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Friday, May 10, 2019

Quei 600 terremoti di Ohio, Texas, West Virginia, Pennsylvania e Oklahoma causati dalle trivelle


Circa 600 terremoti recenti e di intensita' media in Ohio, Texas, West Virginia, Pennsylvania e Oklahoma possono essere attribuiti al fracking.

Lo conclude uno studio presentato presso il Seismological Society of America e presentato al congresso annuale del 2019 da Michael Brudzinski della Miami University.

Questi terremoti sono diversi da quelli causati dai pozzi di reinizione, in quanto sono dovuti direttamente all'atto del fracking e non ai fluidi ri-immessi in profondita'. Tipicamente sono fra intensita' 2.0 e 3.8. Il fenomeno dei terremoti da trivelle e non da reiniezione e' maggiormente sentito in Ohio e nella zona della catena dei monti Appalaci.

E guarda caso proprio nei pressi dell'Appalachian Basin, dove c'e' stata una esplosione di estrazione di gas naturale negli scorsi venti anni. Ci sono qui piu' gas estrattivi che di reiniezione, e i cluster dei due tipo sono bene separati gli uni dagli altri. Brudzinski dice che questo fa si che sia possibile distinguere la sismicita' indotta dalle due fonti, analizzando localita' e tempo delle scosse sismiche.

In generale i terremoti da fracking, a differenza di quelli da reiniezione, mostrano scosse in forte vicinanza fra di loro, di circa cento o duecento eventi nel giro di pochi giorni, con periodi di pausa, e poi gli sciami riprendono.

Fra i fattori piu' importanti nel determinare l'intensita' dei terremoti: la profondita' del pozzo: piu' in verticale si va, piu'siamo vicino a faglie mature ma sopratutto la pressione esercitata sulla roccia e' maggiore.

Credo che ormai di studi di questo tipo ce ne siano a bizzeffe, e che sia chiaro che le trivelle non portano niente di buono, mai. Se continuo a scriverne, e' perche' voglio che questi temi restino parte della discussione, dell'attualita', perche' una volta che ce ne dimentichiamo o peggio, che li diamo per assodati, quello e' il momento in cui petrolieri e affini affileranno le trivelle e torneranno a prendersi il nostro sottosuolo.

Tanto e' stato fatto e detto in questi dodici anni, e occorre cementificare nell'opinione pubblica il fatto che trivelle in Italia, no grazie.  

Sunday, April 15, 2018

Marche: terremoti, faglie attive e approvazione di estrazione di gas






erano già state dichiarate inagibili, così come il 100 per cento degli edifici pubblici, a seguito delle scosse che hanno colpito il Centro Italia e le Marche negli ultimi anni. 

Secondo Alessandro Amato, esperto dell’INGV da Ottobre 2016 a oggi 
ci sono state oltre 86 mila scosse, molte delle quali di magnitudo inferiore a 2.
"Sembra che la zona interessata dalla sequenza sismica si stia spostando 
nella zona settentrionale.





Il giorno 9 Aprile 2018 c'e' stata una scossa di terremoto nelle Marche, con epicentro a Muccia, in provincia di Macerata. Il terremoto e' stato di magnitudo 4.7.

Il giorno 5 Aprile 2018 il duetto Gianluca Galletti e Dario Franceschini, che ancora siedono nei palazzi romani e ancora decidono del nostro territorio, del nostro mare e delle nostre montagne, autorizza altra estrazione di gas da Santa Maria Nuova, in provincia di Ancona.

Le due localita', Muccia e Santa Maria Nuova distano circa 80 chilometri l'una dall'altra.

Non e' un controsenso?
Non e' ignoranza?
Non e' cattiveria? 

Il Centro Italia ormai sono anni che sente la terra tremare. Siamo qui in presenza di faglie attive, la cui attivita' puo' perdurare a lungo. A Muccia, gia' quasi completamente devastata da terremoti di anni passati, e' crollato pure il campanile della chiesa. Il terremoto si e' sentito anche in regioni limitrofe.

E' evidente che si tratta di un territorio ballerino di per conto suo, con l'INGV che parla di 86mila scosse, quasi tutte di magnitudo inferiore a 2, negli scorsi 18 mesi.

Ha senso trivellare ed estrarre gas da un territorio cosi instabile?

Le trivelle della Gas Plus Italiana sono state progettate per una concessione che porta lo stesso nome della citta' di Santa Maria Nuova, e l'iter va avanti dal 2016.

L'approvazione, ironicamente arriva il giorno 5 Aprile 2018, proprio qualche giorno prima del terremoto.

A circa 5.4 chilometri di distanza dal pozzo c'e' un sito di interesse comunitario, dal nome "Fiume Esimo in localita' Ripa Bianca", ma come sempre, non ci sono, secondo trivellatori, ministeri e burocrati vari, pericoli di alcun genere.

E come sempre la lista di prescrizioni-salva apparenze e' lunga e ridicola: monitoraggio delle caratteristiche fisiche e chimiche dell'acqua, "quantomeno fino all'acquifero nella zona di transizione fra acque dolci ed acque salate", un piano di allarme, il monitoraggio della subsidenza, il monitoraggio "microsismico" in collaborazione con l'INGV con un valore di soglia di magnitudo 0.5 e con un area di spazzolamento fra i 5 e i 10 chilometri.

Dovranno stare attenti al rumore che emetteranno, e a possibili fughe di gas, dovranno controllare i "carri bombolai" ed avere tutte le autorizzazioni dei comuni limitrofi. Dovranno pure comunicare agli enti archeologici le date dei loro lavori.

Chicca finale: "i manufatti fuori terra dovranno essere realizzati con coloriture delle terre naturali nella gamma degli ocra".

Ora e' evidente che questa autorizzazione, del giorno 5 Aprile 2018 non ha portato al terremoto del giorno 9 Aprile 2018.

Ma queste vicende di terremoti, che si susseguono nel corso dei mesi e degli anni, nell'Italia centrale in particolare, ci ricorda che il nostro territorio e' fragile, e' delicato, e' caratterizzato da strutture ancora piu' fragili, per storia e per geografia, e che le trivelle certo non miglioreranno la situazione. La zona e' anche soggetta a smottamenti, a dissesti.

A suo tempo lessi tutta la documentazione della Gas Plus con le loro proposte e il testo e' qui in basso. Ricordo che di eventi sismici si parlo' poco, e con estrema leggerezza. Il famoso tuttapposto.

E ora, quattro giorni dopo l'approvazione di Santa Maria Nuova arriva un terremoto di magnitudo 4.7 a 80 chilometri di distanza.

Come possiamo essere sicuri che il tuttapposto della Gas Plus sia sufficente? Come possiamo essere sicuri che queste prescrizioni del governo possano garantire la sicurezza di persone e case? La pace mentale dei residenti?

Davvero il monitoraggio microsismico e' la risposta?

O non e' forse il caso di arrendersi alla natura, all'intelligenza, al buonsenso, e decidere che non e' il caso di continuare a stuzzicare cosi follemente le dinamiche geologiche? A decidere che la sismicita' naturale ce la teniamo, ma che tutto il resto, inclusi i sospetti e i rischi e le possibilita' di sismicita' indotta per quanto remote, e' meglio non accollarceli?

Galletti e Franceschini non credono al principio di precauzione?  O non gliene importa niente? O hanno amici da accontentare dentro la Gas Plus?

Quale che sia la risposta, ai miei occhi e' veramente insensato e schifoso questo modo di gestire la cosa pubblica.

Vergogna a loro due, e che lascino il posto a gente piu' competente, piu' innamorata dell'Italia e della sua gente.


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Qui quanto scritto su questo blog nel Dicembre 2016 sullo stesso pozzo, per una idea piu' chiara di cio' che fara' la Gas Plus a Santa Maria Nuova


L’ipotesi di messa in produzione dell’esistente 
pozzo risulta essere l’unica alternativa progettuale possibile
Cioe' o trivelle o morte!


