isostatic imbalance. The ductile lower crust deforms in response to this imbalance, thus increasing the load on the seismogenic layer, which fails seismically to thicken the crust so as to restore static equilibrium locally. Accordingly, earthquakes near the base of the upper crust may be an expected outcome of major oil production from growing anticlines, irrespective of the depths of the producing formations.
Il titolo, certo, e' possibilistico, come e' giusto che sia.

L'articolo pero' mostra non solo la coincidenza spazio-temporale trivelle-terremoti ma si nota anche come il "momento sismico" sia in diretta correlazione con i volumi di petrolio estratti.

Il momento sismico M0, nell'equazione di cui sopra e' una unita' di misura per misurare l'energia rilasciata da un terremoto.

Dopo 20 anni dalla pubblicazione di questo articolo, l'NRC considera questi terremoti di California direttamente collegati alle estrazioni di petrolio.

Se non ci piacciono Coalinga, Kettleman e Whittier Narrows, California, ecco qui la lista intera di episodi di sismicita' indotta dall'uomo - pagine e pagine - alcuni di magnitudo bassa, altri di magnitudo elevata e tutti avvertibili dalla popolazione.

La lista e' quella compilata dal National Research Council degli USA, e non da me, io ho solo scaricato il testo e tradotto a scopo divulgativo.

Oltre Coalinga e le citta' associate a Coalinga, ci sono le estrazioni di petrolio da Gazli 7.3 Richter - Russia, di cui abbiamo gia' parlato su questo blog, da Montebello 5.9 Richter - California, e di 4.7 dal Kuwait, dalla Russia, 4.9 dall'Oklahoma, 5.2 dall'Illinois, 4.2 dalla Francia.

C'e la costruzione di una diga per acqua potabile in Cina, 6.1 Richter, e altre dighe in giro per il mondo.

Ci sono anche il Vajont, il Monte Amiata e Pieve di Cadore, sebbene con entita' minore, circa 3 Richter.

Questo non vuol dire che io ho certezze su cosa e dove succederanno terremoti in Italia, o che se si trivella localita' X necessariamente verra' un terremoto.

Nessuno puo' avere certezze,  sarebbe sciocco, ma come nessuno puo' avere certezze che accadano, nessuno puo' avere neanche certezze assolute che non accadano.

Magari le probabilita' sono remote, magari non succedera' mai, ma la certezza matematica non te la da nessuno.

Il mio messaggio e' allora molto semplice: nel dubbio, e siccome queste cose sono gia' successe altrove,
e siccome alla collettivita' ne viene indietro ben poco, e' meglio non stuzzicare un territorio gia' ballerino di per se, e su cui nel 2000 non siamo nemmeno capaci di costruire capannoni che reggano.