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Friday, August 29, 2014

La rivoluzione energetica dell'India, un pannello solare alla volta



“Solar power can contribute to the long term energy security of India, 
and reduce dependence on fossil fuels that put a strain 
on foreign reserves and the ecology as well.” 


L'India ha appena approvato un maestoso progetto per la generazione 
di 100 GW di energia solare entro il 2022.

 40 GW dai tetti e 60 dai campi solari


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A Luglio 2014 l'India ha annunciato che raddoppiera' le tasse sulla produzione di carbone e che i fondi verranno usati per incentivare l'energia verde. 















L'Uttar Pradesh

Narendra Modi, il primo ministro indiano

Barsana e’ un piccolo villaggio agricolo dello stato dell’Uttar Pradesh, India. Lungo le sue strade poloverose si animano mucche, meracatini, sari colorati.

Tutto parrebbe normale, se non fosse che Barsana vive una sua personale piccola-grande rivoluzione energetica. Da qualche mese a questa parte infatti c’e’ un proliferare di pannelli fotovoltaici installati sui tetti a generare energia dal sole. E’ energia economica, distribuita, facile, a portata di tutti. Sono scene che si ripetono in tutta l’India meridionale e da un po anche nell’Africa sub-sahariana.

Piu’ di un milardo di persone, nel 2014, non ha accesso a fonti di energia stabili. Questo impedisce le piu’ basilari funzioni quotidiane che noi occidentali tendiamo a dare per scontate, impedisce lo sviluppo di attivita’ economiche, delle comunicazioni, di assistenza medica, di refrigerazione delle merci.

D’altro canto, l'organizzazione mondiale della sanita' stima che ogni anno circa 4 milioni di persone a causa dell’esposizione a fonti energetiche adalto impatto ambientale usate per cucinare o per illuminazione, come il kerosene o il diesel. La luce generata da candele e da lampade ad olio e’ poco adatta alla lettura, agli studi o a qualsiasi forma di commercio notturno. A volte ci possono anche essere incendi involontari. E’ evidente che ci vuole qualcosa di meglio.

Per tanti anni, l’approccio dell’India e’ stato per lo stato di costruire mega-centrali alimentate a carbone, a gas, a petrolio. La rete elettrica pero’ ha bisogno di manutenzione, che non sempre c’e’, e cosi ogni tanto interi quartieri perdono l’elettricita. Per molti la domanda “c’e’ o non c’e’ la luce” e’ una incognita giornaliera. Nel 2012 una serie di fallimenti del sistema porto’ il buio a circa 700 milioni di persone.

Nonostante tutto, circa 400 milioni di indiani sono ancora senza elettricita’.

Il nuovo governo indiano ha pero’ deciso di cambiare rotta e di affidarsi all’energia distribuita, low cost ed indipendente. Il sole. A Maggio del 2014, il primo Ministro Narenda Modi ha infatti annunciato un programma per portare almeno la piu’ basilare forma di illuminazione a tutte le case indiane entro il 2019. Qual’e’ questa forma di illuminazione? Lampadine, alimentate dal sole.

E no, non ci vogliono mega investimenti. Hanno escogitato un sistema facile. Basta un telefonino. Una partnership privata-pubblica infatti installa pannelli solari sui tetti delle case o su edifici pubblici. Chi sta dentro, quando vuole l’elettricita’, digita un codice apposito e voila’, la luce in casa si accende. Si paga in proporzione a quanto si usa e le tariffe sono accessibili a tutti.

L’idea di usare le rinnovabili per villaggi remoti del mondo in via di sviluppo non e’ nuova, ma spesso i costi erano proibitivi. Le cose sono cambiate con l’avvento di tecnologie LED migliori, e di abbassamento dei prezzi sia di pannelli che di batterie.

La rete elettrica non serve piu’.

L’Uttar Pradesh e’ considerato il cuore di questo esperimento, essendo uno dei piu’ grandi e piu’ poveri di tutta l’India.

La parte privata della partnership con il governo si chiana Simpa ed e’ una ditta nata nel 2011. In soli tre anni e’ raddoppiata in numero di impiegati e si stima che entro il 2014 si arrivanno a circa 75,000 persone servite.

Un’altra delle ditte coinvolte e’ la OMC power che gestisce mini impianti solari, di circa 40 kilowatt l’uno che sono usati per ricaricare batterie, telefonini e lanterne LED per illuminazione. Uno puo’ abbonarsi al servizio per circa 120 rupie al mese (poco piu’ di un euro) e ogni giorno ricevere la sua bella lanterna carica al mattino e restituire quella scarica del giorno prima. Il kerosene costerebbe circa il doppio – e ovviamente inquinerebbe molto di piu’.

La OMC e’ passata da un impianto di energia solare nel 2011 a varie decine nel 2014. Per la fine di quest’anno contano di arrivare fino a cento impianti. Il successo e’ palpabile: i negozi sono aperti piu’ a lungo, i soldi risparmiati dal kerosene possono essere usati per altri commerci. Le lampade vengono usate per mungere le mucche prima dell’alba, le donne che fanno i sari hanno a disposizione luce migliore quando cuciono la sera, i ragazzini posono leggere e studiare anche dopo il calar del sole.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia si e’ posta come obiettivo quello di far arrivare l’elettrcita’ in tutto il mondo nel 2030. Per arrivare a questo obiettivo sarebbero necessary investimenti pari a $48 miliardi di dollar l’anno.

Sono tanti soldi?

Beh, ogni anno si spendono circa $37 miliardi di dollari solo per l’elettricita’ da kerosene. D’altro canto, l’industria del petrolio e del gas riceve ogni anno circa $500 miliardi di dollari sottoforma di sussidi governativi e sconti fiscali. Exxon Mobil e compari ne hanno proprio bisogno?

