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Thursday, January 31, 2013

Promised Land - al cinema



Everyone knows that fracking poisons the air and water. 
We wanted to show how it tears apart local communities 
and subverts democracies and corrupts political leaders
 and eviscerates all the things that Americans value.



Ci sono andata a vederlo Promised Land, qui a LA, durante le vacanze di Natale. Qui c'e' il trailer e la storia delle origini del film, scritto dai due protagonisti, Matt Damon e John Krasinski.

Non e' un capolavoro di arte cinematografica - ne ho visti di migliori di film, da un punto di vista di trama, di sentimenti e soprattutto di quel che porti via con te quando esci dalla sala cinematografica. Soprattutto dato il tema, si poteva osare molto di piu'.

Detto questo, e' un film solido e molte delle cose che mostra le ho riconosciute per averle sentite dalle mie orecchie e sperimentate sulla mia pelle - gli inganni dei petrolieri, le loro frasi da pane, amore e trivelle e il fatto, che alla fine per loro, e' tutto un business. Anzi, una delle protagoniste lo dice pure.

Il film si apre con Matt Damon (Steve) e Frances McDormand (Sue) che sono mandati dalla loro ditta madre Global Crosspower Solutions a McKinley, un villaggio rurale per convincere le persone a fare fracking.

Prima di arrivare vanno in un negozietto detto "Gas, Guns, Guitars and Groceries" - siamo nell'America rurale, eh! - dove Steve compra vestiti per rassomigliare ai suoi interlocutori, camicie di flanella e stivali da prateria.

Le origini di Steve sono rurali e lui capisce meglio di chiunque altro il cittadino medio di McKinley, come parlargli, come presentarsi.  Ce lo hanno mandato apposta anche se la compagnia non ha una cosi grande considerazione di lui. Cosi' invece che arrivare con la camicia da ufficio con la scritta "Global Crosspower Solutions" in bella vista Steve si presenta a mo' di cowboy. Come da manuale di psicologia: somigliare il piu' possibile a chi vuoi convincere in modo che ci si possa fidare di te.

Sue e Steve iniziano a bussare alle porte delle persone con il sole in tasca, e cercano di convincere il sindaco di McKinley ad appoggiarli con promesse paradisiache. Ssono sempre gentili, sempre sorridenti: sotto le vostre case c'e' shale gas di qualita', e' l'opportunita' della vostra vita, l'8% dei profitti verra' condiviso con voi direttamente, diventerete tutti milionari.

Basta solo firmare qui, e non preoccupatevi di cosa ci sia scritto. E se non firmate ce ne andiamo e non riceverete niente. Let some other guy be last.

Il sindaco a dire la verita' ha qualche riserva, ma tutto ha un prezzo, e cosi dopo qualche trattativa anche lui e' d'accordo. Si decide di mettere la questione fracking/no fracking al voto e cosi' arriva il primo meeting pubblico, nella palestra del liceo.

Steve/Matt Damon fa il solito discorsetto di processi puliti, efficenti, "we need this", 30 milioni di dollari di valore del gas, le vostre vite cambieranno per il meglio con le royalties e con questi soldi. Il fracking si fa da 50 anni e non ci sono stati mai problemi

Tuttapposto.

O cosi pare finche' non si alza dal pubblico il professore di scienza del liceo a fare una lunga lista di problemi e di guai collegati al fracking e facendogli notare che non sono 30 milioni, ma 150, secondo le stesse stime della Global.  Steve - istruito dalla Global - voleva fare il furbo per risparmiare sulle percentuali da condividere con la citta'.

Per un attimo, Steve e' preso alla sprovvista perche' pensava di avere a che fare con condadinotti, ma subito si ricompone e torna in se. Dove ha imparato tutto questo? Guardi che a causa delle regolamentazioni governative siamo perfetti, tutto quello che di male viene propagandato sui media riguardo il fracking sono solo tecniche per spaventarvi, in tutte le cause che abbiamo avuto non abbiamo mai perso.

