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Tuesday, January 29, 2019

La Germania chiudera' tutte le sue 84 centrali a carbone, e usera' solo energia rinnovabile



It's also an important signal for the world that Germany 
is again getting serious about climate change:
 a very big industrial nation that depends so much on coal is switching it off

Claudia Kemfert, 


Neanche questa notizia arrivera' sul fossilizzato Corriere della Sera o sara' oggetto dei petrol-editoriali di Stefano Agnoli.

Si e' spesso sentito dire che il 100% rinnovabile si puo' fare solo in Costa Rica o in Uruguay, paesi piccoli. Ecco allora un altro esempio virtuoso che arriva dalla Germania, uno dei principali paesi del mondo per il consumo di carbone e che ci mostra che volere e' potere.

Il governo tedesco ha infatti deciso che nei prossimi 19 anni chiuderanno tutte le centrali a carbone - tutte e 84 - per soddisfare i requisiti dettati dagli accordi di Parigi

Ottantaquattro centrali a carbone!

24 saranno chiuse entro il 2022, cioe' entro tre anni, e 76 entro il 2030.
Cioe' fra circa dieci anni in Germania ci saranno solo 8 centrali a carbone.

E' un cambiamento fondamentale, per questa che e' la quarta o la quinta economia del mondo, a seconda di varie classifiche perche' il carbone ha dominato per anni lo scenario energetico del paese. Le miniere della Ruhr le studiavamo a scuola!

Lo sappiamo tutti che e' da tanto che il paese lotta contro le emissioni di CO2 e che tanto hanno fatto per favorire sole e vento, e questo e' un altro tassello nel loro cammino verso un paese piu' verde e per l'attuazione della Energiewende. In realta' il carbone era una sorta di macchia alla coscienza ecologica del paese, ed e' proprio a causa del carbone che la Germania rischiava di non potere arrivare ai limiti imposti da Parigi,

Cosi hanno deciso di osare, e di continuare con piu' coraggio,  programmandone l'eliminazione.

Il carbone contribuisce per il 40% all'elettricita' del paese, nonostante tutti gli sforzi rinnovabili fatti, ma c'era una volta in cui era la sorgente energetica dominante in Deutschland. Basti solo pensare che sole e vento solo nel 2018 sono diventati la sorgente elettrica principale del paese, e solo al 41%. Cioe' essenzialmente, oggi, il carbone e' importante tanto quanto le rinnovabili in Germania. In piu' e' abbondante, l'infrastruttura c'e' gia' e costa poco. Quindi e' questo davvero un cambiamento epocale.

Per solo capire l'importanza del passo: ci sono voluti sette mesi per arrivare qui con negoziati che sono andati avanti a volte fino per 21 ore di fila. Sono stati approvati pacchetti per mitigare le conseguenze della chiusura delle centrali a carbone per un totale di circa 40 milardi di euro: si stima che 20mila lavoratori diretti e 40mila incluso l'indotto perderanno il lavoro e dovranno essere riqualificati.

Ad ogni modo, entro il 2038 niente piu carbone.

Questa decisone si accompagna al quella del 2011 in cui si programmava di chiudere tutte le centrali nucleari in Germania dopo l'incidente nucleare di Fukushima. La data che si sono dati e' stato il 2022.

A suo tempo, quella decisione venne fortemente criticata in Germania e all'estero: come faremo? I prezzi sicuramente aumenteranno! Ci sara' perdita di competitivita'! Solo noi le togliamo mentre la Francia le ha ancora!

Ma invece nulla di cosi grave e' successo.

Siamo a 12 su 19 che sono state chiuse, e non c'e' stato alcun cataclisma. Anzi, l'economia tedesca continua a crescere e a correre.

Ma ora che non ci sara' piu' nucleare, e carbone ... come teniamo accese le lampadine?

Elementare: con l'energia rinnovabile!

L'idea e' che si aumentera' la quota di energia rinnovabile fino all'80% entro il 2040.

La storia tedesca e' interessante: ci fu un grande crollo delle emissioni di CO2 negli anni 1990 a causa della caduta del muro di Berlino: quando tutte le fabbriche vecchie e inquinanti della Germania comunista sono state chiuse o modernizzate. Poi ci furono gli anni dei forti investimenti nel sole e nel vento. Negli scorsi anni pero' il carbone ha impedito alla nazione di proseguire la sua de-carbonizzazione a passi sostenuti ed eccoci qui.

