La Casa Bianca ha annunciato lo stop alle trivellazioni petrolifere finché non determineranno cosa ha causato la tragedia ambientale in Louisiana.
Il consigliere David Axelrod dice:
Non è stata autorizzata né sarà autorizzata nessuna nuova trivellazione finché non scopriamo quel che è successo e se è successo qualcosa di unico e di prevenibile. Nessuno sa cosa fare. Militari, incendi controllati, sostanze chimiche, navi, stato di emergenza.
Nessuno sa fermare la natura, un po come per il vulcano dell'islanda. Perche' non siamo noi a comandare, ma e' lei, alla fine.
E in Italia? Dai ministri italiani, nulla.
Tutta la dorsale adriatica e' interessata alle estrazioni di petrolio, in molti posti a 5km da riva.
'I am afraid the worst is yet to come.' Chuck Wilson, Louisiana Sea Grant Program
Il piu' grande disastro ambientale petrolifero finora e' stato quello della petroliera Exxon Valdez dell'Alaska che nel 1989 riverso' ben 11 milioni di galloni di petrolio, circa 40 milioni di litri. Ancora adesso, dopo piu' di 20 anni l'ecosistema ne risente.
Il disastro ambientale di questi giorni della Louisiana superera' quello della Exxon-Valdez secondo le stime piu' recenti.
Obama ha mandato i militari.
Il governatore della Louisiana ha dichiarato lo stato di emergenza.
Cinque stati sono interessati -Louisiana, Florida, Alabama, Mississippi, Texas.
Gli incendi non hanno funzionato.
La macchia arrivera' sulle coste della Louisiana Venerdi' mattina.
Janet Napolitano, una sorta di ministro della sicurezza nazionale "Homeland Security Chief" ha detto che si tratta di un riversamento di interesse nazionale.
I pescatori stanno cercando di tirare fuori dal mare il piu' possibile, anticipando che presto l'area sara chiusa per inquinamento, e per chissa' quanto tempo, lasciandoli senza introiti.
British Petroleum dice di non sapere che pesci prendere - se non quelli al petrolio! Stanno provando di costruire un pozzo parallelo, ma ci vorranno almeno tre mesi. Non sanno cosa fare.
Le dimensioni della macchia sono ora di 45 miglia per 100 - 18,000 kilometri quadrati. Il petrolio esce ora al ritmo di 5,000 barili al giorno, circa 800,000 litri ogni giorno.
Dal governatore della Florida, Charlie Crist una dicharazione dopo essere andato a vedere la macchia di persona:
It's enormous. It's everywhere. It's absolutely unbelievable in its magnitude. Clearly it could be devastating to Florida if something like that were to occur. It's the last thing in the world I would want to see happen in our beautiful state.
Dalla Casa Bianca si dice che questo incidente avra' conseguenze anche sulle recenti decisioni di trivellare il mare americano.
Dalla Casa di Chiodi il silenzio - come sempre.
Dal governo italiano e da Stefania Prestigiacomo che vuole trivellare Pantelleria, le isole Tremiti, il Gargano, Venezia, l'Abruzzo, le Puglie a cinque chilometri dalla riva, non fiata una mosca. Noi siamo speciali e queste cose succedono solo agli altri.
Questa mattina viene fuori la notizia che forse bruceranno la macchia di petrolio in mare aperto, per evitare che il petrolio arrivi sulla costa. Tutte le altre possibilita' sono fallite per ora, e le autorita' sono fortemente preoccupate delle ripercussioni della riva al petrolio.
Non si sa se l'incendio funzionera'. Inizieranno alle 11 ora locale.
La macchia e' ora a 20 miglia dalla costa, circa 32 chilometri. Misura 80 miglia per 50, circa 4000 square miles, cioe' circa 9000 chilometri quadrati.
Ci vorranno circa altri tre giorni, a seconda delle condizioni climatiche, affinche' la macchia arrivi lungo le sponde della Lousiana. Tre giorni per pensare cosa fare.
Il costo stimato finora del disastro e' attorno al miliardo di dollari - mille milioni.
Louis Skirmetta - operatore turistico:
"This is the worst possible thing that could happen to the Mississippi Gulf Coast. It will wipe out the oyster industry. Shrimping wouldn't recover for years. It would kill family tourism. That's our livelihood."
Sullo stato generale delle coste della Louisiana, Bonnie Bethel:
I understand there's got to be industry, but it's so sad for our kids. We don't have a lot of beaches left
Richard Haut, ricercatore presso un centro di vita marina di Houston:
In the worst case scenario this could last for months
Fonti indipendenti che siamo state sversate finora 6 millioni di galloni di petrlio, la meta' dell'Exxon Valdez dell'Alaska.
