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Saturday, November 30, 2013

Texas: terremoti, dighe e trivelle



Oggi 30 Novembre 2013 sono iniziate nuove ispezioni su alcune dighe di acqua in Nord Texas, per timori che una serie di terremoti abbiano potuto causare crepe o indebolimenti delle fondamenta.

Secondo il Fort Worth Star-Telegram ci sono stati almeno 19 terremoti nel mese di Novembre, dei quali i maggiori di intensita' 3.6 Richter. 

Chad Lorance e' il manager della Eagle Mountain Reservoir che conduce le ispezioni, nei pressi di Fort Worth. Lorance dice che contattera' anche la Texas Railroad Commission, che e' l'ente che gestisce la produzione di petrolio e gas in Texas.

Perche' le ferrovie si occupino anche di petrolio e gas non lo so.

Ad ogni modo, a loro verra' chiesto di fornire un report aggiornato su tutte le attivita' estrattive in zona.

E perche'?

Elementare. I geologi della zona "sospettano" che possa esserci una connessione fra i pozzi di reiniezione usati per smaltire le acque e i prodotti di scarto dell'industria estrattiva e questi misteriosi terrremoti che sono apparsi a Fort Worth.

E infatti, molti dei terremoti registrati in zona sono vicini a pozzi di reinizeione nel Barnett Shale del Texas.

Come volevasi dimostrare.

Scaroni: no fracking a Firenze



"In Europa la gran parte dei politici dice no senza neanche sapere di cosa parla. 
Con questo è chiaro che non andremo mai a fare trivellazioni a Firenze."

Paolo Scaroni.
Che invece di fracking sa tutto.


Possiamo stare tranquilli.

Scaroni assicura che non fraccheranno Firenze.

Pericolo scampato, eh?

Partecipando ad una conferenza della Scaroni presso la School of Advanced International Studies della Johns Hopkins University a Washington, l'amministratore delegato dell'ENI dice che
occorre "provare ad elaborare tecniche meno rumorose" per il fracking in Europa.

Cosa?

Tecniche meno rumorose?

Si, certo il rumore e' sicuramente un problema, ma i veri guai sono la sismicita' indotta, l'inquinamento delle falde acquifere, dell'aria, del sottosuolo, e di tutto quello che c'e' in superficie.

Scaroni dice che dobbiamo farlo perche' "il rischio è dipendere dalla Russia" e che "Temo che se gli Europei non abbracceranno la rivoluzione dello shale gas, abbracceranno i russi;"

Mi scusi Scaroni, ma veramente lei pensa che con queste goccette di gas da fracking, risolveremo i problemi del gas in Europa?

Non vede che in Polonia di cotanta speranza promessa allor dal fracking, non e' stato reso niente?

Non vede cosa succede a Groningen, per dirne una, e la sismicita' indotta di Olanda?

Ma poi scusi, e che non li abbracciamo gia' i russi?

E l'ENI non aveva gia' abbracciato gia', che dire, i dittatori nigeriani e quelli libici e quelli iracheni e quelli kazakhi?

O dice cosi' perche'  differenza del petrolio e del gas della Libia, Nigeria, Iraq e Kazakhistan, il gas russo e' nelle mani dei russi non in quelle dell'ENI? 

E poi dice:  "Dobbiamo provarci" perche' il problema e' piu' politico che ambientale.

"In Europa la gran parte dei politici dice no senza neanche sapere di cosa parla. Con questo è chiaro che non andremo mai a fare trivellazioni a Firenze." 

Ah si? Grazie della generosita'!

Firenze no e Grosseto si?

E perche' mai una citta' si e un altra no? Abbia il coraggio di dire Scaroni, non dove NON vuole fare fracking, ma dove LO VUOLE FARE.

Foggia? Parma? L'Adriatico? La Val D'Agri? Ribolla?

Ci dica che siamo tutt'orecchie.

Friday, November 29, 2013

Una foto che vale mille parole.

Ecco qui.




Il Texas al fracking nel 2013.

Qui puntini marroncino non sono case, o campi di granturco. Sono pozzi da fracking nel Barnett Shale. Ce ne sono 100,000.

Dei problemi associati ne abbiamo parlato tantissime volte - dighe che cedono, acqua e aria contaminata, inquinamento del suolo, danni all'agricoltura e chi piu' ne ha piu ne metta.



no-fracking sign 
La notizia forse positiva e' che invece in Massachussetts ci si prepara ad una legge che vorrebbe vietare il fracking per almeno dieci anni.

La Joint Committee on Environment, Natural Resources and Agriculture ha gia' approvato la legge che vietera' anche lo scarico di monnezza tossica nello stato del Massachussetts.

Lo stato di Boston non ha grandi riserve di shale gas, pero' c'e' una grande preoccupazione per quello che accadra' nel vicino stato di New York, dove una moratoria gia' esiste da cinque anni, ma dove non si e' ancora arrivati alla parola "fine" e non si sa fino a quando la moratoria restera' in piedi.  I residenti del Massachussetts semplicemente non vogliono la monnezza dei New Yorkesi, se e quando arrivera' il fracking.

Dall'altro lato sono stati da poco scoperti giacimenti di gas naturale nella Pioneer Valley del Massachussetts e si vuole evitarne lo sfruttamento.

Di recente, ben cinque altre citta' del Colorado hanno votato per vietare il fracking nei loro confini urbani, ma non e' ben chiaro se questi divieti resteranno in piedi o se  i fraccanti faranno ricorso.
Vediamo come finisce.

Di certo e' che tutte le vittorie,  i divieti, le leggi e le moratorie,  in tutte le parti del mondo, che sia in Basilicata, che sia a Boston, dipendono sempre da cisacuno di noi e dalla pressione popolare.

Per cui, come sempre, buona protesta a tutti e continuiamo a rompere le scatole.










Thursday, November 28, 2013

Freshkills, New York City: la discarica dismessa diventa un parco e una centrale solare

Freshkills, 1990

Freshkills, 2013

Freshkills, 2013











Qui sul New York Times

Qui sul sito ufficiale dei parchi di NYC


“Solar, actually, because of a dramatic reduction in the cost of panels, 
has become competitive without subsidies with other forms of energy.”

Mike Bloomberg, sindaco di New York



Tutti i New Yorkesi sanno cos'e' Freshkills: la discarica principale della citta', puzzolente e impossibile e a suo tempo la piu' grande struttura mai creata dall'uomo.

Fresh Kills copre circa nove chilometri quadrati e si trova a Staten Island.

Apri' nel 1947 come discarica temporanea in una zona inizialmente agricola, con foreste e zone lagunari. Era stata progettata per durare venti anni, ma accumularono monnezza per molti altri decenni.

Al massimo della sua "attivita'" Freshkills riceveva 20 carichi al giorno di monnezza dal mare, ciascun carico con 650 tonnellate di robaccia puzzolente.

Nel 2001 si era arrivati all'accumulo di 70 metri di altezza di monnezza, 25 in piu' della Statua della Liberta'.

