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Sunday, November 30, 2008

Il Ministro Prestigiacomo



Ho cercato di indagare meglio il curriculum del nostro ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo per capire quali possano essere le sue credenziali per svolgere il ruolo che ricopre. Ahime', di credenziali ne ha, ma che dovrebbero motivare la sua piu' totale estranieta' al ruolo di difenditrice dell'ambiente e della salute della gente.

Dato il suo passato non e' difficile pensare che lei non intercedera' per noi abruzzesi o che le importi molto della gente. La Prestigiacomo infatti, insieme con il resto della sua famiglia, e' titolare di una ditta di Priolo chiamata VED, Vetroresina Engineering Development, che produce vetroresina.

Nel corso degli anni, i lavoratori della VED e i loro figli hanno iniziato, guarda caso, ad avvertire l'incidenza di strane malattie, fra cui patologie respiratorie, accumulo di polveri nei polmoni anche da parte di non fumatori, figli nati deformi, e alveloite, una malattia di irritazione dei polmoni nota anche come fibrosi polmonare. Finalmente nel 2002, gli enti medici di Siracusa accertarono che le condizioni lavorative della VED erano da considerarsi causa di queste malattie.

Nella fabbrica infatti quotidianamente i lavoratori venivano esposti a polveri, vapori, fumi pericolosi e tossici, sprigionati nell’aria nella fase di miscelazione dei materiali utilizzati per la produzione della vetroresina.

Questo i lavoratori gia' lo sospettavano da molto tempo, pero' tutte le loro richieste di migliori controlli ed impianti di mitigazione delle polveri tossiche nell'aria non furono ascoltate. Primo fra tutti il rappresentante della sicurezza Sebastiano Guzzardi che venne totalmente ignorato. Lui era anche il cugino della Prestigiacomo.

Questa storia fini' sull'Espresso in un articolo che si chiama "La fabbrica delle malattie." Lo riporto pari pari alla fine di questo post. Alla fine, la nostra ministra disse che non era responsabilita' sua. Come al solito non e' mai responsabilita' di nessuno. Come al solito continuo a pensare che non si tratta necessariamente di responsabilita' scritte o legali, quanto morali, l'ingrediente magico che troppo spesso manca dalle nostre vite.

Cosa possiamo fare allora per fermare il governo centrale con la proposta 1441 e i suoi intenti criminali? Un po' di tempo fa scrissi alla comunita' europea perche' secondo me queste proposte di scavalcare la volonta' popolare e' contro le leggi internazionali, in particolare il trattato di Aarhus che dice non solo che la gente e' autorizzata ad esprimere il suo parere riguardo temi di gestione del territorio ma che le nostre decisoni sono vincolanti.

Un rappresentante dell'unione europea mi rispose mandandomi, via web, una serie di moduli da riempire. Io non sono un avvocato, e, tempo permettendo cerchero' di indagare meglio come si puo' fare. Pero' se qualcuno di voi se ne intende meglio di me, gli mando cio' che mi e' arrivato e magari lo possiamo compilare assieme.

Altre idee?



Intanto ecco qui il pedigree della Prestigiacomo come riporta l'Espresso, sotto la firma di Marco Lillo, 25 ottobre 2001:

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Il gruppo chimico che il ministro possiede con la famiglia è sotto inchiesta. Dopo la bancarotta fraudolenta, spuntano strani disturbi.

"Combatterò le ineguaglianze sociali, i problemi dei più deboli, degli invalidi.... "
Il ministro delle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, ha le idee molto chiare. Per realizzarle non deve andare lontano. Sarebbe sufficiente che poggiasse lo sguardo sui casi umani della sua azienda, la Ved di Siracusa.

Per esempio su tre operai che hanno avuto figli con malformazioni congenite.

O su quelli che non hanno mai fumato una sigaretta e che dopo dieci anni di stabilimento si ritrovano la polvere nei polmoni.

Coincidenze.

E' la risposta degli operai che si sono sentiti opporre dal padre del ministro, Giuseppe Prestigiacomo, fondatore ed amministratore dell'impero della vetroresina. Ma a volte le coincidenze sono sospette.

Nella fabbrica della famiglia Prestigiacomo si lavora in condizioni di sicurezza che sono oggetto di una inchiesta della Procura di Siracusa. Il sostituto Maurizio Musco procede per lesioni contro papà Prestigiacomo e altri dirigenti. Due dipendenti hanno denunciato la società dopo aver fatto delle analisi ai polmoni. Tre mesi fa la Polizia è entrata in ditta riscontrando una seri di violazioni.

Gli operai si feriscono gravemente e muoiono con frequenza inquietante. La settimana scorsa è morto un dipendente di una delle aziende del gruppo cadendo da un traliccio mentre lavorava. Pochi mesi prima un altro era rimasto gravemente ferito alla Ved. Ma la vicenda più inquietante, finora passata sotto silenzio, è quella delle malformazioni congenite dei bambini.

Tutto comincia nel 1993, qunado Sebastiano Guzzardi, un operaio di 36 anni, scopre che suo figlio ha una malformazione congenita dell'uretere che fa tornare i veleni del suo corpo al rene, danneggiandolo. Dopo due operazioni è tornato alla normalità.
Ora ha sette anni e conduce una vita serena, anche se il rene è danneggiato e deve essere sogggetto a controlli frequenti. Il suo caso non è isolato.

Tre anni dopo, un collega di Guzzardi, si ritrova nella medesima situazione: suo figlio nasce con una malformazione all'uretere. anche lui ha la febbre e il reflusso urinario. Anche lui è operato a Vicenza. Il tarlo che ronza nella testa dei due papà diviene un rombo un anno dopo. nello stesso reparto della fabbrica, un caposquadra li chiama in disparte e confida: "Mio figlio ha il reflesso dell'uretere". Un incubo. Non passa un anno e un altro operaio ha una bambina che gli nasce con la febbre e i problemi alle vie urinarie.

A questo punto, Sebastiano Guzzardi pensa che la misura sia colma.

Cerca una risposta ai suoi dubbi dal padrone, Giuseppe Prestigaicomo, e dalla Asl, ma niente. Solo la Cgil lo aiuta e lo fa eleggere rappresentante sindacale in azienda. Sempre la Cgil avvia una campagna per migliorare le condizioni di lavoro in fabbrica, ma la famiglia Prestigiacomo non apprezza. Il 14 maggio la Ved spedisce a Sebastiano una lettera minacciosa: "Poichè ravvisamo in tali gratuite e infondate osservazioni del signor Guzzardi un chiaro proposito diffamatorio, stiamo valutando l'ipotesi di una denunzia penale a suo carico".

Eppure la richiesta di comprare gli aspiratori per tutelare i polmoni dei dipendenti non era campata in aria. Dopo le indagini della procura, pochi giorni fa, gli aspiratori sono stati installati. Eppure le sostanze usate per produrre la vetroresina potrebbero avere un legame con le malattie.

Alcuni operai ricordano ad esempio che in fabbrica in passato si usva una sostanza chimica denominata dimetil anilina. La faccenda è delicata, e per capirlo basta sentire una delle massime esperte del settore, la dottoressa Fiorella Belpoggi, ricercatrice della Fondazione Ramazzini di Bologna: "Questo tipo di sostanze pùò causare tumori alle vie urinarie. Quanto alle malformazioni della prole, la scienza non ha ancora detto una parola definitiva. Sono in corso gli studi sugli animali, tuttavia di fronte a una serie di casi così ravvicinati, non mi sento di escludere una correlazione. Ci vorrrebbe uno studio approfondito". Uno studio che la famiglia Prestigiacomo ha evitato di fare. Sembra che si voglia rimuovere il problema.

L'azienda è arrivata a negare una settimana di ferie, trasformata in cassa integrazione, a un lavoratore che chiedeva di stare vicino al figlio durante l'intervento. Un altro operaio ha avuto due figli nati con alcune dita delle mani attaccate. L'operaio chiese un prestito da trattenere in busta paga per la seconda
operazione, ma gli fu opposto un rifiuto. solo grazie a una colletta dei colleghi il bambino è stato operato.

E Stefania Prestigiacomo? Sebastiano Guzzardi, oltre a essere un suo dipendente, è anche cugino di secondo grado. Ma appena la mise a parte del suo dubbio, l'attuale ministro cambiò tono: "Non pensarle nemmeno certe cose. Sai quanti miliardi spendiamo noi per la sicurezza? Il lavoro non c'entra nulla". Nessuno ha certezze in questo campo. Ma proprio per questo le istituzioni sanitarie dovrebbero verificare. Eppure nessuno si muove.

