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Friday, July 29, 2011

Molta strada da fare ancora

I am hopeful that further permit awards in the Southern Adriatic may soon be forthcoming. Should this be the case then Northern would expect to start planning additional seismic activity shortly thereafter.
We continue to focus much of our human resources towards progressing the Southern Adriatic, the West of Sicily Thrust and Fold Belt where we are partnered with Shell, and the Sicily Channel and Ionian Sea areas.

Nutro fiducia che futuri permessi saranno annunciati presto per l'Adriatico meridionale. Se questo fosse in caso, la Northern Petroleum iniziera' a programmare le attivita' sismiche subito dopo.
Continuiamo a focalizzare le nostre risorse umane per andare avanti nell'Adriatico del Sud, nella Sicilia Occidentale e nel Folt Belt dove siamo in partnership con la Shell, nel canale di Sicilia e nel mare Ionio.

Derek Musgrove, direttore della Northern Petroleum,
ditta titolare di circa 25 concessioni petrolifere nei mari Italiani.

14 Luglio 2011


Il Ministero dell'Ambiente, dopo il decreto 128/10 varato un anno fa in seguito allo scoppio della piattaforma americana BP, ha deciso di bloccare quindici concessioni petrolifere nei mari italiani.

Una bella vittoria a chi vede le cose da lontano, una lavatura di faccia a chi segue la faccenda piu' da vicino.

Si sapeva un anno fa che quelle concessioni sarebbero morte perche' sorgevano tutte vicino, troppo vicino alla riva. Sono ben contenta che siano tutte state non consegnate perche' sorgevano a 4, 5, 6, chilometri da riva. Una vera follia.

Ma e' alle altre che occorre pensare e che come sempre passano in sordina finche' e' troppo tardi.

Si, la Prestigiacomo ha bocciato questi 15 pozzi, ma intanto la Northern Petroleum si appresta a trivellare meta' litorale di Puglia e parte della Sicilia Orientale. Anche la MOG pensa di riperimetrarsi e riprovarci in Abruzzo. La Audax vuole trivellare a Pantelleria, e anzi questa isola e' totalmente circondata da concessioni.

Abbiamo una legge veramente inutile: 5 miglia sono solo 9 chilometri e sono uno specchio per le allodole.

Intanto se un ci pensa, questo vuol dire che prima del 2010 ciascuno poteva trivellare dove meglio gli pareva e infatti cosi cercavano di fare petrolieri d'Inghilterra, d'Irlanda, d'America e d'Australia.

In Abruzzo per esempio volevano piazzarci pozzi, desolforatori e navi FPSO a cinque chilometri da riva.

Adesso invece, nel 2011, tutto quello che e' a 9 chilometri non va bene, ma a 9 chilometri piu epsilon invece si.

Come se il mare, l'acqua, il petrolio o l'inquinamento conoscessero limiti legali. Che differenza c'e' fra 8.5 chilomenti e 9.2?

Come detto ad infinitum, una legge cosi e' troppo blanda e serve solo a rabbonire la gente, come quando Ms. Prestigiacomo annuncia: sono solo ispezioncine sismiche.

In California il limite e' 160 chilometri da riva. In Florida 200. Come possiamo pensare che 9 chilometri (o 20 nel caso di riserve marine) possano essere sufficienti, in un paese che non brilla per protezione dal suo mare, per risorse in caso di incidenti, per prevenzione?

Intanto le ditte si fanno furbe. In molti casi e' facile per loro riprendere le carte, e smussare i confini per rientrare nel limite dei 9 chilometri. E' quello che e' stato fatto per la d149 in Puglia!

Infatti basta andare a vedere cosa dice la Northern Petroleum sul suo sito ufficiale in merito al decreto 128/10 della Prestigiacomo:

Il decreto secondo loro:
  • Has no impact on Northern’s current reported reserves of 53.2 mmboe in Italy;
  • Has no significant effect on the exploration prospectivity of the Southern Adriatic;
  • Continues to have no significant impact on the exploration prospectivity of the West of Sicily Thrust Belt, however a successful application was submitted to reshape part of one application which fell within the zone covered by the Decree; and
  • Has had a greater, but largely limited, effect upon other offshore areas where near shore gas is the predominant target.
In soldoni in data 14 luglio 2011, dicono che nessuna delle loro concessioni e' affetta dal decreto - la Puglia e la Sicilia petrolizzate dalla Northern Petroleum possono quindi continuare tranquillamente.