A un certo punto si decise che non era possibile continuare cosi' e nel 2001 Freshkills venne chiusa anche se venne poi riaperta temporaneamente dopo gli attacchi alle torri gemelle, quando fu usata come punto di smistamento e di ispezione delle macerie dal World Trade Center.

Vennero qui identificati 4,257 resti umani.

Gia' dal 2001 si era iniziato a lavorare su Freshkills per trasformarla in un parco. Un progetto trentennale, visti i lavori di bonifica, di ripristino della zona paludare e di ripopolamento animale necessari.

Freshkills diventera' cosi un parco di tre volte la grandezza di Central Park con percorsi naturali,  passeggiate a cavallo, mountain biking, e sport acquatici, un immenso spazio verde per la citta'.

Gia' oggi molto lavoro e' stato fatto, e anche se non e' ancora completamente aperta al pubblico, Freshkills e' gia' un successo, con erba, piante, fiumi, percorsi e vita, tanto che viene spesso indicato come un modello per recupero di vecchie discariche.  Il New York Times lo chiama un progetto "visionario", dal costo di varie centinaia di milioni di dollari.

E adesso, il sindaco uscente Mike Bloomberg annuncia che a Freshkills sorgera' anche la piu' grande centrale di energia solare della citta'.che generera' 10 megawatt di potenza, secondo Bloomberg e che bastera' a dare energia a 2,000 case. La ditta responsabile dell'impianto solare e' la SunEdison che installera' qui fra i 30,000 e i 35,000 pannelli solari senza sussidi governativi.

Bloomberg dice:

“Freshkills, once a daily dumping ground, will become a showcase of urban renewal and sustainability.” 

Il progetto Freshkills fa parte di PlaNYC, che si propone di diminuire le emissioni di gas serra del 30 percento entro il 2030.

Once it is opened to the public, the park also promises to repay long-suffering Staten Island residents who endured generations of stench and anger, and more than that, to give the entire city an immense, bucolic urban playland — a 21st-century postindustrial landmark rising from mounds of 20th-century waste.

Qui il commentario del New York Times.


Tuesday, November 26, 2013

L'idrogeno solforato, la corrosione, e il maiale intelligente di Kashagan




...corrosive and poisonous hydrogen sulphide
associated with the crude oil have proved to be major difficulties

Reuters, Novembre 2013

sul campo petrolifero Kashagan


Kashagan in Kazakistan e' un ambizioso progetto petrolifero sulle sponde del mar Caspio di cui si parla da almeno 13 anni.

Venne scoperto nel 2000 e si calcolava che aveva al suo interno almeno 13 miliardi di barili di petrolio.

Una vera manna per gli appetiti delle multinazionali trivellanti.

E cosi, si misero assieme, un gruppo di petrolieri da mezzo mondo sotto la sigla "North Caspian Operating Corporation",  abbreviato in NCOC per trivellare dentro il Mar Caspio, dove l'acqua gela per quattro mesi all'anno.

La NCOC include la azienda statale di petrolio kazaka KazMunaiGas, l'ENI-AGIP,  la Exxon Mobil, la Royal Dutch Shell e la Total. Tutte e cinque hanno quote di 16.81% di proprieta'.  La ditta giapponese Inpex e' proprietaria del 7.56 %  della NCOC e la China National Petroleum Corp ha recentemente acquisito una percentuale dell'8.33 % dalla ConocoPhillips che se n'e' invece uscita.

L'ENI e'  la responsabile per lo sviluppo e la messa in azione del campo.

E cosi, tutti questi geni guidati dall'ENI si sono messi all'opera e hanno costruito isolette artificiali nel mare a 70 chilometri dalla costa del mar Caspio da dove pompare il petrolio.

Il megaprogetto pero' ha avuto fin dall'inizio una miriade di problemi e la data iniziale di inizio dell'attivita' e' slittata di anno in anno dal 2005 fino ad arrivare al 2013.

Oltre al mare ghiacchiato d'inverno, ci sono problemi collegati alla variabilita' in temperatura, acque troppo basse, alte pressioni del petrolio sottoterra e sopratutto valori elevatissimi di "velenoso e corrosivo" idrogeno solforato come lo definisce Reuters che hanno fatto si che ci fossero continui rinvii alla commercializzazione del petrolio di Kashagan.

13 anni di cotanti geni del petrolio che non riescono a trivellare.

Ma finalmente dopo un parto lunghissimo, dopo 50 miliardi di dollari di investimenti, dopo il soprannome "Cash all gone", e cioe' "quattrini finiti",  la messa in opera il giorno 11 Settembre 2013.

L'annuncio e' dato dall'ENI che, trionfante, parla di 180,000 barili al giorno in fase iniziale che poi aumenteranno a 370,000 barili al giorno.

Il petrolio inizia ad essere pompato.

Gli impianti di desolforazione vengono costruiti a Bolashak, vicino la citta' di Atyrau.

Trombe come se fosse l'Istituto Luce.

Tutti contenti.

Ma.. voila'.

Houston abbiamo un problema.

Dopo esattamente due settimane, il giorno 25 Settembre 2013, una perdita di gas, dopo un altra durante le prove del 26 Agosto 2013.

Aggiustano i tubi, o cosi pensano.

E poi ancora, un altra perdita in Ottobre.

Solo che questa volta non si sa da dove.

Si sa solo che le perdite sono da un oleodotto di 29 chilometri, tutto interrato.

Gas tossico immesso in atmosfera.

E' idrogeno solforato.

Ma no.

Forse non e' l'oleodotto - forse e' da dentro il campo stesso.

Il campo si estende per 44 chilometri in mare aperto, e 22 in acque di riva.

Sono quasi centro chilometri di possibili perdite da ispezionare!

Come fare?

Beh, occorre fermare tutto.
Almeno fino al 2015.

E' questa la stima del tempo necessario per capire dove viene tutto questo H2S.

E cosi, il giorno 15 Novembre tutta la truppa di cui sopra - ENI e compari - decide di mandare giu' un robot per studiare le condizioni del sottosuolo e dei tubi che collegano i pozzi alle altre infrastrutture di lavorazione.

Sono i materiali che sono scadenti?

Sono stati i metodi di costruzione ad essere sbagliati?

Sono stati i progetti ingegneristici ad essere stati calcolati male?

Di chi e' la colpa?

Il robot che indaga si chiama "intelligent pig"  e restera' in azione fino a Dicembre a studiare tutti i 100 chilometri dell'oleodotto, e del campo marino.

Non so perche' si chiami "maiale intelligente".

Maiale.

Mmh.

Uno dei manager petroliferi di Kashagan dice che secondo lui le perdite sono dovute all'opera di corrosione dovuta dall'idrogeno solforato che ha letteralmente mangiato le pareti dell'oleodotto
che collega i pozzi alle centrali di raffinazione. Il manager dice anche che molto probabilmente sono stati scelti materiali sbagliati che non hanno resisitito alla potente opera corrosiva dell'H2S.

"To solve a question like replacing the pipes could take months. The new composition of the tube metals would have to be studied, transported, tested and installed. It will take several months for activity to restart at Kashagan."
 
