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Wednesday, March 31, 2010

Trivelle e petrolio in USA


Il web inzia a riportare le decisioni di Obama di aprire i mari americani alle trivelle, ecco allora un po' di pensieri e sopratutto di fatti.

Il piano di Obama prevede il divieto di trivellare in alcune zone dell'Alaska - Bristol Bay a sud una zona di ricca vegetazione e vita di animali selvaggi - mentre si aprira' ad altre zone a nord in quello stesso stato.

La California, l'Oregon e Washington State, cioe' tutta la costa pacifica saranno vietate alle trivelle.

In Florida ed Alabama il limite sara' 125 miglia dalla costa, cioe' 200 chilometri.

Sara' possibile trivellare lungo la costa atlantica, dalla Virginia in giu'. Qui il limite sara' di almeno 50 miglia dalla costa. Cioe' OTTANTA CHILOMETRI e non certo 5km dalla riva come si vuole fare in Italia.

Molti giornali hanno commentato sul fatto che questa decisione sia una sorta di compromesso per creare consensi attorno alle leggi per incentivare la produzione e l'uso dell' energia alternativa e contro il riscaldamento globale.

La legge sul global warming si votera' nelle prossime settimane e ci sara' bisogno del supporto dei repubblicani. Anche le decisioni di aprire due nuove centrali nucleari - in Georgia - fanno parte della stessa strategia di accontentare la destra americana.

E' lo stesso Obama pero' a dire che molti dei suoi sostenitori saranno delusi - inclusi i governatori e i senatori degli stati trivellandi e degli attivisti per l'ambiente.

La vendita delle concessioni iniziera' non prima del 2012 e dovranno essere approvate dal dipartimento dell'interno. Poi ci vorranno ancora molti anni per iniziare l'opera di trivellamento, perche' occorrera' fare studi e indagini.

Si parla di pochissime quantita' di petrolio - basteranno per 3 anni forse. Si dice che potrebbe essere economicamente svantaggioso estrarre petrolio, anche se si giungesse a prezzi elevati come nell'estate del 2008.

La cosa interessante e' che il capo del dipartimento dell'interno, Ken Salazar, ha ricevuto oltre 500,000 commenti da parte dei cittadini sulla questione petrolio. Al New York Times ha dichiarato che hanno preso le loro decisioni anche in base alle opinioni delle persone.

E' una sorpresa allora che la costa pacifica sia stata risparmiata dalle trivelle?

No, nell'ottica politica di cui sopra. Il governatore Schwarzenegger - e la quasi totalita' dei californiani - e' contrario alle estrazioni nel nostro mare. La California e' uno stato democratico e siamo gia' avanti con le leggi contro il global warming. Non c'era nessuno da accontentare qui. Anzi, la legge che Obama vorrebbe fare approvare sul global warming e' basta in larga parte sulla legislazione californiana.

I nostri mari non saranno toccati. Sono contenta e grata di avere il privilegio di vivere in un posto cosi.

Detto tutto questo, resta certo un sentimento di delusione. Chissa', avrei potuto usare tutto questo tempo a lavorare per l'Alaska invece che per Ortona...

Penso che sia ovvio che io sia delusa. Ma fra gli 80 chilometri della Virginia e i 5 chilometri di San Vito Marina o i 6 di Venezia (!!!) c'e' una bella differenza.


Fonti:
New York Times1, New York Times2, Los Angeles Times

Monday, March 29, 2010

ENI: multa da 210 milioni di USD in Kazakhistan


E cosi, mentre l'ENI cerca di farsi bella con mostre su se stessa - vanitosi eh? - ci pensa il Kazakhistan a riportarli sul pianeta terra.

Il 26 Febbraio 2010 infatti una corte kazaka ha multato l'ENI di ben 210 milioni di dollari per danni ambientali, assieme a British Petroleum.

I motivi sono molto semplici - l'ENi ha violato le norme di salvaguardia ambientale nella gestione dei rifiuti durante l'opera di sfruttamento di un giacimento di gas e petrolio - gia' dal 2008. I Kazaki hanno stimato il danno attorno ai 210 milioni di dollari e mandato il conto a Mr. Scaroni e compagni. Semplice.

Gia' la SEC americana qualche setimana fa aveva mollato all'ENI una multa di 254 milioni di dollari per corruzione, in un gioco di tangenti con il governo Nigeriano.

Alcuni dicono che queste multe sono strategemmi dal governo kazako per riprendersi alcune concessioni petrolifere date all'ENI, e per svilupparle da se. Non so cosa pensare del governo kazako, ma di certo, dopo avere visto e sentito come opera l'ENI in casa propra - la Basilicata e l'Abruzzo - non mi stupisce che il governo kazako li abbia accusati e condannati per inquinamento.

Ci saranno mai processi per inquinamento e multe salate all'ENI in Basilicata?

Se il Kazakhistan e' meno tenerario dell'Italia nei confronti del cane a sei zampe, vuol dire che siamo messi bene in questo paese.

Fonti: STV news

Saturday, March 27, 2010

Ortona - pensieri da lontano


Pensavo che mi sarei arrabbiata di piu' nel sapere che il sindaco di Ortona Nicola Fratino ora passa agli inceneritori sul suo territorio. La vecchia volpe perde il pelo ma non il vizio. Abbandonato il progetto del centro oli - per ora almeno - il nostro sindaco si lancia un progetto a biomasse. Ci molla l'etichetta di "eco" davanti - come la Eco-petroli - ma chissa' cosa mai ci andra' dentro quest'altro mostro che bruciera' robaccia fra i campi del Montepulciano.

Non ho tempo e voglia di indagare. Non sta a me preoccuparmi dell'aria che respirera' chi vive li vicino. So solo che qui non ho mai sentito parlare di "biomasse" come di energia alternativa e che addirittura in California e' pure vietato usare i caminetti e bruciare la legna perche' inquinano e perche' - alla fine dei conti - non ce n'e' bisogno dato il nostro clima.

Non so cosa dire. Sento pero' un profondo senso di disagio quando penso ad Ortona e agli ortonesi in generale. Nei due anni e mezzo che porto avanti questa battaglia non ho mai visto - nel suo complesso - una cittadinanza piu' passiva, piu' molle, piu' apatica. Ovviamente ci sono delle eccezioni - Santa Fabrizia, Mauro, Marco e Davide, per dirne alcuni ma nel suo complesso sono delusa e mi pare che tutto il mio spendermi sia stato inutile.

Possibile che nessuno abbia preso la briga di indagare su cosa faccia questo sindaco? Possibile che nessuno abbia potuto sapere di che si trattava? Possibile che i contadini che gli hanno venduto la terra, i costruttori che sono impegnati a realizzarlo, i vicini, i consiglieri, qualcuno, non se ne sia reso conto, non si sia posto domande, non abbia chiesto cosa sia questo "eco-inceneritore"?

E' sempre lo stesso discorso - la democrazia ci impone di essere attivi, altrimenti tutti ne approfittano. Fa tristezza, ma alla fine, ciascuno e' artefice della propria fortuna, e questo vale per i singoli, vale per i popoli, vale per Ortona.

E poi penso al centro oli.

Cosa ha fatto Ortona per il suo stesso territorio? Sono stati piu attivi i cittadini di Tollo, di Francavilla, di Lanciano.

I miei stessi parenti ortonesi sono tutti anestetizzati. Ci ho provato a coinvolgerli - chi insegna a scuola, chi e' commercialista, chi e' impiegato, chi lavora per l'industria del vino. Avrebbero tutti potuto fare qualche cosa. Al di la' di sterili complimenti per me, e dello sterile orgoglio di poter dire che gli sono parente, non c'e' stato nulla di piu' attivo, di piu' partecipato, di piu' voglia di combattere per le cose giuste.

E poi penso ad una prima comunione a cui ho partecipato, in Giugno 2009 al ristorante Il Feudo, proprio di fronte alla collina del centro oli. Il padrone, candidamente, mi disse che lu non aveva partecipato a nessun tipo di protesta perche' non aveva tempo e perche' "se mi arrabbio io poi finisce male". Mi ha detto tutto questo anche lui, come se fosse la cosa piu' normale del mondo, che gli avrebbero fatto una raffineria di petrolio di fronte al suo ristorante e lui restava impassibile perche' non ha tempo.

Cosa potevo dirgli? Che io invece di tempo ne ho a bizzeffe? Che io invece vorrei che finisse bene, con calma e con il contributo di TUTTI?

E poi penso alla serata di Ortona in Gennaio 2010, con Remo Di Martino, e al fatto che hanno tutti ascoltato il personaggio in questione dire le bugie piu' false sulla sua presunta contrarieta' al centro oli, fin da tempi non sospetti.

Ero senza voce e sono esplosa a sentire quelle bugie. E gli altri? E perche' nessuno ha trovato il coraggio di dirgli che quel che diceva sono bugie? E perche' nessuno va li a rompergli le scatole a dirgli ora che sei l'assessore al turismo, vedi cosa vuoi fare contro le trivelle in mare?

Finisce sempre con "ma tanto io non ci posso fare niente" oppure con "tanto se hanno deciso, lo faranno" oppure con "lei e' troppo idealista". E va bene, andiamo avanti cosi.