I Prestigiacomo a Siracusa sono abituati a non rendere conto. Gli stabilimenti incriminati in precedenza erano in dotazione alla Sarplast, l'azienda di famiglia fallita nel 1997 perchè oltre a non pagare i creditori non seguiva gli ordini del giudice. Al cerac è seguita una indagine per bancarotta fraudolenta. Secondo i giudici "la società ha compiuto atti diretti a frodare le ragioni dei creditori ed ha occultato l'attivo". Il procuratore capo di Siracusa ha scoperto decine di miliardi finiti alle controllate estere o usati per pagamenti preferenziali alle banche amiche, e ha iscritto nel registro degli indagati una ventina di amministratori. Eppure i Prestigiacomo continuano a lavorare negli stessi locali, con gli stessi macchinari e gli stessi operai, avendo cambiato solo la struttura societaria.

E Stefania? (Più precisamente "E Olivia Stefania?", aggiungiamo noi)

Quali responsabilità ha? In qualità di socio di maggioranza relativa alla holding di famiglia (21,5%) è il principale beneficiario della bancarotta ipotizzata dai magistrati, ma non è perseguibile perchè non ha incarichi esecutivi.

Quanto alle condizioni sanitarie, anche qui non esiste una sua responsabilità diretta. Prima di lasciare l'azienda era un dirigente senza rappresentanza: "Mi occupavo delle forniture, dalla carta igienica alle gru" ha raccontato al "Sole 24 Ore".




Fonti: Isola dei cani, La fabbrica delle malattie - L'Espresso

Saturday, November 29, 2008

La fine della democrazia?


Sono scandalizzata stamattina ed arrabbiata. Il governo centrale decide che in materia di trivelle possono decidere tutto loro, senza interpellare nessuno. Questo e' da dittatura sudamericana!

Le decisioni del governo centrale sono IMMORALI. Qui in California una legge del genere che SCAVALCA LA VOLONTA' POPOLARE porterebbe alla rivoluzione immediata. Non si puo' fare questo.

Ma chi siamo noi, i sudditi dell'ENI?

E' uno scandalo, e io sono arrabbiata perche' queste cose, pare che siano state decise e discusse il 4 Novembre 2008. DOV'E' LA STAMPA NAZIONALE? DOVE ERANO I POLITICI ABRUZZESI? PERCHE' NESSUNO CI HA DETTO NIENTE? A COSA SERVONO TUTTE LE BALLE DI COSTANTINI E CHIODI?

Abbiamo dovuto fare una fatica immane a convincere il popolo della gravita' della faccenda, noi volontari. La politica si e' solo accodata. Ora dicono no pure loro.
Ma come ho gia detto, il no di un politico, seppure della ultima ora e macchiato
di gravissime inadempienze del passato, DEVE essere acompagnato da fatti concreti.

Sta cavolo di legge ventennale ci vogliamo impegnare a farla o no? Non importa cosa decide il governo centrale, noi facciamola lo stesso e non molliamo e reagiamo alla prepotenza non con la rassegnazione ma con ancora piu caparbia!

In Italia questo non ve lo dirano mai, ma la California e' in causa con il governo centrale americano . Perche'? Perche' qui vogliamo delle leggi piu' stringenti contro il riscaldamento globale e le emissioni di CO2. Fra le altre cose si vuol imporre ai costruttori di automobili di produrne di piu' efficienti dal punto di vista del consumo energetico.

Bush dice che queste leggi non vanno bene per il resto del paese e che e' meglio avere degli standard unici. Fra le righe: e' troppo amico dei petrolieri per volere automobili ed SUV che consumano meno benzina. La California non ci sta, ed ora c'e' questa causa a Washington, guidata da Arnold Schwarzenegger per difendere i nostri diritti.

Bush ed Schwarzenegger sono dello stesso partito, i repubblicani, e Arnold ha pure aiutato Bush in campagna elettorale nel 2004. Questa, secondo me, e' una democrazia un po piu' funzionante ed e' un esempio di cosa dovrebbe fare un governatore serio.

In Abruzzo, secondo me nessuno dei politici ha davvero capito la gravita' della faccenda. Forse sono io che la vedo troppo pessimisticamente, e veramente il petrolio ci fara' bene. Poi guardo Viggiano e la Basilicata e mi rendo conto che no, non sono io esaltata, sono loro gli sciacalli. Poi vedo l'Alberta e penso al bitume di LettoManoppello e mi si accaponisce la pelle. Poi vedo il mare inquinato della Louisiana, trivellato a piu' non posso, e penso alla costa dei trabocchi. NON E' GIUSTO!

Perche' pare che l'urgenza la senta solo il popolo normale? Ma questi politici italiani leggono? Questo tema del petrolio e' diventato cosi' importante che e' criminale governare e non avere letto dei libri sul tema. E come ho gia detto, una qualsiasi persona di medio quoziente intellettivo, dopo che sa non puo' che decidere di passare all'azione concreta per fermare il mostro pertrolchimico.

Io mi vergogno di venire da un paese antidemocratico. C'e' un limite a tutto. Berlusconi, Veltroni, l'ENI e la loro cricca NON POSSONO ARROGARSI IL DIRITTO DI DECIDERE PER NOI.

E' arrivato il tempo di arrabbiarci di piu', di diventare uomini e donne e non passivi spettatori della distruzione della nostra terra.

Friday, November 28, 2008

Altre risposte


Ecco cosa altro mi giunge in questi giorni. A voi i commenti. Anche se questo blog nasce e resta centrato al tema petrolifero, la mia umile idea e' che prima di bruciare qualsiasi tipo di rifiuto, sarebbe meglio pensare a come fare per reciclarlo o usarne di meno. Il vuoto a rendere, bannare le buste di plastica sono esempi facili. Da noi queste cose sono legge. A San Francisco gia' le buste di plastica sono illegali, e si usano solo quelle, riusabili, di stoffa. Con il vuoto a rendere si recicla l'80% delle bottiglie di plastica, vetro e lattine. Ogni casa ha la raccolta porta a porta dell'umido e degli scarti di giardino.

Ma basta anche solo andare a Pineto e copiare il loro eccellente lavoro, che li ha portati a reciclare oltre l'80% della loro immondizia e ad essere premiati come "comune reciclone." Bravi!

Sul tema delle risorse sostenibili si apre proprio oggi a Lanciano la Fiera internazionale delle fonti energetiche rinnovabili. Spero che ci siano molti visitatori e che ci si renda conto che un altro tipo di sviluppo e' possibile.

Intanto, Fratino si e' convertito sulla via di Damasco pure lui ed e' "pronto a convocare" un consiglio straordinario contro un mega deposito di Amianto ad Ortona. L'amianto e' un cancerogeno, non c'e' bisogno che ve lo dico io, spesso e' noto anche come Eternit. Spero che gli Ortonesi vogliano indagare di piu' su questo tema, e mettere pressioni a chi di dovere. Spero anche che questa non sia una operazione pubblicitaria del sindaco di Ortona, e che mostri ora un po piu di amore per la sua citta' di quanto non abbia fatto in passato.


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Buongiorno dall'Italia.

Non sono un tecnico, ne un professionista, solo un imprenditore che vive di turismo da 31 anni.

So cosa significa l'immagine di una terra, la salute dei suoi figli, il bisogno di risorse (anche energetiche) per mandare avanti il "mondo".

Le mie brevi risposte scaturiscono dalla "combine" della mia formazione culturale con il lavoro che faccio e con otto anni di amministrazione comunale e provinciale della cosa pubblica.

Alla prima domanda rispondo

"SI, PURCHE' INSERITA IN UNA LEGGE CHE APPROVI IN MAX 1 ANNO UN "PIANO ENERGETICO REGIONALE" CHE RICONOSCA AL MIX DI RISORSE ENERGETICHE PARI DIGNITA', MI RIFERISCO AL FOTOVOLTAICO, ALL'EOLICO, ALLA VALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI, ALLE CENTRALI A BIOMASSA".

Alla seconda domanda rispondo

"SI".


Cordiali saluti.

Antonio Tavani

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Quello che bisogna fare è far ritirare l'idea di un Abruzzo regione mineraria a questo Governo e per fare ciò bisogna spostare l'attenzione, a quella locale a quella nazionale. Io ci sto provando, come ti ho detto, con i massimi vertici del nostro partito, logicamente penso che tutto il centro sinistra sia con noi, spero che anche alcune persone del centro destra possano fare altrettanto, ma di questo ne dubito, visto quello che hanno fatto fin ora. Come ad esempio i 168 milioni di euro che il Governo Prodi aveva stanziato per la ferrovia Pescara-Roma e che al ritiro da parte del Governo Berlusconi (per poter risanare l'ICI che hanno tolta) i nostri parlamantari non hanno aperto bocca.
Se riusciamo a far ripensare questo governo non ci sarà bisogno di moratorie, il petrolio non si estrarrà più. L'idea di Caramanico era quella di far superare il progeto del Centro Olii con il progetto del Parco Marino di Ortona, una volta instaurato il parco nessuno poteva fare più niente, se poi ci aggiungi che è stato approvato il Piano dell'Aria, dove si dice che non si possono superare certi limiti,
vedrai che il lavoro fatto non è stato del tutto deludente. Comunque importante è che ci diamo da fare, tutti insieme e non mollare mai l'attenzione.