Potrebbe anche essere che i tubi si sono deteriorati con il tempo, e che sono cosi diventati piu' vulnerabili all'azione dell'H2S. 


I tubi sono stati costruti dal gruppo giapponese Nippon Steel & Sumitomo Metal Corp 

La Saipem dell'ENI li ha installati offshore ed onshore, e sono i responsabili delle saldature. 

Non si sa - ne la Saipem ne la Nippon Steel hanno voluto rilasciare dichiarazioni a Reuters. 

Ma quale che sia il motivo, ci vorra' moltissimo tempo per capire. Per fare un esempio, nel vicino campo di Karachaganak, un campo di gas che produceva ad alto tenore di zolfo che aveva avuto delle perdite di idrogeno solforato e' stato fermo per due anni e mezzo e poi c'e' stato un intervento di 23 giorni. 

L'intervento ha coinvolto 3,000 persone. 

Speriamo che il maiale risolva tutti i problemi del campo Kashagan, della Saipem e della Nippon Steel. 

Per adesso e' l'idrogeno solforato che trionfa sull'ingordigia umana.

Sunday, November 24, 2013

Gianni Chiodi "rammaricato" non si presenta all'incontro su Colle dei Nidi




Provate a pensare di affrontare l'inverno senza riscaldamento, 
pensate di cucinare sul camino con la legna 
o farvi la doccia con l'acqua fredda. 
Rispetto ai benefici e all'utilità che hanno per la nostra vita, 
li riteniamo assolutamente accettabili.

Dobbiamo scindere due ambiti: l'estrazione del petrolio, 
contro la quale la nostra posizione é netta 
e lo abbiamo dimostrato con i nostri atti in questi anni, e la
realizzazione di impianti per l'estrazione del gas, 
verso la quale siamo favorevoli, ma solo 
quando le condizioni ambientali sono ottimali e lo consentono.
 
Gianni Chiodi, 2013




Agli abruzzesi:
Non credete ad una sola parola di quello che dice Gianni Chiodi:
e' tutta PROPAGANDA e pure di basso livello.



Sono ormai sette anni che assieme a tante persone di buona volonta' cerco di informare gli abruzzesi sulle conseguenze delle estrazioni di petrolio e del gas, dei problemi collegati alla sismicita' indotta, alla reiniezione di materiale tossico nel sottosuolo, agli effetti nocivi di idrogeno solforato e degli altri inquinanti del petrolio, della bassa qualita' dei nostri idrocarburi, e in generale di quanto il petrolio d'Abruzzo sia poco conosono all'Abruzzo che conosciamo. 

Ieri 23 Novembre 2013, il governatore Gianni Chiodi non si e' presentato ad un incontro con la cittadinanza nel teramano dove era stato invitato per parlare di petrolio, e per -- finalmente -- dire che ne pensa lui, teramano, governatore, del petrolio e del gas di Teramo.

Non si e' presentato all'incontro, e "rammaricato" della sua assenza, ha mandato una letterina di cui sotto, in cui dice -- in sostanza -- il petrolio no - giammai! - ma state tranquilli che invece il gas, gli "idrocarburi gassosi" si possono fare.


SONO TUTTE BALLE
non lasciatevi abbindolare.

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Io la conosco bene la "storia politica" di Gianni Chiodi sul tema petrolio.

La conosco bene perche' il petrolio d'Abruzzo e' stata la mia vita degli scorsi sei anni
e ho visto e ho vissuto tutto sulla mia pelle, dal primo giorno.






La conosco abbastanza per sapere che questo e' un uomo di cui non fidarsi.

La conosco abbastanza per sapere che tutto quello che e' stato fatto e' stato fatto per merito della gente normale e di nessun politico.

Nessuno.

Il merito e' di noi, che abbiamo sempre rotto le scatole e messo pressione a chicchessia
che qui neanche l'odore delle trivelle dobbiamo sentire, che sia gas o che sia petrolio


 Capito Gianni Chiodi?
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E conosco abbastanza l'operato passato di Gianni Chiodi per sapere che la sua opinione cambia come cambia il vento, e che uno che AMA la sua terra non dice il petrolio no, il gas si.

Cosa significa il petrolio si e il gas no?
 
Gas o petrolio, sempre attivita' invasive sono, e le tecniche e i pericoli sono del tutto simili.

O che uno dice: il cancro lo voglio ai polmoni ma non al colon?
O che uno dice: voglio tenermi il braccio destro ma non il sinistro?
O che uno dice: la strictinina no, il cianuro si? 

Suvvia.

Uno che dice il petrolio si e il gas no, non si rende conto delle assurdita' che dice e non sa niente di niente di petrolio, di gas, di geologia, di fisica, di statistica, di probabilita'.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma  l'idrogeno solforato e' normalmente presente in maggiori quantita' nei giacimenti di gas naturale rispetto a quelli di petrolio.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma nel sottosuolo ci sono sempre misture di gas e petrolio assieme.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma i fluidi e i fanghi di trivellazione si usano in egual misura per il gas come per il petrolio.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma la monnezza che si produce e' uguale che sia petrolio o che sia gas.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma le attivita' di reiniezione sono pericolose uguale, che gli scarti vengano da petrolio che da gas.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma gli impianti di raffinazione sono ugualmente necessari per togliere l'idrogeno solforato dal petrolio e dal gas allo stesso modo.

Gianni Chiodi non lo sa forse, ma la sismicita' indotta la inducono le estrazioni di petrolio come di gas.

E poi continua con la propaganda piu' bassa che si possa fare: mettendo alla gente la paura di restare al freddo e al gelo senza il gas.

Ma crede che siamo scemi veramente?

Il gas e il petrolio d'Abruzzo non risolveranno niente di niente, dal punto di vista energetico, e le vostre bollette rimarranno tal quali. E questo perche' il gas e' poco, perche' chi lo estraerra' lo vendera' al miglior offerente a prezzo di mercato, e perche' ci vorranno almeno dieci anni per arrivare alla produzione se mai il tutto verra' realizzato. O che in Emilia Romagna il gas costa meno?  O in Basilicata la benzina e' piu' a buon mercato? No!

E quindi, non credetegli.

Mi fa ridere quando dice: noi non ci possiamo fare niente di quello che fara' la regione Marche. E invece si, caro Chiodi. Se ci tieni, vai da quelli delle Marche e GLI SPIEGHI perche' e' male tutto questo. Diventi tu stesso un attivista, fai per questa causa quello che va oltre il tuo ruolo istituzionale perche' ci credi da CITTADINO e non da calcolatore politico.

Capisci? Ti impegni veramente e questo vale per le Marche tanto quanto per Ombrina e per i ministeri romani.

Io non voglio poltrone, non voglio la vanagloria, non voglio niente di niente. Anzi, voglio solo tornare alla mia vita normale. Per me non ci sarebbe niente di piu' facile che fare finta di niente e lasciargli fare tutta questa propaganda.

E' domenica sera. E come sempre sono stanca morta e l'ultima cosa che voglio fare e' stare qui a farmi venire il sangue amaro a leggere tutte questa stupidita' ed ignoranza.