La Northern Petroleum ha in questo momento:

9 permessi in Puglia,
21 permessi in Sicilia
6 permessi nel mare Ionio

Di questi nessuno parla.

Con enorme fatica io e Guido ci siamo messi a raccogliere testi, a scriverne. Alcune persone e gruppi hanno risposto positivamente, altri invece pensano che non sia affar loro, o che "ci pensera' un altro".

Invece no, occorrebbe sapere guardare al di la del proprio naso, e qualche volta, diventare grandi, prendersi le proprie responsabilita.

Ma mi sa che sono tutti al mare.

Speriamo che tenga.


Tuesday, July 26, 2011

Pagliaroli a San Vito, gli U2 a Malibu: due pesi, due misure.



E' un peccato che qualcuno dei politici di San Vito Marina la sera del 27 Maggio 2011 alla presenza di Enrico di Giuseppantonio, Fabrizio di Stefano, Luigi Comini, Antonio Sorgi e Mauro Febbo, continuasse a vantarsi di essere ignorante.

Qualcuno di loro si e' pure vantato di non conoscere l'inglese senza nemmeno vergognarsi - nel 2011! Infatti hanno detto che si sono dovuti far tradurre da altri dei testi della commissione europea che assegna le bandiere blu, appunto perche' non capivano cosa c'era scritto.

Peccato perche' se conoscessero l'inglese a sufficienza potrebbero leggersi questi articoli di stampa americani, linkati in basso e comodamente mai comparsi su quella italiana in cui Malibu, comune di 14,000 abitanti, scaccia via addirittura gli U2 che volevano fare la speculazione edilizia non lontano dalla costa pacifica, e senza guardare in faccia a nessuno.

Proprio cosi', Malibu per proteggere turismo e natura, ha detto di no a the Edge degli U2 che voleva costruire un complesso di 5 villette "ecocompatibili" su un collina a ridosso sul mare.

Tre anni fa The Edge si e' comprato la collina in alto nella foto per 9 milioni di dollari con 156 ettari di terra e vista sul mare in una delle zone piu belle di Malibu, non cementificata.

A molti sembrava impossibile fermarlo, data la fama e i soldi degli U2, ma tutti - la citta' di Malibu, gli editoriali del Los Angeles Times, la Commissione della Costa Californiana - proprio tutti, hanno detto a the Edge di tornarsene da dove e' venuto, sebbene avesse promesso di regalare strade, terreni, dischi e di piu', alla citta'.

Semplicemente Malibu ha deciso che la collina intatta, a lungo andare sarebbe stata piu' utile e vantaggiosa alla citta' di qualsiasi assegno che the Edge - vero nome David Howell Evans - poteva dargli.

Mica uno va a Malibu per vedere il cemento?

Il capo della Commissione Costale della California non ha avuto mezze parole. Il progetto di the Edge e':

One of the three worst projects that I've seen in terms of environmental devastation

Uno dei tre peggiori progetti che io abbia mai visto in termini di distruzione ambientale.

Erano 5 case.

Ora, da come la vedo io, anche se San Vito non e' certo paragonabile a Malibu, le situazioni, mutatis mutandis, sono simili: Malibu, ha avuto il coraggio di scacciare the Edge degli U2, San Vito ha paura a dire di no a Mr. Pagliaroli e al suo ecomostro sulle colline di San Vito.

E cosi' grazie all'ignoranza dei politici di San Vito, Pagliaroli potra' dire di avere sconfitto the Edge.

Evviva San Vito Marina, loro si che se intendono di turismo, mica Malibu!

Ecco qui i titoli della stampa americana:

U2's the Edge loses Coastal Commission vote 8 to 4

U2 guitarist The Edge loses bid to build in Malibu.

Coastal Commission rejects guitarist's Malibu development plan.

Go tell it on the mountain: the Edge does not need 5 homes here.

Friday, July 22, 2011

To the last drop - Documentario sulle tar sands del Canada









Sono a Vancouver, la citta' piu' vivibile del mondo secondo diverse classifiche mondiali. E' vero, e' tutto magnifico qui - le piste ciclabili infinite, spaziose, il verde pubblico, gli edifici di vetro, i pini, la gente educata, il mangiare variato e buono. Pare New York, ma piu' ordinata e composta. Sono tutti ambientalisti - con il compostaggio dentro lo Starbucks, il reciclaggio dovunque ti giri.

Eppure, qui vicino ci sono le tar sands, di cui abbiamo parlato piu' e piu' volte.