Ciao Enzo

(Vincenzo Pisegna)

Wednesday, November 26, 2008

Email di risposta



Ecco qui un po di scambi di email di questi scorsi due giorni. A tutti quelli che mi hanno scritto, grazie della risposta e di avere messo su un recapito di posta elettronica. Come dico sempre, la questione non e' piu' solo raffineria di Ortona, ma tutto l'Abruzzo. E' importante avere uno STRUMENTO LEGISLATIVO concreto per coprire tutto il territorio. In Basilicata vogliono costruire un nuovo "centro oli" a 20km da quello di Viggiano. Se andranno a scavare il petrolio a Teramo, e' evidente che vorranno costruirla anche li una raffineria. La mia idea era di prendere la moratoria attuale ed estenderla invece che fino al 2010, al 2030. Forse ci sono strumenti migliori della mia proposta, spero pero' che se ne voglia parlare in modo concreto, perche' finora non ho davvero sentito molto di PRATICO.

Io penso che Caramanico sia stato un cattivo amministratore perche' ha messo lui, liberamente, le firme su molte parti dei progetti della raffineria di Ortona, senza informare gli Ortonesi e senza battere ciglio. Mi sono anche chiesta che titoli avesse Caramanico per ricoprire un ruolo cosi importante e quali fossero le sue competenze ambientali per poter essere l'autorita' maggiore d'Abruzzo per l'ambiente.

Da ultimo: sono ben conscia di tutti i problemi Abruzzesi, ma, da volontaria, non posso fare piu di quanto io gia faccia.

Comunque ecco le risposte:

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Gentile prof. D'Orsogna,

il mio no al centro oli di Ortona è fermo e convinto e non è dettato da intuibili motivazioni elettorali come purtroppo stanno strumentalmente fioccando in queste settimane. Ho fatto per dieci anni il Sindaco in Atessa, una cittadina la cui popolazione circa trenta anni fa si è ribellata, insieme ad altre nel Sangro, all'ubicazione nella vallata di industrie come la Sangro Chimica e la Rhom and Haas. Io allora ero un ragazzo ma la mia formazione politica affonda le radici in quelle battaglie. Da quella lotta, per fortuna vinta, ho tratto l'insegnamento che le
rivendicazioni della gente, quando sono giuste, vanno non solo condivise ma una forza politica che si rispetti deve guidarle e farle proprie.
Un cordiale saluto.

Giuseppe Cellucci

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Ciao Maria Rita,

debbo dire la verità ho iniziato a scrivere sul tuo blog ancor prima di aver letto tutto quello che avevi scritto. Ti dico che in prima persona sono impegnato non a fare una moratoria per vent'anni, ma per non far estrarre nulla in Abruzzo di questo petrolio che non vale nulla e che serve solo alle società petrolifere di impiantare un raffineria nella nostra regione. Fabrizio Vigni, Presidente Nazionale degli Ecologisti Democratici e Ermete Realacci, Ministro dell'ambiente del Governo "Ombra", si sono impegnati con me affinchè il nostro partito, Partito Democratico, si dichiari contrario a questi insediamenti e alla declassificazione della nostra regione a
"regione mineraria".

Ho letto nel tuo blog che Caramanico è stato un cattivo assessore, solo perchè lui è un ingegnere elettronico? Ma dai.........allora cosa ne dici di Desiati?
Ho letto che hai scritto una lettera a Chiodi, dove gli chiedi alcune cose, ma penso che hai sbagliato l'indirizzo della persona, perchè lui ti ha risposto e la lettera è sul suo sito, dove non ti ha smentito quando hai detto che il Governo Berlusconi, attraverso il Ministro Scaiola, ha decretato che la nostra regione deve essere declassificata e che da regione verde d'Europa, Regione dei Parchi, diventi una regione mineraria. Lui questo non lo ha fatto e se leggi il suo sito potrai renderti conto che non potrà mai fare quello che tu gli chiedi. Nel suo programma dei primi
100 giorni ha messo in conto "modificare il piano rifiuti per eliminare la soglia di raccolta differenziata, in modo da progettare e realizzare immediatamente un piano di termovalorizzazione con uno o più impianti sul territorio regionale. Tale percorso sarà necessario per raggiungere gli standards di altre regioni più evolute nella gestione di questo problema, con indubbi vantaggi non solo economici ma anche ambientali; perchè a Sulmona è in progettazione, da parte del Comune di Cdx di un
cementifici, un termovalorizzatore ed una cava di 400 ettari, esattamente così, 400 ettari. Però nel suo programma ci sono cose belle, come il NO al centro oli e SI al Parco Marino Teatino. Mi verrebbe da chiergli come mai quando erano al governo della Regione hanno affossato questo progetto, che poi è stato tirato di nuovo fuori
dai cassetti da Caramanico, ed invece hanno dato le autorizzazioni al centro Olii?
Vedi Maria Rita, sono molto preoccupato per quello che potrà accadere se vincesse questa parte politica, per questo ho scritto anche un documento, per i nostri amministratori appartenenti al Pd, ma anche a tutti quelli che vogliono dare un loro impegno affinchè quello che ho scritto possa realizzarsi. Non dico che quello che ho scritto è bibbia........
Resto in attesa.
Ciao Enzo

(Vincenzo Pisegna)


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Egr. Dr.ssa D'ORSOGNA

ho appena letto la sua e-mail, sono ben al corrente della "battaglia in corso" sul CENTRO OLI di Ortona e apprezzo e condivido in pieno le sue iniziative. Credo proprio che uno dei punti principali dell'impegno che i candidati debbono assumere sia quello di rispettare la naturale vocazione del nostro territorio. Purtroppo molti politici di professione preferiscono svicolare di fronte a certi problemi ma posso garantirLe che da parte mia vi e' la massima sensibilita' di fronte a queste problematiche e che il mio impegno sara' volto a scongiurare quello che oggi appare proprio come un pericolo: principalmente per la salute dei cittadini, che va tutelata ad ogni costo, ma anche per l'immagine di un territorio e dei sui prodotti che non possiamo legare ad iniziative di dubbia natura e di sicuro impatto negativo.

DOMENICO DI BATTISTA

Tuesday, November 25, 2008

Il bitume dei Canadesi



 :Prima

Dopo:

















Il maggior esportatore di petrolio negli USA, contrariamente a quanto si pensi, non e' l'Arabia Saudita. Da pochi anni questo "privilegio" va ai nostri vicini a nord, i Canadesi. Nello stato dell'Alberta infatti, vicino a Calgary, esiste una enorme riserva di bitume.

Si chiama Athabasca tar sands e la materia prima non sarebbe neppure da classificare come petrolio perche' si tratta di una mistura di argilla e sabbia impregnata di idrocarburi che formano una roccia piuttosto dura, il bitume. In generale con questo tipo di materiale ci si fa l'asfalto. Gli indiani d'America lo usavano per rivestirci le canoe e nulla piu'.

Di per se, il bitume non si presta ad essere lavorato o commercializzato. E' infatti troppo denso e non scorre nelle tubature. Occorre prima scavare il terreno, creando delle buche abbastanza grandi, e poi cercare di ridurre la viscosita' delle sabbie petrolizzate con apposite sostanze chimiche, vapori o mescolando il bitume a petrolio piu' liquido per favorirne la mobilita'. Occorrono ingenti dosi di acqua, piu' che per il petrolio normale, per trattare questo tipo di roccia, il cui petrolio e' chiamato "extra pesante" a causa delle molte impurita' presenti. La percentuale di zolfo nel bitume canadese e' attorno al 5%, una percentuale elevatissima.

Fino al 1996 questa "risorsa" non venne commercializzata perche' i costi furono calcolati essere proibitivi: per creare un barile di petrolio (circa 160 litri) occorre scavare due tonnellate e mezzo di terreno, occorre il triplo dell'energia per raffinarlo se confrontato con il petrolio piu' pulito, e circa 1000 litri d'acqua.

Circa dieci anni fa pero' lo stato dell'Alberta decise di aprire questi terreni allo sfruttamento pensando di poterne trarre dei benefici economici, offrendo ai petrolieri sconti sulle concessioni, tasse basse e soprattutto quello che il medio oriente non potra' mai garantire: un governo amico ed occidentale. Praticamente svendettero la terra ai petrolieri.

Le ditte petrolifere di mezzo mondo fioccarono in Alberta. Tutti a scavare, tutti a creare buche nel terreno che si possono vedere anche dallo spazio e riempite di acque tossiche di scarto. La crescita petrolifera e' stata inarrestabile: nel giro di dieci anni diventare i maggiori esportatori negli USA significa ritmi spaventosi. Oggi, pero' ci si accorge che ci si e' lasciati dietro disastri ambientale di ogni genere, un panorama sociale devastato e una nazione che non riuscira' a stare nei parametri di Kyoto.

