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Thursday, May 31, 2018

Dopo la Tesla, Nissan Energy Solar ad offrire macchine, tetti solari e batterie integrate












Non piu' solo Tesla.

Nel Regno Unito nasce Nissan Energy Solar, dove il consumatore potrà comprare sistemi integrati di panelli sui tetti e batterie di stoccaggio; se pure guidano una Leaf potranno combinare tutto il processo di ricarica dell'auto, dal tetto alle chiavi. 

Alla fine dei conti, Tesla o non Tesla, la Nissan e' il marchio con la maggior vendita di auto elettriche al mondo. 

Uno dira': ma perche' nel Regno Unito? Perché in realta' il sole può alimentare i pannelli anche con illuminazione indiretta (cioè quando e' nuvoloso) e il Regno Unito, essendo a nord, e' investito da 16 ore di luce d'estate. 

E di qui l'idea di Nissan, che vede opportunity' di mercato, considerato che gia' un milione di case nel Regno Unito ha pannelli solari, che il segmento e' in crescita e che i risparmi sono notevoli. 

Ovviamente tutto questo e' perche' Nissan non può stare a guardare mentre Tesla va avanti: Tesla e' proprietaria di Solar City, e del sistema di stoccaggio Powerwall, e gia' da diverso tempo offre sistemi integrati.

I costi saranno competitivi, si parte da $5,200 dollari per sei pannelli e da $10,300 quando oltre ai pannelli si aggiunge una batteria da 4 kilowatt ore. L'installazione e' tutta inclusa. C'e' anche l'opzione di installare batterie usate, ritirate da sistemi piu' potenti, ma che possono ancora essere utili per lo stoccaggio casalingo. Questo in modo da venire incontro a tutte le tasche.

Uno dei vantaggi di questo sistema di stoccaggio casalingo, e' che uno può generare energia e tenersela in casa finche' non gli serve, eliminando sovraccarichi dalla rete, specie in periodi di punta di generazione di elettricità.

Si prevede che lo stoccaggio fatto in casa sara' molto popolare, specie adesso che in Europa arriva il pagamento on-demand. Cioè se immetti nella rete ad ore di punta, ti pagano meno proprio perché la rete e' carica; e quindi invece che immettere in rete, diventa piu' conveniente stoccare in casa e riutilizzare in momenti di scarsa generazione di energia.

Un altra idea della Nissan e' anche di usare le batterie nelle automobili (che arrivano fino a 40 kilowatt-ore nella Leaf) per alimentare direttamente le case.

Non sappiamo come tutto questo evolvera'. La Tesla ha progetti in Australia, Porto Rico, e Belgio, ma anche tanti guai finanziari. Dal canto loro la BMW e la Mercedes sono piu' caute sebbene entrambe hanno annunciato l'intento di entrare nel mercato del sole-auto-batteria.

Ma intanto e' un passo in avanti, e per ora mostra buona volontà e crea benvolere, io credo, da parte del consumatore. E se le cose vanno per il verso giusto diventa anche un ottimo business.  Come sempre, da qualche parte si deve pur cominciare. 


Wednesday, May 30, 2018

Australia: solare da record per il 2017, 2018, 2019...










Gli australiani installano solare sui tetti a ritmi senza precedenti, e tutti i record precedenti sono stati spazzati via. 

Il numero di fotovoltaico sui tetti e' quasi tripilcato nel 2017 rispetto al 2016.

Dal sole e dai tetti sono arrivati piu' di 1.3 gigawatt di energia nuova, con piu' di 20,000 installazioni.
Nel 2016 erano 6,700.

Nel 2018 si calcola che ci saranno 4 gigawatt in piu' dal solare, un altro record. 

Cosa c'e' dietro questa esplosione dei pannelli fotovoltaici? I costi per l'installazione che si sono abbassati notevolmente, e il sole che picchia quasi tutto l'anno.

In due parole: risparmi.  E non ci sono solo pannelli fotovoltaici ma anche per la generazione di acqua calda, anche questi sempre piu' diffusi.

Si calcola che i prezzi saranno destinati a calare ancora, con annate ancora piu record per il 2019, e con piu' sole e vento nella nazione, e con sempre migliori tecnologie di stoccaggio.

Nel 2017 l'allora premier dell'Australia del Sud (una regione dell'Australia), Jay Weatherill, fece un accordo con Elon Musk della Tesla per mettere su la piu' grande batteria del mondo al litio, il Hornsdale Power Reserve e questa mega batteria e' stata utile, perche' ha permesso di stoccare energia dal sole, portando a risparmi di 35 milioni di dollari in soli 4 mesi.