Nell’Uttar Pradesh e’ arrivata una tempesta. E’ andata via la luce a quasi tutto il vicinato, come succede sempre in tempo di monsoni. Ma il signor Singh e’ un cliente della Simpa. Digita il suo codice. La Simpa verifica che e’ tutto in regola con i pagmenti. La luce bianca e pulita si accende magicamente sul futuro.

Tuesday, August 26, 2014

La Scozia e le turbine a mare

Le turbine della MeyGen

Le turbine sotto il mare

Una delle turbine

Pentland Firth

Pentland Firth

Scozia, MeyGen


Wales, Spirit of the Sea

La Scozia sta mettendo a punto il piu' grande impianto di energia dalle maree. 

Siamo a Pentland Firth, nel nord della Scozia, dove si conta che una volta completato il progetto della Atlantis Resource detto MeyGen dara' elettricità a 175.000 case usando l'energia delle correnti marine. 

Le turbine saranno installate nel cosiddetto Inner Sound, uno stralcio di mare fra la Scozia e l'isola di Stroma, disabitata dagli anni '60 e dalle ottime maree.

E' questo un progetto ambizioso, che ha coinvolto il governo centrale, il governo scozzese e ditte private. 

Verso la fine del 2014 si installeranno le prime turbine da 1.5 MegaWatt. Si iniziera' con quattro ma si prevede di arrivare a una sessantina nel 2020 e a regime a ben 269 turbine sul fondo del mare. Il primo ministro dell'energia britannico, Ed Davey ha detto che

"Questo progetto innovativo ed emozionante mostrano al mondo la Scozia e il Regno Unito come leader mondiale nella tecnologia marina con posti di lavoro , maggiore sicurezza energetica e la possibilità di esportare questa tecnologia per il mondo."


Il Regno Unito possiede circa il 50 per cento delle risorse energetiche marine d'Europa, e se si stima che le correnti oceaniche potrebbero fornire al paese almeno il 20 per cento del fabbisogno nazionale.

Anche il Galles ha presentato il progetto "Spirit of the Sea" per la generazione di circa 400 kilowatt di energia dalle maree.

Qual'e' il risultato di tutto questo - nel suo complesso? Intanto e' la prova che l'intelligenza umana e' piu grande di quanti dicono che non possiamo fare a meno di buchi e di trivelle. Ma soprattutto che tutto queste nuove tecnologie possono farci immaginare un domani veramente libero da forme tradizionali e centralizzate di energia - carbone, petrolio e gas.

E questo non lo dico io, ma la banca d'investimenti UBS che ha appena pubblicato un rapporto secondo il quale in Europa i costi per le rinnovabili scenderanno drammaticamente. Dicono ai propri investitori che e' importante adesso iniziare ad investire in modo massiccio su reti intelligenti di distribuzione, a scala locale e in modo integrato. L'UBS prevede che nei prossimi dieci anni le vecchie centrali a carbone e gas chiuderanno per non essere piu' sostituite e che  lasceranno il passo a nuove forme di elettricita' da rinnovabili. Prevedono che i paesi guida saranno la Germania, la Spagna e l'Italia per via degli alti costi dell'energia tradizionale.

In una nota ai suoi investitori, la UBS dice "It’s time to join the revolution”- come dire, bye bye al vecchiume trivellante e centralizzato e buon giorno al sole, al vento, al mare.




Tuesday, August 19, 2014

Carpignano Sesia: l'ENI non cambia ne il pelo ne il vizio

e' tutto trascurabile, nullo, cioe' il magico tuttapposto. 

Il tempo per mandare osservazioni scade il 14 Marzo 2014.








ENI, Petroceltic, Compagnia Generale Idrocarburi 
Circa 730 kmq

Northern Petroleum - permesso di ricerca accordato il 17 Luglio da Franco Terlizzese
pozzo esplorativo di 4,500 metri 

Circa 460 kmq


Enel Longanesi Developments - permesso di ricerca accordato il 21 Luglio da Franco Terlizzese
Pozzo esplorativo di 3,200 metri o di 7,000

Tremila o settemila,  che differenza vuoi che faccia!!!

Circa 600 kmq



Ma nessuna paura - questi signori devono pagare un canone annuo di 5.16 euro per kmq. Fanno la bellezza di 3000 euro all'anno per Cascina Graziosa, 2300 euro per Cascina Alberto e 4000 euro per Carisio. Dai che ce la facciamo ad usire dalla crisi con il petrolio!


Dal conferimento di VIA della concessione Cascina Graziosa:



In alto: Non sono previsti "interventi diretti" sul territorio. 
In basso: Facciamo il pozzo di 3.200 metri (o di 7.000!!)

E' un intervento indiretto degli alieni????

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E cosi, ritornano. Non si arrendono mai. Beati loro -- la loro ignoranza, la loro testardaggine e la mancanza di qualsivolgia senso di responsabilita' civile.

La storia di Carpignano Sesia e' simile a quella di molte altre citta' italiane - in cui Mr. Petrolio arriva e decide che puo' fare quel che gli pare di campi, case, laghi, fiumi, boschi come se gli appartenessero. Per loro Carpignano e' solo una macchietta in una cartina senza vita, e magari l'illusione di una fabbrica di banconote. E questo vale per tutte le Carpignano dell'Italia al petrolio.

Nel caso specifico siamo in provincia di Novara, non lontano da Trecate dove gia' un pozzo scoppio' nel 1994. L'ENI nel 2011 aveva preso di mira un campo agricolo vicino alle case dei residenti per farci un ridente pozzo di petrolio. Conosco Carpignano perche' abbiamo fatto un incontro pubblico, una sera d'estate, qualche anno fa. Ho dei bei ricordi dei giorni trascorsi li e delle persone che mi sono rimaste nel cuore. E' una comunita' piccola, immersa nel verde, con il fiume che lo attraversa e dove la gente vuole solo la santa pace di occuparsi di vigneti, di agriturismo, di produzione di formaggio e di salumi.