Non sono io che dovro' crescere i miei figli ad Ortona, e non sono io che dovro' un giorno spiegargli che del mare, dei campi, della bellezza di un tempo di quella citta' non e' rimasto nulla.

Fonti: Primadanoi

Friday, March 26, 2010

Multe americane


L'altro giorno qualcuno mi ha chiesto perche' qui negli USA le raffinerie non si fanno piu' dal 1976. Fra i vari motivi c'e' il fatto che i controlli, le limitazioni, i requisiti sono tutti cosi' stringenti che e' difficile farne una con un ampio margine di guadagno. E in caso di incidenti o di cose fatte male le multe sono salate. Meglio raffinare i prodotti petroliferi altrove o usare quelle che gia' ci sono. Giusto o sbagliato che sia, e' cosi.

E allora ecco qui in giro per l'America un po di multe petrolifere di vario genere. La maggior parte le ho trivate online, sono sicura che ce ne sono tante altre:

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2009: La Exxon-Mobil dovra' pagare 1 miliardo di dollari allo stato del Texas - 1000 milioni di dollari - per avere sabotato i propri pozzi di petrolio in quello stato. Hanno avuto un contenzioso con la famiglia O'Connor, co-proprietaria di alcuni pozzi con la Exxon stessa, e cosi hanno abbandonato questi pozzi. Praticamente non sono riusciti a mettersi d'accordo su come spartire i soldi ricavati dall'estrazione di idrocarburi. Ma prima di andarsene, per impedire alla famiglia O'Connor di poter estrarre petrolio da se', hanno sabotato i propri impianti.

Praticamente, hanno riempito i pozzi dimessi con rifiuti di varia natura, testate di cemento illegali ed esplosivi in modo che nessun altro potesse trivellarli in futuro.

La multa e' stata calcolata sulla base di $10,000 al giorno per pozzo.

La Exxon ha cercato di difendersi dicendo che queste opere erano necessarie per la sicurezza dei pozzi, ma nessuno gli ha creduto. Nel report della apposita commissione che ha studiato il caso, presieduta da Jerry Patterson si dice:

Exxon committed irrefutable, intentional and flagrant violations of state rules regulating the oilfield. The senseless waste of our natural resources, the sabotage of a producing oilfield and cover-up by Exxon is a malicious act that must be dealt with by the state of Texas.

La Exxon ha commesso un innegabile, intenzionale e flagrante violazione delle regole di stato che governano le concessioni petrolifere. Lo spreco insensato di risorse naturali, con il sabotaggio di un campo di petrolio ancora attivo e i tentativi di insabbiatura da parte della Exxon e' un atto malizioso che deve essere affrontato dallo Stato del Texas.

Chiaro. 1 miliardo di dollari di multa.

Per mettere le cose in prospettiva: per lo scoppio della petroliera Exxon-Valdez in Alaska, finora la Exxon ha pagato finora 5 miliardi di dollari di multa.

Un miliardo di dollari rappresenta il 2% del suo fatturato annuo. Patterson dice che ha cercato di spingere la multa al massimo che ha potuto, ma che non e' potuto andare oltre. Avrebbe voluto lui fargli male alla Exxon ma e' lui stesso a riconoscere che questa cifra non intacchera' minimamente i profitti della Exxon, una delle piu' grandi aziende petrolifere del mondo. Guadagna circa 45 miliardi di dollari l'anno - 6 dollari per ogni uomo, donna, bambino, vivente sul pianeta.

E' piu' un danno di immagine si dice, ma intanto gli hanno mollato 1 miliardo di dollari di multa.

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2005: La ConocoPhillips dovra' pagare 540 milioni di dollari per avere violato la cosiddetta Clean Air Act, in quanto non aveva migliorato il proprio sistema di filtraggio e riparato le proprie perdite in Illinois. Sono anche stati condannati a tagliare le proprie emissioni di fumi tossici di circa 17,000 tonnellate l'anno.

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2009: La Frontier Oil Corporation del Kansas e del Wyoming dovra' pagare 128 milioni di dollari per avere sfondato i limiti di emissioni. Dovra' anche diminuire le emissioni stesse. In quella occasione l'EPA (una specie di ministero dell'ambiente americano) disse:

Today's settlements demonstrate EPA's continuing efforts to reduce emissions of nitrogen oxide and sulfur dioxide, which can cause severe respiratory problems and contribute to childhood asthma, smog and haze, as well as other health and environmental effects.

Gli accordi di oggi mostrano i continui sforzi da parte dell'EPA di ridurre le emissioni di nitrati e di solfati che possono causae gravi problemi respiratori e contribuire all'asma dei bambini, smog e nebbia e altri problemi all'ambiente e alla salute.

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2005: La British Petroleum paga 21 milioni di dollari per non avere adeguatamente installato i sistemi di sicurezza in una raffineria Texana. Il 30 Ottobre del 2009, siccome l'EPA ha stabilito che i sistemi non erano migliorati, la multa e' stata quadruplicata a 87 milioni di dollari.

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In Basilicata, in modi e tempistiche diverse, sfondamenti, porcherie rigettate nel sottosuolo sono all'ordine del giorno. Sul sito della OLA l'Organizzazione Lucana Ambientalista ci sono innumerevoli esempi di scempi ambientali dell'ENI che la gente scopre per caso. Non ho mai sentito di commissioni, di studi, di enti TERZI fare indagini serie e portare a multe serie contro l'ENI in Basilicata. Mai.


Per il riversamento di petrolio nel fiume Lambro, le cui conseguenze sono state molto piu' gravi dei pozzi sabotati in Texas o delle misure di sicurezza non aggiornate o degli sfondamenti in Kansas, finora, non e' colpa di nessuno. Anzi, il nostro governo depenalizza gli scarichi tossici!

Nessuno avra' paura di rifare un gesto simile in futuro. Nessuno pensera' al dopo, alla legge, alle punizioni, ai danni d'immagine. Non avremo imparato nulla.

Speriamo almeno che l'ENI paghi la multa da 1.9 miliardi di Euro per avere inquinato il lago Maggiore a Pieve Vergonte con il DDT per sei anni. Sono al ricorso e dicono di considerare del tutto infondati la condanna e l'ammontare del risarcimento danni quantificato. Cioe' non vogliono pagare.

Evviva l'Italia.

Wednesday, March 24, 2010

Le balle di Mauro Febbo - in campagna elettorale


Arriva, finalmente, la regione Abruzzo a costituirsi parte civile contro il giudizio di illeggittimita' costituzionale. E' arrivato il comunicato della regione Abruzzo , e in tutta sincerita' non si capisce niente - parlano di commi, costituzione in giudizio, di competenze. E' un modo di comunicare agghiacciante.

Ora ci sarebbe da dire che leggo i giornali americani tutti i santi giorni e che anche le notizie di politica sono chiare, ma sorvoliamo su questo tema. Ricordo Indro Montanelli che diceva che le notizie devono essere leggibili da tutti, anche dal lattaio sotto casa...

Ad ogni modo, le parole di Mauro Febbo sono tutte per Ortona e sono qui:

In quel territorio, dove c'è un'agricoltura di altissima qualità, la costruzione del Centro Oli rappresenterebbe un colpo mortale alla produzione e all'intera economia.

Ma anche continuare a parlare di un impianto che non si farà produce danni altrettanto gravi. Spero, dunque, che l'iniziativa della Giunta Regionale metta la parola fine su questa vicenda e che chi non vuol sentire e non vuol vedere si renda finalmente conto che stiamo operando per la tutela dell'ambiente, del comparto agroalimentare e dell'economia. Ringrazio il presidente della Regione per la particolare attenzione che ha mostrato verso il problema dimostrando, anche in questa circostanza, di mantenere gli impegni assunti con i cittadini".


e poi dice che vogliono:

contemperare l'interesse dello Stato a perseguire gli obiettivi e le linee della politica energetica nazionale con l'interesse della Regione Abruzzo a preservare determinate aree del proprio territorio, specie quelle di particolare pregio agricolo come il comprensorio Ortonese.

Ci risiamo. IL COMPROMESSO!! Continuano a parlare di Ortona. Cosa vuol dire che a Lanciano si puo' fare? Che nel mare si puo' fare? Che non facciamo il centro oli ad Ortona, ma la FPSO, il centro oli a mare, a San Vito Marina si?

E Bomba? E Pineto? E Rocca San Giovanni? E Vasto? No, qui ci voleva una regione con gli attributi giusti che diceva: tutto l'Abruzzo ED IL SUO MARE devono essere protetti dalle trivelle.

E poi velatamente c'e' la frecciatina contro noi cittadini secondo cui "chi non vuole sentire e vedere" si renda conto che stanno muovendosi per la tutela dell'ambiente.

Ma a chi la danno a bere? Fanno tutto questo perche' fra un po ci sono le elezioni, perche' la gente si sta ribellando, perche' e' un problema troppo grande da ignorare e sarebbe un suicidio politico non fare nulla.

Chi era presente a Cupello lo so quanta attenzione Chiodi ha dato al problema, dicendo che non era vero niente, e insultando i cittadini. La regione e' arrivata per ultima - anche dopo la provincia di Chieti - e senza amore, senza motiviazione se non quella di non perderci la faccia.