Mi pare tutto cosi' surreale e adesso che la conferenza e' finita mi chiedo perche' invece che parlare di aggregazione e di condizioni al contorno, non abbiamo parlato di queste tar sands alle nostre porte, e perche' non lo facciamo in tutto il mondo. Non c'e' niente di piu importante secondo me, a livello di collettivita', che trovare metodi rapidi per abbandondare la fossil fuel economy, specie l'uso di gas dal fracking e petrolio dalle tar sands.

La maggior parte del petrolio che usiamo negli USA arriva da qui, dal Canada, e non dall'Arabia Saudita. Vogliono costruire un nuovo gigante oleodotto dall'Alberta al Texas, apposta per noi americani. Una follia.

La comunita' piu' colpita dalle estrazioni selvaagge e' Fort Chip, piccola riserva di indiani. Hanno riversato arsenico, piombo, mercurio, cromo e altre sostanze tossiche e carcinogeniche nelle loro acque, parte di una delle piu' grandi riserve d'acqua del mondo. Trovano pesci deformi, i tumori della gente aumentano, gli indiani hanno visto cambiare il loro stile di vita. Prima bevevano l'acqua dal fiume, ora devono comprarla imbottigliata perche' i livelli di inquinanti sono triplicati in dieci anni.

Nel 2008 sono morte migliaia di uccelli abbagliati da una vasca di liquami tossici che pensavano fosse un lago di acqua normale. L'industria del pesce e' morta, perche' nessuno vuole piu' mangiare pesci deformi.

I petrolieri dicono che al mondo serve petrolio, al Canada i soldi. I politici cercano di difendere l'indifendibile, dicendo che e' tutto pulito, che non ci sono effetti a lungo termine, che il carbone inquina di piu', che non vogliono prendere lezioni da nessuno, che e' un sistema "unico".

La gente muore. Gli animali pure.

Trovano tumori rari nelle persone. Il medico che ha condotto le indagini e' stato rimosso perche', dicono, ha sollevato paure infondate nella gente. Gli esperti dicono che per ripulire tutto ci vorrebbero cosi tanti soldi che tutti guadagni delle tar sands non basterebbero. Le bonifiche sono solo per bellezza.

La tar sands sono grandi quanto la Grecia. Un terzo di tutto l'idrogeno solforato e diossido di sodio del Canada vengono da qui. Per ogni barile di petrolio, un barile e mezzo di sostanze tossiche.

Non se ne esce? Forse no. Ma forse l'enormita' dei danni da queste tar sands ci costringera' un giorno, a fare sul serio per uscire dall'economia del petrolio.
Intanto, in cima cosa succede in Alberta, documentario di Tom Radford.

Wednesday, July 20, 2011

Australia: inquinare costa $24.65 alla tonnellata



Il nuovo primo ministro d'Australia, Julia Gillard, ha passato una carbon tax, per abbassare le emissioni di CO2, per incentivare l'uso di energia rinnovabile e per diminuire l'uso di fonti fossili di petrolio e di carbone.

Semplicemente: per ogni tonnellata di CO2 che produci devi pagare una tassa di $24.65 al governo.

C'e' ancora tutto l'iter procedurale da completare, ci sono stati 10 mesi di dure lotte politiche, ma e' praticamente sicuro che questa tassa per l'ambiente diventera' realta'.

Non ho visto quasi niente sulla stampa italiana. Ecco allora la traduzione di alcune domande in una intervista fatta dal Los Angeles Times alla senatrice verde d'Australia Christine Milne, una delle principali artefici della legge.

A quali risultati portera' questa tassa sulle emissioni?


Credo che questo sia un enorme passo in avanti per l'Australia. Quando abbiamo iniziato i dibattiti interni dopo le elezioni federali del 2010 non penavo che avrebbero avuto un grande impatto a livello globale. Adesso credo di si, perche' dara' impeto a livello mondiale sapere che un paese come l'Australia, che dipende fortemente dalle fonti di energia fossile, sia preparato ad accettare il carbon trading per le emissioni, e che vuole puntare a riduzioni di emissioni di CO2 fino all'80% entro il 2050.

Credo che questo dara' un enorme segnale ad altri paesi come gli USA e il Canada:
se lo puo' fare l'Australia, lo possono fare tutti.

Cosa risponde lei alle critiche secondo cui questa carbon tax non diminuira' le emissioni totali d'Australia o secondo cui ci saranno invece ripercussioni negative sull'economia d'Australia?