Ma non riesco a star zitta. Non ci riesco proprio a fare finta di niente di fronte ad uno che vuole venire qui a fare il lavaggio del cervello alle persone e nella mia regione.

E' piu' forte di me.

E spero solo che chi legga voglia credermi.

Gianni Chiodi dice: Dacchè io sono governatore non è stata impiantata alcuna trivella, ne sono state concesse intese per la ricerca o la coltivazione di idrocarburi liquidi. 

E' tutto vero, ma questo e' un testamento a quanto forte siano state le proteste, le azioni collettive, il nostro potere di cittadini.

Le trivelle non sono state impiantate perche' era lui il governatore.

Le trivelle non sono state impiantate perche' NOI CITTADINI non glielo abbiamo permesso, e questo sarebbe successo a prescindere dal governatore Gianni Chiodi o Mimmo Martelli o Peppe Cacciavite.

NOI CITTADINI siamo stati.

E quindi, come popolo occorre non avere paura, occorre continuare a dire NO, sempre, ogni giorno, non lasciarci abbindolare e non accettare nessun compromesso, perche' il compromesso inizia sempre con la parola si.

E quindi, continuiamo cosi, rompiamo le scatole, mettiamogli la paura addosso di perdere le elezioni, mettiamogli pressioni. Dobbiamo solo volerlo, ed alla fine anche Colle Dei Nidi morira'.


Eccola qui la letterina di Gianni Chiodi
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Buonasera a tutti i partecipanti,
vi ringrazio per l'invito ricevuto, e mi rammarico per non poter essere con voi a questo interessante confronto che auspico, alla sua conclusione, possa servire a chiarire, una volta per tutte, la mia posizione e quella del Governo regionale, riguardo il delicatissimo tema della salvaguardia e difesa del nostro territorio dalla attività di ricerca e coltura degli idrocarburi liquidi.

Chi mi conosce, chi conosce la mia storia politica, sa quanto sia sensibile a queste problematiche. Io sono abruzzese e da abruzzese vero non vorrei mai veder violata l'integrità della mia terra con le sue enormi potenzialità naturali. Sin dal giorno del mio insediamento alla guida di questo Esecutivo regionale, e ancor prima in campagna elettorale, mi sono convintamente impegnato a “salvare” l'Abruzzo dalla minaccia delle trivelle e del Centro oli; minaccia che pure il centrosinistra locale, regionale e nazionale, aveva scientemente autorizzato attraverso 24, sottolineo 24, atti amministrativi autorizzativi.

E' stato il mio governo che, con determinazione, è riuscito a scongiurare l'insediamento del Centro oli. Di più. Per impedire in maniera definitiva qualsiasi tipo di attività estrattiva sulla terraferma, siamo stati la prima Regione, ad aver approvato una legge (LR 48/2010) che di fatto vincola tutte le aree a rischio sismico, parchi, riserve naturalistiche, suoli adibiti a coltura di prodotti di qualità (olio e vino ad esempio). Come dire, abbiamo dichiarato “intoccabile”, su questo fronte, la quasi totalità del territorio abruzzese, che rientra in questa casistica. Ma non basta ancora. Nonostante le Regioni non abbiano competenza sulle attività che si esercitano in mare, abbiamo proposto e sostenuto, con il governo di centrodestra, il decreto legislativo 128/2010 dall'allora ministro Prestigiacomo che indicava il rispetto di 12 miglia per estrazione in mare, in presenza di oasi naturalistiche. Ciò allora ci permise di bloccare il progetto “Ombrina mare 2”, poi sappiamo, purtroppo, come è andato a finire col “decreto del Fare”.

Farò tutto il possibile per difendere la nostra costa, statene certi. Mi sono da tempo attivato per portare la problematica all'attenzione della Conferenza dei Presidenti di Regione, in modo da esercitare una forza congiunta nei confronti del Governo nazionale per la tutela e la salvaguardia del Mare Adriatico. Voglio in questa importante occasione, ribadire, e suggerire, quanto siano sterile se non controproducenti, polemiche e strumentalizzazioni sull'argomento "petrolizzazione" che generano solo tanta confusione nell'opinione pubblica. E' bene che la comunità abruzzese sia informata con trasparenza, onestà intellettuale, chiarezza, e cognizione di causa.

Dobbiamo scindere due ambiti: l'estrazione del petrolio, contro la quale la nostra posizione é netta e lo abbiamo dimostrato con i nostri atti in questi anni, e la realizzazione di impianti per l'estrazione del gas, verso la quale siamo favorevoli, ma solo quando le condizioni ambientali sono ottimali e lo consentono. Solo pochi giorni fa abbiamo bocciato in commissione VIA regionale l'impianto di Bomba perché non è un semplice impianto di estrazione gas ma anche di stoccaggio e lavorazione. I piccoli pozzi di estrazione del gas esistenti ad oggi non creano nessun impatto e nessun danno al territorio e alle popolazioni che vivono nei pressi, in questi quattro anni non ho ricevuto una sola istanza in merito. Vi invito ad andare a vederli per rendervi conto di persona di cosa si parla. Gli impianti a cui siamo favorevoli non producono inquinamento bensì rappresentano la fonte di una risorsa indispensabile per tutti noi. Provate a pensare di affrontare l'inverno senza riscaldamento, pensate di cucinare sul camino con la legna o farvi la doccia con l'acqua fredda. Rispetto ai benefici e all'utilità che hanno per la nostra vita, li riteniamo assolutamente accettabili.

Allora cerchiamo di riflettere e non induciamo i cittadini in confusione, differenziamo quelle che sono le attività relative alla ricerca e coltivazione del petrolio rispetto al gas. Per l'intesa che abbiamo concesso e che ci viene criticata per le attività di ricerca in località "Colle dei Nidi", tengo a precisare che per quanto riguarda l'area del territorio ricadente in Abruzzo, la Regione ha confermato l'intesa a due condizioni: solo ricerca di GAS come specificato nella richiesta della ditta e senza interventi sul territorio (sostanzialmente si tratta di acquisto di indagini già svolte da altre ditte che vanno rinnovati con un nuovo permesso di ricerca). In regione Marche, ma questo non dipende da noi, la concessione invece riguarda anche idrocarburi liquidi, così come era la precedente intesa rilasciata dal governo di centrosinistra della nostra Regione nel 2008. Cari abruzzesi, state certi, continuerò a lavorare, senza mai perdere d'occhio la nostra mission nel dare sostegno e valorizzazione ai comparti agroalimentare e turistico che rappresentano due punti cardine della nostra economia e verso i quali convogliamo quotidianamente attenzione e risorse. I risultati ci danno ragione, se è vero che l'export dei nostri prodotti tipici è in costante crescita. Siamo convinti che il sistema industriale vada incentivato ma che esso stesso debba accettare di convivere con il primato delle eccellenze della natura. Le nostre scelte, del resto, sono sempre state lineari e coerenti. Dacchè io sono governatore non è stata impiantata alcuna trivella, ne sono state concesse intese per la ricerca o la coltivazione di idrocarburi liquidi. Per contro sono state varate importanti misure proprio a tutela del nostro patrimonio ambientale.