La moglie di uno degli 11 morti, Nathalie Rotho, ha gia' avviato le cause legali contro la BP per "violazioni di numerose norme sulla sicurezza del lavoro".
La domanda e' sempre la stessa: come pensa Chiodi di affrontare uno scenario simile in Abruzzo, se dovesse succedere da noi? Non avremo una settimana di tempo per decidere, perche' li sono ad 80 km da riva, qui saremo a 5.
Gli americani hanno usato 49 navi apposite, noi che mezzi useremo?
Tutto tace dalla regione. Daniela Stati tace piu' che mai. Che vuoi che gli importi.
Mi pare di rivedere la piattaforma Montara dell'Australia che scoppio' e che per due messi e mezzo rilascio' petrolio non stop, inquinando fino in Indonesia.
Qui in Louisiana le cose sono peggiorate. Ora la piattaforma scoppiata e crollata tira fuori 1000 barili di petrolio al giorno, cioe' 42,000 galloni, cioe' circa 160,000 litri ogni giorno.
Un altra piattaforma di petrolio, distante 10 miglia dalla prima e' stata evacuata per precauzione. Un robot sottomarino che doveva tappare il buco ha fallito la sua impresa.
Ora stanno cercando di costruire una sorta di imbuto che possa catturare il petrolio e riportarlo in superficie in maniera controllata. Ci vorranno come minimo due settimane.
I tecnici arlano di mille altre alternative su come arrestare il flusso di petrolio, ma la realta' dei fatti e' che nessuno lo sa bene cosa fare.
Undici persone sono morte.
A riva ci sono paludi e riserve marine con alligatori, delfini, uccelli acquatici.
A 30 miglia ci sono le isole Chandeleur, dove c'e' un parco per la vita marina, con paludi e dove la natura regna sovrana.
La macchia finora e' di 50 miglia per 40, circa 5,000 chilometri quadrati.
L'istituto Nazionale di Oceanografia e dell'Atmosfera degli USA afferma che ci vorra' ancora qualche giorno prima che il petrolio giunga alla costa e che potrebbe arrivare fino in Florida.
Dice il direttore del Dauphin Island Sea Lab in Alabama, George Crozier: I don't think anybody knows with confidence what the effects will be. We've never seen anything like this magnitude.
Nessuno sa quali saranno le conseguenze di questo riversamento a mare. Non abbiamo mai visto nulla di cosi grande.
I governatori di Mississippi, Louisiana e Florida hanno gia' preparato navi per contenere il petrolio nel caso arrivasse a riva, specialmente per preservare santuari marini dove vivono alligatori e uccelli vicino al Mississippi, e le zone turistiche della Florida.
La domanda sorge spontanea: e se questo succedesse in Abruzzo? Noi non ce l'avremmo il lusso di una settimana di tempo per organizzarci a contenere le uscite di petrolio perche' qui in Louisiana si tratta di 80km. In Abruzzo sono solo 5, se ci va bene.
Vi risulta che la regione Abruzzo abbia in dotazione navi apposite per raccolgiere il petrolio fuoriuscito? E chi saranno i tecnici che verranno a costruire da noi imbuti, tappi o altri tipi di ingegni per fermare i flussi petroliferi?
E Gianni Chiodi mettera' tutti all'erta, opppure dira' come ha detto a Cupello, ma tanto di quel petrolio li fra 10 anni non vedrete piu niente?
In questi giorni mi sono arrivate decine di messaggi di ringraziamento, e di affetto legate alla manifestazione, alla nube islandese e al "discorso". Grazie a tutti delle parole carine, e' stato molto bello.
Adesso pero' ho bisogno di ciascuno di voi. In realta' e' Bomba che ha bisogno di ciascuno di noi.
Occorre mandare lettere alla regione Abruzzo contro l'installazione di un nuovo di centro-oli alla riva del lago di Bomba, in una zona goelogicamente fragile. Anche qui, roba da matti. L'ENI disse a suo tempo che c'era il rischio Vajont. Questi della Forest Oil ora dicono che metteranno centraline e sensori e che magicamente tutto scomparira'.
La storia si ripete e come abbiamo fatto per Ortona, Vasto e San Vito, cosi' faremo per Bomba.
La scadenza e' il 15 Maggio, ma per sicurezza mandare tutto entro il 12 Maggio al massimo. Questa volta a decidere non e' il Ministero ma la regione Abruzzo, e come gia detto sappiamo che il responsabile ultimo sara' Gianni Chiodi.