E cosi, lo stesso stato prevede di aumentare lo stoccaggio ancora, con l'installazione di 50,000 batterie e sistemi solari nelle case, gratuitamente.

Ovviamente il mondo del business non sta a guardare, e anche loro si rendono conto che il sole sui tetti e' piu' affidabile di petrolio che arriva chissa' da dove e soggetto ai capricci di leader e despoti dall'altro lato del pianeta.

E cosi, il 46%, si circa la meta' di tutti i business d'Australia, stanno attivando la propria transizione verso le rinnovabili.

Stimano di recuperare i costi in cinque anni.

E questo vale per il manifatturiero, per l'agricoltura, pure per le raffinerie di zinco, le birrerie. Sono in partnership con campi solari che forniscono loro energia per un certo numero di anni, secondo contratto, oppure se le gestiscono da sole.

Arrivano a fare investimenti qui dagli USA, dal Giappone,

Ci siamo quasi allora. Non si deve andare troppo indietro per ricordarsi dei tempi in cui ci veniva detto che sole e vento erano troppo costose, inaffidabili, che il 100% rinnovabili era una chimera.

Beh, non lo e' piu'.

Anche se i petrolieri continuano a voler trivellare, anche se le loro tasche sono profonde (ma per quanto ancora?) e' la semplice economia di scala delle rinnovabili che le rende vincenti.

Nessuno di questi industriali d'Australia (o del resto del mondo) parla di ambiente come primo motivo nelle loro scelte, ma i conti se se li sono fatti, e a vincere non sono state le trivelle.

E non importa se il vile denaro sta dalla parte dell'ambiente in questo caso, quello che importa e' il che tramonto dell'era delle fonti fossili arrivi presto, fonti fossili che da idea rivoluzionaria cento anni fa si e' trasformata in avvelenamento dell'ambiente, da ogni cannuccia finita in mare, fino alle mega raffinerie di morte.



Tuesday, May 29, 2018

La plastica, il mare, la vita, la morte



 Tutti questi oggetti di plastica arrivano dal ventre di animali che li hanno ingoiati.

Circa 700 specie marine hanno mangiato o sono state incastrate in involucri di plastica.

“Single-use plastics are the worst. Period. Bar none".
Matthew Savoca, National Oceanic and Atmospheric Administration

A destra, cassette di inchiostro nel mare. Una nave li ha perduti durante una tempesta in Atlantico nel 2014 e migliaia di scatolette di inchiostro sono finite nell'oceano. A destra oggetti a forma di spirale nel mare.

Pesci raccolti nelle Filippine dal mare inquinato dalla plastica per il consumo umano. 
Nessuno sa quale sia l'effetto delle microplastiche sui corpi degli uomini.




Costa Rica. Tartaruga con una cannuccia nel naso.
La cannuccia era di 10-12 cm
Il video e' cruento e fa male al cuore.
La tartaruga, sanguinante e dolorante, alla fine e' stata salvata,
e la cannuccia completamente eliminata.




Qui un altra tartaruga con una forchetta di plastica nel naso.
Anche lei e' stata liberata.


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Il National Geographic ha dedicato quasi tutto il numero di Giugno 2018 alla'inquinamento da  plastica. Ecco qui un po di foto di animali sofferenti a causa della plastica nel mare.

Un uccello, un pesce muore una volta sola. Un pezzo di plastica puo' uccidere tante volte.

La microplastica e' stata trovata dentro il corpo di almeno 114 specie acquatiche, e meta' di queste entrano nei nostri piatti. In totale sono 700 le specie (acquatiche, di terra) nelle quali sono stati trovati pezzi di plastica in corpo o che sono state trovate attorcigliate attorno a pezzi di plastica. A volte la plastica e' cosi piccola, "nanoplastica", che diventa invisibile all'occhio, e che entra nelle cellule e si muove fra tessuti e dentro gli organi.   

Non si sa bene che effetti abbiano su di noi umani.  
 
Ogni anno finiscono in mare dai 5 ai 14 milioni di pezzetti di plastica in mare. Il sole, il vento, le onde, il caldo, spezzettano contentitori e coltelli di plastica che alle creature del mare sembrano cibo. Il risultato e' che spesso gli animali sentono di essere sazi, ma non lo sono e muoiono, di fame, per soffocamento, per blocco del sistema digestivo. 

