In questi giorni dopo il servizio andato in onda su 'Sabato e domenica' di RaiUno dedicato al petrolio in Abruzzo c'e' stato un nuovo servizio su 'Linea Verde' e sulla Val D'agri.
Nel programma 'Sabato e domenica' sono stati invitate l'ENI (che non si e' purtroppo presentata), e' stata voce a Fratino ed in studio c'erano un medico ligure ed un giornalista di Famiglia Cristiana, voci libere e sufficientemente distaccati dalla realta' abruzzese per dare giudizi bilanciati. Mi pare che anche loro si siano espressi contro il petrolio in Abruzzo.
In piu' Franco di Mare, il giornalista della trasmissione, e' noto per il suo impegno sociale e civile. Di contro, il servizio di 'Linea Verde', curato da Massimiliano Ossini, proveniente da Disney Channel e in cui non e' stata data voce alcuna agli abitanti del luogo o a medici e scienziati.
Potete trovare commenti e descrizioni sui siti amici di no-centro-oli per quanto riguarda il servizio di unomattina e poi soprattutto di apocalisse italia e di nuovo senso civico per il servizio di linea verde.
Vorrei invece parlare del mio intervento di ieri su Rete Otto per gli abruzzesi che l'avessero visto. Ero stanca, venivo da cinque ore di incontri con oltre 1500 studenti del liceo linguistico e pedagogico di Lanciano, e da svariati giorni di attivita' frenetica. Non mi era stato detto che si trattava di un dibattito, e pensavo che sarebbero state una serie di domande e risposte con il me ed il giornalista. Questo non perche' non voglia il dibattito, ma perche' se avessi saputo che ci sarebbero stati altri ospiti in sala avrei calibrato i miei tempi per essere presente in trasmissione piu' riposata e grintosa.
Ad ogni modo, sono rimasta abbastanza sconcertata dai battibecchi fra le due personalita' politiche presenti, Camillo d'Alessandro e Mauro Febbo.
Mentre il primo e' rimasto abbastanza focalizzato sul tema della trasmissione, di Mauro Febbo non mi e' molto piaciuto il cercare ogni volta di forzatamente inserire temi fuori luogo e inopportuni. Non eravamo li per parlare di centrali nucleari o di inceneritori. Avrei un sacco di cose da dire su questi temi, ma non mi sembrava corretto deviare su questioni che meriterebbero di essere approfonditi in altra sede. A me l'attegiamento di Febbo e' sembrato superficiale e scorretto.
Alla fine della tramissione in privato ho cercato di dirgli, gentilmente, che ci sono molti studi che mostrano la pericolosita' degli impianti che inceneriscono i rifiuti. Fra l'altro in inglese l'unica parola che io sappia esista per descrivere un impianto per la 'termovalorizzazione' e' incinerator. Parole come thermo-value non esistono. Negli stati americani piu' progressisti come la California, per quanto io ne sappia non esistono inceneritori. Anzi, come abbiamo detto qui piu volte, il reciclaggio e' fortemente incentivato e promosso anche in modo creativo. A San Francisco si differenzia il 70% dell'immondizia e si usano ben zero inceneritori.
Lui per tutta risposta mi ha detto 'io sono ben documentato, ho le mie fonti. Non cambiero' mai idea. In Italia i termovalorizzatori si faranno e in Abruzzo se ne faranno quattro.' Ha preso, ha girato, e se ne andato. Non e' stato molto educato.
In trasmissione mi e' stato chiesto cosa ne pensassi della politica italiana. Cosa avrei potuto dire? Che non ho mai visto ne sentito una tale arroganza dall'altra parte del pianeta di cui mi onoro di far parte? Che in un paese democratico vero
il Mario Negri sud sarebbe stato contattato nel 2001 e non nel 2007? O che in un paese democratico vero nel direttivo del Mario Negri sud ci sarebbero solo scienziati e non politici, fra cui, ad un certo punto anche Ottaviano del Turco
che c'ha solo la terza media? O ancora che negli Stati Uniti c'e' un maggior rispetto per la scienza, tanto che Obama ha deciso di mettere un premio Nobel come segreatrio del dipartimento dell'energia? Vorrei vedere chi avra' mai il coraggio qui di mettere Rubbia come ministro dell'energia.
Velatamente il futuro assessore all'agricoltura ha anche detto che io sarei un po troppo allarmista e che quella di Ortona (siamo ancora con questa storia!) non e' una raffineria, ma un centro oli. Non mi andava di perdere tempo di fronte a tali idiozie. Come per il sindaco di Collelongo, non sono sicura di quale sia la formazione scientifica di Febbo, ma da quanto leggo in rete il signor Febbo e' un ragioniere. Se fossi in lui rifletterei un po di piu sul fatto che, con tutta la modestia del mondo, sono quasi 14 anni che faccio ricerca ad alto livello e che se sono preoccupata non e' perche' io voglia essere una terrorista, quanto invece perche' la situazione e' davvero grave. L'Abruzzo petrolizzato e' una questione seria e non si risolve restringendosi sul problema, pur grande, di Ortona.
L'ultima cosa di cui Febbo puo' accusarmi e' di assumere posizioni comuniste o khomeiniste (non si e' capito cosa farfugliasse). Sono americana di passaporto e di cultura, ed il comunismo e l'islam estremo sono due cose assolutamente fuori dalla mia cultura e dalla mia formazione mentale.
Sono una semplice persona di scienza, obiettiva e disinteressata, che cerca di lavorare per il bene della mia comunita' di origine. Tutto qui.
Un ultimo appunto. Chi legge questo blog sa che il coinvoligmento della Chiesa cattolica e' stato il frutto paziente e persistente della sottoscritta. Per mesi ho scritto email e lettere al clero locale, dai vescovi ai preti delle comunita' parrochiali. Alcune di queste lettere sono apparse anche sul blog. Non amo pubblicizzarmi, ma sono stata io a creare un dialogo con i vescovi e che ha poi convinto Ghidelli e Valentinetti a Penne, Pescara, Chieti ed Ortona a prendere posizioni.
