I proprietari dei terreni interessati dalle attività
verranno personalmente
verranno personalmente
contattati e informati sulle operazioni da effettuare.
ENI – permesso di ricerca Friddani/Passo di Piazza
Ai comuni di Gela, Niscemi, Mazzarino, Piazza Armerina,
Aidone, Caltagirone, Grammichele,
Mineo, Ramacca, San Michele di Ganzaria,
San Cono, Mirabella Imbaccari
Ditegli: no grazie. Di Gela ce ne basta una sola.
ENI – permesso di ricerca Friddani/Passo di Piazza
Ai comuni di Gela, Niscemi, Mazzarino, Piazza Armerina,
Aidone, Caltagirone, Grammichele,
Mineo, Ramacca, San Michele di Ganzaria,
San Cono, Mirabella Imbaccari
Ditegli: no grazie. Di Gela ce ne basta una sola.
A Sergio Costa: a lei l'onore e
la responsabilita' della scelta.
Il silenzio pero' e' da Ponzio Pilato.
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Diverse sono le concessioni in giro per l’Italia in uno stato di limbo, nel senso che sono state proposte sotto la precendente amministrazione del duetto Gianluca Galletti e Dario Franceschini, rispettivamente ministri dell’ambiente e dei beni culturali fino al 2018 e di cui non conosciamo il fato.
Che ne sara’ di queste concessioni?
Cosa fara’ il neo ministro Sergio Costa?
Io le boccerei tutte, per il semplice motivo che non sono i buchi che porteranno a migliorare ne' l’economia ne' la salute degli italiani, e che non c’e’ stato buco in Italia, o nel mondo se e' per questo, che nella complessivita’ delle cose sia stato buono per le comunita’ locali.
Certo, qualcuno si sara’ arricchito (=petrolieri e affini), ma il prezzo da pagare e’ sempre stato inquinamento, deserto di qualsiasi altra opportunita’ economica, emigrazione, sismicita’ indotta, poverta’ diffusa.
E allora eccone una di concessioni su cui Sergio Costa e Alberto Bonisoli, ministri di ambiente e cultura rispettivamente, dovranno pronuniciarsi: la concessione dell’ENI Med di Friddani e Passo di Piazza nelle province di Caltanissetta, Catania, Enna e Ragusa, in Sicilia.
Eh si, perche' l'ENI non felice di avere distrutto Gela, passa al resto della regione.
Si tratta dell’esecuzione di ispezioni sismiche in due siti adiacenti, appunto Friddani e Passo di Piazza, in un un area complessiva di circa 1400kmq che si estende dal cuore della Sicilia, fino al mare.
Il tutto se approvato durera’ per 6-7 mesi e che si estende dalla piana di Gela per circa 50 km fino a Ramacca in provincia di Catania.
Prima di entrare nei dettagli, una cosa e’ importante: l’ENI dovra’ prendere accordi, come primo passo, con i proprietari dei terreni per entrarci e fare queste operazioni, che includono scoppi con esplosivi.
Io mi auguro che ci sia qualche anima pia e oculata che gli dica di no, e che rifiuti il denaro che l’ENI gli offrira'. Sono soldi che puzzano di morte, ed e’ una prova di civilta’, di amore per l’ambiente e per le generazioni future, rifiutarli.
Di Gela ne basta una.
Nello specifico vogliono prendere dati lungo un tracciato complessivo di 332 km, usando esplosivo, vibroseis e massa battente.
Esplosivi? Si, esplosivi. Con dinamite. Fino a 10 kg a botta.
In qualche modo occorre perturbare il sottosuolo in modo che la risposta possa dare indicazioni su cosa ci si nasconda dentro (petrolio? gas? niente? tutte e due? poco? tanto?), e il modo piu’ semplice e’ quello piu’ brutale: facciamo esplodere cariche di dinamite in vari “punti di scoppio” in modo da perturbare il sottosuolo per bene e vediamo che succede.
Le camionette vibroseis (o qualsiasi altro metodo di "massa battente") usano lo stesso principio, solo che invece che mandare esplosivi si mandano camioncini, o altre masse inserite in apposite pozzetti, a scuotere il terreno da sopra, con le camionette vibroseis, o fino a 100 metri di profondita’ con le masse vibranti, e poi si studia la risposta del terreno stesso.
Insomma una specie di airgun sottoterra.
L'ENI preo' ci tiene a rassicurare tutti.
Ma nessuna preoccupazione: la dinamite sara’ usata "solo" nel 20% dei lavori e solo in zone collinari.
Ora, notare che l’obiettivo di sempre dei petrolieri e’ di trivellare e di estrarre e di monetizzare, per i prossimi 30 anni, non di fare solo ispezioni sismiche o di usare esplosivi per sei-sette mesi. Quindi per me, dire si alle ispezioni sismiche con o senza esplosivi significa in essenza dire di si alle trivelle venture.
Come ho detto mille volte, la monaca di Monza si ritrovo’ tale perche’ non seppe mai dire di no, e prima lo dici il tuo no, meglio e’. Questo vale anche per le trivelle, dove il no va detto subito, prima che si possano intessere perverse tele di affari, interessi e scambi di vario genere.