E questo dato di fatto la dice tutta.
Molto più di mille parole. Chi dice il contrario provi a dimostrarlo con argomenti della medesima validità. Noi la nostra bella regione l'abbiamo difesa, la difendiamo e la difenderemo, potete starne certi.


Gianni Chiodi

Friday, November 22, 2013

Le balle elettorali di Vincenzo D'Ottavio e Roberto Serafini

Dopo Fratino e Di Martino
ecco i nuovi pro-petrolieri d'Abruzzo

Vincenzo D'Ottavio (PD)
Roberto Serafini (PD)

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Partito Democratico


"Non consentiremo insediamenti di attività produttive
che possano compromettere un equilibrato sviluppo 
della nostra comunità, come il Centro
Oli e ogni altra attività di trasformazione dei prodotti petroliferi
Favoriremo, invece, insediamenti di attività produttive compatibili con le vocazioni agricole, commerciali e
turistiche del nostro territorio."


Erano tutte balle elettorali!


Il sindaco di Ortona si chiama Vincenzo d'Ottavio, e' del Partito Democratico.

Vincenzo d'Ottavio fu eletto nella primavera del 2012, dopo la ignobile fine del suo precedessore, Nicola Fratino che coi petrolieri ci andava a colazione, a pranzo e a cena. Fratino infatti era uber favorevole alla costruzione del Centro Oli della zona, visti anche i suoi personali affari che ne avrebbero tratto vantaggio.

Arrivate le elezioni, sarebbe stato chiarissimo che il petrolio avrebbe giocato un ruolo importante, e cosi' D'Ottavio e Serafini hanno scritto le frasi di cui sopra nel loro bel programma elettorale.

Io sono sempre stata un po scettica di gente che si sveglia alla mattina e che si improvvisa no-oli: questi due qui infatti io non li avevo mai sentiti nominare prima, segno che proprio attivisti, o persone preoccupate del petrolio non erano.

Solo che suonava bene in campagna elettorale, dire di essere contro le trivelle e a favore dell'agricoltura-vino-turismo-mare.

Ma sono i fatti che contano e non le chiacchere.

Ed infatti, una volta votati, d'Ottavio e Serafini si sono improvvisamente ammutoliti.

Sotto d'Ottavio e Serafini, il comune di Ortona, nonostante sia il cuore di diversi progetti petroliferi -- centro oli, stoccaggio di petcoke, Ombrina Mare -- non ha mai organizzato dibattiti o manifestazioni, e non ha mai portato avanti iniziative per diffondere informazione sulla questione petrolio in Abruzzo.

Mai.

Sotto d'Ottavio e Serafini, il comune di Ortona non ha mai contribuito a ricorsi al TAR, o alla stesura di osservazioni o a chiedere di intervenire presso i ministeri romani per dire la loro su Ombrina.

Mai.

In una parola, sul tema petrolio il sindaco d'Ottavio e il vicesindaco Sabatini sono stati dei Ponzio Pilati, dei pappemolli come ce ne sono tanti in Abruzzo.

E adesso, adesso cambiano registro!

Vanno infatti in TV tutti belli e sorridenti a dire di essere "possibilisti" verso Ombrina Mare e che si potrebbe anche fare perche'

"Il punto principale e' la crisi"

Excuse me?

La crisi?

Ma questi non hanno capito niente!

Che c'entra la crisi con Ombrina?

O pensano che Ombrina Mare risolvera' la crisi?

E come, di grazia?

Con 20 milioni di barili cha bastano all'Italia - se dovessero essere regalati all'Italia - per una settimana?

Con 10 posti di lavoro creati?

Con la distruzione dell'agricoltura cosi possiamo farci altri campi di petrolio e magari resuscitare il Centro Oli?

Dopotutto se e' crisi, e crisi non solo in mare, ma anche in terraferma no?

E allora, torniamo indietro e che D'Ottavio e Serafini aprissero anche sul Centro oli, no?

Che differenza c'e' fra il Centro Oli ed Ombrina? 

Come vorrei essere stata la giornalista a fargli le domande difficili a questi due qui.

E ancora, la crisi c'era anche l'anno scorso o un mese fa.

Perche' vengono fuori con questo possibilismo adesso?

Proprio adesso?

Perche' vanno in televisione adesso a dire queste cose? 
 
Le affermazioni di D'Ottavio e di Serafini hanno qualcosa a che vedere con il fatto che la Medoil ha aperto un ufficio in citta' proprio adesso?

C'e' lo zampino di Sergio Morandi in tutto questo?

Io non so cosa dire, se non che il tutto mi fa veramente schifo e che non capisco con quale faccia fresca riescano a cambiare registro dopo un anno dalle elezioni.

Sono anche poco intelligenti secondo me. Cosa sperano di ottenere dicendo cose cosi' odiate dall'opinione pubblica? Pensano davvero di fare accettare alla gente il mostro Ombrina?

Ma alla fine, sono politici e questo sottolinea ancora una volta che non c'e da fidarsi di nessuno che siede nei gran palazzi.

Nessuno.

Vincenzo D'Ottavio e Roberto Serafini: non andrete troppo lontano.






Wednesday, November 20, 2013

Anche Bomba e' salva!





Nota:  il 22 maggio 2014 il TAR di Pescara ha accolto il ricorso della Forest perche' il Comitato VIA presieduto da Antonio Sorgi ha espresso una motivazione "laconica e superficiale".

  Il TAR ha riconosciuto pero' il rischio di subsidenza e che il rischio e' cosi' grande "per la vastità del territorio e della popolazione che ne subirebbe le ripercussioni (si paventa infatti il possibile cedimento della diga descritta come tra le più estese d'Europa, posta a monte della valle del fiume Sangro densamente popolata e industrializzata) da giustificare l'invocazione del principio di precauzione".
Perche' succede questo?
Perche' alla regione ci sono gli incompetenti.

Antonio Sorgi, quanto purgatorio!
Gianni Chiodi -- spero che te ne torni a casa presto!

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Bomba (CH) 2009-2013
Forest Oil Corporation, RIP

Le battaglie contro i petrolieri non finiscono mai.

Ma forse, per una volta possiamo essere ottimisti.

Ieri 20 Novembre 2013 la Commissione VIA d'Abruzzo ha bocciato ancora una volte le folli richieste della Forest Oil di trivellare Bomba, zona idrogeologicamente instabile, vicino ad un centro abitato di 900 anime e di costruire una raffineria.

Bocciata come in: i petrolieri non hanno piu' strade da percorrere per spuntarla e la prepotenza di Giorgio Mazzenga e compari finisce all'aceto.

E' un'altra storia bellissima di democrazia, e di rabbia usata in modo positivo, senza arrendersi mai, in una regione di solito pacata e non abituata a protestare.

C'entrano le imminenti elezioni regionali del 2014?
Forse, ma alla fine quel che conta e' il risultato finale. 

E' una storia che va avanti dal 2009 e che ha visto tanti alti e bassi, tutti con protagonisti l'eroico Comitato di Gestione Partecipata del Territorio guidato dalla tenacia e dalla pazienza di Massimo Colonna.