E i tedeschi come l'hanno presa?

La TC tedesca ZDF dice che il 73% dei tedeschi e' favorevole a misure ancora piu' drastiche per uscire dal carbone entro il 2030 - piu' in fretta dunque di quanto deciso.

Solo quattro stati piu' carboniferi, hanno manfestato disappunto e non per l'idea di chiudere: semplicemente volevano piu' soldi: 64 miliardi di euro e non 40.

Sono tutti d'accordo pero' nel discutere di progressi e problemi ogni tre anni, e se possible arrivare alla chiusura entro il 2035.

Per cui: non crediamo a quei gufatori che dicono che non si puo e che dobbiamo trivellare-trivellare-trivellare con la testa sottoterra come ostriche.

Basta solo volerlo, e uscire dal fossilmondo verso il sole e le stelle si puo'.


Monday, January 28, 2019

Nuova Zelanda: il cibo e' nudo - niente imballaggi o 100% compostabili





In inglese  e' Food in the nude e succede in Nuova Zelanda dove un gruppo di supermercato ha deciso di eliminare gli imballaggi di plastica in toto da frutta e verdura.

Il gruppo Foodstuffs, che controlla tre catene diverse di supermercati alimentari ha firmato la New Zealand Plastic Packaging Declaration con cui si vuole eliminare il packaging oppure, ove necessario, usarlo al 100% compostabile o reciclabile entro il 2025.  

 Foodstuffs da sola controlla il 53% del mercato alimentare della Nuova Zelanda il che vuol dire che la sua decisione avra' un grande impatto.  

In seguito all'iniziativa la sorpresa: le vendite di verdure sono aumentate...  del 300%!

Mi pare che questo solo numero la dice tutta: alla gente piace il contatto con la natura, anche nel supermercato per quanto limitato. Una cosa e' toccare e vedere una melanzana, ed un altra vederla sottovuoto in una vaschetta di polistirolo. 

Secondo gli addetti al settore e' la piu' grande risposta positiva a qualsiasi iniziativa mai presa dai supermercati neozelandesi in 30 anni. 

Il tutto fa parte dell'iniziativa di combattere lo spreco di plastica. Come nazione la Nuova Zelanda ha deciso di abbandonare la plastica usa e getta.  Le buste di plastica non sono piu distribuite e saranno illegali a partire dal 1 Luglio 2019. 

L'idea del Nude Food, strano a dirsi eh? viene dagli USA. Il promotore neozelandese dell'iniziativa, Nigel Bond, venne qui e visito' un Whole Foods, una catena di supermercati che cerca di vendere il piu' possibile merce organica e senza imballaggi.  C'e' pure un sistema di inumidamento che ogni tanto manda una pioggerella sulla verdura per manternerla fresca e cosi il cellophane e la vaschetta non sono necessari, ne amati.

Whole Foods e' oggi di proprieta' di Amazon, perche' a un certo punto le sue finanze non erano piu' eccellenti e ovviamente il cibo costa un po di piu'. Ma e' stato grazie a lei se il movimento della frutta e della verdura organica e' nato e trionfato qui negli USA. In un certo senso Whole Foods e' stata vittima del suo successo: quando anche i supermercati normali hanno iniziato ad avere settori organici, Whole Foods non e' piu' riuscita a tenersi in piedi da sola. 

Ma torniamo a Nigel Bond: quando visito' un Whole Foods americano decise che la verdura non gli era mai sembrata cosi bella, in bella mostra. E cosi penso' di adattare l'idea e di migliorarla nel suo paese. 

La pioggerella nei negozi di Bond e' ottimizzata in modo da arivare a cadenze giuste, e fa si che il cibo mantenga freschezza, colore, vitamina. L'acqua e' purificata in modo che non ci siano cloro o batteri.

Solo funghi, uva e alcuni tipi di mirtilli sono in scatole biodegradabili o reciclabili.  Si stanno anche sperimentando alternative compostabili per involucri di pesce e vassioetti compostabili.

Ogni passo, e' un buon passo. 