27 comments:
ma noi lo sappiamo bene. E' solo il prezzo degli ottimi risultati ottenuti..
ancora complimenti
soleluna vastesi.com
MR,
non ti preoccupare di certi personaggi, e' l'uomo giusto al posto giusto per far diventare la regione Abruzzo una regione petrolifera. Per questo viene messo li dove e'.
e tu non volevi che ti baciassi .
l'altra sera alla fondazione iris
doveva esserci la fila per rendere omaggio a te maria rita.
io avevo i minuti contati e non mi sono espresso come avrei voluto .
la tua grande cultura mi da conforto pero'.
CARLO CICCIONI
I politici di vertice preferiscono dibattiti accesi con finti avversari, odiano confronti con persone libere, figuriamoci se sono accademici; è normalissimo che non vogliono tener conto dei Luminari, altrimenti che figura farebbero nei confronti della stragrande maggioranza dei loro elettori che si occupano di tutt'altro, cioè solo di stupidaggini.
Un ragioniere che non fa onore a questa classe, che almeno i conti li sa fare .
Noi siamo terrorizzati da tanta ignoranza e loro ci danno dei terroristi perchè la verità, forse terrorizza loro, ci appellano con fare dispregiativo dandoci dei comunisti e invece loro si costruiscono un sistema di protezioni degno del più ortodosso socialismo rele, ci dicono Komeinisti e invece loro ce lo ricordano tanto, con questa arroganza .
insomma la solita storia, si chiama interazione proiettiva .
Maria Rita tu vieni da un paese che sostanzialmente si fonda sulla meritocrazia e sulla verità dimostrabile, i tuoi modi e la tua indignazione sono un vero problema per queste cariatidi importate dal feudalesimo, continua senza timore.
Fabrizia
Ho seguito sgomento la diatriba dei due "politichetti" presenti alla trasmissione. Ho percepito anche il tuo sguardo attonito. Che dire. E se le cose dovessero andare malein futuro, faremo davvero i terroristi, ma nel modo più serio in assoluto. ...a mali estremi, estremi rimedi.
grande maria rita...complimenti
Anch'io mi sono meravigliata che tu, mentre loro discutevano se la legge regionale andava difesa nei confronti del governo o modificata e in quali punti, non parlassi della legge che avevi scritto sulla moratoria petrolio e altri agenti inquinanti. Si vedeva che eri stanca, ma chi ti conosce sa bene perchè. Peccato per chi non ti aveva mai sentito. Ma è andata bene lo stesso. Avranno apprezzato la tua correttezza e forse si saranno convinti che non sei una terrorista. Graie ancora. Viviana
concordo con lei sul fatto che purtroppo in questo paese le persone più preparate rimangono ai margini,vedi carlo rubbia,enzo tiezzi.stefania gatti,montinari e tanti altri tra cui anche lei,e lasciare tutto in mano a persone meno preparate.in attesa di cambiamenti divulgare, commentare,proporre sistemi alternativi validi rimane la cosa più giusta da fare.grazie da renzo
Ciao Maria Rita, da abruzzese emigrato come te ti dico di non dispiacerti troppo, il cafone Febbo e' un ottimo rappresentante della popolazione abruzzese, fai bene a startene in california
cia'
Mauro Febbo è l'ex presidente della provincia di Chieti, uno di quelli che al tempo in cui sono stati dati i principali permessi all'Eni stazionava in un posto di potere. Questo la dice lunga sulla sua posizione. Se fosse uno contrario a certe politiche, nella sua provincia avrebbe provveduto a fare informazione sui rischi. E' rimasto in silenzio ed in disparte, troppo impegnato a far disastri con la "finanza creativa". Ovviamente, chi in Italia fa disastri in politica non va a casa, viene promosso e dunque il ragioniere Febbo oggi è assessore regionale all'agricoltura.
La reffineria di Ortona, le piattaforme, i pozzi, gli oleodotti sono certamente il problema più grave, ciò che a tutti i costi va scongiurato. Ma io direi che non bisogna sottovalutare neanche gli inceneritori. L'attacco all'ambiente ed alla salute degli abruzzesi è totale. Gli inceneritori sono osteggiati dall'associazione nazionale dei medici di famiglia e da una buona parte del mondo scentifico. Esistono migliaia di studi che ne attestano la pericolosità, tra i quali ricordo quelli del Professor Stefano Montanari che, per dirne uno, è quello che sta studiando gli effetti sulla popolazione delle polveri sottili a New York a seguito dell'11 settembre. Secondo il professore dell'istituto di nanodiagnostic di Modena le particelle PM10, prodotte dai "termovalorizzatori" di ultima generazione, sono pericolosissime in quanto non esistono filtri in grado di bloccarle. Queste polveri composte dai resti inceneriti di svariati materiali sono in grado di passare tutte le difese dell'apparato respratorio e di entrare direttamente in circolo nel sangue. Essendo sottilissime inoltre sono in grado di penetrare le barriere cellulari dando origine a fenomeni tumorali, malformazioni fetali, e patologie varie gravissime.
Come per l'idrogeno solforato, penetrano i cibi, quindi il pericolo non si limita alla salute delle popolazioni circostanti, ma a tutti coloro che consumano cibi prodotti entro un centinaio di km dall'inceneritore. Montanari ha fatto uno studio a campione su tanti prodotti alimentari scoprendo che molti prodotti oggi in commercio, e parliamo di prodotti di marca, contengono particelle di PM10 in quanto le materie prime utilizzate probabilmente provengono da luoghi a ridosso dei quali sono presenti degli inceneritori.
Quindi è vero quello che dice Maria Rita. Ci vorrebbe una trasmissione a parte per trattare di questa "nuova" minaccia. Ma non la sottovalutiamo. E' solo uno del puzzle di veleni che minacciano il futuro della nostra terra e della nostra gente al pari di petrolio e centrali nucleari.
A presto.
Angelo Primavera
www.imenestrelli.it
Febbo e' a strafavore del petrolio, cosi' come Chiodi. Se fosse per loro, fascisti dentro, i movimenti di cittadinanza attiva sarebbero spazzati via in poco tempo dagli sbirri
Febbo non è a favore del petrolio. E' solo prono difronte ai potenti e alle lobby.
Ma il problema non è solo lui. Tutta la classe politica andrebbe spazzata via ma non riusciamo neanche a disfarci dei Basti, dopo quello che ha combinato, figuariamoci degli altri.
m.g.
