Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerà con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale.
Ippocrate
Ippocrate
Il 26 settembre 1976 lo stabilimento ENIchem di Manfredonia, in provincia di Foggia, esplose e rilascio' trentadue tonnellate di anidride arseniosa, di formula chimica As2 O3. L'arsenico veniva usato nella formazione di fertilizzanti prodotti dall'ENIchem.
Fu tutto messo subito a tacere. Alla popolazione, terrificata, si disse che la nube nera che avvolgeva la citta' era dannosa tanto quanto il fumo di sigaretta e che non c'erano danni anche se gia' da allora si sapeva che l'arsenico era fortemente tossico.
L'arsenico e l'anidride arseniosa infatti sono cancerogeni. A dosi piu' o meno basse, quest'ultima causa vomito, dolori addominali, perdita di sangue, diarrea, problemi agli occhi, cardiovascolari, infiammazione del fegato e dei reni, problemi alla coaugulazione del sangue. Spesso le unghia diventano fragili e si perdono i capelli. Fra i problemi riproduttivi dovuti ai derivati d'arsenico ci sono aborti spontanei, feti sottosviluppati e deformazioni congenite.
Bene, l'ENIchem, che fa capo alla benefattrice dell'umanita' ENI, dopo avere riversato questa robaccia su duemila operai e su 50,000 cittadini di Manfredonia, mando' alcuni dei suoi lavoratori a ripulire la zona alla meno peggio. Strumenti in dotazione: la scopa. Tipo di precauzione per proteggere le vie respiratorie, la pelle o l'apparato digerente: nessuno. Toglievano il veleno a mani nude.
Fra questi operai un uomo di 30 anni, Nicola Lovecchio. Per mesi lavoro' alla pulizia dell'area contaminata, e continuo' a lavorare nello stabilimento Enichem fino al 1996 quando ando' in pensione perche' colpito da tumore ai polmoni qualche tempo prima, a 47 anni. Era un non-fumatore.
In tutti quegli anni, prima e dopo l'esplosione, l'ENIchem aveva continuato ad usare e a produrre arsenico senza un minimo di precauzione verso i propri operai e la citta'. Gli incidenti si sono ripetuti. La falda acquifera e il ciclo alimentare sono stati inquinati. Alcuni bambini sono nati con il fegato liquefatto per colpa dell'arsenico. Nel 1988 la produzione di caprolattame (l'ingrediente di base per fare il nylon) dell'Enichem venne fermata perché gli scarichi a mare causarono una moria di delfini e tartarughe nell' Adriatico.
Nel 1994 il colpo di scena. La Regione Puglia decide di autorizzare la reindustrializzazione dell’area di Manfredonia senza una valutazione d’impatto ambientale, e dando pure le sovvnezioni all'ENichem. Nel 2002 l’Unione Europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia che
"non ha adottato le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti, stoccati o depositati in discarica presenti nel sito Enichem, fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e pregiudizio per l’ambiente”.
Intanto, le analisi delle urine dei lavoratori continuarono a mostrare valori troppo alti di arsenico: ben quattordicimila volte superiore alla norma. Mica uno o due, quattordici mila!
E allora, facile facile, ci furono alcuni "medici" che decretarono che l'arsenico era dovuto ai troppi crostacei mangiati dagli operai. Le aragoste infatti bioaccumulano arsenico. Ecco dunque il colpevole di tutto quell'arsenico: i due chili al giorno di aragoste mangiate dai lavoratori!
Con questa spiegazioncina si pote' tornare a vivere tranquilli. Invece che a tarallucci e vino qui fini' ad aragoste e vino per vent'anni. Intanto l'infermieria ENIchem nascondeva le cartelle cliniche.