Saturday, January 26, 2019

Australia: il Gennaio piu' caldo di sempre ha portato morte a cavalli, pipistrelli, galline e pesci





Gennaio 2019 andra' giu' negli annali della storia dell'Australia come il piu' caldo Gennaio di sempre. La temperatura media e' stata di 30 gradi - giorno e notte compresi, in tutta la nazione.

Secondo  vari esperti e' un'altra manifesazione cambiamenti climatici in Australia. E le conseguenze si sono fatte sentire, specie per gli animali, che non sanno dove andare per ripararsi dal gran caldo.
 
Dei pipistrelli caduti dal cielo stecchiti abbiamo gia' parlato qui.

Ma non si sono solo pipistrelli stecchiti: la scorsa settimana sono stati trovati morti, stecchiti pure loro, quaranta cavalli selvatici. Una morte di massa di caldo, presso Santa Teresa, vicino ad una sorgente di acqua prosciugata, la Apwerte Uyerreme waterhole. I cavalli semplicemente non sapevano dove trovare sollievo dal caldo, dove bere.  Altri 50 cavalli sono stati trovati in fin di vita e sono stati abbattuti.

E' la prima volta che succede, e non si sa ancora che fare con i corpi dei 90 cavalli morti.
Intanto la temperatura continua a mantenersi sui 42 o 43 gradi di giorno.

Oltre ai cavalli morti si pianifica di ucciderne altri per evitargli la stessa fine, cioe' di morire di caldo o di sete o di fame.  La gente e' arrabbiata, certo, ma nessuno sa trovare la soluzione giusta.

Ad Adelaide siamo arrivati a 46.6 gradi centigradi, c'e' siccita' e questo pare destinato ad essere il gennaio piu' caldo della storia. Circa 300 chiamate in pochi giorni al pronto soccorso su bambini che stanno male.

Se uno mette la padella al sole, il cibo si cucina da solo. E' facile prendere insolazioni, veschiche ai piedi, malori uscendo di casa.  I giardinieri hanno riportato ustioni nel solo prendere in mano i loro attrezzi. Nessuno va a sedersi fuori ai ristoranti.  Le citta' sono deserte. Agli Austrialian Open la temperatura raggiunge i 40 gradi.

Nel Queensland sono stati registrati 40 gradi centigradi per 40 giorni di seguito.

La cittadina di Noona ha fatto registrare la piu' alta minima del paese: 35.9 gradi centigradi, cioe' la temperatura non e' mai scesa sotto tale livello. Erano le 7 del mattino, alle 12 si era a 45 gradi.

A Port Augusta siamo a 48.9 gradi centigradi. I servizi per gli homeless sono aumentati, e 750 persone incoraggiate a star dentro.

I pesci muoiono nei fiumi.

Il teatro della moria piu' grande e' stato lungo il Darling River presso la cittadina di Menindee, Tutto e' iniziato verso dicembre: centinaia di pesci prima, poi migliaia e poi 10,000 pesci sono morti lungo un tratto di 40 chilometri. Ma non e' ancora finita e ora siamo arrivati ad un milione di pesci morti.

La moria riguarda il Murray cod, un tipo di merluzzo che puo' vivere per decenni e arriva ad un metro di lunghezza. Cosa e' sucesso? Il gran caldo ha portato alla proliferazione di alghe. Poi sono arrivati i batteri che le hanno mangiate. E alla fine, le troppe alghe e i troppi batteri, hanno tolto l'ossigeno ai pesci che sono morti soffocati.

Passiamo alle galline: in una fattoria poco fuori Adelaide per il gran caldo 2,000 galline sono morte nonostante le premure dei proprietari dell'allevamento.  Come per i cavalli non e' stato chiaro come seppellirli.  Il proprietario delle galline dice di avere fatto tutto cio' che poteva: spruzzare acqua, usare cibo adeguato per le condizioni di calore, piu' digeribile e piu' leggero  per le galline. Ma non c'e' stato niente da fare.
Che dire, come sempre: non c'e' aria condizionata per pesci, cavalli, galline e pipistrelli.
E' tutto l'ecosistema che cambia, che muore e la colpa e' nostra.

Siamo troppi, e troppo viziati.


























Friday, January 25, 2019

Australia: fa cosi caldo che i pipistrelli cadono dagli alberi. Morti.






 


L'Australia e' nel bel mezzo di una ondata di caldo che ha rotto ogni record e che ha causato enormi problemi.