Alcuni pesci mangiano la plastica perche' una volta coperta di alghe, il profumo e' di cibo vero. Gli uccelli gia' mezzi morti dalla mancanza di sostanze nutritive, volano per cercare cibo per i loro piccoli, ma spesso riportano solo altra plastica. Pensano sia cibo, invece e' morte.

E non ci sono solo pezzi di plastica con problemi meccanici, ma additivi chimici nelle plastiche che portano a squilibri ormonali, rallentamento della crescita, e problemi riproduttivi. 

Fra questi additivi pigmenti, stablizzatori di raggi ultravioletti, repellenti di acqua o di fiamme, sostanze che servono per irrigidire la plastica, come il bisphenolo A (BPA), e sostanze che servono per ammorbidirla, i cosidetti phthalati. Alcune di queste sostanze mettono a soqquadro il sistema endocrino, e possono portare a danni ai feti, ai bambini e tumori.


 Qui le immagini di una "pulce del mare" con in corpo nanoplastica, in verde



Una cicogna avvolta in una busta di plastica, Spagna. E' stata salvata dal fotografo.


Okinawa, Giappone. Un granchio usa un tappo di plastica per proteggersi. Di solito a questo scopo sono usate le conchiglie. I turisti pero' portano via le conchiglie e lasciano immondizia. Cosi' diventa sempre piu' facile per i granchi trovare ed usare tappi ed immondizia invece che conchiglie.


Tartaruga incastrata in una vecchia rete di plastica in Spain.
La tartaruga non poteva respirare. E' stata salvata dal fotografo.

Plastica lavata nel Buriganga River, presso Dhaka, Bangladesh. Sara' venduta per il reciclaggio. A livello mondiale solo il 20% della plastica viene reciclata.



Iene che cercano cibo da una discarica in Harar, Ethiopia. Sanno riconoscere il suono dei camion dell'immondizia. Trovano tutto il loro cibo in mezzo alla plastica.


Bottiglie di plastica nella fontana di Cibeles, Madrid.



La famosa foto del cavalluccio marino attaccato al cotton-fioc. I cavallucci marini cercano oggetti su cui appoggiarsi per navigare nei mari, di solito bastoncini o altre strutture naturali in mare. In questo caso, la plastica.

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Questo disastro l'abbiamo fatto noi, con ogni forchetta di plastica usata.
Non l'hanno fatto i pesci, gli uccelli, le tartarughe.

Sta a noi tirarcene fuori, con le nostre piccole e grandi azioni quotidiane.

Ogni cannuccia in meno, ogni busta di plastica in meno,
e' un micro-passo in avanti.











Tuesday, May 22, 2018

California 2020: obbligo pannelli solari sui tetti di case nuove





Nel 2007 c'erano in California 28,000 progetti solari su case residenziali. 
Nel 2017 siamo arrivati a 688,000. Aumenteranno ancora con la nuova legge.



Ma e' finalmente successo: dal 2020 in California chiunque costruirà una casa nuova avrà l'obbligo di installare fotovoltaico sui tetti.

Era una politica che alcune citta' avevano già adottato, Lancaster e Sebastopol e da poco anche San Francisco. E adesso il mandato sarà esteso a tutto lo stato, con tutti i suoi 37 milioni di residenti e che se fosse indipendente sarebbe la quinta economia mondiale.

La decisione e' stata presa all'unanimità dai membri della California Energy Commission (CEC), con 5 voti a favore e zero contrari, per pannelli su case singole e condomini fino a tre piani di altezza. Nessuno stato americano ha un provvedimento simile.

E per di piu', oltre ai pannelli ci sara' tutta una serie di altri provvedimenti di risparmio energetico, per esempio gli standard per l'isolamento termico, per l'efficenza energetica di aria condizionata, di riscaldamento dell'acqua sono tutti stati resi piu' stringenti.

Se i pannelli solari non si possono installare, per architettura o qualsiasi altro motivo, occorrera' partecipare ad un progetto solare locale, in modo da compensare la mancata generazione di energia dai tetti.

Tutto questo e' particolarmente azzeccato per lo stato della California dove i costi del solare sono in calo, diminuiti del 70% in sei anni, e dove in alcuni giorni anche il 60% dell'energia di tutto lo stato viene dal sole.

