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Sono contenta che il programma della Gabanelli si sia occupato della questione petrolio in Italia. Oggi Repubblica racconta anche la storia della petroliera Haven, che incagliata nei mari antistanti Genova nel 1991 dopo essersi incendiata, continua ancora adesso a tirare fuori veleni
e a inquinare pesci, mari e gente.
Era gia' tutto scritto - ricercatori sia francesi che italiani ne avevano gia' parlato tante volte, e io stessa lo sapevo. Qualche volta ne ho parlato in giro per l'Abruzzo dagli articoli di scienza che pure sono stati pubblicati, ma ci e' voluta la televisione e poi le telecamere per dare ampio risalto a questa faccenda.
Chissa' dove erano nel frattempo gli accademici genovesi e liguri? Chissa' perche' non hanno dato l'allarme, non hanno sensibilizzato la cittadinanza. Una persona di scienza, a mio avviso, ha una certa responsabilita' verso la societa' , come ce l'hanno i medici e gli insegnanti, di fare il megli che possono per il bene comune, nell'informarla, nel curarla, nel educarla al senso del dovere.
Ma la storia di Arenzano e' la stessa di Terzigno, e' la stessa di Pieve Vergonte, e' la stessa di Manfredonia, e' la stessa di Taranto, e delle navi radioattive in Calabria.
E' la storia del paese occidentale piu' corrotto del mondo - l'Italia - dove l'ambiente che non si vede, non si sente, non vota e non paga mazzette, e' sempre trascurato e bistrattato, e dove chi governa e' piu' interessato al bunga bunga, alle ville in giro per il mondo, alle leggi ad personam, agli affari per i suoi amici.
E non e' solo Berlusconi, e' tutta la classe politica, ignorante, inutile e impreparata.
Ma prima o poi la natura presenta il conto. Sono le leggi semplici e lineari della fisica e della causa e dell'effetto - veleni mi dai, veleni ti riprendi.
Non sono solo i pesci ad ammalarsi di cancro, sei tu che ti ammali perche' in mezzo a quei veleni ci vivi e non fai niente.
Il disastro della Haven e' accaduto 19 anni fa. Si e' succeduta una serie di politici, di amministratori, di commissioni, possibile che nessuno prima della Gabanelli abbia mai potuto indagare, porsi domande, studiare, denunciare?
Alla fine e' la storia degli italiani, un popolo cosi eccellente nei suoi individui talora, ma allo stesso tempo cosi poco curante del bene comune, delle generazioni future, del darsi da fare disinterssato, del prossimo, della giustizia vera.
Da la Repubblica:
Dimenticate da chi avrebbe dovuto bonificare la zona, inquinano l'acqua, intossicano e ricoprono di una melma grigiastra i pesci che si ammalano di cancro. Solidificato dal tempo fino ad apparire come massi lunari, il petrolio affolla le reti dei pescatori liguri nonostante vadano a gettarle lontano dalla zona off limits.
Il petrolio sul fondo del mare sembra non interessare, dalla riva non si vede, sulla superficie dell'acqua neanche. Tanto che i 60 miliardi che vanno a risarcire i Comuni vengono impiegati per rifare la passeggiata a mare di Arenzano, mettere a posto le fogne o la zona dell'ex ferrovia.
Nel 1995, a quattro anni dal disastro della Haven, ad esempio, i ricercatori dell'Istituto per la ricerca applicata al mare, incaricati dal ministero dell'Ambiente di preparare un piano per la bonifica, si calano con un batiscafo fino a 700 metri. E vedono distese interminabili di catrame, pesci negli anfratti di bitume.
Il problema è che i residui degli idrocarburi sono capaci di indurre cancro. Abbiamo trovato pesci che vivono a stretto contatto col fondo e notato come una specie in particolare, mostrasse sintomi, segni di tumore al fegato.
Reazioni? "Si è deciso di fare finta di nulla, come se il problema non esistesse" racconta Ezio Amato, allora responsabile scientifico del governo per la bonifica Haven.
Noi in Abruzzo di questo abbiamo prova diretta - volevano trivellare Ombrina Mare a ridosso di una riserva di pesca, senza saperlo. E quando la Confindustria dice che occorre incentivare il traffico petrolifero per Ortona, occorre ricordarsi di Arenzano e dei 20 anni di veleni.
Il parco della costa teatina serve anche per questo.