Si chiama J35 ed e' una southern resident killer whale, parte della famiglia delle orche, presente nei mari della costa pacifica degli USA, ed in via di estinzione.

Finalmente il giorno Martedi 24 Luglio 2018 la piccola e' nata, nel Salish Sea, presso le isole di San Juan, non lontano dalla citta' di Victoria, in British Columbia, Canada.

E' stata la prima orca nata in questi mari nel giro di tre anni. Erano tutti felici, i ricercatori, e anche la mamma orca con tutto il gruppo di orche che vivono assieme. 

E poi, dopo un po, neanche un ora di tempo, la piccola orca si e' fermata. 
Era morta.
 
Ma J35 non si e' arresa. Per ora e' stata vicino al cadavere della sua piccola, tenendola a galla. Le ore sono diventate giorni, e mentre scrivo sono passati quattro giorni di questi strani e tristi balletti di J35 che gira attorno alla sua piccola e la tiene su per non farla affondare.

Ken Balcomb, che guida il centro per lo studio delle balene dice che e' il periodo di lutto piu' lungo mai visto per una orca. 

E' un grande lavoro anche fisico, in cui J35 ha viaggiato anche cento chilometri al giorno, mantenendo a galla il corpo di 200 chilogrammi della sua piccola al suo fianco.

Non e' facile perche' deve andare ogni tanto sotto il corpicino dell'orca e riportarlo il su, facendolo saltare in alto dalla sua testa in modo che non finisca sul fondale marino. E J35 ha fatto questo per vari giorni ormai. Secondo i ricercatori non ha neanche mangiato in tutto questo tempo.

I ricercatori intervistati dal Washington Post dicono che fa male, che e' triste vedere queste scene in cui e' evidente che J35 non e' pronta a staccarsi dalla sua piccola.

Ma al dila' di J35 il pianeta ha perso un altro esemplare di una specie a rischio imminente di estinzione.

Nel 1995 c'erano 98 orche di questa specie.
Nel 2018 ce ne sono solo 75.

Molti degli esemplari femmina sono troppo vecchie per riprodursi, e il periodo di gestazione dura dai 15 ai 18 mesi.  In media una orca partorisce cinque volte nell'arco della sua vita riproduttiva che dura circa 25 anni. C'e' poi un anno di "maternita'" in cui mamma e piccolo vivono assieme, in simbiosi.

Balcomb dice che e' probabile che presto la specie si estinguera'. 
 
Negli scorsi venti anni il 75% dei neonati di questa specie di orche e' morto.
 
Dal 2015 ad oggi non e' sopravvissuto nessuno.
 
Nessuno, come in zero nascite. 
 
J35 aveva gia' perso altre due piccole orche. 
 
E quindi la morte della piccola di J35 e' un duro colpo, perche' un esemplare femmina avrebbe dato speranza. 

Perche' tutta questa mortalita'? 

Traffico marino, mancanza di cibo, mare inquinato.

Secondo Balcomb la piccola di J35 e' morta per la malnutrizione della sua mamma.

J35 non trova cibo adeguato. Ed e' per colpa nostra.

Questa specie di orche mangia salmone, e diverse attivita' umane ne hanno causato la scarsita'.
Alcune dighe per l'idroelettrico interferiscono con il ciclo riproduttivo dei salmoni stessi e i loro percorsi naturali; c'e' troppa produzione di salmone per scopi commerciali; gli allevamenti intensivi indeboliscono la specie - i salmoni sono piu' piccoli e si riproducono di meno.

La conseguenza e' che le orche non hanno a sufficenza da mangiare e nemmeno i feti, che quando nascono muoiono immediatamente.

La cosa ancora piu' triste e' che in questa zona esiste un turismo basato sull'osservazione di queste orche, con navi da whale-watching che portano affari ad un ritmo di 500mila visitatori l'anno.  Molti sono anche i passaggi dalla terraferma alle isole nella zona solo per vedere le balene da varie angolature.

Ma se le orche muoiono, che senso ha tenere il turismo delle balene sofferenti? E infatti, quest'anno per la prima volta non si e' avvistata nessuna balena nelle zone dove transitano di solito le navi da turismo.

I ricercatori resteranno ad osservare J35 fino alla fine. Sperano di imparare, di poter fare meglio per aiutare le orche a sopravvivere. Alla figlia di J35 non sara' dato un nome, come fanno con tutte le orche perche' non e' vissuta a sufficenza.

Si augurano pure che la morte della piccola di J35, e le scene di J35 che disperata cerca di tenere il suo corpicino a galla, mandi il messaggio a noi tutti, ai politici, agli organizzatori di barche da turismo, al pubblico in generale, che occorre fare di piu per la salvezza di questi animali. 

Il pianeta con la sua straordinaria bellezza -- anche nel dolore quasi lirico di questa mamma orca -- e' uno solo, e ci e' stato affidato per curarlo non per distruggerlo.