E il mare? E gli altri problemi ambientali? Cosa vogliono fare lorsignori per i fiumi abruzzesi tutti sporchi? E cosa vogliono fare contro la cementificazione selvaggia? E per evitare le centrali nucleari, e gli inceneritori, e per incentivare la raccolta differenziata, l'installazione di pannelli solari, l'economia verde? E per perimetrare il parco della costa teatina? Cosa ha fatto Chiodi per aiutare Pineto ad avere finalmente il Parco del Cerrano? Per educare i ragazzi al rispetto della natura? Per spingere la ricostruzione all'Aquila secondo criteri di risparmio energetico e di ecosostenibilita'? Per il vuoto a rendere?

Nada.

Non dimentichero' mai a Pescara, in uno studio televisivo, Mauro Febbo dire che gli inceneritori andranno fatti perche' lo dice lui punto e basta. Proprio cosi; mi ha detto, a telecamere spente.

Non e' vero che gli interessa dell'ambiente, senno' in questi mesi avremmo visto seppur dei picoli tentativi verso una legislazione coerente con questi principi, anche in campi lontani dal petrolio.

Cosa ha fatto la regione Abruzzo per presentare osservazioni contro le trivelle nel mare?
E' forse diverso il centro oli a terra che nel mare? O tanto, siccome il mare non e' di nessuno possiamo fargli quello che ci pare?

L'ambiente si protegge e rispetta tutti i santi giorni, con le azioni, e non con le parole.
Quante leggi ha passato l'Abruzzo - anche piccole - per l'ambiente sotto Chiodi?


Fonti: Regione Abruzzo,
Prima da noi

Tuesday, March 23, 2010

Petrolieri in America


Il 22 Gennaio del 2010 cinque ditte perforatrici americane hanno *volontariamente* restituito al governo circa 30,000 ettari di terra dello stato del Montana. Queste terre gli erano state date in concessione nel 1982, dietro pagamento, per essere trivellate a scopo di petrolio e di gas.

In tutti questi anni - per calcoli economici, d'immagine, di necessita' - i petrolieri non sono riusciti a conficcare neanche uno spillo nel sottosuolo del Montana. Neanche uno. Neanche un pozzetto esplorativo. E cosi' dopo quasi 30 anni restituiscono le terre al governo che le aggiungera' ad un parco nazionale del Montana, secondo una legge scritta dal senatore Max Barcus. Le terre sono restituite intatte al governo e a gratis. Non potranno mai piu' essere date in concessione.

Per anni si sono battuti ambientalisti, proprietari di ranch, pescatori, indiani d'america, gruppi sportivi. Tutti riuniti nella coalizione per salvare le montagne rocciose. Finalmente hanno vinto - e cosi' Occidental Petroleum, Williams Cos., Rosewood Resources, XTO Energy e British Petroleum hanno rinunciato alle trivelle.

Il Senator Baucus ha lavorato a questo progetto per 10 anni. E' riuscito cosi' a salvare oltre 100,000 ettari di terreno.

Speriamo che anche da noi finisca cosi. Per intanto, spererei di trovare al piu' presto il nostro senatore che scrive le leggi per creare parchi nazionali in cui inserire le terre dei petrolieri. Che si prenda la briga di perimetrare il Parco nazionale della Costa Teatina. Sperereri di vedere l'ENI che restituisce le terre ai contadini del Feudo di Ortona. Spererei di vedere la Northern Petroleum che desiste dal trivellare il mare della Puglia, o la Shell che rinunicia a trivellare Pantelleria e le Egadi.

Sopra ogni cosa, sarebbe bello vedere noi italiani insistere fino alla fine, per una volta, senza compromessi e senza arrenderci. La vita e' di chi se la piglia.

Fonti: Senator Max Baucus

Saturday, March 20, 2010

Petrolio in Basilicata


In questi giorni mi arrivano varie segnalazioni dalla Basilicata, terra martoriata dai signori del petrolio che come delle piovre stanno lentamente soffocando la regione.

La Basilicata produce solo il 7% del petrolio che si usa in Italia. I suoi giacimenti dureranno al massimo per 25 anni ancora. Chissa' se ci sono piani per il ripristino ambientale, chi li paghera' e se il dolore causato - a persone e natura - sara' stato bilanciato dal vile denaro entrato nelle casse di comuni, stato ed ENI.

Il Ministro Scajola dice che chi in Basillicata chi ha la patente ricevera' un buono di 200 euro l'anno. Sono circa 60 centesimi al giorno e arrivano in dopo 15 anni di morte e distruzione, di case abbandonate, di puzza di idrogeno solforato che invade campi, polmoni e vita. Arrivano in una regione dove la benzina cosa di piu' che altrove. Arrivano in contemporanea all'ENI che vuole aumentare la produzione di petrolio e mettere altri, nuovi pozzi un po dappertutto - scuole, parchi. Dove capita capita.

E ai bimbi che gli diamo? I libricini con su spiegato quanto e' brava l'ENI, ovviamente.

Trovo tutto questo vergognoso da parte del nostro governo. Scaroni dell'ENI e' uno che secondo la SEC corrompe, che e' stato condanato per inquinamento ambientale dai magistrati di Rovigo. E qui invece di pressare l'ENI a comportarsi meglio, semplicemente si vende la vita della gente. Non c'e' limite al peggio.

Ma gli e' mai venuto in mente di chiedere ai lucani se loro vogliono altre trivelle in regione? Mi sa di no.

Intanto l'ENI cerca di portarsi avanti come puo', cercando modi per trivellare un po' dove gli pare, senza dover presentare VIA o senza dover chiedere permessi proprio DENTRO il parco Nazionale della Val D'Agri. Qui in teoria ci sarebbe ogni tipo di divieto - SIC, ZPS, specie protette dall'Europa per la biodiversita', sorgenti di acqua. Niente da fare. Non ci sono santi che tengono.

Ma a che serve un parco se ci si puo' trivellare dentro?

Anche in Basilicata nel passato avevano cercato di fare approvare una legge almeno per proteggere i parchi (e fatta approvare anche qui a gran voce dalla gente!) ma il nostro governo, amante e rispettoso dei cittadini, ha ben pensato di trovare anche qui una scusa per dire che era incostituzionale.

Sicche' e' lecito trivellare i parchi.

Intanto, nei pozzi gia' trivellati trovano sostanze tossiche, ma non gli importa niente a nessuno. Nessuno neanche chiede cosa venga iniettato sottoterra, anche se alcuni di quei pozzi, sono vicino a zone agricole e vicino alle falde idriche. Iniettano 'sostanze pericolose', ma non si sa quali. La regione Basilicata non sa che pesci prendere - troppa e' l'asservienza e la paura e cosi' sparano:

si usa solo la tavola rotary a scalpello rotante e nessuna sostanza chimica


che ridere. Nessun pozzo si puo' scavare senza l'ausilio di sostanze chimiche. Sarebbero i primi in tutto il pianeta!

Intanto leggo che i lucani sono i primi nel meridione d'Italia per tumori e problemi respiratori secondo "l'Annuario 2009 - Sanita' e Salute" dell'Istat. In nessuna altra regione si registra un tasso cosi' elevato di malattie croniche.

IN BASILICATA SONO I PRIMI IN ITALIA PER BRONCHITI CRONICHE E PER ASMA.


Mentre l'indice di bronchiti croniche e asma per l'Italia e' del 6.2%, per la Basilicata e' il 9%. La Basilicata non ha un forte tasso di fumatori, e di industrie pesanti, oltre il petrolio non ce n'e'. Mmh. Chissa'.

Su 100,000 abitanti sono morti 60 per tumore, di piu' che nelle industrializzate Veneto e Lombardia. Di piu' che in Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Dicono che il tutto potrebbe essere perche' in Basilicata ci sono piu' anziani. Ma poi subito dicono che il tasso di mortalita' infantile per l'Italia e' del 3.04% e per la Basilicata del 3.84%. Per cui questa teoria non e' tanto plausibile.

Potrebbe *anche* essere per colpa del petrolio, no? E' plausibile che quanto meno le trivelle e la robaccia tossica che spargono un po ovunque siano una concausa di tutte queste malattie, no?

Fra il 2002 e il 2006 sono AUMENTATI TUTTI I TIPI DI CANCRO. Misteriosamente, in soli quattro anni si sono registrati:

Aumento del cancro alla prostata: + 34%
Aumento del cancro alla vescica: + 14.5%
Aumento del cancro al colon: +14.3%
Aumento del cancro al polmone (maschi): + 12.6%
Aumento del cancro al polmone (femmine): + 1.4%
Aumento del cancro alla mammella: + 28.5%
Aumento del cancro all'utero: + 8.6%

Per tutto il resto ci sono i 200 euro di Scajola.

Tuesday, March 16, 2010

L'Abruzzo - l' avventura della vita


Qui l'articolo del Times

Per caso mi imbatto oggi in un articolo del Times di Londra, sulle DIECI AVVENTURE PIU' BELLE DELLA VITA. Al numero otto:

UNA VISITA IN ABRUZZO

Dice che siamo l'Himalaya d'Europa. Siamo stati scelti come posto da visitare IN TUTTO IL MONDO. Non c'hanno messo la California, le Maldive, Parigi o l'Irlanda. C'hanno messo l'Abruzzo, il parco nazionale, Barisciano, le nostre montagne.

