Il 23 Settembre 2014 Matteo Renzi ha preso la parola davanti all’assemblea delle Nazioni Unite, convenuta per discutere dei cambiamenti climatici su iniziativa del Segretario Generale Ban Ki-moon.
Renzi ha detto che “abbiamo la possibilità di costruire un mondo nuovo ed un futuro sostenibile per i nostri figli” e che occore fare uno sforzo comune verso una crescita sostenibile, trovando alternative alle fonti fossili. “We must reduce carbon emissions through carbon pricing and energy efficiency, bytapping renewable energy sources, and by cutting back on fossil fuels”.
Cutting back on fossil fuels. Testuali parole.
Ha poi ricordato che in Italia produciamo il 45% di elettricità da fonti rinnovabili e che le ditte green sono anche quelle che esportano di più, innovano di più e creano il maggior numero di posti di lavoro: secondo Renzi, il 40% di nuovi posti di lavoro in Italia è venuto proprio da loro. Il suo intervento si è concluso promettendo risorse per contribuire a costruire un fondo scientifico per “combattere i cambiamenti climatici”.
Applausi. Perfetto. Avanti il prossimo.
E nel concreto?
Come pensa Matteo Renzi di ‘cut back on fossil fuels’ se sta facendo di tutto per raddoppiare la produzione di petrolio – scarso e scadente – in Italia?
E se dobbiamo ridurre le emissioni di anidride carbonica, il Decreto Sblocca Italia da dove è venuto? Perché in quel decreto si spianano le strade a petrolieri invece che alle rinnovabili? Perché tutt’a un tratto l’estrazione di fonti fossili diventa “attività di pubblica utilità, urgente e indifferibile” ? Perché questa designazione non si applica al risparmio energetico o alle rinnovabili invece? Perché – con tutti i problemi che ci sono in Italia – per Matteo Renzi è importante che l’assegnazione delle concessioni minerarie venga centralizzata a Roma, togliendo alle regioni il potere di decidere per se stesse? Perché non abbiamo una Energiewende come in Germania?
Mi domando che strano Dr. Jekyll e Mr Hyde si sia scelta - o non scelta! - l’Italia per primo ministro.
Non so come abbia fatto Matteo Renzi a fare il suo discorso all’Onu senza un po di vergogna.
Come prima di lui l’amico Corrado Passera, questi politici senza idee hanno bisogno di far soldi e di far presto, e quindi se la prendono con i più deboli e con l’ambiente che non può difendersi. Non sanno dire di no ai falchi speculatori che si aggirano nei palazzi romani e a cui importa solo degli azionisti e del portafoglio, ed ecco che sacrificare il paesaggio e i polmoni degli italiani si può. Fai contenti i lobbisti, racimoli un po di spiccioli per l’economia, e pazienza se a New York devi dire cose che non è che siano proprio rappresentative del tuo operato.
Lo stesso giorno di Renzi ha preso la parola anche Leonardo Di Caprio – un gran signore – che li ha presi di petto i petrolieri dicendo che è arrivato il momento di togliere loro ogni forma di sussidio, che avere accesso ad aria e acqua pulita è un diritto inalienabile, che risolvere la crisi energetica è un dovere morale e urgente e che occorre prendere decisioni grandi ed importanti sul futuro delle nostre industrie perché di questo passo scompariremo tutti.
Qui il bellissimo discorso di Leonardo Di Caprio, appena nominato “United Nations Messenger on peace” con speciale enfasi sui cambiamenti climatici.
1 comment:
pensare che è così facile, votare dalla parte giusta, e vedere finalmente il nostro paese rinascere e non essere più lo zerbino di nessuno, ma evidentemente è più facile votare dalla parte sbagliata e poi lamentarsi... senza aver fatto nulla per cambiare le cose!
Post a Comment