Per chi volesse leggersi tutto il progetto - sono circa 300 pagine - una copia e' reperibile sul sito del Comitato di Bomba, e anche nel link di destra del blog, sotto scrivere osservazioni - Bomba.
Occorre fare una raccomandata con ricevuta di ritorno all'indirizzo in fondo alla pagina, e se possibile mandare tutto a me e/o al comitato di Bomba il cui sito e' qui cosi' li mettiamo nel raccoglitore comune che potete trovare sui link di destra di questo blog.
Grazie a tutti. L'indirizzo e' qui - raccomandata con ricevuta di ritorno:
Regione Abruzzo Direzione Affari della Presidenza Politiche Legislative e Comunitarie, Programmazione, Parchi, Territorio, Valorizzazione del paesaggio, Valutazioni Ambientali Ufficio Valutazione Impatto Ambientale Attenzione: Forest Oil Corporation Progetto: Monte Pallano - Colle Santo Via Leonardo da Vinci (Palazzo Silone) 67100 L’Aquila (AQ)
Un pozzo di petrolio e' scoppiato qualche ora fa nel golfo del Messico, in Louisiana.
Dodici persone mancano all'appello e sette sono state ferite in modo grave.
Il pozzo era a 41 miglia dalla costa - circa 65 chilometri dalla riva, era di proprieta' mista British Petroleum e Transocean. La fase di costruzione e' iniziata nel giugno del 2009. In questo momento stavano ancora trivellando a 1.5km sotto la crosta terreste. La produzione non era ancora iniziata. Uno dei dispersi e' stato poi ritrovato.
Un portavoce per la Transocean, sugli altri 11 dispersi, dice:
"The reality is we don’t know where those 11 are. The likelihood of finding those 11 is very difficult to quantify.”
La realta' e' che non sappiamo dove siano quegli 11, e' molto difficile quantificare la probabilita' di trovare i dispersi.
Quel che resta del pozzo si e' fortemente inclinato e potrebbe sprofondare.
Credo che non ci sia altro aggiungere - se non due domande:
La stampa italiana ne parlera'?
E se questo fosse successo a Rocca San Giovanni?
A Pineto? A Vasto? Alle isole Tremiti? In Sicilia?
Leggo su Prima da Noi i commenti di Gianni Chiodi alla manifestazione. Mi fa anche un po tenerezza questo suo tentativo di far finta che sia tutto a posto. Della serie, non sa piu' dove arrampicarsi per la paura di agire.
Gianni Chiodi, per chi non lo sapesse, non c'era alla manifestazione del 18 Aprile 2010.
Non c'e' mai stato con la gente, ne prima ne dopo che diventasse presidente di regione. Vive su un altro pianeta e non ha capito ancora che i tempi della poltica passiva sono finiti.
A Prima da noi, il governatore Chiodi dice che:
Sul problema della petrolizzazione c'è massima trasparenza e fermezza ma la sensazione è che si stia volutamente generando una gran confusione.
Se il silenzio e l'assenza e' chiarezza! Nei quasi tre anni in cui ho lavorato su questo tema, Gianni Chiodi non ha MAI parlato direttamente alle persone in incontri specifici sulla petrolizzazione, si e' sempre rifiutato di rispondere alle continue richieste di incontri con i cittadini, con gli esperti e anche a semplici domande, insultando chi gliele faceva - vedi Cupello.
Al massimo balbetta quando proprio non ne puo' fare a meno, del tipo in campagna elettorale, o quando pressato da poteri maggiori.
La trasparenza non si e' vista e non si vede.
Un governatore chiaro e trasparente risponderebbe alla gente alle seguenti domande:
Cosa intende fare Gianni Chiodi contro la costruzione di vari pozzi di petrolio in mare lungo la riviera abruzzese?
Perche' la regione Abruzzo non ha presentato osservazioni al Ministero dell'Ambiente per nessuno di questi progetti?
Perche' non ha sollecitato incontri con il Ministero stesso?
Perche' non ha sensibilizzato la popolazione?
Perche' Gianni Chiodi e Daniela Stati non erano presenti alla manifestazione?
Continua, riferendosi al PD:
Ci faccia lavorare in pace. In questi 14 mesi abbiamo approvato un piano energetico regionale che vieta la produzione di energia elettrica in Abruzzo dalla combustione di idrocarburi liquidi e suoi derivati mentre valorizza la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con l'obiettivo di arrivare al 2015 alla copertura dei bisogni almeno al 51 per cento come ho già più volte dichiarato
La legge, e lo sa anche lui, e' stata approvata solo sotto enormi pressioni popolari ed ecclesiali.