Beh, i dati del ministero delle finanze mostrano che gli impatti sull'economia saranno trascurabili fino al 2050 almeno. In piu' stimiamo che i prezzi saranno tali da scoaggiare la costruzione di qualsiasi altro impianto a carbone in tutta l'Australia.

Ma io credo che il punto principale sia un altro: e cioe' che questa carbon tax e' un punto di svolta per la nazione. Nel momento in cui inzieranno ad arrivare i soldi, tutti i vantaggi verranno fuori: ci sara' la chiusura di stazioni energetiche inquinanti, ci saranno nuovi investimenti di energia rinnovabile e efficienza energetica. Verra' tutto alla luce.

C'e' voluto molto tempo per arrivare a questo punto. Quali sono stati gli ostacoli durante le negoziazioni o argomenti su cui i Verdi d'Australia hanno dovuto trovare compromessi?

Il fatto e' che entrambi i partiti principali sono andati alle elezioni del 2010 dicendo che non avrebbero introdotto la carbon tax fino al 2013, ma senza alcuna garanzia che questo sarebbe successo per davvero. La carbon tax e' passata solo perche' i Verdi siedono al potere nella Camera e nel Senato della nazione.

Perche' lei pensa che il dibattito pubblico su questo tema sia diventato cosi' virulento?

Il problema e' che Big Oil e Big Tobacco (petrolieri e venditori di sigarette) hanno montato campagne che mettono in dubbio i cambiamenti climatici. Ci sono stati enormi investimenti da parte delle lobby del petrolio in Australia nel generare dubbi e nel cercare di oscurare la verita' scientifica.

Che tipo di impatto lei pensa che questo avra' all'estero?

Io credo che questo sia molto piu' significativo di quanto non ci aspettassimo quando abbiamo iniziato 10 mesi fa. Nessuno si aspettava dopo Copenhagen nel 2009 che ci sarebbe stato un accordo internazionale contro i cambiamenti climatici, ma certo ci si aspettava molto piu' progresso di quello che invece e' stato. Non ci aspettiamo nemmeno molto progresso al convegno di quest'anno a Durham. Per questo io credo che la decisone sulla carbon tax dell'Australia, che e' una delle nazioni con maggiori emissioni di CO2 pro capita, che dipende enormemente dal carbone per l'energia, possa dare una vera spinta verso soluzioni globali.

Saturday, July 16, 2011

Basilicata vs. Pennsylvania




Soddisfare l'istanza dei lucani ad ottenere un effettivo risarcimento per lo sfruttamento del loro patrimonio minerario con una riduzione del prezzo della benzina e dei prodotti derivati


Cosimo Latronico
Senatore della Basilicata, 2008



Concentrazioni di idrocarburi nella diga del Pertusillo
6.4 milligrammi/litro

Concentrazioni di idrocarburi permessi nelle acque potabili in Italia
0.0001 milligrammi/litro

Per tutto il resto c'e' la bonus card di Latronico.


Come sempre la stoltezza dei politici italiani non ha mai limite.

Vivo da tanto tempo negli USA e forse e' per questo che sono diventata un po' piu' esigente verso chi ci rappresenta. Non riesco ad accettare che i politici italiani - pagati in proporzione a quelli USA cifre pazzesche - tendano sempre a minimizzare, ad accontentarsi di mezze soluzioni e a fare un po' come quando Eduardo de Filippo dice "e' cos'e nient" e poi ti ritrovi senza aria per respirare. In matematica diremmo "rinormalizziamo".

In Pennsylvania la ditta Cheasapeake energy e' stata multata di 900,000 dollari piu 188,000 dollari per avere inquinato le riserve acquifere di Bradford County, a causa del fracking e per un incendio che ha ferito tre lavoratori.

Un milione di dollari.

La storia e' semplice: nel Febbraio del 2010 i cittadini si erano lamentati per la cattivita' qualita' dell'acqua. L'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente dello stato della Pennsylvania ha fatto le dovute analisi e ha concluso che la colpa dell'inquinamento era per colpa dei pozzi del fracking non bene impermeabilizzati da cui fuorisciva materiale tossico che si mescolava all'acqua del sottosuolo. Gli hanno fatto non solo la multa ma anche fermato l'attivita' estrattiva per tre settimane.

La ditta ha pagato le multe senza fiatare e ha promesso che stara' piu' attenta.

