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Friday, February 29, 2008

L'ENI ha paura, noi no


Lamberto Quarta, il segretario di Ottaviano del Turco, riporta che l'ENI ha intenzione di portare avanti un "contenzioso con la regione".

In poche parole vogliono far causa alla regione Abruzzo per avere perso soldi e tempo da noi, visto che avevano tutte le autorizzazioni necessarie per trivellare. L'ENI si dichiara anche aperta a dialogare con il Mario Negri Sud, che secondo loro "esprime posizioni molto meno contrarie a quanto detto". Propongono un ridimensionamento, riaffermando una "piena compatibilita' con la tutela della salute e dell'ambiente".

L'ENI inizia ad avere paura, ad essere nervosa e a tirare fuori le unghie. E sapete perche'? Loro non vogliono che queste cose si sappiano in giro ed hanno prima iniziato con le buone, pensando che "tanto cosa vuoi che contino quei quattro gatti di Ortona" ora invece che siamo tanti e ci facciamo sentire, alzano i toni della discussione, e mostrano un po' piu' di prepotenza.

Molte delle loro affermazioni non sono vere. Ricordo che il Mario Negri Sud stimo' che le emissioni potevano essere anche di venti volte superiori rispetto ai dati forniti dall'ENI. Un fattore di ordine VENTI sugli stessi dati, nel mio dizionario, sono conclusioni
CONTRARIE a quelle dell'ENI, e non si possono taroccare con parole e riattoppamenti vari. Per la salute dell'ambiente e dell'uomo, ho solo da dire: VIAGGIO A VIGGIANO. Le immagini parlano da sole.

Fratino, Di Martino: avete anche questo sulla coscienza, se ve n'e' rimasta una. Ripeto: assieme a Del Turco, la responsabilita' di questo disastro e' vostra e dovreste veramente chiedere scusa alla gente, impegnarvi a trovare una soluzione adesso, e pensare seriamente a offrire la guida dell'elettorato a qualcuno che abbia piu' lungimiranza e buonsenso di voi.

E' anche vero che l'ENI non si e' comportata bene - hanno mentito alla gente, hanno omesso varie documentazioni (vedi la valutazione d'impatto ambientale), non si sono preoccupati mai di informarci e dunque angeli non sono. A me il responsabile per la trivellazione del centro sud, Lorenzo Fiorillo, disse "noi vogliamo venire in Abruzzo bussando alla porta, perche' questa non e' casa nostra." Denunciarci e' proprio un modo elegante di venire in casa nostra!

Noi cosa possiamo fare? Come popolo NON DOBBIAMO MOLLARE di fronte a queste considerazioni. Non dobbiamo avere paura ora. Noi il centro petroli non lo vogliamo ne' ora ne' mai, ne' piccolo ne' grande. Lo sappiamo che l'ENI opera cosi': con l'inganno, la prepotenza. Fanno cosi dappertutto, in Nigeria, in Kazakistan, ma anche in Italia. Ricordo che a Viggiano si e' partito con 5 ettari e ora ne sono 15. Ricordo che hanno intenzione di chiudere Falconara e trasferire tutto in Abruzzo. Ricordo che a Gela nascono bimbi deformi. Ricordo che l'idrogeno solforato causa tumori. Ricordo che l'ENI ha piu' di venti permessi per trivellare in tutto l'Abruzzo. Questi non si accontenteranno. Hanno progetti in grande, e in peggio, per la nostra terra.

Come popolo, siamo veramente investiti di una lotta piu' grande che Ortona, che abbraccia tutto il modo di vivere e di essere della regione Abruzzo. Non molliamo. Che l'ENI faccia tutto quello che vuole fare, anzi se ci denunciano e' anche meglio: avremo risonanza internazionale. L'ENI si fregia tanto di essere una compagnia
che protegge e ama l'ambiente. Ma ve l'immaginate la stampa straniera che annuncia, e gli azionisti stanieri che leggono: "L'ENI porta in causa i cittadini d'Abruzzo perche' vuole costruire una raffineria in mezzo ai vigneti?". Faranno veramente una figuraccia e li si che avranno paura.

Non molliamo ed andiamo avanti senza paura, vi prego.