Caro m.g. che hanno combinato i (!) Basti? Sono curiosa di sapere cosa hanno combinato. P.S. Prima però vai ad informarti sul ruolo dell'ARTA e sui "poteri" effettivi del suo direttore. Così risparmiamo tempo. Viviana
P.S. Firmati per esteso, un giovane non dovrebbe nascondersi. Se non avete sguardi limpidi voi, a chi potete chiederli? Informati pure su cosa hanno fatto prima che Basti diventasse Direttore generale dell'ARTA.
Per ANGELO
Parlavamo con Maria Rita della necessità di affrontare per tempo anche il problema delle energie alternative e degli inceneritori, e lei mi ha detto : "Bene, potete farlo anche senza di me.Visto che alla Sala Eden non si è avuto tempo di iniziare il discorso." Io penso che bisogna dunque organizzare un incontro su questo tema e mi sto muovendo per farlo. Se hai disponibilità di volontà e tempo possiamo collaborare. Maria Rita potrebbe segnalarci altra documentazione Viviana
Per Viviana - Basta che nn mi fate parlare in pubblico e si può fare qualunque cosa. ;) Io posso cercare di informarmi sulla disponibilità di spazi (la strumentazione audio nel caso la posso fornire io) nella mia zona e dare una mano a reperire del materiale. Certo è che la cosa migliore sarebbe quella di contattare le associazioni che in tutta italia mettono insieme esponenti del mondo medico e scientifico e trovare qualcuno disposto a fare una relazione sulla quale incentrare un dibattito prevedendo, ovviamente, delle alternative da proporre cucite sulla realtà del nostro territorio.
In più, per tornare al petrolio: vorrei proporre un'iniziativa, attraverso my space ed i canali associativi per comprendere nella lotta al petrolio e nel lavoro di "informazione" tutte le band locali sensibili alla problematica e che vogliono fare una loro parte, anche piccola.
L'idea è semplice. Applicare alle locandine delle loro serate (o chiedere di applicarlo al locale che le promuove) un marchio che potremmo studiare, un logo, (es."Abruzzo no-oil") e distribuire durante la serata, volantini riassuntivi della situazione con i principali link per trovare informazioni sempre aggiornate su questo problema in modo da diffondere in maniera più capillare le informazioni e dare strumenti a chiunque per fare la propria parte a tutela del territorio.
ps ovviamente, per quella iniziativa, ciò che vale per il problema petrolio, può valere anche per gli inceneritori...sono del parere che la minaccia, per quanto vada affrontata in maniera specifica in ogni sua componente, debba esser combattuta in maniera compatta su ogni fronte. Dividere troppo le "opposizioni" quando di fatto l'obbiettivo è lo stesso (difesa della salute e dell'ambiente) potrebbe rappresentare un handicap dal momento che invece il fronte opposto si muove, in genere, in maniera molto compatta.
Sono un elettore di Mauro Febbo e non sono pentito di averlo votato.
Non ho assistito al dibattito su Rete 8, ma visto che siete dei ferventi cattolici vi ricordo, la posizione della Santa Romana Chiesa sull’energia nucleare.
A conclusione del seminario di studio per ricordare il 20° anniversario del disastro di Chernobyl, che si è svolto in Vaticano il 21 aprile 2006, il cardinale Renato Raffaele Martino ha invitato la comunità internazionale a non lesinare la solidarietà all’Ucraina, ma nello stesso tempo ha sostenuto la necessità di sviluppare l’energia nucleare per uso civile. «Il seminario» ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace «ci ha insegnato, che l’energia nucleare non va guardata, come spesso accade ai nostri giorni, con gli occhiali del pregiudizio ideologico, ma con quelli dell’intelligenza, della ragionevolezza umana e della scienza, accompagnate dall’esercizio sapiente della prudenza, nella prospettiva di realizzare uno sviluppo integrale e solidale dell’uomo e dei popoli».
Pertanto vorrei chiede:
1. Perché gli atei di sinistra si sentono onorati per essere appoggiati dai vescovi abruzzesi? Prima si schierano contro la Chiesa e poi se la leccano?
2. Perché gli abortisti di sinistra (che abbiamo visto tutti, mentre raccoglievano le firme a favore dell’aborto) sono così interessati alla salute degli abruzzesi? Prima uccidono i feti umani e poi si preoccupano della salute degli adulti?
3. Perché i sinistri che sono a favore della ricerca sugli embrioni umani (che abbiamo visto tutti, mentre raccoglievano le firme a favore della ricerca sugli embrioni) si preoccupano della salute degli abruzzesi? Prima fanno gli esperimenti sugli embrioni umani e poi si preoccupano sulla salute degli adulti?
Dato che le centrali nucleari sono più pulite, economiche e sicure delle centrali termo elettriche vorrei chiedere:
4. perché i sinistri italiani negli anni 50 erano contenti dell’energia atomica, negli anni 70 erano contrari, negli anni 80 l’hanno fatta abolire? Perché prima hanno fatto importare il gas e il petrolio e adesso che costano troppo hanno paura dell’estrazione del petrolio italiano? L’inquinamento italiano non è come l’inquinamento straniero?
In altre parole vorrei farvi notare quanto segue:
a. ancora più paradossale è la posizione di Massimo D’Alema: «Sì al nucleare civile» del dittatore iraniano Mahmud Ahmadinejad, ed è però contrario alla costruzione di impianti nucleari in Italia;
b. anche Chicco Testa, già dirigente dell’associazione ambientalista Legambiente, già promotore dei referendum che portarono allo smantellamento degli impianti nucleari in Italia, ha ammesso che «è stato un errore rinunciare al nucleare... Oggi un mondo senza energia nucleare è impensabile»;
c. quanto la fonte nucleare sia la scelta migliore è stato riconosciuto anche da Patrick Moore, uno dei fondatori dell’associazione ecologista Greenpeace, il quale sulle pagine del «Washington Post» ha scritto: «Sull’atomo sbagliammo». «Pensavamo all’atomo come alla fine dell’umanità» ha sostenuto Moore «oggi il 20% dell’elettricità negli USA è assicurato da 103 reattori nucleari e l’80% delle persone che vivono nel raggio di 10 chilometri dicono di non avere alcuna preoccupazione».
In difesa dell’assessore regionale Mauro Febbo espongo quanto segue.