A suo tempo ci furono sensibilizzazione, eventi, proteste da parte dei residenti. Una storia bella di una comunita' intera che si oppone a un colosso senza cuore. Un referendum raccolse il 95% di "no" alle trivelle, e anche Novara, capoluogo di provincia, si oppose. Alla fine l'ENI decise di togliere il disturbo -- almeno momentaneamente -- promettendo pero' di spostare il pozzo in aree "meno sensibili".

E cosi, eccoli di nuovo alla carica sotto il solleone due anni dopo. Il 1 Agosto 2014 la Regione Piemonte convoca i sindaci della zona e gli assessori regionali per dirgli che l'Ente Nazionale Idrocarburi e' tornato alla carica e che vuole ripresentare il suo progetto trivellante - a circa due chilometri da dove era stato inizialmente proposto.

Ai sindaci viene spiegato che questo sara' l'inizio di "un più ampio insediamento di pozzi di estrazione nell’ambito del permesso Carisio”. 

Non c'e' solo l'ENI a Carpignano Sesia, ma anche la sua amica irlandese Petroceltic. Le due si dividono la concessione Carisio di 730 kmq. Una piccola percentuale della concessione appartiene alla Societa' Generale Idrocarbuir.
 
Poco distante da Carpignano c'e' la concessione Cascina Alberto di 460 kmq di proprieta' della Northern Petroleum, ditta australiana, e la concessione Cascina Graziosa di circa 600 kmq della Enel Longanesi Development.  Questi due permessi sono stati accordati nel Luglio del 2014.

Nel complesso le tre concessioni ospiteranno pozzi e infrastrutture in sei province  del nord ovest: Novara, Vercelli, Biella, Varese, Milano, Pavia. Notare i nomi delicati e innocui che si scelgono.

I motivi per cui tutto questo e' folle sono gli stessi che si applicano ad ogni angolo d'Italia: ci saranno rischi di inquinamento di aria e di acqua, l'arrivo di infrastuttura pesante che mal si sposa con la vocazione e l'immagine del territorio da cui si produce riso, vino e miele, e sopratutto con i desideri di chi a Carpignano e dintorni c'era gia' prima di ENI e Petroceltic.

Nessuna paura pero'. I petrolieri sono chiamati a pagare ben 5.16 euro per chilometro quadro l'anno e per ciascuna delle loro concessioni - cioe' in cambio di circa 1800 chilometri quadrati di territorio piemontese e lombardo pagheranno 10 mila euro annui.

Cui prodest?

Interessante il commento del CEO della Northern Petroleum sulla concessione Cascina Alberto (in precedenza nota come Gattinara) : “The award of these permits demonstrates that the administration in Italy is now actively progressing with approvals that have been outstanding for some years"

Presumibilmente ci riferisce all'ennesimo nuovo governo, quello di Matteo Renzi che ora "attivamente procede" alle approvazioni.

Vorrei tanto sapere cosa ha da dire il diretto interessato in tutto questo. Non era Matteo Renzi che diceva che la "green economy e' la chiave del futuro del Paese"? Ma dove e come e quando la facciamo questa benedetta green economy se a furia di stoccaggi e di trivelle distruggiamo tutto il green che ci e' rimasto? Veramente il futuro dell'Italia e' nel fare buchi su' e giu' per la penisola?

Possibile che ancora adesso, dopo tutto questo parlare di sostenibilita', e green economy, e consumo scellerato del territorio, siamo ancora qui a pensare a "nuovi insediamenti" di petrolio nelle campagne italiane? Possibile che stanno ancora qui a pensare di uscire dalla crisi devastando il territorio, che e' l'unica cosa che ci resta?  Possibile che non si e' imparato niente dalle avventure di Ilva, Gela, Falconara o Viggiano?  E in questo caso neanche dal vicino scoppio di Trecate?

E il neo governatore della regione Piemonte, Sergio Chiamparino del PD anche lui, cosa ha da dire?

Avra' il coraggio di difendere la sua terra? Interessante che nel 2008 Chiamparino aveva partecipato, in qualita' di sindaco di Torino, ad una manifestazione indetta dalla regione Piemonte sulla necessita' di arrivare a "l'indipendenza energetica dal petrolio" e in cui si ricordava per arrivare a questo scopo occorre un "impegno collettivo straordinario, quotidiano, fatto di comportamenti, regole, strumenti coerenti".

Sue parole testuali: "Considero altamente significativo l'impegno della Regione Piemonte che ha deciso di dedicare queste due giornate di lavori per salvare l'energia lanciando una sfida alla quale aderiscono molti sindaci piemontesi. Il cosiddetto "patto del 20%" - aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e ridurre le emissioni di anidride carbonica e i consumi regionali entro il 2020 - segna per noi un duplice impegno: uno più di carattere economico, perché è evidente che la sfida della globalizzazione rende la sfida energetica una questione mondiale sulla quale si deciderà il futuro del pianeta, e un altro di carattere civile. Dobbiamo guardare a questa fase della globalizzazione con l'intelligenza di chi è capace di proporre un nuovo rinnovato patto tra scienza ed economia, per una nuova armonia, anche etica. Puntare sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili ha dentro di sé un indubbio valore economico e coinvolge tutti noi, come cittadini in primo luogo ma anche come amministratori pubblici. La Città di Torino sostiene dunque questa sfida e si impegna con la Regione Piemonte a partecipare a questo grande progetto che parla delle nuove sfide dell'umanità."

Presidente Chiamparino, ecco la sua opportunita' per il suo impegno straordinario e quotidiano: vada da Renzi e gli dica di avere rispetto per le campagne e i residenti di Carpignano Sesia, della regione Piemonte e dell'Italia tutta.


La vera cascina Graziosa.










Il sindaco di Ortona Vincenzo D'Ottavio muto su Ombrina. Perche'?



