Un ricercatore tedesco, Christian Schmidt dello Helmholtz Center for Environmental Research con sede a Leipzig, ha studiato assieme al suo gruppo di ricercatori 57 fiumi in giro per il mondo e ha cercato di quantidicare le concentrazioni di bottiglie, buste, microfibre, attraverso misure a campione e poi algoritmi che dai campioni hanno generato stime per il fiume intero.

I risultati sono stati pubblicati nella rivista Environmental Science and Technology, e mostra che i dieci fiumi che contengono il 93% di tutta la monnezza fluviale del mondo sono i fiumi Yangtze e il fiume Giallo, il fiume Hai e Pearl, anche questi in Cina. Oltre loro il fiume Amur, al confine fra Russia e Cina e il fiume Mekong, che invece attraversa Laos, Thailandia, Vietnam e Cambogia.  E poi ancora i fiumi Indu e Gange in India e infine i fiumi Niger e il Nilo in Africa.

L'ordine non e' per volume: il primo fiume come detto e' lo Yangtze, il secondo e' il Gange.

Questi fiumi hanno varie cose in comune: un alto tasso di popolazione che vive nei dintorni, e mancanza di sistemi di gestione dell'immondizia a livello locale e centrale. 

Per esempio, il fiume Yangtze e' il piu' lungo di tutta l'Asia e lungo il fiume vivono circa 500milioni di cinesi. 

I cinesi dal canto loro si rendono conto dell'enorme problema ed hanno iniziato con maggior attenzione alla monnezza: l'obiettivo e' di arrivare al 35% di monnezza reciclata entro il 2020.

Anche gli indiani ci hanno provato, con una iniziativa governativa detta Namami Gange project; alcune citta' come Nuova Dehli hanno imposto il divieto del consumo di plastica monouso; in vari stati del paese le buste di plastica sono vietate. Ma tutto questo sono davvero piccolissimi passi di fronte all'enormita' del problema.

Nel suo complesso il Namami Gange project e' considerato un fallimento:  secondo la stampa indiana non e' riuscito a pulire neanche un po' il fiume Gange.