Quando nel 1951 il primo reattore atomico americano, iniziò a produrre energia elettrica, l’opinione pubblica mondiale era convinta di trovarsi di fronte alla più importante rivoluzione della produzione energetica. L’entusiasmo per questa nuova scoperta era tale che il presidente Eisenhover presentò un programma di collaborazione internazionale nel campo nucleare con il titolo «Atomi per la pace».
Nell’agosto del 1955 si tenne a Ginevra la prima conferenza internazionale sulle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare; vi parteciparono 73 paesi con 1.100 relazioni scientifiche, 1.400 delegati ufficiali, 3.000 osservatori e 900 giornalisti. Commentando l’evento anche «Rinascita», il giornale dei quadri del Partito Comunista Italiano, scrisse: «Vi è ogni ragione per ritenere che la coesistenza pacifica diventerà l’elemento dominante dei nostri tempi. Non ci sarà pertanto — è lecito sperare — scontro, ma incontro tra i due sistemi: e, nello sfruttamento dell’energia atomica, stabilitosi un equilibrio militare, si inizierà una gara di supremazia civile».
Eppure a distanza di poco più di vent’anni i figli di quei comunisti che leggevano «Rinascita» insieme ai nobili un po’ decaduti, e ai radicali manifestavano a Montalto di Castro contro la costruzione di due reattori nucleari urlando: «Abbasso l’energia atomica, viva l’energia proletaria!». Così dall’inizio degli anni ‘70 l’intero arcipelago ambientalista mondiale si è mobilitato contro l’utilizzo dell’energia nucleare.
Il WWF italiano e l’associazione Italia Nostra presentarono nel 1977 un documento in cui ci si opponeva al programma nucleare italiano, perché «l’energia ottenuta in via nucleare non è né economica né pulita né sicura». Ma a distanza di trent’anni quelle argomentazioni si sono rivelate del TUTTO errate , ma ciò non è stato sufficiente a impedire che l’Italia rinunciasse a mantenere e sviluppare il suo programma nucleare.
Nel 1977 quando il prezzo del petrolio era molto più basso, il professor Ugo Croatto fu invitato al convegno sull’energia del futuro, organizzato alle Frattocchie dall’Istituto Gramsci: «il costo del kWh elettrico di origine fissile è molto minore, circa due terzi, di quello di origine fossile e più ancora che il costo delle relative materie prime energetiche è oltre 20 volte minore nel primo caso rispetto al secondo. [...] Il minerale d’uranio infatti incide quasi niente (0,8 lire) sul costo del kWh elettrico e non perché la sua estrazione mineraria costi poco (anzi a parità di peso costa molto di più di quella del petrolio), ma perché il quantitativo richiesto è di circa 10.000 volte minore di quello del petrolio a parità di energia prodotta».
In termini di efficienza un chilo di legna produce 1 kWh, un chilo di carbone 3 kWh, un chilo di petrolio 4 kWh, mentre un chilo di uranio produce 50.000 kWh, se poi è riprocessato produce 3.500.000 kWh.
Un calcolo aggiornato dei costi delle centrali nucleari, messi a confronto con quelli delle centrali a gas e a carbone è stato fatto da uno studio condotto dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) in collaborazione con l’Agenzia dell’Energia Nucleare (AEN). Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati nel marzo del 2005, ha considerato più di 10 paesi: Canada, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Repubblica Slovacca, Svezia e Stati Uniti, e ha concluso che il «carbone pulito è mediamente più economico del gas, ma che la fonte più economica è il nucleare».
Un dato confermato dal ministero dell’industria francese secondo cui il MWh (megawattora) nucleare costa 28,4 euro, quello prodotto dal carbone 32 euro e quello del gas 35 euro. Lo studio condotto dai francesi spiega che il gas diventa più economico del nucleare solo per impianti funzionanti al di sotto di 5.000 ore all’anno, e questo secondo il già dirigente dell’ENEA Carlo Mancini confermerebbe «la validità delle strategie di approvvigionamento che utilizzano le centrali nucleari (o quelle a carbone) per la copertura della base del diagramma di carico e quelle a gas (e idrauliche) per fare fronte alla parte variabile della domanda».
Secondo il professor Angelini, presidente onorario dell’ENEL, «la sola riapertura degli impianti nucleari funzionanti in Italia avrebbe garantito un risparmio di diecimila miliardi di lire. Il costo della rinuncia al nucleare, formò oggetto di un esteso rapporto dell’ENEL pubblicato nel primo volume della Conferenza nazionale dell’energia (24-27 febbraio 1987). In esso i maggiori costi di produzione dell’energia elettrica derivanti dalla rinuncia al nucleare furono valutati in 60.000 miliardi di lire e in 121.000 miliardi di lire rispettivamente nelle ipotesi di sostituire il contributo nucleare con carbone o idrocarburi».
Della serie: «se la sinistra non ha voluto il nucleare (che è pulito!), perché si oppone al centro oli che inquina?» Come dire: «o trescano o spicciano l’ara!»
Investire nel nucleare è così redditizio e strategicamente sicuro che l’Italia importa tra il 15 e il 18% del suo fabbisogno dalle centrali nucleari svizzere e francesi.
Secondo l’ingegner Ugo Spezia, segretario generale dell’Associazione Italiana Nucleare (AIN):
«Le carenze di impostazione della politica energetica italiana hanno fatto del sistema energetico nazionale il più costoso, instabile e inquinante fra quelli dei paesi industriali, con pesanti conseguenze sulla competitività delle imprese e sul bilancio delle famiglie».
Della serie: «se la sinistra non ha voluto il nucleare (che è pulito!), perché si oppone al centro oli che inquina?» Come dire: «o trescano o spicciano l’ara!»
A sostegno delle sue considerazioni l’ingegner Spezia ricorda: «l’energia elettrica prodotta in Italia (in massima parte utilizzando petrolio e gas naturale) costa il 60% in più della media europea, due volte di più di quella prodotta in Francia e tre volte di quella prodotta in Svezia». «Questa situazione» ha affermato il segretario generale dell’MN «penalizza interi comparti del sistema produttivo ed espone il paese in misura superiore agli altri paesi europei, alle fluttuazioni dei prezzi del petrolio e del gas sui mercati internazionali».