Ma come puo' essere che dopo tutto il dramma del Centro Oli, dopo la fine ignobile dell'altrettanto ignobile amministrazione di Nicola Fratino e Remo Di Martino, il comune di Ortona non riesce a esprimere una posizione che sia una sul petrolio?

Non risulta infatti che ne il sindaco Vincenzo D'Ottavio ne tutta la sua giunta comunale abbiano espresso pareri o resa nota la loro posizione su Ombrina Mare a nessuno, ne ai cittadini, ne - cosa che in questo caso era di importanza primaria - al ministero dell'ambiente inviando osservazioni di contrarieta'.

Magari il ministero non le ha caricate ancora, magari hanno usato mezzi diversi (quali?) ma se la provincia di Chieti si esprime contro, e la regione Abruzzo pure, perche' uno dei comuni maggiormente a rischio tace?

Non sanno che in politica devi agire per il bene della tua gente? E come puoi farlo se taci?  E se non parlano adesso, come faranno a farlo quando ci saranno pareri piu' contenziosi da espirimere? O non parlano perche' in qualche modo lo spettro di Nicola Fratino e della sua ditta gestrice del porto da cui dovranno passare le supposte petroliere ancora si aggira per Ortona?

Chi lo sa.

Ecco una lettera che mi e' stata inviata da Adriano Nasuti del Movimento 5 Stelle di Ortona. Anche io mi faccio le stesse domande.


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Oggetto: Facciamo Luce su Ombrina.

Concittadini,

Signor Sindaco,

signori assessori e signori consiglieri,

il giorno 28 luglio 2014 era l'ultimo giorno per inviare le osservazioni e la propria presa di posizione sull'impianto di estrazione e di lavorazione di petrolio a ridosso della nascente Costa dei Trabocchi, impianto che garantirà solo inquinamento a fronte di una occupazione e benefici economici irrilevanti.

Il Movimento 5 Stelle di Ortona ha inviato la propria contrarietà al progetto in questione attraverso le motivazioni scientifiche e di buon senso della dott.ssa Maria Rita D'Orsogna, della quale condivide ogni singola parola.

Ci è dispiaciuto, ma senza troppa sorpresa, constatare che né l'amministrazione né nessun partito piccolo o grande né nessuna lista civica, ha presentato alcun tipo di osservazione in merito, almeno da quello che risulta scorrendo la lista degli interventi sul sito ministeriale:

QUI

Chiediamo quindi ai consiglieri comunali ed al presidente del consiglio comunale di indire un consiglio comunale ad hoc per esprimere ai cittadini le loro vere intenzioni sull'argomento e sul perché nessuno abbia fatto niente.

Chiediamo anche ai segretari di ciascun partito o lista civica, di esprimere il parere del proprio gruppo di riferimento per iscritto ed in forma ufficiale.

Fin troppe volte abbiamo letto programmi pre elettorali e comizi fittizi e quasi mai rispettati nei contenuti.

È venuto il momento per chi siede in comune di prendersi una volta per tutte le proprie responsabilità, opposizione compresa.

Il Movimento 5 Stelle di Ortona, anche se non è ancora entrato nella macchina amministrativa, rende conto ai propri elettori e dimostra con i fatti di rispettare i propri princìpi ed il proprio programma.

Ringraziamo ancora la dott.ssa Maria Rita D'Orsogna e tutte le persone che ogni giorno si spendono contro questi veri e propri attacchi all'ambiente, per tutto l'impegno ed il lavoro speso per la salvaguardia del nostro territorio.
 

Ortona, 09.08.2014
Adriano NASUTI
Portavoce
Movimento 5 Stelle Ortona










Thursday, August 14, 2014

Mediterranean Oil and Gas, 12 Agosto 2014 - RIP






 Sergio Morandi

Chicco Testa - pensavate di poterci trivellare, eh?


''What a waste of 3 years time and effort.
Luckily I only lose about £30k, but don't cry,
I did ok out of one of my others recently '




La costa teatina, oggi

E' cosi' e' finita anche la Medoilgas di Londra.

Il giorno 11 Agosto 2014 l'acquisizione della Mediterranean Oil and Gas da parte della Rockhopper Exploratione' stata completata. Dal giorno 12 Agosto 2014 le azioni della Medoilgas, sotto il titolo MOG, non sono piu' valutate alla borsa di Londra.  Erano precedentemente scambiate sotto la sezione AIM - Alternative Investment Market - che permette maggior flessibilita' azionarie a ditte minori.

Oltre che in Italia, la Medoilgas aveva interessi a Malta ed in Francia, ma il suo principale progetto era Ombrina Mare in Abruzzo. Gia' l'anno scorso la Medoilgas aveva venduto alcune delle sue concessioni, alla Canoel di Canada alla ricerca di liquidita'.

Il direttivo londinese costituito da Keith Henry, William Higgs, Christopher Kelsall, Sergio Morandi, Peter Jackson and Enrico Testa si e' dimesso da ogni incarico. Keith Henry, il Chairman dell'esecutivo ha commentato il termine delle attivita' di Ombrina con queste parole:

“With this transaction now completed and the reins handed over to Rockhopper, I would like to take this opportunity to thank the Board of MOG, and in particular Bill Higgs and Chris Kelsall, as the executives stepping down from the Company, for their efforts in guiding MOG to this successful conclusion. I am delighted that the MOG team in Italy will continue to play an important role as they join the Rockhopper team, and I wish all of them good luck for the future”.

"Con il termine di questa transazione e con la guida ora passata alla Rockhopper, vorrei ringraziare l'esecutivo della Medoilgas e in particolare Bill Higgs e Chris Kelsall per i loro sforzi nello guidare la MOG verso questa conclusione in modo positivo. Sono contento che la squadra della MOG in Italia continuera' a giocare un ruolo importante come parte della Rockhopper e auguro loro buona fortuna per il futuro."