E cosa vogliamo fare per le estrazioni di metano?
Per le trivelle nel lago di Bomba, la cui competenza decisionale spetta alla regione Abruzzo e non al ministero, cosa intende fare Gianni Chiodi?
E poi, una cosa e' dichiarare "produrremo energia da fonti alternative per il 51%" e un altra e' parlare sulla base di fatti concreti.
A che percentuale siamo adesso? A quanto pensiamo di arrivare entro il 2010? 2011? 2012?
Come lo faremo? Quali incentivi ci sono? Di che tipo di energia si parla? Come verra' coinvolta la popolazione? Chi paghera' la transizione?
Detto cosi pare un numero tirato fuori a casaccio!
Quando il governatore Chiodi dice "lasciateci governare in pace", a me pare che lo stesso non conosca il significato della parola democrazia e trasparenza, dove ad ogni passo si deve essere sottoposti allo scrutinio degli cittadini che PAGANO per essere governati di Gianni Chiodi.
"Inoltre, abbiamo approvato una nuova legge regionale che vieta l'estrazione e la lavorazione di idrocarburi liquidi chiara e netta sull'obiettivo. La legge di recente è stata osservata dal Governo per cui ci siamo costituiti davanti alla Corte costituzionale per difenderla ma, nello stesso tempo, abbiamo aperto un tavolo ufficiale dove siedono tecnici regionali, del Ministero dello sviluppo economico e delle Politiche regionali per condividere un testo di legge che rispetti gli obiettivi di questa giunta che sono appunto quelli del divieto di estrazione e lavorazione degli idrocarburi liquidi nel territorio abruzzese e che sia rispettosa della Costituzione".
E chi sarebbero questi "tecnici regionali"? Perche' non e' dato saperlo? Perche' non parlano con la gente? Perche' il governatore ha deciso di presentare ricorso al governo centrale solo a tempi scaduti? Perche' continua a parlare di idrocarburi liquidi? Le estrazioni di gas metano sono ugualmente pericolose per un territorio sismico come il nostro, tanto piu' che il trivellando lago di Bomba e' zona a rischio Vajont, come dicharato sia dall'ENI che dalla Forest Oil.
A me pare che a tuttoggi il governatore Chiodi non abbia capito la pericolosita' e la gravita' del problema e che sia lontano dalla gente.
Ci tengo a precisare che non sono un esponente del PD, e che e' abbastanza patetico che Chiodi la butti in politica, scaraventandosi contro i suoi oppositori politici, senza rispondere invece ai cittadini - 5000 persone scese in piazza per difendere l'Abruzzo.
Purtroppo, nonostante abbia cercato in tutti i modi e sia rimasta in bilico fino alla fine, non sono potuta venire in Italia per la manifestazione. Il vulcano islandese ha fermato anche il mio volo e tutti gli altri sui quali ho cercato di farmi mettere. Ci ho provato fino all'ultimo ma e' stato impossibile. Mi dispiace moltissimo, ma spero che sia stato lo stesso un giorno di festa, di persone che trovano un modo per fare comunita', di amicizia a prescindere da eta' ed idee politiche, e di affetto per la nostra terra.
La manifestazione e' stato un altro passo in avanti. Ce ne saranno altre. Grazie a Emilio e Fabrizia e tutti quelli che si sono adoperati per l'evento in maniera cosi' totale e con cosi tanto amore.
Domenica 18 Aprile 2010 siamo tutti invitati alla manifestazione, perche' siamo tutti cittadini, respiriamo tutti la stessa aria, e credo vogliamo tutti un futuro migliore.
Sono stati invitati sindaci, e se non mi sbaglio, i presidenti delle province abruzzesi e anche Daniela Stati e Gianni Chiodi. Da questi ultimi due il silenzio, come volevasi dimostrare.
Molti sindaci hanno gia' dato le proprie adesioni e saranno i benvenuti alla manifestazione. Quelli che saranno presenti per manifestare contro l'Abruzzo petrolifero e a favore di una maggiore spinta verso le energie alternative sono i sindaci di:
14) San Salvo - Gabriele Marchese, sindaco
13) Rocca San Giovanni - Giovanni Di Rito, sindaco
12) Treglio - Roberto Doris, sindaco
11) Torino di Sangro - Domenicantonio Pace, sindaco
10) Casalbordino - Remo Bello, sindaco
9) Altino - Camillo di Giuseppe, sindaco
8) Francavilla - Nicolino di Quinzio, sindaco
7) Lentella - Carlo Moro, sindaco
6) Lanciano - Filippo Paolini, sindaco
5) Fossacesia - Tommaso Stante, sindaco
4) Vasto - Luciano Antonio Lapenna, sindaco
3) Miglianico - Dino De Marco, sindaco
2) San Vito - Rocco Catenaro, sindaco
1) Fara Filiorum Petri - Domenico Bucciarelli, sindaco
L'ordine e' casuale. La lista viene aggiornata man mano che le adesioni arrivano. Se qualche sindaco non e' stato incluso, lo inserisco volentieri.
