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Thursday, July 5, 2018

Brasile: la foresta amazzonica scompare a tassi record nel 2017










The big concern is that we’re starting to see a new normal, 
where fires, deforestation, drought and climate change 
are all interacting to make the Amazon more flammable

Mikaela Weisse,  Global Forest Watch. 



In totale, a livello planetario nel 2017 sono scomparsi 160mila chilometri quadrati di foreste, un'area grande quanto l'intero Bangladesh, e circa meta' dell'Italia, secondo Global Forest Watch utilizzando dati da satellite.

Nel 2017 le perdite sono state da record prima di tutto in Brasile, a causa di incendi appiccati da contadini e allevatori di bestiame, singoli o multinazionali, per creare terra da pascolo o da agricoltura. Poi ci sono stati vari periodi di siccita' che hanno distrutto il resto. Spesso le cose sono andate in parallelo: rancheri o agicoltori hanno appicato fuochi che a causa della siccita' sono andati fuori controllo, bruciando molto piu' di quanto originariamente si intendeva.

In totale in Brasile sono stati persi piu' di 12mila chilometri quadrati di foresta, un area grande tanto quanto il Trentino Alto Adige intero.

E tutto questo nonostate gli impegni a proteggere la stessa foresta da parte di Brasilia.

E le cose non vanno meglio in Colombia.

Qui per decenni la guerra civile fra i ribelli del FARC e il governo centrale aveva essenzialmente protetto le foreste del paese dallo sfruttamento selvaggio. Ora che e' stato stabilito un accordo di pace, e' iniziata anche l'attivita' di disboscamento, allo scopo di creare piu' terra da pascolo, miniere e terre agricole per cacao. 

E cosi nel solo 2017 in Colombia sono stati persi 4,000 chilometri quadrati di foresta, il 46% in piu' rispetto al 2016 e un area grande tanto quanto il Molise. In un solo anno, in Colombia!

Nei Caraibi invece il 2017 ha portato alla morte di circa un terzo di tutte le foreste specie nella Repubblica Domenicana e a Porto Rico, grazie agli uragani Maria e Irma.

L'annata peggiore per gli alberi delle foreste e' stato il 2016. Il 2017 e' arrivato secondo, e non e' una bella consolazione, specie considerato che la meta' delle specie animali del pianeta vive in queste foreste. O dovrei dire delle specie note, perche' dalle foreste impervie del Brasile per esempio ogni tanto arrivano specie animali e vegetali ancora scnosciute all'uomo!

Si svolge intanto un incontro ad Oslo per discutere proprio con i principali paesi interessati quali possano essere le migliori srategie per proteggere le foreste del pianeta.

Perche' questi alberi, specie quelli della foresta tropicale, sono cosi importanti? 

Perche' piu' crescono piu' CO2 assorbono, nella terra, nelle radici, nel legno. Una volta abbattuti tutta la CO2 associata all'albero in questione viene rilasciato in atmosfera, contribuendo ai cambiamenti climatici.  La deforestazione e' la causa del 10% delle emissioni in piu' di CO2 nel pianeta. Cioe' gli alberi che prima assorbivano CO2 ora non si sono piu'.
Fuori dal Sud America, il paese al mondo con la maggiore deforestazione e' stato il Congo dove invece delle foreste c'e' stata l'industria del legno, produzione di carbone e anche agricoltura che hanno portato via nel loro complesso, in un solo anno circa 15mila chilometri quadrati di foresta, un area grande tanto quanto la Calabria.

L'unico paese con risvolti positivi e' stata l'Indonesia.

E non a caso: il governo ha imposto severe punzioni a chi abbatte alberi. I contadini in particolare per anni hanno bruciato e inaridito le zone pluviali del paese per farci crescere piantagioni di palme per crearne olio. Queste zone umide sono come degli stoccatori naturali di CO2 perche' come parte del materiale paludoso ci sono sotanze vegetali che trattengono la CO2.

Nel 2015 violenti incendi, siccita' ed El Nino hanno portato a danni economici strabilianti e a giornate intere di fumi sui cieli. Nel 2016,  il paese stabilisce una moratoria sulla conversioni di zone umide in campi agricoli per l'olio di palma. La  Norvegia ha invece stanziato 50 milioni di dollari per i controlli e per il rispetto della legge. Nel 2017 i primi successi con solo una piccola frazione di zone umide dragate e "bonificate" per l'agricoltura. Vediamo se sara' un succcesso duraturo.

Di certo e' che la strada e' ancora lunga. Solo il 2% di tutte le attivita' a livello mondiale messe su contro i cambiamenti climatici finiscono in progetti per la riforestazione e di riforestazione si parla ancora poco.  Non ci rendiamo davvero conto cosa possano offrire gli alberi.

Gli alberi danno ombra, frescura, bellezza, pace, e un amico contro i cambiamenti climatici.

Ne abbiamo esempi spesso anche in Italia di abbattimenti selvaggi, dove amministrazioni cieche e stupide si svegliano la mattina e decidono di abbattere querce, pini e ulivi in nome di non meglio specificati problemi di viabilita' o di malattie.

E certo, non abbiamo la foresta amazzonica, ma quel poco di verde che abbiamo va protetto, migliorato, difeso. 

Come sempre, gli alberi si piantano, non si abbattono.

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