Prendo spunto dalla discussione sul blog di Davide per dire la mia sul futuro di Ortona. Naturalmente, sono molti anni che non vivo piu' in Abruzzo, e sarebbe presuntuoso dire di conoscerne bene la realta' o di saperne di piu' di chi ci vive. Sicuramente diro' un sacco di sciocchezze, in qual caso, perdono. Posso pero' immedesimarmi un po' in un turista che arriva e per il quale alcune cose potrebbero essere sviluppate o migliorate. Alcuni miei pensieri
riguardano le strutture, altre i comportamenti delle persone e la cultura del turismo.
Le informazioni
Creare un ufficio turistico serio, con pagina web aggiornata, dove se si scrive ti rispondono, e con sito parallelo in un inglese corretto. Da questo sito poter apprendere l'offerta di eventi culturali, gli orari dei musei, delle altre strutture, dei concerti, dei treni da e per Pescara, Roma, Ancona, come si fa ad arrivarci via macchina, via mare, gli hotel, gli appartamenti da affittare d'estate. Insomma un sito e un ufficio turistico competente e moderno e dove il personale non stia li per riscaldare la poltrona ma che veramente senta di avere la missione di essere utile al turista, senza badare a che ore sono e senza mai rispondere "non e' mia competenza".
In parallelo una forte opera di pubblicita': seria, professionale, mirata. Se in Nuova Zelanda e in Australia parlano di CALDARI (ci rendiamo conto di quant'e' piccola Caldari???) vuol dire veramente che ci dobbiamo dare una mossa ad investire in questo senso. Idee? Venitevi a sposare da noi (in America va tanto di moda in matrimonio in una Tuscan Villa), venite a imparare come si fa il vino, venite a vedere le tradizioni di una volta, venite al mare, venite ad assaporare "the Italian lifestyle" in un posto ancora incontaminato dal tursimo di massa, venite a trascorrere una settimana in campagna. Questo fa ridere, ma ho davvero un amico tedesco che viene
ad Atessa ogni anno in Novembre espressamente per potare gli ulivi! Diciamoglielo noi agli inglesi di venire in Abruzzo, e non lasciamoli venire qui giusto per caso.
Il mare
Non conosco bene la situazione del porto, ma da quello che capisco ci sono un sacco di edifici abbandonati. Occorre studiare bene la situazione e capire cosa di quel porto e' utile e cosa
non lo e'. Quello che non serve commercialmente, cercare di ritrasformarlo in qualcosa di utile
al turismo. Che ne so, allunghiamo la spiaggia dei Saraceni all'altro lato?
Il cimitero che si vede dalla statale adriatica e' una cosa bruttissima. Piantare qualche tipo di
vegetazione - questo e' facilissimo. Il centro abbandondato dell'ENI non va bene cosi'.
Ci si deve fare qualcosa di utile - un acquario del mediterraneo? Un museo del mare?
In Abruzzo non ce ne sono, potrebbe essere una cosa per farci venire turisti, bimbi ed adulti, d'estate e d'inverno per imparare ad amare il mare, con tanto di speigazioni sull'inquinamento e cosa non fare quando ci si va.
La guerra
Come diceva Mario non ne parla mai nessuno. E' un mio chiodo fisso. Credo che occorra fare di Ortona un luogo pivotale della memoria. E' appena uscito un libro di storia della Seconda Guerra Mondiale qui in America dove ci sono *dieci* pagine solo su Ortona e San Leonardo. Il fiume Moro va pulito, va creato un percorso (non cementificato) lungo il quale si possano vedere i rifugi di un tempo e dove chi va possa immedesimarsi in quello che succedeva, mentre e' immerso nella natura. E magari lungo il percorso spiegarli come si faceva a sopravvivere. Fu una guerra trucida, non occorre dimenticarselo. I miei nonni, e credo quelli di tutti, raccontavano un sacco di storie - come nascondevano le cose, i viaggi alla fonte a predere
l'acqua, gli allarmi, la fame, la gente senza scarpe e cose di questo genere. E poi: d'estate una volta al mese o a seconda della necessita' minitour-locali con visita coordinata al Muba, proiezione dei filmati della guerra, visita guidata al cimitero canadese, al fiume Moro, alla chiesa di San Tommaso dove si vedono ancora gli spari nei muri delle case vicino, con l'opzione di avere il tutto anche in inglese almeno d'estate. Pubblicita' in Canada, e dovunque in Abruzzo ci siano comunita' straniere, per esempio a Lanciano (dove c'e' la scuola canadese) o dovunque siano gli inglesi che comprano le case da noi.