L'idea e' che ogni singola casa dovra' essere a bilancio energetico zero, cioe' devono essere autosufficenti e consumare tanta energia quanto ne producono. Per le case il limite e' il 2020, per gli esercizi commerciali invece il limite e' il 2030.

In questo momento solo il 15% delle case ha pannelli solari sui tetti in California e questa legge ovviamente portera' ad un boom dell'energia dal sole.

Uno dirà: e i costi? Per ogni casa, si stima che i costi saranno circa $9,500 per installazione e per l'adottazione di questi nuovi provvedimenti, ma le case costruite con questi nuovi mandati useranno la metà dell'energia delle case attuali, con ciascuno che regolamentera' l'energia da se.


Alcuni argomentano che e' piu' economico costruire vaste distese di pannelli solari nel deserto e costruire dal deserto poi linee di trasmissione verso le case. E questo perche' i costi per il solare sul tetto e' stimato essere da due a sei volte di piu' che le distese di pannelli solari. Altri ancora dicono che e' meglio densificare, e cioe' far vivere piu' le persone in appartamenti e non in case, in modo da avere meno sprechi energetici, visto che gli spazi sono minori.  Altri ancora dicono che occorre interpellare gli acquirenti delle case, o che di energia solare ne abbiamo gia' troppa in alcune ore del giorno e che non sappiamo cosa farne, portando in alcuni casi a costi negativi e al dover esportare energia verso stati piu' lontani.

I soliti bla-bla.

Ma queste sono voci di minoranza perché la classe politica, gli ambientalisti del sole e anche i costruttori sono tutti d'accordo. Si stima infatti che i costi saranno ben inferiori a $9,500 dollari per casa, specie con la scala di massa del solare e visto che si tratta di case nuove. In questo caso infatti i pannelli saranno integrati nei progetti a monte e non ci sara' bisogno di richieste
aggiuntive al comune, del progettista e di approvazioni varie, inoltre elettricisti, costruttori, e se ce ne fosse bisogno ingegneri ed architetti sono già' coinvolti nel progetto e non devono essere pagati a parte.

Le tegole Tesla possono sembrare costose da sostituire, ma a installarle ab initio, invece che le tegole normali, non porterà a costi non particolarmente proibitivi.

Un'altra cosa utile per il lungo termine sara' l'innovazione che il solare su scala porterà: visto che ci sara' maggior richiesta di pannelli solari per soddisfare gli obblighi di legge e' inevitabile che ci saranno modifiche ed idee nella realizzazione e nel'installazione dei pannelli per velocizzare i tempi, per aumentare l'efficienza, per ottimizzare lo stoccaggio nelle case. 

Probabilmente anche i retro-fit di case costruite non solari ne gioveranno, in termini di costi e di resa, e con il calo dei costi ci si aspetta anche che il solare diventerà più' abbordabile, in termini di costi, e più' di moda anche negli stati vicini, dove la legge non si applica.

Dal canto suo lo stato della California progetta di cambiare il modo in cui il costo dell'energia viene calcolato: non in modo uniforme durante la giornata, quando in dipendenza dell'ora in cui viene usata per chi consuma, e generata per chi la produce. Ci si aspetta dunque un cambiamento delle abitudini, e che chi ha pannelli solari eviterà' l'uso di energia nei momenti di alta richiesta con lavatrici e lavastoviglie che verranno mandate nei momenti non di picco. Questo porterà' più soldi in tasca a chi genera energia e la immette in rete, e allo stesso tempo favorirà' la stabilizzazione della rete stessa.

Il mandato potrebbe portare anche a cambiamenti tecnologici: lavatrici e lavastoviglie smart, case integrate, e maggiore efficienza diffusa. 

Sara' legge il 1 Gennaio 2020. 
Fra un anno e mezzo.

Alla fine, la risposta vera e' che non sappiamo come veramente tutto evolverà. Ma e' bene fare questi passi, dopo opportuni studi e discussioni, avere coraggio e guardare a lungo termine, e non al domani immediato, con intelligenza e voglia di fare. 

E il gas? Il gas, sara' cosa di ieri. 



Sunday, May 20, 2018

I livelli di CO2 in atmosfera arrivano a 410 ppm





Ci siamo arrivati. Nel silenzio generale il mese di Aprile 2018 e' stato il primo da che teniamo il conto in cui le concentrazioni di CO2 hanno sfondato la media di 410 parti per milione (ppm).

Questo e' il verdetto che arriva dal Mauna Loa Observatory delle Hawaii, come gestito dal Scripps Institution of Oceanography di San Diego, California.

