Nasce in Egitto il piu' grande campo solare del mondo, nel deserto di Nubia.
L'Egitto non e' nuovo a questi record. Gia' nel 1913, nei pressi del Cairo un inventore di Philadelphia creo' la prima usando il sole d'Egitto per pompare acqua da mandare dal Nilo ai campi di cotone. Si chiamava Frank Shuman e il suo sogno era di alimentare il mondo con il sole.
Poi arrivo' la prima guerra mondiale, e tutti si convinsero che chi aveva il petrolio aveva il mondo. Il sogno di Mr. Shuman resto' tale.
Passano 100 anni e ci siamo. L'Egitto aprira' Benban nel 2019, il piu' grande campo solare del mondo al costo di 2.8 miliardi di dollari. Siamo nel deserto di Nubia a 650 chilometri dal Cairo nella provincia di Aswan e su un sito di 37 chilometri quadrati.
E' un grande passo in avanti per la nazione, visto che in questo momento il 90% della sua energia arriva dal petrolio e dal gas.
Ma tutto cambia anche qui in Egitto. Durante i disordini del 2011 ci furono molti casi di perdita di elettricita' e di fornitura di energia e si pensa che sia meglio puntare su produzione diversificata e pulita.
Anche perche' il Cairo' la seconda citta' capitale piu' inquinata del mondo, dopo New Dehli. Senza contare che la popolazione continua ad aumentare in modo vertiginoso. Siamo ora a 96 milioni di persone, con la richiesta di energia destinata a raddoppiare da qui al 2030.
Il governo con i fondi del Fondo Monetario Internazionale (chissa', magari e' la volta buona che quelli del FMI fanno qualcosa di buono!) ha deciso di investire nel sole, complici anche i prezzi sempre piu' bassi.
L'obiettivo e' di arrivare al 2025 con il 42% dell'elettricita' dal sole. Benban offrira' 1.8 Gigawatt, con 30 impianti separati.
Il primo di questi impianti e' gia' in azione, ha 200mila pannelli, 780 sensori che seguono il sole durante il giorno e che fanno ruotare i pannelli in modo che l'irradiazione sia ottimale. Impiega 4000 persone e occupa un'area di 95 ettari. Da energia gia' a 20,000 case.
Sono nate anche delle scuole per insegnare il mestiere ai ragazzi
Il presidente Abdel Fattah Sisi ha inaugurato anche altri progetti al vento nel golfo di Suez e nel Mar Rosso. Nel 2017 gli investimenti nel solare e nell'eolico sono aumentati del 500%, grazie ad una miriade di progetti a scala minore e grazie a piccoli e grandi imprenditori che hanno iniziato in piccolo e sono cresciuti.
E cosi campi agricoli un tempo annaffiati con l'acqua del Nilo tramite pompe a diesel, sono ora annaffiati da pompe solari, e cosi pure stabilimenti di bestiame e villaggi eco-turistici immersi in alberi di ulivo e di datteri.
La cosa interessante e' che un tempo l'Egitto era un esportatore di gas, mentre oggi deve fare affidamento sui rigassificatori, con acquisti all'estero di fonti fossili da un lato e sovvenzioni alla gente dall'altro. Ma ora annunciano di volere tagliare i sussidi energetici fossili, dando un altra spinta alle rinnovabili.
Tutto cambia, in Egitto, come nel resto del mondo. Tutti questi passi in avanti sono certo bellissimi. E' solo che mi chiedo se non arrivi tutto troppo lentamente, troppo poco, mentre il mondo continua la sua corsa verso un futuro mai visto prima.
Perche' queste cose non sono state fatte cento anni fa?
Perche' non abbiamo seguito le idee di Mr. Shuman?
Possiamo davvero recuperare cosi in extremis?
Voglio sperare di si, ma temo che troppo sia stato gia' sacrificato.