Viene fuori che il professore di scienza del liceo era in realta' uno scienziato in pensione che aveva il PhD in Fisica e un Master in Ingegneria dall'MIT e da Cornell. Insegnava al liceo, da pensionato, per passione. Un fisico contro il fracking. Questo mi ha ricordato qualcosa e fatto sorridere.

Il resto del film mescola una storia d'amore, l'arrivo di un attivista contrario alle trivelle che si chiama "Dustin Noble" che cerca in tutto e per tutto di convincere le persone che Steve mente,  e un colpo di scena finale che non rivelo per rispetto a chi vuole vedere il film.

Qualcuno dei residenti abbindolato dalle promesse di Steve va e si compra la Corvette, mentre' e' chiaro a Steve stesso e agli altri che i soldi veri che arriveranno alle persone sono molto meno di quanto promesso. Sue continua a spingere Steve ad andare porta per porta e a promettere l'impromettibile e che occorre dire "natural gas is perfect" per arrivare a che tutti firmino per la concessione dell'uso minerario dei terreni agricoli.

"It's just a job" gli ricorda.

Vanno nelle scuole, mettono su una fiera sponsorizzata da Global. Insomma fanno tutto quel che possono per convincere i residenti. Ma Steve, e' pieno di interrogativi e questioni morali.

E poi... poi  si rede conto che quel che sta facendo e' di vendere menzogne, e cosi' nell'ultimo discorso che fa, prima del voto finale, nella stessa palestra, cambia idea e dice alla gente che stare li, fra i campi e i fienili, gli hanno fatto vedere le cose in modo diverso e che i residenti hanno ragione ad essere contrari al fracking, alle multinazionali.

"Who will take care of all this if you don't?".

E cosi, la vita di Steve cambia - via dalla Global, via dalla vita da petroliere a qualcos'altro.

E' un bel modo per trascorrere una serata e per poi discutere di questi temi a casa, in compagnia.

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Ovviamente i petrolieri sono saltati addosso al regista Gus Van Sant, a Matt Damon, e hanno anche preparato un film pro trivelle, che si chiama FrackNation.

I residenti di Armstrong County, dove il film e' stato girato hanno protestato perche' i contadini sono stati rappresentati in modo troppo condiscendente e che non il tema trivelle non e' stato descritto in modo bilanciato.

Il rappresentante dell' Independent Petroleum Association of America  dice che occorre darsi da fare per rispondere a questi tipi di attacchi che useranno "studi scientifici" da dare ai critici cinematografici e al pubblico. Dicono anche che useranno Facebook e Twitter per lanciare messaggi di contrarieta' a questo film. Un po come hanno cercato di fare - ma senza successo - al tempo di Gasland.

E cosi, in Pennsylvania, i petrolieri hanno comprato una pubblicita' "progresso" da mandare nelle sale
prima del film per trasmettere il messaggio che danno lavoro e che e' tutto sicuro. I produttori dicono che sono sorpresi dalla massiccia campagna denigratoria contro il film.

Matt Damon e' stato chiamato bugiardo dall'industria del petrolio, e anzi Phelim McAleer, il regista del documentario pro-fracking, FrackNation di cui sopra, dice che e' tutta politica e propaganda da parte dell'attore. Dice che non e' vero che l'acqua si inquina, e che l'acqua che e' contaminata e'  tutta naturale.

E poi aggiunge che nonostante tutto, il film gli e' piaciuto.






















Wednesday, January 30, 2013

La Shell condannata in Olanda per inquinamento



The fact that a subsidiary has been held responsible by a Dutch court is new and opens new avenues.

The court did not just examine the role of the parent company, but also looked at abuses committed by Shell Nigeria, where the link with the Netherlands is extremely limited. That's a real breakthrough.

Menno Kamminga, professore di diritto internazionale, 
Maastricht University.


Elencare le liste dei crimini Shell contro l'ambiente e contro i diritti umani, e' difficile da fare in modo sintetico. C'e' n'e' per tutti i colori con processi in Inghilterra, con un ruolo di spicco nella morte di Ken Saro Wiwa, e anche un reportage delle Nazioni Unite che non lascia scampo a malintesi. In Nigeria la Shell ha causato gravissimi danni all'ambiente.