Il governo dell'Alberta non ha mai detto di no a nessuna ditta petrolifera in questi dieci anni e ci sono progetti per continuamente aumentare le estrazioni. I risultati? Puzza permanente di idrogeno solforato e di idrocarburi nelle maggiori citta' della zona, specie Fort McMurray, la scomparsa della pesca e delle alci. Fiumi inquinati. Pesci deformi. Fuoriuscite di petrolio nei laghetti e nei fiumi un tempo prisitini. Morie di animali. Tumori e malattie rare. Concentrazioni di arsenico 500 volte maggiore che i limiti di legge. Tubature, pozzi di scarto sparsi ovunque. Enormi quantita' di terreno scavato con sostanze tossiche rilasciate in aria. Acqua scarseggiante mentre le acque di risulta sono pari a quanto tutta l'acqua utilizzata dall'Egitto in un anno. Il popolo indigeno, circa seimila indiani d'America dice i pesci hanno un sapore diverso. Intanto il cancro aumenta. Coincidenza?

We think the water is giving us cancer.

Fra il fegato e il piccolo intestino ci sono dei vasi sanguigni che ne facilitano il collegamento. Il tumore di questi vasi, detto cholangiocarcinoma e' molto raro. Si stima che l'incidenza sia di un caso su 100,000. In un paese dell'Alberta dove fino a dieci anni fa non si erano registrati casi di questa malattia, nel solo 2008 si sono avuti sei morti su 1,200 persone di questo tumore raro.
Invece che uno su 100,000 qui il rischio e' di uno su 200.

Alcune di queste sabbie bituminiche si trovano molto al di sotto della crosta terrestre ed e' motlo difficile estrarle. Occorre pompare forti dosi di acqua, secondo una tecnica che si chiama SAGD,
steam assisted gravity drainage. Questa operazione spesso provoca micro-scosse di terremoto e
spostamenti di terreno che possono anche essere di 20 centimetri. In alcuni casi la pressione dell'acqua puo' fratturare le roccie del sottosuolo causando perdite di acque di risulta nel sottosuolo.

La Shell e' diventata ricchissima, e non ha fatto nulla per ripulire il disastro che si e' lasciata dietro, ne per mitigare le emissioni di CO2. Tutti incravattati e sorridenti dicono che ci vuole tempo, e che non esiste la tecnologia giusta e che devono pensarci il governo centrale e reginonale dell'Alberta. Chissa' perche' la tecnologia per scavare la sabbia petrolizzata, che prima non esisteva, l' hanno trovata invece.

Perche' racconto tutto questo? Perche' una delle maggiori ditte che operano in Canada e' la Shell. Questa ditta ha anche di recente sponsorizzato lo studio di un altra zona dove sorge roccia al bitume, e che e' molto piu' vicina a noi dell'Alberta: Lettomanoppello. L'ENI ha acquistato i diritti per scavare le sabbie al petrolio in Congo e se vogliono farlo in Africa, stiamo tranquilli che almeno un pensierino per l'Abruzzo non se lo sono fatti scappare.

E si, anche noi americani siamo responsabili di questo schifo che hanno fatto in Canada. Il governo americano (Obama, non Bush) parla ora di bannare l'importo di questo tipo di petrolio, ma il danno e' fatto. Ecco perche' occorre liberarsi dalla dipendenza dal petrolio: ora che di petrolio e' rimasto solo lo scarto, e' una catastrofe ambientale ovunque. I canadesi stessi con cui ho parlato aggiungono: hanno potuto fare tutto questo perche' li non ci abita nessuno e nessuno ha protestato troppo. In Abruzzo invece ci abitiamo noi. Il bitume di Lettomanoppello DEVE restare sottoterra.

Un giornalista Canadese, Andrew Nikiforuk ne ha scritto un libro agghiacciante, da cui sono tratte la maggior parte di queste informazioni. Il libro si chiama "Tar sands: dirty oil and the future of a continent."

Fonti:Oils and truth 1, Oils and truth 2 , The Guardian, The Guardian 2, Amazon.com

Sunday, November 23, 2008

Lettera ai futuri consiglieri regionali



Oggi ho voluto essere propositiva ed ho iniziato a scrivere lettere a tutti i candidati consiglieri di cui ho potuto trovare l'email online. Vi allego qui la lettera. Non si puo' essere contro il centro oli a parole come molti vanno allegramente scrivendo sui loro siti. Che significa "no al centro oli" da un politico? Secondo me, deve significare non tanto un'opinione personale quanto un impegno vero.

Occorre dunque che i politici si impegnino per delle leggi concrete contro il petrolio e che devono essere approvate da persone adulte e responsabili, senza stare a litigare su futili questioni destra/sinistra.

In fondo gli email che ho trovato. Se ne conoscete altri, saro' ben felice di mandare email anche a loro. Potete anche stampare e dare a chiunque conosciate che voglia presentarsi alle elezioni. Io non mi stanchero' tanto facilmente, ma voglio che questa questione sia affrontata in modo permanente e senza che fra un anno stiamo ancora qui a discutere di moratorie di un anno alla volta.


Email usati:

giuseppecellucci@libero.it,
annamarialanci@alice.it,
info@rosarianelli.com,
segreteria@antoniotavani.net,
dibattista.domenico@tiscali.it,
maurizioacerbo@tiscali.it,
camillo.dalessandro@regione.abruzzo.it,
nazario.pagano@gmail.com,


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Gentile Dr. XXX,

mi chiamo Maria Rita D'Orsogna, sono di origini abruzzesi, e da vari anni vivo e lavoro negli Stati Uniti. Sono un fisico, ho 36 anni ed attualmente sono docente di matematica applicata qui a Los Angeles.

Forse lei ha sentito parlare di me in merito alla questione petrolizzazione d'Abruzzo. Da oltre un anno, ed assieme a varie associazioni locali, mi sono impegnata per far conoscere alla cittadinanza abruzzese i pericoli legati alle estrazioni petrolifere e le conseguenze deleterie per la salute delle persone e dell'ambiente.

Io vorrei da lei un impegno preciso, che se votato lei si impegnera' ad approvare, CHIUNQUE SIA IL PROPONENTE POLITICO, in maniera assolutamente svincolata da logiche destra/sinistra, e senza piegarsi a pressioni di qualunque genere del governo centrale, delle leggi che:

1) impongano una MORATORIA DI 20 ANNI sulle trivelle in Abruzzo, di qualsiasi genere, contro l'esplorazione, estrazione o coltivazione di idrocarburi.

2) estendino anche all'Abruzzo il decreto Ronchi che copre il Veneto e che impone il divieto di trivelle nel mare a 12 miglia marine cioe' a 22 km dalla costa.

La prego di rispondere in modo preciso e focalizzato a queste domande con un netto si o no. Pubblichero' qualsiasi risposta sul mio blog, www.dorsogna.blogspot.com.

Io ho fatto la mia parte, ora spetta a voi politici dare il vostro contributo in modo onesto e chiaro. La salute non ha colori politici.

Grazie,

MR

Thursday, November 20, 2008

Il gioco degli scarica barili



Ormai siamo in piena campagna elettorale e tutti dicono a parole di essere contro la raffineria di petrolio ad Ortona. Per molti si tratta solo di parole vuote, messe li solo perche' ormai siamo tanti, e dire qualsiasi altra cosa sarebbe un suicidio politico. Siamo davvero stati bravi ad informare, a non mollare e ora ciascun politico, almeno sui siti web, ha un trafiletto dedicato al centro oli. Tutto questo e' merito di noi cittadini!

Mi sono allora chiesta, cosa dicono ai propri potenziali elettori quelli che hanno MESSO LE FIRME al progetto dal 2001 ad oggi? Il web e' fantastico e offre a noi cittadini la stessa possibilita' di far sentire la nostra opinione al pari dei politici che ora con tanta nonchalance vanno propagando di essere contro.

Nella fattispecie, sono andata a vedere cosa dice nel suo sito web Franco Caramanico, che e' stato per vari anni l'assessore all'ambiente per l'Abruzzo. Per la precisione dal 2005 fino al Giugno del 2008. Per sua stessa ammissione (gliel'ho chiesto io stessa a Paglieta), e' stato in quel periodo l'uomo piu' importante d'Abruzzo sulle tematiche ambientali.

A differenza degli altri, le sue affermazioni sulla raffineria di Ortona si aprono con una serie di scusanti di vario genere che in sostanza si riducono a tre punti:

1) le leggi non sono retroattive e ci sono termini massimi per l’impugnazione di alcuni atti

2) fu tutto deciso dalle giunte passate, di centro destra

3) non si e' discusso di questo tema dal 2001 fino al 2006

Non dice mai che lui stesso ha firmato una serie di documenti e provvedimenti. La conclusione di tutto non scritta ma che, credo, si vorrebbe passare ai lettori, e' che non e' colpa sua. Certamente non e' SOLO colpa sua, ma, siccome era l'autorita' piu' importante dell'Abruzzo su questo tema, Franco Caramanico, secondo me, ha delle enormi RESPONSABILITA. Cosi funziona: chi sta in alto deve assumersi il peso delle decisioni fatte e non fatte. Il non sapere o il non potere non sono scusanti quando si ricoprono dei ruoli cosi importanti.