Siamo in provincia di Ancona, in localita' Santa Maria Nuova. Ottantuno chilometri quadrati fra Ancona e Macerata. Qui i nostri amici della Gas Plus, a cui piace trivellare e stoccare gas in giro per l'Italia, hanno deciso che vogliono estrarre gas.

Leggo il loro documento di valutazione ambientale.

Come sempre, le cose che dicono, che siano Gas Plus, che siano ENI, fanno un po sorridere e tanto piangere.

Le loro motivazioni possono essere riassunte cosi': un pozzo di gas fra i campi e' cosa buona e giusta.

Nel caso specifico la Gas Plus ci fa sapere che il loro progetto

"contribuirebbe alla valorizzazione delle risorse energetiche nazionali, incrementerebbe la competitività del settore adottando le migliori tecnologie disponibili, nel rispetto dell’ambiente e concorrerebbe alla riduzione della dipendenza dell’Italia dagli approvvigionamenti provenienti dall’estero". 

Ammazza quante cose fa questo pozzo!

Valorizza le risorse nazionali, aumenta la competitivita' del settore, ci rende meno dipendenti dall'estero e rispetta pure l'ambiente!

Praticamente il pozzo del mago Silvan.

Ma... un pannello solare sulle case di tutti no, eh?

Poi aggingono che addirittura il progetto e' in accordo con i provvedimenti di tipo ambientale mirati alla riduzione dell’emissione di gas serra in atmosfera

perche'

il gas naturale, al confronto con tutti gli altri vettori energetici fossili, è quello più rispettoso dell'ambiente con una produzione di gas a effetto serra minore rispetto all’olio combustibile.

Ah pure!

Questo pozzo e' praticamente un toccasana perche' addirittura combatte l'effetto serra. Dovrebbero avercelo tutti nel giardino dietro casa, non solo i signori della foto su in alto che niente di male hanno fatto per avere un pozzo letteralmente dietro casa.

Ma secondo l'ottica di Gas Plus, dobbiamo per forza essere fossili. E certo -- sono una ditta di fossili, fossili sono nati, fossili vedono e fossili vogliono restare. Fossili di idee, di fatti, di visone. E fossili vogliono pure morire, costi quel che costi.

E infatti dicono che il non trivellare implicherebbe 

il mancato utilizzo di una risorsa la cui disponibilità è già stata verificata

 e non saremo in linea con le 

azioni e gli obiettivi intrapresi, in campo energetico, a livello nazionale e regionale volti a favorire l’indipendenza dall’approvvigionamento energetico internazionale.

Come dire, il micro pozzo di Ancona ci salvera' dall'importazione di gas russo!

Cara Gas Plus, questa nazione dovrebbe mirare al 100% di sole e di vento, e non di trivelle per "l'indipendenza energetica". La vera indipendenza energetica e' quella che ci si produce in loco, sui tetti, dal vento, senza distruggere l'ambiente e i polmoni del vicinato. 

Continuo a leggere.

Il progetto si trova in una area ad alta percettività visiva relativa alle vie di comunicazione ferroviarie, autostradali e stradali di maggiore intensità di traffico per cui i piani della regione Marche pervedono valorizzazione delle visuali panoramiche.

Ma niente problema, quelli della Gas Plus decidono che il pozzo non si vede mica poi tanto e quindi la percezione visiva non cambia. Dicono che 

l’area pozzo risulta poco o per nulla visibile dalle strade limitrofe,

Tuttapposto.

Ancora, ci sono altri vincoli e zone speciali:

- Area di eccezionale valore geologico/geomorfologico a circa 350 metri a sud del pozzo;

- Centro storico e nucleo storico della frazione Collina a circa 700 metri a nord del pozzo;

- Centro storico capoluogo del Comune di S. Maria Nuova a circa 2000 metri dal pozzo;

- Vincoli paesaggistico-ambientali legati alla fascia di rispetto fluviale del Fiume Musone a circa 1.2 chilometri a sud del pozzo.

- Zona di ambientamento fauna selvatica e Centro pubblico di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale "La Scarpara" di 249 ettari a circa 150 metri ad ovest del pozzo

- Zona di ripopolamento e cattura San Filippo di 1.028 ettari a circa 1.5 chilometri a sud dal pozzo

- Ambito territoriale non insediativo delle Zone Territoriali Omogenee "bacino del rio Capora" in area trivellanda dove sono vietate la costruzione di recinzioni delle proprietà se non con siepi e materiali di tipo e colori tradizionali e i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale il profilo del terreno.

Ma anche qui, e' tuttapposto a causa della "limitata estensione delle attivita' previste", il rischio idrogelogico o di dissesti qui non ci sono, l'area non ha alcun elemento paesaggistico-ambientale di rilievo e si adotteranno tutte le opportune misure mitigative al fine di evitare possibili disturbi alla fauna selvatica presente. 

Tuttapposto. 

Le attività in progetto non interferiranno con l’area di versante in dissesto più prossima all’area pozzo, con rischio medio (R2) e pericolosità elevata (P3), che si colloca a circa 300 metri.  

Come se la geologia dopo 300 metri si fermasse.

E la zona di ripopolamento?

Gli animali saranno cacciati via e poi dipingeranno il recinto secondo i colori naturali. Ipse dixit.

E il movimento di terra?

No problem: le attività di scotico e movimentazione terra saranno minime e quindi il profilo del terreno già pianeggiante, non verrà alterato.

Dicono infatti che il buco gia' esiste dal 1988 e quindi, loro semplicemente andranno a tirarne fuori il gas. Quindi la Gas Plus trivellera' magicamente, senza movimentazione di terra di alcun genere.

Pero' si scopre poi che

- La porzione occidentale dell’area pozzo ricade in “ambito di tutela di crinali e versanti” nelle quali si vieta la realizzazione di “nuove attività estrattive, discariche depositi e stoccaggi di materiali non agricoli, salvo i casi di interventi compresi nei recuperi ambientali. 

Cioe' vogliono trivellare in un area in cui si vieta la realizzazione di nuove attivita' estrattive. Come puo' essere che non ci possono essere attivita' estrattive e questi qui possono trivellare?

Sono speciali?

Dicono che le loro attivita' saranno principalmente circoscritte alla sola area di piazzale.

Ma non interessa niente che ci sia un piazzale o una fontana. E' vietato estrarre? E allora lo e' per tutti, e per qualsiasi tipo di suolo o di piazzale che sia.

Non e' che la Gas Plus e' speciale.

Aggiungono che per sicurezza potrebbe esserci una lieve spianatura e riprofilatura del piede del versante che sostanzialmente non modificherà l’assetto morfologico naturale dei crinali. Se necessario, in fase di cantiere, saranno realizzate opere di contenimento naturali dei crinali presenti in prossimità dell’ingresso all’area pozzo, come “fascinate” o seminazione di particolari arbusti autoctoni, aventi anch’essi lo scopo di mettere in sicurezza i pendii individuati. 

Pertanto, il progetto non interferirà con la suddetta area di tutela crinali e versanti.

Quindi, tutti tranquilli: l'assetto morfologico dei canali non sara' cambiato.

Ma ... lo spianare e i riprofilare un intero versante non sono movimenti di terreno?
Avevano detto che non ne facevano!

E poi se era solo un piazzale, come fanno ad essere preoccupati dell'intero versante? 

Veramente credono questi siano interventi "lievi"?

E poi ancora: fanno questi interventi ai pendii perche' gia' sanno che le trivelle sono pericolose e quindi occorre intervenire in modo preventivo?

E perche' allora non considerano *seriamente* l'opzione ZERO: niente trivelle, niente rischi, niente spianamenti, niente riprofili?

Perche'? Vedi sopra: fossili nascono e fossili vedono. E se vedono green e solo il green del denaro.