E come sempre, Fabrizia Arduini e Assunta di Florio e Lorenzo Luciano e Ilaria Giangrande e Alessio Di Florio e Ines Palena e tutti, tutti quelli che hanno messo da parte le proprie vite in questi anni per fare qualcosa di buono.

E' bellissimo.

Vorrei tanto che per una volta ci si fermasse per fare festa e per contemplare quanta strada abbiamo fatto, smuovendo il cittadino medio e creando una enorme partecipazione popolare.

E' qui la chiave, sempre: lo scandalo nelle case, al supermercato, nella vita normale ed il controbattere a questi mascalzoni del petrolio punto per punto, non lasciandogli mai neanche un centimetro.

Ombrina, arriviamo anche li!

Come sempre, a me le emozioni arrivano da dietro una tastiera, belle o brutte che siano. Ci sono abituata.

Vorrei esserci stata li all'Aquila e vedere la faccia di Giorgio Mazzenga che da anni cerca di schiacciare gli abruzzesi, e quella di Antonio Sorgi e di tutta la gente in attesa e la felicita' finale.

Ma va bene cosi.  In qualche modo, anche se non fisicamente, ci sono anche io.

Qui uno dei momenti piu' belli di questa storia: la Forest Oil che parte da Denver e va a Bomba per scoprire che la gente ne sa piu' di loro. Priceless.

Ciao Giorgio Mazzenga, buon ritorno a Milano!












Abbiamo vinto!

Confindustria e MOG - Fumo negli occhi







Contrasteremo ogni forma di trivellazione
Gianni Chiodi, 2010

Abbiamo fatto una legge che limita fortemente l’estrazione di petrolio perché non consideriamo vantaggioso questo futuro, ma per quanto riguarda la provincia di Teramo si tratta di ricerche meno impattanti e che riguardano il gas.

Gianni Chiodi, 2013


Dall'alto della sua conoscenza tecnica 
ecco il tuttappostismo di  Gianni Chiodi.



Il 6 Febbraio 2013 Paolo Primavera della Confindustria, con mia grande sorpresa, mi mando' un invito a partecipare ad un progetto "incubatore di idee" per l'Abruzzo del futuro.

In generale e' un onore essere chiamati a progettare per il futuro, e magari a pensare in grande. E di primo acchitto sono rimasta lusingata che chiedessero anche il mio parere. Ma poi, vedendo la lista dei vari interessati (notare solo due donne!) e considerato il passato di Confindustria e dei suoi progetti per l'Abruzzo - petrolio, petrolio, petrolio! - ho pensato che probabilmente era tutta una finta e ho lasciato perdere.

Dopotutto Primavera ha piu' e piu' volte reiterato la sua favorevolezza all'Abruzzo petrolizzato e cosi pure tutti quelli di Confindustria prima di lui.

E infatti adesso tornano.

Tornano con il solito tentativo di abbindolare la gente di cui pare che non si stanchino mai.

Ma provare a risolvere i problemi veri, no eh?

Ci hanno provato tante volte a dirci che il petrolio e' cosa buona e giusta. Dal 2007 per la precisione, e in tutte le occasioni hanno solo finito con il farci brutta figura, tutti quanti indistintamente.

Cupello? Pescara? San Vito Marina? Ortona?
Sulle pagine dei giornali? Nelle Universita'?
Nell'opinione pubblica? 

Hanno sempre fallito e sono tutti tornati a casa con la coda fra le gambe.

Questa volta l'ennesimo tentativo, nell'auditorium Flaiano di Pescara (chissa' cosa direbbe Flaiano stesso di contanto spettacolo!) sono convenuti diverse personalita' italiane ed abruzzesi per discutere della "particolare congiuntura economica" e dei "principali argomenti di attualita' politica" come la "crisi economico-finanziaria", "il contenimento della spesa pubblica", le "riforme per la crescita", le "liberalizzazioni", il "ruolo del Governo, delle imprese e della politica".

Insomma un calderone di roba che piu' ne ha piu' ne metta.

Il titolo era "Ora ripartiamo. Abruzzo al 2020".

I maghi dell'economia-finanza-spesa pubblica-riforme-liberalizzazioni-governo-politica sono:

Il Presidente di Confindustria Abruzzo Mauro Angelucci,
Nicola Porro, Vice Direttore de Il Giornale,
Maurizio Lupi, Ministro Infrastrutture e Trasporti,
Flavio Zanonato, Ministro Sviluppo Economico,
Susanna Camusso, Segretaria Generale CGIL,
Gianni Chiodi, Presidente Regione Abruzzo,
Sergio Morandi, A.D. Medoilgas Italia S.p.A.,
Frederik Geertman, Regional Mnager Unicredit,
Cesare Ramadori, A.D.Strada dei Parchi,
Stefano Conti, Direttore Sviluppo Rete Terna.
Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria.

Mmh.

Notare che la maggior parte di questa gente e' in giro da tanti anni, e che quindi un qualche ruolo nel diastro attuale l'hanno giocato pure loro, no? Ed ora pensano di aggiustare tutto? Cioe' prima sfasciano e poi aggiustano?

Mmh.

Ma.. poi, qualcuno mi spiega che c'entra Sergio Mornandi?

Qualcuno mi spiega che c'entra Sergio Morandi????

Qualcuno mi spiega che c'entra Sergio Morandi?????????

Che ne sa lui di liberalizzazioni?
O che intende le liberalizzazioni per trivellare?

Che ne sa lui della crisi economica finanziaria?
O che pensa che le sue goccie di monnezza petrolifera scavate nella melma della costa teatina risolveranno i problemi dell'Italia? 

E perche' non c'era nessuno, che ne so, degli enti territoriali che gestiscono i parchi, nessuno che propone cosa fare del Parco della Costa Teatina, che parla di pannelli solari sui tetti delle case, che parla dell'esperienza tedesca con le rinnovabili, che parla di turismo, di agricoltura, di viticoltura di qualita'?

A certo, e' Confindustria.

A loro interessa solo buchi-cave-monnezza-inquinamento-turbogas.

Ma tutti questi anni non sono passati invano, e la gente e' sveglia e non torna piu' a dormire, sapete cari Angelucci e Primavera?

E infatti, ad accogliere il clan degli esperti di tutto e niente c'erano attivisti di vario genere con le scritte: "A voi champagne e petrolio a noi cultura e trasparenza" .

Domanda, semplice semplice: ma l'Abruzzo del 2020 ha le trivelle o il Montepulciano?


Chiodi vuole gentilmente rispondere a questa domanda?

Ombrina e' petrolio. Cosa ne pensa lui? Ha avuto il coraggio di dirlo a Sergio Morandi che con Ombrina ci si gioca le elezioni?

L'ingresso era libero.
Ti facevano il lavaggio del cervello gratis.

Tuesday, November 19, 2013

Falconara: 1 anno e due mesi di condanna per la vita di due operai.

Dal Comitato Cittadino di Falconara, sulla raffineria API. 