Innanzitutto, io non so che titoli abbia Caramanico per poter fare l'Assessore all'Ambiente, visto che e' laureato in ingegneria elettronica. Forse non sapeva all'inizio cosa avrebbe significato una raffineria di petrolio in Abruzzo. Forse e' stato superficiale e ha pensato che fosse qualcosa di poco conto. Questa non e' una colpa, non possiamo tutti sapere tutto. Ma, se non lo sapeva doveva informarsi. Era pagato per quello. Una persona competente di fronte ad un progetto del genere avrebbe studiato, avrebbe chiesto, avrebbe indagato su cosa significasse per davvero una raffineria fra le vigne. Qualsiasi persona di media intelligenza avrebbe capito che e' un progetto deleterio, e si sarebbe data da fare, ma per davvero, a prescindere dalle colpe del passato.

Di li, il passo successivo: una volta capito che le trivelle riguardano il 35% del territorio e che e' una scelta irriversibile e nefasta, si poteva INFORMARE la gente. Renderla partecipe, spiegarci, che fra l'altro e' un nostro diritto.

In quegli anni dal 2005 fino al 2007, quando la popolazione NON SAPEVA NULLA, cosa ha fatto di concreto l'Assessore Caramanico? Si potevano investire risorse e tempo per fare quello che ora sta facendo la gente di buona volonta'. Di chi e' questo compito? Dei volontari? A tutt'oggi e' stato tutto delegato alla cittadinanza. Non ho mai sentito di un incontro fatto dalla regione per SPIEGARE alla gente cosa significa il petrolio. MAI.

E, parallelamente, a qualunque stato dei permessi ci si trovava, chiunque li avesse emanati, Roma, l'ENI o il comune di Ortona, una persona che ha davvero a cuore l'Abruzzo avrebbe trovato un modo legale per fermare l'iter del centro oli. Noi bloggers e cittadini non siamo nessuno, eppure dritte e storte qualcosa abbiamo fatto! La legge del 4 Marzo e' stata approvata. Chissa perche' a Caramanico non e' venuto in mente di proporre questa legge PRIMA che seimila persone si presentassero all'Aquila. Chissa' perche' non l'ha proposta lui invece che Fabrizio di Stefano, che ancora ringrazio. Abbiamo fatto di piu' noi per il bene dell'Abruzzo che l'Assessore all'ambiente.

E poi, ammettiamo pure che sia vero che gli atti non si potevano rescindere. Uno avrebbe potuto NON FIRMARE quelli nuovi. Uno si sarebbe potuto dimettere. Uno avrebbe potuto andare in televisione e dire: "Cari Abruzzesi, io non posso essere uno strumento di morte, e dunque, per il vostro bene, mi dimetto."

Sarebbe stato un eroe!

Chissa', forse era piu' importante non contrariare l'allora presidente della regione Ottaviano Del Turco, poi finito in galera per tangenti, e che del si all'ENI fece una bandiera, piuttosto che difendere la nostra salute.

Io non ce l'ho con Caramanico nel particolare. Sono sicura che un altro al suo posto si sarebbe comportato ugualmente. Ce l'ho con il tipo di politica che rappresenta, dove il contatto con la gente e' minimale e si pensa sempre di potersi nascondere dietro a delle scuse vaghe. Dove non si vogliono fare le scelte difficili, dove non si ha coraggio e si va con la corrente piuttosto che fare cio' che e' giusto fare. Dove non si chiede mai scusa. Accetterei anche se dicesse "ho sbagliato, ora mi impegno a fare meglio". Non e' piu' elegante che nascondersi dietro: non e' colpa mia? Ripeto, la maggior parte dei poltici italiani e' come lui. Purtroppo per loro pero' la musica e' cambiata. Una volta alla gente gli si poteva raccontare quattro frottole, ma ora non e' piu' cosi'.

Ci vorra' del tempo, ma prima o poi saremo una democrazia vera anche in Italia. Se la gente si indigna, se ci diamo da fare, se non ci arrendiamo, se ci rendiamo conto del potere che abbiamo come collettivita', saremo noi i padroni del nostro destino. E' inevitabile. Spero che questa del petrolio sia un primo passo verso qualcosa di migliore, non solo per la terra, ma per la nostra coscienza civica e democratica.

Wednesday, November 19, 2008

Commenti e pensieri


Due articoli sulla stampa nazionale di questi giorni:

Il primo e' quello riportato anche dal sito di Vastesi.com, dove si parla di spaventose discariche di sostanze tossiche nella provincia di Chieti. Perche' nessuno in questi anni non ha fatto niente? Non e' il caso di agire con urgenza, ma davvero con urgenza e di andare a bonficare quella zona ADESSO? Possibile che sia sempre la gente comune a dover pagare il prezzo di scelte scellerate?

E poi, a chi appartiene quel terreno? Chi ha messo li quella roba? E perdonatemi la domanda a bruciapelo, ma credo che sia arrivato il momento di porcelo questo interrogativo. C'e' la mano della Camorra o di altri tipi di mafie non solo in questo episodio di scarichi tossici, ma in tutto l'Abruzzo? Portare carichi di robaccia dal nord Italia non credo sia un operazione semplice che puo' fare un delinquentello qualunque. Ci vuole una organizzazione, ci vogliono contatti, negoziazioni, preparazione del terreno e cosi via.

Questa della mafia in Abruzzo in realta' e' la mia piu' grande preoccupazione, forse anche di piu' del petrolio. Quella gente non e' umana e dove vanno portano solo imbarbarimento di ogni tipo. I giornali abruzzesi continuano a riportare notizie di sparatorie, incendi dolosi, proiettili recapitati, interramenti di zozzerie nel terreno, stoccaggi di amianto, usura, giri vortiginosi di droga e forse anche il pizzo. Spero che se ne parli con coraggio. Tutti dobbiamo essere vigili e chi copre posti di rilievo, nei comuni, province e alla regione, deve darsi da fare per non farci ingoiare dalle piovre mafiose prima che sia troppo tardi.

La mafia non arriva da un giorno all'altro, e' come i petrolieri, lavorano piano piano, cercando di capire dove possono infiltrarsi e dove la gente e' debole e da li cercano di spargersi. E come per il petrolio occorre essere preventivi e resistere adesso e non fra venti anni. Spero di sbagliarmi, e che la mafia non ci sia in Abruzzo, ma l'inquietudine resta.

L'altra notizia e' dal Corriere della Sera di ieri. Meno spermatozoii e piu tumori: tutta colpa dell'ambiente inquinato. Nel cinquanta per cento degli uomini la qualita' dello sperma si e' abbassata mentre i tumori ai testicoli, che sono considerati rari, sono aumentati del venti per cento. Queste cose ce el aveva dette gia' il Prof. Ledda che ci aveva anche ricordato che i manuali di urologia sono stati riscritti varie volte negli ultimi anni per cambiare i valori medi di sperm-count e di metterli sempre piu' al ribasso. Cioe' uno che cinquanta anni fa era un normodotato oggi sarebbe un potentissimo "inseminator".

Dove andremo a finire di questo passo?

Monday, November 17, 2008

Nuova lettera a Chiodi


Ecco qui cosa ho risposto stamattina al candidato presidente della regione per il Partito della Liberta' Gianni Chiodi. Non e' stato semplice mettere insieme questa lettera e spero di avere almeno un po' incarnato il pensiero di noi tutti. Posso solo sperare nella sincerita' sua e di Costantini, e che chiunque venga eletto si renda conto della gravita' della situazione. Io ancora adesso, dopo un anno intero di questa battaglia di noi Abruzzesi contro i petrolieri, ne sento ancora tutta l'urgenza, lo scandalo, lo schifo e la voglia di urlare a tutti che non e' giusto.


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Gentile Dr. Chiodi,

grazie per la sua risposta in merito al problema del petrolio in Abruzzo. In seguito al suo email ho ricevuto molti messaggi, sia privati che pubblici, e che hanno animato i numerosi blog attivi sull'argomento. Tutto questo testimonia quanto sia importante e sentito questo tema dall'elettorato abruzzese.

Innanzittuto, ci tengo a precisare che la questione petrolio non riguarda solo Ortona ma tutto l'Abruzzo e si estende da Vasto a Teramo. L'Abruzzo infatti e' stato ufficialmente declassificato dal Governo centrale in regione mineraria, al pari della Basilicata. Questo e' stato fatto senza informare ne chiedere il parere degli abitanti, contrariamente a quanto previsto da leggi italiane ed europee. Non va bene.