Continuo a leggere. Risulta pure che nelle vicinanze del pozzo ci sono:

- emergenze geologiche, ad una distanza minima di 270 metri a sud

- corpi idrici Fosso della Scarpara a circa 380 metri ad ovest, Rio Caporà a circa 875 metri ad estil fiume Musone a circa 1,2 km a sud;

- versanti (pendenza superiore al 30%), a circa 195 e 450 metri a nord;

- manufatto storico, a circa 380 metri a nordest;

- fonti idriche la più delle quali si colloca a circa 380 metri a nordest dal pozzo;

- alcuni percorso pedo-ciclabili, il più vicino dei quali si colloca a circa 520 metri a sud,

- settori “a” (particolari ambienti naturali) a circa 360 m a Sud;

-  area occupata dal depuratore “e”, a circa 880 m a Nordovest;

- aree di versante in dissesto, così come recepite dal PAI e dalla Carta Geomorfologica Regionale

Ma va tutto bene, queste aree "non interferiranno con le attività in progetto previste".

Cioe' non sono loro che interferiscono con la natura,  e' la natura che non interferisce con le loro trivelle!

Per altri motivi di preoccupazione come il rumore, non ci sono problemi. E' -- manco a dirlo! -- tuttapposto. Anzi, c'e' completa conformità e aggiungono in allegato i risultati della simulazione acustica che certifica il tutto.

Ma... in fase di cantiere la Gas Plus Italiana potrebbe valutare richiesta di deroga dai limiti acustici comunali per motivi eccezionali e documentabili se si verifica una impossibilità di rispettare i limiti acustici!

Come dire: ma allora perche' dire che c'e' completa conformità?  Rispetteranno le regole finche' non le rispetteranno piu'.

Si premurano di dirci che non ci sono cimiteri nelle vicinanze.

E quindi visto che e' tuttapposto, si evince che l’area pozzo non ricade in alcun ambito naturalistico-ambientale soggetto a particolari prescrizioni di tutela.

Invece alcuni elementi soggetti a vincoli di tutela, data la distanza dal sito e la tipologia di attività previste (circoscritte alla sola area pozzo), non saranno interessate dalle attività in progetto.

E dunque, in barba ai dissesti, al divieto di nuove attivita' estrattive, alla tutela dei pendii,  la messa in produzione del pozzo risulta pienamente coerente con i contenuti della normativa energetica nazionale regionale e comunale vigente. 
 
Perfetto.

E poi ovviamente c'e' da considerare tutta l'infrastuttura del caso. Dicono:

Durante il processo di trattamento gas, tutti i liquidi di separazione ed essicazione gas
raccolti (costituiti soprattutto da acqua salata e minime tracce di idrocarburi) saranno
convogliati alla vasca di raccolta liquidi di drenaggio, il cui contenuto verrà periodicamente
prelevato da apposita autocisterna e portato a smaltimento.

  
Ma come fanno a sapere che i loro fluidi di perforazione sono fatti solo di acqua salata con "minime tracce di idrocarburi"? Chi gliel'ha detto? Qual'e' la percentuale di idrogeno solforato in questo pozzo? Chi smaltira' tali "acque salate"? Dove? Perche non ci dicono esattamente cosa c'e' in cio' che manderanno giu' per trivellare e che sara' mescolato con la loro acqua salata? Veramente credono che basta mettere assieme acqua e sale per trivellare? Davvero non ci saranno additivi chimici di nessun genere?

Useranno sale da cucina?

Credono che siamo scemi?

Ma quanto gas ci dara' poi Santa Maria?

Non e' ben chiaro. Ma dicono questo:

si stima che la fase di produzione del pozzo possa durare circa 20 anni, con una portata iniziale di circa 7.100 Sm3/g.

Ora tutto questo e' ingannevole.

La portata inziale significa il primo giorno? La prima settimana? Il primo mese? E dopo? Non si sa. Quindi non possiamo sapere esattamente quanto gas ce sotto a Santa Maria.

Ma diamogli il beneficio del dubbio.

Seppure fossero 7,100 metri cubi al giorno per i prossimi 20 anni si parla di circa 50 milioni di metri cubi in totale.

Ne consumiamo circa 68 miliardi l'anno. Facendo la divisione viene fuori che nel migliore dei casi da Santa Maria avremo gas per ... 0.25 giorni. Cioe' 6 ore!

Cioe' tutto questo spianare, dipingere, movimentazione di terra, vasche di contenimento per... neanche mezza giornata di gas da spalmare in venti anni!

Proprio l'indipendenza energetica, eh? 

Lo sappiamo tutti che questo pozzo non portera' niente di buono a nessuno 

Ma... e il rischio? E se ci sono problemi? Lo dicono anche loro che ci possono essere emergenze ed insicurezze. Se e' vero che ci sono li vicino ferrovie ed autostrade cosa facciamo se ci sono scoppi, o incidenti? E il gas estratto dove andra' a finire? L'autostrada e le ferrovie saranno sicure?


Santa Maria proteggici tu.









Sunday, May 7, 2017

Franceschini e Galletti approvano quattro nuovi pozzi e un impianto di stoccaggio selvaggio a Ripalta, Crema






Ripalta, le altre zone di stoccaggio e le faglie sismogenetiche

 Ripalta oggi

Impianto di stoccaggio a Bordolano, durante le prove.
Tutta salute.


Eccoci qui.

Il nostro governo a cui non importa niente di sole, vento, efficenza energetica continua a propinarci impianti fossili ogni giorno. Dalle trivelle in Molise, alle trivelle in Emilia Romagna, adesso allo stoccaggio-super in Lombardia da parte della Stogit.

Siamo a Ripalta, alle porte di Crema.

Esiste gia' qui un impianto di stoccaggio Stogit.

Metto gas ad alta pressione d'estate, lo stocco; e poi lo tiro fuori d'inverno quando serve.

Bene. Solo che adesso, siccome siamo sempre piu' greedy in questa nazione, cioe' non ci basta mai, dobbiamo aumentare la pressione di stoccaggio, bucare altri pozzi per metterci dentro piu gas, e costruire altri impianti.

Questa richiesta va avanti dal 2012, e adesso, il 7 Aprile 2017 arriva il si dello scellerato governo italiano.

Ad approvare il tutto sono sempre gli stessi, e cioe' i ministri Dario Franceschini e Gianluca Galletti, dei beni culturali e del turismo.

Evviva.

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L'Italia e' un paese fraglie, lo sappiamo tutti.

Il consumo di gas e' in continuo calo, per colpa della crisi, delle rinnovabili.

E' risaputo che questi impianti possono causare sismicita' indotta piu' o meno forte, e sportamenti del suolo.

Cui prodest aumentare il gas che possiamo stoccare sottoterra? Non c'e' un momento in cui dire basta? O dobbiamo sempre e comunque continuare a violentare madre natura, in questo caso schiacciando ancora piu' gas nella sua pancia?

Perche'? Perche' invece non tirare fuori un progetto di solarizzaione potente d'Italia? Le strade al sole? I tetti di tutti i capannoni al sole? L'efficenza energetica? I treni al sole?

Perche' vogliamo sempre essere gli ultimi e lasciare ai cittadini pericoli e danni?

Importa a qualcuno tutto questo?

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Ma iniziamo dall'inizio.

Intanto qui a Ripalta si vuole aumentare la pressione di stoccaggio nei pozzi gia' esistenti. Cioe' se prima mettevamo 100, ora ne metteremo 110. Si perche' adesso la pressione massima consentita sara' 1.1 volte la pressione di fondo; cioe' quella considerata normale in questi pozzi.

E' semplicemente un modo per schiacciare un po piu di gas nello stesso pozzo. Uno deve gia' qui pensare che proprio buono questo non e', o che quantomeno e' rischioso. Aumento in modo non-naturale la pressione in un pozzo. Cosa succedera' al sottosuolo? Soprattutto, questi pozzi saranno poi svuotati e quindi ci saranno periodi di ultra-pompaggio e periodi di vuoto. Sappiamo veramente prevedere che non succedera' niente di grave, mai, a nessuno con tutti questi sbalzi di pressione sotterranea, nel corso di mesi, anni e decenni?

Chi ce lo assicura che e' tuttapposto?

E poi, siccome il greedy-ness non si ferma, dobbiamo pure costruire quattro nuovi pozzi con interventi strutturali fra di loro e collegarli con quello che gia' esiste. 

Dicono loro stessi, quelli del ministero, che tali impianti sono soggetti a pericoli di incidente rilevante e che per questo occorre una consultazione con il pubblico.

