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Nel post di oggi vorrei fare delle precisazioni. Questo blog nasce, cresce, e un giorno finira' con il solo scopo di essere uno strumento nella lotta contro l'Abruzzo petrolizzato. L'Abruzzo e' la regione verde d'Europa, almeno sulla carta, e io voglio solo che questa identita' resti e che, anzi si rafforzi sempre piu' nei fatti e nell'immaginario collettivo.
La valorizzazione del territorio, assieme con lo sviluppo del sapere e' l'unica risposta possibile alla globalizzazione e alla concorrenza con cinesi, indiani e con il resto delle societa' emergenti. Nessuna fabbrica cinese ci potera' mai via la bellezza delle nostre colline e saremmo degli sciocchi a regalarle ai petrolieri in cambio di pochi denari. Questa e' la lezione che ci da oggi la Basiliciata, dove il petrolio non ha portato nulla di buono ai cittadini.
In questo blog dunque si parla di come difendere l'Abruzzo dall'attacco dei petrolieri, avvoltoi in una terra che per negligenza o malafede politica si ritrova totalmente indifesa davanti ad ENI, Edison, Petroceltic, MOG, Shell e chi piu' ne ha piu ne metta. Cio' che queste ditte vogliono fare in Abruzzo non se lo sognerebbero neppure di farlo in altre parti del mondo occidentale.
In questo blog dunque, non si parla di cellulari, di latte, di batterie delle automobili verdi. Si parla di petrolio. Si parla dei misfatti dei petrolieri.
Chi desidera parlare di altri temi e' invitato a farlo altrove.
1) Che le raffinerie di petrolio hanno conseguenze gravi sulla salute umana e' un dato di fatto. Le ultime analisi fatte a Falconara non lasciano dubbi. Chi vive vicino alla raffineria, si ammala di piu' di cancro e leucemia. Punto. A Viggiano l'agricoltura non esiste piu'. Punto. A Gela un bambin su sei nasce deforme. Dei 50 siti inqunati di interesse nazionale, la meta' porta la firma dell'ENI. Queste non sono interpretazioni, sono fatti.
2) L'organizzazione mondiale della sanita' fissa i limiti di idrogeno solforato a 0.005 ppm, come limiti tollerabile all'uomo. In Massachusetts per essere piu' prudenti, si arriva a 0.0006ppm, con uno zero in piu'. Perche' in Italia questo limite deve essere 30 ppm? Forse che l'OMS abbia sbagliato i conti? Io non credo. Credo piuttosto che sia la legge italiana che sia troppo di manica larga coi petrolieri. Ad ogni modo la gente ha il diritto di conoscere tutti i numeri e poi decidere per se. Credo che solo chi vive in disonesta' morale possa ritenere questi fatti accettabili.
3) I petrolieri godono di pessima fama ovunque. Ovunque sono andati hanno lasciato dietro di se solo una cattiva immagine: per dirne una l'ENI ha decine e decine di cause aperte in tutto il mondo per danni ambientali e per creazioni di cartelli di prezzi (per non parlare del fatto di essere la madre di tutte le tangenti, con i vari scandali ENimont). Il fatto che l'ENI dia la benzina per andare in macchina non mi incanta minimamente. Faccio il pieno anche io, ma questo vuol dire che uno debba per forza prostarsi a loro e dargli carta bianca per acettare di trivellare dove piu' gli aggrada. Non funziona cosi'. Ci sono criteri da seguire, ci sono logiche. L'ENI naturalmente non e' la sola a fare queste cose. Ma si da il caso che sono loro che vogliono venire a distruggere la terra che amo, e io non posso fare altro che combatterli con le uniche armi che ho: dire a tutti quelle che io perceipsco essere nefandezze che vanno facendo in giro per il mondo, come monito per quel che potrebbe accadere da noi.
4) Il nostro petrolio e' fra i piu' scadenti che esistano. L'indice API e' 12. Quello del Texas (il migliore) ha indice 40. Quello Canadese (il peggiore di tutti) 8. Credo che la gente debba sapere che il nostro petorlio faccia schifo e che estrarlo e' assolutamente incompatibile con la natura agricola, vitivinicola e turistica della nostra regione. Se vogliamo diventare il Texas, va bene (ma ripeto, il petrolio texano e' di gran lunga piu' pulito del nostro), basta solo che alla gente venga poi spiegato che il mare ed i campi non sarenno piu gli stessi, che si ammaleranno con maggiori probabilita' di tumori e leucemie, e che l'economia che conosciamo non sara' piu' quella di adesso. Qualcuno e' mai andato per turismo nei mari dei Texas?
5) Io non mi sono mai posta come esperta di tecnologie alternative. Se ne parlo e' solo per dire che al petrolio preferisco quelle perche' a conti fatti sono molto meglio i pannelli fotovoltaici piuttosto che una centrale Claus che emettera' 1.5 tonnellate di schifezze ogni giorno. La perfezione non esiste ma se tutti i soldi che sono stati spesi negli anni in ricerca sul petrolio fossero stati sui pannelli solari forse oggi ne avremmo al 100% di efficienza quantica, piuttosto che solo al 40% (li stanno ora installando sulla mia universita'), ecocompatibili e ecosostenibili al 100%. Se questo accadra' o meno non lo sappiamo, certo e' invece che il petrolio lo abbiamo studiato, ristudiato, sperimentato e contro sperimentato e si e' capito che non c'e' via d'uscita.