Dal mio punto di vista, il problema petrolio e' il piu' importante della nostra generazione di Abruzzesi. Ho visto il suo programma elettorale e in tutta sincerita' non trovo soddisfacenti le tre brevi righe dedicate al tema e concentrato sulla raffineria di Ortona. Questo perche' non parliamo solo di una frazioncina del chietino, ma di tutta una regione e perche' dire si al petrolio significa cambiare il volto di tutto l'Abruzzo in peggio.

Grazie all'azione capillare di comitati locali, migliaia di persone sono state informate e sensibilizzate sull'argomento. Vogliamo certezze e sapere che chi eleggeremo, a prescindere dal colore politico e di chi siano le responsabilita' del passato, avra' il coraggio e la fermezza di bloccare questo scempio, costi quel che costi e senza paura.

Quel che conta adesso e' che siamo tutti d'accordo che il petrolio d'Abruzzo, scarso e di bassa qualita', DEVE restare sottoterra assieme a tutti i suoi inquinanti ed ai problemi sociali, economici e sanitari che esso racchiude e come le esperienze di altri territori dimostrano. Basta solo leggere un qualsiasi articolo di stampa sulla realta' lucana degli ultimi dieci anni per rendersene conto.

La storia della democrazia, anche abruzzese, insgena che nessuna multinazionale, nemmeno l'ENI, e nessun governo o regime puo' essere piu' forte della volonta' popolare. Vogliamo governanti coraggiosi e forti che, nel prendere decisioni anche difficili, si circondino di persone esperte e libere da compromessi con i petrolieri,
il potere finanziario e politico. Governanti che, se necessario, sappiano resistere l'ENI, il governo centrale e l'attuale ministro Scajola, che ha deciso il nostro declassamento a regione mineraria. Governanti che rendano i cittadini partecipi di
decisioni cosi importanti e che siano dalla nostra parte.

Le chiedo di impegnarsi pubblicamente e prima delle elezioni affinche' se eletto, lei si adoperera' per far approvare:

1) una moratoria ventennale valida per tutto l'Abruzzo sulle concessioni, la coltivazione e le lavorazioni riguardanti gli idrocarburi, di qualsiasi genere.

2) leggi regionali che impediscano le installazioni di piattaforme in mare per l'estrazione e le lavorazioni di idrocarburi a meno di 30 km dalla costa.

Assieme a tutti i cittadini abruzzesi, ci aspettiamo una posizione chiara ed un impegno verso atti concreti.

La invito a prendere contatti per organizzare una proiezione pubblica di uno dei tanti video che i comitati spontanei, fra cui il Comitato Natura Verde e Nuovo Senso Civico, stanno divulgando da mesi nelle piazze, nei consigli comunali, scuole, fabbriche, parrocchie e teatri della nostra Regione. L'invito e' aperto anche ai suoi candiati consiglieri, compresi quelli, e so per certo che ce ne sono, che sono ancora anacronisticamente convinti che il petrolio sia occasione di sviluppo.

Tutti noi, ed io in particolar modo, non siamo guidati da ideologie e di partito, semplicemente vogliamo il bene dell'Abruzzo e vogliamo poter lasciare alle generazioni future una regione migliore, piu' bella, prospera e salutare.

Ho scritto in passato anche al suo opponente politico, Carlo Costantini, che nei suoi vari interventi pubblici e nel suo programma ha affermato di volersi adoperarsi per far
approvare i due punti di cui sopra. La questione e' grave, e ci vogliono piani precisi e focalizzati, e su cui tutti possiamo concordare a prescindere dalle idee politiche. I polmoni sono uguali per tutti, e le malattie e le deformita' non guardano a tessere politiche di alcun genere.

Lei ha la possibilita' di scegliere se essere ricordato come il difensore dell'Abruzzo ed un alleato delle battaglie civili dei cittadini o dimenticato e disprezzato, come gran parte dei nostri opportunisti governanti degli ultimi anni.

Saro' ben felice di chiarirle qualsiasi eventuale dubbio in merito e in caso lei fosse eletto di venire personalmente ad illustrare i fondamenti scientifici del mio no al petrolio in Abruzzo, anche in sedi istituzionali e alla presenza del consiglio regionale.

Cordialmente,

MR

Friday, November 14, 2008

Risposta di Chiodi


Oggi e' una giornata un po difficile di lavoro per me e non ho molto tempo per scrivere.
Vi lascio pero' la lettera che mi e' giunta da parte di Gianni Chiodi, a cui avevo scritto ai primi di Novembre. Grazie anche a tutti gli altri bloggers e non che hanno scritto assieme a me. Ho fatto copia e incolla di quello che mi e' arrivato e non ho cambiato una virgola. Rispondero' appena avro' un po di tempo questo fine settimana. Naturalmente vi rendero' partecipi di ogni altro tipo di comunicazione che mi verra' inviato. Il disegno e' di Maruska da Archi. Buon fine settimana a tutti.



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Comitato elettorale per la candidatura alla Presidenza della Regione Abruzzo


Gentile dottoressa Maria Rita D'Orsogna,

parola dopo parola ho letto e riletto la sua lettera. Il Suo non è un ambientalismo ideologico la cui cifra dominante degenera spesso in fondamentalismo strumentalizzato da politicanti senza scrupoli.

Lei è figlia di questa terra d'Abruzzo come lo sono io. A Lei l'onore dell'alto riconoscimento per meriti scientifici in America, il grande paese della democrazia e della libertà, come ci insegna Alexis de Tocqueville. A me la responsabilità di essere candidato al governo della Regione dopo l'enorme disastro politico e morale compiuto dal centrosinistra.

Lei opera nella scienza, io nell'economia politica: le nostre strade s'incontrano in un'unica strada. La strada del bene comune. Perché anch'io, come lei, sono una persona libera.

Lei, dopo aver argomentato scientificamente il suo NO al Centro Olii, ha sottolineato che sarebbe una scelta di sviluppo contro le persone, contro la nostra gente. Sarebbe una scelta non etica di progresso economico. Mi ha ricordato don Luigi Sturzo: “L'economia senza etica è diseconomia”.

Più volte in questi ultimi giorni ho pronunciato pubblicamente il mio "NO al Centro Olii" e l'ho scritto nel mio programma di candidato a Presidente dell'Abruzzo: "(...) particolare attenzione merita il progetto definito "Centro Olii"; alla luce di una rigorosa analisi della questione si ritiene che l'intervento, per i sacrifici che comporta su un territorio ad alta vocazione agricolo-turistico-ambientale, non debba essere perseguito".

Da questa vicenda ho imparato che – soprattutto con l'ausilio di persone come lei - sarà necessario introdurre un nuovo modello comportamentale per elevare l'autorevolezza del livello di interlocuzione – non soltanto con ENI – della classe dirigente politica della Regione. Sono convinto che lei mi intenderà.

Spero presto di poterla conoscere personalmente. Intanto La saluto rinnovandoLe la mia stima.

Cordialmente,

Gianni Chiodi


Teramo, giovedì 13 novembre 2008

Wednesday, November 12, 2008

"Forse" non basta


Leggo dal giornale della Frentania che "forse" l'ENI ci ripensa ad abbandona il progetto del centro oli si Ortona. A quanto pare le nostre proteste e l'abbassarsi del prezzo del petrolio gli hanno fatto cambiare idea. Naturalmente la notizia non puo' che farmi piacere, ma non e' sufficiente secondo me, ed occorre continuare a spingere per una moratoria ventennale, a prescindere da cio' che dice o fa l'ENI.

E se il tutto fosse una montatura in tempi di campagna elettorale? E se domani il prezzo del petrolio torna ad aumentare? E se scoprono piu' petrolio ancora nelle nostra campagne? E se domani il centro oli lo vogliono fare a Roseto? A Chieti Scalo? Ad Ofena? Non possiamo mica mollare adesso che l'ENI tentenna!

Ci vuole una legge che resti e che dia una pianificazione del terreno a lungo termine, cosicche' se uno vuole fare il turismo, l'agricoltura, il vino lo puo' fare senza l'incubo trivelle dopodomani sotto casa sua. Non dimentichiamo che il 35% del nostro territorio e' coperto da permessi petroliferi e che quelli restano, a prescindere dai disegni dell'ENI.

Non e' dunque solo l'ENI che decide di andarsene perche' non gli conviene piu'. Siamo noi che dobbiamo prenderci in mano le redini della nostra regione e decidere che non vogliamo piu' stare alla merce' dei petrolieri. E' per questo che dobbiamo continuare ad andare avanti, e a non adagiarci finche' chiunque scriva o proponga leggi metta nero su bianco che nessuno mai potra' pensare di venire in Abruzzo e poter fare il comodo suo e di scavare petrolio dove gli pare o di aprire una raffineria in mezzo alla gente o di mettere piattaforme a pochi chilometri dalla nostra costa.