E' stata una versa corsa, specie considerato che a un certo punto, non tanto tempo fa, parlavamo di come stabilizzarci a 300ppm.

Nel 1880 eravamo a 280ppm.
Nel 1958 eravamo a 315ppm.
Nel 2013 abbiamo superato 400ppm.
Nel 2018 siamo arrivati a 410 ppm.

Cosa significa tutto cio'? Secondo il NOAA's, l'ultima volta che abbiamo avuto CO2 a tali livelli e' stato..  3 milioni di anni fa, quando le temperature erano circa due-tre gradi superiori ad adesso, e i livelli del mare circa 1-2 metri piu' che ora.

Di chi e' la colpa? Non e' difficile capirlo: continuiamo a bruciare fonti fossili come forsennati e il risultato e che' cresce la concentrazione di anidride carbonica. 

Nessuno ne parla, nessuno veramente se ne preoccupa, tutti pensiamo che fatti gli accordi di Parigi e' tuttapposto, finche' un giorno ci sveglieremo e il pianeta non lo riconosceremo piu'.

Wednesday, May 16, 2018

Germania 1 Maggio 2018: 100% rinnovabile



Il giorno 1 Maggio 2018 in Germania c’era il sole, era vacanza, e le rinnovabili hanno fornito il 100% dell’energia elettrica per un po piu di due ore. La generazione di energia alle ore 13:00 e’ stata di 53,987 megawatt-ore, e il consumo totale di 53,768 megawatt-ore.

I prezzi per un po sono andati in negativo. 

L’elettricita’ in quel frangente e’ venuta per il 52% dall’eolico; per il 37% dal solare e per il restante 11% da idroelettrico e da biomasse.

L'energia in piu' e' stata esportata nei paesi confinanti, ed il risultato e' che i prezzi sono andati in negativo per un po di tempo anche in Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svizzera.

Se invece si fa la media per tutto il giorno del 1 Maggio 2018 la quota da rinnovabili in Germania e' stata di 71.4%.

Non e’ la prima volta che succede, visto che gia’ il 1 Gennaio 2018 c’era gia’ stato il 100% di energia non-fossile.

Uno dira’: beh grazie, erano chiuse tutte le fabbriche. Certo, e’ piu’ facile arrivare al 100% nei giorni di vacanza o di festa, ma il punto e’ che fino a pochi anni fa tutto questo non si pensava possibile. E se siamo arrivati fin qui, anche se per poche ore, anche se in un giorno di festa, e considerato che si tratta di un paese grande come la Germania, vuol dire che si puo’, e che si puo’ fare anche meglio per il futuro.

Un giorno ci arriveremo, al 100% tutti i giorni. E poi, quel 37% di energia solare? In Germania? Un numero incoraggiante, no?

Intanto per tutto il 2017, in Germania il 36% dell’elettricita’ e’ stata da rinnovabili.

Il dato non incoraggiante pero’ e’ che le emissioni di CO2 nel paese non sono calate, ma rimaste invariate nel corso degli scorsi 3 anni.

Perche’? Perche’ le turbine a vento sono per la maggior parte concentrate nel nord del paese e nel resto della Germania restano in azione molte centrali a carbone, che vanno a lignite, dalle emissioni particolarmente intense di CO2.

C’e’ allora molto da fare ancora, specie per garantire che l’elettricita’ da rinnovabile sia ben diffusa nel paese, con miglioramento della rete elettrica.

E cosi ministro Tedesco degli affari economici e dell’energia, Peter Altmaier, ricorda che occorre guardare oltre l'ottimo risultato e che ci vuole maggior capillarita’ nella capacita' di distribuzione.

Lo dicono e lo fanno. Perche' continua la costruzione del SuedOstLink, un cavo sotterraneo di 580 chilometri per connettere la Germania da nord a sud, di modo che l'elettricita' dal vento del nord possa arrivare piu' agevolemente verso sud.

Dal mio punto di vista la cosa interessante e’ che il progetto, sponsorizzato dall’UE, e’ stato inizialmente opposto dai residenti perche’ inizialmente si pensava di costruire il condotto elettrico in alto, come i normali fili della luce. La gente non lo voleva; il governo ha ascoltato i residenti, e ha deciso di sotterrarrlo.