Verso la meta' degli anni '90, dopo avergli diagnosticato il tumore, l'oncologo Maurizio Portaluri, decise di unire le sue forze a quelle di Nicola Lovecchio. Fanno indagini fra amici, ex lavoratori, persone che erano in ENIchem quella mattina del 1976. Degli operai messi a pulire l'arsenico, 23 sono morti o hanno avuto patologie tumorali in eta' relativamente giovane. Nicola Lovecchio presenta un esposto alla magistratura di Foggia che sfocia in un processo per dieci dirigenti ENIchem e due professori universitari di medicina del lavoro consulenti per l' Enichem all’epoca dei fatti.
I nomi dei docenti-consulenti dell'Universtia' di Bari accusati sono
LUIGI AMBROSI
VITO FOA'
Le accuse per tutti furono di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni e omissioni di controllo.
Nel 2001 parte di processo. Furono diciannove le famiglie che si costituirono contro l'ENIchem, assieme a varie centinaia di persone collegate ad associazioni ambientali fra cui Medicina Democratica e un gruppo di sole donne detto Bianca Lancia.
L'ENIchem decide allora di usare una strategia infame: diamo delle somme di denaro agli accusanti in cambio del ritiro della denuncia. Oltre a diciassette famiglie, i comuni di Manfredonia nella persona del sindaco Paolo Campo, e altri due comuni vicini, Mattinata e Monte Sant'Angelo, se li presero quei soldi e NON si sono presentati parte civile al processo.
Alla fine del processo, nel 2007, oltre alle associazioni ambientaliste, a combattere l'ENIchem era rimasta solo la famiglia di Nicola Lovecchio, nella persona di sua moglie AnnaMaria, e quella di un altro operaio, Elio Amicarelli. Tre sindaci e diciassette famiglie su diciannove presero i soldi. Sono colpevoli anche loro.
Il 5 Ottobre 2007 la "giudice" Michela Valente da ragione all'ENIchem: tutti innocenti. Il fatto non sussiste. La colpa e' delle aragoste.
Intanto, da una parte lo studio promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2003 a Manfredonia dove si conclude che nella citta' c'e'
"un eccesso di mortalità per tumore allo stomaco nei maschi e un aumento dei tumori alla laringe, alla pleura e mielomi multipli nelle donne, nonche' aumenti generali di leucemie e malattie non tumorali all'apparato genito-urinario. Gli eccessi riscontrati possono essere indicativi di effetti dalle esposizioni da arsenico, e in particolare all'emergere dei primi effetti a lunga latenza che potrebbero aggravarsi negli anni successivi"
Dall'altro lato, nel 2008 i professori di Bari e di Foggia ripetono le proprie analisi e dicono che si tratta ancora di aragoste come riferisce il sito sicurezzaonline. Gli illustri scienziati pugliesi che ci salvano dalle aragoste sono:
LUIGI VIMERCATI,
ANTONIO CARRUS,
TOMMASO GAGLIARDI,
GIUSEPPE SCIANNAMBLO,
FRANCESCA CAPUTO,
VIVIVANA MINUNNI,
MARIA ROSARIA BELLOTTA,
GIGLIOLA DE NICHILO,
LUCIA BISCEGLIA,
VINCENZO CORRADO,
P. DE PASQUALE,
GIORGIO ASSENNATO.
Queste sono le ultime dichiarazioni di Nicola Lovecchio:
Il senso della mia vita è quello di continuare a lottare: voglio vivere, non voglio andarmene così. Non posso stare seduto ad aspettare la fine che questa malattia mi consuma del tutto e senza aver fatto nulla per riacquistare la mia dignità di uomo. Dirò ai miei tre figli: vedete nella mia sfortuna lotto perché ho un debito nei vostri e nei miei confronti. Se sentite di stare nel giusto andate avanti senza alcun timore.
Nicola Lovecchio e' morto di tumore a 50 anni nel 1997.
Dopo 30 anni, la bonifica di Manfredonia in seguito ai riversamenti di arsenico non e' ancora completa. Trecento ettari di terra e centro cinquanta in mare sono ancora contaminati.
La gente continua a morire.
Il 1976 e' un ricordo lontano.
Non esistono colpevoli, ma solo aragoste assassine.
Io mi vergogno di essere parte di un paese cosi'.