Nicola Fratino, sindaco di Ortona, ha gia' detto che non ci verra' sebbene Ortona sia al centro dei progetti petroliferi. Per lui e' piu' importante il portafoglio che i polmoni - suoi, e dei suoi cittadini - evidentemente.
Ecco qui il sindaco piu' amato d'Italia ed il suo coerentissimo pensiero.
Grazie a Sammy che ha raccolto una serie di articoli sulle maggiori testate in lingua inglese sulla nostra regione.
Tutti a dire che l'Abruzzo e' IL POSTO dove venire a fare una vacanza in Italia. Ecco qui i link di Sammy che vanno ad aggiungersi ai gia' tanti scritti negli anni scorsi:
Tutta pubblicita' gratuita per trasformare le bellezze della regione in una occasione di valorizzazione del territorio, di crescita economica, di benessere sostenibile, di apertura dell'Abruzzo al resto del mondo.
Peccato che chi governa questa regione non ha la piu' pallida idea di come usare al meglio queste risorse ne tanto meno come valorizzarle, proteggerle, amarle.
Il 18 aprile 2010 tutti insieme ripeteremo il nostro no alle estrazioni petrolifere in Abruzzo, e per dire a Petroceltic, ENI, Mediterranean Oil and Gas, Vega Oil, Forest Oil, Cygam Gas, Edison Gas, Northern Petroleum, Shell e tutte le altre che QUI NON CE LE VOGLIAMO.
Intanto, senza parole, ecco qui i commenti del sindaco piu' amato d'Italia, Nicola Fratino, sindaco di Ortona. Una cosa vergognosa.
Venerdi' 16 Aprile insegnero' la mia classe di analisi matematica 1 e dopo qualche ora prendero' un aereo per venire in Italia. Domenica 18 Aprile 2010 c'e' la manifestazione regionale per dire no all'Abruzzo Petrolizzato a cui tutti sono invitati.
E' importante la partecipazione - DI TUTTI - e spero che saremo tanti, educati ma determinati nell'affermare il nostro affetto per la nostra regione e la nostra determinazione nel salvare l'Abruzzo dalle grinfie di ENI, Northern Petroleum, Vega Oil, Mediterranean Oil and Gas, Petroceltic, Forest Oil, Cygam Gas, Shell e compagnia bella.
E' questa l'ora di fare tutto il possibile per essere presenti.
Serve per dare un segnale ai petrolieri, serve per dare un segnale alla classe politica che NON CI DEVE NEMMENO PENSARE AL COMPROMESSO CON "BIG OIL", serve per noi stessi, per un giorno rigirarsi indietro e dire: ho fatto la mia parte e non ho delegato a nessuno la difesa del mio territorio, serve per i giovani, per dare loro qualcosa da sognare, da amare, da credere per il futuro.
Io restero' per tre giorni. Sono 15 ore di volo all'andata e 15 al ritorno, con 9 ore di fuso orario in mezzo. L'ho gia' fatto altre volte e so che questo viaggio sara' una gran fatica fisica. Ma sono contenta di poter venire in Italia a dire, ancora una volta, no all'Abruzzo petrolifero. Lo faccio con affetto, con convinzione e senza paura di dare pane al pane e di dire cio' che penso.
Sono settimane che le associazioni locali abruzzesi, guidati da Emilio Caravaggio, stanno organizzando questo evento. E' sempre difficile mettere d'accordo tante persone, organizzare un evento che vuole essere grande, di risalto, accontentare il piu' possibile le esigenze di tutti e qualche volta saper dire di no.
Dietro al 18 aprile 2010 c'e' un sacco di lavoro. Spero che tutti ce ne rendiamo conto e che onoriamo l'impegno profuso da organizzazioni ed attivisti, con la nostra presenza fisica.
La manifestazione e' della gente e per la gente. E' in rispetto delle nostre tradizioni e delle generazioni passate, ed allo stesso tempo un atto di amore per quelle future a cui vogliamo lasciare un Abruzzo migliore, piu' sano e spetrolizzato.
