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Sunday, July 22, 2018

La Northern Petroleum ci riprova con airgun in 3D in Puglia per Ottobre 2018




I mari di Puglia visti dalla Northern Petroleum



Le due concessioni vecchie che la Northern Petroleum vuole modificare
senza fare una nuova Valutazione di Impatto Ambientale




La nuova concessione su cui la Northern Petroleum non vuole fare Valutazione di Impatto Ambientale

Lo studio di cetacei nell'area su cui fare airgun fra Gennaio e Marzo 2018 



La presenza di mammiferi marini accertata in zona fra Gennaio e Marzo 2018



La nuova area su cui eseguire airgun in tre dimensioni


Il contesto in cui fare airgun. Notare che in zona ci sono almeno altre nove concessioni

SI PREGA DI CITARE E DI NON SCOPIAZZARE.
E' DA MALEDUCATI.

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Il monitoraggio ha confermato la presenza "abituale ed omogenea" di cetacei nell'area.

Dallo Studio Preliminare Ambientale 
della Northern Petroleum in Puglia 

Pero' vogliono sparare con "airgun o esplosivo" lo stesso.
Chiedono di farlo ad Ottobre/Novembre 2018

Ministro Sergio Costa, ecco qui la sua chance 
per fare qualcosa di buono.


La Northern Petroleum non abbandona i mari di Puglia, ma persiste.

Siamo lungo le spiagge antistanti le cittadine di Monopoli, Ostuni, Brindisi, Carovigno.  Le concessioni in ballo sono due: la FR 39 NP e la FR 40 NP, entrambe approvate il giorno 8 Giugno 2015 dall'allora Ministro dell'Ambiente Dario Franceschini.

A suo tempo, tre anni fa, alla Northern Petroleum era stato concesso di eseguire "rilievi geofisici attraverso la tecnica dell'"airgun o esplosivo" in tre dimensioni in un area di circa 400 chilometri quadrati attorno al pozzo Rovesti 1, già trivellato dall'AGIP nel 1978, e poi in un area adiacente di circa 470 chilometri quadrati attorno ai due pozzi Medusa 1 e Giove 1 e 2 già' trivellati dalla Enterprise Oil nel 1996 e 1998, rispettivamente.

Il tutto per un area di circa 860 chilometri quadrati.

La Enterprise Oil era una ditta di trivelle britannica acquistata dalla Shell nel 2002. 

L'approvazione del 2015 fu alquanto travagliata. Ne abbiamo parlato già in questo post in cui si sono maggiori dettagli sull'iter delle delle due concessioni della Northern Petroleum. 

Ma finalmente sono partiti.

Nei primi mesi del 2018, da Gennaio a Marzo, hanno eseguito il monitoraggio "visivo ed acustico" della cetofauna della zona, prima di eseguire airgun.  E questo perché' il Ministero aveva ordinato loro di studiare l'ambiente: come dire, prima di sparare vediamo cosa c'e' nel mare.

Il loro intento successivo era di eseguire airgun in 3D in entrambe le concessioni immediatamente dopo il monitoraggio, verso Marzo o l'Aprile del 2018.

A un certo punto pero' decidono che gran parte della concessione FR 39 NP non la volevano più'.

Dicono che non e' di interesse minerario.

Scoprono che invece gli interessa di più la FR 40 NP che vorrebbero fosse ampliata, da 470 chilometri quadrati fino a 670 chilometri quadrati. In questo caso vogliono meglio studiare l'area attorno al campo Aquila, detto FC 2 AG, e di proprietà' dell'ENI.

E così ad Aprile 2018 invece che partire con l'airgun, i nostri amici della Northern Petroleum hanno chiesto all'ufficio dell' UNMIG di Napoli di modificare l'autorizzazione ricevuta nel 2015 per le due concessioni e di adeguarla a questo nuovo tratto di mare.  Ne vogliono una più' grande, invece che due, e dicono che gli studi già fatti possono essere unificati.

Non vogliono dunque rifare la Valutazione di Impatto Ambientale, perché ovviamente significa ricominciare daccapo, e vogliono tenersi il permesso già accordato ma modificato alle loro nuove esigenze.

Nella richiesta al Ministero dicono che i cetacei "hanno presenza abituale ed omogenea" nell'area trivellanda. Pero' se i mammiferi marini stanno a più di 988 metri dai loro spari non dovrebbero esserci danni.

Per le tartarughe il limite dei danni e' di 223 metri.

Cioe' bisogna dire ai delfini di stare almeno a 989 metri e alle tartarughe almeno 224 metri dagli spari dell'airgun della Northern Petroleum!

E che gli diamo un metro per misurare?

Che cosa ridicola.

Notare poi, che l'array dell'airgun e' sempre in movimento e che ci sono vari spari eseguiti allo stesso tempo da più' sorgenti. Nella fattispecie si tratta di otto assi lunghi 6 chilometri a distanza da 75 metri l'uno dall'altro.

Cosa significano in questo contesto 988 o 233 metri? Come faranno mai le specie marine a capire dove andare con questa pioggia di spari?

