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Non riesco a lavorare. Di solito sono abbastanza brava ad isolarmi un po dal mondo e fare i miei calcoletti. Oggi no, e sono incredula, arrabbiata, schifata di questa classe dirigente. Mentre scrivo il consiglio comunale di Ortona, la citta' di mia madre, la citta' dove per tanti anni sono andata al mare, la citta' che cerco di promuovere qui in America regalando vini Farnese a tutti, si sta riunendo per decidere come prendere provvedimenti legali contro di me ed altri cittadini che continuano a lottare contro il centro petroli. So bene che non potranno farmi un baffo: non c'e' bisogno di scomodare legali e scartoffie varie. Sia in Italia che negli Stati Uniti, dove questo blog viene aggiornato, esistono leggi che proteggono il mio diritto a dire cio' che voglio.
Quello che mi urta e' che invece di stare CON NOI, a proteggere i nostri e i loro figli, ci vogliono consegnare all'ENI, alle loro bugie, alle malattie, all'inquinamento e al regresso. Il tutto in nome del dio denaro. Lo sanno tutti che Fratino.com gestisce le agenzie che controllano il traffico portuale, e Marrollo quelle che costruiranno la raffineria.
Intanto, il consiglio comunale e' pieno di gente, i nostri Don Rodrighi hanno cosi paura a tirare fuori l'argomento che aspettano le ore piccole per parlarne. Alle 9:00 di sera (da un consiglio che era iniziato alle 6 pomeridiane) del centro oli neppure una parola, e quando un cittadino ha chiesto a che ora, piu' o meno, se ne sarebbe parlato, e' stato preso a male parole. Signori miei: il consiglio comunale e' della gente. Voi state li con i NOSTRI soldi. State tranquilli: la gente non se ne andra' e restera' li fino alla fine finche' potranno sentire con le proprie orecchie che piani avete.
Mentre in altre parte del mondo, e anche della nostra Italia, il mondo va avanti
(leggete il blog di Mauro sulla Toscana e l'idrogeno nelle case o di Danilo sul Massachussetts e il vento nel mare), noi stiamo ancora qui a decidere che morte dare alla nostra gente e alla nostra terra. Non occorre andare lontano ne nel tempo, ne nello spazio.
Falconara, 2004 Esplosione di raffineria di petrolio: un morto, 200 tonnellate di SO2 emesso nell'aria, fumo e veleni in giro per la citta' per svariati giorni, ferrovia e autostrada chiusa. Le famose sirene installate per proteggere il popolo non sono neppure suonate! La mia solidarieta' a Falconara.
Ecco cosa dicono i cittadini di Falconara:
"Dei tanto sbandierati controlli, tesi forte su cui poggiava l’iter del rinnovo, è emersa una logica verità. Erano falsi, incompleti come impone la propaganda dell’azienda, sempre abile con le sue ottime entrature politiche a dissimulare incidenti, fuoriuscite di sostanze e documentazioni scomode. L’indagine epidemiologica, infatti, è rimasta nascosta per anni. Ora quella raffineria deve sparire per sempre, perchè un petrolchimico non può stare nel mezzo di un quartiere, non può essere attraversato dalla ferrovia adriatica, non può stare a qualche centinaio di metri dalla pista di un aeroporto e soprattutto non può cadenzare la vita di un’ intera comunità al tragico ritmo di incidenti, esplosioni, morti, fiamme; con un pezzo di costa sequestrato da uno spaventoso inquinamento di cielo e mare."
Capite? L'API gli ha raccontato un sacco di balle! Non permettiamo che questo succeda anche da noi! Il PETROLIO SI ESTRAE NEI DESERTI E NON NELLE NOSTRE CITTA'
.
L'ho gia' detto, e torno a riperlo: chi appoggia il centro petroli non puo' che essere ignorante o in malafede. Non possono esistere alternative.
Fonti: Indymedia, Global Project Marche