Gia' ci sono stati diversi articoli di stampa sul'Abruzzo - sospeso fra il Tibet e la California, dall vita genuina, coi vini buoni etc etc. E noi siamo qui a pensare al petrolio???!!!

Roba da matti.

Ecco la lista delle 10 avventure della vita, secondo il Times di Londra:

1) Navigare lungo il fiume Tatshenshini nello Yukon (Alaska) con ghiacciai e animali selvaggi

2) Guidare da Cairns a Broome in Australia lungo Savannah Higway e attraversare 14 parchi nazionali

3) Un safari al Kilimangiaro

4) Un viaggio nel deserto del Marocco

5) Un soggiorno nella regione Galizia in Francia

6) Un viaggio lungo il fiume Mekong in Thailandia

7) Un viaggio ad Antigua, Guatemala

8) Un viaggio nell'Himalaya d'Europa - l'Abruzzo

9) La transiberiana

10) Un viaggio lungo le Ande

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Travel is fatal to prejudice, bigotry, and narrow-mindedness, and many of our people need it sorely on these accounts. Broad, wholesome, charitable views of men and things cannot be acquired by vegetating in one little corner of the earth all one's lifetime. -- Mark Twain


Non potrei essere piu' d'accordo con queste parole di Mark Twain. Grazie al mio lavoro e al fatto di essere cresciuta fra due nazioni, ho potuto viaggiato un pochino, interagire con persone di culture diverse, e vedere come vivono gli altri. E aggiungerei, che viaggiare non solo ci rende piu' aperti e piu' comprensivi, ma ci fa anche apprezzare e amare di piu' e in maniera sana chi siamo e da dove veniamo.

Paradossalmente io penso che e' perche' non hanno quasi mai lasciato l'Abruzzo che molti Abruzzesi - specie la classe politica - non si rendono conto di quello che abbiamo e non capiscono che vale la pena spendersi per salvare e migliorare l'Abruzzo. La vacanza nel villaggio italiano di Sharm el Sheikh non vale!

La nostra regione e' bella e unica, e va difesa, protetta, amata. Non in maniera campanilistica, ma rendendoci conto dei problemi che abbiamo, affrontandoli, e cercando di migliorare, perche' il nostro patrimonio e la nostra storia lo meritano.

L'Abruzzo fisico non ha nulla da invidiare a nessun'altra parte del mondo. Quello che ci manca purtroppo e' una moralita' maggiore e la consapevolezza che il cambiamento e il miglioramento parte da ciascuno di noi.

Quando avremo capito tutto questo, allora saremo pronti non solo per la difesa dell'ambiente, ma per una societa' piu' giusta, piu' onesta, piu' pulita, oserei dire piui' prospera. Noi stessi possiamo crescere come persone, come cittadini, in modo che la prossima generazione possa vivere senza i Nicola Fratino, i Remo di Martino, gli Ottaviano del Turco di turno e tutta la banda di politici ignoranti e dalle visioni limitate che hanno voluto quel posto solo per il proprio tornaconto.

In Abruzzo, nessuno ha parlato di questo articolo. Abbiamo una valanga di gente pagata per curare il turismo, la stampa, l'ambiente. Possibile che in questi uffici nessuno abbia letto il Times di Londra? Il piu' importante giornale britannico. E torniamo allo stesso punto di partenza. Secondo me chi siede in quei posti - assessori al turismo, all'ambiente, adetti stampa - nemmeno lo sanno che alla mattina dovrebbero sedersi e leggere cosa succede nel resto del mondo. Secondo me non sanno neanche l'inglese. Al massimo leggeranno il Centro d'Abruzzo - che va letto pure quello, ma non solo.

Intanto si piange perche' la globalizzazione fa chiudere le fabbriche, e la gente resta senza lavoro. La globalizzazione - che ci piaccia o no - a questo punto non la possiamo fermare. Quello che possiamo fare invece e' di usarla a nostro favore. Sapete quanta pubblicita' e quanti turisti potremmo attrarre da un'articolo del genere? Qui a Los Angeles l'altro giorno ho visto la pubblicita' per andare a fare le vacanze in Macedonia!!

Ma Gianni Chiodi tutto questo non lo sa. Non gli importa. E' contento di andare a Sharm el Sheik mentre pensa a come fare per affondare la testa nella sabbia anche qaundo sta in Abruzzo.

Fonti: Times di Londra

A Bomba, con affetto


Oggi e' stata resa ufficiale la presentazione della VIA da parte dell'americana Forest Oil di Denver, secondo la quale questi signori vogliono venire sul lago di Bomba, trivellare 5 pozzi, mettere oleodotti un po dappertutto e costruire una raffineria, una specie di centro oli.

Notare che gli americani hanno almeno il buon senso di chiamare le cose per nome: RAFFINERIA e non centro oli - lo scopo e' esattamente lo stesso, togliere lo zolfo dal gas del lago di Bomba.

Ci sara' da lavorare anche qui, e ci sara' anche qui da scrivere le solite lettere, le solite osservazioni. Con calma e con amore, faremo tutto anche qui.

Intanto, ringrazio Massimo Colonna e tutto il gruppo dei cittadini di Bomba che hanno inziato con le attivita' informative, divulgative e per dire no a quest'altra usurpatrice della nostra natura che da Denver crede di poter fare quello che vuole. Il sito di Bomba e' qui e il gruppo che lo cura si chiama Gestione Partecipata del Territorio.

Sono stati bravissimi a scovare carte, documenti, ad analizzarli e a renderli di dominio pubblico fra i cittadini.

Ho pensato un po a cosa potevo fare di utile per il lago di Bomba, per Massimo, per l'Abruzzo, e cosi' invece di stare qui a scrivere quanto siamo bravi e belli, e quanto e' cattiva la Forest Oil, ho preso e scritto al Denver Post.

Mi risponderanno? Decideranno di parlare di questa storia? Sara' utile? Non lo so, ma per adesso mi e' sembrato utile e un buon tentativo. Vediamo.

Ecco allora in fondo, la lettera che ho scritto al Denver Post. La mandero' domani se ci riesco. Se avete commenti, idee, siti con foto del lago di Bomba, o se c'e' qualcosa che dovrei scrivere, ditemi che aggiungo.

Ciao a Bomba, e mi raccomando il 18 aprile tutti in massa a San Vito Marina. Come dico sempre, se a Vasto gli interessa di Ortona, e se a Casalbordino gli interessa di Pineto e se a Bomba gli interessa di Rocca San Giovanni, e allora non c'e' nessuno che ci ferma.


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Dear Denver Post Newsroom,

My name is Maria D’Orsogna, and I am a physicist and math professor at the California State University, Northridge in Los Angeles.

I am writing to you because Forest Oil Corporation, an oil company based in Denver, has put forward a plan to drill an environmentally sensitive area of Abruzzo, Italy - causing quite a stir among locals.

I lived in Abruzzo for about 10 years and am now one of the main activists behind the strong no-drilling campaign to save Abruzzo from turning into a giant oil field. I thought this story might be of interest to you since Forest Oil is based in Denver.

Perhaps you have heard of Abruzzo, perhaps not. It is where the Montepulciano wine is harvested, and a beautiful, yet relatively unknown, non-mainstream part of Italy. Many travel reports describe it as a wilder version of Tuscany. According to the UK newspaper The Times, traveling in Abruzzo is one of the 10 best adventures of a lifetime in the whole wide world.

The area Forest Oil intends to drill is right outside a beloved recreational area, right off an artificial lake called Lago di Bomba. It is nested between mountains and just a few kilometers from the Abruzzo National Park. People visit us for water sports, sailing, trekking, fishing and swimming. Indeed, the area’s main source of income is tourism and wine-making. I’d say that drilling this area would be as if someone were trying to drill Lake Tahoe.

The area is morphologically very fragile and subject to frequent mudslides. An existing dam is continuously monitored and all previous drilling attempts, starting from the 1960-s have never been put in practice. They were deemed too dangerous since they carried the possibility of destabilizing the terrain. In Abruzzo, oil and gas reserves are deep, scarse and of low quality – laden with sulfuric impurities and classified as sour gas and oil.

Forest Oil intends to drill several oil and gas wells, a thick pipeline network and a refining plant right off the lake. In my opinion, drilling the area would inevitably take away its charming character, destroy tourism and intrinsically change our way of life. We are happy the way we are now.

Within the region of Abruzzo, every and all major social, political, economic, religious group has expressed negative opinions related to this project, from the Catholic Church to the union of winemakers. We are trying the best we can so that the central government in Rome denies authorization to this Denver based company. In Italy, it is the Ministry of the Environment that decides on these matters.

I hope you can make this story known to Denver residents, to let them know what we are trying to save, why and why our environment and way of life is so important to us. If you’d like to know more about this story, please do contact me at your best convenience.