Tutti i politici aprono blog dove dicono di essere contrari alle piattaforme, al centro oli e all'Abruzzo petrolizzato. Bene. Allora visto che sono tutti concordi, che l'ENi bisbiglia di volersene andare, mi aspetto che sara' facilissimo passare una moratoria di lungo respiro e con appoggio bipartisan, no?

Possiamo pero' essere un po soddisfatti. Secondo i rapporti ENI, checche' ne dicano adesso, Miglianico era il loro fiore all'occhiello o cosi dicevano agli investitori USA. In piu' secondo l'ENI noi Abruzzesi eravamo a punti 23 su 100 in scala di resistenza. Se fossimo a scuola questo sarebbe 2+. Mi sa che qualche punto l'abbiamo guadagnato! Magari ora siamo almeno a sei.

Il tutto solo con la persistenza, la forza del sapere e della coscienza civile. Questo deve darci fiducia per tutte le altre battaglie che ci sono ancora da fare in Abruzzo, dalla difesa dei fiumi, all'installazione del parco della costa teatina, al disastro Bussi, e piu in generale al progresso morale della nostra societa'.

C'e' ancora molto lavoro avanti. Andiamo avanti imperterriti.

Il disegno sopra e' di Micaela di Archi.

Monday, November 10, 2008

I deliri di Fratino



Il giorno Mercoledi' 12 Novembre 2008 alle ore 12, il consiglio comunale di Ortona si riunisce per discutere del ruolo che l'ENI ha sul futuro occupazionale della nostra regione. Spero che qualcuno ci possa andare e magari anche filmare tutto.

Intanto, mi chiedo a cosa serva questa riunione.

Per piangerci addosso?

Per dare a Fratino l'illusione che possa mantenere i suoi confliftti di interessi?

Ancora si pensa che il futuro occupazionale sia il petrolio ed una ditta che in decenni di attivita' ha collezionato cause in tribunale di mezzo mondo per stragi e disastri ambientali, cartelli di prezzi, bugie ed imbrogli anche nella stessa Ortona?

Continuo ad essere convinta che questo illuminato sindaco e tutta la sua giunta comunale vivano nel 1950. Io voglio sperare che la riunione del consiglio comunale sia propositiva e lungimirante, e non solo un giochetto per mettere paura alla gente che se l'ENI se ne va, rimaniamo tutti al freddo e al gelo o che muoriamo tutti di fame.

Non ce facciamo nulla di 25 posti di lavoro a respirare veleni in un centro insalubre di prima classe, mentre i contadini abbandonano le terre e tutto l'indotto agricolo, vinicolo e turistico va a farsi benedire!


Spero che Fratino e quelli che ancora vogliono l'ENI riescano a svincolarsi da una mentalita' vecchia e superata.

Perche' dobbiamo essere cosi ancorati al passato?

Accogliamo il futuro come una sfida, come un qualcosa dove crescere e migliorarci e non stiamo qui ad aggrapparci con le mani e i piedi e le unghia a qualcosa che e' ormai anacronistico: il petrolio fra le case e i campi.

Se fossero un po piu' intelligenti i governanti di Ortona indirebbero un altro tipo di riunione: come possiamo fare per attirare investimenti moderni, lungimiranti e che non ammazzano la gente?

Come possiamo fare per i ragazzi che i genitori mandano all' universita' con tanti sacrifici affinche' possano trovare un lavoro salutare ed adeguato ai loro studi e non dargli come prospettiva un lavoro con la maschera antigas?

Come possiamo fare per promuovere meglio tutti i doni che la natura e la storia hanno regalato ad Ortona? Il mare, i monti, la seconda guerra mondiale, San Tommaso, le vigne, gli Aragonesi? Vi pare poco?

In realta' questa del come crescere in modo sano e' una domanda che dovrebbero porsi tutti i governanti, d'Abruzzo e d'Italia. L'industria pesante ha fatto il suo tempo e quella non ci porta da nessuna parte. Anche l'inquinatissima Cina ha capito che non si puo' andare piu' avanti con le energie fossili, (la Cina!) ed iniziano a nascere anche li iniziative per incentivare le energie alternative, come ad esempio la trasformazione di una ex-discarica in un campo eolico, a Shanghai. E noi invece?

Agli Abruzzesi vorrei anche ricordare che nel 2001, prima che molti di noi sapessero del progetto Miglianico e della conseguente petrolizzazione dell'Abruzzo, l'ENI senza dialogare con nessuno, decise di elimiare 300 posti di lavoro ad Ortona e di trasferire il proprio centro direzionale a Ravenna.

All'epoca vi furono dei tentativi di protesta che si risolsero in un nulla di fatto perche' l'azienda ed il governo avevano deciso cosi. Il lavoro diciamo cosi, piu' dirigenziale e pulito, lo mandano a Ravenna, a noi lasciano il reparto trivelle.

Ecco qui un sito web dell'epoca. All'ENI, come tutte le multinazionali, non gli importa granche' del popolo, a meno che questi non siano azionisti. Questi ci lasciano solo le cose brutte dell'industria petrolifera e noi gli dobbiamo pure mettere il tappeto rosso sotto i piedi?

E nelle altre parti del mondo cosa fanno?

Bush, amico dei petrolieri, prima di andare via dara' il permesso di trivellare alcune terre desertiche nello Utah. Questi territori sono disabitati ma bellissimi e non lontani dai parchi nazionali. Sono sotto la protezione del Southern Utah Wilderness Alliance, che da venticinque anni ha in atto una moratoria contro le trivelle nei deserti della regione.

Naturalmente questa decisione ha scatenato l'ira delle popolazioni locali.

Bush intende declassificare quelle aree protette come regalino di buona uscita per le varie lobby petrolifere. Obama ha gia annunciato che immediatamente blocchera' queste decisioni. Il suo portavoce John Podesta ha detto che la decisione di trivellare non e' nell'interesse della nazione ma dei petrolieri e che appena si insidera' le eliminera'.

E poi ha ricordato che il lavoro del 2008 e' nell'industria verde. La nuova amministrazione prevede di stimolare la crescita di cinque milioni di posti di lavoro nelle tecnologie verdi, e di immatricolare almeno un milione di automobili ibride a breve termine. Ci riuscira'? Non ci riuscira'? Non lo sappiamo, ma almeno c'e' un progetto, una idea, una visione, cosa che troppo spesso manca all'Italia nel suo complesso.

A parte i piagnistei della Prestigiacomo infatti il governo italiano attuale, ma nemmeno quello precedente, non ha programmato nulla e tutto e' lasciato al caso.

L'ENI, magnanime pero', invece di andare a risanare le emissioni di una qualsiasi delle sue raffinerie italiane, che ammazza la gente da Pieve Vergonte fino a Gela, fa qualcosa: ha indetto il venerdi senza cravatta, come modo per tenere la gente piu' fresca, il condizionatore d'aria piu basso e dunque di lottare cosi' contro le emissioni di inquinanti in atmosfera.

L'idea e' venuta direttamente al Sancho Panza della situazione, Paolo Scaroni. Che genio! Gli unici scontenti di questa proposta sono stati i cravattai, poverini.

Sicuramente riusciremo a stare dentro Kyoto con questa strategia. Magari la adotta anche il consiglio comunale di Ortona che cosi' potra' bilanciare la tonnellata e mezzo di inquinanti che ogni giorno verranno emessi della raffineria di Ortona e a darci, come l'ENI, fumo negli occhi.

Il disegno me lo ha mandato Pierluigi da Archi, in fondo e' per i bimbi che facciamo tutto questo.

Saturday, November 8, 2008

L'ENI a Mantova - il grande camino e i tumori





Su questo blog abbiamo gia' parlato del petrolchimico di Mantova e dell'impressionante tasso di tumori dei suoi abitanti, dentro e fuori la fabbrica Enichem, del gruppo ENI.

Alla fine degli anni novanta iniziarono delle indagini quasi eroiche di due medici che hanno iniziato a studiare cosa succedeva agli abitanti di Mantova, quelli che lavoravano all'Enichem e quelli che vivevano vicino al grande camino, l'inceneritore petrolchimico di Mantova e che si trova nelle frazioncine di Frassino e Virgiliana.

Il grande camino spillava 350,000 tonnellate di benzene ogni anno. Si prevede che questo prodotto di scarto verra' emesso anche dalla raffineria di Ortona. Il benzene, un noto cancerogeno, fa parte del gruppo dei composti organici volatili, noti anche come COV in Italia o VOC in inglese: volatile organic compounds. Oltre al benzene ci sono toluene, xylene, idrocarburi policiclici aromatici, butadiene e cosi via. La loro caratteristica comune e' di essere a base di carbonio e di volatilizzarsi a temperatura ambiente, e la maggior parte di esse e' cancerogena.