In alcune parti del paese siamo a temperature che oscillano sui 49 gradi, il New South Wales e' arrivato al record nazionale storico con la colonnina che non e' mai scesa sotto i 36 gradi, anche di notte, questo vuol dire che non c'e' mai tregua.

A soffrirne di piu gli animali che non hanno l'aria condizionata.

A Novembre 2018, una ondata dai caldo ha ucciso un terzo dei pipistrelli della specie ``spectacled flying foxes"  - volpi volanti con gli occhiali - nei pressi della citta' di Cairns, per un totale di 23,000 unita' anche se si pensa che il numero finale possa essere maggiore, fino a 30,000 unita'. Il totale e' stimato essere 75,000 pipistrelli della stessa specie.

Il loro numero e' in declino da anni.

Altri 10,000 esemplari della specie ``black flying foxes" - volpi volanti nere  - sono morti.

Non era mai successo prima.

I pipistrelli cadono morti dagli alberi perche' non riescono piu' a regolare i meccanismi interni quando la temperatura e' superiore ai 40 gradi centigradi. I piu' delicati sono i piu' giovani e le specie femminili che hanno appena partorito perche' le loro temperature sono gia' piu' elevate.

La morte accade in un modo orribile: i loro cervelli vanno in tilt, surriscaldati, perdono coscienza e cadono a terra stecchite.

E non e' solo la morte dei pipistrelli, c'e' anche il loro ruolo nell'ecosistema visto che aiutano la pollinazione degli alberi.
I cambiamenti climatici hanno portato molti danni all'Australia, come riporta il “State of the Climate 2018” pubblicato dallo stesso governo australiano. Le temperature nel continente sono aumentate di un grado centigrado dal 1910 ad oggi, e c'e' stata una esplosione di "effetti estremi", caldo, morti, natura ferita.

Non da ultimo.. sono stati superate tutte le sfumature di rosso possibili per le mappe dei cartografi - hanno aggiunto viola e rosa in modo da poter mostrare anche temperature oltre i 50 gradi centigradi.

Il governo ha pure mandato un “code red”dove viene consigliato a tutti di stare chiusi in casa.

Evviva i cambiamenti climatici allora - dove noi tutti possiamo starcene al fresco dei nostri condizionatori, ma dove la natura non ha scampo.








Thursday, January 24, 2019

Lega e M5S: stop temporaneo di almeno un anno e mezzo e canoni aumentati di 25 volte


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Update: 24 Febbraio 2019

Il divieto dei 18 mesi e' entrato in vigore il giorno 13 Febbraio 2019.
Secondo i petrolieri sara' la fine del mondo!







Ma, e se invece pensassimo a come fare per migliorare la mobilita' elettrica, 
il risparmio energetico, il sole, il vento? 
Non sarebbe piu' intelligente?


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Sono sollevata.

In questo gran calderone che e' la politica italiana, pare che ci sia una intesa fra i due contendenti: il M5S e la Lega decidono che tutto sara' congelato per almeno 18 mesi.

I canoni aumenteranno di 25 volte rispetto alle tariffe attuali.

Secondo il Corriere della Sera, le commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato potranno ora proseguire i loro lavori sul decreto semplificazioni e si potrebbe arrivare anche ad un OK domani 25 Gennaio 2019.

Da come la vedo io, e' un buon passo in avanti, che ha visto approvazioni di crociere-sismiche, il toto-emendamenti, le minacce di dimissioni del ministro dell'ambiente Costa, e tutto un fior fiore di politici e giornalisti che si svegliano da un giorno all'altro pro trivelle, blabberando assurdita' sul lavoro, l'economia, i soldi e senza sapere che lavoro, soldi, economia, si possono creare anche senza ammazzare nessuno o senza distruggere l'ambiente.

Sono una persona lineare, e mi piacciono le cose fatte con logica, e questa ital-confusione e' estranea al mio modo di essere, ma sono felice lo stesso, perche' ogni passo in avanti e' un buon basso, e un anno e mezzo e' abbastanza per allontanare lo spettro trivelle.

E per tutti quelli che gridano all'assoluto, o che trovano il pelo nell'uovo, che pensano che e' stato fatto in vista delle elezioni X o Y,  che pensano che fra due anni ci sara' l'inghippo dico solo: il PD ha approvato ogni trivella che ha incontrato lungo il suo cammino, ed e' monumentale che siamo ora qui invece.