C'e' stata?

Chi ha spiegato -- ma per davvero, perche' la Stogit non conta, visto che e' di parte e nessuno sano di mente dovrebbe mai credere all'oste che spiega quant'e' buono il suo vino! -- alla gente le conseguenze e la necessita' di questo impianto?

Cosa ne guadagna la gente di Ripalta?

Chi lo sa.

Di certo la Stogit vuole stoccare piu' gas e quindi costruiranno i pozzi Ripalta 64 dir, 65 66 67 or
che sono dettate da "specifiche esigenze progettuali" e consentiranno una "migliore distribuzione areale dei volumi di gas in tutte le condizioni operative".

Si aumentara' la portata a 35 Standard Metri Cubi al giorno.

Cioe' si sistemano come meglio gli sta a loro. Mica sono fessi.

Nei dintorni, a 4,500 metri ci sono due siti di importanza comunitari, "La Zerbaglia" e "Garzaie del Parco Adda Sud" pero' si dice che e' tuttapposto, come sempre.

In questo caso "si puo' escludere con ragionevole certezza che sia interventi necessari per la realizzazione della nuova configurazione impiantistica, sia le attivita' conseguenti all'esercizio in sovrapressione delle infrastrutture della Concessione Ripalta Stoccaggio" comportino il verificarsi di incidenze significative sulle specie floro-faunistiche e sugli ecosistemi tutelati.

L'unica osservazione e' giunta dal comune di Ripalta Guerina.

Cosa dicevano?

Il sindaco di allora, Gian Pietro Denti diceva che il suo comune esprimeva scetticismo e preoccupazione verso questo progetto. Ma al governo non gliene importa niente.

E la regione Lombardia?

Furbi, loro.

Avevano sospeso ogni giudizio fino alla fine dei lavori della commissione Ichese, che in seguito ai terremoti dell'Emilia Romagna del 2012, doveva accertarne la natura specifica, e determinare se questi terremoti erano dovuti ad operazioni petrolifere e/o metanifere e/o di stoccaggio in zona.

Al 3 Febbraio  2017 *nessun riscontro e' pervenuto da parte della regione Lombardia*.

Cioe' la regione Lombardia dice che non ha niente da dire.

Si arrangi chi puo' a Ripalta.

Furbi, no? Prima si nascondono dietro il dover aspettare quello che decide Ichese e poi, passato sufficentemente tempo, si dimenticano.

E cosi, tutto approvato.

Come sempre arrivano le prescrizioni farsa, per cementificare il tuttapposto.

1. A Ripalta ci vorra' una rete di monitoraggio sismico e microsismico con sensibilita' di magnitudo 0.5, che dovra' coprire un raggio di 5km dai pozzi, che dovra' essere attivata un anno prima dei nuovi lavori. Tutti i risultati dovranno essere noti entro 72 ore dall'evento per poter individuare la sismicita' indotta.

72 ore sono 3 giorni.

2. In caso si arrivi a sismicita' di 2.2 il gestore (cioe' la Stogit) dovra' usare *tutti gli accorgimenti* necessari per riportare la sismicita' a valori inferiore a tale valore.

Come sempre, e che qui c'abbiamo il Mago Silvan?  Cosa esattamente si deve per fermare la sismicita' indotta? Uno puo' anche fermare lo stoccaggio e le operazioni di pompaggio e di immissione, ma alla fine, la natura va per conto suo, ed una volta che uno ha innescato un fenomeno come la sismicita' del sottosuolo, non e' che i dettami di Galletti e di Franceschini o le preghiere della Stogit, riportano le cose alla normalita'.

Il sottosuolo e la natura seguono le proprie leggi, e non gli ordini della Stogit o del Ministero.

Quindi cosa dovra' fare la Stogit, non e' chiaro. 

Ma continuiamo a leggere. Questo era per il caso di magnitudo 2.2.

Se invece si arriva a magnitudo 3, allora occorre che intervenga il ministro direttamente ad accertarsi che "venga effettuata l'acquisizione in continuo dei dati di pressione di testa e/o fondo pozzo in corrispondenza di uno o piu' pozzi significativi ai fini della valutazione del comportamento dei fluidi e degli eventuali spostamenti degli acquiferi di fondo"

Eehhh??? Cioe' mettono in considerazione la possibilita' che ci possano essere terremoto di magnitudo 3.0 e che si possano spostare gli acquiferi di fondo??

Sanno cosa fanno?

Non lo so.

3. Poi ancora, la Stogit dovra' monitorare le acque di falda, visto che si e' vicini all'alveo fluviale, specie con il pozzo Ripalta 10, perche' ci possono essere delle riasalite di gas.

Mmh. Il gas nell'acqua del fiume, e nelle falde idriche.

Il tutto dovra' essere concordato con la regione Lombardia,
La quale non si e' neppure scomodata di dare il suo parere, figuriamoci quanto gliene importi!

4. La Stogit dovra' anche costruire un pozzo apposta per il montoraggio, e dovra' presentare un modello matematico in cui si dovranno usare tutti i dati disponibili, e che dovra' essere usato per capire quali possano essere le vie di fuga del gas.

E' qui, perso nei meandri dei deliri del ministero che viene fuori qualcosa di interessante.
Si dice che le "perdite fisiologiche" (cioe' normali) possono essere dell'1 per 1000.

L'uno per mille. 

Pensiamoci un attimo. Secondo la Stampa, in Italia in estate stocchiamo circa 9 miliardi di metri cubi di gas, in inverno ne restano circa 4 miliardi. Facciamo che in media sono 5 in tutto l'anno.

Se *tutti i pozzi di stoccaggio* perdono l'uno per mille, questo vuol dire che in Italia perdiamo circa 5 milioni di metri cubi di gas l'anno, che finiscono in atmosfera!

Ai miei occhi queste cose sono scandalose, ma non ne parla nessuno.

La regione Lombardia non ha avuto niente da dire, e poi vanno in tilt per lo smog di Milano.

I residenti hanno avuto poco da dire, ma queste sono cifre assolutamente spaventose per quel che mi riguarda.

Ma a quanto pare, a nessuno si alzano i capelli dall'orrore, per cui questi qui vanno avanti indisturbati. 

5. La Stogit dovra' piantare alberi. Preferiblmente autoctoni per il "mascheramento dell'area centrale". Si dovra' monitorare per la presenza di nitrati e di composti organici volatili nell'aria.
Si dovra' controllare il rumore, con magari eventi di mitigazione, ci dovranno essere coordinamenti con la sovraintendenza archeologica, e tutto dovra' essere adeguatamente condiviso con la popolazione.

Tuttapposto.

Un altra area di Italia regalata ai petrolieri.

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Qui la situazione stoccaggio in Lombardia:


Bordolano (Stogit) 


Sorgente sismogenica ITCS002; Eruzione con incendio del pozzo n. 2 da marzo ad aprile 1952; 
Terremoto di Soncino del 12 maggio 1802. Si sono qui sentite distintamente le scosse del 20 maggio 2013, del 29 maggio 2013 e del 3 giugno 2013 in Emilia Romagna. La societa' Schlumberger e la Halliburton hanno perforato qui quattro pozzi al "Cluster B" e tre pozzi al "Cluster A". Si prevede di stoccare 1.2 miliardi di metri cubi di metano. Lo stocccaggio e' collegato con metanodotto da Poggio Renatico a Cremona-Bordolano-Sergnano.


Romanengo (Enel Stoccaggio)

Sorgente sismogenica ITCS002; Stoccaggio di metano per circa 800 milioni di metri cubi nella zona
dell'epicentro del terremto del 12 maggio 1802, noto come "terremoto di Soncino" per le
distruzioni che ha provocato.  Soncino, e' una splendida cittadina ricca di importanti monumenti artistici di grande valore storico e architettonico (compreso un magnifico Castello Sforzesco, il santuario della Madonna delle Grazie, l'unica torre ettagonale d'Europa). Lo stoccaggio di Romanengo comprende anche il Comune di Offanengo.