Wednesday, February 27, 2008

Un asino neppure patentato


Non so se ridere o piangere. Ecco cosa dice del Turco:

"Sono gli stessi agricoltori che hanno venduto le terre dei vigneti all'Eni. Finora tutte le decisioni sono state prese all'unanimita'. Se ci sono le giuste motivazioni scientifiche saro' il primo a rimettere in discussione la cosa, mica sono Hitler o Stalin...''.

Bello mio:

1) Ai contadini l'ENI ha mentito, dicendo che sarebbe sorto un centro di stoccaggio sotterraneo, e che ulivi e vigne sarebbero rimasti intatti, ha capito? Lei non puo' giocare a scarica barili, dando la colpa ai contadini. Quello e' il popolo e, noi nostro malgrado, abbiamo eletto lei per difenderci, per rapprensentarci. Lei ha il dovere di INFORMARSI prima di inchinarsi all'ENI e alle sue promesse vendendo la nostra salute. E poi, mi faccia capire, lei per unanimita' intende Fratino-Di Martino-Andreussi-Del Turco? Sveglia, siete solo voi a favore del centro petroli!!!

2) Le giuste motivazioni scientifiche AVANZANO. Il Mario Negri Sud si e' pronounciato da un bel po'. Io stessa le ho mandato documentazione in tutte le salse, con referenze varie e da mesi. Sono venuta in Abruzzo per tre settimane. Scienziati ed economsti di chiara fama si cono pronunciati contro. Non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire. All'Universita' di l'Aquila, dipartimento di Fisica, da me contattato, non mi e' stato concesso di parlare.

3) Guardi non scomodiamo Hitler e Stalin... occorre solo un po di ragionevolezza.

"Se gli studi scientifici attualmente in corso sull'impatto ambientale del Centro Oli di Ortona dovessero rilevare rischi per la salute dei cittadini, sara' direttamente la Regione Abruzzo a bloccare il progetto dell'Eni. Non saro' certo io a far correre dei rischi agli abitanti del territorio. Se pero' gli accertamenti dovessero rilevare l'inesistenza di questa possibilita', i sostenitori del fronte del no dovranno uscire allo scoperto e spiegare perche' sono contrari all'insediamento. Io penso ad un futuro dell'Abruzzo diverso, piu' forte. Se poi qualcuno ritiene che la nostra economia debba fondarsi su pastorizia, agricoltura ed enologia, e' bene che lo dica chiaramente".

4) Quali studi scientifici? Dell'ENI? Di Andreussi? Ripeto, il Mario Negri Sud ha gia' parlato. E da mesi.

5) Noi abbiamo tutti una faccia, un blog, un sito. Ci presentiamo agli appuntamenti politici a volto scoperto, parliamo con la gente e non ci nascondiamo dietro comunicati stampa. Un po' lei mi fa vergognare di essere abruzzese.

6) Un Abruzzo piu' forte con il petrolio? Ma lei dove vive? Cosa legge? Se lei googla Abruzzo, vedra' dappertutto che all'estero si parla di noi come regione ad alto potenziale turistico, enogastronomico, vitivinicolo. Il futuro si gioca qui. Occorre avere una visione lungimirante per l'Abruzzo, e che sia compatibile con le sue peculiarita' geografiche, economiche e culturali. L'attivita' estrattiva di greggio davvero non ci azzecca niente con noi.


Ultima nota: Ottaviano del Turco ha rilasciato queste dichiarazioni mentre al suo paesello si sta per installare una centrale fotovoltaica. Ad Ortona il centro petroli, a Collelongo il fotovoltaico. Fa un po' tristezza.

Monday, February 25, 2008

Altri pozzi in Abruzzo


Il 26 si discute del pozzo della Gagliarda. Sono andata a vedere il bollettino ufficiale degli idrocarburi e della geotermia, pubblicato nel dicembre del 2007. Il permesso per trivellare esiste gia' in varie localita' abruzzesi. Come vedete, Ortona e' solo l'inizio: questi vili individui vogliono davvero trivellare tutta la nostra terra.
Ecco alcune localita' abruzzesi interessate:

1) Ortona (CH) - Localita' Feudo
2) San Giovanni Teatino (CH)
3) Scerni (CH) - Localita' Cipressi
4) Bucchanico (CH)
5) Bomba (CH) - Localita' Monte Pallano
6) Filetto (CH)
7) Santa Maria Imbaro (CH)
8) Orsogna (CH) - Localita' San Basile
9) Miglianico (CH)
10) Castiglione Messer Marino (CH) - Localita' Fiume Treste

