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Friday, September 5, 2014

Golfo del Messico: pagamenti per un totale di 61 miliardi di dollari

Update: la BP ha annunciato che finora ha pagato oltre 61 milardi di dollari per i danni causati.

Prima del 2010 il valore della BP era di 180 miliardi.
Lo scoppio le ha fatto perdere 1/3 del suo valore.

Secondo Fadel Gheit analista del petrolio
"It’s a miracle that the company is still in business.” 

I pagamenti non faranno mai tornare alla normalita' ma finora sono stati risarciti o pagati almeno
400 cittadine, avvocati, individui, il governo centrale, pescatori di gamberetti, motel e hotel, scuole,
 

















 
  BP has acted with conscious disregard of known risks.
  
Its conduct was reckless.

Decisions made by BP have been primarily driven 
by a desire to save time and money, 
rather than ensuring that the well was secure.


Carl Barbier, US District Court
sul pozzo Macondo della BP


Tutti ricordano lo scoppio del pozzo Macondo della BP, nel golfo del Messico, con 11 morti e quei tre mesi di petrolio quotidiano ad avvelenare il mare e tutto quanto quel mare ospitava.




Per tutti questi anni la BP aveva continuato -- beffardamente -- a sostenere che non era solo colpa sua e che le sue socie, Transocean e Hallburton, dovessero essere ugualmente responsabili, se non di piu'.

La sentenza di Barbier, per la prima volta, riconosce l'esatto contrario. La colpa principale e' della BP. 

Questa sentenza e' grave per la ditta inglese perche' afferma che non si e' trattato di un incidente imprevedibile o del fato, ma di qualcosa di volontario e prevenibile. La sentenza espone ora la BP a circa 18 miliardi di dollari in sanzioni civili, in aggiunta ai 4 gia' pagati nelle precedenti cause penali, e ai 28 pagati ai residenti che hanno avuto perdite finanziarie connesse allo scoppio.

Secondo Barbier, la BP e' responsabile per i due terzi del disastro in quanto proprietaria del pozzo esploso. Il resto della colpa e' della Transocean Ltd, proprietaria della piattaforma che trivellava il golfo, e in piccola parte della ditta che forniva il cemento per la sigillazione, la Halliburton.
 
Barbier e' giunto alla conclusione che la BP abbia anteposto la ricerca di guadagno facile sulla sicurezza, per esempio lasciando che sigillazioni e valvole delicate perdessero lungo le cementificazioni, rinuciando a test fondamentali per capire lo stato del sottosuolo, e portandolo in "condizioni estremamente fragili e vulnerabili a scoppi"  durante gli ultimi 30 metri di trivellazione. 

Il giudice non risparmia parole. Parla di "condotta irresponsabile",  di "disprezzo consapevole di rischi noti", e di "una catena di fallimenti" che hanno portato allo scoppio. La BP ovviamente non ne vuole sapere: dice che l'accusa di "negligenza grave" e' ingiusta e che ricorrera' in appello.

Le parole qui non sono secondarie. Secondo il Clean Water Act, se la negligenza e' semplice, si pagano poco piu' di mille dollari al barile. La negligenza grave invece porta la multa a 4.300 dollari al barile. Barbier non ha ancora determinato l'esatto quantitativo di petrolio fuoriuscito. Il governo federale dice 5 milioni di barili, la BP la meta'.

 
Tutto questo vuol dire che i 3.5 miliardi di dollari che la BP prevedeva di spendere per questa causa non le basteranno. Per niente. 

Gli azionisti non se l'aspettavano. La BP ha perso oggi il 6% del suo valore in borsa, e nell'ultimo anno ha dovuto vendere circa il 10% fra riserve, raffinerie ed oleodotti per far fronte ai pagamenti.

E il golfo? La legge prevede che l' ottanta percento della multa dovra' essere usata per il ripristino ambientale, ma il golfo e' in uno stato ben diverso da prima dello scoppio. Non fanno piu notizia, ma continuano ad essere ritrovati pezzi di petrolio in mare, le cosiddette tar-balls, i dispersanti sono ancora dispersi nell'ambiente, e assieme al petrolio e ai dispersanti, nel mare ci sono alte concentrazioni di batteri pericolosi per l'uomo, fra cui il Vibrio Vulnificus, che puo' causare setticemia e necrosi dei tessuti.

A Matteo Renzi che pianfica di vendere concessioni petrolifere in tutta Italia, dalla Sardegna all'Abruzzo, dalla Calabria all'Emilia Romagna, dalla Sicilia alla Basilicata a ditte che spesso hanno capitali sociali irrisori. Spero che lei sappia quel che sta facendo e che se ne assuma tutte le resposabilita'. 







 
  

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