 Sergnano (Stogit)

Sorgente sismogenica ITCS002; per la prima volta il Ministero dell'Ambiente emette un decreto (il 532 del 15 ottobre 2012) con il quale  si ammette che lo stoccaggio puo' causare scosse di magnitudo 3.0. In questo caso fu approvata una sovrapressione del 105% con un 5% in piu' per includere altri
3-400 milioni di metricubi di metano sottoterra. Oltre al comune di Sergnano e' qui incluso il territorio di Offanengo che fa gia' parte di Romanengo stoccaggio. Ci sono qui gia' circa 2.5 miliardi di metri cubi di metano. 


Bagnolo Mella (Edison e Gaz de France Suez/A2a)

Sorgente sismogenica ITCS002 e del Monte Netto, il progetto stoccaggio del 2011 era di 800 milioni di metri cubi poi aumentato a 1.5 miliardi. Il  sindaco di Bagnolo Mella nel 2013 diede parere favorevole allo stoccaggio. L'impianto e' collegato al metanodotto Tarvisio-Zimella-Sergnano-Cervignano d'Adda. A soli 10 km dalla centrale di stoccaggio di Capriano del Colle c'e' la citta' di Brescia.


Cornegliano Laudense (Ital Gas Storage)

A 5 km da Lodi, impianto di stoccaggio di 2.5 miliardi di metri cubi. Nel 1951 ci furono qui terremoti a causa dell'attivita' metanifera.




Friday, December 16, 2016

La Gas Plus a estrarre gas da Santa Maria Nuova - Ancona. Tutto sara' lieve.



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L’ipotesi di messa in produzione dell’esistente 
pozzo risulta essere l’unica alternativa progettuale possibile

Cioe' o trivelle o morte!


Siamo in provincia di Ancona, in localita' Santa Maria Nuova. Ottantuno chilometri quadrati fra Ancona e Macerata. Qui i nostri amici della Gas Plus, a cui piace trivellare e stoccare gas in giro per l'Italia, hanno deciso che vogliono estrarre gas.

Leggo il loro documento di valutazione ambientale.

Come sempre, le cose che dicono, che siano Gas Plus, che siano ENI, fanno un po sorridere e tanto piangere.

Le loro motivazioni possono essere riassunte cosi': un pozzo di gas fra i campi e' cosa buona e giusta.

Nel caso specifico la Gas Plus ci fa sapere che il loro progetto

"contribuirebbe alla valorizzazione delle risorse energetiche nazionali, incrementerebbe la competitività del settore adottando le migliori tecnologie disponibili, nel rispetto dell’ambiente e concorrerebbe alla riduzione della dipendenza dell’Italia dagli approvvigionamenti provenienti dall’estero". 

Ammazza quante cose fa questo pozzo!

Valorizza le risorse nazionali, aumenta la competitivita' del settore, ci rende meno dipendenti dall'estero e rispetta pure l'ambiente!

Praticamente il pozzo del mago Silvan.

Ma... un pannello solare sulle case di tutti no, eh?

Poi aggingono che addirittura il progetto e' in accordo con i provvedimenti di tipo ambientale mirati alla riduzione dell’emissione di gas serra in atmosfera

perche'

il gas naturale, al confronto con tutti gli altri vettori energetici fossili, è quello più rispettoso dell'ambiente con una produzione di gas a effetto serra minore rispetto all’olio combustibile.

Ah pure!

Questo pozzo e' praticamente un toccasana perche' addirittura combatte l'effetto serra. Dovrebbero avercelo tutti nel giardino dietro casa, non solo i signori della foto su in alto che niente di male hanno fatto per avere un pozzo letteralmente dietro casa.

Ma secondo l'ottica di Gas Plus, dobbiamo per forza essere fossili. E certo -- sono una ditta di fossili, fossili sono nati, fossili vedono e fossili vogliono restare. Fossili di idee, di fatti, di visone. E fossili vogliono pure morire, costi quel che costi.

E infatti dicono che il non trivellare implicherebbe 

il mancato utilizzo di una risorsa la cui disponibilità è già stata verificata

 e non saremo in linea con le 

azioni e gli obiettivi intrapresi, in campo energetico, a livello nazionale e regionale volti a favorire l’indipendenza dall’approvvigionamento energetico internazionale.

Come dire, il micro pozzo di Ancona ci salvera' dall'importazione di gas russo!

Cara Gas Plus, questa nazione dovrebbe mirare al 100% di sole e di vento, e non di trivelle per "l'indipendenza energetica". La vera indipendenza energetica e' quella che ci si produce in loco, sui tetti, dal vento, senza distruggere l'ambiente e i polmoni del vicinato. 

Continuo a leggere.

Il progetto si trova in una area ad alta percettività visiva relativa alle vie di comunicazione ferroviarie, autostradali e stradali di maggiore intensità di traffico per cui i piani della regione Marche pervedono valorizzazione delle visuali panoramiche.

Ma niente problema, quelli della Gas Plus decidono che il pozzo non si vede mica poi tanto e quindi la percezione visiva non cambia. Dicono che 

l’area pozzo risulta poco o per nulla visibile dalle strade limitrofe,

Tuttapposto.

Ancora, ci sono altri vincoli e zone speciali:

- Area di eccezionale valore geologico/geomorfologico a circa 350 metri a sud del pozzo;

- Centro storico e nucleo storico della frazione Collina a circa 700 metri a nord del pozzo;

- Centro storico capoluogo del Comune di S. Maria Nuova a circa 2000 metri dal pozzo;

- Vincoli paesaggistico-ambientali legati alla fascia di rispetto fluviale del Fiume Musone a circa 1.2 chilometri a sud del pozzo.

- Zona di ambientamento fauna selvatica e Centro pubblico di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale "La Scarpara" di 249 ettari a circa 150 metri ad ovest del pozzo

- Zona di ripopolamento e cattura San Filippo di 1.028 ettari a circa 1.5 chilometri a sud dal pozzo

- Ambito territoriale non insediativo delle Zone Territoriali Omogenee "bacino del rio Capora" in area trivellanda dove sono vietate la costruzione di recinzioni delle proprietà se non con siepi e materiali di tipo e colori tradizionali e i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale il profilo del terreno.

Ma anche qui, e' tuttapposto a causa della "limitata estensione delle attivita' previste", il rischio idrogelogico o di dissesti qui non ci sono, l'area non ha alcun elemento paesaggistico-ambientale di rilievo e si adotteranno tutte le opportune misure mitigative al fine di evitare possibili disturbi alla fauna selvatica presente. 

Tuttapposto. 

Le attività in progetto non interferiranno con l’area di versante in dissesto più prossima all’area pozzo, con rischio medio (R2) e pericolosità elevata (P3), che si colloca a circa 300 metri.  

Come se la geologia dopo 300 metri si fermasse.


E la zona di ripopolamento?

Gli animali saranno cacciati via e poi dipingeranno il recinto secondo i colori naturali. Ipse dixit.

E il movimento di terra?

No problem: le attività di scotico e movimentazione terra saranno minime e quindi il profilo del terreno già pianeggiante, non verrà alterato.

Dicono infatti che il buco gia' esiste dal 1988 e quindi, loro semplicemente andranno a tirarne fuori il gas. Quindi la Gas Plus trivellera' magicamente, senza movimentazione di terra di alcun genere.

Pero' si scopre poi che

- La porzione occidentale dell’area pozzo ricade in “ambito di tutela di crinali e versanti” nelle quali si vieta la realizzazione di “nuove attività estrattive, discariche depositi e stoccaggi di materiali non agricoli, salvo i casi di interventi compresi nei recuperi ambientali. 

Cioe' vogliono trivellare in un area in cui si vieta la realizzazione di nuove attivita' estrattive. Come puo' essere che non ci possono essere attivita' estrattive e questi qui possono trivellare?

Sono speciali?

Dicono che le loro attivita' saranno principalmente circoscritte alla sola area di piazzale.

Ma non interessa niente che ci sia un piazzale o una fontana. E' vietato estrarre? E allora lo e' per tutti, e per qualsiasi tipo di suolo o di piazzale che sia.

Non e' che la Gas Plus e' speciale.

