Per chi volesse mandare testi propri, l'indirizzo e'
Dipartimento delle Miniere del Ministero dell'Economia,
Vukovar Via 78,
Zagabria, Croazia
rudarstvo@mingo.hr
Ecco cosa dicono dell'Italia nel loro documento di valutazione ambientale:
8.3.2.12.2 Repubblica d'Italia
"Il bordo esterno dei campi di ricerca numero 1, 2, 3, 5, 7, 9, 12, 15, 18, 24, 25, 26 i 29 si trova al confine con la zona epicontinentale dell'Italia (immagini 8.9. e 8.10). Ai limiti della parte nord del campo di ricerca no 1 si trova la zona Natura 2000 IT 330009 Trezze San Pietro Bordelli (SCI), dove non si puo' escludere l'impatto transfrontaliero se le attivita' si svolgeranno nel campo 1. Di seguito, prima di iniziare le attivita' di ricerca e produzione idrocarburi nel campo 1 bisogna provvedere alle consulatazioni con la Repubblica d'Italia. Come alternativa si propone la riduzione dell'area del campo di ricerca no 1 nella sua parte settentrionale. I bordi esterni dei campi di ricerca no 18 i 24 sono distanti circa 22 km dall'area Natura 2000 IT 911001 Isole Tremiti (SCI) e IT 9110040 Isole Tremiti (SPA) – immagine 8.10. Data la distanza dai campi di ricerca non si prevedono impatti transfrontalieri per quanto riguarda le aree Natura 2000 in Italia, escluso in caso di incidenti.
Le aree protette marine in Italia si trovano a distanza di 20 km dai campi di ricerca (immagine 8.11) e non si prevedono impatti su di loro"
Debora Serracchiani, Fruili Venezia Giulia
Luca Zaia, Veneto
Luciano D'Alfonso, Abruzzo
Gian Maria Spacca, Marche
Nichi Vendola, Puglia
ecco la vostra occasione d'oro per far qualcosa di buono
Chiedete alla Croazia una valutazione di impatto ambientale che includa
anche l'Italia.
Il petrolio e' di chi se lo piglia, ma l'inquinamento e' di tutti.
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La situazione croata non e' commentabile : la foto sopra parla da se. Alcune cose fanno sorridere, perche' veramente alcuni politici di Croazia pensano che le trivelle porteranno loro soldi e fortuna e benessere e che tutto potra' coesistere con mare ed aria pulita.
Ad esempio, Barbara Doric della "Croatian Hydrocarbon Agency" dice che la nazione ha “tecnologie avanzate per mantenere i piu' alti standard ecologici". Ah si, e quali sarebbero? E come mai non ce li ha nessun altro al mondo, visto che perdite e scoppi e incidenti sono all'ordine del giorno?
Un altra chicca e' che durante lo spettacolo ‘Otvoreno’ il Prof. Igor Dekanic quando gli veniva chiesto come avrebbero fatto a mantenere questi "piu elevati standard ecologici" ha risposto che non lo sapeva ma che "Abbiamo cinque anni per pensarci".
Cioe' anche loro vanno a casaccio!
Un po e' colpa nostra, nel senso che avrebbe dovuto essere l'Italia la porta bandiera della difesa del mare Adriatico, perche' siamo -- in teoria -- piu' avanzati della Croazia, facciamo turismo da piu' tempo di loro, perche' abbiamo piu' estensione costiera di loro e perche' i problemi trivelle--inquinamento--erosione--subsidenza li abbiamo gia' sperimentati a Ravenna, a Venezia, nel delta del Po.
Un sacco di gente pensa cose stupide come "ecco, trivellano loro, se non ci sbrighiamo a trivellare pure noi, si acapparreranno tutto il petrolio italiano". Questo e' folle, intanto perche' la trivellazione in orizzontale non concede certo di svuotare i giacimenti a decine e decine di chilometri di distanza, ma sopratutto perche' siamo stati noi italiani a trivellare per primi - in Veneto per esempio. La Croazia ha semplicemente fatto quello che abbiamo fatto noi negli anni '60, lottizzato il mare. E comunque non e' che uno si lancia dal balcone e noi dobbiamo per forza seguirli.
Ripeto, avremmo dovuto essere noi a tendere loro la mano e a dire loro "non trivelliamo nessuno dei due". Ma cosi' non e' stato, e adesso siamo qui a discutere sul se e come trivellare la nostra pozzangheretta.
Mi auguro che tutti possano partecipare e che soprattutto si facciano vivi amministratori di Puglia, Abruzzo e Veneto.
Il petrolio e' di chi se lo piglia, ma il mare inquinato e' di tutti.
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Qui il testo tradotto in Italiano.
Gentili membri del governo Croato,
L'intero processo di estrazione del petrolio a mare crea inquinamento dannoso agli umani ed alla vita marina per tutto l'arco della durata del progetto. Le piattaforme a mare rilasciano fluidi di perforazione e scarti metallici, che includono sostanze tossiche, fra cui cromo, mercurio e benzene, direttamente a mare.
Una piattaforma rilascia circa 90,000 tonnellate di materiale di scaro durante l'arco della sua vita temporale, danneggiando la vita marina e la qualita' dell'aria. Oltre alle piattaforme, le petroliere potrebbero causare ulteriore inquinamento, visto che ogni anno circa 635,000 tonnellate di greggio sono rilasciate dalle navi nel Mediterraneo.
Tutto questo nel giro di pochi chilometri di distanza da aree marine e un migliaio di isole ed isolotti croati. Il piu grande tesoro nazionale, l'Adriatico, deve essere protetto. E' del tutto chiaro che questo progetto e' incompatibile con la protezione del mare Adriatico di Croazia e che deve essere fermato.
Grazie.