Per cui, nonostante l'armata-brancaleonaggine, e nonostante tutti i colpi di scena, occorre essere soddisfatti.

Quel che invece occorre fare e' di non mollare, continuare a metter pressione, a vigilare, a tenere alta l'attenzione pubblica, di modo che se pure ci saranno post-elezioni, o veri peli nell'uovo, saremo ancora qui a rompere le scatole e che la pressione che li ha portati qui, sara' ancora viva, e piu' forte fra 18 mesi.

E' pure importante rendersi conto che *mai* saremmo arrivati fino a qui *senza* il nostro costante impegno.  Mai. L'impegno di persone che *vogliono* una Italia che guarda al futuro, senza trivelle e senza fossili e' stato il motore di tutto questo.  Pensate davvero che ci sarebbero stati accordi o sensibilita' senza di noi? Non credo.

Il nostro opearato e' utile, e abbisogna di energia constante. Ogni giorno.
Il nostro potere e' qui: nell'opinione pubblica, nei nostri numeri, nella perseveranza.

L'ultima cosa importante e' questa.

Tre anni fa, il miraggio delle 12 miglia era veramente un miraggio, nel senso che prima del 2016 ci sono stati permessi trivellanti proposti e concessi a due chilometri da riva. Quanti anni abbiamo speso contro Ombrina, il mostro e la sua FPSO a cinque chilometri da riva?  E prima ancora, almeno noi dell'Abruzzo, quanto tempo abbiamo speso con i documenti che non erano postati in rete e quanti viaggi al Ministero in persona per avere le valutazioni di impatto ambientale?

Grazie all'attivismo di noi tutti le cose sono cambiate, ed anche i piu acerrimi sostenitori dell'Italia petrolifera hanno accettato che ci fosse informazione pubblica online, e sopratutto il limite delle 12 miglia e' ora dato per scontato.

E' infatti interessante che anche qui chi vuole le trivelle parli di "trivelle lontano dalla costa", significa che hanno accettato questa nostra conquista

Occore allora porre l'asticella ancora un po piu in alto e chiedere un giorno, un Italia libera dalle fonti fossili, un Adriatico chiuso ai petrolieri, e aria pultia e polmoni sani per tutti.

Amen brother.



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Wednesday, January 23, 2019

Otto stati di ogni colore politico contro l'airgun in Atlantico e contro Trump



Neanche questa storia la leggerete mai sul Corriere della Sera, perche' e' una storia di coraggio e di coerenza che prescinde dal colore politico e non rientra nell'equilibrismo della stampa nostrana.

Donald Trump ha deciso che vuole trivelle, carbone ad ogni costo, e il ritorno essenzialmente a quegli anni 60 che non torneranno piu'. Vuole iniziare con le trivelle in Oceano Atlantico, e con l'airgun, l'anticamera delle trivelle.

Ed ecco allora che tutti gli stati, democratici e repubblicani, lungo la riviera atlantica decidono di ribellarsi. Ben 92 rappresentanti del congresso USA, la quasi totalita' dei rappresentanti delle loro comunita', si sono dichiarati contrari all'airgun in Atlantico.

Otto stati hanno fatto causa comune contro l'amministrazione del presidente arancione.

Non hanno guardato al colore dei loro partiti, e hanno levato la loro voce unanimi, perche' tutti sanno che e' folle trivellare, fare airgun e distruggere ancora di piu' il nostro pianeta e le loro economie costiere.

L'ultimo della serie e' stato il New Jersey che si aggiunge a Maryland, Connecticut, Delaware, Maine, Massachusetts, New York, North Carolina e Virginia. Assieme contendono in una causa comune che l'amministrazione arancione ha violato il cosiddetto Marine Mammal Protection Act, Endangered Species Act e il National Environmental Policy Act, perche' l'airgun causa danni alla vita animale marina, con il rumore assordante, la confusione, le lesioni ai loro corpi con valori di decibel anche solo superiori a 160.

Mica come i nostri governanti, presenti e passati che parlano di crociere sismiche e che danno permessi dicendo che "non si sa" quali siano i danni dell'airgun. Si sa eccome, basta solo volerlo sapere.