Dopo tante belle parole, ecco qui Gianni Chiodi e tutta la giunta regionale alla prova petrolifera. Gli americani della Forest Oil di Denver hanno presentato domanda per trivellare il lago di Bomba. Ne abbiamo parlato piu' e piu' volte qui, qui e qui.
E' ovviamente un progetto folle - trivellare un lago artificiale in una zona turistica, geologicamente fragile, per cercare gas carico di impurita' sulfuree e per costruire raffinerie e oleodotti di vario genere in mezzo alla natura incontaminata e vicino alle montagne. E' semplicemente folle.
Questa volta pero' a differenza di Ombrina, Elsa e d495 e d492, i pozzi di Vasto e Casalbordino, a DECIDERE E' LA REGIONE ABRUZZO. Non e' Roma, ma siamo noi in teoria. Ecco allora la prova del nove per il nostro governatore Chiodi.
Approvera' questo progetto? Non lo approvera'? Sono quasi sicura che tocchera' a noi cittadini rompergli le scatole ancora una volta a questo governatore soporifero e fargli capire che se mai solo si azzardasse a dire ni a questo progetto scellerato, non ci deve neppure pensare a venire a chiedere i voti la prossima volta ai chietini.
Non ci sono scuse che tengano.
Il presidente della regione Abruzzo e' Gianni Chiodi, e qualsiasi commissione, qualsiasi gruppo, qualsiasi SCUSA lui possa addire, alla fine la responsabilita' di Bomba e del suo lago cadono sulle spalle di chi ha scelto di governare la regione Abruzzo. Ovviamente c'e' anche una parte di responsabilita' su Daniela Stati, l'assessore all'ambiente della regione Abruzzo che non dice una parola che sia una sul petrolio.
Non ci sono altri responsabili. Noi faremo tutto quello che c'e' da fare. Manderemo osserbvazioni, coivolgeremo la provincia di Chieti. Ma sia chiaro e cristallino che alla fine, se il progetto sara' approvato, la colpa e la responsabilita' di questo progetto stanno su Gianni Chiodi che HA LIBERAMENTE ASSUNTO LUI IL RUOLO DI GOVERNATORE DELLA REGIONE.
Gianni Chiodi, ti aspettiamo. Hai gia' promesso che il centro oli di Ortona non si fara' - grazie al nostro attivismo e alla paura folle durante le elezioni del Dicembre 2008. Non ci sono scuse, non ce ne andiamo finche' TUTTI i petrolieri saranno andati via dall'Abruzzo.
La raffineria di Bomba non e' diversa da quella di Ortona. Sempre di un desolforatore di tratta, sempre veleni sono, sempre Abruzzo e'.
I cittadini di Bomba non sono meno importanti di quelli di Ortona.
E le promesse si mantengono - Ortona o Bomba, e' la stessa cosa.
Domani parto per un convegno nel Minnesota. Fra qualche giorno metto su tutte le istruzioni, i link ed i facsimili per inviare materiale alla regione. Per ora, molte informazioni sui possono trovare sul sito del comitato di Bomba che e' qui.
Niente di nuovo sotto il sole a Viggiano, in Basilicata, sede del centro oli ENI. Una vampata di varie decine di metri si e' innalzata il 26 marzo 2010 illuminando a giorno tutta la vallata. Nessuno sa perche', nessuno sa se l'ENI mai si degnera' di dare spiegazioni, nessun amministratore chiede - con coraggio - nessuno multa l'ENI, nessuno indaga quali porcherie queste fumate portano all'aria di chi vive vicino al balsamico centro oli.
Come dice il giornalista nel sito Viggianolab, si tratta di immagini che chi abita vicino al centro oli conosce bene, perche' queste cose succedono spesso, troppo spesso.
Ogni volta che leggo queste cose mi arrabbio - per tanti motivi - anche se a questo punto dovrei essere quasi abituata, perche in questi anni ne abbiamo lette e scritte di tutti i colori.
Mi arrabbio perche' non e' giusto. Mi arrabbio perche' questi scellerati dell'ENI non possono fare il comodo loro e pensare che solo perche' si tratta di un micropaesino della campagna lucana, non gli interessa a nessuno. Mi arrabbio perche' gli ortonesi non si rendono conto - veramente - di cosa pende ancora sulla loro testa. Mi arrabbio perche' chi ci governa non capisce, non sa, non gliene importa. Mi arrabbio perche' gli italiani "famosi e importanti" non prendono mai alcuna causa a cuore, ne per filantropia, ne per attivismo.