E dunque ecco i due paesi: in Germania costruiscono cavi per meglio garantire l’arrivo dell’energia da rinnovabile delle case del paese; in Italia costruiamo gasdotti per meglio garantire alla SNAM autostrade del gas per vendere metano a svizzeri, francesi e olandesi.

Tuesday, May 15, 2018

I norvegesi della Statoil a trivellare la casa delle balene in Australia











The Bight includes a designated marine park, 
supporting some of the highest levels of marine diversity 
anywhere in Australia much of which 
is found nowhere else in the world.

Governo d'Australia

E' sempre facile fare le cose giuste, quando le cose sbagliate si fanno lontano e in silenzio e non le vede nessuno.

Chi puo' non ammirare la Norvegia per tutti i suoi ideali di difesa dell'ambiente, o per tutte le sue macchine elettriche, o anche per tutto il suo rispetto dei diritti umani?

Eppure non e' tutto rosa quello che luccica.
(Si lo so che si dice oro, ma volevo cambiare)

Perche' i signori della Statoil, la ditta di stato norvegese che ha appena cambiato nome in Equinor, adesso trivelleranno il Great Australian Bight, zona di surf, di turismo, di balene, di pace, di riserve, di biodiversita'.

Siamo nel mare che si estende da Adelaide nel sud del paese verso ovest.

La petrol-storia di questa zona e' travagliata e ne abbiamo anche gia' parlato qui tante volte.

La BP in particolare ne aveva combinate tante. Ci provava almeno dal 2012-2013 a trivellare qui, con almeno quattro pozzi esplorativi, tuttapposti di vario genere, "ampie consultazioni" con residenti e turisti, rassicurazioni su balene, sui tonni e pure il certificato dalla Ernst and Young.

Ma dopo tanti tira e molla, qui raccontati, si sono dovuti arrendere nel 2016 a causa delle pressioni e delle proteste popolari.

Anche la Chevron similmente imbrigliata con proteste varie si era arresa nel 2017. 

Ma che ne e' stato delle concessioni che pure il governo d'Australia gli aveva dato?

Beh, quelle della BP sono state vendute alla Statoil, appunto la ditta di petrolio di stato della Norvegia.

Ed eccoci.

Circa una settimana fa, il governo australiano rilascia 21 nuove concessioni ai petrolieri, proprio per i giacimenti nell' Australia occidentale, nell'Australia del sud, nello stato di Victoria e nelle isole Ashmore and Cartier.

Mmh...

Ma non stavano morendo tutte le barriere coralline? E continuano a rilasciare permessi a trivellare in mare?

E fra questi 21 progetti anche il nuovo della Statoil.



Il sindaco dell'isola di Kangaroo, Peter Clements, ha preso un aereo ed e' andato fino in Norvegia, culla del rispetto dei diritti umani e dell'ambiente, per parlare direttamente al meeting annuale della Statoil (che ora si chiama Equinor, perche' sono equi loro) per illustrare la sua contrarieta' alle trivelle nel suo mare.

Ha spiegato come e' del tutto assurdo voler trivellare acque pristine e pericolose. Ha spiegato che qui molte localita' costiere si sono espresse contro le trivelle, per i rischi che tutti bene conosciamo: turismo, pesca, immagine, salute. 

Non si sa cosa gli abbia risposto la Statoil/Equinor.

Dal canto loro gli attivisti d'Australia dicono che cosi come BP e Chevron se ne sono dovute andare, cosi sara pure per la Statoil.

The federal resources minister, Matt Canavan, said the acreage release was part of the government’s commitment to meeting Australia’s future energy needs.

E il governo d'Australia?

Continuano il cerchiobottismo cosi caro a politici e petrolieri. Tuttapposto, tutto si puo' fare. Interessante che a volte le concessioni nei mari difficili d'Australia vengano date a gruppi che non hanno nemmeno esperienza di trivelle in acque profonde.

Nonostante tutto, il ministro delle risorse federali d'Australia, Matt Canavan dice che il suo governo si impegna per un "safe and responsible development of oil and gas resources" e che questo serve al fabbisogno energetico del paese.

Caro Canavan: lo sviluppo safe e responsible delle risorse petrolifere non esiste, specie quando siamo in un mare dagli equilibri cosi delicati, perche' nessuno puo' prevedere l'imprevedibile, perche' basta un solo errore, una sola fatalita' per distruggere tutto.

Ma poi, Canavan non conosce il dramma della barriera corallina morente, nel suo paese? Non ci pensa ai cambiamenti climatici?  Non lo sa? Non gli importa?