Il 7 ottobre scorso la Sezione penale della Corte di Appello di Ancona ha depositato i motivi della sentenza di condanna ad 1 anno e 2 mesi dei vertici della raffineria API di Falconara Marittima per l'incendio alla sala pompe occorso alle 5,25 del 25 agosto 1999 in cui persero la vita gli operai Ettore Giulian e Mario Gandolfi.

Quella tragica mattina l'incidente determinò la fuga di molti cittadini dai quartieri Villanova e Fiumesino, malori accertati sanitariamente tra i cittadini per le esalazioni diffusesi, mancanza di tempestiva attivazione dell'allarme alla cittadinanza e del blocco dei treni.

Sono stati condannati dalla Corte di Appello:


§         Il Vicedirettore della raffineria e Responsabile del Servizio Operativo;


§         Il Responsabile dell'Area manutenzione della zona OFF SITE (nella quale era collocata la pompa esplosa);


§         Il Responsabile della Sezione Manutenzione del Servizio Operativo.

I Giudici della Corte di Appello di Ancona hanno valutato come prove della responsabilità dei vertici di API raffineria:

1) la conoscenza e la tolleranza della prassi di lasciare aperte le valvole dei circuiti nei periodi di non utilizzo delle linee per il trasferimento dei prodotti. Se le regole di gestione dell'impianto ad alto rischio di incidente rilevante fossero state rispettate, controllate, migliorate e corrette quelle valvole sarebbero state chiuse e, pertanto, non avrebbero permesso l'afflusso di benzina alla pompa che scoppiò e provocò la morte degli operai Gandolfi e Giulian!

2) La mancanza della manutenzione sulla pompa che esplose! Su quella pompa i Responsabili di API raffineria omisero di richiedere e di programmare interventi di manutenzione predittiva nonostante fosse regolarmente segnalata per "Rilievo non effettuato, macchina ferma" dalla ditta incaricata alle verifiche delle vibrazioni sulle macchine rotanti, cosicché la pompa risultò non essere mai stata sottoposta a quella verifica che avrebbe con certezza segnalato rilevanti problemi di funzionalità!

Ci preme sottolineare un aspetto che abbiamo sempre evidenziato: la sentenza della Corte di Appello ha stabilito l'assoluta estraneità degli operai Gandolfi e Giulian da operazioni di sottrazione illegale di carburante, operazioni indecorosamente adombrate da alcune testimonianze "aziendaliste" nel corso delle udienze.

Inoltre è stata riconosciuta l'assoluta competenza messa in campo da Gandolfi e Giulian - in linea con le procedure del Piano di Emergenza Interna - nel vano tentativo di neutralizzare la nube di benzina che poi esplose.

Il raggiungimento della verità processuale dell'incidente del 25 agosto 1999 è stato possibile solo per la caparbietà dei Comitati dei cittadini che non si sono piegati di fronte alla potenza della Società petrolifera API e grazie all'eccellente lavoro analitico degli avvocati Stefano Crispiani e Carlo Maria Pesaresi  che con la memoria consegnata al Pubblico Ministero a luglio 2005 hanno fatto si che ad ottobre 2005 la Procura della Repubblica di Ancona depositasse la richiesta ed i motivi dell'appello alla sentenza di primo grado.

Motivi speculari a quelli dettagliatamente esposti dai legali dei Comitati falconaresi!

La pressione civile dei Comitati ha evitato una prima prescrizione del procedimento dato che ancora ad agosto 2012 (dopo sette anni dal ricorso in appello della Procura della Repubblica!) nulla si sapeva della fissazione dell'Appello.


Ma la battaglia dei Comitati dei cittadini non è finita.


Ora si profila il rischio di un'altra prescrizione poiché se - come immaginiamo - i condannati ricorreranno alla Corte di Cassazione, i Giudici dovranno pronunciarsi entro e non oltre l'estate 2014 in forza dei 15 anni trascorsi dal tragico incidente del 25 agosto 1999!

A nostro parere una eventuale prescrizione - pur non intaccando l'accertamento dei fatti - sarebbe in primo luogo INDECOROSA poiché si permetterebbe di far operare il decorso del tempo come causa estintiva della pena comminata per le gravi e inammissibili mancanze riscontrate a carico dei vertici della raffineria API di Falconara Marittima nella conduzione di un settore dell'impianto a elevato rischio di incidente rilevante.

Inoltre, dopo avere evitato una prima prescrizione, ci troveremmo di fronte alla BEFFA e all'UMILIAZIONE della Giustizia stessa e dei cittadini.

Non lo permetteremo!

Saremo presenti con la nostra istanza e con ogni altro strumento legale per sollecitare la Corte di Cassazione a non far intervenire la prescrizione!

http://www.youtube.com/watch?v=alIp7lfVB5E

http://web.mclink.it/MF8408/Commemorativa.htm


Sunday, November 17, 2013

Paul McCartney scrive a Putin per il rilascio degli attivisti di Greenpeace










Dear Vladimir,

I hope this letter finds you well. It is now more than ten years since I played in Red Square, but I still often think about Russia and the Russian people.

I am writing to you about the 28 Greenpeace activists and two journalists being held in Murmansk. I hope you will not object to me bringing up their case.

I hear from my Russian friends that the protesters are being portrayed in some quarters as being anti-Russian, that they were doing the bidding of western governments, and that they threatened the safety of the people working on that Arctic oil platform.

I am writing to assure you that the Greenpeace I know is most certainly not an anti-Russian organisation. In my experience they tend to annoy every government! And they never take money from any government or corporation anywhere in the world.

And above all else they are peaceful. In my experience, non-violence is an essential part of who they are.

I see you yourself have said that they are not pirates - well, that's something everybody can agree on. Just as importantly, they don't think they are above the law. They say they are willing to answer for what they actually did, so could there be a way out of this, one that benefits everybody?

Vladimir, millions of people in dozens of countries would be hugely grateful if you were to intervene to bring about an end to this affair. I understand of course that the Russian courts and the Russian Presidency are separate. Nevertheless I wonder if you may be able to use whatever influence you have to reunite the detainees with their families?

Forty-five years ago I wrote a song about Russia for the White Album, back when it wasn't fashionable for English people to say nice things about your country. That song had one of my favourite Beatles lines in it: "Been away so long I hardly knew the place, gee it's good to be back home."

Could you make that come true for the Greenpeace prisoners?

I hope, when our schedules allow, we can meet up again soon in Moscow.

Sincerely yours,

Paul McCartney


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Qualche giorno fa, il 14 Novembre 2013, Sir Paul McCartney ha scritto una lettera personale sul suo blog indirizzata al presidente Vladimir Putin. Nella lettera si chiede il rilascio degli Arctic 30 e cioe' i 28 attivisti di Greenpeace International e di due giornalisti freelance che sono stati arrestati un paio di mesi fa per protestare in modo del tutto pacifico contro le trivelle in Artico. 

Gli Artic 30 si trovano in un carcere di San Pietroburgo e sono o sono stati accusati di "pirateria" e di "hooliganism" dopo le loro dimostrazioni su una piattforma della Gazprom di Russia nel Pechora Sea.