Dell’alto costo dell’energia si sono già lamentati il presidente della Federacciai, che ha spiegato:
«il costo dell’energia elettrica incide sul prezzo del prodotto finito per il 35% e ciò spiega le crisi di produzione della Ast di Terni, dell’Uva di Cornigliano (GE) e delle industrie dell’acciaio del bresciano.».
Il presidente dei Tessili non lanieri di Vicenza, ha scritto: «i nostri imprenditori sono pure impegnati a pagare l’energia tre volte rispetto alla Francia».
Della serie: «se la sinistra non ha voluto il nucleare (che costa pochissimo!), perché si oppone al centro oli che costa moltissimo in termini di energia e sanità pubblica?» Come dire: «o trescano o spicciano l’ara!»
L’ideologia ecologista, insieme a quella no global, ha sempre paventato il rischio che il sistema energetico italiano potesse dipendere sempre più dalle multinazionali e fosse sempre più inquinante.
Bloccando lo sviluppo della fonte nucleare e avviando lo smantellamento dei pochi impianti costruiti, i Verdi sono riusciti a realizzare proprio quello che paventavano: la dipendenza quasi totale da fonti esterne e l’utilizzo dei sistemi più inquinanti.
Attualmente il bilancio energetico italiano dipende per l’82% del fabbisogno dall’importazione di fonti energetiche, con un esborso annuo che nel 2003 ha superato i 30 miliardi di euro. Una cifra pari all’intera manovra economica di un anno.
Della serie: «se la sinistra non ha voluto il nucleare (che costa pochissimo!), perché si oppone al centro oli che costa moltissimo in termini di energia e sanità pubblica?»
Il fabbisogno nazionale è coperto per il 65% attraverso l’utilizzo di idrocarburi (petrolio e gas naturale).
Della serie: «lo ha voluto la sinistra!» Come dire: «o treschi o spicchi l’ara!»
Circa la produzione di energia elettrica, la situazione è ancora più grave: la dipendenza dall’estero raggiunge l’84% e la dipendenza degli idrocarburi è pari all’80%.
Dal punto di vista ambientale l’energia nucleare è oltremodo pulita, perché non produce “fumi” di nessun genere.
I VERDI SIANO CONTENTI!
Da uno studio condotto dall’International Atomic Energy Agency (IAEA), organismo promosso dalle Nazioni Unite
(n.b.: organismo promosso dalle Nazioni Unite!!!),
risulta che negli ultimi anni la fonte nucleare insieme a quella idroelettrica hanno ridotto le emissioni di anidride carbonica del 18%, ed è inoltre provato che la fonte nucleare è quella che produce meno emissioni di gas serra tra tutti i sistemi con cui si produce l’energia elettrica.
I VERDI SIANO CONTENTI!
A questo proposito Vilfred Steuer, presidente del Forum Atomico tedesco, ha precisato già nel 1995 che «gli impianti nucleari tedeschi coprono un terzo del fabbisogno del paese. In questo modo le centrali nucleari hanno permesso di ridurre di 150 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica (CO2), pari a un sesto delle emissioni prodotte in Germania. L’industria nucleare non ha registrato alcun incidente, né a carico dell’ambiente né delle persone».
I VERDI SIANO CONTENTI!
Analoghi risultati sono stati forniti dal Forum dell’industria Nucleare della Corea del Sud (KAIF). L’utilizzo delle centrali nucleari ha infatti consentito al paese asiatico di ridurre di circa 450-500 milioni di tonnellate le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica (CO2) e proporzionalmente di tutti gli altri inquinanti prodotti dalla combustione del petrolio o di altri combustibili fossili. La riduzione complessiva è pari a circa sette volte il totale delle emissioni da ridurre nel paese.
I VERDI SIANO CONTENTI!
Nonostante l’evidenza, in maniera ipocrita e irresponsabile i Verdi, tutti i partiti del centro-sinistra e anche qualche sprovveduto esponente del centro-destra, invocano dapprima misure draconiane per raggiungere gli obiettivi di riduzione di gas serra, principalmente di riduzione dell’anidride carbonica (CO2), fissati dal Protocollo di Kyoto, poi però si oppongono radicalmente a ogni politica che metta in conto la fonte nucleare.
Inoltre, l’incremento della produzione di gas serra costerà sempre più caro, visto che secondo le valutazioni del ministero dell’Ambiente, l’attuazione del Protocollo di Kyoto costerà all’Italia 360 dollari per abitante, contro i 5 della Germania, che produce il 33 % di energia con il nucleare e i 3 della Francia, che produce il 78% di energia da fonte nucleare.
I VERDI SIANO CONTENTI!
Sempre in merito alla difesa ecologica, l’alto consumo di combustibili fossili fa crescere i rischi di disastro ambientale associati alla circolazione delle petroliere vicino alle coste.
MA GUARDI UN PO’!
Anche dal punto di vista dei trasporti la fonte nucleare garantisce meno spostamenti: per alimentare un impianto di 1.000 MWh ci vogliono infatti ogni anno 2.600.000 tonnellate di carbone (circa 200 carri ferroviari), 2.000.000 di tonnellate di petrolio (10 superpetroliere) ma appena 30 tonnellate di uranio (1 carro ferroviario).
Per quanto riguarda l’affidabilità è indiscutibile che lo stato di servizio dei reattori nucleari in funzione presenta un record di sicurezza che non è stato ancora eguagliato da nessuno degli altri settori industriali. Se solo si pensa alle vittime che ogni anno l’estrazione e l’utilizzo del gas, del petrolio e del carbone fanno, ci si rende conto di quanto “sicura” sia l’energia nucleare.
A questo proposito l’IAEA ha pubblicato uno studio che riporta il numero di incidenti, il numero delle vittime totali e il numero dei decessi per energia elettrica prodotta. Da questo calcolo risulta che dal 1970 al 1992, la fonte che ha provocato più vittime è quella del petrolio con 10.273 decessi, seguita dal carbone con 6.418 decessi, poi l’idroelettrico con 4.015 vittime, il gas naturale con 1.220 vittime e infine il nucleare con 31 morti accertati.
I VERDI SIANO CONTENTI!
L’ideologia verde ha condotto campagne propagandistiche che hanno ingigantito e diffuso la paura degli incidenti, lo spavento per i rifiuti radioattivi e il timore della diversione per fini bellici del materiale fissile. Le paure si sono così diffuse che la radiazione in sé viene percepita come cancerogena, un pericolo mortale per la salute di ogni persona.