Aggiungono che per sicurezza potrebbe esserci una lieve spianatura e riprofilatura del piede del versante che sostanzialmente non modificherà l’assetto morfologico naturale dei crinali. Se necessario, in fase di cantiere, saranno realizzate opere di contenimento naturali dei crinali presenti in prossimità dell’ingresso all’area pozzo, come “fascinate” o seminazione di particolari arbusti autoctoni, aventi anch’essi lo scopo di mettere in sicurezza i pendii individuati. 

Pertanto, il progetto non interferirà con la suddetta area di tutela crinali e versanti.

Quindi, tutti tranquilli: l'assetto morfologico dei canali non sara' cambiato.

Ma ... lo spianare e i riprofilare un intero versante non sono movimenti di terreno?
Avevano detto che non ne facevano!

E poi se era solo un piazzale, come fanno ad essere preoccupati dell'intero versante? 

Veramente credono questi siano interventi "lievi"?

E poi ancora: fanno questi interventi ai pendii perche' gia' sanno che le trivelle sono pericolose e quindi occorre intervenire in modo preventivo?

E perche' allora non considerano *seriamente* l'opzione ZERO: niente trivelle, niente rischi, niente spianamenti, niente riprofili?

Perche'? Vedi sopra: fossili nascono e fossili vedono. E se vedono green e solo il green del denaro.

Continuo a leggere. Risulta pure che nelle vicinanze del pozzo ci sono:

- emergenze geologiche, ad una distanza minima di 270 metri a sud

- corpi idrici Fosso della Scarpara a circa 380 metri ad ovest, Rio Caporà a circa 875 metri ad estil fiume Musone a circa 1,2 km a sud;

- versanti (pendenza superiore al 30%), a circa 195 e 450 metri a nord;

- manufatto storico, a circa 380 metri a nordest;

- fonti idriche la più delle quali si colloca a circa 380 metri a nordest dal pozzo;

- alcuni percorso pedo-ciclabili, il più vicino dei quali si colloca a circa 520 metri a sud,

- settori “a” (particolari ambienti naturali) a circa 360 m a Sud;

-  area occupata dal depuratore “e”, a circa 880 m a Nordovest;

- aree di versante in dissesto, così come recepite dal PAI e dalla Carta Geomorfologica Regionale

Ma va tutto bene, queste aree "non interferiranno con le attività in progetto previste".

Cioe' non sono loro che interferiscono con la natura,  e' la natura che non interferisce con le loro trivelle!

Per altri motivi di preoccupazione come il rumore, non ci sono problemi. E' -- manco a dirlo! -- tuttapposto. Anzi, c'e' completa conformità e aggiungono in allegato i risultati della simulazione acustica che certifica il tutto.

Ma... in fase di cantiere la Gas Plus Italiana potrebbe valutare richiesta di deroga dai limiti acustici comunali per motivi eccezionali e documentabili se si verifica una impossibilità di rispettare i limiti acustici!

Come dire: ma allora perche' dire che c'e' completa conformità?  Rispetteranno le regole finche' non le rispetteranno piu'.

Si premurano di dirci che non ci sono cimiteri nelle vicinanze.

E quindi visto che e' tuttapposto, si evince che l’area pozzo non ricade in alcun ambito naturalistico-ambientale soggetto a particolari prescrizioni di tutela.

Invece alcuni elementi soggetti a vincoli di tutela, data la distanza dal sito e la tipologia di attività previste (circoscritte alla sola area pozzo), non saranno interessate dalle attività in progetto.

E dunque, in barba ai dissesti, al divieto di nuove attivita' estrattive, alla tutela dei pendii,  la messa in produzione del pozzo risulta pienamente coerente con i contenuti della normativa energetica nazionale regionale e comunale vigente. 
 
Perfetto.

E poi ovviamente c'e' da considerare tutta l'infrastuttura del caso. Dicono:

Durante il processo di trattamento gas, tutti i liquidi di separazione ed essicazione gas
raccolti (costituiti soprattutto da acqua salata e minime tracce di idrocarburi) saranno
convogliati alla vasca di raccolta liquidi di drenaggio, il cui contenuto verrà periodicamente
prelevato da apposita autocisterna e portato a smaltimento.

  
Ma come fanno a sapere che i loro fluidi di perforazione sono fatti solo di acqua salata con "minime tracce di idrocarburi"? Chi gliel'ha detto? Qual'e' la percentuale di idrogeno solforato in questo pozzo? Chi smaltira' tali "acque salate"? Dove? Perche non ci dicono esattamente cosa c'e' in cio' che manderanno giu' per trivellare e che sara' mescolato con la loro acqua salata? Veramente credono che basta mettere assieme acqua e sale per trivellare? Davvero non ci saranno additivi chimici di nessun genere?

Useranno sale da cucina?

Credono che siamo scemi?

Ma quanto gas ci dara' poi Santa Maria?

Non e' ben chiaro. Ma dicono questo:

si stima che la fase di produzione del pozzo possa durare circa 20 anni, con una portata iniziale di circa 7.100 Sm3/g.

Ora tutto questo e' ingannevole.

La portata inziale significa il primo giorno? La prima settimana? Il primo mese? E dopo? Non si sa. Quindi non possiamo sapere esattamente quanto gas ce sotto a Santa Maria.

Ma diamogli il beneficio del dubbio.

Seppure fossero 7,100 metri cubi al giorno per i prossimi 20 anni si parla di circa 50 milioni di metri cubi in totale.

Ne consumiamo circa 68 miliardi l'anno. Facendo la divisione viene fuori che nel migliore dei casi da Santa Maria avremo gas per ... 0.25 giorni. Cioe' 6 ore!

Cioe' tutto questo spianare, dipingere, movimentazione di terra, vasche di contenimento per... neanche mezza giornata di gas da spalmare in venti anni!

Proprio l'indipendenza energetica, eh? 

Lo sappiamo tutti che questo pozzo non portera' niente di buono a nessuno 

Ma... e il rischio? E se ci sono problemi? Lo dicono anche loro che ci possono essere emergenze ed insicurezze. Se e' vero che ci sono li vicino ferrovie ed autostrade cosa facciamo se ci sono scoppi, o incidenti? E il gas estratto dove andra' a finire? L'autostrada e le ferrovie saranno sicure?

Santa Maria proteggici tu.


Tuesday, September 27, 2016

La Aleanna Resources a trivellare fra Ferrara e Ravenna dentro 3 siti protetti














L'area trivellanda Stefanina Nord:

ricade quasi interamente nello ZPS IT4060008
 Valli del Mezzano

dista circa 3 km dai confini del Parco Regionale del Po
Emilia Romagna

ricade quasi interamente nell’IBA 
"Valli di Comacchio e Bonifica del Mezzano” 

 conta la potenziale presenza di almeno 
66 specie di interesse comunitario
include 2 habitat di interesse comunitario 


L'area trivellanda Stefanina Sud:

ricade parzialmente nel SIC/ZPS IT4060004 “Valli di
Comacchio” e nel SIC/ZPS IT4070021 “Biotopi di
Alfonsine e del Fiume Reno”

 include una porzione della Riserva Regionale Alfonsine
 “Fascia boscata del canale dei Mulini”

 ricade a Nord-Est nell’area contigua del Parco del Delta del Po

ricade in parte nell’IBA “Valli di Comacchio e Bonifica
del Mezzano”

conta la potenziale presenza di almeno 67 specie di interesse comunitario

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Secondo la Aleanna gli
impatti saranno lievi, nulli, trascurabili.

Tuttapposto.
Sempre.


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Update 3 Ottobre 2017

Vanno avanti i lavori per trivellare le aree protette dell'Emilia Romagna.
Sono arrivate varie osservazioni.
Il governo-Ponzio Pilato le manda alla Aleanna e dice loro di fare "controdeduzioni".

Semplicemente devono aggiungere un po di scartoffie, di "monitoraggio"
devono acconsentire a riparare le condotte sotterranee che magari romperanno
e dovranno dare dieci giorni di preavviso ai comuni
coinvolti nei terreni quando andranno a sondare.