Riassunto: la gente si lamenta, fanno le indagini, e multano i petrolieri di un milione di dollari. Certo non fermano il fracking, ma almeno il messaggio e' chiaro.


***

Anche in Basilicata l'inquinamento da petrolio e' storie da tutti i giorni.

Qui, e' dal 2010 che i cittadini si lamentano per le acque inquinate contenute dalla diga del Pertusillo. L'anno scorso infatti ci scoprirono pesci morti, ci fu il proliferare fuori controllo di un alga chiamata cornuta e la zona fu circondata da una puzza fortissima. Il sospetto era che le acque fossero state inquinate dall'attivita' petrolifera e dal cattivo funzionamento dei depuratori.

Un qualsiasi ente normale di difesa dell'ambiente farebbe l'interesse dei cittadini e indagherebbe seriamente. Tanto piu' che come riporta la OLA pare che la zona sia inquinata dal 2001 da IPA, idrocarburi policiclici aromatici.

Dieci anni dunque di denuncie piu' o meno forti. Dieci anni in cui non si fa niente a livello istituzionale, se non cercare di ricoprire tutto nella piu' grande anti-democratica omerta'. Addirituttura il tenente Giuseppe Di Bello che aveva osato denunciare il tutto fu sospeso senza paga per due mesi come riportammo a suo tempo.

L'istituzione che "dovrebbe" fare il controllo si chiama Arpab e dal suo sito, in merito al tutto afferma laconica:

A seguito del manifestarsi del fenomeno di fioritura algale che ha interessato l’invaso del Pertusillo nel Maggio 2010, l’ARPAB dal Luglio 2010 ha potenziato l’attività di monitoraggio della qualità delle acque dell’invaso, che, come è noto, vengono potabilizzate e successivamente distribuite.

Hanno "migliorato" il monitoraggio e messo un po di tabelle a cadenza bi o tri mestrale che nessuno leggera' mai e di cui non si capisce niente. Ci sono valori scritti, senza che si spieghi a nessuno se i valori sono alti, bassi, e quali siano i limiti di legge per ciascuna delle sostanze
tossiche.

Non si sa. Quello che quelli dell'Arpab non capiscono, secondo me, e' che un ente ha il dovere di rendere i propri risultati comprensibili al cittadino medio, e di farne gli interessi collettivi.

Soprattutto, perche' quelli dell'Arpab non scoprono di chi e' la colpa di questo inquinamento? Perche' quelli dell'Arpab non gli fanno le multe, non esigono che il tutto venga ripulito come si deve e che questo non succeda mai piu?

E' l'acqua da bere della gente!

E allora arrivano di nuovo i cittadini. La prof. Albina Colella assieme al tenente Di Bello e al giornalista Maurizio Bolognetti riuniti nell'associazione EHPA decidono di analizzarsi le acque della diga da se e scoprono che diversi parametri hanno superato i limiti di legge. Le acque del Pertusillo sono quindi inquinate dal punto di vista microbiologico e chimico-fisico.

L'acqua della diga del Pertusillo e' classificata "A2" - potabilizzabile attraverso l'impianto di Missanello (Potenza), cioe' inquinata ma che puo' essere consunata in seguito a trattamenti fisico-chimici e con la disinfezione.

Ecco qui la tabellina eseguita dall'EHPA:


Pertusillo Acque classe “A2” Acqua potabile

Ferro 5.7 mg/litro 2 mg/litro 0.2 mg/litro

Alluminio 5.3 mg/litro 0.2 mg/litro 0.2 mg/litro

Idrocarburi 6.4 mg/litro 0.2 mg/litro 0.0001 mg/litro


Cioe' secondo gli studi dell'EHPA, l'acqua della diga Pertusillo ha valori di ferro e alluminio circa 25 volte maggiori che l'acqua potabile e valori di idrocarburi 60,000 volte maggiori.

Sessanta mila! L'acqua e' cosi inquinata che non puo' nemmeno essere classificata "potabilizzabile".

Infatti sono morte tutte le carpe, mica sono sceme.

E qui arriva la soluzione geniale dei politici di Basilicata, dell'Arpab, del presidente della regione Vito de Filippo, dell'assessore all'ambiente Agatino Mancuso, del presidente dell'Arpab Raffaele Vita, di tutte le mezze cartuccie che stanno ai posti di potere in Basilicata:

Facciamoli stare zitti, e invece di dargli acqua pulita, invece di capire chi ha messo quella monnezza nella diga, invece di multare chi ha inquinato la diga con valori sessanta mila volte piu' di quanto lecito, diamogli una "bonus card" di sconto per la benzina.