Sincerely,


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A few links: This is the statement put forward by Mr. Ronald Brown, a spokesperson for international relations at Forest Oil:

http://www.searchanddiscovery.net/abstracts/html/2008/rms/abstracts/brown.htm

Lago di Bomba images:

http://www.itineraridipesca.com/immaginibomba.html

Citizen activist websites:

http://www.gestionepartecipataterritorio.it/index.php?page=asseblea-pubblica

The London Times:

http://www.gestionepartecipataterritorio.it/index.php?page=asseblea-pubblica

In English
http://www.savethemontepulciano.blogspot.com

Friday, March 12, 2010

I ricatti dell'assomineraria


Esce in questi giorni un comunicato da parte dell'Assomineraria, una associazione a mio parere di persone senza scrupoli e senza amore per l'Italia ma solo per il portafoglio, in cui si dice al governo 'o ci aiuti a rilanciare la produzione nazionale di idrocarburi o ce ne andiamo'.

Se fossi io il governo gli risponderei: prego, qui e' la porta.

Che modi sono questi? L'Italia NON E' IL POSTO PER TRIVELLARE. Lo capiscono lorosignori o no? Si devono mettere il cuore in pace, non siamo l'Arabia Saudita, come qualche tempo fa aveva detto il signor Pasquale De Vita, capo dell'Unione Italiana Petrolieri. Il signore in questione diceva che il governo deve aiutare i petrolieri perche' siamo in situazione svantaggiata rispetto agli arabi!!!

Dicono che in Basilicata e' rimasto petrolio per meno di 25 anni e gas per 11. Ma c'e' da ricordare che gia' adesso, la Basilicata produce solo il 7% del fabbisogno nazionale. In cambio quella terra e' stata violentata a destra e a manca.

Sono preoccupati di trovare una nuova Basilicata, e di spremere dalla Basilicata tutto lo spremibilie. Non ha importanza che si tratti di pozzi dentro parchi, mare, vicino ad ospedali, faglie idriche, case.

Visto da Milano, va tutto bene. Dicono:

La burocrazia non dà tregua e blocca una serie di operazioni miliardarie. Il fisco inventa nuove tasse, le royalty lievitano.


Che ridere. In altri paesi le royalties sono ben di piu' del misero 4% in mare e ora pare del 10% su terraferma. Lo sanno anche i muri che in Norvegia e Libia siamo all' 80%!

O si trova una soluzione, e lo Stato smette di tartassarci, o leviamo le tende e ce ne andiamo all’estero.

Ma davvero? Provate magari ad andare in Nigeria e fare come l'ENI, a cui gli USA hanno mollato 250 milioni di dollari per corruzione? O pensate che all'estero vi faranno fare il comodo vostro? La stampa italiana non parla quasi mai dei guai dell'ENI, ma il resto del mondo e' stato molto duro con la nostra beneamata e i suoi prgetti di distruggere FORESTA TROPICALE VERGINE in Congo per sabbie bituminiche. Prima fra tutte il New York Times. Ma anche la stampa indipendente italiana, che vive solo sul web.

Per il gas naturale, da tempo si conosce l’ubicazione di un giacimento monstre nel mare Adriatico, al largo di Venezia. L’opposizione di ambientalisti e dello stesso presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, ha fino ad ora bloccato i lavori.

E bene ha fatto Galan. Ma sono matti questi!! Venezia sprofondera' se la trivellano. E' gia' successo, lo dicono tutti quelli che ne capiscono qualcosa e che non sono petrolieri. Alle alluvioni del Polesine hanno contribuito moltissimo le estrazioni di metano che hanno fatto abbassare il delta del Po di oltre un metro. A questi qui non gli importa neppure di Venezia, una citta' che non ha nessuno in tutto il mondo.

Dicono che Sono necessari chiari indirizzi di strategia energetica con scenari definiti e conseguenti procedimenti autorizzativi di massima fluidità e in tempi certi: ruolo della ricerca e produzione di idrocarburi in Italia; ulteriore sviluppo del relativo know-how da parte di oil companies e società di servizio; in alternativa “migrazione” di investimenti, società, cervelli eccetera eccetera».

Migrazione di cervelli? Quelli vanno via non certo per il petrolio. Quelli vanno via perche' in Italia di meritocratico, di pulito, di onesto e' rimasto ben poco nelle nostre istituzioni e nella nostra societa'. Questo blog parla solo di petrolio, e non voglio allargarmi ad altre tematiche, ma lo sappiamo tutti a che livello di decadimento morale si trova la nostra nazione e che tipo di futuro hanno le giovani generazioni. Non si emigra certo perche' non si estrae petrolio. E dire questo e' solo strumentalizzare una situazione triste, molto triste.

Cosa dire ad Assomineraria? Che sono antichi, che possono continuare ad aggrapparsi, a minacciare a fare i forti, ma prima o poi arrivera' anche per loro l'impatto con la realta', e cioe' che gli italiani prima o poi si riapproprieranno della loro nazione, del loro ambiente, della loro democrazia. E' inevitabile, e l'ho visto dal parco del Curone fino a Monopoli. Da Ortona fino a Chioggia. Dalla Val di Noto fino a Potenza.

Il sole invece non finisce mai. Il vento non finisce mai. Lo capiscono i tedeschi, lo capiscono i cinesi, lo capiscono gli americani. Noi no.

Ci piace affondare la testa nella sabbia, anzi nel petrolio zozzo di Assomineraria.

Fonti: Il quotidiano della Basilicata

Incendio in raffineria a Taranto


"Fiamme nella notte nella raffineria Eni di Taranto per la rottura della guarnizione di un collettore di una tubatura che contiene kerosene. I vigili del fuoco sono riusciti a spegnere le fiamme dopo circa un'ora. In seguito al rogo, non ci sarebbero state conseguenze di natura ambientale."

Questo e' il comunicato che viene fuori dal Corriere della Sera proprio adesso sull'incendio della raffineria ENI di Taranto.

Pare che verso le 2 di notte il kerosene (un sottoprodotto della raffinazione) sia fuoriuscito dalle tubature e abbia causato l'incendio. Secondo la pugliese Antennasud
ci sono stati ingenti danni alle strutture e c'e' voluta un ora per spegnerlo. L'impianto era nuovo di zecca. Lo stesso impianto si era inceppata gia' qualche giorno fa.

Tutti dicono che e' stato scongiurato il danno ambientale. Sara' pure vero, ma la prossima volta?

Questa e' l'unica immagine che sono riuscita a trovare dell'incendio. Il video che segue e' della raffineria di Busalla, Genova, 31 luglio 2008.

E' bello andare a dormire la sera con questo pensiero? O svegliarsi nel cuore della notte con il fumo che esce dalla raffineria? E le emissioni quotidiane di robaccia che silenziosamente vanno a depositarsi nei polmoni dei tarantini?

Ne abbiamo davvero bisogno di impianti del genere in Abruzzo?





Fonti: Corriere, AntennaSud

Thursday, March 11, 2010

Reciclaccio a Los Angeles

Leggo di una nuova iniziativa qui a Los Angeles per incentivare il recilcaggio, dove il tasso ' gia' del 65%.

Il comune paghera' la gente per reciclare. Per ora il programma e' solo per 15,000 famiglie, ma se dovesse funzionare sara' esteso ad un numero maggiore di abitanti.
Funziona cosi:

1) Una tonnellata di roba reciclabile porta alla citta' $25

2) Una tonnellata di roba da mandare alla discarica costa alla citta' $30

E allora l'idea e' di incorggiare la gente a reciclare ancora di piu' in modo da risparmiare. Le famiglie avranno dei bidoni speciali e quando verranno a raccogliere la monnezza quelli del reciclaggio (blu) saranno pesati e la famiglia ricevera' dei punti che posi si traducono in gift cards - buoni acquisto presso vari negozi. Si calcola che questo sistema potrbbe portare a ciascuna famiglia $400 l'anno.

Si spera di arrivare al 70% di monnezza recilcata in questa maniera. Risolvera' questo i problemi del mondo? No. Ma e' un altro piccolo passo, e' creativo

http://www.good.is/post/los-angeles-will-pay-residents-to-recycle

Wednesday, March 10, 2010

Elsa2: Avanzano


Questo e' il comunicato stampa mandato sull'attuale stato dei lavori per Elsa2. In una parola: non ne siamo sicuri al 100%, ma pare che - in barba a tutte le leggi - anche se non c'hanno i permessi ai petrolieri non gliene importa niente, tirano dritto.

E' qui che doverebbe entrare in gioco la legalita', la trasparenza, le domande da parte di chi ci governa, e perche' no dei cittadini.

Dove sono Gianni Chiodi, Daniela Stati, Enrico di Giuseppantonio, Eugenio Caporella e Remo Di Martino? E tutti i sindaci della costa?

Questa gente e' pagata da noi per vigilare, per chiedere, per darci risposte. Sicuramente non lo sanno neanche loro che ci fa quella nave li, ma il loro compito e' di usare l'autorita' che hanno per chiedere, fare, spiegare, opporsi.

Una cosa e' se chiamo il ministero io, una cosa e' se lo chiama il presidente della regione, no?

Occorre piu iniziativa miei cari. Ci vogliono i fatti, fatti veri.