Sia Sergio Morandi che Enrico (Chicco) Testa avranno altri ruoli dirigenziali presso la Rockhopper, con sede presso le isole Falkland. Gli altri membri dell'esecutivo non saranno invece parte della Rockhopper.


Restano aperte molte domande: come si comporteranno le autoritia' italiane impegnate nella valutazione di autorizzazione integrata ambientale su Ombrina Mare, visto che la ditta proponente non esiste piu'? Come sara' possibile sapere se la Rockhopper Exploration avra' tutte le garanzie per operare Ombrina, visto che tutte le valutazoni espresse finora, su capitali sociali, su infrastrutture, su organizzaizione interna e con altre ditte, e' stata fatta sulla Medoilgas e non sulla Rockhopper? Occorre una valutazione ex novo?

Quale che sia la risposta a queste domande, un fatto resta certo: la Medoilgas ha chiuso i battenti per i troppi ritardi sul loro fiore all'occhiello, Ombrina Mare e questo grazie a noi, popolo d'Abruzzo - eche dal 2008 ad oggi ha ostacolato la Medoilgas con ogni mezzo dal primo giorno ad oggi.

La fine delle operazioni della Medoilgas deve darci fiducia e renderci ottimisti: sebbene come individui possiamo far ben poco, e' come collettivita' che abbiamo un enorme potere e la fine della Medoilgas ne e' prova.

 

Tuesday, August 12, 2014

Oklahoma: sismicita' indotta, cause e class action contro i petrolieri










Update 9 Dicembre 2016

Everyone is pointing to the fact that these are human-induced, not acts of God. And so a lot of insurance companies are disclaiming coverage because they're not insuring for this kind of risk.


Come poteva essere che dopo tutti i terremoti record del Novembre 2016 non ci fossero cause contro il petrolieri? E infatti, eccole.

Settembre 2016: terremoto di 5.8 scuote Pawnee County, il piu' forte teremoto di tutta l'Oklahoma.

7 Novembre 2016: terremoto di 5.0 scuote la citta' di Cushing; 30 terremoti a seguire.

L'Oklahoma non aveva mai registrato cosi tanti e cosi forti terremoti nella sua storia, e certo non prima del 2009, anno in cui iniziarono le attivita' di fracking e di reiniezione.  Poi arrivo' Mr. Petrolio a iniettare monnezza nei pressi di falgie dormienti da millenni che... voila' si risvegliano.
 
E cosi' le class action:

17 Novembre 2016:  class-action contro le ditte oil and gas resoponsabili (secondo la class action) dei terremoti di Pawnee.

6 Dicembre 2016: class-action contro le ditte oil and gas responsabili (secondo la class action) del terremoto di Cushing.

Le class action sono contro 25 ditte estrattive e reiniettive, fra cui le due piu' importanti sono la
Eagle Road Oil di Tulsa e la Cummings Oil Company di Oklahoma City. Potrebbero essercene altre
in futuro.

Chiunque ritenga di essere stato danneggiato, in termini di crepe nelle case o crolli durante tali terremoti, puo' partecipare. Ci sono stati casi di tetti che hanno ceduto, porte che non si chiudono piu', ciminier di caminetti crollati, e crepe nelle case. Alcune sono inagibili e andranno demolite. I costi variano, ma si puo' arrivare anche a 75,000 dollari di danni stimati.

Cosa si chiede in queste class action? Soldi per compensare i danni subiti in termini di proprieta; danneggiata ma anche per danni emotivi.

E' vero alcuni cittadini hanno l'assicurazione contro i terremoti, ma nella polizze c'e scritto (esplicitamente) che le spese verranno rimborsate solo se si tratta di terremoti causati da madre natura e non dall'uomo. E quindi non si sa se il rimborso ci sara' davvero. Gli assicuratori non assicurano contro rischi sismici causati da attivita' umane.

Oltre il danno la beffa.
 
In una terza causa ancora,  c'e' invece un altra richiesta: che i petrolieri dichiarino ufficialmente che
la loro pratica costituisce "an imminent and substantial danger to public health and the environment," 
e che vengano ridotti i volumi di monnezza petrolifera re-iniettata. 
 
Queste class action si aggiungono a quelle gia' presentate nei mesi scorsi per conto di enti ambientali come il Sierra Club e di privati cittadini. Le cause sono tutte ancora pendenti.

Vedremo come va a finire, anche qui. I tempi saranno lunghi, i petrolieri hanno tentacoli dappertutto e questa nuova amministrazione Trump non promette molto bene.

Come sempre: occorre non farceli venire dal primo giorno.

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Tre ditte petrolifere sono state denunciate in un tribunale dell'Oklahoma per sismicita' indotta, per danni alla salute, all'ambiente, alle cose e per disturbo della quiete pubblica.

Nel 2014 in Oklahoma sono stati reiniettati la bellezza di 250 miliardi di litri di monnezza tossica nel sottosuolo. 250 miliardi. A portare i petrolieri in tribunale sono il Sierra Club e Public Justice, che hanno denunciato New Dominion, Chesapeake Operating and Devon Energy Production Company sulla sismicita' indotta da monnezza petrolifera e da fracking reiniettata nel sottosuolo

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Dopo la storia della famiglia Parr in causa contro i petrolieri per inquinamento, una storia simile per sismicita' indotta.

La signora Sandra Ladra era seduta tranquilla nella sua casa dell'Oklahoma. Era una mattina di Novembre del 2011. Improvvisamente tutto si e' mosso ed il caminetto della sua casa si e' frantumanto con i mattoni crollati addosso alle sue gambe. 

A differenza che in Emilia Romagna dove -- secondo l'INGV e varie commissioni governative e Franco Terlizzese -- possiamo star tranquilli che i terremoti non c'entrano assolutamente nulla con il petrolio e la reiniezione, qui in Oklahoma vari studi hanno decretato che si, la reiniezioni di acque reflue e l'estrazione di gas e petrolio sono correlate con i terremoti. 