Inventarsi un progetto grande: ad esempio decidere di catalogare le vite di tutti i nostri morti del cimitero canadese, non solo i loro nomi, ma le loro vite, che ne e' stato dei loro discendenti, o se ci sono, dei sopravvissuti, cosa ricordano del Natale del 1943, come sono cambiati dopo, cosa ricordano. Coinvolgere il governo canadese. Farne un documentario, contattare la Storia siamo noi di Rai Tre affinche' ne parlino anche loro della nostra guerra dimenticata. Farne dei progetti che coinvolgano scuole locali. Sponsorizzare un concorso per sceneggiatori e scrittori che scrivano un film sulla storia della citta' e la guerra e dove alla fine il film viene girato ad Ortona (non ho idea dei costi - ma che so, invitiamo Mr De Cecco a mettere parte del capitale in cambio di pubblicita' - in America si usa tanto cosi...)
Nel Novembre del 2008 quel professore canadese portera' 6000 studenti ad Ortona,la stampa canadese gia' ne parla. Questa e' un occasione d'oro per farci conoscere e per invogliare altra gente a venire da noi...
Buon lavoro Giovedi sera!
Part 1 - To be continued
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8 comments:
CIAO
Cara Maria Rita, le tue propote sono così semplici e banali che sono...geniali!!!
Il fatto è che per mettere in atto questi progetti occorre rinnovare compoletamente la classe dirigente che, come vedi, di classe "veramente dirigente" ha ben poco, tutta presa nel gestire la cosa pubblica come se fossimo rimasti a cent'anni fa...e non nel senso positivo (per quanto riguardava verti valori, come quello della parola data) che poteva avere allora, ma con le "modalità" di un secolo fa...Occorre dare spazio ai giovani, alle loro idee e al loro approccio nuovo nel fare le cose...Ce ne sono tanti (chi lo avrebbe detto, quando il nostro non rimpianto - almeno da me - ministro dell'economia li dipingeva tutti come "bamboccioni") e lo hanno dimostrato proprio in questa nostra battaglia. Oltre ai nostri valenti amici "Bloggers", penso anche ai ragazzi della Consulta Provinciale studentesca di Chieti che, da soli (come hai fatto tu) e senza essere sollecitati da noi adulti, hanno deciso di sposare la nostra causa e si muovono usando internet e tutte quelle cose che i nostri amministratori non sanno nemmeno cosa siano. Tra i post più belli sui nostri blog, c'era quello che faceva riferimento a questa battaglia epocale: il nuovo contro il vecchio, il web contro la stampa, le energie rinnovabili contro il petrolio. Ecco, secondo me si potrebbe partire proprio dalla nostra lotta alla petrolizzazione: prendere il nostro patrimonio turistico-culturale-eno-agro-alimentare così com'è, ancora integro, e lanciarlo verso la sua valorizzazione, riuscendo proprio in questop modo a conservarlo ancora nel tempo sfruttandolo senza stravorgerlo. Ciao a tutti. Giorgio R.
si sono queste che hai elencato le strade da percorrere...
chiedo scusa per il copia e incolla fatto sulle tue proposte, ma era quello di cui stavamo discutendo sul blog da tempo....perdono!
si tratta di suggerimenti giustissimi!penso che oltre al deficit politico amministrativo un altro enorme ritardo tutto italico sia proprio quello a cui accennavi, ovvero INTERNET e il coordinamento tra enti che gestiscono eventi, strutture, e enti che gestiscono la promozione e la pubblicità degli stessi! poi naturalmente stendiamo un velo pietoso su chi lavora dentro questi uffici (la loro svogliatezza e pigrizia sono proverbiali) e su come ci entrano!!!
un saluto
daje!!!!!!!
spettacolare!!!!!!
Lo "straniero" (G.Simmel), immedesimarsi in uno "straniero" puo' essere utilissimo, e' una tecnica di indagine sociologica e di programmazione territoriale efficace ed efficiente!!!!!!!!