Ti tolgono l'acqua da bere, ti danno carpe morte, ti mettono veleni 60 mila volte in piu' quanto la legge consente, tolgono lo stipendio a chi lavora per collettivita' e per farti stare zitto ti fanno un po' lo sconto sulla benzina.

Altro che multe da un milione di dollari.

Saranno cos'e' niente.












Monday, July 11, 2011

Affondiamo la Northern Petroleum

** 3 Settembre 2011: Il Ministero ha comunicato che accetteranno osservazioni ad oltranza, finche' non decidono. Quindi le lettere si possono mandare ancora, sia per la Sicilia che per il Salento **


La Northern Petroleum vuole trivellare il basso Adriatico, e questa volta siamo in tempo per ribellarci da cittadini informati e attivi.

Ecco qui i link per le osservazioni brevi e ancora piu brevi contro la Northern Petroleum che nel particolare vuole trivellare al largo delle coste di Monopoli-Ostuni-Lecce. La scadenza per dire il proprio no al Ministero e' il 2 Agosto.

Le istruzioni per inviare i testi sono semplici:

1. Aggiungere dettagli personali e/o della propria esperienza di vita al mio testo base - albergatori? turisti? pescatori? amanti del mare? - in modo da non mandare al ministero testi tutti uguali. Quello che ho scritto e' solo un testo base, che si puo' mandare tal quale ma al quale e' meglio aggiungere considerazioni individuali.

2. Mettere nome, data, indirizzo. Lettere anonime non vanno bene.

3. Inviare con raccomandata a ricevuta di ritorno al

Ministero dell'Ambiente
Direzione per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Divisione III
Attenzione: Concessione d71 FR-NP e d149 DR-NP Northern Petroleum
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 - Roma

4. Se si ha la posta elettronica certificata si puo' mandare il tutto a

DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it

come dice il Ministero dell'Ambiente dal suo sito. Chi non ha la PEC puo' richiederla da questo sito e poi dovra' andare in posta. La raccomandata a ricevuta di ritorno costa 5 euro, con la PEC e' gratis.

5. Mandare se possibile una copia anche a me, che mettiamo tutto nel raccoglitore comune. Questo serve solo per la cronistoria, e per referenze future. Ad esempio, qui dove abbiamo messo tutti i testi mandati contro Ombrina Mare qualche tempo fa. Se volete che mandi io al ministero tramite posta email certificata lo faccio io, anche se sarebbe meglio che ciascuno lo mandasse indipendentemente.


6. Incoraggiare enti, comuni, associazioni a farlo a loro nome. E' importantissimo.


Ormai sono diversi mesi che mandiamo osservazioni su vari testi di petrolieri, e la metodologia e' abbastanza collaudata. Questo si vede anche dalle pagine ministeriali dove finalmente compaiono indicazioni funzionali su come fare, e a chi scrivere che prima non c'erano.

Per chi volesse leggersi la VIA al completo e preparare i suoi testi di sana pianta, sono qui linkati e scaricabili.

Basta solo che ora facciamo sentire la nostra voce forte, compatta e numerosa.

Il Ministero e' obbligato a tenere conto di queste osservazioni, secondo vari trattati internazionali.

Anche per l'ultima concessione, la d5o5 delle isole Tremiti da parte della Petroceltic, scrivemmo le osservazioni a suo tempo. Allora, come adesso, le ditte trivellanti vogliono eseguire sondaggi marini e trivellare pozzi preliminari. Il Ministero concesse "solo" i sondaggi marini, invece che anche l'autorizzazione alla trivellazione preliminare, in parte anche grazie ai nostri testi. Il fatto che avessimo mandato osservazioni e' stato poi usato nei ricorsi al TAR mandati da vari comuni di Puglia, Abruzzo e Molise.

Nella mia opnione, mandare osservazioni e' uno dei pochi modi ufficiali che abbiamo di fare sentire la nostra voce, ed e' piu' importante avere tanti testi di contrarieta' da tante persone, che uno solo, per quanto iper-tecnico e perfetto. E' un diritto che e' sancito dalla comunta' europea tramite il trattato di Aarhus, recepito anche dall'Italia.