11) Civitella Casanova (PE)

12) Teramo - Localita' Mazzarosa
13) Teramo - Localita' Centrale Luna
14) Cermignano (TE) - Localita' Villa Carbone
15) Pineto (TE) - Localita' Mutignano
16) Valle Castellana (TE), Localita' Settecerri
17) Guardia Vomano (TE)
18) Montorio al Vomano (TE)- Localita' San Mauro

19) Sulmona (AQ)
20) Civita d'Antino (AQ)
21) Monte Arazzecca (AQ)
22) Fiume Trieste (AQ)

Queste invece sono citta' vicine all'Abruzzo dove ci sono permessi gia' esistenti:

23) Castel di Lama (AP)
24) Cellino (TE, stoccaggio)
25) Fiume Aniene (RI)
26) Lago del Salto (RI)
27) Sora (FR)

Queste informazioni sono pubbliche e potete trovarle
qui

Cara ENI, caro Del Turco, caro Fratino e subordinati vari: non avete capito con chi avete a che fare. L'Abruzzo diventera' il vostro incubo. Il petrolio, cari signori, si estrae nei deserti, non in questa terra che amiamo. Noi non ce ne andiamo: la lotta sara' durissima.

Saturday, February 23, 2008

Un altro pozzo alla Gagliarda?



Martedi' 26 Febbraio si riunisce il consiglio regionale dell'Abruzzo per discutere vari interventi (la maggior parte scempi) sul nostro territorio. Fra i punti all'ordine del giorno, c'e' l'opportunita' o meno di trivellare nella contrada Gagliarda per scoprire se c'e' del petrolio anche li.

Io voterei no a questa opzione, e a molte altre a dire il vero. Se il petrolio non c'e' e' soltanto una inutile offesa alle nostre campagne. I pozzi gia' esistenti del Feudo occupano una superficie di un centinaio di metri quadri, sono brutti da vedere e non c'azzeccano niente con ulivi e vigneti. Se il petrolio c'e', la questione si allarga ad altre domande, una piu' inquietante dell'altra:

1) Fino a dove vogliamo arrivare? Trivelliamo poi, che so, San Leonardo? Caldari? Tollo, Poggio Fiorito? Francavilla? (Li no, che magari hanno un sindaco piu' sensato di Ortona), San Vito? La carta mineraria dell'ENI parla chiaro: questi vogliono trivellare tutta la costa abruzzese. L'ho vista bene, dalle Marche fino a Vasto hanno tutta una serie di permessi di ricerca, accordati gia' o in via di approvazione. Ripeto: dove vogliamo arrivare? La Basilicata ha il 60% del terreno in qualche modo interessato dall'attivita' estrattiva. Vogliamo anche noi finire cosi?

2) Se questo petrolio si estrae, come lo si porta al centro di desolforizzazione del Feudo? Via oleodotto presumo - a meno di costruirne un altro piu' vicino, e' l'unico modo possibile. Ora, io credo che fra la Gagliarda e il Feudo ci siano almeno 10 chilometri di distanza. Le due contrade sono diametralmente opposte. Tutta Ortona sara' attraversata da tubature petrolifere, e tutta la citta' correra' rischi ancora piu' ravvicinati di scoppi di tubature, perdite ed emissioni varie. Ricordo che fessure di pochi millimetri di diametro sono difficili da controllare e possono rilasciare gas a lungo, indisturbati. L'ENI non e' una compagnia seria nella protezione dell'ambiente, quelli non controlleranno niente.

3) In Basilicata vogliono aprire un nuovo centro petroli a Potenza, a circa venti chilometri di distanza da quello gia' esistente di Viggiano. Per l'ENI e' piu' conveniente costruire un nuovo centro petroli piuttosto che creare una nuova rete di oleodotti. Venti chilometri! Io temo che e' qui che si arrivera' se non diciamo no. Come un lento cancro, inizieranno a trivellare anche da noi in maniera sempre piu' allaragata, finche' vorranno costruirne un altro di centro petrolifero, e poi ancora, con un dilagare di tubi, pozzi, puzze e morte del creato.

Sindaci, consiglieri provinciali. Nella vita ogni nostra azione ha delle conseguenze. A volte e' facile capirle, altre no. Qui e' tutto chiaro. Votare si ai pozzi della Gagliarda e' come invitare l'ENI a nozze per poi violentare la sposa.