E cosi' oggi 30 Gennaio 2013 una corte olandese a L'Aia si e' pronunciata contro la Shell ed in favore di un contadino nigeriano, rappresentato da Milieudefensie, la filiale Olandese di Friends of the Earth, una organizzazione mondiale che si occupa di questioni ambientali.

E' la prima volta che una causa di questo genere si svolge in Olanda, non nel paese in cui i crimini sono stati commessi, la Nigeria, ma nella sede principale del colosso del petrolio.

La causa verteva su cinque casi di inquinamento di fiumi e laghi per la pesca nelle foreste nigeriane, come conseguenza di perdite di petrolio nelle annate 2004, 2005 e 2007. Da allora molti dei fiumi e dei laghi per la pesca dei residenti sono impraticabili ed i pesci sono morti.

La Shell e' stata condannata a pagare i danni a uno dei quattro contadini, Friday Akpan, ma la corte dell'Aia ha esonerato la Shell da altri quattro casi che si discutevano contemporanemente.

L'importanza di questo verdetto pero' non e' tanto nel fatto che la Shell debba risarcire il signor Akpan, ma che da adesso in poi anche altri nigeriani colpiti dalla negligenza - e dall'inquinamento - della Shell potranno portare in causa la ditta olandese in madrepatria.  E infatti, gia' i vicini del signor Akpan si sono messi in fila.

L'evento per cui la Shell e' stata condannata e' l'inquinamento di ben 47 laghetti per la pesca commerciale che rappresentavano il sostentamento per il signor Akpan e la sua famiglia.

Per gli altri quattro casi invece la corte ha accolto le richieste della Shell, secondo cui le perdite furono causate dal sabotaggio e non dalle scarse condizioni di manutenzione da parte della Shell. 
La rappresentante di Friends of the Earth  Geert Ritsema dice pero' che faranno ricorso.


Nel 2012 ci sono stati 198 perdite e riversamenti di petrolio nel Delta del Niger, con il rilascio di circa 26,000 barili di petrolio - cioe' circa 100,000 litri.

La Shell dice che di questi 161 sono ad opera di sabortaggio e 37 di propria responsabilita'. I residenti dicono che la Shell sottostima il numero di barili riversati e che le loro terre, acque, e zone di pesca sono del tutto impraticabili.

I residenti vogliono gli stessi standard che altrove. Le loro richieste sono semplici: che la Shell pulisca il disastro che ha combinato, che ripaghi i contadini delle perdite subite e che gli oleodotti e tutte le attivita' connesse all'opera petrolifera siano piu' sicure e piu' rispettose di chi li vive.

Il commento della Shell al verdetto, per parola del vice presidente per l'ambiente della Shell (!!!) Allard Castelein e' stato

"Paghermemo la compensazione. Non abbiamo perso la causa. Non e' stato un fallimento operazionale. La falla e' stata la conseguenza del sabotaggio".





La cifra e' ancora da stimarsi. Il verdetto dice






"La Shell Nigeria avrebbe dovuto e potuto prevenire il sabotaggio in modo semplice. E' per questo che la corte ha condannato la Shell a pagare i danni". 

La Shell opera in Nigeria in un consorzio fatto dalla Nigerian National Petroleum Corporation, dalla Shell stessa,  dalla Total, dalla Nigeria Limited e dalla Nigerian Agip Oil Company Limited.

C'e' pure l'ENI/Agip.




Monday, January 28, 2013

Fracking vietato in Cinco Saltos, Patagonia


 José Chandia, consigliere di Cinco Saltos, 
autore della proposta di vietare il fracking nella sua citta'


E cosi, ecco la prima comunita' del sud America che vieta il fracking. Si tratta della citta' di Cinco Saltos, che sorge in Patagonia, Argentina. Il voto e' stato all'unanimita' il giorno 20 Dicembre 2012.