Una piccola nota positiva, secondo me, viene pero' dalle pagine di Assomineraria - nella mia opnione una associazione di persone senza scrupoli, dal primo all'ultimo. Dicono:
L'Abruzzo è sempre stata una delle Regioni più ricche di petrolio in Italia, sia a terra, nelle province di Chieti e Pescara, sia in offshore. L’area si segnala per buone potenzialità che però non vengono colte, a causa della forte resistenza delle popolazioni locali allo sviluppo di nuovi giacimenti.
Non dicono mica perche' Gianni Chiodi o perche' Enrico di Giuseppantonio o perche' Guerino Testa sono contrari alle trivelle. No, dicono perche' lo siamo noi cittadini. In qualche modo occorre andare avanti.
La perseveranza - la previdenza - la lungimiranza - questi sconosciuti.
In questi giorni diversi guai petroliferi in giro per il mondo.
Stamattina - di corsa - leggo della nave cinese Shen Neng 1 che si e' arenata vicino alla Grande Barriera Corallina in Australia, con tutto il suo carico di petrolio e di carbone.
Dalle fotografie si vede una scia di petrolio riversarsi in mare, e c'e' preoccupazione perche' la nave e' in condizioni pessime e potrebbe spezzarsi in due. La Shen Neng 1 ha urtato a piena velocita' contro una delle isole della barriera corallina, navigando in una zona dove il transito delle navi e' limitata e che gli ambientalisti da tempo sia chiusa definitivamente.
La Grande Barriera Corallina e' un sito protetto dall' ONU fin dal 1981 - e' lunga 1,800 miglia e costituita da piu' di 3,000 isole coralline. L'isola piu' vicina alla perdita di petrolio e' la Great Keppel Island, 430 miglia a nord di Brisbane, un isola turistica, pristina e protetta.
Il ministro Australiano dell'Ambiente dice di essere preoccupato per gli effetti nefasti dei riversamenti di petrolio nell'ecosistema della zona - quasi 950 tonnellate di petrolio. Queste potrebbero raggiungere la terraferma fra qualche giorno.
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Venerdi' santo invece e' scoppiata una raffineria nello stato di Washigton, a Anacortes, 70 miglia a nord di Seattle. La raffineria era operata dalla ditta Tesoro - una delle firmatarie del documento di Prop 65, secondo cui le operazioni petrolifere fanno venire il cancro.
Sono morti in cinque.
Questa ditta, la Tesoro era stata gia' multata nel 2009 da parte del Dipartimento di lavoro e dell'industria americano, di 85,000 dollari per violazioni alla sicurezza che potevano mettere in pericolo la vita delle persone.
Hanno dovuto correggere i loro problemi, ingaggiare un esperto indipendente per la sicurezza. Non e' stato ben chiaro se questi problemi pre-esistenti siano stati causa dell'esplosione di Venerdi', causata da una perdita di nafta durante la lavorazione della benzina.
La gente ha visto fiammate di oltre 30 metri, una nube di fumo nero, sentito le sirene, e sembrava che ci fosse stato un terremoto.
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Si dira' che ci serve il petrolio bla-bla-bla. Io personalmente, quando sento queste cose, vedo solo conseguenze nefaste per l'Abruzzo, in termini di sicurezza ambientale e delle persone. La nostra regione non guadagnera' niente dalle estrazioni di petrolio, ne in termini di occupazione, di benessere economico, ne in salute e in sicurezza.
E se quella nave o se la FPSO - il centro oli a mare - si incagliasse a Rocca San Giovanni o a Pineto? E se la raffineria di petrolio esplodesse fra le colline di Bomba o di Ortona?
E' per questo che penso che sia profondamente sbagliato trivellare una regione verde, relativamente sana e che ha gia' una economia svincolata dal petrolio.
Con buona pace di Assomineraria, della Nuovo Pignone, dell'ENI, e di tutti gli altri petrolizzatori d'Italia che leggono questo blog assiduamente, spesso maleducati e offensivi - buona Pasqua pure a voi, da Roma alla Liguria.
Devono essere proprio disperati quelli dell'Assomineraria, se indicono incontri a porte chiuse a Chieti per tramare segretamente come fare per trivellare l'Abruzzo e sconfiggere il nostro sentimento di amore per la terra e per le nostre tradizioni.
Questo deve renderci ancora piu' risoluti, e agguerriti. Non c'e' spazio per le mezze misure contro queste persone che mangiano pane a tradimento.
Quello che ha indetto l'incontro a porte chiuse a Chieti, il vice presidente dell'Assomineraria, e' il signor Teodoro Ivano Calabrese. Voleva parlare con gli altri industriali del comparto "oil and gas". Ha detto che - poverini - l'industria petrolifera e'
costantemente soggetto a provvedimenti normativi e campagne mediatiche che tendono a bloccarne l'operatività e rischiano di mettere in crisi un tessuto di imprese di alto profilo tecnologico, che operano nella piena legittimità e nel più assoluto rispetto delle regole che tutelano l'ambiente e la salute pubblica.