E cosi, dopo quasi tre anni Sandra Ladra ha denunciato decine di aziende petrolifere per i danni. Chiede $ 75.000 per compensare le sue ferite.

La causa e' la prima relativa al terremoto di Prague, Oklahoma del 2011. Come lei altre due famiglie che hanno denunciato le società petrolifere per danni da sismicita' indotta alle loro case. Anche in Arkansas, quasi 40 proprietari  hanno fatto causa contro la Chesapeake e la BHP Billiton Ltd. per sciami sismici che hanno colpito l'Arkansas nel 2010 e 2011


Scott Poynter, e' l'avvocato che segue le cause nell'Arkansas ed e' anche uno dei consulenti di Sandra Ladra nella querela dell'Oklahoma. Dice che la gente e' molto preoccupata di scosse di grado maggiore in futuro.

Come ricordato piu' volte, il terremoto di magnitudo 5.7 del'Oklahoma e' stato il piu' potente delle centinaia di scosse che attaversano l'Oklahoma da quando il boom della produzione di petrolio e di gas ha preso il via nel 2008. Finora questo anno, Oklahoma ha registrato piu' di 290 terremoti di magnitudo 3.0 o maggiore, contro una media precedente di appena due all'anno, prima del 2008.

A differenza che in Italia, gli scienziati sono sempre convinti che questa maggiore attivita' sismica  sia legata a pozzi di reiniezione di acque reflue. Nell' Arkansas ci sono stati oltre 1.000 piccoli terremoti vicino alla citta' di Greenbier che hanno portato le autorita' a fermare i pozzi di reiniezione.


E voila' - le scosse si fermano.


Magia, eh?

Ovviamente petrolieri e  geologi di parte energetiche contestano, e dicono che non c'e' la certezza al 100, che le prove sono finora inconcludenti o che ci sono "cause naturali".


Scott Poynter, l'avvocato di Little Rock, e' pero' imperterrito.  


Dice semplicemente che i petrolieri avrebbero dovuto sapere dei rischi associati alle trivellazioni in una zona storicamente sismica"Le prove scientifiche ci sono tutte", ha detto.

Non in Italia, ovviamente, 

Monday, August 11, 2014

Robin Williams, 2014 -- pensieri in liberta'


Avevo sei o sette anni quando sono comparsi sulla scena Mork e Mindy. Vivevo a New York. Non potevo guardare la TV cosi tardi la sera, e per questo mi raccontavano dell'alieno terrestre i miei amici di scuola. Fra queste, Oriana.  La mia vicina di casa argentina, un anno e mezzo piu' grande di me. Era mora, era estroversa, era energetica. Io piu silenziosa, timidina, intelligente ma insicura.

Oriana era figlia unica e le faceva piacere avere una amichetta intorno, cosi faevamo tante cose assieme. I suoi genitori mi portavano in vacanza con loro upstate New York d'estate. A volte mi compravano gli stessi giocattoli di Oriana. Con lei siamo andati a vedere Superman al cinema e con lei andavo a scuola tutte le mattine. Ci accompagnava suo padre, Carlos che guidava con i guanti bianchi bucherellati, come gli autisti della formula uno. Non so perche' li usasse. Lo guardavo metterseli e toglierseli affascinata. La nonna di Oriana era una signora importante, o almeno a me sembrava cosi. Sempre perfetta e scintillante, vestita di bianco con la perenne sigaretta. "Marrria Rrrita che lllinda" mi diceva, con le erre che non finivano piu'. La mamma di Oriana era comprensiva e materna e mi voleva bene.

Poi ce ne siamo andati da New York. Era il 1979. Destinazione Lanciano. Ho rivisto Oriana per qualche anno ancora, d'estate. L'ultima volta fu il 1982. Ci eravamo promesse che ci saremmo riviste al compimento dei nostri diciottesimi compleanni, in Italia forse.  Per un po ci siamo scritte, le cartoline che si mandavano allora i bambini, per i nostri compleanni, per Natale, ma poi tutto e' diventato silenzio.  Lei si trasferi' altrove, in Florida forse? Ed eravamo troppo piccole per far crescere una amicizia cosi a distanza. Ma non l'ho mai dimenticata.

A un certo punto ho provato a cercarla - avevo 22 anni ed era l'estate che trascorsi a Chicago, a Fermilab, il laboratorio dove si facevano gli esperimenti sulle particelle subatomiche prima del CERN di Ginevra. Scrissi agli enti preposti, ma non ebbi risposta.

Dopo altri dieci anni, un altro tentativo, questa volta con internet. Ho pensato "sicuramente" avra' un indirizzo email, un account di qualche genere, una presenza virtuale. Niente. E allora ho pensato che magari la mia prima amica del cuore si era sposata giovane ed aveva preso il cognome del marito ed e' per questo che non riuscivo piu a trovarla.

Decido di cercare la mamma di Oriana. Non e' difficile trovarla ed anzi, vive ancora nel Bronx, non lontano dalla mia casa di bambina.

Le scrivo una lettera in carta e penna, speigando perche' mi facessi viva dopo venticinque anni. Non so cosa mi aspettassi. Le chiesi se Oriana fosse sposata e dove vivesse e che veramente avevo voglia di rivederla.

Dopo qualche settimana arriva la risposta. Era notte, prendo la posta e salgo su in casa assaporando il momento in cui avrei aperto la lettera nella pace e nel silenzio delle notti di inverno californiane. Metto su qualcosa di caldo a bollire. Mi siedo. Apro. Leggo. La mamma di Oriana e' contenta che le abbia scritto. Mi racconta di se, di dove erano andati dopo aver lasciato la casa che avevano vicino alla nostra. Mi dice che ha avuto un trapianto di cuore ma che ora sta bene.