A Cinco Saltos, nella regione del Rio Negro in Patagonia, vivono 27,000 persone. Negli anni '90 hanno gia' hanno avuto i loro guai da inquinamento da cianuro e mercuio prodotte dalla Indupa, una filiale Solvay che conosciamo bene anche in Italia. Il divieto viene dopo varie settimane e mesi di protesta e di attivismo.

Il divieto del fracking in questa citta' della Patagonia e' importante perche' Cinco Saltos sorge nei pressi di "Vaca Muerta" - un nome, una premonizione? -  la piu' grande riserva di shale gas dell'America del Sud.

Vaca Muerta e' presa di mira dalla Chevron e dalla YPF - la compagnia argentina nazionale di idrocarburi e che sta per Yacimientos Petroliferos Fiscales - che proprio qualche giorno prima del divieto hanno preso accordi per andare avanti con le trivelle.


Rio Negro e' in arancio, verso il basso.


Cinco Saltos e' vicina a Neuquen.


La citta' di Cinco Saltos e' preoccupata per l'inquinamento dell'acqua e il rapporto ufficiale per il divieto al fracking dice
“The extraction generates amounts of liquid waste that contain dissolved chemicals. There is no guarantee that these liquids remain contained and are not circulated in the drinking water.

For each perforation, 200,000 cubic metres of water are needed for the hydraulic fracture. Five hundred chemicals are used, among them 17 toxic to aquatic organisms, 38 severely toxic, and eight proven to be carcinogenic. These chemicals mean a total of four tonnes of toxics per well.”

Tutto questo ovviamente non piace a quelli della YPF.  Proprio l'anno scorso il presidente Miguel Galluccio aveva presentato il gran rapporto quinquennale per l'Argentina in cui si parlava di almeno un miliardo di dollari per sperimentare il fracking nel suo paese con l'appoggio del presidente Cristina Fernández de Kirchner.

Ma quelli di Cinco Saltos hanno avuto la meglio. Pablo Domínguez del comitato dell'acqua della regione Comahue che include Cinco Saltos aggiunge

“We are demonstrating that the community can decide what future it wants and how it wishes to live, and not leave those decisions in the hands of the government or corporations.”

Amen.


Sunday, January 27, 2013

Le Tar Sands del Canada







Ne abbiamo parlato tante volte,  ecco qui un po di immagini, come riprese da Robert Johnson che con un aereoplano volo' su queste lande desolate che un tempo erano foresta boreale.

Le Tar Sands - sabbie bituminiche da cui si estrae il "petrolio" di peggior qualita' del mondo - coprono un area di 140 mila chilometri quadrati, il governo canadese ci tira fuori 3.5 miliardi di dollari l'anno, ci lavorano 75,000 persone. E' il piu' grande contributo del Canada alle emissioni di CO2, ha inquinato laghi, aria, acqua, fiumi e vita delle comunita' indigene ed ha causato tutta una serie di problemi sociali - alcolismo, prostituzione - dovuti all'influsso massiccio di uomini soli in un posto prima disabitato.

Ci sono almeno 20 ditte petrolifere ad estrarre bitume. Nelle foto si possono riconoscere: la monnezza prodotta dagli umani che non sanno dove mettere, le montagne di zolfo di cui non si sa che farne,  le ruote dei camioni piu' grandi del mondo che non si sa dove mettere alla fine dei lavori. E in generale l'inferno di quel posto. Qui un ottimo documentario di qualche anno fa.

Il tutto per la nostra insaziabile sete di petrolio.

Ecco le foto, come riprese da Robert Johnson per Buisness Insider durante il settembre del 2012.































































Tanti anni fa l'immagine del Canada era di una nazione all'avanguardia per la difesa dell'ambiente e le responsabilita' connesse. Dopo l'avvio delle attivita' di estrazione di bitume dalle Tar Sands nello stato dell’Alberta nel 1996 tutto e' cambiato.

Nel corso degli anni si sono susseguiti report dopo report di inquinamento di aria, acqua e vita di persone Sono scene apocalittiche e non ci sono altre parole per descriverle.

