It's also an important signal for the world that Germany
is again getting serious about climate change:
a very big industrial nation that depends so much on coal is switching it off
Claudia Kemfert,
Neanche questa notizia arrivera' sul fossilizzato Corriere della Sera o sara' oggetto dei petrol-editoriali di Stefano Agnoli.
Si e' spesso sentito dire che il 100% rinnovabile si puo' fare solo in Costa Rica o in Uruguay, paesi piccoli. Ecco allora un altro esempio virtuoso che arriva dalla Germania, uno dei principali paesi del mondo per il consumo di carbone e che ci mostra che volere e' potere.
Il governo tedesco ha infatti deciso che nei prossimi 19 anni chiuderanno tutte le centrali a carbone - tutte e 84 - per soddisfare i requisiti dettati dagli accordi di Parigi
Ottantaquattro centrali a carbone!
24 saranno chiuse entro il 2022, cioe' entro tre anni, e 76 entro il 2030.
Cioe' fra circa dieci anni in Germania ci saranno solo 8 centrali a carbone.
E' un cambiamento fondamentale, per questa che e' la quarta o la quinta economia del mondo, a seconda di varie classifiche perche' il carbone ha dominato per anni lo scenario energetico del paese. Le miniere della Ruhr le studiavamo a scuola!
Lo sappiamo tutti che e' da tanto che il paese lotta contro le emissioni di CO2 e che tanto hanno fatto per favorire sole e vento, e questo e' un altro tassello nel loro cammino verso un paese piu' verde e per l'attuazione della Energiewende. In realta' il carbone era una sorta di macchia alla coscienza ecologica del paese, ed e' proprio a causa del carbone che la Germania rischiava di non potere arrivare ai limiti imposti da Parigi,
Cosi hanno deciso di osare, e di continuare con piu' coraggio, programmandone l'eliminazione.
Il carbone contribuisce per il 40% all'elettricita' del paese, nonostante tutti gli sforzi rinnovabili fatti, ma c'era una volta in cui era la sorgente energetica dominante in Deutschland. Basti solo pensare che sole e vento solo nel 2018 sono diventati la sorgente elettrica principale del paese, e solo al 41%. Cioe' essenzialmente, oggi, il carbone e' importante tanto quanto le rinnovabili in Germania. In piu' e' abbondante, l'infrastruttura c'e' gia' e costa poco. Quindi e' questo davvero un cambiamento epocale.
Per solo capire l'importanza del passo: ci sono voluti sette mesi per arrivare qui con negoziati che sono andati avanti a volte fino per 21 ore di fila. Sono stati approvati pacchetti per mitigare le conseguenze della chiusura delle centrali a carbone per un totale di circa 40 milardi di euro: si stima che 20mila lavoratori diretti e 40mila incluso l'indotto perderanno il lavoro e dovranno essere riqualificati.
Ad ogni modo, entro il 2038 niente piu carbone.
Questa decisone si accompagna al quella del 2011 in cui si programmava di chiudere tutte le centrali nucleari in Germania dopo l'incidente nucleare di Fukushima. La data che si sono dati e' stato il 2022.
A suo tempo, quella decisione venne fortemente criticata in Germania e all'estero: come faremo? I prezzi sicuramente aumenteranno! Ci sara' perdita di competitivita'! Solo noi le togliamo mentre la Francia le ha ancora!
Ma invece nulla di cosi grave e' successo.
Siamo a 12 su 19 che sono state chiuse, e non c'e' stato alcun cataclisma. Anzi, l'economia tedesca continua a crescere e a correre.
Ma ora che non ci sara' piu' nucleare, e carbone ... come teniamo accese le lampadine?
Elementare: con l'energia rinnovabile!
L'idea e' che si aumentera' la quota di energia rinnovabile fino all'80% entro il 2040.
La storia tedesca e' interessante: ci fu un grande crollo delle emissioni di CO2 negli anni 1990 a causa della caduta del muro di Berlino: quando tutte le fabbriche vecchie e inquinanti della Germania comunista sono state chiuse o modernizzate. Poi ci furono gli anni dei forti investimenti nel sole e nel vento. Negli scorsi anni pero' il carbone ha impedito alla nazione di proseguire la sua de-carbonizzazione a passi sostenuti ed eccoci qui.
E i tedeschi come l'hanno presa?
La TC tedesca ZDF dice che il 73% dei tedeschi e' favorevole a misure ancora piu' drastiche per uscire dal carbone entro il 2030 - piu' in fretta dunque di quanto deciso.
Solo quattro stati piu' carboniferi, hanno manfestato disappunto e non per l'idea di chiudere: semplicemente volevano piu' soldi: 64 miliardi di euro e non 40.
Sono tutti d'accordo pero' nel discutere di progressi e problemi ogni tre anni, e se possible arrivare alla chiusura entro il 2035.
Per cui: non crediamo a quei gufatori che dicono che non si puo e che dobbiamo trivellare-trivellare-trivellare con la testa sottoterra come ostriche.
Basta solo volerlo, e uscire dal fossilmondo verso il sole e le stelle si puo'.