Si riferiscono a noi! Ovviamente sono parole dell'Assomineraria, che si occupa di trivellare l'Italia. Cosa possono dire se non che e' tutto fatto a regola d'arte? Ovviamente il signor Calabrese in questione non sa o non vuole sapere cosa ha combinato l'ENI e tutte le sue amiche in Basilicata. Non sa o non vuole sapere che solo in Italia si puo' trivellare nei parchi nazionali, a 5 km dalla riva, fra i campi del Montepulciano, vicino agli ospedali. Non sa o non vuole sapere che solo in Italia e' lecito emettere H2S migliaia di volte in piu' di cio' che raccomanda l'OMS.
Parlano di salute pubblica? Ma se l'ENI e' responsabile dell'inquinamento di META' di tutti i siti piu' inquinati d'Italia! Ma se in California sono le stesse ditte petrolifere - TUTTE - a dover dichiarare che l'attivita' petrolifera porta al cancro!!
E' la legge che li obbliga.
La crisi dell'attivita' petrolifera??? E la crisi dei contadini abruzzesi? E i nostri campi? I nostri vini? Le nostre coste? Solo gente senza scrupoli puo' dire certe cose.
E poi, il signor Teodoro Ivano Calabrese annuncia:
Per discutere di questi ed altri temi di comune interesse abbiamo organizzato per il giorno mercoledì 10 febbraio p.v. h. 15.00 presso la nostra sede di Chieti, largo Teatro Vecchio 4, un incontro con Assomineraria-Confindustria: saranno presenti il dr. Giancarlo Dossena ed il dr. Sergio Morandi, rispettivamente Direttore e Consigliere del Settore Idrocarburi e Geotermia di Assomineraria.
Bella cricca di gente. Dossena in passato ha detto che il petrolio e' compatibile con turismo, agircoltura, agriturismo!!!!! Ha Ha Ha. Chissa' dove vive. Chissa se lui va a farsi le vacanze in Val D'Agri e se mangia il miele al petrolio della Basilicata. Se mangia le mele marcie della Val D'Agri. Sergio Morandi fra le altre cose e' uno dei direttori della Mediterranean Oil and Gas.
Cosa vuoi che dica uno che un conflitto di interessi grande come una casa???
L'incontro ha carattere riservato e non è aperto al pubblico. Possono partecipare le aziende iscritte al sistema Confindustria, ma anche non associati che operando nel settore abbiano interesse a partecipare ad un confronto su questioni di grande importanza per il proprio futuro. Si prega di dare conferma della propria partecipazione entro il 9 p.v.a mezzo e-mail, a: economia@confindustria.chieti.it
La democrazia secondo l'Assomineraria: incontri a porte chiuse. Stile Nicola Fratino.
In tre anni che vado in giro per l'Italia mai mi sono seduta ad incontri a porte chiuse. Mai ho evitato il confronto, e credo che tutte le volte che qualcuno - con nome, cognome, volto aperto, ha provato a controbbattere le mie argomentazioni, alla fine ha dovuto ammettere che i numeri sono numeri.
Non ci riusciranno a trivellarci, non ci riusciranno. Si mettano il cuore in pace.
Chemicals known to the State of California to cause cancer, birth defects or other reproductive harm are also contained in and around oil fields, service stations, refineries, chemical plants, transport and storage operations, including pipelines, marine terminals and tank trucks, and other facilities and equipment that manufacture, produce, handle, distribute, transport, store, sell or otherwise transfer crude oil, gasoline, diesel fuel or other petroleum products or byproducts.
Chiaro? Le operazioni petrolifere fanno venire il cancro. Lo dice la Exxon. Lo dice la British Petroleum. Lo dice la Chevron. Lo dice la ConocoPhillips.
The First Amendment to the Constitution of the United States of America
Questo blog rappresenta mie opinioni personali. Viene scritto negli USA, dove il primo emendamento alla costituzione recita:
CONGRESS SHALL MAKE NO LAW RESPECTING AN ESTABLISHMENT OF RELIGION, OR PROHIBITING THE FREE EXERCIZE THEREOF; OR ABRIDGING THE FREEDOM OF SPEECH, OR OF THE PRESS; OR THE RIGHT OF THE PEOPLE PEACEABLY TO ASSEMBLE, AND TO PETITION THE GOVERNMENT FOR A REDRESS OF GRIEVANCES.