Torniamo allora a Friddani e Passo di Piazza: la descrizione che ne fa l’ENI, come sempre e’ di un territorio desolato, dove non c’e’ niente e dove stiamo qui ad aspettare la manna petrolifera che scende dal cielo: campi coltivati, colture di "modesto pregio", strade carraie, aree naturali, masserie sparse, “spesso non abitate o utilizzate come ricovero per animali”, e “alcuni” centri urbani.
Quali centri urbani non si sa, forse per non fare spaventare nessuno.
Niente paura pero’, le linee sismiche saranno tracciate lontano da tali innominabili centri urbani, quindi … tuttapposto.
Questo uno stralcio dell'ENI sul "degrado dell'area"
Lo sfruttamento agrario e il pascolo hanno innescato fenomeni di degrado quali l’erosione, il dissesto idrogeologico e l’impoverimento del suolo. Il paesaggio vegetale naturale ridotto a poche aree è stato profondamente alterato dai rimboschimenti che hanno introdotto essenze non autoctone.
E quindi, questo supposto "degrado" e' una scusa per trivellare?
Cioe' siccome ci sono le piante non autoctone possiamo metterci trivelle non autoctone?
Ovviamente e’ tutto fatto sotto la benevola ombra della “Strategia Energetica Nazionale” del 2013 che ha per obiettivo quello di trivellare-trivellare-trivellare in nome della riduzione dei costi e della sicurezza energetica, e questa e’ bella, del “pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale”.
Cioe’ l’Europa ci dice di emettere meno CO2, firmiamo pure gli accordi di Parigi e noi pensiamo che trivellando addirittura supereremo gli obiettivi europei sull’ambiente!
Spiccano pure le parole "sviluppo sostenibile delle risorse nazionali", come se ci fosse qualcosa di sostenibilile nelle fonti fossili.
Ridicoli.
Cara ENI: l’ambiente difeso con le trivelle non si e’ visto mai. Meno che meno con le trivelle targate ENI.
Ora, anche se loro parlano di un territorio quasi morente, essendo cosi’ grandi, le due concessioni hanno al loro interno varie aree sotto vincoli, con laghi, fiumi, boschi, foreste, siti archeologici, protezione ambientale.
Ma che vuoi che sia, le trivelle sostenibili salveranno tutto. E infacci ci sono pure calcoli pindarici per fare vedere che si, sara’ davvero tuttapposto.
In alcune delle aree trivellande si mostra che gia’ adesso sono superati i limiti di presenza in atmosfera di PM10, piombo, CO, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, e sopratutto benzene, un potente carcinogenico.
Trivellare migliorera’ la situazione? Ma certo che no, anche se loro dicono che ci saranno “idonee campagne di misurazione”.
Come dire, continuo a produrlo, ma adesso lo certifico l’inquinamento!
Ma non erano queste zone di campagna, con casolari abbandondati? Come fa ad esserci cotanto inquinamento da … benzene?
Mistero dell’ENI.
Andiamo avanti allora, e vediamo che l’area e’ caratterizzata, da alti valori di pericolosita’ e rischio geomorfologico, nonche’ di pericolosita’ idraulica ad esondazione.
Anche qui, niente paura. Non ci sara’ perturbazione alcuna.
Arriva poi la politica del carciofo (esiste davvero questa parola. Il concetto, fu usato dalla Germania Nazista per indicare il prendersi l’obiettivo un pezzetto alla volta, come dire, un pezzettino esterno del carciofo fino pian piano ad arrivarne al cuore).
E infatti dicono che siccome sono solo ipsezioni sismiche non ci sara’ alcuna interferenza con i bacini idrici, che non ci saranno scarichi sottoterra, nei laghi, nei fiumi o in altri bacini locali.
Dicono che l’acqua che gli servira’ per le ispezioni sismiche arrivera’ da autobotte.
Si, certo, Ma il discorso e’ quando arrivano le trivelle vere! Allora si che ci saranno scarichi e tutti sappiamo cosa vuol dire ENI+trivelle+scarichi in Sicilia. Significa Gela, dove ancora adesso l’acqua non e’ potabile a causa dell’inquinamento delle falde acquifere dovute proprio alle operazioni dell’ENI.
La gente ancora adesso deve bere l’acqua da autobotte, e da decenni, altro che l;’autobotte delle ispezioni sismiche temporanee.
Per di piu’ le attivita’ dell’ENI interferiscono, a loro stesso dire, con aree protette che includono: Siti rete Natura 2000, Important Bird Areas (IBA), e zone umide di importanza internazionale, Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), territori costieri, parchi, riserve nazionali o regionali, territori di protezione esterna dei parchi, foreste, boschi, terreni sottiposti a vincolo di rimboschimento e vincoli idrogeologici.
Un po di tutto.
Fra le aree protette le seguenti:
EUAP 1155 “Bosco di San Pietro”;
EUAP 1131 “Riserva Naturale Regionale Sughereta di Niscemi”
EUAP 1154 "Riserva naturale orientata Rossomanno - Grottascura - Bellia".