Bocciamo i pozzi della Gagliarda.

PS: Ho linkato la lista di punti all'ordine del giorno: 18 cave. Diciotto!! Due discariche. Un pozzo di petrolio. Un solo progetto, su trenta, di un parco eolico. Questi sono veramente folli.

Wednesday, February 20, 2008

Mobilitiamoci


Cari cittadini di Ortona e d'Abruzzo,

rendiamoci visibili. E' da diverso tempo che penso all'idea che ciascuno di noi possa attaccare un manifestino nel proprio negozio, sulla propria macchina, o dal proprio balcone di casa. Non e' difficile, questi striscioni parleranno da soli, ventiquattro ore su ventiquattro e martelleranno giorno dopo giorno i vari vassalli ENI del comune Ortona che li vedranno sparsi per la citta'. Dobbiamo fargli capire che non ce ne andiamo.

Qui a Santa Monica, in California, lo fecero qualche tempo fa per protestare contro l'abbattimento di alcuni alberi comunali. Ci furono manifestazioni e marcie di protesta, e tutti i negozi attaccarono una locandina verde con scritto solo: Save the Trees. A causa della forte mobilitazione popolare, l'amministrazione chiese scusa e rinuncio' al progetto. Gli alberi sono ancora li. Per i curiosi il loro sito e' www.treesavers.blogspot.com.

Facciamolo anche noi!
Nei link ho messo un .pdf che potete stampare e affiggere. Se avete voglia dai farne uno piu' bello - be my guest!

Saturday, February 16, 2008

L'ENI in Nigeria


Da vari decenni l'ENI opera anche in nazioni in via di sviluppo come la Nigeria. Ecco un piccolo esempio di cosa accade li.

Apoi Clan, stato della Bayelsa, Nigeria. Prima del petrolio, la popolazione era prevalentemente dedita all'agricoltura e alla pesca, ora attivita' fortemente compromesse dall' inqui-
namento. Dal 1980 esiste un oleodotto dell'ENI, ormai obsoleto e corroso, che trasporta greggio dai pozzi alla centrale petrolifera Ogbainbiri, anch'essa di proprieta' dell'ENI.

Dal 1999 ad oggi si registrano continui incidenti con scoppi delle tubature, emissioni di greggio ed incendi. Il rogo piu' grave accadde nell'Ottobre del 2007, quando ci fu' l'ennesimo incendio e l'ENI, allertata dalla popolazione prima, e dal Ministero dell'Ambiente Nigeriano dopo, si rifiuto' di recarsi sul luogo della catastrofe. Gli ufficiali ENI dissero che non potevano farci nulla. Dissero che avrebbero lasciato il fuoco divampante proseguire il suo corso, per poi intervenire immediatamente dopo.

Le fuoriuscite di petrolio e l'incendio durarono per tre settimane, generando un vero e proprio disastro ambientale, incendiando e inquinando gran parte delle terre circostanti. Alcuni laghi che la popolazione usava per la pesca, sono stati resi impraticabili a causa delle forti quantita' di greggio disperse. Fino ad oggi nessun rappresentante ENI si e' degnato di far visita a queste popolazioni. In cinque mesi non c'e' stato nessun tentativo, gesto o mossa anche simbolica dell'ENI per cercare di porre rimedio al danno che i loro tubi corrosi hanno prodotto. Molto probabilmente non faranno nulla, e utilizzerano le loro solite tecniche: negheranno. Negheranno come hanno fatto in precenza in Nigeria, affermando che non ci sono perdite e che le lamentele del popolo sono completamente infondate.

Un po' come fanno con noi, quando ci dicono che il centro petroli di Ortona sara' un posto idilliaco e che Viggiano e' un paradiso.

Intanto, la popolazione nigeriana continua a chiedere risarcimenti, miglior distribuzione delle risorse, ripristini ambientali, regole piu' severe. La maggior parte della gente e' povera e poco istruita. La qualita' della vita e' peggiorata per loro. L'ENI, che assieme alla olandese Shell e' la compagnia occidentale a maggior presenza in Nigeria, fa orecchie da mercante. La corruzione e' all'ordine del giorno. Al nostro mondo ricco e lontano queste cose non vengono dette. La violenza e' sempre sbagliata, ma non bisogna sorprendersi troppo se oltre a chi protesta in modo civile in Nigeria, compaiono anche gruppi di cittadini militanti che vanno in giro a prendere emissari ENI in ostaggio.