Nel 1997 nello studio della dottoressa Gloria Costani di Mantova si presentarono tre pensionati del petrolchimico e due donne, con il sarcoma dei tessuti molli, al fegato, all'utero, alle budella. Il sarcoma e' una forma di tumore, generalmente raro, che colpisce i tessuti elastici, come i muscoli, i tessuti connettivi e adiposi, e le ossa. All'inizio la malattia e' difficile da diagnosticare, perche' il tumore cresce in tessuti relativamente poco resistenti, appunto molli, e ci si accorge della malattia solo quando il tumore diventa sufficientemente grande da infiammare i nervi. Spesso sorgono bubboni e lividi e occorre amputare gambe o braccia.

La dottoressa Costani non riusciva a capire perche avesse un numero cosi' grande di pazienti malati di sarcoma, considerato che le frazioni non erano molto popolate e considerato che il sarcoma e' un tumore generalmente raro. Nel 1998 scrisse un articolo scientifico sul tema dei cinque tumori rari che venne all'attenzione di un medico veneto, Paolo Ricci che aveva gia' fatto degli studi sugli impiegati del petrolchimico e che aveva scoperto che fra i lavoratori del centro di Mantova c'era un numero esorbitante di morti di tumore, specie di linfomi. Il medico aveva anche scoperto che nel centro di Mantova c'erano anche dei depositi segreti di amianto, altra sostanza cancerogena. La possibilita' di prendere il tumore da operaio del petrolchimico era otto volte superiore alla norma. Ricci trovo' altri casi di sarcomi nelle frazioni di Mantova. Nel 2001 si apri' un inchiesta, voluta dall'allora ministro Veronesi.

Intanto lo stabilimento Enichem si vantava di essere uno dei piu' sicuri a livello nazionale, con un monitoraggio elettronico ventiquattr' ore su ventiquattro su tutto: acqua, terra e aria. Si parlava di prevenzione, aggiornamento delle risorse umane, manutenzione preventiva e organizzazione per abbattere qualsiasi rischio. Insomma loro si presentano come dei santi, praticamente.

Finalmente ieri qualcuno ha osato essere contrario. Dopo quasi otto anni, sono finite le indagini condotte dai pm Giulio Tamburini e Marco Mantani. La procura di Mantova ha mandato diciassette avvisi di garanzia, a presidenti e amministratori della Enichem e dell'allora Montedison, per tutti le accuse sono di omicidio colposo e di omissione di cautele per prevenire gli infortuni sul lavoro. Fra gli accusati: l'ex rettore della Bocconi Luigi Guatri, l' ex presidente di Federchimica Giorgio Porta e l' ex presidente Eni Alberto Grandi che e' stato già condannato a un anno e sei mesi nel processo sul Petrolchimico di Marghera.

Le accuse sono di omicidio colposo aggravato da colpa cosciente per aver agito con previsione dell' evento, e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Il procuratore capo di Mantova, Antonio Condorelli dice la cosa piu' agghiacciante: "Gli strumenti per evitare quelle morti c' erano".

Fonti: Corriere della Sera 1, Corriere della sera 2

NO all'Abruzzo petrolchimico


La classe POLITICA abruzzese deve prendere una posizione netta e agire per il bene della nostra TERRA

ABRUZZO RINNOVABILE ONLUS MOVIMENTO D’OPINIONE CONTRO L’ABRUZZO PETROLCHIMICO

Consorzio tutela Vini d'Abruzzo, Confesercenti Abruzzo, CIA Abruzzo, CNA Abruzzo, Confcooperative Abruzzo, Associazione Cantine Sociali Abruzzo, ANCI Abruzzo, Unione delle Colline Teatine, Slow Food Abruzzo, Lega Agroalimentare Abruzzo, Coldiretti Abruzzo, Citta' del Vino, Confederazione Produttori Agricoli, Consorzio Agrario Chieti-Pescara, WWF, Legambiente, Comitato Natura Verde, Abruzzo in Movimento

Sono con noi le Province di Chieti e Pescara e i Comuni di: Chieti, Pescara, Alba Adriatica, Archi, Ari, Bellante, Canosa Sannita, Casacanditella, Casalbordino, Casalincontrada, Casoli, Castelfrentano, Crecchio, Fara Filiorum Petri, Fara San Martino, Filetto, Fossacesia, Francavilla al Mare, Frisa, Giuliano Teatino, Guardiagrele, Lanciano, Lettopalena, Loreto Aprutino, Miglianico, Mozzagrogna, Notaresco, Orsogna, Paglieta, Palena, Pineto, Pretoro, Roccamontepiano, Rocca S. Giovanni, Roseto, Sant’Eusanio del Sangro, San Giovanni Teatino, San Martino sulla Marruccina, San Salvo, San Vito Chietino, Scerni, Silvi, Spoltore, Tollo, Torino di Sangro, Tornareccio, Torricella Peligna, Treglio, Vacri, Vasto, Villamagna

e inoltre: Pastorale Sociale Arcidiocesi Lanciano-Ortona, Emergenza Ambiente Abruzzo, Nuovo Senso Civico, Associazione Medici per l’Ambiente

Wednesday, November 5, 2008

Fughe di gas a Gela, Trivelle a Pineto


Mentre ieri il mondo aspettava con ansia l'esito delle votazioni americane, a Gela una nuova piccola ma grande tragedia del petrolchimico. Misteriosi fumi provenienti dalle aziende della nostra amica ENI hanno mandato una ventina di persone all'infermieria. La gente lamentava bruciore alle vie respiratorie, senso di asfissia e nausea. La puzza si e' sentita fino in citta', e varie persone si sono sentite male. I carabinieri e la polizia hanno ricevuto molte telfonate ed hanno effettuato un sopralluogo.

Come al solito, l'ENI minimizza e dice che non e' nulla di grave e che dai controlli rilevati si tratta "solo di idrocarburi, non di gas". Chissa che vuol dire. Gli idrocarburi sono forse degli elisir di lunga vita? Per di piu' dice l'ENI il medico che ha esaminato i vari operai non ha riscontrato niente di grave e ha rimandato la gente a lavorare. Si, infatti cosa vuoi che siano un po' di idrocarburi nel tuo corpo? E quei malori? Mah saranno allucinazioni collettive. Va tutto bene, non preoccupatevi, nessuno e' morto seduta stante. E per questo che io la definisco una piccola ma grande tragedia, perche' sembrerebbe un piccolo incidente di percorso, ma invece a lungo andare tutte queste porcherie che restano misteriose e che si mettono nell'aria a ritmi costanti si traducono in un bimbo gelese su sei che nasce deforme.

Un mese fa un incendio sprigiono' fumi neri per mezz'ora di tempo dallo stabilimento "Frazionamento BTX". Uno legge questo e forse non si chiede cosa sia il BTX, ma e' benzene, toluene e xylene - tre sostanze cancerogene. Una boccata di inquinanti forse non uccide, ma respirare queste sostanze per tutta la vita si.

La cosa piu' brutta pero', da come la vedo io, e' l'inganno dell'ENI, la loro malafede. Da piu' di un anno a Gela si parlava di accordi su un riassetto produttivo e occupazionale. Si parlava di investimenti sulla sicurezza, e manutenzione ordinaria degli impianti. Niente di speciale dunque, le cose che dovrebbero essere normali quando si opera in una raffineria. Ogni tanto si fanno i controlli e si mettono tecniche migliori se si puo' specie quando si opera cosi vicino ai centri abitati.

Ebbene, di tutto cio' l'ENI non ha fatto nulla. L'ENI NON HA FATTO NEPPURE LA MANUTENZIONE ORDINARIA! I sindacati dei lavoratori chimici e dell’energia, hanno addirittura accusato l'ENI di attuare la “logica del massimo profitto” perche' se ne sono altamente infischiati del piu' basilare buon senso e del rispetto della vita.

E' piu facile dire "non e' successo niente di grave" mentre intanto ogni due, tre settimane ci sono incidenti del genere a Gela. Dal sito siciliano tg10.it:

"..l’incidente è puntualmente arrivato. Per fortuna, ripetiamo, senza feriti. Ma non ci si può affidare sempre alla fortuna, alla buona sorte. Ecco perchè ogni ritardo negli interventi di manutenzione diventa una sorta di attentato alla sicurezza, considerata anche l’età avanzata degli impianti."

Intanto, mentre in Abruzzo si continua a fare le chiacchere, come riporta primadanoi, ci si prepara ad installare nuove trivelle a Pineto, a pochi chilometri dalla costa. Purissima follia. Dov'e' Gianni Chiodi, sindaco di Teramo, in tutto questo? Dov'e' Carlo Costantini che tanto dice di essere contro il centro oli ad Ortona? Dove sono i teramani? Possibile che non abbiano sentito parlare del petrolio in Abruzzo questi mesi? Possibile che non gli interessi del loro mare? Possibile che nessuno si sia preso la briga di indagare? Eppure sui blog e' almeno sei mesi che se ne parla, anche delle trivelle a Teramo....



Fonti:Sicilia Informazioni, Sicilia Informazioni 2