Notare bene che New York e' ultra liberale, e la Virginia ultra conservatrice.

Il furore e' arrivato quando, in Novembre 2018, il National Marine Fisheries Service ha autorizzato cinque compagnie per fare airgun in Atlantico, dal Delaware alla Florida. Fra le prescrizioni-finzione, il comando di fermarsi se una delle specie protette si trova vicino alle navi dell'airgun.

Sono trent'anni che non ci sono ispezioni sismiche in Atlantico.

Trent'anni in cui nessuno ha seriamente pensato di trivellare l'oceano, e trent'anni in cui si sono sviluppate piccole e grandi realta' turistiche, di pesca, di bellezza che il petrolio non fara' altro che rovinare.

E infatti non si puo' dire lo stesso della costa Texana!

E adesso Trump si risveglia e dice che dobbiamo trivellare.

Intanto gli arriva un altro piccolo grande schiaffo: lui che non ne vuole sentire di cambiamenti climatici e che vuole trivelle-carbone-morte, ha trovato un avversario formidabile,  un giudice di una corte federale in South Carolina ha vietato all'amministrazione Trump di procedere con le ispezioni sismiche al largo dell coste dell'Atlantico.

Come forse in molti hanno letto sulla stampa italiana, il nostro governo e' chiuso, almeno parzialmente, perche' Trump vuole il muro e i democratici no. E quindi la soluzione e' stata di fermare tutte le attivita' non considerate essenziali finche' non risolve questa situazione.

Fra le decisioni da fermare, quella sulle trivelle e sull'airgun perche dare permessi non e' considerato vitale.

Ma i petrol-amici volevano far si che i permessi venissero firmati in quattro e quattr'otto anche con il governo chiuso. Il giudice federale Richard Gergel ha pero' detto no: il dipartmento dell'interno non ha il potere di dare permessi trivellanti o di ispezioni sismiche in Atlantico in questo periodo di governo chiuso.



Tutto questo e' successo ancora grazie all'intervento dell' Attorney General del South Carolina, stato repubblicano. Lui si chiama Alan Wilson e si e'opposto ai cinque trivellatori.

Invece i permessi trivellanti continuano nel golfo del Messico, gia' ampiamente trivellati e dove i petrolieri hanno la politica in tasca, e da tanto. Continuano anche le discussioni per bucare l'Arctic National Wildlife Refuge in Alaska, sotto tante critiche.


Un altro politico locale intanto, del South Carolina propone 10 di moratoria sul tema.


Giusto in tempo per liberarsi diDonald Trump.




Questo occorre ricordare: che gli USA non fanno airgun lungo le coste Atlantiche da 30 anni.


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Tuesday, January 22, 2019

Copenhagen 2025: prima citta' del mondo a bilancio CO2 zero





Copenhagen progetta di diventare la prima citta' del mondo a diventare a bilancio CO2 zero.

E cioe' si prevede che la capitale danese emettera' tanto CO2 quanto ne assorbe, nessuna citta' al mondo riesce a farlo, oggi.

Come succedera' in Danimarca? Usando le energie rinnovabili.

Gia' oggi  il 22% dell'elettricita' danese e' prodotta dal vento. Tutte le altre turbine in produzione aumenteranno la produzione fino al 50% entro il 2025 .

Ma non c'e' solo questo: l'infrastruttura danese e' stata completamente rivisitata e sia edifici pubblici che privati sono oggi di gran lunga piu' efficienti di quelli di altre citta' - isolazione, biciclette, bus elettrici o ad idrogeno.

Sono intanto state costruite una serie di isole artificiali, dette nel loro complesso Holmene e saranno a CO2 zero: sorgeranno qui industrie farmaceutiche, e high tech e il tutto sara' alimentato da 5 turbine da 6 mega ciascauna.

Ora si dira', oh si, ma la Danimarca ha solo 5.7 milioni di abitanti, e grazie che queste cose si possono fare. Io credo invece che il discorso sia un altro: e cioe' che questo mostra che si puo' fare. La sfida e' adattare queste cose alle altre realta'. Perche' non fare lo stesso, che so, in una isola minore italiana, in una regione piccola, un comune piccolo?