Si raccoglie cio' che si semina.

Fonti:
Environmental Rights Action, BBC,National Geographic Magazine

Wednesday, February 13, 2008

Ortona - Canada


Spulciando per il web mi sono imbattuta in un progetto bellissimo.
Un professore di liceo canadese si e' messo in testa che per non far dimenticare
gli eventi della seconda guerra mondiale alle nuove generazioni canadesi, occorre portare i ragazzi sui luoghi della battaglia.

Cosi' nel Novembre del 2008 Ortona sara' invasa da 6,000, si, seimila studenti da ogni parte del Canada. Il professore si chiama David Robinson e il sito e' www.ortona.ca. Visitatelo.

Dal loro sito leggo: "i canadesi combatterono valorosamente nelle strade colme di macerie di Ortona, lungo l'Adriatico. Furono vittoriosi, e la battaglia di Ortona fu considerata fra i piu' grandi successi della guerra".

Mi fa sempre commuovere il pensiero che 1,375 ragazzi di vent'anni o poco piu' diedero la vita per noi, 65 anni fa. Sono morti per noi, senza neppure sapere chi fossimo. Dietro a ciascuna di quelle tombe bianche, geometriche e tutte uguali della contrada San Donato c'e' una vita differente, una storia sbiadita, una madre disperata, un amore finito, una casa a cui non si e' fatto piu' ritorno. Vederli li, ogni volta che ci vado, mi da' un po di pace, di fiducia per il mondo, di speranza. Pero' non e' sufficiente sentire gratitudine per queste persone. Dobbiamo rispettarli nei fatti. Verranno i loro discendenti a flotte in Novembre. Cosa gli offriamo? Il MUBA e' molto bello, ma dobbiamo fare di piu'.

Perche' il Moro e' inquinato ed e' stato abbandonato a se stesso? Li ci fu il fronte per sei mesi, ed un tempo quel fiume fu fatto rosso dal sangue dei soldati. Perche' nessuno va ad onorare quei morti ripulendo il fiume? E' nostro dovere renderlo presentabile ai figli di quelli che la' sono morti. Cosa gli diciamo quando quei seimila ragazzi chiederanno di vedere il Moro?

Perche' votare la contrada Feudo alla morte? I canadesi hanno combattuto i tedeschi per renderci liberi dai tiranni e non per consegnarci all'ENI, nuovo colonizzatore alla stregua di Viggiano. Cosa gli diciamo ai ragazzi del
75esimo anniversario della battaglia di Ortona, quando verranno e chiederanno:
cos'e' quella fiaccola e cos'e' questa puzza di uova marce?

Se fossi io a decidere, invece di pensare ai centri petroliferi, mi impegnerei per rendere la citta' un punto turistico di rilievo. La guerra, il mare, san Tommaso, le montagne ed il vino. Abbiamo tutto, manca solo la lungimiranza dell'impegno, la volonta' di crederci, il coraggio della fantasia.

Da qui a Novembre ci sono nove mesi, non e' tanto tempo, non e' neppure poco. Io spero solo che quei seimila ragazzi tornino a casa con la certezza che i loro padri hanno dato la vita per qualcosa di buono.

Sunday, February 10, 2008

Lettera a Del Turco


Il 5 febbraio ho scritto questa lettera al nostro amato presidente del Turco, che dall'alto della sua licenza di scuola media, crede di poter decidere della nostra salute e delle nostre vite, incurante del popolo, dell'evidenza scientifica e della realta' lucana. Saro' naive, ma ogni volta che ho scritto ai miei rappresentanti qui in America, ho sempre ricevuto una qualche forma di risposta peronale. Sempre.

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Presidente Del Turco,

e' la quinta volta che le scrivo riguardo al tema del centro petrolifero ENI proposto ad Ortona. Per ora sono stata ignorata da lei. Ma io non mollo.

Il suo non e' un bel modo di governare. Nella democrazia vera gli eletti ascoltano, rispondono, e dialogano con il proprio elettorato. Almeno questa e' stata la mia esperienza di vita finora. Prima di imbattermi in lei e nei politici ortonesi.