Fonti dirette: Damiano Cafiero cittadino di Manfredonia,
Fonti: Peacelink, Panorama, Medicina Democratica, Medicina Democratica 2, La Repubblica, Il Manifesto, Wikipedia
Fu tutto messo subito a tacere. Alla popolazione, terrificata, si disse che la nube nera che avvolgeva la citta' era dannosa tanto quanto il fumo di sigaretta e che non c'erano danni anche se gia' da allora si sapeva che l'arsenico era fortemente tossico.
L'arsenico e l'anidride arseniosa infatti sono cancerogeni. A dosi piu' o meno basse, quest'ultima causa vomito, dolori addominali, perdita di sangue, diarrea, problemi agli occhi, cardiovascolari, infiammazione del fegato e dei reni, problemi alla coaugulazione del sangue. Spesso le unghia diventano fragili e si perdono i capelli. Fra i problemi riproduttivi dovuti ai derivati d'arsenico ci sono aborti spontanei, feti sottosviluppati e deformazioni congenite.
Bene, l'ENIchem, che fa capo alla benefattrice dell'umanita' ENI, dopo avere riversato questa robaccia su duemila operai e su 50,000 cittadini di Manfredonia, mando' alcuni dei suoi lavoratori a ripulire la zona alla meno peggio. Strumenti in dotazione: la scopa. Tipo di precauzione per proteggere le vie respiratorie, la pelle o l'apparato digerente: nessuno. Toglievano il veleno a mani nude.
Fra questi operai un uomo di 30 anni, Nicola Lovecchio. Per mesi lavoro' alla pulizia dell'area contaminata, e continuo' a lavorare nello stabilimento Enichem fino al 1996 quando ando' in pensione perche' colpito da tumore ai polmoni qualche tempo prima, a 47 anni. Era un non-fumatore.
In tutti quegli anni, prima e dopo l'esplosione, l'ENIchem aveva continuato ad usare e a produrre arsenico senza un minimo di precauzione verso i propri operai e la citta'. Gli incidenti si sono ripetuti. La falda acquifera e il ciclo alimentare sono stati inquinati. Alcuni bambini sono nati con il fegato liquefatto per colpa dell'arsenico. Nel 1988 la produzione di caprolattame (l'ingrediente di base per fare il nylon) dell'Enichem venne fermata perché gli scarichi a mare causarono una moria di delfini e tartarughe nell' Adriatico.
Nel 1994 il colpo di scena. La Regione Puglia decide di autorizzare la reindustrializzazione dell’area di Manfredonia senza una valutazione d’impatto ambientale, e dando pure le sovvnezioni all'ENichem. Nel 2002 l’Unione Europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia che
"non ha adottato le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti, stoccati o depositati in discarica presenti nel sito Enichem, fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e pregiudizio per l’ambiente”.
Intanto, le analisi delle urine dei lavoratori continuarono a mostrare valori troppo alti di arsenico: ben quattordicimila volte superiore alla norma. Mica uno o due, quattordici mila!
E allora, facile facile, ci furono alcuni "medici" che decretarono che l'arsenico era dovuto ai troppi crostacei mangiati dagli operai. Le aragoste infatti bioaccumulano arsenico. Ecco dunque il colpevole di tutto quell'arsenico: i due chili al giorno di aragoste mangiate dai lavoratori!
Con questa spiegazioncina si pote' tornare a vivere tranquilli. Invece che a tarallucci e vino qui fini' ad aragoste e vino per vent'anni. Intanto l'infermieria ENIchem nascondeva le cartelle cliniche.
Verso la meta' degli anni '90, dopo avergli diagnosticato il tumore, l'oncologo Maurizio Portaluri, decise di unire le sue forze a quelle di Nicola Lovecchio. Fanno indagini fra amici, ex lavoratori, persone che erano in ENIchem quella mattina del 1976. Degli operai messi a pulire l'arsenico, 23 sono morti o hanno avuto patologie tumorali in eta' relativamente giovane. Nicola Lovecchio presenta un esposto alla magistratura di Foggia che sfocia in un processo per dieci dirigenti ENIchem e due professori universitari di medicina del lavoro consulenti per l' Enichem all’epoca dei fatti.