Ed eccoci allora: il vento genera adesso il 10% dell'energia dell'India, mica un paese piccolo!
Il sole, il 7% - con l'idea che le rinnovabili arriverano in India al 55% entro il 2030. Non male no, per un paese che ha 1.3 miliardi di persone!

Il Costa Rica e' arrivato all'11.5% di rinnovabilii dal vento - dal 2014 ad oggi, il 99% dell'energia del paese e' arrivato dalle rinnovabili.  Per chiudere il cerchio il governo ha adesso in programma un forte programma di incentivi per l'elettrificazione dei trasporti.

E quindi il morale della favola e' sempre lo stesso: volere e' potere.
Anche in Italia.

Monday, January 21, 2019

Lo scoppio di Santa Barbara del 1969: da allora zero trivelle nei mari di California































It is sad that it was necessary that Santa Barbara should be the example that had to bring it to the attention of the American people. What is involved is the use of our resources of the sea and of the land in a more effective way and with more concern for preserving the beauty and the natural resources that are so important to any kind of society that we want for the future. The Santa Barbara incident has frankly touched the conscience of the American people


Richard Nixon, 1969

Succedeva 50 anni fa
29 Gennaio 1969


3 millioni di litri di petrolio in mare

Il 29 gennaio 1969 una piattaforma petrolifera localizzata a sei miglia (10 chilometri) dalla costa di Santa Barbara, circa 200 chilometri a nord di Los Angeles, esplose. A causare lo scoppio furono le fortissime pressioni sotterranee causate dall'opera di trivellamento del fondale marino.

Un milione di litri di petrolio, fanghi ed acque di risulta vennero riversati nel mare per undici giorni initerrottamente: l'area interessata fu di circa 2500 chilometri quadrati. Circa 50 chilometri di spiaggia si tinsero di verdastro e il mare si mise a lutto stretto, colorandosi di nero.

L'impatto ambientale fu terrificante: si ritrovarono carcasse di delfini, balene, e pesci morti, avvelenati e soffocati dalle scorie petrolifere. Forte fu anche la moria di uccelli che si cibano di organismi marini. Molti animali continuarono a morire anche a causa dei detersivi usati per pulire il mare.

I cittadini di Santa Barbara si mobilitarono in un modo straordinario e promisero che un tale scempio non si sarebbe piu' realizzato lungo le loro spiaggie. Si organizzarono in un movimento chiamato "Get oil out", raccolsero piu' di centomila firme per vietare le trivellazioni offshore, fecero una pressione fortissima sui politici e montarono una enorme campagna di protesta, boicottando la Union Oil, responsabile del disastro.

L'eco di questa tragedia fu sentita in tutta l'America e le proteste giunsero fino a Washington, la capitale. Nel giro di un solo anno furono approvate leggi severissime per difendere il mare e l'aria, e per stabilire un ente nazionale, l'EPA per la protezione dell'ambiente.

I cittadini ebbero la meglio: fu dichiarata una moratoria temporanea nazionale, la Union Oil fu ritenuta colpevole e dovette risarcire denaro ai pescatori, agli esercizi commerciali locali legati al mare, e fu tenuta al pagamento di tutta l'operazione di pulizia nonche' a tutte le spese processuali.

Lo stato della California da sola implemento' una moratoria definitiva, resa ufficiale nel 1981 e che dura a tuttoggi. Nel 1970 (nel 1970!) venne approvata una legge dove tutte le compagnie che hanno intenzione di sfruttare le risorse naturali devono tenere riunioni illustrative con i cittadini, rendendo la documentazione pubblica.

L'ente di protezione della costa, la California Coastal Commission, deve dare la sua autorizzazione a qualsiasi progetto in vicinanza della spiaggia. Questo ente e' fra i piu' severi dello Stato. Sono veloci, ma duri e non guardano in faccia a nessuno - anni fa dissero no a David Geffen, uno dei piu' ricchi produttori di Hollywood che abita a Malibu' e che aveva illegalmente recintato parte della spiaggia, e negarono il permesso a The Edge degli U2 di costruire a Malibu.

L'incidente di Santa Barbara e' considerato il punto di partenza di una piu' forte coscienza mondiale della difesa dell'ambiente. Il primo Earth Day, la giornata della terra, fu celebrato il 22 Aprile 1970 in parte anche per commemorare lo scoppio.

Tutto questo succedeva 50 anni fa.

E in Italia?