6) Dipendere dal petrolio ci sta' portando alla catastrofe sotto tutti i punti di vista: umano, ambientale e sociale. Vogliamo parlare dei cosiddetti petrodollari che finiscono nelle tasche degli sceicchi? O vogliamo parlare della correlazione inversa fra petrolio e democrazia? Potermmo farlo, ma non e' questo il posto adatto.
7) Dire che in Abruzzo dobbiamo dire si alle raffinerie dell'Eni perche' la pala eolica fa male e' ridicolo. Le pale non bisogna metterle nei centri abitati di nessuno. Potremmo parlare del problema che c'e' nel trasportare l'energia da luoghi remoti alle citta' con linee in continua, del fatto che la quantita' di energia eolica e' imprevedibile perche' dipende dalle condizioni atmosferiche (idem per pannelli solari). E' vero, sono problematiche aperte. Ma queste dobbiamo prenderle come sfida per il futuro, come modi per crescere invece che rassegnarci che non si potra' mai andare avanti. Questo e' tipicamente italico. Lasciamo che le piccole e grandi rivulzioni della scienza le facciano gli altri. E poi ci lamentiamo che non c'e' lavoro. Se mai si inzia, se mai ci si crede nel futuro, sempre ultimi saremo, aggrappati alle ultime goccie di petrolio, ad ammazzare i nostri figli e il nostro terrtorio.
8) Oltre alle prove scientifiche c'e' il modo in cui la gente viene trattata che conta piu' di tutto. Strano, dopotutto i petrolieri fanno un gran uso di societa' di public relations e attivita' lobbistica. Sembra che sono occupati a farsi vedere di buon occhio dai politici ma non dalla gente. Si sono mai degnati di spiegare qualcosa alla gente? Quando un cittadino viene a sapere che gli vogliono fare sotto il naso una raffineria da 7 anni e nessuno lo ha informato e che l'OMS raccomanda 0.005ppm per l'H2S e in Italia il limite e' 30ppm, come fa a fidarsi, di petrolieri, poltici e chiacchere?
Va da se che la buona fede va a farsi friggere. Vogliamo parlare delle frottole raccontate ai contadini che dovevano vendere i terreni all'ENI? Del fatto che all'inizio parlavano di una innocua centrale di stoccaggio sotterraneo? Delle minaccie fatte (raccontate da Unomattina) a signori ottantenni? Del fatto che gli avevano addirittura promesso che ulivi e vigneti sarebbero rimasti? Ma cosa credono che siamo un popolo di ignoranti? E si pretende pure che la gente stia li a battergli le mani?
9) Capisco che a starsene seduti in un ufficio a Roma, Milano o in Inghilterra o Irlanda una raffineria e' solo un punto sulla mappa e che quel punto diventa sempre piu' piccolo e insignificante quando a fine anno si contano i profitti e chi si e' visto si e' visto. Per la gente che invece va a lavorare i campi vicino alla raffineria, che respira le porcherie nell'aria, mangia cibi contminati, allatta i bimibi con latte avvelenato la situazione e' opposta. Sono i petrolieri, che dentro un ufficio, tutti belli incravattati, coi vestiti di lino e l'aria condizionata appaiono lontani e insignificanti. Sono loro il puntino sulla mappa. La gente ci tiene alla propria pelle, alla propria vita, a quella dei loro bimbi.
10) Tutto quello che ho scritto, dal primo all'ultimo giorno e' ultra documentato. Si puo' aprire un qualsiasi post per vedere riferimenti ad altri 10 siti web di testte giornalistiche o di riviste scientifiche. Come ho gia' detto, chi vuole scrivermi per dirmi che "mi odia" o che quello che dico vale meno di un bicchiere di latte, puo' farlo, ma cio' non cambia la veridicita' delle fonti e dei fatti.
A me non me ne viene in tasca niente in questa storia. Ne dal punto di vista economico, o personale, o academico. Non sono parte dell'indotto ne dei petrolieri, ne dell'industria fotovoltaica. Nessuno mi ha promesso niente e quando mi sono arrivate proposte politiche ho detto no. Tutto cio' non mi interessa. Per il mio futuro prossimo la mia vita si svolgera' qui, in California. Per mentalita', per amore della democrazia nel suo senso piu nobile, per modo di vivere, io sono piu' americana che italiana. Sono nata e cresciuta qui e mi hanno insegnato che occorre battersi per le cose giuste. Mi hanno insegnato ad avere degli ideali. Mi hanno insegnato a vivere correttamente e ad essere forte con i prepotenti e gentile con i deboli. Credo nella giustizia, credo nell'impegno personale, credo nell'amore per la gente comune. Credo nella speranza che il domani possa essere migliore dell'oggi, se solo tutti lo vogliamo e ci diamo da fare, senza secondi fini, per il bene collettivo e non solo di chi da questa storia del petrolio debba farcisi i soldi.
In Abruzzo ho vissuto dieci anni, e' una parte di me, ed amo questa terra come ne amo delle altre, ugualmente dentro al mio cuore. Non lascero' a nessuno di trasformarla in un campo petrolifero stando a guardare alla finestra con rassegnazione e mi fa rabbia che questa terra cosi bella sia in mano a della gente che non la merita, che non le vuole bene. Io non sono cosi'.