La grande maggioranza della gente non sa che la vita sulla terra è iniziata e si è sviluppata in condizioni in cui l’aria, l’acqua e il terreno erano immersi in campi di radiazioni ionizzanti provenienti da sorgenti naturali. Pochi sanno che in ogni minuto della sua vita ogni persona è colpita da milioni di particelle radioattive di origine naturale. Il grado delle radiazioni varia da un luogo geografico a un altro e la percentuale di radiazioni naturali può risultare centinaia di volte superiore a quella di un eventuale esposizione alle radiazioni prodotte da un impianto nucleare.
Come ha spiegato magistralmente il professor Giorgio Trenta, presidente dell’Associazione di Radioprotezione Medica, nel libro «Il paradosso del nucleare in Italia», sono almeno tre le sorgenti naturali di radiazioni. «La prima e la più importante è la radiazione cosmica che proviene dalle stelle della Via Lattea e dal Sole. La seconda è costituita dalle particelle che si generano nell’alta atmosfera a causa dell’urto con la radiazione cosmica. Tra queste particelle vi sono neutroni che interagendo con vari elementi presenti nell’aria e nel suolo producono radionucidi quali il trizio, il carbonio 14, il sodio 22, che entrano nel metabolismo umano e irraggiano l’organismo interno». La terza fonte di radiazioni, precisa il professor Trenta, proviene da nuclidi radioattivi presenti sulla Terra fin dalla sua formazione, per esempio potassio 40, uranio, tono — che hanno un periodo di dimezzamento confrontabile con l’età della Terra — e loro figli radioattivi.
Le tante differenze geografiche delle dosi annue di radiazioni da fondo naturale sono determinate anche dal decadimento di alcuni nucidi primordiali, in particolare la concentrazione in aria del radon 222, figlio dell’uranio 238.
La popolazione di Città del Messico, per esempio, riceve annualmente una dose di radiazioni pari a circa tre volte quella rilevata nella città di Roma.
In termini di rapporto con la salute i diversi documenti della IAEA, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation) concordano nella nocività delle radiazioni se assorbite in dosi elevate superiori a 100 mSv (millisievert), ma al di sotto ditale valore le indagini radiobiologiche ed epidemiologiche sono silenti, perché in alcuni casi si sono verificati effetti positivi per la salute.
A questo proposito il dottor Giuseppe Basini (dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) ha dichiarato: «Se per esempio un emiliano spaventato dalla presenza nelle sue vicinanze di un reattore dell’ENEL tipo PUN (Progetto nucleare unificato, il tipo cioè mai realizzato a causa del referendum) decidesse di trasferirsi nel Lazio per evitare le radiazioni del reattore, lo farebbe perché male informato dato che, a causa del tufo su cui poggia, il Lazio ha una radioattività naturale media che è doppia di quella emiliana e alcune centinaia di volte superiore a quella del reattore anche in un raggio di soli 2-3 chilometri di distanza. Quello stesso cittadino poi rimarrebbe probabilmente sorpreso dall’apprendere che, nonostante la radioattività doppia, il Lazio ha meno casi di tumori che l’Emilia».
Inoltre secondo gli ultimi rilievi, l’atollo di Bikini, teatro per dodici anni di esperimenti atomici statunitensi, è ora meno radioattivo di molte città americane. A cinquant’anni dal primo esperimento nucleare, sei studi scientifici hanno dato ora il nullaosta per il turismo: l’isola è abitabile, l’acqua color turchese che la circonda è ricca d’ogni sorta di pesci e sicura per bagnanti e pescatori23. Secondo gli esperti questo mostra che per quanto riguarda le radiazioni, le paure sono state esagerate e che la nostra conoscenza è ancora molto limitata. Insomma, la storia delle radiazioni e l’effetto sulla salute umana è un capitolo ancora tutto da scrivere.
In conclusione si può dire che, a venti anni dall’incidente di Chernobyl, sta rinascendo la fiducia nell’energia nucleare per uso civile. Il 26 aprile del 1986, un impianto di produzione nucleare progettato per scopi militari e carente di sistemi di sicurezza esplose a Chernobyl, provocando notevoli danni sul piano sanitario, sociale, economico, soprattutto in Ucraina, Bielorussia e Russia. In quell’occasione, invece di denunciare le responsabilità del regime comunista che incurante dei rischi per la popolazione e l’ambiente aveva sfruttato al limite un impianto obsoleto e insicuro, le associazioni ambientaliste dei paesi occidentali lanciarono una campagna diffamatoria contro l’utilizzo dell’energia nucleare per uso civile.
I toni di tale campagna furono catastrofici, il fantasma della paura da radiazioni impressionò la popolazione mondiale. I programmi per la costruzione di impianti nucleari vennero congelati. In Italia addirittura, in seguito all’esito di tre referendum, gli impianti esistenti vennero fermati e indirizzati verso lo smantellamento.
Eppure oggi, a distanza di venti anni da quell’evento, la fonte nucleare torna a essere la scelta migliore per la produzione di energia elettrica. Per ragioni ambientali, economiche e strategiche l’energia nucleare non teme paragoni.
In termini di sicurezza sono 443 le unità in funzione nel mondo in 33 paesi, e a breve entreranno in funzione altri 24 impianti. Nessun incidente significativo è accaduto negli ultimi venti anni.
Dal punto di vista ambientale nessuna fonte energetica è così pulita e con poche emissioni inquinanti come quella da fonte nucleare. Anche diversi ecologisti cominciano a preferirla perché non genera anidride carbonica.
In termini economici, poi, gli impianti nucleari sono un vero affare. Basta vedere quanto guadagnano i francesi vendendo energia elettrica da fonte nucleare a paesi che ne sono sprovvisti come l’Italia. Il costo della realizzazione di un impianto elettrico da 1.000 MW è, per il nucleare, di 1.400 dollari al kW per un’area occupata di 15 ettari, da confrontare con 1.770 dollari al kW (area occupata 30 ettari) per il carbone, 1.500 per l’olio combustibile (20 ettari), 1.200 per il gas (12 ettari), 2.400 per l’eolico (12.500 ettari) e 7.200 per il fotovoltaico (200 ettari).