ZPS ITA 050012 “Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela”,
IBA 166 “Biviere e Piana di Gela”
SIC ITA 050001 “Biviere e Macconi di Gela”;
SIC/ZSC ITA070005 “Bosco San Pietro”;
SIC/ZSC ITA 050007 “Sughereta di Niscemi”;
SIC/ZSC ITA 060001 “Lago Ogliastro”.
SIC/ZSC ITA 060010 “Vallone Rossomanno”;
SIC/ZSC ITA 060012 “Bosco di Piazza Armerina”.
Se addirituttura possono essere trivellate, che le proteggiamo a fare?
L’ENI non dice “meglio evitare”, dicono solo, beh: abbiamo aggiunto altri capitoli alla fine di queste pagine, andatevele a leggerle e … tuttapposto!
Ancora, la maggior parte delle due concessioni e’ classificata zona sismica 2, cioe’ il secondo piu’ grave di pericolosita’.
Sono loro stessi a fare l'elenco di terremoti piu' o meno gravi che hanno colpito l'area: il terremoto del 4 febbraio 1169, il terremoto del 10 dicembre 1542, il periodo sismico fra il 9-11 gennaio 1693 e il
terremoto del 2002. Tutti questi eventi si sono sentiti nelle aree trivellande, per la stessa ammissione dell'ENI stessa.
Non ci sono commenti da parte loro. Cioe' fanno l'elenco dei terremoti e non dicono niente di cosa e come le loro attivita' impatteranno il sottosuolo.
... Usiamo qui esplosivi, eh?
Nella fattispecie questi esplosivi vengono detonati in pozzetti di profondita’ variabie fra i 9 e 30 metri, con fino a 10kg di dinamite. Alla fine saranno messi dei tubi di plastica che saranno poi riempiti di “materiale inerte” o “detriti di perforazione”.
E poi un tappo.
Non voglio essere maliziosa per cui lascio all’immaginazione del lettore elaborare cosa ci sia dentro questo materiale inerte, dentro a questi detriti di perforazione e sopratutto chi controllera’ cosa ci sia dentro davvero.
Quelli delll’ENI saranno pero’ cosi bravi da portare via involucri ed imballi dell'esplosivo, nastri e picchetti e ogni altro oggetto lasciato impropriamente sul terreno.
Eh gia’, l’aveva detto Descalzi che loro erano campioni del reciclaggio!
E poi compaiono un po di righe silenziose:
gli oli non più riutilizzabili vengono smaltiti da una società specializzata e autorizzata ai sensi della vigente normativa.
automezzo per trasporto materiali equipaggiato con motogeneratore di corrente e miscelatore di fluidi di perforazione e cementi
Mmh. Quali oli? Quali fluidi di perforazione? Per farci cosa? Quale societa’ specializzata? Sono tossici? Radioattivi? Cosa c’e’ dentro questi oli e questi fluidi? Resteranno residui nel terreno?
Non e’ dato sapere.
C’e tutta la descrizione del clima, della demografia e della viabilita' della Sicilia, non c’e’ la composizione chimica di questi oli e di questi fluidi.
Certo, perche' e' meglio lasciare tutti nell'ignoranza e che tutti pensino che sia acqua Ferrarelle.
Aggoungono ancora che le attività di prospezione sismica "non necessitano" di risorse vere e proprie.
Pero' useranno acqua tramite autobotte (non si sa da dove arrivera'!), useranno suolo agricolo con colture di "modesto pregio" e di pascoli (non hanno mai sentito parlare dell'eccessivo consumo di suolo in Italia?) e solo piccole superfici di suolo (si ma con dinamite!).
Addirittura dicono che staranno attenti con gli scoppi e le camionette vibroseis quando saranno in
"prossimità di edifici, di elementi di interesse storico, architettonico e archeologico".
Quindi vuol dire che si preparano a bombardare pure edifici di interesse storico!
Ma ... non eravamo fra colture di modesto pregio? E, di nuovo, perche' non dirci in che citta' siamo?
Tutto avvolto nel silenzio.
Il punto vero pero', come sempre, non e' la dinamite di oggi, sono le trivelle, l'acqua inquinata, l'aria avvelenata dei prossimi trenta anni di cui questa dinamite e' soltanto il preludio.
Gela e' iniziata cosi, e se nessuno fa niente, anche qui ci sara' una nuova Gela.
Il tutto si conclude con un grande taralluccio e un bicchiere di marsala.
L'ENI dice che tutti gli impatti saranno nulli o bassi, ad eccetto che quello socio-economico che invece sara' di una "modesta ricaduta economica". In totale il concetto gli impatti saranno nulli o trascurabii appare 15 volte.
Cioe' gioia e profumi per tutti.
Ultima chicca:
Tutte le attività previste saranno condotte da EniMed S.p.A. sulla base dell’esperienza maturata relativamente al corretto sfruttamento delle risorse minerarie, nel massimo rispetto e tutela
dell’ambiente e del territorio.
Si certo, andatelo a dire alle mamme di Gela, e poi vergognatevi.
Ministro Costa, lei non puo' in coscienza sua approvare altra morte ed altra distruzione per la Sicilia.
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