Cosa potra' mai dire il capo della Aleanna,
tale Mrs. Susan Elaine Sinnott dal Texas?

Tuttapposto!

A volte penso che l'Italia meriti tutto questo.
Tutti dormono e cosi questi affaristi da chissadove
possono venire a fare quello che gli pare
del nostro territorio.

Occorre essere piu' arrabbiati. 


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Ritorna la Aleanna Resources con il suo permesso di ricerca “La Stefanina” fra Argenta, Comacchio, Ostellato e Portomaggiore (in provincia di Ferrara) ed Alfonsine e Ravenna (in Provincia di Ravenna).

Cosa vogliono fare qui? Beh, per ora dicono ``attività di rilievo geofisico" per due mesi. Cioe' sondare il terreno alla ricerca di petrolio e di gas con le camionette Vibroseis.

Queste camionette scuoteranno il terreno -- o come dicono loro lo "energizzeranno" -- mandando dei segnali nel sottosuolo e dal segnale riflesso si cerchera' di capire cosa c'e' sottoterra.  Lo stesso principio dell'airgun.  Chi vive li sentira' come delle botte -- forse pensera' che si tratta di un modesto terremoto.

Dal loro punto di vista una innocente ricerchina del sottosuolo italiano. 

Prima di ogni altra cosa occorre mettere tutto in prospettiva: questa e' ditta di petrolieri stranieri.  Il loro scopo ultimo e' trivellare, tirare fuori petrolio e guadagnarci sopra. E chi si e' visto si e' visto.  Quindi, anche se adesso il loro intento e' solo di "esplorare", il loro obiettivo vero e' di trivellare.  E quando dicono che le loro attivita' sono di scarso impatto ambientale non e' vero: cio' che vogliono fare adesso sara' propedeutico alle trivelle vere e l'impatto *complessivo* e' elevato ed irreversibile.

E questo la Aleanna lo sa.

Siamo quindi con la solita storia del divide et impera. Faccio un pezzetto alla volta. Adesso chiedo solo di esplorare, con la scusa che non disturberemo niente; me lo faranno fare, poi chiedero' di fare il pozzettino, e anche qui promettero' di non fare grandi danni, e che vuoi che sia, e poi alla fine, arriveremo con le trivelle permanenti, i tubi, le infrastrutture, i fumi e le puzze. E non potranno piu' dirci di no.

Cosi hanno sempre fatto, e cosi fanno adesso. E' la storia della monaca di Monza, e' la politica del carciofo cosi bene usata nella storia.

Quindi occorre essere piu furbi di loro ed essere *preventivi*.

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Siamo nella Bonifica del Mezzano fra  "terreni agricoli pianeggianti ad esclusivo uso agricolo e con scarsa presenza di abitazioni" fra il fiume Reno e dal fiume Senio con presenza di "alcune case" sparse lungo la viabilità principale e qualche abitato.

Gia' in apertura di quel che dicono e' evidente lo sprezzo per il territorio italiano.

Come dire, e' solo campagna, e' solo una bonifica, non ci abita nessuno (o quasi) e quindi, esplorare, trivellare, sondare, petrolizzare, che vuoi che sia. Tuttapposto, l'abbiamo fatto in Texas, lo possiamo fare anche qui!

Subito dicono che il rilievo geofisico non prevede la realizzazione di opere o di modifiche del territorio, e quindi tutto bene.  Veramente?

Puo' darsi se guardiamo solo ai rilievi geofisici, ma le trivelle si che porteranno allo stravolgimento del territorio, e di quelle non ne vogliamo parlare cara Aleanna? O facciamo finta che dopo lo studio appenderete i risultati nei vostri uffici di Houston e chi si e' visto si e' visto? Perche' non dite cosa farete *dopo* il rilievo geofisico?

Poi si accorgono che il comune di Argenta gia' dal 1993 aveva vietato il passaggio di mezzi motorizzati nelle Valli di Comacchio, zona umida, zona protetta speciale, sito di interesse comunitario. E quindi come faranno a passare?

Nessun problema!

Il divieto, secondo loro, vale solo per le strade vicino "le aree di tutela costituite da corsi d’acqua e bacini".  Ehh? Ma che vuol dire questo? Che e' vietato passare con le camionette solo accanto ai fiumiciattoli e che tutto il resto si puo'?  Che assurdita'. Se l'area e' protetta, e' protetta tutta e non solo il fiume o la stradina lungo il fiume che ci scorre dentro!

Le loro non sono biciclette o una Panda. Sono numerosi, grandi e rumorosi camion che secondo me neanche ci passano nelle stradine accanto ai fiumi.

Ricordano che poi si tratta presa dati in 3D. Questo e' piu' complicato della presa dati in 2D, ci vuole piu' tempo e piu' sondaggi ma da piu' informazioni al trivellatore.  Sara' un cantiere itinerante.

Ma... e chi vive li?

Bene: faranno cosi.

Prima metteranno su un database dei diretti interessati (i proprietari terrieri) e contatteranno i comuni coinvolti con "incontri" per illustrare come vogliono distruggere il nostro territorio e poi per avere i  nulla osta per passare con le camionette.

Agli agricoltori promettono "indennizzo dei danni da calpestio delle colture eventualmente provocati"


Ma... non avevano detto che non avrebbero portato alcuna modifica del territorio?

Mmh.

Poi arriveranno i "Permit Men" -- come gli alieni! Questi studieranno la topografia, mettereanno cavi, geofoni, picchetti, parleranno con i proprietari terrieri.

Ci saranno -- in aree protette! -- 26 linee "di vibrata" a La Stefanina Sud e altre 15 a La Stefanina Nord a ditanza di 500 metri nell’area Nord e 420 nell’area Sud. In totale ci saranno circa 5400 punti di presa dati.

E poi quando tutto sara' pronto, detoneranno le camionette.

Boom.

Intensita' non e' dato sapere.

Frequenza fra i 6 e i 64 Hertz -- come un basso.

Poi dicono che si tratta di una forza pari a 10,000 chilogrammi peso.
Cioe'... 10,000 volte la gravita'.

Questo per capire che non si tratta di noccioline, ma di qualcosa di veramente impattante. Poi aggiungono che pero' non useranno proprio "tutta" la forza peso. Chissa' saranno generosi e si fermeranno a... 9,900!

Ci saranno traffico, rumori, polveri fini in atmosfera, i terreni saranno messi a soqquardo, ma sara' tutto normale. Ci tengono infatti a precisare che le camionette vibranti provocano "interferenze trascurabili o nulle sull’ambiente naturale e antropico"
 
Certo, come potrebbe essere altrimenti!  E infatti e' sempre tuttapposto.

Occorre ricordare che "La Stefanina Nord” ricade quasi interamente nello ZPS IT4060008 “Valli del Mezzano mentre "La Stefanina Sud” occupa in parte il SIC/ZPS IT4060004 “Valli di Comacchio” e il
SIC/ZPS IT4070021 “Biotopi di Alfonsine e del Fiume Reno”. Le zone abitate di Anita e di
Longastrino sono rispettivamente all’interno e a circa 1.8 km dell’area da "energizzare!"

Promettono -- bonta' loro -- di spegnere il motore quando non e' necessario. Allora stiamo tranquilli!

Ancora, parlano dei numerosi corsi d'acqua della zona e della  "fitta rete di canali all’interno della Bonifica del Mezzano" della presenza del Fiume Reno e del Fiume Senio, di canali di bonifica e di terreni di bonifica con falda affiorante.

Ebbene, qui l’impatto associato sara'  "sostanzialmente nullo",  e i  fenomeni di contaminazione delle acque per effetto di spillamenti e spandimenti da macchinari e mezzi impiegati nelle attività sono da considerarsi altamente improbabili e riconducibili solo ad eventi accidentali.

Si, certo. Sono "solo" camionette, ma quello che non dicono e' cosa sara' di questi fiumi, canali e terreni di bonifica, quando arriveranno le trivelle. Alla fine le camionette servono solo per preparare il terreno alle trivelle!

Come gia' detto - divide et impera.