Ma la ragione più solida e urgente che sostiene la scelta nucleare è di ordine strategico: è evidente che è nell’interesse di alcuni leader arabi, come l’attuale presidente dell’Iran, di rendere infuocata la situazione mediorientale per poter speculare sul prezzo del petrolio. Infatti, ogni dichiarazione di guerra contro Israele e l’Occidente, ogni attentato terroristico, insieme al rifiuto di aumentare la produzione petrolifera, fa schizzare in alto il prezzo del greggio. In questo scenario è facile prevedere che il prezzo del greggio continuerà a oscillare tra i 60 e i 100 dollari al barile. Oltre al danno economico bisogna ragionevolmente constatare come una parte dei dollari pagati per il greggio va sicuramente a finanziare la rete del terrorismo islamico fondamentalista.
Ecco perché, di fronte all’impennarsi del prezzo del petrolio e del rischio di rimanere senza greggio o di essere pesantemente condizionati da alcuni paesi produttori, l’unica vera risposta è quella di ripartire con un adeguato piano di produzione energetica da fonte nucleare.
Non sono m.g.
viviana, da sempre difendi a spada tratta Basti senza mai accennare una minima critica di fronte a indiscutibili errori (politici, come Verdi, e professionali, come A.R.T.A.)a lui commessi, come rappresentante politico e istituzionale.
Anzi: di fronte a vere e proprie vigliaccate nei confronti dell'Abruzzo, messe in atto da Basti, come Verdi, come A.R.T.A., e come direttore editoriale di una rivista come D'Abruzzo, hai MAI avuto la coscienza di fare un minimo di critica, su questo blog.
Chissa' che tu nn sia la donna segreta del peggior direttore A.R.T.A. di tutti i tempi, assegnato a questo ruolo DORATO per uno becero scambio di poltrone, non per capacita' professionali,e non facciamo finta di niente anche su questo, su!!!
Alcuni esempi?
Anora, nn bastano la Storia e le evidenze??
Ok:Ho visto spesso pubblicita' ENI in terza di copertina su D'Abruzzo, (il progetto editoriale di G.Basti, alcune che risalgono a prima del 1994.
E' vero?
Se fosse stato un uomo pulito, avrebbe rinunciato ai soldi della pubblicita ENI, in nome dell'Abruzzo e del suo territorio.
Da sempre, Viviana, se sei un ambientalista, i soldi E.N.I. ti fanno schifo, a maggior ragione su una rivista come D'Abruzzo, non credi?
Esistono tante riviste in italia e nel mondo che scelgono CHI pubblicizzare.
Invece Basti ha SEMPRE pensato SOLO ai soldi. Ed e' famoso, per questa sua fame di soldi, nn scoprimo niente di nuovo, su.
Su "D'Abruzzo", pubblicita' dell'ENI "energia pulita per l'Abruzzo", 1994.
Basti e il suo silenzio infame SULLA VICENDA CENTRO OLI, da sempre, e' l'atteggiamento diun'ommemmerda, e basta.
Per ANGELO Ho ricevuto materiale da Maria Rita sugli inceneritori. A presto Viviana
Aridaje.
Pensavo di non dover intervenire più su Basti ma l’ho risentito parlare alla Sala Eden e mi è risalita l’arteria.
Nel movimento anti petrolio una delle cose che mi sta più a cuore è l’obbiettività e l’uniformità di giudizio.
Fratino è uno stro/pezzdimer/icodeput …..e siamo tutti d’accordo.
Pero’ leggo le carte ufficiali, quelle che contano veramente, e il suo nome non compare mai. Incredibile: MAI. Sconvolgente vero?
Tra le autorizzazioni c’è la firma del direttore dell’Arta, Basti: ortonesi, ambientalista e “verde” (le aggravanti).
Scolvogente Vero?
La piu’ grande disgrazia per l’ Abruzzo, dopo la 2ww è stata avallata ANCHE da BASTI.
Ora lo si vuole salvare farneticando su i ruoli dell’ARTA e su i suoi poteri…..bla bla bla bla.
Maria Rita lo scrisse in un post benissimo: fu per tutti un atto dovuto, fu per tutti colpa dell’altro schieramento politico, fu fu fu…..
sta di fatto che la firma ce l’ha messa: non si è dimesso, non ha fatto casino pur di non mettere quella firma che era determinante per avviare la petrolizzazione dell’abruzzo.
Non ha fatto niente e il suo silenzio è stato assordante.
Quella firma peserebbe come un macigno sulla coscienza di un vero ambientalista abruzzese.
Ecco perché bisogna liberarsi dei Basti perché nelle loro coscienze ci sono altri “valori” da difendere.
Riflettete…
M.g.
Per M.G. Visto che vogliamo chiarirci: mi dici il numero di protocollo o mi invii copia dell'approvazione che Basti avrebbe dato al Centro OLI? Mi dici che hai visto la sua firma. Mi indichi il documento che hai letto? L'ARTA non è un ente che rilascia approvazioni, ma emette in fase progettuale pareri, se richiesti. Era stato chiesto all'Arta un parere: esaminare il progetto ENI e controllare che rispettasse i termini di legge. Il dipartimento d Chieti l'ha esaminato e ha affermato che, stando ai calcoli, le emissioni in aria previste nel progetto erano nei termini di legge. (E mi pare strano che l'ENI non stia attenta a rimanere , almeno nel progetto, entro i termini dilegge.)
Per quanto riguarda Basti"sapeva ed avrebbe dovuto informare", quando l'ARTA esaminava il progetto era già sorto il CNV.Questo è quanto io so. Se mi dimostri il contrario è chiaro che cambierò idea. Sui ritardi che i Verdi hanno avuto nel rendersi conto della pericolosità del Centro oli ho già detto altre volte: Si trattò di ignoranza? di superficialità? Credo dell'una e dell'altra e in pratica ce ne siamo resi conto contemporaneamente al CNV, ma a quel punto abbiamo ritenuto (attento alle parole) più opportuno per la riuscita DEL MOVIMENTO DIPROTESTA, FARLO GUIDARE DA NUOVE FORZE EMERGENTI. Sappiamo che dire Verdi significa sentire: I soliti che dicono no a tutto. Ci interessava di più bloccare il Centro oli che non far fare bella figura al Partito. Come adesso: se la lotta contro i termovalorizzatori la porta avanti anche Maria Rita (bontà e forza sua), noi ci presentiamo come collaboratori,non perchè non siamo sicuri o non sappiamo queste cose da anni o siamo collusi, ma perchè per mille motivi lei è più preparata ed energica e quindi più credibile di noi che da anni siamo un partito e quindi possiamo aver commesso errori o ingenerato equivoci. Viviana
1) Conferenza dei servizi per il Centro Oli: parere favorevole di tale Corsini Oscar, dipendente/sottoposto del direttore generale Dott. Basti, che mai avrebbe messo la sua firma senza il benestare dello stesso dott. Basti.