I nomi dei docenti-consulenti dell'Universtia' di Bari accusati sono
LUIGI AMBROSI
VITO FOA'
Le accuse per tutti furono di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni e omissioni di controllo.
Nel 2001 parte di processo. Furono diciannove le famiglie che si costituirono contro l'ENIchem, assieme a varie centinaia di persone collegate ad associazioni ambientali fra cui Medicina Democratica e un gruppo di sole donne detto Bianca Lancia.
L'ENIchem decide allora di usare una strategia infame: diamo delle somme di denaro agli accusanti in cambio del ritiro della denuncia. Oltre a diciassette famiglie, i comuni di Manfredonia nella persona del sindaco Paolo Campo, e altri due comuni vicini, Mattinata e Monte Sant'Angelo, se li presero quei soldi e NON si sono presentati parte civile al processo.
Alla fine del processo, nel 2007, oltre alle associazioni ambientaliste, a combattere l'ENIchem era rimasta solo la famiglia di Nicola Lovecchio, nella persona di sua moglie AnnaMaria, e quella di un altro operaio, Elio Amicarelli. Tre sindaci e diciassette famiglie su diciannove presero i soldi. Sono colpevoli anche loro.
Il 5 Ottobre 2007 la "giudice" Michela Valente da ragione all'ENIchem: tutti innocenti. Il fatto non sussiste. La colpa e' delle aragoste.
Intanto, da una parte lo studio promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2003 a Manfredonia dove si conclude che nella citta' c'e'
"un eccesso di mortalità per tumore allo stomaco nei maschi e un aumento dei tumori alla laringe, alla pleura e mielomi multipli nelle donne, nonche' aumenti generali di leucemie e malattie non tumorali all'apparato genito-urinario. Gli eccessi riscontrati possono essere indicativi di effetti dalle esposizioni da arsenico, e in particolare all'emergere dei primi effetti a lunga latenza che potrebbero aggravarsi negli anni successivi"
Dall'altro lato, nel 2008 i professori di Bari e di Foggia ripetono le proprie analisi e dicono che si tratta ancora di aragoste come riferisce il sito sicurezzaonline. Gli illustri scienziati pugliesi che ci salvano dalle aragoste sono:
LUIGI VIMERCATI,
ANTONIO CARRUS,
TOMMASO GAGLIARDI,
GIUSEPPE SCIANNAMBLO,
FRANCESCA CAPUTO,
VIVIVANA MINUNNI,
MARIA ROSARIA BELLOTTA,
GIGLIOLA DE NICHILO,
LUCIA BISCEGLIA,
VINCENZO CORRADO,
P. DE PASQUALE,
GIORGIO ASSENNATO.
Queste sono le ultime dichiarazioni di Nicola Lovecchio:
Il senso della mia vita è quello di continuare a lottare: voglio vivere, non voglio andarmene così. Non posso stare seduto ad aspettare la fine che questa malattia mi consuma del tutto e senza aver fatto nulla per riacquistare la mia dignità di uomo. Dirò ai miei tre figli: vedete nella mia sfortuna lotto perché ho un debito nei vostri e nei miei confronti. Se sentite di stare nel giusto andate avanti senza alcun timore.
Nicola Lovecchio e' morto di tumore a 50 anni nel 1997.
Dopo 30 anni, la bonifica di Manfredonia in seguito ai riversamenti di arsenico non e' ancora completa. Trecento ettari di terra e centro cinquanta in mare sono ancora contaminati.
La gente continua a morire.
Il 1976 e' un ricordo lontano.
Non esistono colpevoli, ma solo aragoste assassine.
Io mi vergogno di essere parte di un paese cosi'.
Fonti dirette: Damiano Cafiero cittadino di Manfredonia,
Fonti: Peacelink, Panorama, Medicina Democratica, Medicina Democratica 2, La Repubblica, Il Manifesto, Wikipedia