Tutte le info di questo comunicato sono state raccolte da Giosue' e Lorenzo, che a gratis e con passione si sono messi a chiamare il ministero e a indagare il percorso della nave al meglio che hanno potuto. Lorenzo il comunicato lo ha anche scritto. Grazie a voi, con profonda gratitudine.

I politici dormivano.


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In data 03/03/2010 sono cominciate, nel mare di Ortona, le "indagini geofisiche marine per il progetto di perforazione di un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi in mare per mezzo di una piattaforma con gambe (jack up) sul sito ELSA 2,di fronte la nota riserva regionale Ripari di Giobbe, per conto della VEGA OIL S.p.A. " (Ord. 08/2010 della Capitaneria di Porto di Ortona).

In altre parole stanno studiando i fondali per l'installazione di una piattaforma petrolifera con le sue tubazioni sottomarine, PRIMA di sapere l'esito della Valutazione di Impatto Ambientale della stessa.

Esegue le ricerche la nave OGS Explora di proprietà dell´Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale; un ente pubblico che in mancanza di sufficienti contributi statali, invece di fare ricerca, deve accettare commesse da terzi. La rotta della nave può essere seguita qui.

La nave, dopo aver incrociato sulle coordinate del pozzo Elsa 2, si è ora spostata (ben oltre il chilometro quadrato di cui si parla nell'ordinanza).

Visto che la procedura di valutazione dello Studio di Impatto Ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente è ancora in corso e visto che, se il permesso di estrazione non fosse concesso, queste indagini sarebbero una spesa inutile, ci domandiamo il perché del comportamento della società petrolifera.

Le possibilità, a nostro parere, sono solo tre:

o la ditta non si preoccupa dei suoi azionisti,

o ha già ricevuto assicurazioni in merito,

o le indagini potranno essere usate anche per altri progetti (ad esempio un rigassificatore).

Senza alcun dubbio, l'andirivieni dell'Explora mostra che il progetto di trasformazione dell'Abruzzo in regione mineraria avanza, ignorando le volontà espresse dai cittadini e da moltissime Amministrazioni e nonostante le affermazioni rassicuranti del governatore Chiodi.

Dobbiamo quindi fare ancora la stessa domanda: quali sono le intenzioni della Regione per opporsi efficacemente e prima che sia troppo tardi a questa radicale trasformazione del suo territorio?

Monday, March 8, 2010

L'ENI e le mazzette in Nigeria - parte 2



Stavo per andare a dormire, quando ho letto della mega multa che gli americani hanno dato all'ENI.

Sono proprio felice - l'Ente Nazionale Idrocarburi e' stato condannato qui negli USA a pagare ben 254 milioni di dollari al dipartimento della giustizia per l'affare TSKJ. La multa viene dopo le indagini della SEC, la Security and Exchange Commission di Wall Street che ha il compito di vigilare sulla borsa americana.

Il motivo? MAZZETTE PLANETARIE

Della storia abbiamo gia' parlato su questo post .

In soldoni, l'ENI assieme a una ditta americana, francese e giapponese ha cercato di corrompere il governo nigeriano per estrarre gas e costruire rigassificatori al suono di almeno 180 milioni di dollari - circa 45 milioni per ciascuna delle quattro ditte. Secondo il governo americano e' la storia di corruzione piu grave di tutta la storia economica di questo paese.

Tutte le carte sono qui.

Come dico sempre, le multe devono essere PUNITIVE e devono fare male. Altro che depenalizzare gli sversamenti di petrolio!

Si dice che l'ENI sia preoccupata delle ramificazioni per la sua immagine - ha ha ha.

Si dice che Paolo Scaroni quando ha letto la multa ha sudato freddo e gli si e' gelato il sangue nelle vene. E se non paga entro marzo 2010, scattano provvedimenti piu' pesanti, e cioe' si potrebbe passare ad un processo.

Li sarebbe veramente interessante vedere Scaroni che c'ha da dire e da sudare. In questo caso, tutte le altre societa' che fanno capo all'ENI saranno esaminate e studiate, e sicuramente perderanno parte dei loro contratti.

In Italia hanno fatto tutto quello che gli e' parso di fare dai tempi di Enrico Mattei, qui non funziona cosi.

Sono cosi contenta che questa banda di criminali ha trovato pane per i suoi denti. In questo paese non si scappa, e il motivo e' uno solo: corrompi per 50 milioni di dollari? Beh, ne ripaghi cinque volte tanto, e ne ripaghi per davvero, senza se, senza ma, e senza scuse.

Qui fanno sul serio caro Paolo Scaroni, vediamo come ti metti.

Statistiche di FPSO britanniche


Tabella 2.2 cliccare per ingrandire



Tabella 2.3 cliccare per ingrandire


Come andiamo ripetendo da mesi, "l'inglese" MOG vuole costruire un centro oli a mare, davanti a Rocca San Giovanni, lungo il litorale teatino. Invece che chiamarli centro oli, li chiamano navi FPSO, ma e' la stessa cosa. Negli Stati Uniti non ce ne sono da nessuna parte, nemmeno nel petrolizzato Texas.

Gli inglesi hanno 15 FPSO al largo delle loro coste, nei mari del nord ed in mare aperto - mica a 6 km da riva come vogliono fare in Abruzzo.

Nel 2003 il governo inglese decise di fare uno studio statistico delle sue operazioni FPSO. La conclusione a cui si giunse e' che:

1) Structural incidents on FPSO's were nearly five times greater than for fixed steel installations

Gli incidenti strutturali sulle FPSO sono di cinque volte maggiori che per installazioni fisse

2) Over the six years (1996-2002) FPSOs have aproximately twice the rate of dangerous occurrences compared with the statistics for all offshore installations.

Nel periodo fra il 1996 e il 2002 le FPSO hanno circa il doppio della probabilita' di incidenti se comparate con le statistiche per tutte le strutture offshore

In poche parole le FPSO britanniche almeno causano piu' problemi delle "normali" operazioni di trivellamento nel mare.

Nello studio si sono poi presi ed elencati tutti gli incidenti delle FPSO britanniche per le annate 1993-2002 e si e' ottenuta la tabella 2.2 di cui sopra.

C'e' bisogno che commenti?

La tabella parla da sola. Ci sono stati circa MILLE incidenti di vario tipo, dai meno gravi ai piu' severi ogni anno. Certo e' tutto da dividere per 15, il numero delle FPSO britanniche, ma sono sempre cifre spaventose.

Hanno circa 300 episodi l'anno di incidenti che durano piu' di 3 giorni.

Circa 400 casi di ferimenti l'anno

Circa 2 o 3 morti l'anno

Circa 500 eventi pericolosi l'anno, di cui una ottantina gravi.

Per la sola annata 2000 -2001 nella tabella 2.3 ecco qui i vari tipi di incidenti - un totale di 942 eventi in un solo anno:

229 ferimenti
265 riversamenti di petrolio in mare
181 fallimenti di sistema con oggetti che finiscono in mare
65 incidenti ai pozzi
57 incidenti di materiale da carico
48 incendi
14 incidenti dovuti a oggetti caduti in mare
22 corti circuiti
16 riversamenti a mare di sostanze tossiche non petrolifere
14 incidenti agli oleodotti
9 scontri fra FPSO e navi
9 perdite di pressione
5 evacuazioni
5 malfunzioni di apparati di sicurezza per gli impiegati
1 potenziale scontro fra FPSO e navi
1 collasso di installazione

Cara MOG, bella mia, con i numeri c'e' poco da discutere - prendete questa Nave FPSO e fatevici una bella crociera al sapore di idrogeno solforato lontano da noi!

Il documento originale e' qui: Analysis of accident statistics for floating monohull and fixed installations.

Sunday, March 7, 2010

Praia a Mare - e altri pensieri




Ieri in Calabria l'ennesimo spiaggiamento di cetacei. Questa volta un capodoglio di 11 metri e' stato ritrovato morto sulla spiaggia di Praia a Mare e poi sotterrato in una grande buca.

Non si sa perche' l'animale sia morto ma fra le possibili cause c'e' anche l'inquinamento chimico del mare e i traumi provocati dall'uomo, visto che sul corpo del balenottero c'erano lesioni e ferite non naturali.

E' molto triste vedere la morte di un animale indifeso, e lo e' ancora di piu' pensare che forse siamo stati noi uomini ad ammazzarlo. Purtroppo pero' la stessa premura e' troppo poco spesso riservata agli esseri umani.

A Praia a Mare per inquinamento causato dall'uomo sono morti 40 operai di cancro nella ditta Marlane, grazie anche alla benefattrice dell'umanita' ENI. Ogni anno si ripresenta puntutale in Italia il problema smog - Milano e' la citta' piu' inquinata d'Europa e che causa morti silenziose.

Ovviamente sanare l'inquinamento e' difficile, ma da qualche parte sarebbe bello iniziare, con coraggio e lungimiranza, una parola sconosciuta ai governanti italiani.

Non credo che tutto si risolva con una giornata di traffico fermo, quando le concentrazioni di polveri sottili arrivano alle stelle, o lasciando impuniti i responsabili dei disastri ambientali. Mi sono cadute le braccia per terra quando ho letto che per durante gli stessi giorni in cui eravamo tutti terrificati per l'inquinamento petrolifero nel fiume Lambro, lo sversamento nei fiumi di robaccia e' stato depenalizzato.