Infine, molti penseranno che questo e' un problema delle Puglie visto che la concessione si trova nei loro mari. Io invece penso che sia un problema di tutti, e che oggi le Puglie, domani casa di ciascuno di noi. Il ministero non mette limiti di residenza, per cui tutti possono fare sentire la propria voce. E' un bel modo di dimostrare solidarieta' fra noi. Spero anche che in futuro gli abitanti di Puglia possano essere solidali con quelli di altre regioni.

Ecco. In questi giorni preparero' il mio testo, ma intanto tutti possono iniziare a spedire questa seguendo questa possibile traccia.


Grazie a Giuseppe Deleonibus e a Guido Pietroluongo con cui abbiamo coordinato il tutto in questi giorni. Il tutto deve essere mandato entro il 2 Agosto 2011.

I testi di tutte le concessioni si possono scaricare da qui

Wednesday, July 6, 2011

La Exxon e il fiume Yellowstone



Ai politici della Basilicata: prendete esempio. La diga del Pertusillo, le carpe morte, e i laghetti inquinati non hanno meritato neanche una parola da parte vostra.

In Montana non si scherza. Il governatore Brian Schwitzer ha detto ieri che stara' attaccato alle costole della Exxon-Mobil come "la puzza di una puzzola" per obbligare la ditta a ripulire il fime Yellowstone, in una zona pristina. Questo dopo che la Exxon ha cercato di passare il messaggio che l'impatto dello scoppio delle loro tubature era modesto e dalle conseguenze limitate.

La sera di Venerdi' 1 luglio una tubatura di un oleodotto di circa 30 cm di diametro ha ceduto, a circa 150 miglia da Yellowstone National Park, vicino alla citta' di Laurel, Montana, rilasciando 1000 barili, circa 160,000 litri di petrolio nel fiume, in questo periodo in piena.

L'oledotto portava 40,000 barili di petrolio al giorno, dal nord del Montana fino a Billings, la capitale e nel suo percorso incontrava 2 raffinerie. Le operazioni sono state fermate.

I fumi tossici hanno dato problemi alle persone, che sono svenute, hanno registrato problemi al respiro, alla pelle e sono finite all'ospedale. 350 persone hanno partecipato alle operazioni di pulizia del fiume.

I contadini e i ranchers della zona che li allevano bestiame e piantano grano, soya e fieno, riportano che l'acqua alta del fiume ha riversato petrolio sulla loro proprieta'.

It was the night the river peaked, so the river water was flooded all over the place, and that brought oil all over both ranches. All of our grasslands ... have just thick, black crude stuck to all the grass, trees, low lands. We get all our drinking water from our wells and for our animals. All the groundwater, I assume, is probably contaminated. We just don't know.
Era la notte in cui la piena del fiume era massima, e l'acqua del fiume ha allagato tutta l'area, mandando petrolio su tutti i nostri ranch. Tutti i nostri campi adesso hanno petrolio nero e denso sull'erba, sugli alberi, sulle praterie. La nostra acqua viene dai pozzi artesiani. Penso che tutta l'acqua del sottosuolo sia inquinata. Non lo sappiamo.
Non si sa perche' l'oloedotto sia esploso. Ma si pensa all'erosione, all'acqua alta del fiume e le abbondanti nevicate invernali.

Il dipartimento americano del trasporto ha ordinato alla Exxon di sistemare il problema al piu' presto, di condurre una revisione di tutte le 69 miglia di oleodotto nella zona - circa 110 chilometri - e deve presentare un rapporto dettagliato prima che le loro operazioni possano ricominciare.

L'inquinamento si e' sparso per 25 miglia dal punto inziale - circa 40 chilometri - hanno chiuso per precauzione le tubature dell'acqua potabile, per paura che potessero essere contaminate. Il governatore Schweitzer ha detto che il pieno impatto dell'inquinamento e' ancora tutto da verificarsi e che il petrolio protrebbe spargersi per centinaia di miglia lungo il fiume.

Il governatore dice:

Oil is a toxic substance in itself. A whole suite of organisms, from mink to herons to sturgeon to dragonflies, are going to be affected as waves of oil come through.

Il petrolio e' una sostanza tossica, tutta una serie di organismi, dai visoni agli aironi agli storioni alle libellule saranno impattati dall'onde di petrolio.

Cioe' quelli del Montana si preoccupano delle libellule. Proprio come in Basilicata, dove a De Filippo e compari non gliene importa niente neanche dei cristiani.

Friday, July 1, 2011

San Vito e l'ecomostro Pagliaroli

** Update 23 Gennaio 2014 ** 






Di questa storia abbiamo gia' parlato.