Il reato di "pirateria" in Russia e' condannato con una pena di 15 anni.

Dal canto suo, la Gazprom ha in progetto di iniziare la produzione di petrolio nel primo quadrimestre del 2014 in un'area dell'Artico di Russia che contiene tre riserve naturali.

Ecco qui la lista dei nomi degli Artic 30. C'e' anche un italiano:


Crew Peter Henry Willcox
Nationality: American
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Miguel Hernan Perez Orzi
Nationality: Argentinian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Camila Speziale
Nationality: Argentinian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Colin Russell
Nationality: Australian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Ana Paula Alminhana Maciel
Nationality: Brazilian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Philip Ball
Nationality: British
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Freelance videographer Kieron Bryan
Nationality: British
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Alexandra Harris
Nationality: British
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Frank Hewetson
Nationality: British
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Anthony Perrett
Nationality: British
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Iain Rogers
Nationality: British
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Alexandre Paul
Nationality: Canadian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Paul D Ruzycki
Nationality: Canadian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Faiza Oulahsen
Nationality: Dutch
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Mannes Ubels
Nationality: Dutch
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Anne Mie Roer Jensen
Nationality: Danish
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Sini Saarela
Nationality: Finnish
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Francesco Pisanu
Nationality: French
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Cristian D'Alessandro
Nationality: Italian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Jonathan Beauchamp
Nationality: New Zealand
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew David John Haussmann
Nationality: New Zealand
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Tomasz Dziemianczuk
Nationality: Polish
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Roman Dolgov
Nationality: Russian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Freelance photographer Denis Sinyakov
Nationality: Russian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Andrey Allakhverdov
Nationality: Russian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew (Name withheld on request)
Nationality: Russian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Dima Litvinov
Nationality: Swedish / American (dual citizenship)
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Activist Marco Weber
Nationality: Swiss
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Gizem Akhan
Nationality: Turkish
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Crew Ruslan Yakushev
Nationality: Ukrainian
Status: Charged with piracy under Article 227 of the Russian Criminal Code

Per il loro rilascio si sono mobilitate diverse persone ed associazioni, fra cui il Premio Nobel per la Pace  Adolfo Pérez Esquivel, Amnesty International, Human Rights Watch e anche l'attore Ewan McGregor. Finora Greenpeace ha raccolto circa 640,000 firme in favore degli Artic 30.

Di qualcuna di queste persone so qualcosa perche' ne ho letto sulla stampa. Ad esempio, Dima Litvinov vive in California e tutta la sua famiglia, da tre generazioni, e' stata arrestata per proteste civili, in Russia prima e dopo la guerra. Suo padre e' stato in Siberia per avere protestato l'invasione russa della Cecoslovacchia. 

La storia di Christian, italiano, invece e' qui, da Repubblica.

Io non so cosa spinga queste persone a lasciare tutto e ad andare in Russia a protestare contro le trivelle della Gazprom. So solo che a loro va tutto il mio rispetto e la mia gratitudine, perche' ci vuole molto coraggio, perche' e' grazie a loro che adesso il tutto il mondo si parla delle trivelle in Artico, perche' e' bello che ci siano degli idealisti.

Se non loro, chi ci sarebbe andato a protestare in Artico?

Ovviamente la domanda e' sempre la stessa, dove sono le persone famore importanti d'Italia a chiedere il rilascio degli Artic 30?

Berlusconi - per dirne una a caso -  non era forse un grande amico di Putin?
Perche' non lo chiama?

E Jovanotti, per dirne un altro a caso, perche' non fa opera di pubblicita' a favore degli Artic 30, oppure e' troppo impegnato a contare i soldi dell'ENI?

Nonostante le sue manie di grandezza, dubito fortemente che Rocco Papaleo sia conosciuto in Russia, ma chissa' che non abbiano visto anche loro il Festival Di San Remo!!!

La mia domanda pero' e' sempre piu' grande del singolo episodio.

Dove sono tutti gli artisti d'Italia - a parte i casi eroici del Commissario Montalbano per esempio - a levare la propria voce contro gli scempi al territorio, che sia in Russia, che sia a Napoli, che siano trivelle, che siano veleni?


Dove sono i Paul Mc Cartney, i Robert Redford e le Darryl Hannah d'Italia?






Saturday, November 16, 2013

Sergio Morandi apre un ufficio ad Ortona


Nave FPSO proposta per Ortona, a pochi chilometri da riva.

Sergio Morandi, Medoilgas Italia



Non so esprimere il mio sdegno al modo sleale in cui questi signori delle trivelle pensano di poter venire nelle nostre citta' a fare il proprio comodo.  Pensano che siccome hanno i soldi, possono fare un po quel che gli pare!

L'ultima notizia e' che, probabilmente disperati, quelli della Medoilgas decidono di aprire la "sede regionale" della Medoilgas Italia Spa ad... Ortona!

Anzi, piu' precisamente si tratta di una sede "operativa" e info-point.

E cosa vogliono fare?

"L'ufficio fungerà da sede operativa locale e da info-point sul progetto, con l'obiettivo di creare un punto di comunicazione con il territorio sulle caratteristiche tecniche, economiche ed ambientali dell'intervento" 

Leggi:

PROPAGANDA!
 
Una ditta del petrolio che apre un info-point?

Ma dove si e' mai sentito. Sono ridicoli.

E che ti danno consigli su come trivellare meglio? O su cosa fare in caso di scoppio? In caso di aria puzzolente? In caso di petrolio nel miele?  O che ti fanno fare la raccolta punti e quando hai finito ti portano in viaggio sulla piattaforma "Ombrina Mare", nota localita' turistica della riviera ortonese?

Sono veramente ridicoli secondo me.

Non hanno ancora capito che tutto l'Abruzzo gli e' contro, e pensano che chissa', con un po di chiacchere e qualche oliatina al sistema, la gente cambia parere?

Ma questi non sanno niente dell'Abruzzo e della sua gente.

Caro Sergio Morandi, lei e' fuori tempo massimo.

Non si rende conto che lei qui e' persona non grata? Non si rende conto che l'Abruzzo non ne vuole sentire di petrolio, piattaforme, prepotenza e puzze?  Non le sono bastate 40,000 persone in piazza lo scorso Aprile?

Come dobbiamo dirglielo che noi qui non ce la vogliamo Ombrina Mare?

Perche' lei vuole insistere a fare qualcosa che i residenti non vogliono?

Perche' questa presunzione?  Perche'? Chi le da questo diritto?

Il lavoro informativo e' stato fatto sa? E' stato fatto molto molto tempo fa e la gente non caschera' mai alle trappole delle balle di voi petrolieri. Nessuno credera' mai ad un trivellante venuto da chissa' dove, info point o non info point.

Quale persona di buon senso potra' infatti mai accettare una piattaforma con annessa nave FPSO, e con uso di acidi e fratturazione idraulica - leggi fracking! - nel proprio mare, a cinque chilometri da riva, dalla riva dove va al mare tutta l'estate? 

Solo gli stolti potranno accettare una cosa simile.

Perseverare e' diabolico.