Ma come, invece di renderli piu' severi, li depenalizzano!

E a beneficio di chi?

Perche' non ci rendiamo conto che le due cose - inquinare il nostro ambiente e la salute nostra e della natura - sono collegate?

Perche' tutto il can can su Eluana Englaro e poi per i bambini di Milano che muoiono di leucemia collegata al traffico, nessuno fa niente?

Non va bene cosi, proprio per niente. Ci vorrebbe polso piu' duro verso chi commette reati ambientali, e dall'altra parte inventarsi soluzioni nuove per cercare di consumare di meno, di usare meno risorse e ovviamente NON costruire piu' impianti e strutture che peggioreranno i problemi.

Occorrerebbe che ogni cosa negativa che succede sia trasformata in una occasione di crescita, di cambiamento, di miglioramento, di modo che non si ripetino piu'.

Mi viene in mente la storia della Toyota - dal prossimo anno tutte le automobili vendute in America dovranno avere un sistema incorporato per evitare che i pedali dell'acceleratore si inceppino.

E cioe': indietro non si torna, ma occorre imparare dal passato e fare tutto il possibile perche' gli errori del passato non succedano piu'.

E Stefania Prestigiacomo cosa fa? Quasi niente, pare piu' preoccupata a difendere i coralli italiani che a cercare di trovare una qualche soluzione ai problemi del nostro ambiente.

Arthur Rosenfeld - chi era costui?



Qui un video sui delfini spiaggiatisi a Foggia, molto probabilmente per colpa delle esplorazioni sismiche e dell'airgun.



Fonti: la Gazzetta del Sud, Notizie dai parchi

Saturday, March 6, 2010

To Mediterranean oil and gas investors, regarding Ombrina Mare



What MOG is telling you:

A few days ago, UK-based Mediterranean oil and Gas announced on several websites the doubling of its reserves from the Ombrina Mare field in the Adriatic waters off Abruzzo, Italy. Current estimates are at about 40 million barrels of oil: 12 are proven, 28 are probable.

MOG also claims that they have submitted plans for development of Ombrina Mare back in 2008 and that they expect to commence production in 2012, through one production platform, an FPSO, five wells and subsea pipelines. They also plan to furher their drilling activities in the future.

What MOG is not telling you:

MOG has not disclosed that currently THEY DO NOT HAVE PERMISSION TO DRILL THE ADRIATIC. Their permits are pending and it is very likely they will be denied.

Indeed, MOG management has been less than candid regarding the huge opposition among residents against this and any and all drilling plans for the region of Abruzzo. MOG plans to drill 6 km - about 4 miles - from shore. Its concession proposal overlaps with fishing sanctuaries. The onshore area is part of the National Park "La costa dei trabocchi". All of us love this sea immensely and MOG is playing with fire by touching something that is so sacred to the Abruzzo people.

Antidrilling sentiments are widespead and virtually every major political, business, social, cultural and religious group has been vocal about its opposition to drilling. We have sent about 100 documents to the Ministry of the environment urging them not to approve MOG's plan. Among signatories: the Catholic Church, Confcommercio (the Union of Merchants), Assoturismo, The Province of Chieti, ten municipalities, the WWF, dozens of academics, medical doctors, lawyers, engineers, school children, soccer clubs. About 50,000 signatures have been gathered so far against all drilling plans for Abruzzo.

A huge protest day against MOG is set for April 18th 2010.

Initially MOG was going to use an onshore refinery to process its crude oil, the ill fated Miglianico project proposed by ENI. The refinery was never built due to opposition from us, the people. Prime Minister Berlusconi himself during a 2008 visit declared there would be no oil refineries in Abruzzo. So MOG changed its plans and proposed the FPSO, 10 km offshore, simply beacuse onshore facilities did nto exist and could not be built by law.

If we were so strong and succesful in stopping ENI - Italy's largest and partly state owned oil company, do you think we will idly sit and let Mr. Sergio Morandi and Mr. Micheal Bonte-Friedheim take our sea from us? ENI iteslf is divesting from Italy because people will not allow them to do as they please in a country that is too beautiful to be destroyed by low grade, sulphur laden crude oil - the bottom of the barrel in words of an ENI executive.

So, the bottom line is that in my personal opinion, investing with MOG or any minor company that wants to drill ecologically sensitive Italy is like throwing your money away.

Apart from the Miglianico oil project (Ortona, ENI) that is on indefinite hold, this writer - a physicist and professor of Mathematics who is part of the Sustanability Institute at her California Institute - has been instrumental in stopping oil projects in il Parco del Curone (Milan) where the Australian firm Po Valley had plans to drill. They packed up and left due to opposition from residents. Similarly in Monopoli (Bari) the Regional Tribunal for Puglia rescinded the drilling permits awarded to Northern Petroleum.

The people of Abruzzo, all 1 million of us, will do all we can to stop MOG.

Wednesday, March 3, 2010

Alla Mediterranean Oil and Gas, with love


Cara MOG,

Cari signori Micheal Bonte-Friedheim, Sergio Morandi, Salvatore Russo, Peter Clutterbuck, Chris Kelsall,

pare ormai che tutto l'Abruzzo sia unito contro le vostre nefaste intenzioni di trivellare il nostro mare Adriatico a 6 chilometri dalla riva e di piazzarci un bellissimo desolforatore e centro di stoccaggio con fiammella permanente incorporata per i prossimi 30 anni.

Pensavate eh, di farla franca e di imbacuccarci con la storia del "porta lavoro" , "e' sicuro", "si deve raschiare il fondo del barile". Pensavate di farla franca presentando al ministero una sottospecie di VIA dove parlate di impatti nulli, lievi, trascurabili, come se le vostre tonnellate di robaccia tossica fossero una passeggiata nel parco. Pensavate di farla franca facendovi amici del sindaco di Ortona, Nicola Fratino (sindaco per modo di dire) e cercando di non far sapere nulla alla gente. Pensavate che gli Abruzzesi sarebbero stati zitti e che non avremmo saputo leggere i vostri comunicati in inglese scritti per i vostri investitori o che non avremmo saputo organizzarci e far sentire al ministero e ai nostri governanti che NON VI CI VOGLIAMO QUI.

E invece guardate un po'. Sono tre anni che questa regione non ne vuole sapere di petrolio e di trivelle. Non siamo ancora stanchi di lottare contro l'Abruzzo petrolifero, e non ce ne andiamo prima di voi. Saremo qui fino alla fine ad aspettare che, come l'ENI, voi prendiate i vostri pozzi, le vostre royalties, i vostri centri oli a mare e ve ne andiate da dove siate venuti, Londra o da chissa' quale altra scatola cinese.

E da oggi, non siamo solo noi cittadini, ma anche le autorita' che finalmente si sono svegliate e hanno deciso di stare con noi a chiare parole: le province della costa di Chieti, Teramo e Pescara hanno stilato un documento ufficiale dove dicono no, a te cara MOG, e a tutti i petrolieri che pensano di venire qui a fare quello che gli pare.

E' musica per le mie orecchie sentire gli assessori all'ambiente delle su citate province rieptere quello che noi cittadini andiamo dicendo da mesi: che risulteranno danneggiate pesca, turismo, ambiente e agricoltura in maniera irreversibile. Che non vogliamo neppure un nuovo pozzo, neppure un nuovo centro oli, perche' uno solo funzionera' da catalizzatore per tutti gli altri ed in una regione che ha tutt'altra vocazione.

Prima o poi anche il presiedente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi dovra' cedere e dovra' darsi da fare sul serio. Prima o poi anche Roma dovra' decidere che non si puo' andare contro la volonta' popolare di un milione di persone. Prima o poi questa storia ci vedra' vittoriosi, lo so.

E allora cara MOG, ti resta solo da minimizzare le tue perdite. Ritirati adesso che sei in tempo, e non ostinarti a volere l'impossibile. Ci perderai solo soldi e tempo perche' qua non ti ci vogliamo.

In Abruzzo, la parola no significa no.

Saluti e baci.

Fonti: MOG corporate board, Prima da Noi, Il Messaggero.

Tuesday, March 2, 2010

Giuseppe Tagliabue, Gianni Chiodi


E cosi' il rappresentante legale e amministratore delegato della Lombarda Petroli, Giuseppe Tagliabue, e' stato raggiunto da un avviso di garanzia per non avere rispettato la direttiva Seveso. Pare anche che la Lombarda Petroli non abbia fatto la sua parte per allertare soccorsi ed aiuti dopo il disastro.

Spero che paghino profutamente - in soldi, affari e reputazione - e non per vendetta, ma solo per essere di monito agli altri potenziali approfittatori del futuro, di modo che il prossimo signor Tagliabue ci pensi due volte prima di mentire su cosa stocchi il suo depositio carburanti.

Il capo della polizia provinciale di Monza, qualche giorno fa aveva detto:

I condotti della Lombarda Petroli sono stati lasciati aperti per ore a sgocciolare, i combustibili hanno intasato le fogne, poi il depuratore di San Rocco a Monza, infine, tutto ciò che non è stato fermato al depuratore, è finito nel Lambro. Ma forse non potremo mai sapere quanta sostanza inquinante ci è finita dentro

Intanto i politici dicono che la fase di emergenza e' chiusa e che nel 2015 il fiume - gia' fortemente inquinato anche prima del petrolio - tornera' ad uno stato di «chiare, fresche e dolci acque», parola di Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia.