Questo è il famoso parere POSITIVO dell’Arta del direttore BASTI.
O ci vogliamo nascondere dietro un dito?
2) Quando l’Arta esaminava il progetto, cioè febbraio/marzo 2007 eravamo tutti TOTALMENTE all’oscuro: il movimento ha mosso i primi passi a fine maggio 2007 e il CNV è nato a luglio 2007.
Trovati un ‘altra scusa.
3) Per quanto riguarda i Verdi il loro silenzio non fu né ignoranza né superficiali (in entrambi i casi gravi colpe ) ma solo mero e schifossissimo opportunismo politico:”NON ERA OPPORTUNO SOLLEVARE IL PROBLEMA “ è una tua frase cara Viviana che passerà alla storia.
Ultimo appunto: il movimento di protesta ha vinto(facciamo le corna) appunto perché non ci eravate voi, non siete stati fatti entrare e ci si è guardati bene da porlo in vicinanza alle vostre idee, proposte e soprattutto alle vostre persone: spesso non siete stati invitati e quando c’eravate non eravate graditi.
Del resto la differenza tra voi è gli altri partiti o politci non esiste: questa storia né è stata solo la riconferma.
Ma il giudizio su di voi è molto piu’ severo perché voi vi ammantate di essere i paladini dell’ambiente mentre siete un comitato d’affari come un altro.
m.g.
Mi consento, da estraneo alla questione di intervenire nello scontro tra Viviana ed M.G.
Noi tutti abbiamo memoria di ciò che è stato. Alimentare divisioni, spaccature e quant'altro ora è una idiozia vera e propria perché, contrariamente a quello che crede qualcuno, non abbiamo affatto vinto.
La politica e le multinazionali hanno sempre sopraffatto movimenti come questi sulla distanza, con l'arma più efficace di tutte, il silenzio. Si immergono, la gente crede che siano spariti, si divide, si spacca, si allontana, e loro tornano e vincono.
Per stabilire le responsabilità di ciò che stava per avvenire e ciò che continuiamo a combattere affinché non avvenga mai abbiamo da qui all'eternità. Per salvare il nostro futuro abbiamo solo il presente e mostrare divisioni ora è pura follia.
Quindi ve lo chiedo a nome di chi come me non fa parte di un comitato, ma lotta comunque e comunque crede in qualcosa. Dobbiamo mettere da parte le divisioni.
Il peggior nemico che noi cittadini attivi abbiamo non sono i politici; quelli, se rimaniamo compatti, alla fine ce li mangiamo. Non sono i petrolieri, quelli, se rimaniamo compatti li rimandiamo a casa con le buone o a calci nel sedere. Il peggior nemico siamo noi stessi e la nostra incapacità in questi momenti di metter da parte questi rancori.
"il potere (ci) dipinge diversi perché una massa divisa non può fare danni." da Signor Speranza
Rifletteteci un po'.
A presto.
Caro M.G. ho sempre apprezzato i ragazzi che combattono e sono abituata a comprendere anche certe generalizzazioni o intemperanze: Perciò mi sarebbe piaciuto riuscire a colloquiare con te. Devo rassegnarmi a giudicare che invece è un colloquio tra sordi (io, tu o tutt'e due?). Potrei risponderti ancora sulle date, farti notare che alla fine dici la stessa cosa che dico io :che cioè era meglio che rimanessimo in seconda linea, che continui ad isolare le affermazioni dal loro contesto senza riportarne le motivazioni.. che addirittura dici che ci avete deliberatamente tenuti fuori dal movimento(?), ma comincio a capire che è inutile. Mi dispiace, quando mi accorgo che parlare con un'altra persona (specialmente un giovane)è così difficile. Vedo grigio il futuro del genere umano. Seguiamo il consiglio di Angelo. Continuiamo a lottare uniti o dici che è meglio se non veniamo più? Viviana
Quante storie e rivalità ideologiche raccontate nei vostri commenti, pensate piuttosto ad occuparvi di proteggere il nostro territorio. La nostra regione è un bene di tutti, cerchiamo uniti di salvaguardarla, Maria Rita rappresenta il carattere scientifico della protesta, il CNV e altri movimenti rappresentano quello operativo, smettiamola di guardare a tutte le storie passate, mal rappresentate dai vari Basti, Caserta e Di Matteo. Questi, purtroppo non hanno saputo, dai loro osservatori privilegiati ( istituzioni pagate con tanto di organizzazione )scoperchiare una pentola che conteneva il disastro del ns territorio. Ora guardiamo avanti, la battaglia è ancora lunga, i nostri nemici (FRAT/DIMART) e tutte le lobby del petrolio, questi dobbiamo combattere, per il bene nostro e dei nostri figli.
Non sono sordo, anzi ci vedo e ci sento: le cose che dico io non sono le stesse che dici tu, semplicemente perchè non devo giustificare errori, menzogne e silenzi e sopratutto non devo mantenere poltrone e privilegi.
Sono una persona libera, come il 9o% di quelli che combattono questa battaglia.
Basti e i verdi continuano a straparlare degli errori degli altri perchè ammettere i propri significhirebbe fare i conti con delle mancanze e falsità troppo grandi non solo per stare ancora in politica ma per mettere addirittura la testa fuori dall'uscio di casa.
Se il futuro sara'grigio come dici tu non lo so, ma quello che è certo che il passato e il presente, dove voi portavate la bandiera lo sono stati di sicuro.
Per quanto riguardo il malcontento nei vostri confronti..non ve ne siete mai accorti? Bene:è l'ennesima riprova del vostro scollamento dalla realtà.La vostra nicchia sta diventando un ghetto e sopratutto viva le pubblicità dell'Eni su D'Abruzzo....
W I VERI ABRUZZESI
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