Gianni Pagliaroli, e' un 24-enne che non si sa dove vengono i suoi quattrini e che vuole cementificare un'intera collina a San Vito per farci un resort, con 400 stanze, piscine, campi sportivi, teatro, gallerie dell'arte. Il tutto su un area di 200 mila metri quadrati di terra (20 ettari), adesso coperti da foresta.

Infatti si chiama Colle Foresta. Loro invece lo chiamano resort per non chiamarlo ecomostro.

Il comune di San Vito, che pare in tutto e per tutto ancorato agli anni '60, sta' gia' provando a cambiare le destinazioni d'uso dei terreni, da agricoli a "turistici" e dunque aperti all'edilizia turistica. Leggi ecomostro. Non importa che li non ci si puo' costruire perche' c'e' stato un incendio nel 2000 e la legge vieta le costruzioni per 15 anni successivi, come ricorda Italia Nostra che ha depositato ricorso al TAR.

Siccome tutta San Vito pensa che sia uno scempio, siccome Walter Caporale ha presentato interrogazioni alla regione, quelli del comune non sanno cosa altro fare se non cercare di mettere le pezze e dire ah si, sventriamo le colline, ma e' tutto ecocompatibile e porta soldi e lavoro.

Sicuro!

E quindi vai con il volantinaggio! Il comune che fa volantini per conto di un privato! Ma si rendono conto di essere comici?

Ecco qui descritte le azioni di sindaco di San Vito, giunta comunale e dei consiglieri Massimo D’Alessandro, VitoVerì, Giovanni Berghella e Giuseppe De Nobile e le spiegazioni di Luigi Comini.

La sera dei fischi a San Vito, zitta zitta, mi si avvicino' una signora, disperata. Non finiva piu' di ringraziarmi e soprattutto aveva fame di raccontare la sua storia.

La Pagliaroli possiede terreni, si, ma non strade.

E siccome occorrono strade per andare all'ecomostro e ci sono solo sentieri privati sui campi dei privati, si decide di fare l'esproprio alle terre dei contadini, a quattro soldi e, come raccontava la signora, con arroganza, come se tutto fosse nelle loro mani.

Quelli erano terreni che da generazioni stavano nelle mani di cittadini rispettosi della legge, e ora devono riununciarci non per opere di pubblica utilita', ma per il bene di Mr. Pagliaroli e del suo ecomostro!

Ma vi pare un comune che difende i suoi cittadini? Chi l'ha detto che Mr. Pagliaroli e' piu' importante della signora e dei suoi terreni? Gli espropri si fanno per il bene pubblico, e non per gli affari privati di Mr. Pagliaroli.

Ma eccolo qui il nostro eroe. Si commenta da solo.

Dice che Pescara dista solo 100-110 chilomentri da Roma!!! Dice che i trabocchi sono un patrimonio Unesco! Ma cosa dice? Strumentalizza pure il terremoto. Notare che non lo sa nemmeno pronunciare resort.

E a questo qui dovremmo regalare un intera collina? Dice che il terreno e' vergine, e la zona e' bella. E cosi' ci piazza l'ecomostro? Dice anche che lui vuole fare: Seconde case. Resort. Sardegna. Mix. RTA. Hotel. Talassoterapia. Galleria delle arti. Location. Destagionalizzazione. Partner stranieri. Fondi FAS, Fondi immobiliari. Autorita' locali. 350 posti di lavoro. Sisma. Pool di banche. Il problema e' la parte amministrativa. Mercato deve rispondere. Percentuale di avanzamento molto importante.

Di nuovo eccolo qui:



Le twin tower che confinano con l'Abruzzo. Progetto internazionale. Esposizioni. Gestori internazionali. Ambiti mondiali. Far conoscere la regione all'estero. Resort d'elite, in posizione dominante. Area importante. Costa dei trabocchi. Grotta delle farfalle.

Piattaforme in mare? Non se ne parla.

Vaglielo a spiegare che quei due americani che si sono venuti a sposare a San Vito che erano felici del mare e che la natura vogliono vedere e non il cemento!

E grazie che quelli del comune di San Vito non lo vogliono il parco della Costa Teatina.

Nel parco un ecomostro cosi' non ce lo puoi mettere! Nel parco si possono solo valorizzare le strutture gia' esistenti e non costruire aberrazioni di 400 stanze in "posizione dominante" come dice Mr. Pagliaroli.

Un ecomostro oggi, uno domani e poi San Vito come Francavilla.

Evviva.