Speriamo. Mi sorge la domanda sui vari serbartoi di stoccaggio di altre parti d'Italia. L'ENI fa opera di sensibilizzazione sulle persone che ci vivono vicino? Ad Ortona, la gente sa cosa fare in casi simili? Ci sono piani di protezione? Speriamo.

La cosa che fa sorridere in questa storia e' che il patriarca della famiglia Tagliabue
che aveva fondato questa la Lombarda Petroli, ora produce vino sulle colline brianzole di Montalcino. La raffineria invece, che era stata dismessa nel 1984 dopo essere diventata un centro di stoccaggio, sarebbe stata totalmente dismessa e trasformata in una "Ecocity" Villasanta con parchi e verde lussureggiante.

Cioe' per decenni e decenni i signori Tagliabue si sono arricchiti con il petrolio, e ora tornano alla natura con il vino e le eco-citta'.

Noi in Abruzzo ce le abbiamo gia' le eco-citta' e il vino! Basta solo volerle piu bene, apprezzare quel che abbiamo e difenderlo, senza distruggere tutto per poi tornare fra 50 anni a riscoprire che il petrolio non ci ha portato de nessuna parte e che era meglio la natura.

Ma questo il caro Chiodi non lo capisce. Mentre ero via e' giunta notizia che si sono incontrati a Roma alcuni rappresentanti tecnici della regione e del ministero dello sviluppo economico per
trovare un "punto di equilibrio" per scongiurare il petrolio in Abruzzo.

E di grazia, e' possibile sapere chi siano questi tecnici della regione? Come si chiamano? Chi sono? Dove sono stati fino a l'altro ieri? Ci fa parte la muta Daniela Stati? Ci fa parte Mauro Febbo? O quegli intelligentoni che scrivono che e' vietato estrarre oli combustibili?

E perche' non li abbiamo visti MAI parlare alla gente? E perche' non sentiamo mai conferenze stampa, dibattiti, domande, spiegazioni, confronti con Gianni Chiodi e i suoi segretissimi esperti sul tema? E perche' dopo una settimana di questo incontro nessuno ha sentito il dovere o la voglia di spiegare alla gente cosa sia successo?

Ma come ho detto tante e tante volte, chi e' alla guida di questa regione e' un uomo totalmente scollegato dal suo elettorato, non lo sa neanche cosa vuole dire governare in democrazia e cosa significa dialogare, speigare, essere trasparenti con la gente. Piu' che un governatore, mi pare una marionetta senza coraggio.

Ci crede o no Gianni Chiodi all'Abruzzo verde o di piu' a quello nero? Vorrei ancora sapere quale sia il suo pensiero, la sua VISIONE per l'Abruzzo che vogliamo mettere in piedi OGGI per i prossimi 20 ANNI.

Questo balbettare politico, in cui alla gente dice che l'Abruzzo petrolfiero e' tutto falso, e poi va a tramare con i palazzi di Roma su leggi che non si capisce bene chi le abbia scritte, perche', senza confrontarsi con le persone, in maniera inaspettata non fanno altro che sminuire il ruolo che veste.

Vediamo dove andiamo a finire....


Fonti: Monza Brianza news, Infonodo, Il Tempo d'Abruzzo

Monday, March 1, 2010

Petrolio nel fiume Lambro













Assolti con formula piena i due gestori della ex petrolchimica, i cugini Rinaldo e Giuseppe Tagliabue, unitamente all'ex direttore di stabilimento Vincenzo Castagnoli.

2400 tonnellate di petrolio nel fiume e nel mare
 Evviva



Ovviamente arrivo con molto ritardo sulla questione del fiume Lambro, nei pressi di Monza, dove circa una settimana fa c'e' stato uno sversamento di petrolio. Ecco comunque le mie riflessioni in merito e soprattutto il sito Facebook sul tema , con varie discussioni e testimonianze.

Questo sito e' stato aperto dal mio amico lombardo Francesco Pirovano, per chiedere che vengano accertati responsabili e che non si minimizzino i danni. Lui si e' recato sul luogo del delitto e questo e' quello che mi dice:

Qui e' uno schifo. Sono andato a vedere il Lambro e il depuratore di Monza e l'odore e' insostenibile. Le autorita' minimizzano sui danni alla salute e all'ambiente.

Come sarebbe bello se una volta - una volta sola in Italia - potessimo fidarci delle autorita' e dei nostri governanti.

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Il fiume Lambro e' un affluente del Po, e' lungo 130 km ed ha gia' abbastanza problemi per conto suo a causa della pesante urbanizzazione lungo il suo corso. Attraversa le province di Como, Lecco, Monza, Milano, Lodi e Pavia. Come sapete meglio di me, il 23 febbraio del 2010, alcuni sventurati hanno riversato nel fiume DUE MILIONI E MEZZO DI LITRI DI PETROLIO da una raffineria dismessa, detta Lombarda Petrolio di Villasanta.

E' tutto come da copione: ci sono state molte morie di anatre, pesci e uccelli i cui corpi si sono potuti vedere lungo le sponde del fiume, l'Oasi naturale di Montarfano a Melegnano in provincia di Milano e' stata fortemente impattata con danni a piante rare, il petrolio ha inquinato i condotti agricoli e i terreni vicino al fiume, ha gravemente compromesso il raccolto e, nonostante gli sforzi di Bertolaso, Prestigiacomo e compagnia il petrolio ha raggiunto il Po e le provincie di Cremona, Ferrara, Reggio Emilia.

Ovviamente le autorita' rassicurano tutti - non ci sono problemi e danni per la salute pubblica, anche se e' tutto puzzolente e l'aria era irrespirabile a Milano, anche se la gente si e' vista cortili e argini dei fiumi impregnati di petrolio, anche se nei comuni del Polesine e' stato vietato usare l'acqua potabile, anche se gli animali muoiono, anche se hanno trovato cancerogeni nell'acqua stessa. Tutto bene.

Nonostante tutte le minimizzazioni, credo che invece i commenti di Legambiente siano semplici e chiari:

"Un disastro ambientale senza precedenti per l'ecosistema del fiume Lambro che ne pagherà a lungo le conseguenze."

Come da copione ci sono stati anche i soliti approfittatori e i lati oscuri - ieri il 28 febbraio del 2010, una ditta sconosciuta ha riversato i propri rifiuti tossici nel fiume per evitare i costi di smaltimento. Della serie - visto che lo schifo c'e' gia', approfittiamone.

Allo stesso tempo non si sa bene come mai questa Lombarda Petroli non avesse dichiarato di avere nei propri serbatoi quantita' cosi' grandi di petrolio, forse per non rientrare nelle direttive Seveso? Secondo questa occorre:

- identificare le sostanze pericolose

- creare un piano di prevenzione e di emergenza concertando gli sforzi fra i vari enti, con la presenza di una autorita' predisposta all'ispezione

- informare gli abitanti e controllare l'urbanizzazione

Che sistemi di precauzione aveva questa Lombarda Petroli? Che tipo di informazione aveva fatto fra gli abitanti? Che tipo di sistema di sorveglianza aveva? Pare che l'area della ex-raffineria dal 2005 e' al centro di un progetto di recupero per trasformarla in un quartiere residenziale di 300 mila metri quadri. Chi porta avanti questo progetto sono i proprietari della raffineria stessa - i cugini Tagliabue e la Addamiano Costruzioni di Nova Milanese.

Ovviamente, siccome tutto e' stato fatto da ignoti, sono quasi sicura che tutto finira' a tarallucci e vino, come quasi sempre in Italia. Sarebbe invece bene fare tutto il possibile per identificare gli sciacalli, e soprattutto rendere responsabili i padroni del sito di quanto successo.

Sono i proprietari del sito che avrebbero dovuto essere stra-sicuri che nessuno entrasse nel loro stabilimento a manomettere silos di stoccaggio di petrolio, sono i proprietari del sito che avrebbero dovuto installare sistemi di vigilanza, di telecamere, di sorveglianza. Sono loro che avrebbero dovuto essere assicurati contro disastri di questo tipo. Le multe dovrebbero essere pesanti, molto piu' dei danni verificatesi, in modo tale che *nessuno* in futuro che gestisca complessi di questo tipo, possa decidere di agire in leggerezza.

Mio padre per tanti anni ha avuto una impresa di costruzioni a New York, e ricordo le sue mille premure ogni volta che aveva un cantiere aperto: qualsiasi cosa sarebbe successa, sabotaggio o no, la responsabilita' ultima sarebbe stata sua.

La Exxon Mobil per avere causato la morte di 85 uccelli ha dovuto sborsare 600 mila dollari. Voglio sapere quanti soldi paghera' la Lombarda Petroli e i cugini Tagliabue per non avere installato un piu' efficace sistema di sicurezza e per non avere evitato che ignoti venissero a sabotarla.

Qui un po di articoli relativi:

Wikipedia, la Repubblica, Corriere 1, Corriere 2, La Repubblica 2, La Repubblica 3