Immedesimarsi nei panni dello "straniero" - per vedere cosa percepisce, cosa lo attira, cosa vorrebbe trovare, di cosa ha bisogno, cosa cerca e cosa trova, cosa capisce di un ambiente, e cosa l'ambiente stesso riesce o e' disposto ad offrirgli, SERVE COME IL PANE!!!!!!
Per quanto riguarda la IIWW: ci sta una percentuale di ultraottantenni in zona che e' unica, e che racconta ancora cosa vuol dire essere civili sotto i bombardamenti e l'occupazione. ragazze, e ragazzi, che hanno visto le loro case diventare in prima linea. paura...
E ogni volta che muore un vecchio, dovunque, e' come se bruciasse una biblioteca, questo per dire.
A onor del vero, negli anni sono stati fatti un sacco di progetti, e sono usciti un sacco di prodotti sulla IIWW.
Ci sono stati momenti struggenti qua a Ortona, come l'incontro tra utraottantenni tedeschi e canadesi, entrambi impegnati sul fronte ortonese, durante la Grande Guerra.
Abbracci e lacrime e scuse a 60 anni di distanza tra nemici di allora, mamma mia, meraviglioso, commovente, e per molti aspetti assurdo.
E' mancata una internazionalizzazione EFFETTIVA di questa evidenza, purtroppo, nonostante, davvero, il canada non abbia MAI dimenticato i suoi caduti, ed e' un peccato, in tempo di tibet, iraq, iran e palestina, guantanamo, voli NATO a trasportare prigionieri sopra i cieli d'europa senza uno straccio di diritto (la convenzione di ginevra al macero, letteralmente), serbia e kosovo nuovamente a fuoco, uccisioni di monaci e inermi in birmania tibet e con africa in fiamme, dimenticare quello che e' stato. Bah.
un'altra cosa: la transumanza!!!
Che la transumanza sia iniziata qua, in italia centrale piu' o meno 8000 anni fa, e' un dato di fatto.
Che la transumanza abbia rappresentato millenni di storia locale, fino a meno di cento anni fa, pure.
Che noi guardiamo films sul far west, e che ci siamo cresciuti, e' verissimo.
Che i cowboys nel far west facessero -esattamente- una transumanza, (AKA spostamento di uomini e armenti da una regione all'altra in funzione delle stagioni)e' palese.
Che l'abruzzo non riesca a PROMUOVERE DAVVERO la transumanza come una delle unicita' di questo territorio e' un peccato.
guardate sul sito
www.transumanza.eu.
C'e' in pillole la dimensione del fenomeno. Enorme.
e Ortona, nonostante sul mare, non e' lontana da queste vicende, tuttaltro!!!!!
Un'altra cosa: una Unicita' alla foce del Moro.
a 4km da S.Leonardo...
Un Patrimonio Naturale che va difeso e preservato, a tutti i costi.
dall'impossibile nasce l'assurdo!!!!!!
http://www.surfnews.it/magazine.php?id_mag=22
Saluti
Secondo me a Stalio e Olio di Ortona , "ni j arriv proprie". Hanno altr priorita'.
Ma quello che ha scritto Maria Rita porta ricchezza a tutta la collettività..SGHERZIAMO ! come fanno poi a trattarci come fossimo pezzenti a cui dare in cambio di un voto, un lavoro malsano, o mal pagato e parlarci di sviluppo.
Se così non fosse, non staremo a puntualizzare le ovvietà sul Centro Oli, sul Porto delle petroliere, su di una strada a 50mt dalla battigia, sui fiumi latrine.
Il turismo rappresenta il 20% del PIL mondiale, e il turismo sostenibile -viaggiare in aree naturali, conservando l'ambiente e sostenendo il benessere delle popolazioni locali-cresce del 20% annuo dati AITR, contro il 5% di quello tradizionale.
Si stima che l'ecotur di questo passo conquisterà il 25% del PIL mondiale per un valore di 480 miliardi di dollari.
Unicità culturale, rispetto della natura, conservazione dei paesaggi, una potentissima industria a impatto zero che non ingrassa i soliti noti, ma fa vivere meglio a tutti; provate a dirlo e vi risponderanno che siete gli ambientalisti del no, a me sono anni che lo dicono.
A presto e Buona Pasqua a Maria Rita e a tutti voi
Fabrizia
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