Giro la pagina. ... E ora devo darti la triste notizia che Oriana e' morta. Nell'Agosto del 1991, a soli 20 anni. Aveva una malattia al cuore congenita. Un giorno si e' accasciata ed e' morta. Mi tremano le mani. Ci sono delle foto. Le guardo. E' Oriana da grande, con il trucco, i vestiti dark. E' diversa, ma riconosco la mia amica. Piango. Non sono preparata a questo. Sono da sola. Spengo il fornello. Chiamo l'Italia. Risponde mia sorella. Mi sento in colpa a non averla cercata prima. Mi rendo conto che non la vedro' piu'. Piango sconsolata.

La penso spesso ad Oriana, e ancora adesso ci sono delle cose che me la riportano in mente. Come appunto la morte di Robin Williams oggi e la scena a scuola in cui Oriana mi racconta di Mork e Mindy.

Ho poi rivisto la mamma di Oriana, ed altre amichette che vivevano vicino a noi nel Bronx. E' stato catartico ed in un certo modo ha un po' sanato la ferita del mio trasferimento in Italia. Non volevo andarci in Italia. Non volevo lasciare tutto dietro. Non sapevo parlare l'Italiano. Non era il mio mondo. Non era la mia scuola. Non erano le mie amiche. Non era il mio modo di scrivere in corsivo.
Ma quando ci sono andata in Italia, era come se tutto quello antecedente il 1979 non fosse mai esistito, perche' erano due mondi completamente diversi. A chi potevo spiegare la Marrria Rrrita del Bronx? Non avevo nessuno con cui parlarne, ed era come se quella fosse un altra persona, un altra vita. Ecco, ritrovare la mamma di Oriana fu come darmi un senso che c'era qualcosa di prima del 1979, che ero io, che potevo rimettere assieme i pezzi delle mie due vite e andare avanti serena.

Pochi mesi fa e' morto Pierluigi, anche lui era giovane.

Io ci penso sempre alla morte. Non in modo morboso, ma mi rendo conto che le nostre vite sono brevi e che occorre pensare alle cose importanti e a non perdersi in cose inutili. Forse e' per questo che faccio il petrolio. Uno pensa sempre che la vita e' una cerchio che si chiude, che uno ha da fare delle cose e che quando ha finito puo' dolcemente salutare tutti. E invece non e' cosi. Non lo sappiamo cosa ci aspetta domani, ne per noi ne per chi ci sta vicino e quindi occorre adesso fare le cose buone e non rimandare, essere grati e ringraziare e chieder scusa e voler bene.

Non so da dove tutto questo era partito, ma la morte di Robin Williams, il Mork buono che salutava con le dita allargate e di cui tutti parlavano a scuola, e che ci ha poi fatto ridere in mille altre occasioni mentre dentro di lui chissa quali demoni si agitavano, mi ha fatto male e mi ha messo tristezza e fatto pensare a tutte queste cose.






Nonostante gli incapaci che ci governano


Ecco qui, grazie Donato.

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Cara Maria Rita,

complimenti per tutte le osservazioni che sei riuscita a far scrivere! Speriamo che il governo decida bene. Probabilmente già hai queste notizie ma volevo dartele lo stesso, ogni tanto qualche buona notizia fa anche piacere :)

Nel primo semestre 2014 quasi il 39% dell’elettricità consumata in Italia è venuta da fonti rinnovabili:

Il link e' qui - Primo semestre 2014: In Italia le rinnovabili coprono il 34.7 % della domanda

Per efficienza energetica siamo al secondo posto al mondo, dopo la Germania

Il link e' qui - Efficenza energetica in Italia e in Germania

In Abruzzo nel 2013 il 60% dell’elettricità consumata è venuta dalle rinnovabili:

Il link e' qui -  il 60% dell'energia consumata in Abruzzo e' prodotta da fonti rinnovabili

Tutto nonostante gli incapaci (a voler essere gentili) che ci governano.




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Wednesday, August 6, 2014

Due anni di galera per riversamenti di monnezza tossica nei fiumi


Si chiama Benedict Lupo, e pensava di essere furbo.

Ma anche nel petrolizzato Ohio, la giustizia esiste e Benedict tanto furbo non e' stato.

Il nostro amico -- 64 anni -- aveva infatti ordinato ai dipendenti della sua ditta, la Hardrock Excavating LLC,  di *sversare* monnezza tossica dai pozzi del fracking nel vicino Mahoning River. Si parla di 40,000 galloni di rifiuti tossici, nel corso di 33 sversamenti diversi.

Cosa e' finito nel fiume? Brina, fanghi di perforazione, benzene, toluene e diesel. Il risultato e' stato che il fiume si e' inquinato e pure le specie considerate le piu' resistenti sono morte. Il fiume era un tempo usato come sorgente di acqua pubblica per circa 9,000 persone delle vicine comunita' di Newton Falls e di Sebring.

“The creek was essentially dead” si legge nei documenti.

L'altro ieri Mr. Lupo e' stato condannato a 28 mesi di prigione per inquinamento e ad una multa di 25,000 dollari. Ha dichiarato la sua colpevolezza ed ha chiesto scusa, dando la colpa del suo comportamento a problemi di salute: diabete, dialisi e dolori cronici.

Ma non e' chiaro quale sia il nesso. Riversi monnezza perche' hai il diabete?

Gli avvocati di Mr. Lupo hanno cercato di ottenere una pena ai domiliciliari invece che in carcere, proprio per questi problemi di salute del loro cliente, ma a Lupo non e' stata concessa alcuna attenuante. Il giudice ha infatti ricordato che Lupo aveva ordinato ai suoi dipendenti non solo di sversare monnezza, ma anche di mentire in caso venissero scoperti. Se qualcuno ancora non l'avesse capito, mentire negli USA e' gravissimo.

Il giudice ha detto: “Ben Lupo ha anteposto i suoi interessi a quelli di tutti e merita una sanzione severa per le sue azioni." 

E cosi l'ha messo in galera.