Queste Tar Sands sono considerate “idrocarburi non convenzionali” perche’ sono in forma semi-solida e sono un miscuglio di sabbia e argilla compattata con bitume e asfalto. Nello stato dell’Alberta le Tar Sands coprono un'area di 140,000 chilometri quadrati - piu' grandi dell'Inghilterra e sono coperte da uno strato di foresta boreale.

Cosa fare allora per estrarre questo "petrolio"? Evidentemente occorre eliminare la foresta - cioe' abbattere tutti gli alberi - e poi mandare enormi macchinari a scavare la roccia sottostante. Il bitume viene poi isolato dalle altre sostanze indesiderate, usando grandi volumi di acqua ad alta temperature. Se la roccia e' troppo profonda, si iniettano nel sottosuolo miscele chimiche per ridurne la viscosita' ed estrarre il santo graal bituminoso. E poi su terraferma, altri impianti di raffinazione, altri trattamenti, altre emissioni.

Secondo la International Boreal Forest Conservation "Extracting and refining this hydrocarbon is the most polluting and carbon intensive oil process on earth, draining wetlands, diverting rivers and stripping all trees and vegetation from the forest”.

Per ogni barile di petrolio prodotto nelle Tar Sands, ce ne sono voluti quattro di acqua. Molta di questa acqua arriva dal bacino dell’Athabasca, un complesso sistema fluviale dell’Alberta. Le operazioni petrolifere lasciano dietro i cosiddetti "tail ponds", cioe' dei laghi artificiali di rifiuti petroliferi che spesso lasciano migrare inquinanti nel sottosuolo e nell'atmosfera. Avolte ci sono delle dighe a contenere queste acque di scarto che pero’ lasciano fuoriuscire acqua contaminata nell’ambiente. Qualcuno di questi tail pond e’ cosi’ grande che si puo’ vedere anche dallo spazio.

Le comunita' di indigeni che vivono nei pressi dell’Athabasca e che ne usano l'acqua sono colpiti da elevati tassi di tumori rari e non possono piu' praticare la pesca.

I medici hanno paura di diagnosticare malattie derivanti dall’inquinamento petrolifero, a causa di ripercussioni personali, e consigliano ai pazienti di rivolgersi ad avvocati invece.

Il Canada non e' riuscito a mantenere gli impegni di Kyoto, e nel 2011 si e' formalmente ritirato dal protocollo firmato nella citta' giapponese perche' sapevano di non potere soddisfare i criteri richiesti di abbattimento dei gas serra emessi. E da dove veniva emessa la maggior parte di questi gas serra? Dalle Tar Sands dell'Athabasca appunto.

4.7 millioni di acri di terreno attorno alle Tar Sands sono stati contaminati da mercurio. A tassi 16 volte maggiori che quanto considerato normale. Anche le uova degli uccelli a valle dei corsi d'acqua dove ci sono impianti di lavorazione del bitume hanno tassi anormali di concentrazioni di mercurio. Un confronto con le uova analizzate nel 1977 mostra che i livelli di mercurio sono aumentati del 67%. Per la prima volta si e’ scoperta la presenza di metilmercurio, una forma piu' tossica del mercurio nella neve.

Le perdite sono all’ordine del giorno – ma i petrolieri sminuiscono sempre. Per essere politically correct, e per non far pensare al bitume, a volte queste Tar Sands le chiamano “Oil Sands”. Anche la chiesa cattolica si e' espressa contro l’immane distruzione della foresta boreale. E non e’ solo l’ambiente, ma la democrazia stessa dell’Alberta ad essere contaminata dal petrolio: nel segretariato per la sostenibilita’ delle Tar Sands (ma puo’ esistere una cosa del genere?) siedono membri del direttivo di ditte petrolifere.

Uno pensera’ : beh con tutta questa distruzione, almeno portera’ lavoro. Puo’ darsi, ma intanto le ultime statistiche, rese pubbliche proprio in questi giorni, parlano di maggiore occupazione in totale in Canada da lavoro nelle rinnovabili che presso le Tar Sands. L’Alberta e’ fra i fanalini di coda nel settore green, come dire, arriva il petrolio e tutto il resto stenta a decollare.