Avra' certo sentito parlare di me. Sono stata in giro per 3 settimane in tutta la provincia di Chieti e di Pescara, nelle scuole, con la gente, nei cinema, nelle sale comunali, in TV e sui giornali. Le assicuro che la gente non vuole questo centro petrolifero. Glielo ripeto: il suo elettorato non vuole questo centro petrolifero. L'elettorato che lei dovrebbe rappresentare, rispettare ed amare e che invece ignora.

Abbiamo portato tutta una serie di medici, geologi, chimici, scienziati ed economisti a dialogare con il popolo e non una di queste persone, con esperienza ed anni ed anni di studio alle spalle, ci ha detto che la scelta del petrolchimico per Ortona e' saggia. Solo i tecnici ENI dicono che va tutto bene, chissa' perche'.

Viggiano, dove sorge un centro simile a quello proposto per Ortona e che lei approva, sta morendo. Nel raggio di due chilometri tutti quelli che hanno potuto, hanno abbandonato le proprie case. Gli Ortonesi che sono andati li hanno mostrato al popolo un filmato fatto sul posto e le condizioni desolanti di vita che l'ENI ha consegnato ai lucani, con la puzza, il rumore, l'emigrazione, le vite spezzate.

La gente vede queste cose, sa? Adesso che c'e' internet, che le telecamere sono alla portata di tutti, e' facile informarsi. I tempi sono cambiati, ed ora come popolo esigiamo correttezza e partecipazione alle scelte che ci riguardano da vicino.

Quella zona e' a 500 metri dal mare, fra i campi e i vigneti. Lei ha sulla coscienza la vita di 100,000 persone che verranno affette da questo funesto centro petrolifero e le cui vite cambieranno per il peggio. Non e' giusto ed e' da incoscienti pensare che questi siano sacrifici da pagare per un qualche vago beneficio economico. Consulti un qualsiasi esperto di energia alternativa e le daranno mille modi per creare energia pulita in rispetto dell'ambiente.

Ci vuole rispetto per gli elettori, coraggio, intelligenza e lungimiranza per governare. La prego di mettersi una mano sulla coscienza e di fare la cosa giusta. Non c'e' tempo da perdere.

Grazie,

Maria R D'Orsogna

Wednesday, February 6, 2008

I numeri del Centro Petroli di Ortona


Presto ci sara un incontro a Pescara dove l'ENI discutera' i propri dati e la proposta di una centralina (ancora con le centraline.... ). Credo che l'incontro sia finalmente stato fissato al 18 Febbraio e spero che alla manifestazione di protesta ci saranno tante persone.
Voglio qui ricordarvi i dati rilasciati dal Mario Negri Sud in merito agli inquinanti. Il centro petrolifero di Ortona rilascera' AL GIORNO:


308 kilogrammi di anidride solforosa (SO2)

910 kilogrammi di nitrati (NOx)

220 kilogrammi di ossido di carbonio (CO)

3 kilogrammi di polveri fini (PM5, PM10 etc)

6 kilogrammi di composti organici volatili (COV)

2 kilogrammi di idrogeno solforato (H2S)


Queste sono dosi giornaliere, o per usare un termine caro al Di Martino, diuturne: una tonnellata e mezzo al giorno di robaccia! L'indice di pericolosita' di queste sostanze varia da 1 per il CO, fino ad arrivare a 25,000 per l'H2S (che dunque e' la sostanza piu' pericolosa di tutte, di qui, il mio martellamento con l'idrogeno solforato)

QUANDO L'ENI DIRA' CHE LE QUANTITA' DI H2S SONO TRASCURABILI NON GLI DOBBIAMO CREDERE:
DUE KILOGRAMMI DI H2S EQUIVALGONO, IN TERMINI DI PERICOLOSITA' A 50,000 KILOGRAMMI DI CO.

Non ne voglio sapere di altri studi, di altri rimaneggiamenti, di altri imbrogli, di altri inciuci. Basta. Sono questi i numeri. A Viggiano, Falconara, Gela, Manfredonia, la vita e' peggiorata. Le immagini parlano chiaro. Non c'e' altro da dire, da argomentare, da manipolare.

In una democrazia seria gli studi di parte, in questo caso dell'ENI, sarebbero cestinati come non attendibili in quanto non indipendenti e macchiati dal conflitto di interessi. Cosa volete che dica uno, Andreussi, che da 20 anni fa il consulente ENI?