La domanda pero' resta: si puo' pulire il fiume che e' ora "essenzialmente morto"?

E se si, chi lo pulira'?

Tuesday, August 5, 2014

Ecuador: la spettacolare biodiversita' del Parco Nazionale dello Yasuni in pasto alle trivelle





Nello Yasuni ci sono una riserva per la biodiversita'
dell'UNESCO e tribu' che non hanno mai avuto contatti con il mondo esterno




Mappa dello Yasuni con in giallo i campi di petrolio


Immagini del riversamento del 2 Luglio 2014








E cosi' dopo anni di tira e molla, l’Ecuador ha aperto il Parco Nazionale dello Yasuni, una meraviglia tropicale di biodiversita' alle trivelle.

Come da copione, dopo due mesi dall'inizio delle operazioni, il giorno 2 Luglio 2014, Petroamazonas ha riversato circa 660,000 galloni di petrolio nei fiumi Aguarico e Parahuaico, affluenti del Rio delle Amazzoni. Vivono qui le comunita' Cofan, Secoya, Kichwa e Shuar che usano l'acqua del fiume per bere, lavarsi e pescare. Il petrolio ha anche raggiunto una riserva naturale detta Cuyabeno Wildlife Reserve.

Il Parco Nazionale dello Yasuni fu aperto nel 1979, ed e' ricchissimo di specie anfibie, marine, volatili e di piante che non esistono da nessuna altra parte del pianeta - giaguari, pipistrelli rari, delfini rosa. Allo stesso tempo si stima che nel sottosuolo ci siano circa 850 milioni di barili di petrolio, il 20% delle riserve petrolifere dell'intero paese. Il petrolio viene gia’ estratto ai margini della foresta, ma le zone piu' spettacolari dello Yasuni -- che spesso sono anche le piu' difficili da raggiungere -- sono state lasciate intatte fino a pochi mesi fa.

L'area piu' sensibile e' la zona ITT -- che sta per Ishpingo-Tambococha-Tiputin.

Petrolio ed inquinamento non sono sconosciuti all'Ecuador: l'americana Texaco -- ora Chevron -- per cinquanta anni ha inquinato le foreste dell'Amazzonia piu' a nord dello Yasuni. C'e' una causa che va avanti da venti anni a questa parte e che per ora vede la Chevron resposabile di circa 18 miliardi di danni da inquinamento da petrolio.

Nel 2005 il ministro dell'ambiente dell'Ecuador annuncio' che avrebbe permesso l'estrazione di petrolio dallo Yasuni "solo" a condizione che non venissero aperte nuove strade dentro l'area ITT. Nel 2007 il presidente Rafael Correa fece ancora meglio: annuncio' alle Nazioni Unite che se l'occidente avesse versato la meta' del valore del petrolio -- cioe' circa 3.6 miliardi di dollari -- a un fondo dedicato alle nazioni in via di sviluppo di cui anche l'Ecuador avrebbe beneficiato, avrebbero rinunciato a trivellare l'area ITT.

Dopo sette anni, dei 3.6 miliardi richiesti, ne sono stati promessi solo 330 milioni, di cui solo 13 effettivamente donati.

Nel 2012 Petroamazonas inzia segretamente a costuire strade nel blocco 31 della foresta, in barba all'annuncio del 2005 e dritto dentro un area abitata da indigeni. La strada e' stata scoperta da Salvatore Pappalardo, Massimo De Marchi e Francesco Ferrarese dell'Universita' di Padova e da Matthew Finer, dell'Amazon Conservation Association.

Nell'Agosto del 2013 il presidente Correa abbandona il progetto "salva Yasuni-ITT" ed apre alle trivelle.

Va in televisone a dire che non erano stati raccolti sufficenti fondi e che la sua decisione era stata difficilissima. Nonostante attivisti e movimentazione in varie parti del mondo, nel Giugno del 2014 vengono rilasciate le prime concessioni minerarie. E cosi l' ecuadoriana Petroamazonas, la cinese Andres Petroleum Company e la spagnola Repsol possono iniziare. Si prevede di arrivare a regime nel 2016.

Per ora, deforestazione, test e sondaggi. Si stima che in pochi mesi ci siano stati circa 1400 casi di inquinamento o di disturbo alla foresta, fra cui costruzione di strade, uccisione di animali. C'e' preoccupazione ovviamente anche per le comunita' indigene assolutamente impreparate a convivere con l'industria pesante. Ogni settimana arrivano segnalazioni di piccoli e grandi riversamenti di petrolio. Si stima che circa il 45% dello Yasuni e' ora coperto di licenze petrolifere.

Grazie a pressioni internazionali da parte di Amazon Watch, finalmente il ministro dell'ambiente dell'Ecuador, Lorena Tapia ha deciso di aprire una indagine sugli sversamenti del 2 Luglio.

Petroamazonas dice che ha "solo" riversato 2000 barili, ma fonti anonime dentro Petroamazonas parlano di 660,000 galloni. Petroamazonas dice anche che hanno ripulito tutto, ma allo stesso tempo hanno "consigliato" ai residenti di Cofán Dureno di non usare l'acqua del fiume per i prossimi sei-ventiquattro mesi.

E di grazia, che acqua devono usare?

Amazon Watch chiede a Lorena Tapia di revocare le licenze trivellanti dei blocchi 31 e 43 e che altre concessioni non vengano aperte, fra cui i blocchi 79, 83, 29 e 28.

Intanto, secondo ricostruzioni del quotidiano inglese The Guardian il governo dell'Ecuador stava gia' pensando allo sfruttamento petrolifero tramando con I cinesi mentre annunciava al mondo il suo progetto "salva Yasuni-ITT". Come dire, non ci credevano nemmeno loro

Per fortuna che nella costituzione dell'Ecuador c'e' il concetto di "Sumak kawsay" che vuol dire vivere in armonia con la natura.