La storia di Annemarie e Albert Heite e' semplice: volevano una casa in campagna, per le loro due bambine, con l'aria buona e dove correre nei campi. Trovata e comprata cinque anni fa. Di mattoncini rossi, con giardino. Regione di Groningen, Olanda.
Si sistemano. Subito iniziano i terremoti. Iniziano a piovere pezzetti di calcestruzzo dal soffitto nella stanza delle bimbe. Iniziano a piovere pezzi di mattoni. Loro non lo sapevano, ma centinaia di terremoti, di intensita' non troppo elevata che si ripetono da anni, hanno praticamente disutto le fondamenta della loro casa.
Oggi quella casa e' in via di demolizione. Le autorita' hanno deciso che e' insicura e che deve essere abbattuta. La casa dei loro vicini e' gia un cumulo di macerie. Anche la scuola delle bimbe e' pericolante. Anzi, tutto il paese a' afflitto dalle conseguenze di 50 anni di estrazioni, come si puo' vedere in tutte le foto sopra e che sono state prese dal sito
Schokkend Groningen (in Olandese).
La colpa, senza ombra di dubbio, sono le operazioni estrattive di gas naturale della Shell e della ExxonMobil nell'area. E del governo olandese che per vent'anni ha chiuso un occhio e pure due sulla sismicita' indotta di Groningen, di cui invece cittadini e scienziati sapevano gia' tutto, per averlo vissuto i primi, e per averlo studiato i secondi.
La storia di Groningen inizia nel 1963 quando la NAM -- Nederlandse Aardolie Maatschappij -- un consorzio Shell e ExxonMobil, inizio' a
trivellare. In seguito, il governo divenne parte del consorzio, con il
40% delle quote. Tutti gli attori coinvolti hanno lucrato alla grande
per 30 anni con il gas di Groningen: i petrolieri, il governo e anche
l'Europa, visto che il giacimento si rivelo' essere il suo piu' grande
giacimento. Anzi, Groningen e' il decimo piu' grande giacimento del
mondo intero. In cinquant'anni vengono estratti i due terzi del
quantitativo totale di gas.
Soldi a palate.
Sotto Groningen nel 1960 non ci sono faglie sismiche.
Dopo trent'anni ci si accorge che qualcosa non va: la zona e' diventata sismica. Si cerca di negare l'evidenza, ma non si puo'. Dai primi anni '90 si inizia a studiare meglio e si registrano almeno mille terremoti in pochi anni, la cui intensita' massima arriva a 3.6 Richter. Paiono terremoti modesti, ma la zona era non sismica, e soprattutto, le conseguenze piu' sono gravi di quanto ci si possa aspettare perche' gli epicentri sono vicini alla superficie e gli edifici sono costruiti su terreno fragile.
Si punta il dito verso le trivellazioni.
Dopo tanto dibattere, dopo il tuttapposto olandese di governo e petrolieri, tutti, inclusi ExxonMobil e Shell, accettano che la sismicita' olandese e' stata indotta dall'uomo. Il distinguo pero' era che i danni sarebbero stati minori e per vent'anni hanno sostenuto questa tesi: si, le trivelle causano terremoti, ma sono lievi e non portano a gravi conseguenze. NAM avrebbe analizzato caso per caso e pagato i danni.
Tutto cambia nel 2012, quando un terremoto di intensita' 3.6 colpisce l'area con danni visibili e paura. Arrivano almeno 50,000 segnalazioni di casi di crepe, case insicure, muri pericolanti, pezzi di mattoni che cadono, case che devono essere demolite.
Finalmente, anche l'ente governativo per la sicurezza deve piegarsi e conduce una dettagliata indagine sulla sismicita' indotta in Olanda, dal 1959 al 2014.
Il risultato ufficiale e' stato un duro colpo per la Shell e la ExxonMobil: fino al 2013, governo e petrolieri, hanno de facto ignorato le preoccupazioni dei residenti e le precauzioni per la sicurezza, non hanno fatto analisi del rischio, non hanno tenuto conto degli studi scientifici. L'unico obiettivo era di massimizzare gli introiti.
Cinquant'anni di terremoti, anche se medi ma continuati nel tempo, non possono non avere conseguenze negative, finanziarie, di pace mentale della gente.
Chi voleva vendere la propria casa ne ha visto il valore calare in maniera impressionante. I prezzi sono praticamente dimezzati. Molti sono rimasti intrappolati dove erano, con paura e crepe. NAM ha fatto ben poco per loro.
A Settembre 2015 una class action porta ad una sentenza storica: tutti i residenti di Groeningen, che le loro case siano in vendita o no, possono chiedere di essere compensati per le perdite del valore dei loro immobili. Si tratta di circa 100,000 abitazioni.
E' la prima volta che i petrolieri vengono dichiarati responsabili di avere distrutto il mercato immobiliare. Con questa sentenza, Shell e ExxonMobil hanno di nuovo confermato che la colpa della sismicita' indotta e' loro. Punto. Si stima che dovranno sborsare almeno 5 miliardi di euro, in aggiunta agli 1.2 gia' pagati e solo per il recupero di valore immobiliare perso.
E le scuole, gli uffici pubblici, le chiese?
Una commissione indipendente dice che ci vorranno trent'anni per mettere tutto in sicurezza, e che il costo sara' di 30 miliardi di euro.
Anche la casa di Jur Huizinga sara' demolita perche' insicura. Adesso vive in un centro temporaneo. La sua odissea con Shell ed ExxonMobil inizia nel 2003, la prima volta che gli venne detto che la sua casa era pericolante. Per anni i petrolieri hanno risposto che non era per colpa loro, poi gli hanno offerto cifre bassissime che sono cresciute perche' si e' fatto valere.
Jur dice che e' il loro modus operandi e' sempre lo stesso.
Usano personale specializzato in negoziazioni e giocano allo sfinimento. Spesso i residenti cedono e accettano cifre irrisorie per lo stress e la stanchezza.
Ma Jur no. Il valore della sua casa era di 800,000 euro. Dopo dodici anni di lotte gli hanno offerto 500,000 euro. Spera di poter recuperare il costo completo con la nuova sentenza.
Queste storie di case demolite e della prepotenza del consorzio ExxonMobil e Shell si ripetono a Groningen. La gente e' stanca, arrabbiata, e non si parla d'altro. Lo stesso ministro dell'Economia olandese, Henk Kamp, dice che le ditte del gas non hanno fatto abbastanza.
A luglio il governo olandese aveva deciso di abbassare le produzioni di gas: da 54 miliardi di metri cubi del 2013 a "solo" trenta nel 2015. I residenti vogliono che il limite venga portato a 21, altri vogliono che le estrazioni di gas vengano fermate.
Ma la terra continua a tremare. Tutti qui sanno che i terremoti non si fermeranno e che le intensita' potrebbero crescere ed arrivare anche a 4 o 5.
Ecco, ci sono voluti 50 anni per capire che le estrazioni di idrocarburi portano a sismicita' indotta in aree prima non prone a terremoti. E alla fine, chi paga, veramente sono i residenti, con le loro case, le loro paure, le loro vite. In Emilia Romagna, in Veneto, in Abruzzo, in Puglia, faremmo bene a far tesoro di queste esperienze prima di bucare il territorio alla cieca.
Che a differenza di Groningen e' gia' ballerino di per conto suo.