Saturday, February 2, 2008

Incontro con l'ENI


"We believe in technological development that respects the
individual and the environment " - www.eni.it

Il 18 Gennaio del 2008, su invito del direttore dell'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente (l'ARTA) di Pescara,
ho incontrato per la prima volta alcuni dirigenti e consulenti ENI per confrontarci sul tema Centro Oli. L'ENI si e' presentata con quattro rapresentanti ufficiali, fra cui:

Paolo Andreussi - consulente ENI, professore di Ingegneria Ambientale
Lorenzo Fiorillo - dirigente del reparto Exploration and Production (E&P) ENI
Giusto Manfredi - dirigente del reparto E&P ENI
Gianni Morale - ingegnere della TEA sistemi SpA.

La TEA e' un'azienda che fa capo al Consorzio Ricerche di Pisa di cui Andreussi e' direttore. Il Prof. Andreussi e' consulente ENI da 20 anni. Oltre alla sottoscritta c'era anche un rappresentante del Mario Negri Sud (MNSud), Tommaso Pagliani ed altri rappresentanti dell'ARTA. Ecco cosa ho sentito e contro cui ho spesso protestato.

1) Come tutti sappiamo ormai, fra i dati dell'ENI e quelli del MNSud ci sono delle discrepanze. Il MNSud stima che i gas nocivi emessi dal proposto centro petroli possono essere anche 20 volte superiori a quelli stimati dall'ENI. Il Prof. Andreussi sa perche' ci sono queste discrepanze. E' molto semplice: il Mario Negri Sud ha usato un modello vecchio e sbagliato. L'ENI invece ne usa uno molto migliore e sofisticato. Il magnanime prof. Andreussi ha poi invitato una delegazione del MNSud a fargli visita a Pisa cosi' potra' insegnargli lui come si fanno questi studi per bene. Condiscendenza senza fine.

2) Successivamente il Prof. Andreussi ha anche affermato che loro hanno basato le loro analisi su un solo punto di emissione di gas, invece che di quelli effettivi che possono variare da quattro a quattordici. Gli inquinanti, dice lui, erano cosi bassi, che non valeva la pena di sprecare tempo ed energia per fare un' analisi globale. La mia mente di scienziato e' andata in fibrillazione davanti a tanta superficialita'.

3) Il Sig. Fiorillo ha detto che forse un po' di agricoltura verra' persa, ma questo e' il prezzo da pagare per avere energia nelle case. Senza questo centro, ci potrebbe venire a mancare il riscaldamento d'inverno. La puzza secondo Fiorillo non c'e'. A Viggiano c'e' solo qualcuno che ha l'odorato un po' piu' fine. La Gazzetta del Mezzogiorno che riporta un articolo sulla puzza costante, dice bugie. A Falconara ci sono le sirene che squillano per avvertire la gente quando non e' piu' sicuro restare al mare, ma questo e' per il beneficio del popolo e poi, alla fine, a parte un po di paura, non e' successo mai niente di grave. L'agricoltura e' fiorente, sia a Viggiano che a Trecate. I bimbi di Gela continuano a nascere deformi, ma quelli erano altri tempi, ora le cose stanno cambiando. Mancava solo da dire che l'idrogeno solforato fa bene alla salute.

4) Non e' compito dell'ENI informare la gente, secondo Fiorillo. Io invece, secondo Andreussi, faccio terrorismo. E siccome sono "cosi' giovane", mi danno un consiglio per la mia carriera: "signorina, cerchi di avere la mente un po' piu' aperta." Devo davvero commentare?

5) Non bisogna guardare all'America, secondo Fiorillo, dove gli impianti di Viggiano sarebbero fuoriliegge per le alte emissioni e dove centrali petrolchimiche non si costruiscono da oltre trent'anni. Perche' la loro e' una realta' diversa. Si, ma i polmoni degli Americani sono uguali ai nostri o forse quelli degli Abruzzesi sono speciali?

Sono uscita da questo incontro di cinque ore distrutta emotivamente. Questa era gente che secondo me non c'e' stata mai ne' ad Ortona ne' al Feudo e che non ha la minima idea di cosa distruggeranno. Parlavano in modo cordiale ed affabile, ma con distacco, un forte senso di superiorita', e spesso in cattiva fede, almeno secondo me. Non hanno mai mostrato un minimo di amore o di conoscenza vera dell'Abruzzo, della nostra realta'.

Di rispetto per l'individuo e per l'ambiente, cosi' bellamente decantato nel sito web ENI, io quel giorno ne ho visto ben poco.