Stesso identico ragionamento per la subsidenza e sismcita': le zone interessate dalle camionette Vibroseis non sono ne altamente sismiche (zone a bassa o media sismicita'), non ci sono rischi di frane, e' tutto pianeggiante.

E si, la subsidenza c'e' e puo' arrivare a 1 cm l'anno.

Lo dicono e passano al prossimo capitolo. ... Cosa sara' di questi terreni con l'arrivo delle trivelle, non e' dato sapere. Per adesso ci dicono che tutto e' non invasivo, che le camionette non andranno lungo le scarpate e i fiumi d'acqua (forse perche' non possono?) e che l’impatto potenziale e' quindi ritenuto non significativo.

Parlano poi di rumori e dicono, ovviamente, che non e' niente di che. Ma la cosa che mi fa rabbia e' quando scrivono che  la zona in cui saranno eseguite le operazioni di rilevamento è già sede di varie attività agricole, caratterizzate da un impiego di mezzi anche rumorosi con alcune fasi dell’anno
in cui si verifica anche un aumento del numero di mezzi (arature, raccolto, trebbiatura,
concimazione, etc.).


Cioe' vogliono far passare l'idea che siccome ci sono trattori e attivita' agricole, ci possono stare pure le camionetti vibranti. Trattori ieri, camionette vibranti oggi, trivelle domani!

Amen.

Saranno pero' gentili e decideranno che non faranno queste indagini geofisiche nei periodi di ripopolamento - cioe' fra Marzo e Luglio.

La parola trascurabile compare 12 volte.
La parola lieve compare 2 volte.
La parola nullo compare 5 volte.
 
In dieci anni di lavoro tutto cio' che i petrolieri hanno proposto e' sempre stato lieve, trascurabile o nullo.  E La Stefanina, rilevi geofisici a scopo di trivelle dentro tre aree protette non e' da meno.

Se vivete li, non datgeli i permessi di venire nei vostri terreni.
Sono soldi a tradimento.
















Saturday, August 27, 2016

Greensburg, Kansas -- dopo il tornado 100% rinnovabile

4 Maggio 2007, Greensburg, Kansas



Dal 2007 ad oggi

l'Ospedale crollato sopra
l'Ospedale nuovo, 100% rinnovabile, sotto
 
 





I tornado del Kansas per la stragrande maggioranza degli americani significano una sola cosa: Dorothy, la bambina del Mago di Oz, con le scarpette rosse che vola nel cielo per arrivare nella terra di Oz. Dorothy la protagonista del famoso film del 1939 con Judy Garland, diretto da Victor Fleming, che poi diresse Via col Vento.

Ma i tornado del Kansas sono anche la premessa di un altra storia, di ricostruzione, di voglia di rinascere dalle ceneri meglio di prima.

Successe tutto la notte del 4 Maggio 2007.
 
Un tornado classificato come EF-5, cioe' con venti di velocita' superiore a 320 km per ora (il piu' devastante che possa esserci) spazzo' via la maggior parte della citta' di Greensburg, un piccolo centro agricolo in Kansas.
 
Quasi tutti i 1400 cittadini persero la loro casa, in undici morirono e della citta' del giorno prima non rimase niente. 
 
Ovviamente all'inizio ci fu stupore, tristezza e angoscia. Ma presto si inizio' a pensare alla ricostruzione. Come fare? Cosa fare? .. perche' non ricostruire Greensburg secondo i criteri di archiettura verde? Di risparmio energetico? Di efficenza? 
 
In una parola, facciamo questa Greensburg green di nome e di fatto.
 
A parlare con i residenti, la decisione fu presa subito:  le prime riunioni sul da farsi vennero tenute nelle tende allestite per i senza tetto del dopo-tornado. Vennero invitati e coinvolti *tutti*. Il personale degli ospedali, i rappresentanti delle non-profit, i politici, le famiglie.
 
Alcuni decisero di lasciare la citta' per sempre. Troppo il dolore. E dei 1400 abitanti, si passo' a 775.
 
Ma fra quelli che rimasero, l'accordo fu unanime. Nonostante la distruzione ed il terrore del tornado si decise di voler usare la catastrofe come un punto di partenza per una citta' migliore.
 
I residenti di Greensburg vollero non solo costruire una citta' verde, ma costuire una citta' che potesse durare nel tempo, che potesse portare al 21-esimo secolo i loro valori di comunita' agricola e rurale, e che rispettasse il loro desiderio di autosufficenza. Non volevano essere bollati come sognatori o utopistici. Volevano invece che la citta' funzionasse, che fosse vera e migliore di prima.
 
E cosi iniziarono. Tutti a pensare a come poter rendere le nuove costruzioni il piu possibie eco-friendly ed efficenti.

In alcuni casi fu necessario spendere il *doppio* dei costi normali. Ma avevano deciso di investire nelle rinnovabili, e nessuno si lamento'. 
 
Sono passati quasi dieci anni da allora.
 
Nel 2016 gli edifici pubblici sono ora tutti LEED al piu' alto livello- cioe' con certificati ufficiali di sostenibilita' ambientale, ci sono sussidi per sole e vento per chi vuole installare impianti rinnovabili nei propri tetti e nei proprio giardini, e il masterplan della citta' ha spazio per il verde pubblico, e isole pedonali. 
 
Il modo in cui le rinnovabili sono pensate per le case dei residenti e' che quello che non viene usato viene immesso nelle rete e si viene pagati a prezzo di mercato.  E infatti il sole e il mini-eolico sono dappertutto.
 
La pubblicita' non e' mancata: ci furono storie nella stampa nazionale ed internazionale, e Leonardo Di Caprio ci fece pure uno speciale in televisione.  

E dopo quasi dieci anni, tutto cio' che e' stato speso in piu' per essere "green" nella fase di costruzione e' stato ripagato in termini di risparmio energetico e di minori costi per la generazione dell'energia. Sono nate piccole ditte specializzate nell'installazione di mini-eolico che hanno fatto il passo di qualita'. La BTI Wind Energy da Greensburg e' passata ad installare turbine in altre comunita' americane ed in Canada.
 
La citta' di Greensburg avvio' anche una partnership con la John Deere Renewable Energy ed il Kansas Power Pool per creare un piccolo parco eolico a otto chilometri dal centro cittadino. Questo parco eolico integra il solare e il mini-eolico prodotto in citta' cosicche' a Greensburg il 100% dell'energia elettrica e' da rinnovabili. Non solo, quello che avanza viene venduta ad altri comuni limitrofi.

L'ospedale, il museo civico, il municipio ed altri 10 uffici pubblici sono tutti ad alta efficenza energetica e si stima che solo questo fa risparmiare alla citta' 200mila dollari l'anno.

Oggi, la popolazione e' tornata a crescere, seppure lentamente, ci sono nuovi esercizi commerciali, e progetti per i giovani.  In televisione si parla di Greensburg come di un modello possibile di citta' verde e di speranza nel cuore del midwest americano.

E' evidente che Amatrice e Greensburg sono due cose diverse, per storia, per geografia, per il tipo di vita che ci si conduce. Ho voluto pero' raccontare questa storia perche' e' un esempio bello di speranza, per guardare un pochino avanti con un senso che non tutto e' perduto. Se l'hanno potuto fare a  Greensburg, di passare dalla distruzione ad una citta' modello, lo si puo' fare anche altrove, nei modi e nei tempi giusti.

Ecco spero che un giorno si possa riguardare indietro a questa notte del 24 Agosto e vedere che dalla tragedia e dalle notte buia buia che nessuno voleva e' venuto fuori anche qualche cosa di buono e di duraturo.  Che sia una Amatrice della buona ricostruzione, del buon vivere, dell'energia green, non importa. Ma che sia qualcosa di cui essere orgogliosi.

Passate le polemiche e il tanto parlare, la rabbia per tutto il malcostume italico dell'approfittarne e della superficialita', occorrerra' guardare avanti.

E il modo migliore che c'e' per onorare quei quasi 300 morti, per tutti quelli che hanno perso tutto, e per chi verra' dopo di noi, e' di ricostruire con onesta' una Amatrice migliore.