Aggiungono che se usano varie "misure di mitigazione" i mammiferi possono stare sempre più' vicini alla sorgente dell'airgun a seconda della specie. Addirittura alcuni tipi di cetacei, fra cui i delfini, possono stare fino a 49 metri di distanza dalla sorgente dello sparo dell'airgun.

Cosa sono queste misure di mitigazione? Osservare l'orizzonte per capire se siano presenti specie marine nell'area immediata, e spegnere gli spari nel caso ve ne siano di presenti.

Mmh. Veramente tutto questo sara' sufficiente a evitare danni?

Veramente li vedranno tutti, tutti? Specie considerato che, per loro stesso dire, la presenza di cetacei e' abituale ed omogenea in tutta l'area?

Veramente, considerato che i suoni dell'airgun sono potentissimi, più' di 200 decibel?

Veramente, considerato che in acqua i suoni dell'airgun possono diffondere e causare disturbi ad alcune specie animali fino a 70km dal punto di emissione? 

Notare che aggiungono pure che potrebbero esserci danni fisiologici o disturbi comportamentali, dovuti o al picco dello sparo oppure a causa di effetti cumulati, a seconda della distanza delle specie marine dall'airgun. Lo dicono loro.

Le tartarughe sono più' sfortunate e per loro non ci sono misure di mitigazione.

E che dire della pesca? Nei nostri mari non ci sono solo specie protette, delfini e targarughe, ma anche i pesci che mangiamo normalmente e che danno lavoro a decine di famiglie.

A loro chi ci pensa? L'airgun porta disturbi anche alla pesca, e l'airgun in 3D e' ancora piu' problematico perche' essendo la visuale piu' precisa, la presa dati e' piu' intensa. Qui c'e' la pagina dei pescatori professionisti italiani che praticano una pesca selettiva per la difesa dell'ambiente in modo da evitare il sovrasfruttamento delle risorse ittiche, come anche richiesto dall'Unione Europea. Perche' loro devono sottostare a vari vincoli per proteggere il mare, e poi puo' arrivare Northern Petroleum a sparare a casaccio? Ai pescatori chi li tutela?

Non e' meglio lasciare pesci, delfini e tutti gli altri abitanti del mare in santa pace?

Ovviamente i nostri amici della Northern Petroleum dicono che e' tutto dagli effetti bassi perché la densità di mammiferi in zona e' bassa. Ma come, non erano presenti in maniera "abituale ed omogenea"?

Dicono pure che in due mesi, dal 14 Gennaio al 14 Marzo hanno avvistato 11 strenelle striate, un grampo e due specie non identificate. Cioè fanno 14 esemplari.  Dicono che non possono escludere la presenza di zifi e capidogli. Notare pure che siamo in periodo di non riproduttivo per le specie, e che se fossimo stati in estate sarebbe stato più probabile incontrare nuovi nati.

Quattordici esemplari sono tanti, sono pochi?

E quanti pesci hanno incontrato? E quanti pescatori? A loro chi li tiene nel conto?

Ciascuno puo' rispondere a queste domande come vuole, ma il punto e' sempre che questo airgun e' solo l'inizio di un processo irreversibile di Puglia petrolizzata, di turismo violentato, di pesca malata.

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Ora con questa nuova richiesta della Northern Petroleum che cosa cambia nello specifico?

La prima cosa che balza agli occhi e' che ovviamente l'estensione territoriale passa da 860 chilometri quadrati a 670 chilometri quadrati.

Dunque l'area in cui fare airgun e' più piccola.

Ovviamente questa non e' una vittoria per nessuno, nel senso che quale che sia l'estensione territoriale sempre di airgun si parla. Per di più, se uno si pone in una veduta di maggior orizzonte, ci si rende conto che l'obiettivo a lungo termine e' di trivellare, installare infrastruttura petrolifera a terra e a mare, e alla fine cambiare in modo irreversibile l'assetto odierno della zona.

Non piu' turismo e pesca ma trivelle.

E' questo l'obiettivo finale della Northern Petroleum e che inizino da 860 o da 670 chilometri quadrati di mare di Puglia non fa differenza alcuna.

Quello che pero' e' cambiato e' chi siede dietro quelle sedie del Ministero.

Abbiamo adesso un nuovo Ministro, Sergio Costa, che a quanto mi pare di capire non ha ancora pronunciato molte parole su airgun e trivelle.

Ecco qui la sua opportunità', una delle tante per lui in questi mesi: obblighi la Northern Petroleum a rifare si tutto il suo Processo di Valutazione Ambientale daccapo e poi ci si metta veramente a studiare le carte di tutti questi signori trivellatori e sparatori nel Mare Adriatico, a differenza del suo predecessore Dario Franceschini.

E se lo farà in modo libero e indipendente si rendera' conto che non esiste un solo motivo per bucare o per sparare a questi mari. Non uno.

Le parole della Northern Petroleum sono come i loro airgun, sparate di aria compressa.

A loro non importa niente di delfini, tartarughe, pesca, della Puglia o del mare.

E' solo e sempre il vile denaro che rincorrono.






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